News dal franchising

News dal franchising (890)

Un anno di stabilità per il mercato immobiliare

In questo primo semestre del 2014 aumenta, anche se di poco, l’interesse nei confronti della casa, anche solo come investimento. Nonostante ciò gli operatori non sono ancora del tutto sicuri della ripresa.
Lo ha rilevato il “Sentiment del mercato immobiliare”, l’Osservatorio basato sull’indagine qualitativa elaborata dall’Università degli Studi di Parma in collaborazione con Sorgente Group Spa e Federimmobiliare, che intervista quasi 200 operatori del settore immobiliare: ebbene, più di 8 su dieci ritengono che nei prssimi dodici mesi il settore potrà migliorare o rimanere stabile, a fronte di un residuale 14,85% del campione che pensa a un peggioramento.


Dall’indagine emerge però che non tutti i settori del Real estate sono da valutare sotto la stessa lente. L’indice nei primi quattro mesi dell’anno si è infatti fermato a 17,95 da 18,18 dello scorso quadrimestre, dopo due anni di leggera, ma costante crescita. Ciò che determina la flessione è probabilmente l’incertezza delle normative amministrative e tributarie in materia immobiliare. Inoltre, se è vero che si percepisce un nuovo impulso del mercato dei mutui Retail, interrogato sulla nuova politica di apertura delle banche all’erogazione di mutui per la casa, il 62,26% degli intervistati non ritiene che questo possa essere un fattore incentivante per la vendita di un numero maggiore di abitazioni. Il comparto residenziale, a ogni modo, viene indicato come quello che per primo potrebbe essere oggetto di recupero, seguito dagli uffici: lo pensa il 53% circa degli intervistati. Rimane la difficoltà per gli immobili industriali, riflesso della crisi più generale. Proprio case e uffici, con la ripresa economica, potrebbero tuttavia contribuire a rendere migliore e duraturo il trend positivo del comparto immobiliare.

Fonte articolo: http://www.infobuild.it/2014/07/anno-stabilita-il-mercato-immobiliare/

I 10 errori da principiante che puoi commettere quando prendi in affitto una casa

Chi ha cercato casa in affitto almeno una volta nella vita, sa bene che le migliori offerte bisogna coglierle al volo. Quando trovi una casa che ti piace e a un prezzo conveniente, spesso la fretta per chiudere il contratto ti potrebbe far incorrere in errori da principiante, accettando condizioni capestro che potresti rimpiangere amaramente. Ecco le dieci cose che non devi fare quando stai contrattando per una casa in affitto:

1) non leggere il contratto da cima a fondo- devi leggerlo attentamente non una, ma più volte. Per evitare la pressione di  leggerlo davanti al proprietario di casa, puoi chiedere che ti invii una bozza.

2) Prendere in affitto o affittare da/a un familiare, a un amico o a un conoscente senza contratto- prendere in affitto  l'immobile da una persona di fiducia e a un prezzo super conveniente può sembrare un'ottima idea. Non è così, perché non si sa mai quello che può succedere.

3) Non negoziare il prezzo o ciò che ti genera inquietudine- se credi che il prezzo sia esagerato o che una clausola del contratto sia abusiva, non devi far altro che dirlo. Parlando non si perde niente, e si possono evitare anche spiacevoli malintesi.

4) Accettare accordi verbali che il proprietario non vuole inserire nel contratto- se il proprietario ti promette qualcosa a voce, ma non vuole inserirlo nel contratto, non hai nessuna garanzia che rispetterà quanto pattuito. Tutto è sempre meglio per iscritto.

5) Non firmare tutte le pagine del contratto- gli esperti raccomandano di firmare tutte le pagine del contratto di entrambe le copie perché non sia possibile modificare il contenuto.

6) Non verificare le condizioni dell'appartamento prima di firmare il contratto- la caparra che è dovuta al proprietario può essere usata per coprire i danni arrecati all'appartamento dall'inquilino. Per evitare che ti accusino di aver danneggiato qualcosa che era già rotto, la cosa migliore è verificare le effettive condizioni della casa.

7) Non mettere per iscritto tutti i difetti dell'immobile- è sempre consigliabile fare una lista di tutti i difetti della casa, da inserire come annesso al contratto.

8) Pagare in anticipo- non pagare niente in anticipo fino al momento di vedere la casa e firmare il contratto. Nel caso in cui dovessi lasciare una caparra per fermare la casa, è importante che si specifichi a che titolo hai versato il denaro e che cosa succederà nel caso in cui, ad esempio, dovessi rinunciare ad affittare l'appartamento.

9) Accettare clausole capestro- ci sono proprietari che hanno molta paura di affittare alla persona sbagliata e per questo oltrepassano la linea rossa tra un affitto sicuro e delle clausola abusive. Non accettare mai un contratto di questo tipo e cerca di arrivare un accordo.

10) Accettare di pagare spese che non ti spettano- prima di affittare un appartamento è meglio verificare bene quali siano le spese che spettano al proprietario e quali all'affittuario. Nel contratto bisogna specificare quali spese di riparazione spettano e a chi.

Fonte articolo: http://www.idealista.it/news/immobiliare/residenziale/2014/07/28/110355-1-10-errori-da-principiante-che-puoi-commettere-quando-prendi-in-affitto-una-casa

Affitti più facili, ecco come registrare un contratto di locazione online senza fare code

Dal 3 febbraio 2014 è stato introdotto un nuovo modulo telematico per registrare un contratto di locazione e per richiedere l'opzione o la revoca della cedolare secca: il modello RLI (Registrazione Locazioni Immobili). Da aprile 2014 la procedura ha sostituito il modello 69, che continuerà ad essere usato per la registrazione dei contratti di comodato d'uso. Mentre, un comodato fittizio al pari di un contratto in nero rientra nell'ambito del modello Rli.

Il nuovo modello è scaricabile con le istruzioni per la compilazione dal sito dell'Agenzia delle Entrate. E se il privato deve registrare un contratto di affitto e non vuole recarsi in ufficio può seguire il nuovo video-tutorial delle Entrate, caricato sul canale YouTube dell'Agenzia delle Entrate, che spiega come fare: basta utilizzare il software messo a punto, che consente di registrare online i contratti di locazione e affitto di beni immobili in modo semplice e veloce, direttamente dal proprio computer e senza fare inutili code. Il nuovo modello Rli per la richiesta di registrazione del contratto è stato introdotto nell'ambito del pacchetto semplificazioni del 3 luglio scorso.


 La procedura
Con pochi click, infatti, oggi è possibile registrare un contratto d'affitto di un appartamento. Il software Rli permette di registrare locazioni a uso abitativo, non abitativo, commerciale e i contratti di affitto dei terreni. Per utilizzarlo basta autenticarsi sul sito delle Entrate inserendo le credenziali di accesso ai servizi web, compilare il modello, allegare la copia del contratto e inviarlo. Anche il pagamento delle imposte di registro e di bollo avviene direttamente online, tramite addebito sul conto corrente. Il contratto di locazione dovrà comunque essere conservato, in originale, insieme alla ricevuta di avvenuta registrazione rilasciata dai servizi telematici e a quella di addebito in conto corrente nel caso siano dovute le imposte.
Per usufruire dei servizi telematici dell'Agenzia delle Entrate, bisogna solamente registrarsi al sito e richiedere il codice Pin che sarà inviato via posta a casa, altrimenti ci si può rivolgere agli intermediari abilitati.

Il modello
Il nuovo Rli è composto dal quadro A per la compilazione dei dati generali come la tipologia del contratto, la data di stipula e la durata della locazione, la sezione dedicata agli adempimenti successivi (proroga, cessione e risoluzione), i dati del richiedente, del rappresentante legale. Il quadro B contiene i soggetti del contratto, locatori e conduttori e tutte le loro coordinate mentre il quadro B e D contengono rispettivamente i dati dell'immobile e il regime fiscale della cedolare secca.

La presentazione
La nuova dichiarazione sarà scaricabile dal sito dell'Agenzia delle Entrate a cura dell'intestatario dell'immobile o da un suo delegato e dovrà contenere in allegato la relativa documentazione (rigorosamente in formato .tif, .tiff e .pdf). Ma in alcuni casi si potrà accedere a un'ulteriore semplificazione inviando il modulo senza allegare il contratto. E ciò nel caso di un numero di locatori e conduttori rispettivamente non superiore a tre; quando si registra la locazione di una sola unità abitativa ed un numero di pertinenze non superiore a tre; quando il contratto contiene esclusivamente la disciplina del rapporto di locazione e senza ulteriori pattuizioni; tutti gli immobili devono essere censiti con attribuzione di rendita; e infine quando il contratto è stipulato tra persone fisiche che non agiscono nell'esercizio di un'impresa, arte o professione.
Il modello Rli, comunque, può essere consegnato anche su carta con allegato il contratto direttamente a un ufficio dell'Agenzia delle Entrate.

La cedolare secca
Inoltre è possibile indicare l'opzione della cedolare secca nel quadro D del modello Rli, sia se avviene in sede di registrazione del contratto di locazione, sia se avviene successivamente. Con il nuovo modello, infine, il locatore può revocare la cedolare secca per ciascuna annualità contrattuale successiva a quella in cui è stata esercitata l'opzione entro il termine previsto per il pagamento dell'imposta di registro relativa all'annualità di riferimento. La rinuncia alla cedolare secca, infatti, comporta il pagamento dell'imposta di registro per l'annualità di riferimento e per quelle successive.
Vai al calcolatore della cedolare secca sugli affitti

Fonte articolo: http://www.casa24.ilsole24ore.com/art/mercato-immobiliare/2014-07-22/affitti-facili-ecco-come-153152.php?uuid=AbmQ9g5J

Salvaguardia della proprietà, meno tasse sulla casa e edilizia sociale.

Un progetto ad ampio raggio per rivedere la legge sull'urbanistica del 1942. E’ la bozza del nuovo decreto del ministero delle infrastrutture che è disponibile per una consultazione pubblica fino al 15 settembre. nel testo trovano spazio importanti novità per il settore casa, come la tutela della proprietà dell'abitazione, il principio di proporzionalità della tassazione immobiliare e la creazione di nuovi alloggi di edilizia sociale

  • - Tra i principi di fondo del nuovo testo, c'è la tutela della proprietà privata che potrà essere limitata solo per obiettivi sociali. E’ salvaguardata la proprietà dell'abitazione.
  • - Per quanto riguarda la tassazione immobiliare viene fissato il principio di proporzionalità e vengono indicate come prioritarie nella disciplina dell’Irpef, le     agevolazioni fiscali per le unità immobiliari che sono adibite ad abitazione principale.
  • - Gli immobili soggetti a vincoli di interesse generale di ogni genere non sono soggetti a tassazione.
  • - Progressiva riduzione delle imposte locali sugli immobili per le zone di maggior densità edilizia.
  • - Deduzione delle tasse sulla casa da Irap e Ires per le imprese, ma anche esenzioni per immobili destinati alla vendita da società immobiliari.
  • - Un nuovo impulso alla realizzazione di alloggi di edilizia sociale, con agevolazioni per gli affitti e per le cessioni di fabbricati.

Fonte articolo: http://www.idealista.it/news/immobiliare/residenziale/2014/07/25/110323-riforma-urbanistica-la-bozza-del-disegno-di-legge-del-governo

Gli 11 +1 errori che può commettere un "principiante" che vende per la prima volta una casa

Vendere una casa oggi è un compito alquanto complesso, il cui successo dipende da molti (e talvolta stravaganti) fattori. la prima volta è normale incappare in errori che rendono l'intero processo molto più laborioso del normale. Ecco gli sbagli più comuni:

1 - Dare troppo valore alla propria abitazione: è necessario essere obiettivi. Le offerte sul mercato sono molteplici, stabilire un prezzo troppo elevato è un errore fatale. Ecco perché è bene studiare la concorrenza e, se possibile, mantenersi nella fascia più contenuta.

2 - Non voler negoziare: la scarsa flessibilità può rivelarsi disastrosa. L'attuale congiuntura rende la negoziazione quasi indispensabile.

3 - Non dimenticare le spese di vendita della casa: Anche se la maggior parte delle spese sono a carico del nuovo proprietario, bisogna ricordarsi che alcune cose devono comunque essere saldate, per farlo si ha tempo fino all'effettiva cessione dell'immobile.

4 - Pensare di vendere in breve tempo: essere eccessivamente ottimisti in tal senso può essere un errore. la vendita di una casa è una gara di fondo.

5 - Scegliere il momento sbagliato per la messa in vendita: Il periodo di maggiore interesse per le abitazioni in vendita è la loro comparsa sul mercato, per tale ragione è bene evitare tutti quei periodi in cui le persone possono essere distratte da altro, ad esempio le festività.

6 - Creare annunci ingannevoli: difficilmente si acquista da chi ha palesemente mentito nel pubblicizzare la propria abitazione, anche perché - si sa - le bugie hanno le gambe corte. Basta la prima visita per scoprire che la casa non ha 10 anni, ma 15, e che misura 150 m2 e non 180.

7 - Non sistemare la casa per la vendita: risparmiare qualche euro per evitare di dare una mano di vernice, falciare il prato o riparare il rubinetto che perde potrebbe causare la fuga del potenziale acquirente.

8 - Essere imprudenti: quando si fa visitare la propria casa non si sa mai con certezza chi si fa entrare. Per evitare spiacevoli sorprese, è bene essere sempre prudenti e tenere gli occhi aperti.

9 - Non coinvolgere tutta la famiglia: quando si vende casa è necessaria la piena collaborazione di tutti i componenti della famiglia. Quando si ha una visita, meglio assicurarsi che i bambini, ad esempio, non corrano urlando da una stanza all'altra.

10 - Essere frettolosi: ogni visita deve essere sfruttata al massimo, per farlo bisogna prendersi il giusto tempo, è bene poi seguire l'intero processo con attenzione, quindi di tanto in tanto rinnovare gli annunci e monitorare l'andamento del mercato.

11 - Non prendere in considerazione il costo di una casa vuota: se l'idea è tenere l'immobile non occupato a lungo, è opportuno interrompere la fornitura di elettricità, acqua e gas.

12 - Dare l'incarico di vendita alla persona sbagliata: uno degli errori peggiori è dare l'incarico alla persona sbagliata, che sia un amico o un intermediario non qualificato. La scelta migliore è quella di affidarsi a un agente immobiliare che sappia fare il suo mestiere, che conosca il mercato e sia in grado di seguire passo passo questo complesso e importante processo.

Fonte articolo: http://www.idealista.it/news/immobiliare/residenziale/2014/07/22/110271-gli-11-errori-piu-1-commessi-dal-principiante-quando-si-trova-a-vendere-per-la



Novità per l’Imu prima casa

All’indomani della notizia diffusa da Ance con l’allarme per la crescita esponenziale delle tasse sulla casa, di cui anche noi di Immobiliare.it vi avevamo parlato, arriva un nuovo aggiornamento sull’Imu che dimostra che la confusione persiste e che non si è ancora arrivati a sciogliere la matassa.

La Commissione di Bilancio ha approvato la delibera, la numero 47/2014, che si focalizza sulle detrazioni per l’Imposta Municipale Unica. Le più grandi novità del nuovo emendamento riguardano le prime case: se queste non sono accatastate come immobili di lusso, per l’anno in corso sono escluse dal pagamento della tassa. Inoltre, per le abitazioni principali che sono accatastate in A1, A8 e A79, ovvero quelle considerate di alta gamma, l’aliquota è stata fissata allo 0,5%. Per queste la detrazione è stata fissata a 200 euro. Questo stesso importo da poter detrarre interessa anche le case popolari per cui l’aliquota, però, arriva allo 0,68%. Sale ulteriormente allo 0,76% quella stabilita per negozi, cinema, immobili di Onlus, edicole e laboratori. Per tutti gli altri esiste un’aliquota standard dell’1,06%.

Sotto il cappello della dicitura “abitazione principale” vengono inclusi anche gli immobili che appartengono ad anziani che vivono in case di riposo, anche se sono dati in usufrutto; non vi rientrano invece quelli della stessa categoria, ma che risultano dati in locazione.

Altro caso considerato è quello delle abitazioni concesse in usufrutto a un parente stretto possono essere oggetto di detrazione, ma solo a patto che il reddito della famiglia interessata non superi la soglia dei 15 mila euro.

Fonte articolo: http://news.immobiliare.it/novita-per-limu-prima-casa-19179

Regolamento edilizio unico per i comuni

Il Governo marcia a tappe forzate verso il varo dei due provvedimenti per l'edilizia e le infrastrutture. Si tratta del disegno di legge delega per la riforma degli appalti, che potrebbe addirittura andare a sorpresa oggi in Consiglio dei ministri, ma che più probabilmente andrà al Cdm di fine mese, e il decreto legge «sblocca-Italia» pure previsto per il 31 luglio (era stato il premier Renzi ad annunciarlo) ma suscettibile di un piccolo slittamento, soprattutto per recuperare qualche giorno di dibattito parlamentare post-estivo. Certo è che il Governo sta lavorando a tutta macchina e il provvedimento comincia a prendere una sua fisionomia.
La novità più importante è la conferma che nel decreto legge entra il regolamento edilizio standard unico per tutti gli 8mila comuni, salva la possibilità di adattarlo poi alle esigenze territoriali specifiche. È una rivoluzione che nasce da una proposta del Consiglio nazionale degli architetti, che è andata via via conquistando consensi. Ieri il viceministro alle Infrastrutture, Riccardo Nencini, ha confermato all'assemblea dell'Ance che la norma è già nelle bozze di decreto. Il regolamento standard sarà un atto concreto per superare la frammentazione normativa da comune a comune. La versione lanciata dal Cna aveva altre importanti caratteristiche: raccoglieva al proprio interno anche una serie di regolamentazioni ambientali e di igiene, tant'è che gli veniva dato il nome di «regolamento edilizio sostenibile».

Un altro pezzo del decreto legge che prende forma è quello relativo ai finanziamenti delle infrastrutture. Il ministero di Porta Pia propone esplicitamente (ma qui non è chiaro se sia arrivato o meno il via libera del ministero dell'Economia) un fondo unico destinato al finanziamento di infrastrutture grandi e piccole alimentato dal Tesoro in una misura fissa del 3% del Pil. Stiamo ragionando di cifre dell'ordine dei cinque miliardi annui. La questione era stata oggetto dell'incontro Padoan-Lupi di dieci giorni fa.
Terzo capitolo del decreto legge che prende forma è la lista delle grandi opere da rifinanziare con una quota rilevante dei 2-3 miliardi che dovrebbero sostenere il decreto legge. Una quota di quelle risorse andrà alle piccole opere suggerite dai comuni al premier direttamente per mail e un'altra quota dovrebbe andare a sbloccare una quota delle 671 opere di ogni taglia bloccate e censite dal ministero delle Infrastrutture. Ma la fetta maggiore dovrebbe andare alle grandi opere. Ecco la lista che comincia a prendere forma: alta velocità Brescia-Padova, ferrovia Napoli-Bari, completamento del Quadrilatero stradale Marche-Umbria, sblocco dell'autostrada tirrenica, finanziamento delle opere collegate all'Expo, passante ferroviario di Torino, asse viario Lecco-Bergamo, ferrovia Firenze-Pistoia-Lucca, sistema idrico abruzzese. Una decina di opere cui se ne potrebbero forse aggiungere ancora altre ma che non dovrebbero crescere troppo, visto che la strategia del governo è di finanziare interventi effettivamente strategici per il territorio. Sempre in tema di grandi opere, ormai scontata una profonda revisione della legge obiettivo del 2001, con l'introduzione di nuove semplificazioni procedurali per le infrastrutture strategiche.
Il ministero delle Infrastrutture vuole comunque mantenere un equilibrio fra grandi e piccole opere e per questo rilancerà anche una seconda edizione, riveduta e corretta, del «piano dei 6mila campanili». Rispetto alla prima edizione, saranno individuati criteri per l'accesso ai finanziamenti che siano maggiormente strategici in termini di crescita e sviluppo del territorio.
Infine, le città. Anche qui l'obiettivo è rilanciare il «piano città» che fu lanciato dal viceministro Mario Ciaccia ai tempi del governo Monti. Qui forse il lavoro è un po' più indietro. Anche in questo capitolo si pensa a una seconda edizione ma qui i limiti da superare sono più importanti (anche perché il vecchio piano città di fatto non è partito mai) e soprattutto le richieste avanzate da imprese, professionisti e sindaci sul rilancio di una politica della riqualificazione urbana molto ambiziose.

Fonte articolo: http://www.quotidiano.ilsole24ore.com/vetrina/edicola24web/edicola24web.html?testata=S24&edizione=SOLE&issue=20140723&startpage=1&displaypages=2

 

Stai pensando di ampliare la tua casa? ecco quando potrai usufruire dell'iva agevolata

L'iva al 4% si applica ai lavori di ampliamento di un immobile solo nel caso in cui sussistano le condizioni per usufruire delle agevolazioni prima casa. Negli altri casi l'aliquota applicabile sarà quella del 10%, che salirà al 22% se si tratta di un edificio con caratteristiche di lusso.

Aliquota agevolata: Si applica l'aliquota agevolata al 4% solo nel caso in cui l'ampliamento non configuri una nuova e indipendente unità immobiliare, perché in questo caso verrebbe meno la condizione di non possedere un'altra abitazione. per quanto riguarda le agevolazioni prima casa, nel caso dell'iva si fa riferimento al d.m. del 2 agosto 1969, mentre per l'imposta di registro conta la classificazione catastale.

Il privato committente deve possedere i requisiti soggetti previsti sia nel momento dell'effettuazione delle singole prestazioni rese dall'impresa (atto emissione delle fatture, pagamento o acconti), sia all'atto delle consegna del bene.

Aliquota 10%: Si applica nel caso in cui, l'ampliamento da orine a una nuova e indipendente unità immobiliare.

Aliquota ordinaria del 22%: nel caso in cui l'ampliamento dia origine a un'unità immobiliare con caratteristiche di lusso (così come descritta dal dm 2 agosto 1969) si applica l'aliquota ordinaria del 22%.

Fonte articolo: http://www.idealista.it/news/immobiliare/residenziale/2014/07/22/110251-stai-pensando-di-ampliare-la-tua-casa-ecco-quando-potrai-usufruire-delliva

Al momento di stipulare un contratto di locazione, proprietario e inquilino stabiliscono di comune accordo la durata dello stesso, che dovrà essere rispettata da entrambe le parti.

Al momento di stipulare un contratto di locazione, proprietario e inquilino stabiliscono di comune accordo la durata dello stesso, che dovrà essere rispettata da entrambe le parti. Durante il corso del rapporto però possono insorgere delle cause che spingano una delle parti a disdire il contratto prima della scadenza. Ecco tutto quello che è necessario sapere.

Inquilino:

1) per legge solo l'inquilino ha la facoltà di recedere  in qualsiasi momento dal contratto di locazione, e tale possibilità viene definita recesso legale del conduttore. Il recesso può essere richiesto in merito a: locazioni di tipo abitativo, locazioni di tipo commerciale e locazioni regolate da contratti di natura transitoria.

 

2) Il recesso deve essere richiesto dal conduttore sei mesi prima della data in cui si vorrebbe lasciare l'immobile, anche nel caso di contratti di natura transitoria.

3) Il conduttore dovrà inviare la richiesta di recesso per iscritto con lettera raccomandata con ricevuta di ritorno. La richiesta di recesso dovrà riportare: i dati anagrafici del conduttore, richiesta di soluzione anticipata, motivazione della richiesta e tempistiche di rilascio dell'immobile.

4) l'inquilino è tenuto a corrispondere i canoni di locazione fino all'effettivo rilascio dell'immobile e a tale scopo non può essere usata la cauzione versata, che dovrà essere restituita solo nel momento della risoluzione del contratto.

5) Per recedere un contratto d'affitto anticipatamente è necessario il pagamento di una tassa pari a circa 67 euro all'agenzia delle entrate. Generalmente questa spesa si ripartisce tra conduttore e locatore, ma è opportuno fare riferimento a ciò che stabilisce il contratto.

Proprietario:

1) La legge 431/98 stabilisce che il proprietario deve comunque aspettare la prima scadenza del contratto (nel caso di un contratto 4+4, i primi quattro anni) e solo allora potrà inviare con un preavviso di sei mesi dalla scadenza una lettera raccomandata. Il proprietario è tenuto a restituire la caparra, mentre l'affitto va pagato fino all'ultimo mese in cui si rimane in casa. Nel caso in cui l'inquilino rimanga in casa senza pagare l'affitto, la caparra si sconterà dal canone dovuto al proprietario.

2) La disdetta anticipata è possibile solo nei seguenti casi: se l'immobile deve essere destinato ad uso privato per se stesso, un figlio o un coniuge; se l'immobile deve essere venduto a terzi; se l'immobile per gravi problemi strutturali deve essere ristrutturato e se il conduttore non usufruisce dell'immobile senza giustificato motivo.

Fonte articolo: http://www.idealista.it/news/immobiliare/residenziale/2014/07/18/110189-come-disdire-un-contratto-daffitto-prima-della-scadenza

Scenari immobiliari: il mattone europeo fuori dalla crisi, migliore performance all'Italia

Il mercato immobiliare europeo lascia alle spalle la recessione, e chiude il primo trimestre del 2014 con un incremento del fatturato del 3%. miglior performance all’Italia con un aumento del 4%, rispetto a un 2013 particolarmente negativo. è questo il dato che emerge da uno studio di scenari immobiliari, che ha analizzato il trend di quotazioni e fatturato nei cinque maggiori paesi europei.

In occasione della presentazione del 22esimo forum di santa margherita ligure, scenari immobiliari ha segnalato che per la prima volta dopo diversi anni la tendenza in crescita  dei volumi ha coinvolto tutti i paesi, la tendenza in crescita dei volumi coinvolge tutti i paesi, compresa la Spagna. Il secondo semestre del 2014 dovrebbe chiudersi con una crescita inferiore rispetto all'andamento della prima parte dell'anno, si parla dell'1,5% nei cinque principali paesi, con un dato positivo in Italia, Francia e Spagna.

Quotazione residenziale
il settore residenziale ha conosciuto una generalizzata stabilizzazione dei prezzi, con una crescita dei valori nominali di circa l'1% a livello europeo negli ultimi sei mesi, a crescere soprattutto Germania e Inghilterra. il nostro paese è ancora in territorio negativo (-1,6% per cento in un anno). Anche nel secondo semestre 2014 qualche lieve aggiustamento verso il basso sarà ancora possibile nei paesi dell’Europa del sud con riferimento agli immobili secondati, mentre nei paesi caratterizzati da una ripresa economica più decisa, come la Germania e i paesi del nord Europa, i valori sono destinati a crescere.

Fonte articolo http://www.idealista.it/news/immobiliare/residenziale/2014/07/17/110163-scenari-immobiliari-il-mattone-europeo-fuori-dalla-crisi-migliore-performance


 

 

 

Spremere il mattone: come costruire una rendita sulla casa

Quanto mattone c'è nei patrimoni degli italiani? Quanto rende? Davvero ce n'è bisogno in queste quantità?
Plus24, il settimanale di finanza del sabato del Sole 24 Ore - www.ilsole24ore.com/plus24 - da sempre mette in guardia dai falsi miti finanziari, come quelli secondo i quali "il mattone rende sempre", "il mattone è il migliore investimento", "il mattone non tradisce mai". Calo dei prezzi immobiliari, rallentamento delle compravendite, spese di manutenzione e gestione, aumento della fiscalità sulla prima (revisione degli estimi, aumento delle tasse) e soprattutto sulle seconde case stanno colpendo l'antica passione degli italiani per gli immobili. Spesso il mattone è presente in modo eccessivo nel patrimonio di famiglie a basso reddito, come quelle degli anziani, che hanno invece bisogno di aumentare la rendita per sostenere spese impreviste o uscite necessarie a sé e ai figli. Da qui l'esigenza di "smobilizzare gli immobili": spesso i proprietari o i loro eredi vorrebbero liberarsene ma a condizione di non doverle abbandonare.


Plus24, in edicola sabato 19 luglio, affronterà il tema nell'inchiesta di copertina, analizzando quali sono i contratti a disposizione dei proprietari di case per cedere la proprietà (nuda proprietà, prestito vitalizio ipotecario nella versione pre e post riforma, "viager") mantenendosi l'uso, o per affittarle con un bonus (affitto con riscatto). Il settimanale di finanza e risparmio del Sole 24 Ore indicherà quali sono i pregi e quali i difetti di questi contratti e farà anche il punto sugli strumenti per impiegare al meglio la liquidità ottenuta con questi contratti che risulti in eccesso rispetto alle necessità immediate dei proprietari. Verranno poi indicate le migliori offerte di mutuo del mercato per comprare seconde case o nude proprietà: le caratteristiche, i costi, l'impatto della fiscalità.

Fonte articolo: http://www.casa24.ilsole24ore.com/art/mercato-immobiliare/2014-07-18/spremere-mattone-come-costruire-153244.php?uuid=AbsEfS4J

 

Mutui dipendenti pubblici, cosa fare per ottenerli.

Cosa devono fare i dipendenti pubblici e statali per ottenere un mutuo? Innanzitutto, è bene ricordare che le regole relative all'erogazione del finanziamento ex Inpdap (ora Inps) sono quelle risalenti al 1° ottobre 2011. ma andiamo a vedere quali sono i requisiti, i tassi e qual è l'importo massimo che può essere richiesto.

Requisiti: la domanda può essere fatta da chi è iscritto alla "gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali" da almeno 3 anni. Non bisogna essere titolari di un'altra abitazione sul territorio nazionale, ciò vale anche per gli altri membri del nucleo familiare, ad eccezione dei genitori proprietari. Qualora il coniuge sia titolare di un immobile, se in separazione di beni, non ci sono ostacoli se l'immobile per il quale si richiede il mutuo Inpdap viene intestato solo al dipendente che non ha nessuna causa ostativa; In regime di comunione, invece, l'intestazione dell'immobile deve essere fatta ad entrambi e il coniuge si presenta come terzo datore di ipoteca.

 Importo massimo: la somma massima erogabile è pari a 300mila euro, si tratta di una cifra che può arrivare a coprire fino al 100% del valore dell'immobile, più una somma a titolo di spese accessorie che non può superare i 5mila euro. Nel calcolare l'importo massimo erogabile bisogna tener conto del limite dell'importo delle rate, che non possono superare la metà dell'imponibile netto del Cud.

Tassi: è possibile scegliere tra tasso fisso e variabile. La durata va da un minimo di 10 anni a un massimo di 30 anni e il pagamento delle rate avviene semestralmente. La perizia è a carico del richiedente e le spese di amministrazione e gestione dell'istruttoria e della pratica sono pari allo 0,50% dell'importo del mutuo richiesto. L'erogazione delle somme avviene solo se il fondo stanziato quadrimestralmente è capiente e in base alla graduatoria.

Altre caratteristiche: Si può avere accesso alle agevolazioni anche per l'acquisto di una abitazione per i figli o genitori. La polizza incendio e scoppio è a carico del richiedente e deve avere come massimale minimo una somma pari a 1 milione di euro per la parte di responsabilità civile verso terzi, il massimale per l'incendio e scoppio è legato al valore del capitale residuo da rimborsare.

Fonte Articolo: http://www.idealista.it/news/finanza-personale/mutui/2014/07/17/110165-mutui-dipendenti-pubblici-cosa-fare-per-ottenerli

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