Incentivare la riqualificazione per far ripartire l'edilizia

La ripresa si rafforza nell'industria italiana, ma non nell'edilizia. Parte da qui il documento "Rilancio delle Costruzioni: politica industriale, efficienza energetica e sostenibilità ambientale - Prime proposte di Confindustria e Ance per il ddl Stabilità 2016" che le due associazioni hanno definito e inviato al Governo al fine di rimettere in marcia il settore. 


"Il Governo - sottolinea il documento - ha annunciato un importante programma di riduzione del carico fiscale, in linea con le esigenze dell'economia, al quale Confindustria ed Ance guardano con grande attenzione. Lungo questa direttrice dovrebbero muoversi anche interventi rivolti al settore delle costruzioni, che rappresenta un volano per l'intera economia".

 

Tra il 2007 e il 2014 c'è stato un calo del 34% degli investimenti. Drammatica la perdita di occupati: 470mila unità tra il 208 e il 2014 (-30,5%). Anche nel secondo trimestre di quest'anno è proseguito il calo degli investimenti in costruzioni (0,8% rispetto ai tre mesi precedenti e -1,9% su base tendenziale). 
Di fronte a questi numeri, serve una politica industriale che faccia leva sugli incentivi e che guidi l'imprese verso l'innovazione di prodotto e processo. Non c'è dubbio che la strada maestra della ripresa, segnala il documento, passi per le misure di incentivazione delle ristrutturazioni edilizie e – più recentemente e marcatamente – degli interventi per l'efficienza energetica degli edifici: il cosiddetto bonus del 65% su Ires/Irpef.


Efficienza energetica
Per questo, si chiede che, già nella Legge di Stabilità, vanno stabilizzati gli incentivi sulle ristrutturazioni edili e l'efficienza energetica. Di più: "gli incentivi all'efficienza energetica potrebbero essere riorientati e rimodulati anche in modo più efficace, sfruttandone appieno le potenzialità in termini di sostenibilità". 
Tra le altre cose le associazioni chiedono di anticipare di almeno un anno la scadenza fissata al 2019 per i cosiddetti "edifici a energia quasi zero" per la Pa, previsti dalle nuove norme tecniche sull'efficienza energetica in vigore dal prossimo primo ottobre. "Nell'ambito degli interventi sulla fiscalità immobiliare vanno sfruttati tutti i margini per non penalizzare le costruzioni nuove o ristrutturate che abbiano standard di efficienza energetica elevata rispetto al patrimonio esistente ed a bassa o bassissima qualificazione energetica", chiedono inoltre Ance e Confindustria. 


Fiscalità immobiliare 
"Non si può prescindere da un alleggerimento e da una razionalizzazione della pressione fiscale sugli immobili utilizzati nell'attività di impresa", si sottolinea inoltre nel documento. Le misure suggerite occupano un vasto spettro di possibilità, a cominciare dall'esenzione Imu e Tasi abbinato a una detrazione del 50% dell'Iva.
Andrebbe poi sbloccato il cosiddetto rent to buy, come misura alternativa all'acquisto. Tra le proposte, anche l'ampliamento della deducibilità dell'Imu dalle imposte sui redditi Irap e l'esenzione di Imu e Tasi esteso alle aree fabbricabili e agli immobili invenduti o locati dalle imprese. 


Riqualificazione urbana 
Per innescare un meccanismo di rinnovo urbanistico, Ance e Confindustria propongono agire sempre sulla leva dell'incentivo fiscale, introducendo "forme di parziale detassazione degli acquisti di abitazioni nuove in classe energetica elevata effettuati fino al 2018, anche in un'ottica di equiparazione fiscale dell'acquisto del "nuovo" (soggetto ad Iva applicata sull'effettivo prezzo di vendita) all'acquisto dell'"usato" (che, invece, sconta l'imposta registro, ad aliquote inferiori applicate sul valore catastale).
A tal fine, si potrebbe riconoscere all'acquirente un credito d'imposta pari al 50% dell'Iva pagata sull'acquisto. A questo potrebbe aggiungersi, sempre sugli acquisti effettuati fino al 2018, l'esenzione triennale da Imu e Imu e Tasi o dalla futura Local tax.


Fonte articolo: quotidiano Edilizia e Territorio ilSole24Ore, vetrina edicola web



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