Più garanzie per chi acquista "su carta"; approvata la legge

Offrire maggiori garanzie a chi acquista un immobile "su carta".


È uno degli obiettivi della legge delega per la modifica della legge fallimentare, approvata definitivamente dal Senato.

Nel testo per la "riforma delle discipline della crisi di impresa e dell’insolvenza" un articolo dedicato alle "garanzie in favore degli acquirenti degli immobili da costruire" prevede che il contratto sia stipulato per atto pubblico o per scrittura privata autenticata, in modo da garantire controlli maggiori sugli adempimenti di competenza del costruttore.
 

Le garanzie già in vigore per gli acquirenti

Chi acquista su carta è già tutelato dal D.lgs 122/2005. Al momento della stipula del contratto per il trasferimento non immediato della proprietà dell’immobile da costruire, il costruttore deve procurare all’acquirente una fideiussione pari alle somme riscosse e a quelle da riscuotere prima del trasferimento della proprietà.


Con la fideiussione, l’acquirente può ottenere la restituzione delle somme versate nel caso in cui l’impresa costruttrice si trovi in una situazione di crisi. C’è crisi se l’immobile oggetto del contratto viene pignorato, in caso di fallimento o liquidazione coatta amministrativa, ammissione alla procedura di concordato preventivo o stato di insolvenza.   


Il costruttore deve inoltre consegnare all’acquirente una polizza assicurativa decennale, con decorrenza dalla data di conclusione dei lavori, a copertura dei danni materiali e diretti all'immobile, compresi i danni ai terzi, derivanti da rovina totale o parziale oppure da gravi difetti costruttivi delle opere, per vizio del suolo o per difetto della costruzione manifestatisi successivamente alla stipula del contratto definitivo di compravendita o di assegnazione.
 

Immobili da costruire, in arrivo maggiori tutele

La nuova legge cerca di prevenire eventuali comportamenti scorretti o dimenticanze che, in caso di fallimento, possono danneggiare l’acquirente.


Per agevolare i controlli dei notai sull’obbligo di stipula della fideiussione e di consegna della polizza assicurativa, è stabilito che l’atto o il contratto avente come finalità il trasferimento non immediato della proprietà o di altro diritto reale di godimento su un immobile da costruire, nonché qualunque atto avente le medesime finalità, debba essere stipulato per atto pubblico o per scrittura privata autenticata.
La norma prevede infine la nullità del contratto nel caso in cui il costruttore non abbia ottemperato all’obbligo assicurativo.


Fonte articolo: Edilportale.com

Acquistare casa dal costruttore: le agevolazioni e gli accorgimenti



Il 2017 sta portando in dote segnali di ripresa anche sul fronte degli immobili acquistati “su carta”, direttamente dal costruttore.


Il Governo ha prorogato per tutto l’anno il dimezzamento dell’Iva (sconto detraibile dall’Irpef in 10 rate annuali) a favore di chi acquista un’abitazione nuova in classe energetica A o B. 

 

E anche la domanda sembra tornare: secondo un’elaborazione di Tecnocasa, nel secondo semestre 2016 le abitazioni nuove avevano raggiunto il 22% del totale delle transazioni (+4% rispetto al 2015), con punte del 23,5% negli “'hinterland” e del 17,1% nelle grandi città.


Migliora la qualità dell’offerta 

"A livello di volumi il mercato delle nuove costruzioni però si assottiglia", ragiona Marco Dettori, presidente Assimpredil-Ance delle province di Milano, Lodi, Monza e Brianza. I dati dell’associazione, a livello nazionale, prevedono nel 2017 un calo dell’1,6% degli investimenti residenziali. "A Milano città negli anni del boom – continua Dettori – si facevano anche 6-7.000 abitazioni l’anno. Oggi siamo a non più di 2.500". Ed è calato anche il numero dei costruttori: circa 100mila sono usciti dal mercato rispetto ai 630mila del 2008.


"Però la qualità dell'offerta è migliorata. Un appartamento con dieci anni di età viene considerato ancora semi nuovo, ma è indietro anni luce rispetto a una classe A o B di oggi, grazie a soluzioni più moderne in fatto di coibentazione, serramenti, recupero del calore, domotica".


Gli accorgimenti 

Ma quali sono i rischi e gli accorgimenti da seguire quando si acquista “sulla carta”? Informazioni preliminari e cautela negli acconti sono le parole chiave. "È bene partire leggendo con attenzione il capitolato, per comprendere il più possibile le metodologie costruttive e la classe energetica. Ed è opportuno chiedere informazioni dettagliate sui costi di gestione e di riscaldamento", consiglia Paolo Righi, presidente dell’associazione degli agenti immobiliari Fiaip.
Occorre poi informarsi sull’impresa. Ad esempio, verificando tramite una visura camerale se ha anni di attività alle spalle, o chiedendo agli agenti di zona quali altri edifici abbia già costruito e commercializzato.


Quanto ai pagamenti, l’iter tipico prevede una caparra confirmatoria del 10% del prezzo pattuito da versare per bloccare l’immobile. Poi si possono concordare altre tranche in specifici punti di avanzamento dei lavori (da scrivere sul contratto preliminare) lasciando il saldo (in genere almeno il 20%) al rogito. "L’atto di acquisto coincide con la consegna dell’alloggio. Ma molte imprese concedono di abitare la casa già in un periodo precedente, ad esempio un paio di mesi, così l’acquirente verificare eventuali difetti da sanare prima della conclusione del contratto. Un’opportunità che è bene farsi accordare", continua Righi.

IL NODO DELLE GARANZIE

E le garanzie? Purtroppo si tratta di un capitolo dolente. La legge (Dlgs 112/2005) obbliga il costruttore a consegnare una fideiussione all’acquirente nel momento del preliminare di compravendita: questa serve da garanzia in caso di fallimento, amministrazione straordinaria, concordato preventivo o liquidazione coatta. Nei fatti, però, la maggior parte delle trattative avviene senza questo elemento. Tanto è vero che la norma obbligherebbe a inserire, nel preliminare, gli estremi della fideiussione. Ma in caso di omissione, non sono previste sanzioni per l’impresa, se non l’annullabilità del contratto su richiesta dell’acquirente. Che però, se non chiede da subito la fideiussione, spesso si trova nella paradossale situazione di dover decidere se chiedere l’annullamento a un impresa in fallimento e a cui ha versato già molto denaro.


"In effetti c’è ancora molto da lavorare su questo aspetto. Non ci sono controlli e tanti imprenditori edili non rispettano la norma", ammette Dettori di Ance. "Purtroppo anche i costruttori che vogliono essere onesti – aggiunge Righi – faticano ad adempiere all’obbligo, perché in pochi possiedono le garanzie richieste dalla banca, per emettere la fideiussione". Questa viene rilasciata sul valore di vendita e segue un iter totalmente slegato dall’analisi creditizia condotta sull’impresa per concedere il mutuo utilizzato ai fini dell’avvio del cantiere. "Senza un accordo ampio tra Governo, Ance e Abi che la renda davvero praticabile – conclude Righi – questa norma non troverà mai applicazione diffusa".


Fonte articolo: IlSole24ore.com

"Semplificazione" edilizia in vigore dall'11 dicembre

Una tabella di 142 pagine che indica in maniera analitica, per attività economica, edilizia e ambiente, cosa serve a livello autorizzativo per fare una determinata cosa.


La “semplificazione” della riforma Madia della pubblica amministrazione (Dlgs 222/2016), che si salva dalla tagliola della Corte costituzionale, realizza una codificazione delle attività delineando un quadro aggiornato in vigore dall’11 dicembre di obblighi e di titoli abilitativi “massimi” che servono; nel senso che a livello locale non si possono chiedere titoli abilitativi di maggior peso. 

E questo dovrebbe comportare una maggiore uniformità di trattamento nelle singole realtà italiane laddove oggi si assiste anche a situazioni molto differenziate.
Ad esempio, in fatto di edilizia i regimi amministrativi definiti dal provvedimento sono quattro: attività di edilizia libera; comunicazione di inizio lavori asseverata (Cila); segnalazione certificata di inizio attività (Scia), anche in alternativa al permesso di costruire; permesso di costruire.

 
ATTIVITA' DI EDILIZIA LIBERA

L’elenco degli interventi realizzabili in regime di attività libera (e per i quali non serve la comunicazione di inizio lavori) comprende:
- installazione di pannelli solari e fotovoltaici a servizio degli edifici fuori dai centri storici;
- pavimentazione e finitura degli spazi esterni, anche per la sosta, entro l’indice di permeabilità; 
- realizzazione di aree ludiche senza scopo di lucro;
- installazione di elementi di arredo nelle aree pertinenziali degli edifici.


QUANDO LA CILA, LA SCIA E IL PERMESSO DI COSTRUIRE

Il restauro e il risanamento conservativo che non interessano le parti strutturali dell’edificio prevedono la Cila, mentre per ristrutturazioni pesanti, interventi di nuova costruzione in diretta esecuzione di strumenti urbanistici generali, ristrutturazione urbanistica disciplinata da piani attuativi è ammessa la Scia alternativa al permesso di costruire e l’inizio dei lavori è fissato a 30 giorni dalla sua presentazione. Per la nuova costruzione di manufatto edilizio continua a servire il permesso di costruire.
Il soggetto che ha presentato la Scia o che è titolare del permesso di costruire può richiedere il certificato di agibilità entro 15 giorni dalla fine dei lavori o presentare un’autocertificazione sottoscritta da un professionista.

COSA ACCADE PER LE ATTVITA' COMMERCIALI

Per quel che riguarda le attività economiche (le tipologie censite sono 72) da ricordare la distinzione tra bar e pizzerie in zone tutelate (dove scatta il silenzio assenso più la Scia ma non serve l’autorizzazione) mentre nelle zone non tutelate è sufficiente la Scia unica. Così come un dato importante è la possibilità di avviare una media struttura di vendita solo con il silenzio-assenso entro 90 giorni (laddove fino ad oggi in alcune realtà serviva l’autorizzazione preventiva).

AUTORIZZAZIONI AMBIENTALI

Sul fronte dell’ambiente la necessità di autorizzazione cade per situazioni apparentemente meno impattanti:
- dieci situazioni sottoposte a permessi diventano soggette a semplici comunicazioni (tra cui voltura dell’autorizzazione integrata ambientale in caso, ad esempio, di cessione dell’impianto;
- messa in esercizio dello stabilimento per le emissioni in atmosfera;
- smaltimento degli scarti alimentari trattati con dissipatore a livello domestico;
- valutazione previsionale del clima acustico per asili nido, scuole, ospedali, case di cura e riposo, parchi e abitazioni vicine ad autostrade;
- utilizzo agronomico delle deiezioni animali in allevamento, delle acque di vegetazione dei frantoi oleari e delle acque reflue provenienti da piccole aziende agroalimentari, prima sottoposte ad autorizzazione stante il rischio rappresentato dai carichi di azoto e ammoniaca, prima da autorizzare).

Debuttano poi quattro situazioni di silenzio-assenso, prima sottoposti ad autorizzazione (modifica non sostanziale di impianti già in possesso di Aia o di Aua e utilizzo da parte dei consorzi di bonifica delle acque fluenti nei canali per usi diversi da quello irriguo, operazioni di invaso, sghiaiamento, sfangamento e manovra degli scarichi delle dighe).


Fonte articolo: Ilsole24ore.com

Lavori in condominio: nessuna ritenuta del 4% fino ai 12.500 euro

La ritenuta di acconto del 4% per gli appalti dei condomini dovrà essere effettuata solo quando vale almeno 500 euro.


È una delle prime modifiche di interesse per le costruzioni in arrivo dalla commissione Bilancio della Camera, che domenica ha iniziato a votare gli emendamenti alla manovra, saltando per la verità (almeno per ora) alcuni passaggi particolarmente delicati, come l'articolo 2, che contiene tutto il pacchetto sulle detrazioni fiscali. 

Arriva così, con un emendamento del Partito democratico, una novità che semplifica gli adempimenti dei condomini e restituisce un po' di liquidità alle imprese. In pratica, dal prossimo anno tutti i lavori di piccolo importo, fino a una soglia di 12.500 euro, non ricadranno più sotto l'ombrello degli obblighi di ritenuta, scattati nel 2007.


La norma interviene, per l'appunto, sulle regole stabilite dalla Finanziaria del 2007, nel passaggio che regolava le ritenute sui corrispettivi dovuti dal condominio all'appaltatore. Quella legge dava al condominio il ruolo di sostituto di imposta. In fase di pagamento dei lavori, da quel momento, l'amministratore deve trattenere dal saldo una ritenuta pari al 4% del totale, "a titolo di acconto – spiega la legge - dell'imposta sul reddito dovuta dal percipiente, con obbligo di rivalsa, sui corrispettivi dovuti per prestazioni relative a contratti di appalto di opere o servizi, anche se rese a terzi o nell'interesse di terzi, effettuate nell'esercizio di impresa". Quindi, si tratta della classica ritenuta d'acconto che, di fatto, drenava liquidità delle imprese, facendogli accumulare crediti di imposta.


Adesso, a quella norma viene introdotta un'importante eccezione, sulla base di un emendamento del democratico Mino Taricco. Il versamento della ritenuta, dal momento di entrata in vigore della legge di Bilancio (primo gennaio 2017), non dovrà essere effettuato sempre. Il condominio, che in questa situazione resta comunque qualificato come sostituto di imposta, dovrà trattenere il 4% soltanto "al raggiungimento della soglia minima di 500 euro dell'ammontare della ritenuta medesima". A conti fatti, quindi, la ritenuta del 4% scatta soltanto per pagamenti di importo superiore a 12.500 euro. Sotto questo limite le imprese potranno incassare tutto. Anche se resta fermo, a carico del condominio, l'obbligo di versamento entro il 30 giugno ed entro il 20 dicembre di ogni anno.


Fonti articolo: Quotidiano dell'Edilizia IlSole24Ore, vetrina web

Al via il SAIE: crescita e criticità del settore costruzioni

Presentato a Bologna il XXIV Rapporto Congiunturale Previsionale del Cresme, realizzato nel 2016 con il patrocinio di SAIE e con il contributo di Integra, Sistemi Urbani, Cnce e Formedil. 


Lo scenario descritto dal Rapporto è il riferimento per il settore e sarà condiviso il 19 ottobre in occasione del convegno inaugurale di SAIE 2016 alla presenza della filiera delle costruzioni e dei professionisti, con ANCE, Federcostruzioni, Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori, Consiglio Nazionale Ingegneri e Oice, evento a cui è stato invitato anche il Ministro delle Infrastrutture dei Trasporti Graziano Delrio.

Incertezza e complessità rimangono una costante, ma i dati che arrivano dal settore delle costruzioni, elaborati dal Cresme, descrivono una ripresa dai valori contenuti, ma più alti di quelli dell’economia.
In apertura della presentazione è intervenuto Franco Boni, Presidente di BolognaFiere, che ha ripreso il piano del governo per l’Industria 4.0. “Un piccolo contributo lo daremo anche noi come BolognaFiere, nell'immediato futuro il quartiere fieristico sarà interessato da un importante programma di revamping e ampliamento che integrerà bellezza ed efficienza energetica. Avvieremo un concorso e coinvolgeremo architetti e ingegneri”. 


LO STATO DI FORMA DELLE COSTRUZIONI

Nel corso della presentazione Lorenzo Bellicini ha delineato lo stato di salute del settore delle costruzioni, sottolineando che il tasso di crescita degli investimenti nel 2016 è del 2,2%, mentre nel 2017 sarà del 2,6%. "Il mercato è trainato nel 2016 dagli investimenti in manutenzione straordinaria e riqualificazione del patrimonio energetico, dalle opere pubbliche e dall’edilizia non residenziale di nuova costruzione. Il motore principale della nuova fase ciclica – ha spiegato Bellicini, direttore del Cresme - è l’attività di manutenzione straordinaria e ordinaria del patrimonio esistente che per l’Italia vale l’82%”.


Molto positivi sono anche i dati nei primi 9 mesi del 2016, che descrivono le compravendite immobiliari,
il credito alle famiglie, la vendita di finiture e impianti, la vendita di macchine movimento terra. Non ci sono invece segnali positivi dalla nuova produzione residenziale che continua a frenare: nel 2016 gli investimenti in nuove costruzioni residenziali in Italia sono di poco superiori all’8% del valore della produzione dell’intero mercato delle costruzioni.


L’ipotesi sostenuta dal Cresme  è che sia finita la fase recessiva nel 2015 e che si sia avviato un ciclo nuovo. “Si può parlare di primo ciclo dell’ambiente costruito – ha dichiarato Bellicini - sottolineando quindi l’importanza della riqualificazione del patrimonio esistente, ormai pari al 73% del valore della produzione del settore nel 2016, attraverso l’integrazione tra costruzioni, impianti e servizi”.
Il valore della produzione del mercato delle costruzioni nel 2016 è stato di 166,2 miliardi di euro (contro i 165,5 miliardi di euro del 2015) ma si consideri che il valore degli investimenti in fonti energetiche rinnovabili è stato stimato pari a 1,6 miliardi di euro, considerando che nel 2010 superava i 32 miliardi.


Tra i dati critici anche quello della mancata crescita dell’occupazione nel settore delle costruzioni. Ma “un insieme di nuove norme e direttive – si legge nel rapporto Cresme – ha puntato negli ultimi anni a riconfigurare il settore verso nuovi modelli operativi”.


Il motore principale dell’innovazione resta quella tecnologica, l’evolversi di modelli organizzativi e la crescita di produttività. Non solo, il mercato delle costruzioni e quello delle infrastrutture hanno via via integrato quello degli impianti, allagandosi al mondo dei servizi.
Ne consegue che il partenariato pubblico e privato, il facility management, l’energy technology e la gestione sono temi centrali per ripensare come innovare il mercato, sposando innovazione tecnologica e digitalizzazione.


IL SALONE

Progettare, Costruire, Abitare sono i tre percorsi tematici in cui sono suddivise le 13 iniziative di riferimento ospitate nei 10 padiglioni della Fiera di Bologna, all’interno dei quali troveranno spazio centinaia di stand, decine di convegni, e numerosi incontri btb tra i professionisti. Verranno presentate le eccellenze del know how in tema di progettazione, costruzione e gestione di interventi di mitigazione e di riqualificazione sismica.
 
 
SAIE 2016 sarà occasione di approfondimento su nuovi strumenti e procedure, con particolare attenzione al BIM viste le recenti novità introdotte dal Codice degli Appalti. SAIE 2016 accenderà un faro su tecnologie e materiali intelligenti, prodotti e macchine a basso impatto per raccontare attraverso l’esperienza della manifattura italiana l’impegno e la sfida sui temi della rigenerazione urbana, della riqualificazione sostenibile, della protezione sismica e idrogeologica.
Ancora, SAIE si propone come hub per la condivisione di idee, soluzioni e visioni per costruire smart building, per fare squadra dal basso, per la realizzazione di smart cities frutto della sinergia tra progettisti, impiantisti, artigiani, insieme a tutte le grandi aziende già affermate a scala internazionale.


Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, è stato invitato a tagliare il nastro di SAIE 2016 e a dare inizio all’appuntamento fieristico con un convegno inaugurale dedicato a "Casa Italia, primo passo verso una filiera delle costruzioni 4.0" promosso da SAIE e ANCE a cinquanta giorni dal terremoto che ha colpito il Centro Italia e in concomitanza con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Legge per la ricostruzione.


Fonti articolo: Monitorimmobiliare.itEdilportale.com

3 milioni di famiglie vivono in case danneggiate e non sicure


Rendere progressivamente obbligatoria la redazione del fascicolo del fabbricato partendo dagli edifici pubblici e da quelli di nuova costruzione.


Questo l'impegno richiesto al Governo dall’On Samuele Segoni (Gruppo Misto) e altri Onorevoli in una risoluzione del 20 settembre 2016. 

Fascicolo del fabbricato: obbligatorio con gradualità
 

La risoluzione mira a promuovere l’obbligatorietà dello strumento secondo step successivi; nell'immediato si chiede di dare avvio ad un programma attuativo che garantistica a tutti gli edifici pubblici (scuole, ospedali, caserme, municipi e altri) l'adozione del fascicolo del fabbricato.
Si chiede, inoltre, di avviare contestualmente una politica di incentivazione e defiscalizzazione in modo che i privati, già proprietari di un immobile, non siano penalizzati economicamente nell'adozione del fascicolo del fabbricato, ma ne vengano incentivati.


Per permettere un avvio graduale si suggerisce di introdurre l’obbligo prima per le nuove costruzioni ( facendo in modo che sia una condizione necessaria per ottenere il certificato di agibilità), in un secondo momento agli atti di compravendita e in un terzo momento anche agli immobili esistenti.
Una volta messo a sistema il suo utilizzo si chiede di rendere obbligatoria la predisposizione del fascicolo del fabbricato in tutti gli atti di compravendita e di affitto di immobili, prevedendo l'obbligo di allegarlo tra la documentazione notarile e aggiornandolo ogni dieci anni.


Infine la risoluzione sottolinea l’importanza di dotarsi di un sistema standardizzato per determinare l'attribuzione di indici di efficienza (con metodi oggettivi e comparati, capaci di fornire un quadro immediato della situazione di ciascun immobile con particolare riferimento agli aspetti di sicurezza) e prevedere che il fascicolo del fabbricato venga redatto da tecnici abilitati.

LO STATO DEGLI EDIFICI IN ITALIA

Sull’importanza di rendere obbligatorio il fascicolo del fabbricato si sono espressi anche i Periti industriali nel convegno "Italia Casa Sicura’" tenutosi ieri al Politecnico di Milano, in cui hanno commentato i dati sulla sicurezza delle abitazioni italiane presenti in un dossier del Centro studi Opificium del Consiglio nazionale dei periti industriali (CNPI).
Secondo il rapporto del Centro studi Opificium circa 3 milioni di famiglie vivono in case danneggiate e non sicure, sia dal punto di vista strutturale che impiantistico. Infatti secondo quanto registrato non sono solo i danni strutturali (dovuti ad eventi sismici) la causa di vittime e infortuni, ma una molteplicità di fattori (fughe di gas, esplosioni elettriche, impianti non a norma, ecc), spesso poco considerati dall’opinioni pubblica. Un numero elevato, pari al 13,2% del totale delle famiglie.


Nel documento viene evidenziato che la vetustà degli immobili costituisce un elemento importante che, pur non implicando automaticamente un cattivo stato di conservazione delle strutture, ne denota una maggiore esposizione ad alcune tipologie di rischio – quelle sismiche su tutte – derivanti in primis dalla specificità delle tecniche costruttive adottate.
L’elevata anzianità si ripercuote anche sullo stato di conservazione complessivo del sistema edilizio. Stando ai risultati del censimento 2011, più di 2 milioni di edifici residenziali, vale a dire il 16,9% del totale, si trovano in uno stato di mediocre (15,2%) o pessima (1,7%) conservazione. Una condizione questa che caratterizza soprattutto le abitazioni più antiche, dove peraltro gli interventi manutentivi risultano più invasivi ed onerosi.
I problemi strutturali del nostro patrimonio abitativo emergono in tutta evidenza in presenza di gravi eventi ambientali – dai terremoti alle alluvioni –, ma ancora si trascura l’entità dei danni provocati quotidianamente dalle cattive condizioni degli immobili e dei loro impianti, sia di natura residenziale che pubblica.


Stando all’ultimo rapporto del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, nel corso del 2015 sono stati realizzati più di 150mila interventi di soccorso negli edifici, per problemi di statica (dissesto di elementi costruttivi, come crolli o cedimenti, per un totale di 48mila interventi circa), da fughe di gas (23mila) e da incendi ed esplosioni prodotti da cattive condizioni degli impianti o dei macchinari presenti nelle abitazioni (quasi 84 mila).
Rispetto al 2010, quando gli interventi di soccorso erano stati 129mila, si è registrato un incremento del 20% che ha riguardato soprattutto i problemi di statica (+26,8% tra 2010 e 2015) e, a seguire, incendi ed esplosioni (18,2%) e fughe di gas (13,2%).

SICUREZZA E FASCICOLO DEL FABBRICATO: LO STUDIO DEL CNPI

Il Politecnico di Milano, per valutare la situazione di sicurezza degli edifici, ha elaborato un indice di efficienza composto da due parametri, indice documentale e indice tecnico, che potrebbe essere integrato all'interno del fascicolo; l'indice di efficienza dell'edificio nel suo complesso, è la media dei due indici documentale e tecnico. Da questo coefficiente sarà possibile ricavare in tempi rapidi la presenza di situazioni critiche, con un risultato che sarà a disposizione del proprietario o dell'affittuario. 


Per il CNPI è possibile mettere in sicurezza il patrimonio immobiliare ed ottenere una mappatura ragionata dell’intero complesso edilizio grazie all’introduzione del Fascicolo del fabbricato che riporterebbe tutte le informazioni principali relative alla progettazione, alla struttura, alle componenti statiche, funzionali e impiantistiche di un immobile.  
Il Cnpi propone quindi, in armonia con quanto richiesto nella risoluzione, di:

- allegare il fascicolo obbligatoriamente in ogni atto di trasferimento della proprietà, di tipo oneroso o gratuito comprese le successioni;
- allegarlo agli atti di locazione al pari dell’attestato di prestazione energetica; 
- allegarlo alle attestazioni di agibilità o abitabilità alla conclusione dei lavori di costruzione, ristrutturazione, intervento conservativo ed altro intervento che richiede la produzione di questa attestazione finale; 
- depositare il Fascicolo in comune a corredo della dichiarazione di ultimazione dei lavori di manutenzione straordinaria e di edilizia libera. 

Il presidente del Cnpi Giampiero Giovannetti ha dichiarato: “Siamo in un paese dove ci sono troppe emergenze e poca prevenzione per questo il Fascicolo deve diventare la pietra miliare della sicurezza e della qualità del patrimonio edilizio. Certo, non si può negare si tratti di un’operazione complessa ma con effetti, che al massimo in un trentennio, porteranno indubbi vantaggi anche economici. Con il Fascicolo, infatti, si potrà avere la piena consapevolezza dei livelli di rischio e di conseguenza programmare nel tempo le necessarie attività di adeguamento e di messa in sicurezza”. 


Fonti articolo: Edilportale.com, Idealista.it, Il Sole24Ore vetrina web

Terremoto Centro Italia: sicurezza, incentivi e progetto Casa Italia



La prevenzione è necessaria in un Paese come il nostro ad elevata sismicità. Bisogna perciò conoscere la pericolosità dell’abitazione in cui si vive, cioè il modo in cui può rispondere ad un sisma, ed effettuare i dovuti interventi di adeguamento.


Ad affermarlo, all’indomani del terremoto in Centro Italia, è l’associazione Ingegneria Sismica Italiana (ISI). D’altra parte, sostiene il Consiglio nazionale degli Ingegneri (CNI), ci sono tutte le tecnologie e le competenze per procedere alla messa in sicurezza.

LA PREVENZIONE 

I costruttori richiamano fortemente, inoltre, l’urgenza di un piano per la prevenzione dei rischi derivanti da calamità naturali e per la messa in sicurezza degli edifici pubblici e privati. Anche in termini economici il costo della mancata prevenzione, infatti, è altissimo: circa 3,5 miliardi di euro all’anno.


"Un piano di investimenti pubblici mirati per la manutenzione e il miglioramento delle infrastrutture esistenti e l’uso intelligente della leva fiscale, con l’estensione del bonus antisismica del 65% per i lavori di prevenzione e messa in sicurezza statica, indipendentemente dalle condizioni poste ora dalla legge, permetterebbero di salvaguardare le vite umane e tutelare il nostro fragile territorio”, commenta il Pres. dell’Ance, Claudio De Albertis.


Vanno nella direzione delle prevenzione le linee guida per la classificazione del rischio sismico delle costruzioni. Come ricordato da ISI, il documento è pronto dal 2015 e sul tavolo del Ministero delle Infrastrutture. Si attende la sua emanazione, che dovrebbe arrivare a breve.
Così il Pres. del Consiglio Nazionale degli Ingegneri: "Occorrono norme semplici che consentano di intervenire nei centri storici. Inoltre, la conoscenza del livello di sicurezza di un edificio deve diventare parte essenziale della sua carta di identità. E’ assurdo constatare come in una compravendita di un immobile venga chiesto il certificato di classe energetica e non un documento che attesti l’adeguamento dello stesso alle norme antisismiche”. 


Non c’è fabbricato che non possa essere migliorato da un punto di vista sismico. Da anni studiamo queste problematiche, siamo all’avanguardia nel mondo e oggi siamo in grado di risolverle anche a costi tutto sommato accettabili”.


Incentivi per la prevenzione antisismica

Nuovi incentivi per gli interventi di adeguamento antisismico e approvazione definitiva delle linee guida sulla classificazione degli edifici. Dopo la pausa estiva, l’attività legislativa riparte dalla prevenzione antisismica. Il terremoto, che nella notte tra il 23 e il 24 agosto ha devastato il centro Italia, potrebbe risvegliare e accelerare l’iter di una serie di norme ferme da anni.


"Ritengo che questo sia possibile a partire da un ampliamento dell’Ecobonus anche in funzione antisismica per le case, gli edifici pubblici e le imprese e che sia necessario farlo dalla Legge di Stabilità" - afferma Realacci, Presidente della Commissione Ambiente della Camera. Al termine dei lavori, assicura Realacci, le Commissioni approveranno un arisoluzione che rilanci, nella prossima legge di bilancio, l'Ecobonus del 65% allargato ai lavori di prevenzione antisismica.


il progetto Casa Italia NELLE ZONE DEL TERREMOTO

Ricostruzione in tempi certi, tutelando l’identità dei borghi storici colpiti e promuovendo la cultura della prevenzione. È l’obiettivo del progetto "Casa Italia" annunciato da Matteo Renzi nella conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri di ieri sera, che ha reso immediatamente spendibili 50 milioni di euro per i primi interventi. “È cruciale che le comunità rimangano comunità, lo dobbiamo alla storia di quei borghi”, ha affermato Matteo Renzi, che anche durante la visita ai luoghi del sisma ha assicurato che per la ricostruzione non si seguirà il modello delle New Town, utilizzato dopo il sisma de L’Aquila. 


A proposito de L'Aquila, il Sindaco, Massimo Cialente, ha affermato: "Sono passati anni da L’Aquila e io trovo incredibile che per una scossa del sesto grado che in altri paesi non provoca danni succeda quanto è successo qui. Le persone che sono morte a L’Aquila erano convinte di vivere in una zona super sicura. Oggi non ci preoccupiamo della qualità quando compriamo una casa, e non sappiamo veramente dove abitiamo. Serve classificare gli edifici ed avere un piano pluriennale di controlli. E tra tante schede tecniche giustamente obbligatorie, quella che manca è proprio quella sismica. Quello che succede è che poi i sindaci si trovano da soli con sciami sismici che durano ore e ore e non puoi certo evacuare un’intera città ogni volta”.


Il progetto "Casa Italia" propone quindi di affermare la cultura della prevenzione e della messa in sicurezza.
Ancora difficile la stima sui tempi della ricostruzione, ma Renzi ha assicurato che l’obiettivo del Governo è “consentire agli sfollati di lasciare le tende il prima possibile per stare vicino al loro territorio, alle proprie radici”.
Il Ministro dell’economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, adotterà a breve il decreto di differimento dei tributi per i soggetti residenti nei Comuni in cui il terremoto ha provocato danni strutturali di gravità tale da impedire l’assolvimento degli obblighi fiscali. I comuni sono:
 
- nelle Marche Arquata del Tronto (AP), Acquasanta Terme (AP), Montegallo (AP), Montefortino (FM), Montemonaco (AP);
- in Abruzzo Montereale (AQ), Capitignano (AQ), Campotosto (AQ), Valle Castellana (TE), Rocca Santa Maria (TE);
- nel Lazio Accumoli (RI), Amatrice (RI);
- in Umbria Preci (PG), Norcia (PG), Cascia (PG), Monteleone di Spoleto (PG).


LE INIZIATIVE DELL'ABI PER CHI HA PERSO LA CASA

Come fare per chi resta senza una casa o di chi ha subito gravi o lievi danni al suo immobile? Fin dalle prime ore del disastro causato dal terremoto nel Centro Italia, l’Abi ha richiesto ai suoi membri di intervenire tempestivamente a fianco delle popolazioni colpite.


Lo scorso 26 ottobre l’Associazione Bancaria Italiana, insieme alla Protezione Civile e alle Associazioni dei Consumatori, aveva firmato un protocollo d’intesa sul tema degli interventi da parte degli istituti di credito in caso di calamità naturali. Alla luce di ciò l’Abi ha immediatamente iniziato un’attività di sensibilizzazione nei confronti dei suoi membri perché intervenissero subito con sospensioni dei finanziamenti ipotecari sugli immobili, che si trattasse di case, attività commerciali o industriali.


Diversi istituti di credito stanno, uno dopo l’altro, diffondendo le notizie dei loro interventi, sia che si tratti di raccolte di fondi sia che si tratti di rinvio delle rate di mutui e prestiti
- Intesa San Paolo e Unicredit hanno subito stanziato 250 milioni di euro ciascuno come plafond a cui accedere per gli interventi di ripristino sugli immobili danneggiati dal sisma. Unicredit, inoltre, ha predisposto una moratoria da 12 mesi sulle rate dei prestiti ad aziende e privati e sui mutui delle famiglie che hanno subito danni alle loro case.
- Anche Monte dei Paschi di Siena ha predisposto la sospensione dei pagamenti per gli abitanti delle zone colpite e ha garantito il massimo e immediato sostegno per chi dovesse aver smarrito carte, assegni o documenti bancari.
- Segue l’appello dell’Abi anche Deutsche Bank che rinvia i pagamenti da parte di chi ha sottoscritto un finanziamento e vive nell’area terremotata.
- Infine Banca Mediolanum e Gruppo Veneto Banca metteranno a disposizione fondi e finanziamenti per il ripristino di abitazioni e attività.


Fonti articolo: Monitorimmobiliare.itEdilportale.com 1Edilportale.com 2Edilportale.com 3Idealista.it, Immobiliare.it

Opportunità e rischi nel mercato delle costruzioni: indispensabile riqualificare

“Il 2016 doveva essere un anno importante di svolta. Nella Legge di Stabilità – spiega Flavio Monosilio del Centro Studi dell’ANCE – c’erano le premesse per una nuova stagione.


Il riferimento è all’incremento delle risorse stanziate per nuove infrastrutture (+9,2% nel 2016 dopo -43% nel periodo 2008-2015). Ancora si aggiunga la clausola europea per gli investimenti pubblici. Si è superato il Patto di stabilità interno. Si è registrata una maggiore stabilità finanziaria su un arco temporale di medio periodo per edilizia scolastica, rischio idrogeologico, grandi infrastrutture strategiche, reti ferroviarie e stradali”.

 

Fattori che avrebbero dovuto rilanciare gli investimenti pubblici ma “la difficoltà di un pieno utilizzo della clausola di flessibilità e l’entrata in vigore del nuovo codice – spiega l’ANCE hanno frenato bruscamente la ripresa”.
A fine 2015 le previsioni per l’anno in corso erano di un aumento dell’1% degli investimenti. “Oggi questo risultato non sembra raggiungibile e secondo le nuove stime gli investimenti in costruzione – fa sapere l’ANCE – segneranno un +0,3%, non trascurabile ma non sufficiente a creare le condizioni di un’effettiva ripresa”.


Proposta ANCE. Ecco che ANCE presenta la congiunturale dell’ultimo semestre rilanciando alcune proposte concrete che avanzano in primis “un periodo transitorio del nuovo codice degli appalti”, una rapida approvazione della modifica della legge sul pareggio di bilancio che attraverso la stabilizzazione del Patto di stabilità interno permetta agli enti locali di programmare i loro investimenti. Ancora, ANCE auspica in una messa a regime degli incentivi potenziati per la ristrutturazione edilizia e per la riqualificazione energetica, rimodulati in modo da premiare gli interventi che consentono di ottenere i migliori risultati in termini di risparmio energetico. I costruttori chiedono norme che favoriscano interventi di sostituzione edilizia che implicano demolizione e ricostruzione dell’esistente, anche con incrementi volumetrici.


Necessaria per la ripresa del settore è anche la permuta tra vecchi edifici e immobili con caratteristiche energetiche completamente rinnovate e ancora, sempre con un faro puntato sul tema energetico, ANCE chiede la proroga per un altro triennio della detrazione Irpef pari al 50% dell’Iva dovuta sull’acquisto di abitazioni in classe energetica A o B in scadenza al 31 dicembre 2016.

Il punto di vista CRESME. "Se consideriamo il settore delle costruzioni integrato con prodotto immobiliare, serve lettura più ampia dei due ambiti integrati - commenta Lorenzo Bellicini del Cresme -. Teniamo presente che ci sono tanti investitori stranieri che guardano con interesse al mercato italiano, soprattutto quello non residenziale".
Per studiare il mercato Cresme ha cercato di studiare il trend delle compravendite di macchine movimento terra, in forte crescita. Ancora, “il 72% del mercato delle costruzioni secondo il Cresme riguarda le manutenzioni, ordinarie e straordinarie”. Dato non trascurabile che deve orientare l’attività delle imprese, da affiancare al dato che “la componente di impianti è preponderante nel mercato delle opere pubbliche”.
"Non si parla di costruzioni ma di ambiente costruito: costruzioni, impianti e servizio. Le imprese aggiornino il loro mestiere coniugando l’innovazione con la digitalizzazione e le opportuntà offerte dall’industrializzazione".


Il punto di vista NOMISMA. "Non si può pensare che lo strumento incentivo sia sufficiente per promuovere la riqualificazione. Serve fare di più e non solo sul residenziale – ribadisce Luca Dondi, Nomisma – accelerando sul tema dell’energia. La riqualificazione come strategia. Le PA devono avere capacità di visione, saper immaginare funzioni e territori. A loro il compito strategico per attivare linee guida per progetti diversi. Gli incentivi devono essere commisurati con l’efficienza garantita, se si vogliono ricalibrare, come proposto dall’ANCE”.
Sui bilanci delle imprese grava il tema dell’invenduto e non può essere trascurata e, secondo Nomisma, non sarà l’immobiliare a far sollevare rapidamente il mercato delle costruzioni. 


Il punto di vista di CONFINDUSTRIA.
 "Non sono da trascurare gli altri rischi di instabilità politica, aggravati dall'incertezza post Brexit" spiega Luca Paolazzi del centro studi Confindustria. "La Brexit incide infatti sul canale commerciale, su quello della svalutazione della sterlina, su quello finanziario con un razionamento del credito e ancora su quello della fiducia delle famiglie e delle imprese che si ripercuote sulla propensione alla spesa". 


Fonte articolo: PPAN piattaforma di comunicazione e networking per il costruito

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