Piani casa, cambi d'uso e bonus ampliamenti immobili

In 16 Regioni i piani casa vanno oltre gli immobili residenziali e permettono di sfruttare il bonus di cubature, con condizioni e percentuali diverse, anche per edifici a destinazione terziaria, produttiva e persino in alcuni casi per gli alberghi. 


Alcune Regioni, come il Veneto, la Basilicata, le Marche, la Puglia hanno ampliato i confini dei propri piani alla generalità degli immobili con destinazioni d’uso non residenziali. In altri casi, non tutti gli immobili per le attività economiche sono trattati allo stesso modo. Qui sono le leggi regionali, le circolari e i regolamenti emanati dal 2009 a stabilire criteri, modalità e limiti operativi e specifici ambiti settoriali nei quali per realizzare gli interventi di ampliamento o di demolizione e ricostruzione degli edifici ci si può avvalere degli aumenti di superficie o di volume. Infine, va ricordato che il piano casa è scaduto per tutti gli immobili in Lombardia ed Emilia Romagna.

Gli immobili commerciali 
Alcuni piani - per esempio quelli di Campania, Valle d’Aosta e Marche - elencano esplicitamente gli immobili destinati allo svolgimento delle attività commerciali tra quelli sui quali possono essere concessi i premi in diritti edificatori. Ma il fatto che nelle altre leggi regionali non siano citati, non significa necessariamente che non ne possono beneficiare.
In altri casi, però, le attività commerciali sono escluse dai benefici dei piani oppure possono usufruirne solo a particolari condizioni. In Veneto gli interventi sugli immobili con destinazione commerciale sono esclusi se con gli ampliamenti realizzati si aggirano o si deroga alle norme regionali in materia di programmazione delle attività commerciali; anche la regione Piemonte condiziona la concessione dei premi al rispetto della disciplina di settore.


La misura degli incrementi 
Quasi sempre le regioni hanno stabilito un limite del 20% per l’incremento di superficie o di volume concesso per favorire gli ampliamenti e del 30-35% nel caso di abbattimento e ricostruzione di un capannone o di una struttura ricettiva; queste percentuali sono sostanzialmente le stesse previste per gli immobili con destinazione residenziale. 
Un poco più prudente della media delle altre regioni è la Basilicata: la superficie non può aumentare più del 15% di quella esistente, che a sua volta non può essere superiore a 250 metri quadri. Molto generoso è, di contro, il Veneto. Gli imprenditori che vogliono demolire e ricostruire i loro immobili possono quasi raddoppiarne la superficie: fino al 70% se la ricostruzione porta la prestazione energetica del nuovo edificio alla classe A; percentuale che può arrivare all’80% quando la realizzazione dell’intervento avviene ricorrendo alle tecniche costruttive dell’edilizia sostenibile definite dalle norme regionali. Anche in Friuli Venezia Giulia il premio per le demolizioni e ricostruzioni è elevato: arriva al 50% della superficie per rilocalizzare gli edifici incongrui con l’ambiente circostante.


Soppalchi a sagoma identica 
Per aumentare la superficie utile di una fabbrica o di un ufficio non è sempre necessario costruire un nuovo piano o nuovi muri. 
In Piemonte gli edifici possono essere soppalcati per aumentare la superficie utile esistente fino al 30%; se non dovesse essere sufficiente allora si può anche ampliare l’immobile di un altro 20%, purché questo secondo incremento non superi i 2mila metri quadrati. Ai soppalchi si può ricorrere anche in Friuli Venezia Giulia. 
Un aumento delle superfici senza modificare la dimensione dell’immobile è possibile anche per gli edifici non residenziali della Campania: con la realizzazione di opere interne possono essere recuperati per l’attività economica volumi già esistenti, anche cambiandone la destinazione d’uso urbanistica.


Cambi d’uso anche a tempo 
Per beneficiare dei premi previsti dai piani casa non è necessario dimostrare che i nuovi spazi sono necessari per ampliare la produzione delle merci prodotte o per allargare l’officina. In Piemonte non è, però, consentito trasformare in abitazione un edificio non residenziale. In altri casi il cambiamento non è possibile per un certo numero di anni. Per 10 anni nel Lazio, per 20 in Liguria (dove, in caso di delocalizzazione, ciò è possibile destinando a edilizia sociale il 20% della superficie). Questa possibilità è prevista, invece, dalla regione Molise. 


Nel dettaglio, ciascuna Regione e scadenze del bonus ampliamenti (pdf): 
http://www.ilsole24ore.com/pdf2010/Editrice/ILSOLE24ORE/ILSOLE24ORE/Online/_Oggetti_Correlati/Documenti/Norme%20e%20Tributi/2015/09/Piano_casa2.pdf?nmll=2707

Fonte articolo: ilsole24ore, vetrina web.



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