Cosa comporta la mancata Riforma del Catasto?

Il Direttore dell'Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, definisce senza mezzi termini la mancata Riforma del Catasto "un'occasione persa. Si tratta di un'operazione importante, non è detto sia accantonata. Abbiamo lavorato e il lavoro non è perduto, perché c'è stato un riallineamento delle banche dati".


Di certo c'è stato un rallentamento nonostante le pressioni arrivate da Bruxelles e così la Riforma del Catasto, inserita nella legge delega di riforma fiscale, è stata rimandanta a data da destinarsi. "Abbiamo fatto due anni di lavori preparatori che comunque saranno utili - ha sottolineato Orlandi - perché ci hanno permesso la bonifica e il riallineamento di tutti i dati. Noi eravamo pronti, avevamo presentato dei progetti. Avevamo preparato tutti gli elementi perché il legislatore potesse prendere le sue decisioni" ha aggiunto "ma per il momento c'è stato questo accantonamento, la delega è scaduta e non sappiamo se il Parlamento o il governo presenteranno una iniziativa legislativa che ne permetta la ripresa". 

 

L'attività di controllo sui fabbricati sconosciuti al Catasto ha fatto emergere, su più di 2,2 milioni di particelle del Catasto Terreni, oltre 1,2 milioni di unità immobiliari urbane non censite nella base-dati catastale. Di queste unità immobiliari, alla data del 30 novembre 2012, quasi 769mila hanno trovato una rendita catastale definitiva, mentre è stata attribuita una rendita presunta a circa 492mila fabbricati.
“L’Agenzia, per riattivare il processo di identificazione e regolarizzazione dei fabbricati non dichiarati al Catasto, ha previsto un nuovo ciclo di indagini periodiche sull’intero territorio nazionale, da sviluppare a partire dal prossimo triennio”, ha spiegato Orlandi.


Cosa dice l'Ass dei Geometri Fiscalisti sulla mancata Riforma.
Nel giugno scorso il Presidente dell’Associazione dei Geometri Fiscalisti, Mirco Mion, aveva stigmatizzato la sospensione della riforma del catasto – decisa dal Governo in vista dell'intervento organico di revisione della tassazione immobiliare – come “una sconfitta ai danni dei cittadini appartenenti a fasce medio-basse, ovvero dei possessori di immobili di basso valore con rendite alte rispetto a possessori di immobili di pregio con rendite molto basse”. Infatti la Riforma del Catasto “ha l'obiettivo di rendere più equa la tassazione immobiliare, facendo pagare quanto dovuto a coloro che possiedono immobili di pregio, ponendo rimedio a una situazione di privilegio e disuguaglianza che non è più accettabile”, aveva sottolineato il presidente di Agefis. 


Cosa dice l'ANCE sulla mancata Riforma.
L’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili entra a gamba tesa sulla discussione che va avanti ormai da anni circa la revisione dei valori catastali italiani. Secondo l’Ance una revisione che si traduca in una rivalutazione verso l’alto delle rendite si tradurrebbe in un vero e proprio sfacelo per il mercato. Aumentare i valori catastali in modo incontrollato, sostiene l’associazione, non potrebbe che equivalere ad un altrettanto incontrollato aumento della pressione fiscale e tutto ciò avrebbe degli effetti devastanti.


È assolutamente indispensabile che venga applicato il principio dell’invarianza di gettito
o il mercato immobiliare sprofonderebbe nuovamente nella crisi da cui, faticosamente, sta provando a rialzarsi dopo anni che verranno a lungo ricordati come i più difficili mai vissuti in epoche recenti. Per fate questo si dovrà necessariamente procedere ad un abbassamento delle aliquote di imposta che dovranno essere allineate ai reali valori di mercato degli immobili.
La tassazione sul possesso degli immobili è passata dai 9,8 miliardi di euro del 2011, quando era in vigore l'Ici, ai 23,9 miliardi della combinazione Imu-Tasi del 2014, "determinando un incremento della pressione fiscale sul possesso del 143,5% in soli tre anni".


"È un incremento pazzesco",
ha sottolineato il vicepresidente dell'associazione dei costruttori edili, Giuliano Campana, nel corso di un'audizione ieri presso la Commissione Finanze della alla Camera. La raccomandazione dell'Europa ad abbassare il costo del lavoro spostandolo sull'imposizione immobiliare, "evidentemente non è rivolta all'Italia, visto che oggi siamo al terzo posto in Europa per imposizione sulla proprietà immobiliare dopo Francia e Gran Bretagna. Con la differenza che in Francia e Inghilterra i proprietari di abitazioni sono molto inferiori al tasso di proprietari di case dell'80% che c'è in Italia. Quindi possiamo anche dire che abbiamo una medaglia d'oro su questo". 


Quanto alle misure per incentivare il mercato, i costruttori dell'Ance propongono di orientare gli incentivi verso l'acquisto di abitazioni ad alte prestazioni energetiche. "Proponiamo uno sgravio del 50% dell'Iva sull'acquisto di case in classe A e B, per tre anni, con la possibilità di recuperarlo nel corso di cinque anni - ha detto Campana - cui aggiungere l'esenzione triennale di Imu e Tasi".
L'altra proposta è quella di una vera e propria rottamazione. "Chiediamo di poter prendere in carico le vecchie case di chi acquista una nuova casa ad alta efficienza energetica. - spiega Campana - Sulla vecchia abitazione chiediamo di pagare una tassa di registro fissa. Noi ci impegniamo a riqualificarla rendendola più efficiente. Questo sistema porterebbe uno stimolo al mercato ma anche un miglioramento della qualità edilizia". 


Fonti articolo: LaRepubblica http://www.repubblica.it/economia/2015/10/07/news/orlandi_catasto_voluntary-124525343/

Casa&Clima http://www.casaeclima.com/ar_24451__riforma-catasto-slittata-orlandi-agenzia-entrate-banche-dati-riallineate.html

Edilizia&Territorio http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/art/casa-fisco-immobiliare/2015-10-07/tasse-casa-incremento-pazzesco-143percento-tre-anni-italia-terzo-posto-europa-152503.php?uuid=ACimyjBB&refresh_ce=1

Immobiliare.it http://news.immobiliare.it/ance-un-disastro-aumentare-i-valori-catastali-24276

Piani casa, cambi d'uso e bonus ampliamenti immobili

In 16 Regioni i piani casa vanno oltre gli immobili residenziali e permettono di sfruttare il bonus di cubature, con condizioni e percentuali diverse, anche per edifici a destinazione terziaria, produttiva e persino in alcuni casi per gli alberghi. 


Alcune Regioni, come il Veneto, la Basilicata, le Marche, la Puglia hanno ampliato i confini dei propri piani alla generalità degli immobili con destinazioni d’uso non residenziali. In altri casi, non tutti gli immobili per le attività economiche sono trattati allo stesso modo. Qui sono le leggi regionali, le circolari e i regolamenti emanati dal 2009 a stabilire criteri, modalità e limiti operativi e specifici ambiti settoriali nei quali per realizzare gli interventi di ampliamento o di demolizione e ricostruzione degli edifici ci si può avvalere degli aumenti di superficie o di volume. Infine, va ricordato che il piano casa è scaduto per tutti gli immobili in Lombardia ed Emilia Romagna.

Gli immobili commerciali 
Alcuni piani - per esempio quelli di Campania, Valle d’Aosta e Marche - elencano esplicitamente gli immobili destinati allo svolgimento delle attività commerciali tra quelli sui quali possono essere concessi i premi in diritti edificatori. Ma il fatto che nelle altre leggi regionali non siano citati, non significa necessariamente che non ne possono beneficiare.
In altri casi, però, le attività commerciali sono escluse dai benefici dei piani oppure possono usufruirne solo a particolari condizioni. In Veneto gli interventi sugli immobili con destinazione commerciale sono esclusi se con gli ampliamenti realizzati si aggirano o si deroga alle norme regionali in materia di programmazione delle attività commerciali; anche la regione Piemonte condiziona la concessione dei premi al rispetto della disciplina di settore.


La misura degli incrementi 
Quasi sempre le regioni hanno stabilito un limite del 20% per l’incremento di superficie o di volume concesso per favorire gli ampliamenti e del 30-35% nel caso di abbattimento e ricostruzione di un capannone o di una struttura ricettiva; queste percentuali sono sostanzialmente le stesse previste per gli immobili con destinazione residenziale. 
Un poco più prudente della media delle altre regioni è la Basilicata: la superficie non può aumentare più del 15% di quella esistente, che a sua volta non può essere superiore a 250 metri quadri. Molto generoso è, di contro, il Veneto. Gli imprenditori che vogliono demolire e ricostruire i loro immobili possono quasi raddoppiarne la superficie: fino al 70% se la ricostruzione porta la prestazione energetica del nuovo edificio alla classe A; percentuale che può arrivare all’80% quando la realizzazione dell’intervento avviene ricorrendo alle tecniche costruttive dell’edilizia sostenibile definite dalle norme regionali. Anche in Friuli Venezia Giulia il premio per le demolizioni e ricostruzioni è elevato: arriva al 50% della superficie per rilocalizzare gli edifici incongrui con l’ambiente circostante.


Soppalchi a sagoma identica 
Per aumentare la superficie utile di una fabbrica o di un ufficio non è sempre necessario costruire un nuovo piano o nuovi muri. 
In Piemonte gli edifici possono essere soppalcati per aumentare la superficie utile esistente fino al 30%; se non dovesse essere sufficiente allora si può anche ampliare l’immobile di un altro 20%, purché questo secondo incremento non superi i 2mila metri quadrati. Ai soppalchi si può ricorrere anche in Friuli Venezia Giulia. 
Un aumento delle superfici senza modificare la dimensione dell’immobile è possibile anche per gli edifici non residenziali della Campania: con la realizzazione di opere interne possono essere recuperati per l’attività economica volumi già esistenti, anche cambiandone la destinazione d’uso urbanistica.


Cambi d’uso anche a tempo 
Per beneficiare dei premi previsti dai piani casa non è necessario dimostrare che i nuovi spazi sono necessari per ampliare la produzione delle merci prodotte o per allargare l’officina. In Piemonte non è, però, consentito trasformare in abitazione un edificio non residenziale. In altri casi il cambiamento non è possibile per un certo numero di anni. Per 10 anni nel Lazio, per 20 in Liguria (dove, in caso di delocalizzazione, ciò è possibile destinando a edilizia sociale il 20% della superficie). Questa possibilità è prevista, invece, dalla regione Molise. 


Nel dettaglio, ciascuna Regione e scadenze del bonus ampliamenti (pdf): 
http://www.ilsole24ore.com/pdf2010/Editrice/ILSOLE24ORE/ILSOLE24ORE/Online/_Oggetti_Correlati/Documenti/Norme%20e%20Tributi/2015/09/Piano_casa2.pdf?nmll=2707

Fonte articolo: ilsole24ore, vetrina web.

Incentivare la riqualificazione per far ripartire l'edilizia

La ripresa si rafforza nell'industria italiana, ma non nell'edilizia. Parte da qui il documento "Rilancio delle Costruzioni: politica industriale, efficienza energetica e sostenibilità ambientale - Prime proposte di Confindustria e Ance per il ddl Stabilità 2016" che le due associazioni hanno definito e inviato al Governo al fine di rimettere in marcia il settore. 


"Il Governo - sottolinea il documento - ha annunciato un importante programma di riduzione del carico fiscale, in linea con le esigenze dell'economia, al quale Confindustria ed Ance guardano con grande attenzione. Lungo questa direttrice dovrebbero muoversi anche interventi rivolti al settore delle costruzioni, che rappresenta un volano per l'intera economia".

 

Tra il 2007 e il 2014 c'è stato un calo del 34% degli investimenti. Drammatica la perdita di occupati: 470mila unità tra il 208 e il 2014 (-30,5%). Anche nel secondo trimestre di quest'anno è proseguito il calo degli investimenti in costruzioni (0,8% rispetto ai tre mesi precedenti e -1,9% su base tendenziale). 
Di fronte a questi numeri, serve una politica industriale che faccia leva sugli incentivi e che guidi l'imprese verso l'innovazione di prodotto e processo. Non c'è dubbio che la strada maestra della ripresa, segnala il documento, passi per le misure di incentivazione delle ristrutturazioni edilizie e – più recentemente e marcatamente – degli interventi per l'efficienza energetica degli edifici: il cosiddetto bonus del 65% su Ires/Irpef.


Efficienza energetica
Per questo, si chiede che, già nella Legge di Stabilità, vanno stabilizzati gli incentivi sulle ristrutturazioni edili e l'efficienza energetica. Di più: "gli incentivi all'efficienza energetica potrebbero essere riorientati e rimodulati anche in modo più efficace, sfruttandone appieno le potenzialità in termini di sostenibilità". 
Tra le altre cose le associazioni chiedono di anticipare di almeno un anno la scadenza fissata al 2019 per i cosiddetti "edifici a energia quasi zero" per la Pa, previsti dalle nuove norme tecniche sull'efficienza energetica in vigore dal prossimo primo ottobre. "Nell'ambito degli interventi sulla fiscalità immobiliare vanno sfruttati tutti i margini per non penalizzare le costruzioni nuove o ristrutturate che abbiano standard di efficienza energetica elevata rispetto al patrimonio esistente ed a bassa o bassissima qualificazione energetica", chiedono inoltre Ance e Confindustria. 


Fiscalità immobiliare 
"Non si può prescindere da un alleggerimento e da una razionalizzazione della pressione fiscale sugli immobili utilizzati nell'attività di impresa", si sottolinea inoltre nel documento. Le misure suggerite occupano un vasto spettro di possibilità, a cominciare dall'esenzione Imu e Tasi abbinato a una detrazione del 50% dell'Iva.
Andrebbe poi sbloccato il cosiddetto rent to buy, come misura alternativa all'acquisto. Tra le proposte, anche l'ampliamento della deducibilità dell'Imu dalle imposte sui redditi Irap e l'esenzione di Imu e Tasi esteso alle aree fabbricabili e agli immobili invenduti o locati dalle imprese. 


Riqualificazione urbana 
Per innescare un meccanismo di rinnovo urbanistico, Ance e Confindustria propongono agire sempre sulla leva dell'incentivo fiscale, introducendo "forme di parziale detassazione degli acquisti di abitazioni nuove in classe energetica elevata effettuati fino al 2018, anche in un'ottica di equiparazione fiscale dell'acquisto del "nuovo" (soggetto ad Iva applicata sull'effettivo prezzo di vendita) all'acquisto dell'"usato" (che, invece, sconta l'imposta registro, ad aliquote inferiori applicate sul valore catastale).
A tal fine, si potrebbe riconoscere all'acquirente un credito d'imposta pari al 50% dell'Iva pagata sull'acquisto. A questo potrebbe aggiungersi, sempre sugli acquisti effettuati fino al 2018, l'esenzione triennale da Imu e Imu e Tasi o dalla futura Local tax.


Fonte articolo: quotidiano Edilizia e Territorio ilSole24Ore, vetrina edicola web

Ecobonus confermato dal Governo: per crescere punta sull'edilizia

Il governo punta alla ripresa dell'edilizia come pilastro della politica economica per la crescita. Lo ha ribadito ieri il premier Matteo Renzi alla direzione del Pd e lo ribadisce la Nota di aggiornamento al Def che punta a portare la crescita dello 0,9% "tendenziale" per gli investimenti in costruzioni nel 2016 all'1,4% "programmatico", vale a dire per effetto delle politiche che si metteranno in campo anche con la Legge di Stabilità.


Dall'intervento di Renzi di ieri, dalla stessa Nota di aggiornamento e dalle riunioni che si stanno svolgendo in queste ore fra i Ministeri dell'Economia e delle Infrastrutture emerge una prima certezza: sarà confermato in pieno il credito di imposta del 65% per gli interventi di risparmio energetico. 

 

Non è chiaro se la conferma piena riguardi anche il bonus fiscale del 50% per le ristrutturazioni abitative semplici, ma il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, lavora per questo e per un ampliamento ulteriore dei due strumenti fiscali: da una parte il bonus mobili esteso anche alle giovani coppie in affitto, dall'altra l'estensione dello stesso ecobonus ai condomini e alle imprese con l'aggiunta di una strumentazione di certificazione energetica che consentirebbe alle imprese di anticipare risorse e progetti per gli interventi di riqualificazione e ai condomini di pagare gli investimenti in bolletta energetica, “incamerando” senza esborso finanziario i benefici del minor consumo energetico.


Sul fronte delle infrastrutture, mentre si conferma la priorità delle 25 opere che già furono inserite nell'allegato infrastrutture al Def ad aprile, con un investimento di 3,5 miliardi finanziabile anche con cofinanziamenti ai piani europei, qualcosa in più potrebbe esserci in legge di stabilità per completare opere dei comuni bloccate dal patto di stabilità e riaprire il "piano città" lanciato dal governo Monti. 


Intanto oggi è una giornata decisiva per la riforma degli appalti alla Camera. Sono attesi infatti gli emendamenti del Governo e dei relatori al testo della delega approvato dal Senato. Dal Governo dovrebbe arrivare una sola correzione. Riguarda la cancellazione del regolamento appalti (l'attuale è composto da 359 articoli oltre a svariati allegati) e la sua sostituzione con linee guida che saranno messe a punto dall'Anac.  


Una drastica semplificazione annunciata dallo stesso ministro Graziano Delrio la settimana scorsa in Parlamento. Confermati gli emendamenti già annunciati da parte della relatrice Raffaella Mariani. Modifiche in arrivo per il bonus 2% concesso ai progettisti della Pa. L'incentivo rimarrà. Però non riguarderà più la progettazione, ma le attività di controllo e vigilanza delle amministrazioni. Altre misure sono annunciate per favorire l'accesso al mercato da parte delle Pmi, per sospendere da subito l'operatività del performance bond che sta bloccando diverse gare di appalto da centinaia di milioni e per dare l'addio alla Legge Obiettivo.


Fonte articolo: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-09-22/ecobonus-65percento-la-riconferma-incentivi-anche-condomini-e-imprese-110226.shtml?uuid=ACGijI2

Qual è l'entità della ripresa immobiliare?

Dopo 7 anni di crisi economica il mercato immobiliare ha iniziato a far registrare i primi valori a segno più. Le compravendite incrementano. Il fatturato del settore cresce. Mentre i prezzi restano stabili. Cosa accadrà da qui alla fine dell’anno? E, soprattutto, cosa aspettarsi dal 2016? Of-Osservatorio finanziario lo ha chiesto a 4 esperti del settore, i numeri uno di due società di agenzie immobiliari in franchising e di due uffici di studi e ricerche indipendenti.


Che il peggio sia ormai alle spalle ne sono convinti tutti. Addetti ai lavori, esperti del settore, responsabili degli uffici di studi e ricerche condividono lo stesso pensiero: il mercato immobiliare si sta riprendendo. Soprattutto rispetto agli anni più cupi della crisi. Lo confermano i dati. I numeri in crescita delle compravendite concluse. E il fatturato dell’intero settore che sembra finalmente orientato a chiudere l’anno con segno positivo. 

Quello che resta da capire, semmai, è quale sia l’entità di questa ripresa. Sempre che di ripartenza in effetti si tratti. Perché se c’è una cosa che la crisi ha insegnato è che ormai il mercato, così come tutto il settore, è cambiato. Ed è stata una trasformazione talmente radicale che gli interrogativi circa il futuro andamento del comparto sorgono più che spontanei. Cosa accadrà dunque da qui alla fine dell’anno? E cosa aspettarsi per il 2016? Il mercato immobiliare tornerà a crescere? E, ancora, come cambieranno i prezzi delle case? E che influenze avranno tutte queste trasformazioni più in generale sul settore dell’edilizia? 


Of-Osservatorio finanziario ha fatto il punto della situazione. E ha intervistato in esclusiva i numeri uno delle due principali agenzie immobiliariin franchising in Italia, Gabetti e Tecnocasa, e i vertici delle due più note società indipendenti italiane di ricerca nel settore immobiliare, Scenari Immobiliari e Nomisma. Ecco le loro previsioni a medio termine per i prossimi 18 mesi. 


È soprattutto tra gli addetti ai lavori che si respira un clima di maggiore ottimismo. Secondo Marco Speretta, AD di Tree Real Estate e COO di Gabetti Property Solutions (leggi qui l’intervista) , il 2015 rappresenta un anno di miglioramento. E anche se il primo semestre ha fatto registrare valori positivi, seppur contenuti, relativi all’incremento del numero delle compravendite portate a termine, la previsione è quella di un miglioramento molto più significativo da qui alla fine dell’anno. Il 2015, fanno sapere da Gabetti, si chiuderà con un aumento delle transazioni d’acquisto di circa il 5%. Mentre per il 2016 si prevedono incrementi nell’ordine del 7, 8%. 


Ipotizza, invece, un aumento più sostanzioso nell’ordine dell’8-10% annuo Mario Breglia, fondatore e presidente di Scenari Immobiliari (leggi qui l’intervista), istituto indipendente di studi e ricerche con sede a Milano e Roma. Che prevede, per fine 2016, il raggiungimento della soglia di circa 500.000 compravendite, contro le 417.000 del 2014. 


Anche per Luigi Sada, Amministratore Delegato Tecnocasa Franchising Spa (leggi qui l’intervista) il secondo semestre del 2015 sarà caratterizzato da un trend rialzista che si dovrebbe protrarre fino al 2017. Mentre i prezzi, dal canto loro, hanno già iniziato a rallentare la loro corsa al ribasso, e per il medio periodo si prevede che resteranno sostanzialmente stabili. Con buona pace di chi ha una casa da vendere. 


Eppure, è decisamente troppo presto per parlare di ripartenza. Il boom del 2007 appare ancora molto lontano. E anche se presumibilmente il mercato continuerà ad irrobustirsi, tuttavia si tratterà di un processo lento e graduale. Lo conferma anche Luca Dondi, Consigliere Delegato di Nomisma (leggi qui l’intervista). Che chiarisce: il mercato ormai è cambiato dalle fondamenta, e con esso anche tutto il comparto edilizio in generale.
In altre parole serve una trasformazione radicale: non bisogna più costruire, ma ristrutturare l’esistente. 


Fonte articolo: http://www.osservatoriofinanziario.com/of/newslarge.asp?id=2241

 

 

"Mercato più sano": l'obiettivo ora è valorizzare gli immobili

"È inutile aspettarsi la ripresa, non si può dire quando arriverà. Questo è il mercato dell'immobiliare a cui dobbiamo fare riferimento": parola di Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari. L'istituto di studi e ricerche ha presentato a Milano il suo Outlook per il 2016 valutando un settore che per il prossimo anno dovrebbe presentare circa 500mila compravendite di case nel nostro Paese e che non si può confrontare con quanto succedeva nei primi anni 2000 al cui cospetto "tutti i Paesi vanno maluccio. Mentre in realtà tutti i mercati si muovono in modo omogeneo e non è che l'Italia va peggio". 


La crisi è finita? La crisi immobiliare pare definitivamente terminata e il mercato immobiliare italiano dovrebbe aver smesso di contrarsi ancora. "Si apre adesso – ha spiegato Breglia – un mercato con quotazioni stabili, una forte domanda di innovazione, una richiesta di qualità dei prodotti". 

La variazione dei prezzi tra questo anno e il prossimo dovrebbe essere sotto un punto percentuale mostrando una sostanzialmente stabilità secondo Scenari dopo che tra il 2010 e il 2015 ha perso il 9% quasi. In generale i prezzi delle abitazioni sono più o meno stagnanti, con l'eccezione di Londra, per tutta l'Europa. In Italia come nel resto del continente si assiste ad un mercato differenziato tra grandi città che fanno corsa a sé e le top location che dettano il prezzo. Il fatturato italiano del settore è in fase di ripresa, con una crescita prevista intorno al 3,7% nel 2015, mentre il 2016 dovrebbe segnare un altro incremento sino al 5,4%, non lontano dalla media (6,2%) dei paesi europei più importanti. Più faticosa la ripresa dei prezzi e dell'attività edilizia, per i quali non ci sarà un'inversione di tendenza prima del secondo semestre 2016. 


Un mercato più sano "Al netto delle turbolenze che sono arrivate prima dalla Grecia e ora dalla Cina – commenta il presidente di Scenari – il mercato immobiliare cresce nel numero di scambi, è un mercato attivo e i mercati vanno meglio dove si costruisce di più. Soprattutto ci sono indicatori più sani rispetto al passato perché si cresce dove ci sono più scambi e calcoliamo che ci sarà un miglioramento dal 2016. C'è poca finanza e siamo tornati ai fondamentali perché si costruisce non come investimento ma per l'uso diretto". 


Inoltre il settore si sta evolvendo con servizi sempre più ampi: l'obiettivo oramai è diventato la valorizzazione degli immobili, tanto che Scenari riporta un dato che mostra l'evoluzione del settore. Mentre il comparto ha fatto registrare il crollo degli impieghi nelle costruzioni, invece negli ultimi dieci anni sono aumentati del 50% in Europa e del 70% in Italia gli addetti ai servizi. Segno che si lavora in maniera più professionale. Soprattutto è tornata l'attrattività del settore immobiliare, in aumento anche perché in un'ottica di lungo periodo i rendimenti immobiliari, nonostante la tendenza verso il basso registrata negli ultimi anni, sono competitivi rispetto ai mercati finanziari. 


Una recente analisi realizzata da Oxford Economics per il periodo 2000-2015, indica che lo spread dei rendimenti immobiliari nelle zone di pregio delle principali città europee rispetto ai titoli di Stato è di circa duecento punti base a Londra, mentre oscilla da trecento a quattrocento punti base nelle altre città. "Gli investitori internazionali – spiega Breglia – stanno guardando all'Italia visto che il quadro internazionale è più complicato. E penso che continueranno a farlo per i prossimi anni. Ci sono segmenti di questo settore che stanno migliorando più del Pil ma certo dobbiamo guardare a un mercato ridimensionato, dove gli scambi sono per circa 450mila abitazioni".
Nel dettaglio il comparto residenziale ha mostrato segnali di ripresa nella maggior parte dei mercati europei. Le previsioni per il 2015-2016 sono di una crescita graduale e costante delle compravendite. In Italia il mercato residenziale sta avendo un leggero miglioramento in termini di compravendite. Per la fine del 2015 si potrebbe arrivare a circa 448mila e l'obiettivo di mezzo milione nel 2016 è considerato realistico, dato il progressivo incremento dei mutui concessi dalle banche. 


"Il mercato europeo si è ridimensionato, i prezzi non salgono e non saliranno – conclude Breglia – in realtà in Italia abbiamo bisogno di ristrutturare più che costruire. E la fiscalità di cui si parla tanto non è un vero problema perché anche negli altri Paesi europei è molto alta, ma dove si costruisce bene si vende bene. Le previsioni sono di un cambiamento disegno verso il positivo con la fine di questo anno, ma non possiamo aspettarci un intervento a sostegno della politica visto che si è concentrati su altri fronti e per le costruzioni sono più urgenti le infrastrutture o le scuole".


Dal turismo al commerciale il mercato si evolve. Per quando riguarda gli altri settori oltre al residenziale, il commerciale ha in corso una profonda rivoluzione con i negozi che stanno trovando nuove e rinnovate soluzioni. Mentre la grande distribuzione, dopo un paio di anni di grande crescita e molte nuove aperture, si sta riposizionando nelle grandi città. Sul fronte degli uffici il mercato è sempre più polarizzato nelle due principali città, Roma e Milano, dove si concentrano anche gli investimenti esteri.
Uno sguardo invece del settore turistico arriva dalla presentazione sempre a Milano del Tourism Investment di Bergamo (25 settembre) l'evento dedicato agli investimenti immobiliari nel comparto. Dove non mancheranno le buone notizie tanto che il periodo 2014-2016 può essere definito l'anno degli alberghi visto che si stima verranno realizzati nel complesso 2500 nuove stanze. Una situazione ampiamente sostenuta dagli istituti di credito. Paola Garibotti Head of Country Development Plans di UniCredit spiega "Ci siamo concentrati nel turismo. Abbiamo deciso di focalizzarci su quello di qualità cercando di finanziare operatori con un modello di business sostenibile e di qualità stanziando da qui al 2018 due miliardi di euro per il settore".


Fonte articolo: ilSole24Ore Edilizia e Territorio, vetrina web.

Incentivi fiscali su ristrutturazione e mobili, si attende il sì del Governo

Per ora non sono arrivate dentro il governo obiezioni alla riconferma nel 2016 degli sgravi Irpef del 50% e del 65% per chi effettua lavori di ristrutturazione in casa o di efficientamento energetico e per chi acquista i mobili per la propria abitazione: nessuna obiezione dalla task force sulla spending review guidata da Yoram Gutgeld, che pure vuole recuperare 1,1-1,3 miliardi dalle tax expenditure ma non "punta" gli incentivi all'edilizia, nessuna obiezione neanche dal Ministero dell'Economia che dovrà tener conto degli effetti di cassa per alcune centinaia di milioni ma condivide una valutazione positiva sullo strumento. 


Certo è che chi si è intestato nel governo la battaglia sui bonus fiscali per l'edilizia è il Ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, che ha già posto la doppia questione della proroga degli strumenti nel 2016 e dell'allargamento della platea dei beneficiari.

"Se lo strumento ha funzionato e ha portato buoni risultati in termini di politica economica per la crescita e anche per le casse dello Stato, sarebbe sbagliato non utilizzarlo al meglio", ha detto il Ministro delle Infrastrutture nell'intervista al Sole 24 Ore del 20 agosto.


Due, in particolare, sono le ipotesi di rafforzamento dei bonus e di allargamento della platea dei beneficiari che Delrio è pronto a presentare formalmente quando si stringerà con gli incontri sulla legge di stabilità ai massimi livelli di governo: da una parte, l'estensione dei crediti di imposta (e in particolare di quello sul risparmio energetico) anche agli alloggi popolari pubblici finora esclusi dai benefici; dall'altra l'ammissione al bonus fiscale per l'acquisto di mobili anche a chi va in affitto.
"Se la vediamo dalla parte del cittadino e in particolare di una giovane coppia che vuole mettere su casa e famiglia - dice il Ministro - suona quasi come una beffa che possa utilizzare lo sconto solo chi è proprietario di un'abitazione perché nella gran parte dei casi un giovane che ha più bisogno di essere sostenuto comincerà il suo percorso andando in affitto". 


Si apre insomma una partita che riguarda il tema dell'utilizzo degli sgravi Irpef sempre più in termini di strumenti utili a rafforzare la crescita. Delrio è ottimista, convinto di essere in sintonia anche con il premier Matteo Renzi. 
Il Presidente della Commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci, che da tempo difende lo strumento ed è sulla stessa lunghezza d'onda del ministro delle Infrastrutture, va anche oltre e immagina che il 65% per il risparmio energetico possa essere la prima pietra di una politica nazionale di efficientamento energetico degli edifici pubblici, con effetti di spending review che sarebbero rilevanti anche sulla bolletta energetica.


La conferma e l'ampliamento dei bonus è una posizione sostenuta anche dalle imprese. Se i costruttori dell'Ance vedono con favore l'estensione degli strumenti fiscali dalla scala micro a quella macro (e in particolare alle operazioni di riqualificazione urbana), venerdì il presidente di FederlegnoArredo, Roberto Snaidero, ha chiesto di alzare il tetto di 10mila euro per la spesa agevolabile nell'acquisto di mobili.


Fonte articolo: http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/art/casa-fisco-immobiliare/2015-08-24/bonus-ristrutturazioni-ipotesi-ampliamento-studio-governo-105141.php?uuid=ACPBOsl&refresh_ce=1

 

Permesso di costruire: le nuove regole dal 28 Agosto


Prende il via venerdì 28 agosto il processo di semplificazione in materia di formazione del silenzio assenso, Segnalazione certificata di inizio attività (Scia) e conferenza di servizi. È stata pubblicata nei giorni scorsi in Gazzetta Ufficiale la riforma della Pubblica Amministrazione (Legge 124/2015) che, lo ricordiamo, dettando le linee guida per la riorganizzazione della PA, impatta anche sulle procedure autorizzative nel settore edile.


Silenzio assenso
Gli atti di assenso e i nulla osta delle Amministrazioni dovranno essere resi entro trenta giorni. Decorsi questi termini, si formerà il silenzio assenso. In caso di mancato accordo tra le amministrazioni statali coinvolte nei procedimenti di autorizzazione, sarà il Presidente del Consiglio dei ministri a decidere le modifiche.

Il silenzio assenso si applicherà anche amministrazioni preposte alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale, dei beni culturali e della salute dei cittadini, per l'adozione di provvedimenti normativi e amministrativi. In questi casi, però, il termine è stato elevato a novanta giorni.


Le nuove regole saranno operative a partire da venerdì 28 agosto e avranno un impatto positivo sulla velocizzazione dell'iter per ottenere il permesso di costruire. Dopo la presentazione della richiesta da parte del provato, infatti, l'iter può subire dei ritardi nell'attesa dei pareri delle Asl, dei Vigili del Fuoco o delle Soprintendenze, chiamate in causa nelle aree sottoposte a vincolo.


Scia
Entrano in vigore venerdì prossimo i limiti all’autotutela della Pubblica Amministrazione. Il testo pubblicato in Gazzetta prevede che un provvedimento illegittimo può essere annullato d’ufficio al massimo entro diciotto mesi, anche se l’autorizzazione si è formata con silenzio assenso. Viene così modificato l’articolo 21 nonies della Legge 241/1990, che parlava più genericamente di un termine ragionevole. Dopo un anno e mezzo, quindi, gli interventi realizzati con Scia potranno essere considerati "al sicuro" da eventuali contestazioni.


Entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge, il Governo adotterà uno o più decreti legislativi per individuare in modo preciso i procedimenti soggetti alla segnalazione certificata di inizio attività e al silenzio assenso, ma anche quelli per i quali è necessaria l'autorizzazione espressa o è sufficiente una comunicazione preventiva.
Dopo la presentazione di un’istanza, le Amministrazioni dovranno indicare obbligatoriamente i termini entro cui si pronunceranno  o dopo quanto tempo l’eventuale silenzio potrà essere interpretato come accoglimento della domanda.


Conferenza di servizi
Sempre entro dodici mesi dall’approvazione della legge, il Governo adotterà un decreto legislativo per la semplificazione della conferenza di servizi, in modo da avere tempi certi ed evitare il blocco delle opere. Saranno ridotti i casi in cui la conferenza di servizi è obbligatoria e verranno introdotti modelli di istruttoria in grado di garantire la partecipazione telematica dei soggetti interessati.
Scatterà il silenzio assenso se le amministrazioni (anche quelle preposte alla tutela della salute, del patrimonio storico-artistico e dell'ambiente) non si pronunceranno entro il termine dei lavori della conferenza.


Fonte articolo: http://www.edilportale.com/news/2015/08/normativa/semplificazioni-in-edilizia-pubblicata-la-riforma-della-pubblica-amministrazione_47353_15.html

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