News dal franchising

News dal franchising (890)

Mercato immobiliare, Ottimo momento per acquistare una seconda casa.

Secondo le rilevazioni dell’Ufficio Studi di Immobiliare.it (www.immobiliare.it), nei primi 6 mesi del 2014 le quotazioni immobiliari delle seconde case nelle località turistiche hanno segnato una flessione media dei valori richiesti pari al -2,5%; queste svalutazioni non sono omogenee su tutta la penisola italiana ma, come per il mercato residenziale, sono più intense nelle zone meridionali: fra queste la Calabria e la Campania (-7,0%), la Sicilia e la Sardegna (-5,0%) e la Puglia (-4,0%) hanno fatto segnare i cali maggiori. Relativa stabilità si è riscontrata nella Riviera Romagnola (+0,2%), in Toscana (-0,2%) e Liguria (-0,4%). Unico trend positivo viene dall’Alto Adige, con un +2,8% rispetto all’anno precedente.

«Oggi è, in generale, un buon momento per comprare una seconda casa: l’offerta è sicuramente ampia e variegata, mentre la domanda resta ancora flebile, lasciando quindi buoni spazi di trattativa – ha dichiarato Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Immobiliare.it. – Assistiamo a ribassi anche superiori al 15% del prezzo richiesto inizialmente».

Dall’analisi delle richieste fatta da Immobiliare.it è emerso chiaramente come il mercato sia oggi legato principalmente ad una domanda di seconda casa non spinta da fini di investimento o messa a reddito – per via dell’inasprimento delle imposizioni fiscali legate all’utilizzo degli immobili per locazione – ma dalla volontà di acquistare e goderne direttamente.

Come variano, però, domanda, offerta e prezzi nelle diverse regioni italiane? Di seguito la sintesi di alcuni focus regionali condotti da Immobiliare.it.

Le seconde case in Liguria In controtendenza con le dinamiche nazionali, in Liguria resiste ancora una percentuale di acquisti con obiettivo di messa a reddito e non di utilizzo come seconda casa: pur in forte flessione rispetto al passato, è valutabile nell’ordine del 15% della domanda. Qui la maggior parte delle richieste proviene da Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna: il taglio più cercato è il bilocale di 50-55 mq, magari con vista mare e posto auto, anche se non sempre le soluzioni con queste caratteristiche sono reperibili sul mercato o lo sono ad un premium price. Un buon usato costa in media 3.500-4.000€ al mq, con punte di 6.000€ al mq se l’immobile ha la vista mare; si cresce ovviamente cercando casa nelle cosiddette top location (Santa Margherita, Alassio etc.), dove si arriva anche a valori da 10.000-13.000€/mq. Gli immobili che costituiscono l’offerta di seconde case sono prevalentemente soluzioni degli anni ’60-’70 in buone condizioni esterne; interessante è anche l’offerta di appartamenti di nuova costruzione, a prezzi medi di 4.000-4.250€ al mq. Da segnalare anche la presenza di alberghi dismessi sul lungomare che potrebbero essere o recuperati in futuro e restituiti allo loro funzione ricettiva o trasformati in uso residenziale.

Le seconde case in Trentino Alto Adige L’area montana esprime una crescita nella domanda grazie alla qualità costruttiva degli interventi e all’integrazione ambientale. Principali compratori delle seconde case qui sono Lombardi e Veneti, mentre la soluzione più richiesta è il bilocale in residence, con prezzi medi da 225.000€ a 265.000€.

Le seconde case in Lombardia Nell’ultimo anno i lombardi sembrano avere riscoperto l’amore per la seconda casa in montagna e questo ha portato a notevoli incrementi di prezzo soprattutto in 3 località: Bormio, Livigno e Ponte di Legno. A Bormio, che riesce ad attirare anche gli amanti delle terme, gli importi richiesti da chi vende sono cresciuti anche del 7%; Ponte di Legno come Livigno hanno visto salire i prezzi in percentuali molto vicine al 4%. Per molti la casa in montagna non è più legata alla sola stagione invernale, ma sempre più spesso diventa meta anche per fine settimana o periodi estivi.

Le seconde case in Emilia Romagna Pur avendo la regione una certa stabilità nei prezzi, l’indagine di Immobiliare.it ha registrato una diminuzione dell’1.6% nelle quotazioni immobiliari su Rimini. La disponibilità media di spesa, per chi decide di acquistare la seconda casa in questa regione, è di 100-150.000€. L’offerta immobiliare include appartamenti in residence degli anni ’70-’80 dove un buon usato costa dai 3.500 ai 4.300€ al mq. Il mercato immobiliare turistico vede protagonisti soprattutto acquirenti provenienti dell’Emilia (in particolare Modena, Bologna e Ferrara), ma è anche significativa la presenza lombarda e tedesca.

Le seconde case in Toscana La costa toscana, soprattutto nella sua parte grossetana, è movimentata dalle compravendite di seconde case che vede protagonisti principalmente fiorentini, pratesi, senesi ed anche milanesi: investitori che scelgono le zone dell’Argentario o quelle immediatamente prossime ad esso per passare le vacanze. La tipologia più ricercata è il trilocale, possibilmente con posto auto. L’incremento dei prezzi nella zona di Orbetello è stato di poco inferiore al 3% e in questa zona un buon usato costa in media 4.000 € al mq, ma si raggiungono punte di 5.000-6.000€ al mq per le zone fronte mare. Se ci si sposta lontano dal mare e oltre l’Aurelia, le quotazioni scendono a 3.200€ al mq per un buon usato.

Le seconde case nel Lazio A cercare la casa per le vacanze lungo la costa laziale sono acquirenti che arrivano da Roma, da Frosinone e dalla Campania, in particolare Caserta e Napoli. Ricercano soprattutto trilocali indipendenti, porzioni di ville a schiera, bifamiliari e trifamiliari con giardino. La disponibilità media del cliente tipo va da 180.000 a ad un massimo di 250.000€. Al momento la zona più richiesta è quella che va da San Felice Circeo a Terracina, visto che qui si registrano le quotazioni più basse e il miglior rapporto qualità/prezzo anche se, in virtù della forte domanda, i prezzi sono leggermente cresciuti, segnando un incremento dell’1,8%  anno su anno; per una porzione di villa di 80 mq si possono spendere da 250 a 270.000€, con punte massime di 330-350.000€ quanto più ci si avvicina a San Felice Circeo.   

Le seconde case in Campania Quello campano è un mercato che è andato in difficoltà registrando una perdita di valore importante (-18% in tre anni e -7% da gennaio 2014). Fa eccezione Amalfi (+5% i prezzi), in espansione per via all’accresciuto interesse dei turisti stranieri nei confronti della località e, di conseguenza, nella profittabilità di un investimento volto alla messa a reddito. Apprezzate anche le località nelle immediate vicinanze (Maiori, Minori). Chi vuole una seconda casa in zona cerca soprattutto monolocali e bilocali, con vista panoramica, possibilmente sul mare, non lontano dal centro. La disponibilità di spesa media è di 300.000€.

Le seconde case in Puglia Pur con previsioni positive per la stagione estiva, il dato delle compravendite fa registrare una flessione delle quotazioni immobiliari (-4%). La regione beneficia di un turismo variegato, proveniente non solo dalla Puglia, ma anche dalle regioni settentrionali (la Lombardia è quella con il maggior numero di turisti, seguita da Piemonte e Veneto) e dall’estero, in particolare tedeschi, francesi e olandesi. Un flusso di così lungo raggio, però, comporta una bassa propensione all’acquisto. Nella zona di Gallipoli si possono acquistare bilocali e trilocali in condomini costruiti dopo gli anni ’70. Un buon usato si compravende a 1.100-1.200€ al mq, ma si possono raggiungere punte di 1.500€ al mq se c’è la vista mare. Si registra la richiesta di abitazioni da adibire a B&B, ma resta attività di piccola imprenditoria. 

Le seconde case in Calabria Le quotazioni immobiliari sono decisamente in difficoltà, in quanto i compratori sono prevalentemente calabresi e campani, mentre si è fortemente ridotta la presenza di acquirenti piemontesi e lombardi. Le tipologie più ricercate ad uso turistico sono il bilocale ed il trilocale, possibilmente con spazio esterno. Si preferiscono immobili situati sul lungomare, vale a dire condomini costruiti circa 25-30 anni fa, le cui quotazioni, se usati ed in buone condizioni, oscillano da 1.800 a 2.200€ al mq. Nel complesso il mercato delle seconde case ha visto una riduzione media del prezzo, dall’inizio dell’anno, pari al 7% circa.

Le seconde case in Sardegna Se a livello complessivo la Regione ha visto diminuire del 5% il valore medio richiesto per l’acquisto di una seconda casa, le differenze fra nord e sud dell’isola sono notevoli, tanto per prezzi quanto per tipologie di immobili richiesti. Nell’area del Cagliaritano la richiesta di acquisto è principalmente locale e si orienta in primis verso soluzioni indipendenti, in genere piccole ville o palazzine con giardino, e a seguire appartamenti. Nell’area di Olbia e Sassari, invece, ad acquistare sono soprattutto lombardi e compratori internazionali. I primi prediligono gli appartamenti, i secondi invece puntano a soluzioni indipendenti anche nell’entroterra. Per un bilocale di 55 mq, nell’olbiese, si spendono circa 150.000€. La crescita di turismo straniero nella costa orientale – grazie all’intensificazione di voli low cost – ha determinato un maggiore interesse verso immobili meno costosi e non in luoghi in, anche se il mercato immobiliare d’élite della Costa Smeralda è sempre abbastanza stabile, con un turn over nella nazionalità degli acquirenti che ha visto gli arabi lasciare spazio ai russi. Per una soluzione indipendente non si spende meno di tre milioni.

Le seconde case in Sicilia Bassa l’offerta di immobili sul mercato siciliano delle seconde case, anche perché non ci sono molte nuove costruzioni, se non quelle destinate ad essere utilizzate come prima casa. La tipologia più ricercata come casa vacanza in Sicilia è il bilocale, magari nei centri storici e vicino il lungomare. Nei centri si possono acquistare immobili d’epoca del XVII e del XVIII secolo, oppure case indipendenti su più livelli. Le soluzioni da ristrutturare costano 1.700-1.800€ al mq e quelle in buone condizioni 2200-2300€ al mq. Sul lungomare invece si possono trovare condomini degli anni ’60 e ’70, che, in buono stato, valgono 2.500€ al mq. Positiva la tenuta del prezzo per Taormina, dove rimane alta la domanda degli italiani ma anche di tedeschi e americani. In crescita le richieste di abitazioni per attività di B&B.

Fonte articolo: http://www.italiachiamaitalia.it/articoli/detalles/22519/MercatoOimmobiliare%20OcalanoOleOquotazioniOdelleOsecondeOcaseOeOgliOscontiOcresconoO.html

5 errori da evitare se non vuoi impiegare troppo tempo per vendere la tua casa

Con la crisi si sono allungati considerevolmente i tempi di vendita di una casa. Cn il moltiplicarsi dell'offerta e il coltello saldamente in mano all'acquirente, è inoltre importante non commettere errori che possono pregiudicare il processo di vendita del tuo immobile. Ecco i cinque passi falsi che potrebbero far sí che impieghi più tempo del dovuto per piazzare la tua abitazione.

1) pubblicare un annuncio privo di immagini Nell'annuncio di vendita della tua casa è fondamentale accompagnare la descrizione dell'immobile con un reportage fotografico che permetta al compratore di farsi un'idea (veritiera) di com'è l'immobile. In questo modo le persone che ti contatteranno saranno solo quelle veramente interessate al tuo prodotto.

Ma non solo, secondo l'autorevole "the wall street journal" le proprietà in vendita che hanno delle buone fotografie sono quelle che meglio sopportano le fluttuazioni di un mercato al ribasso, come il nostro.


2) Accompagnarlo da pessime fotografie. Chi non ha mai visto delle foto di un immobile con una luce lugubre, sfocate o peggio ancora con il proprietario, ad esempio, riflesso nello specchio del bagno. Correlare il tuo annuncio con delle foto spettacolari non farà sì che la casa si vende da sola, però certamente farà sì che tu ti riesca a distinguere dalla concorrenza e sicuramente ti darà una mano nella vendita.

3) Non inserire tutte le caratteristiche dell'immobile. La relazione tra la quantità di dettagli che inserisci nella descrizione dell'immobile è inversamente proporzionale al tempo di vendita. Più particolareggiato sarà il tuo annuncio, con dettagli che riguardano il tipo di proprietà, la localizzazione, i pregi rispetto ad altri immobili della stessa zona,  maggiori chance avrai di venderlo in tempi brevi.

4) Non fare attenzione ai possibili errori ortografici dell'annuncio  L'impresario di internet, Charles Duncome, ha affermato che gli errori ortografici presenti in un annuncio riducono fino a un 50% le possibilità di vendita.

5) Non utilizzare a pieno il potere dei social network. E’ molto importante utilizzare i social network per promuovere la tua casa in modo da renderla visibile al maggior numero di persone e far crescere esponenzialmente il numero dei potenziali compratori.

Fonte articolo: http://www.idealista.it/news/immobiliare/residenziale/2014/07/07/109947-i-5-errori-da-evitare-se-non-vuoi-impiegare-troppo-tempo-per-vendere-la-tua-casa

Modello unico last minute, ecco le spese per la casa che puoi ancora detrarre

I professionisti che hanno usufruito della proroga al 7 luglio per la presentazione del modello unico 2014, hanno a disposizione solo poche ore prima della scadenza. ricordiamo quali sono le detrazioni per le spese legate alla casa:

1) Spese per l'alloggio- ricordiamo che le spese per l'alloggio, come anche quelle per il vitto, sono detraibili nella misura del 75%, senza però superare il limite del 2 per cento dei compensi.

2) Immobili promiscui- per gli immobili promiscui in proprietà è applicabile una detrazione del 50% della rendita castastale. stessa detrazione per i contratti di leasing purché siano stipulati entro l'anno 2006.

3) Imu 2013- i professionisti possono dedurre la quota del 30% dell'imu, limitatamente a quella relativa agli immobili strumentali. sono deducibili anche gli eventuali importi oggetto di ravvedimento. non tutti gli immobili strumentali possono avvalersi della deducibilità, sono esclusi infatti quelli ad uso promiscuo.

Fonte articolo: http://www.idealista.it/news/immobiliare/residenziale/2014/07/07/109951-modello-unico-2014-detrazioni-per-la-casa

Case: Gli stranieri comprano

I dati che ha comunicato negli scorsi giorni l’Istat parlano chiaro; I prezzi degli immobili in Italia stanno scendendo e, se si mettono a confronto i prezzi medi degli ultimi quattro anni, il calo è stato notevole: 10,5%. A far scendere l’indice complessivo sono le case già esistenti (-15%), mentre quelle nuove hanno visto addirittura crescere leggermente il proprio valore, nella misura dello 0,8%.

Fra i fattori che possono aver causato questa discesa, oltre alle chiare difficoltà legate alla crisi economica, anche il fatto che la classificicazione energetica degli immobili ha contribuito a rendere evidente il valore “nascosto” delle case e gli immobili più vecchi, dotati di una classificazione energetica meno appetibile, sempre di più vengono scartati a favore di altri di nuova costruzione e maggiore efficienza energetica e legata ai consumi.

Un altro dato rilevante, che racconta anche come il mercato dell’immobiliare italiano potrebbe ripartire, è quello diffuso dai comparatori Facile.it e Mutui.it secondo i quali quasi un mutuo ogni dieci, per essere precisi il 9,8% di quelli totali, è ormai richiesto da un cittadino di nazionalità straniera. Colpisce però come la tipologia di immobile a cui punta l’aspirante mutuatario nato oltre confine sia di valore notevolmente più basso rispetto a quello che cercano di comprare i cittadini italiani; nel primo caso il valore medio è pari a 163.000 euro, nel secondo a 215.000 euro.

A presentare il maggior numero di richieste, nel corso del primo semestre 2014, sono stati i cittadini stranieri residenti in Lombardia; Da loro è gunto il 26,3% delle richieste; Oltre il doppio di quelle presentate dagli stranieri che vivono nel Lazio; Seconda regione in questa classifica dell’integrazione immobiliare. Se si guarda alle etnie, invece, primi sono i rumeni con il 16% delle richieste.

Fonte articolo: http://news.immobiliare.it/case-i-prezzi-calano-e-gli-stranieri-comprano-18958

Per gli inquilini, il fondo morosità incolpevole sarà immediatamente operativo

Gli inquilini che vivono condizioni di disagio economico e hanno difficoltà a pagare il canone potranno tirare un respiro di sollievo. La corte dei conti ha infatti dato il proprio parere positivo sul fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli. Lo strumento istituto dal governo sarà quindi immediatamente operativo. A dirlo è stato lo stesso ministro delle infrastrutture maurizio lupi in audizione alla camera.

Rispondendo ad una question time alla camera, Lupi ha infatti affermato che "la corte dei conti ha approvato il decreto relativo al fondo istituto dal governo destinato agli inquilini morosi incolpevoli. Una volta in gazzetta ufficiale, il decreto sarà immediatamente operativo e la dotazione 2014, pari a circa 100 milioni di euro, sarà disponibile"

Il ministro ha poi spiegato che il provvedimento è destinato agli inquilini che vivono in condizioni di disagio economico, che hanno perso il proprio lavoro a causa della crisi e non sono quindi in condizioni di pagare l'affitto.

Fonte articolo: http://www.idealista.it/news/immobiliare/residenziale/2014/07/03/109889-lupi-il-fondo-morosita-incolpevole-sara-immediatamente-operativo

Riforma del Catasto, il ruolo strategico dell'Anagrafe Immobiliare Integrata

Mirco Mion, presidente Agefis: l'anagrafe integrata “può essere un utile strumento operativo nella fase di creazione del nuovo catasto fabbricati” e “può rappresentare il mezzo, in possesso degli enti locali, per poter gestire il territorio in modo sempre più efficace”

Nel panorama delle notizie sulla riforma del catasto - con il primo decreto attuativo sulle commissioni censuarie esaminato in via preliminare dal Consiglio dei ministri del 20 giugno    scorso, si parla poco dell’Anagrafe Immobiliare Integrata, che però potrà essere un tema caldo dei prossimi decreti legislativi.

Sul tema interviene il presidente di Agefis (Associazione dei geometri fiscalisti), Mirco Mion, con un articolo dall'approccio non polemico ma collaborativo e fattivo, pubblicato oggi sul Quotidiano del Fisco del Sole 24 Ore, e che riportiamo.

L'ANAGRAFE IMMOBILIARE INTEGRATA COME ELEMENTO STRATEGICO DELLA RIFORMA.Ora che l'operazione catasto ha preso il via con il primo decreto attuativo sulle commissioni censuarie varato dal Governo, appare assolutamente necessario riconsiderare l'anagrafe immobiliare integrata come elemento strategico di tale riforma.

Il primo testo normativo in cui si fa riferimento alla necessità di costituire un'anagrafe dei beni immobiliari è il Dlgs del 30 luglio 1999, n. 300, in particolare all'articolo 64, interamente dedicato all'agenzia del Territorio. In questo contesto l'anagrafe immobiliare integrata voleva essere un archivio informatizzato dei beni immobili costituito e gestito dal Territorio, che attestava - ai fini fiscali - lo stato di integrazione dei suoi archivi amministrativo-censuari, cartografici, planimetrici e di pubblicità immobiliare.

Passano però più di dieci anni e solo con il Dl del 31 maggio 2010, n. 78 il legislatore torna a occuparsi del tema con l'articolo 19. In questo testo, infatti, viene indicata nel 1° gennaio 2011 la data-obiettivo per l'attivazione, la costituzione e la gestione dell'anagrafe.

La mansione dell'anagrafe immobiliare integrata dovrebbe essere quella di fornire un efficace supporto alla fiscalità immobiliare, per individuare correttamente gli immobili, la relativa base imponibile e il soggetto titolare di diritti reali, in quanto soggetto passivo d'imposta. Inoltre, dovrebbero essere promossi servizi di consultazione integrata, per permettere a istituzioni, professionisti e cittadini di avere a disposizione - in un'unica soluzione – le informazioni catastali (come ubicazione, consistenza, rappresentazione grafica e valore fiscale) e quelle di pubblicità immobiliare (titolarità di diritti reali, ipoteche, eccetera) in modo più immediato di quanto possa avvenire con le distinte modalità di visura. Inoltre, tra i compiti dell'anagrafe dovrebbe esserci quello di attestare, ai fini fiscali, lo stato di integrazione delle banche dati disponibili presso l'Agenzia, per ciascun immobile.

A differenza di quanto prescritto nel Dl 78/2010, l'attivazione dell'anagrafe è poi avvenuta in via sperimentale solamente a partire dal 26 luglio 2012, e presso 117 Comuni individuati sulla base dell'attuale livello di integrazione delle banche dati.

Occorre quindi individuare e potenziare le indicazioni che emergono all'interno della cornice della legge delega per la riforma fiscale (legge 11 marzo 2014, n. 23) in materia di riforma del catasto, e che portano necessariamente a dover rivalutare questo "archivio" nella chiave del decentramento delle funzioni catastali. L'articolo 2, comma 1, lettera a), della delega impone il coinvolgimento dei Comuni - ovvero delle associazioni o unioni di Comuni – nel cui territorio sono collocati gli immobili, assicurando il coordinamento con il processo di attivazione delle funzioni decentrate. Il concetto di decentramento è ulteriormente e fortemente marcato dalla lettera e) e prevede di "valorizzare e stabilizzare le esperienze di decentramento catastale comunale già avviate in via sperimentale, affinché possano costituire modelli gestionali flessibili ed adattabili alla specificità dei diversi territori, nonché semplificare le procedure di esercizio delle funzioni catastali decentrate".

Nella fase di implementazione dell'anagrafe in linea con quanto previsto dalla delega, un contributo decisivo potrà arrivare da quei soggetti esperti che possano coadiuvare gli organi dell'Agenzia e dei Comuni per mappare e alimentare la banca dati. Ciò in qualche modo è già indicato al comma 3, lettera c), dell'articolo 2 dove si menziona la possibilità di «prevedere per l'agenzia delle Entrate la possibilità di impiegare mediante apposite convenzioni, ai fini delle rilevazioni, tecnici indicati dagli ordini professionali…».

L'anagrafe immobiliare integrata, infatti, può caratterizzarsi, in questo contesto di rinnovamento, in maniera duplice. Da un lato può essere un utile strumento operativo nella fase di creazione del nuovo catasto fabbricati, mentre, dall'altro, può rappresentare il mezzo, in possesso degli enti locali, per poter gestire il territorio in modo sempre più efficace, avendo sempre sotto controllo tutti i dati catastali e ipotecari.

Fonte Articolo: http://www.casaeclima.com/ar_18697__ITALIA-Il-parere-di...-catasto-anagrafe-agefis-Riforma-del-Catasto-il-ruolo-strategico-dellAnagrafe-Immobiliare-Integrata-.html

 

Immobiliare: il governo allunga la vita ai fondi in scadenza, proroga alla fine del 2017

 Finalmente le società di gestione immobiliare che hanno fondi quotati in scadenza possono dormire sonni tranquilli ed evitare di dover immettere sul mercato gli immobili dei propri prodotti in un periodo di prezzi in flessione: secondo quanto scrive la Repubblica-Affari&Finanza, l’ultimo decreto Renzi ha varato una norma molto attesa. Potrà infatti essere estesa fino alla fine del 2017 la durata dei fondi immobiliari in scadenza ma soltanto per le società che decideranno di avvalersene e patto che l’assemblea dei soci di ogni singolo fondo ratifichi questa decisione.

Sarebbero circa cinque miliardi di euro gli immobili che andrebbero sul mercato da qui a fine 2016, per un totale di venti fondi in scadenza. Per i sottoscrittori, che si vedrebbero comunque d’autorità (meglio dire per decisione del fondo) prolungato il periodo d’investimento, c’è la presa d’atto dell’impossibilità di rientrare momentaneamente in possesso del proprio capitale. D’altra parte, la decisione del fondo di prolungare la sua durata potrebbe rivelarsi un fatto positivo perché così i sottoscrittori eviterebbero probabilmente di portare a casa una netta minusvalenza sul capitale originario investito. Certo, sono saltate tutte le ottimistiche previsioni sulla crescita dei valori immobiliari fatte nei momenti di boom nella prima metà del primo decennio del secolo.

Ci si è invece ritrovati in Italia con un declino immobiliare che per entità, proporzioni e durata, era del tutto imprevisto. Comunque anche le società di gestione del risparmio si sono dimostrate poco previdenti perché non hanno venduto se non in minima parte asset quando il mercato filava per il verso giusto.

Fonte articolo: http://www.ilghirlandaio.com/top-news/113379/immobiliare-il-governo-allunga-la-vita-ai-fondi-in-scadenza-proroga-alla-fine-del-2017/

Morosi sfrattati: l’aumento è preoccupante

I sindacati Cgil e Sunia hanno pubblicato il rapporto sugli sfratti riferito all’anno 2013. La situazione e risultati appaiono piuttosto complessi e allarmanti: l’89% del totale è avvenuto, infatti, per morosità. Tradotto in numeri, vuol dire che ben 65.302 procedure di sfratto sono state causate dalla mancanza di pagamento del canone di locazione, una cifra preoccupante se confrontata a quella registrata nel 2012, ossia 60.244.

In moltissime province italiane il tasso di aumento degli sfratti di inquilini morosi supera il 20%: a Catania si è arrivati al 26%, a Napoli al 22% e La Spezia addirittura al 43%.

La provincia che registra il più alto tasso di sfratti per morosità è Roma: nella Capitale le pratiche del 2013 sono state 7.042, vale a dire il 14% in più rispetto al 2012. Seguono i grandi centri di Milano e Napoli.

Su tutto il territorio nazionale, l’anno scorso, sono state portate a termine 73.385 pratiche di sfratto, l’8% in più rispetto all’anno prima.

Ma ad aumentare non sono stati solo gli sfratti per morosità, ma anche le richieste di esecuzione tramite un ufficiale giudiziario, cresciute del 6,70%; ancora di più sono cresciuti quelle effettivamente eseguite con l’ausilio di un ufficiale (+12%).

I sindacati che hanno stilato il rapporto hanno subito lanciato un appello per far sì che si accelerino i tempi per progetti concreti di edilizia sociale e di riqualificazione di aree urbane che potrebbero diventare alloggi popolari. Inoltre, si è richiesta una modifica alla legge che regolamenta gli affitti, con un occhio all’abbassamento dei canoni e all’aumento dell’offerta; ma  si è anche chiesto un fondo statale messo a disposizione degli inquilini in difficoltà con il pagamento dell’affitto.

Fonte articolo: http://news.immobiliare.it/morosi-sfrattati-laumento-e-preoccupante-18841

10 consigli per mettere una casa in vendita e uscirne vittoriosi

La vendita di una casa è spesso una vera e propria battaglia in un mercato che ha visto aumentare e di molto l'offerta disponibile e che ha reso gli acquirenti molto più diffidenti e allo stesso tempo consapevoli del valore dei propri soldi. Ecco 10 consigli per saper scegliere gli alleati giusti, dotarsi degli strumenti adeguati e uscirne così vittoriosi.


1) Scegli accuratamente un agente immobiliare- affidarsi ad un agente immobiliare di riprovata affidabilità ed esperienza, magari affidandosi al consiglio di parenti ed amici.

2) Opta per un mandato in esclusiva- sebbene molti venditori siano spaventati dall'idea di affidare ad una sola agenzia il proprio mandato di vendita è innegabile che questo garantisca un'attenzione a 360 gradi e un servizio migliore.

3) Calcola la commissione dell'agente- è importante prima di affidarsi un mandato di vendita, accertarsi di quali siano le commissioni dell'agente e chiarire tutto per evitare spiacevoli sorprese una volta conclusa la vendita dell'immobile.

4) Fissa un prezzo giusto per la casa- in un mercato con un'offerta così ampia, fissare un prezzo fuori dal mercato vuol dire accendere una serie ipoteca sulle possibilità di vendita dell'immobile.

5) Organizza tutti i documenti relativi all'immobile- è sempre meglio avere a disposizione tutti i documenti relativi alla casa, per dimostrare al potenziale compratore che è tutto in ordine.

6) Fai dei lavori di manutenzione- sebbene molti acquirenti preferiscano comprare un immobile da ristrutturare per poi modellarlo a proprio gusto, è innegabile che piccoli lavori di manutenzione sono indispensabili per presentare al meglio la casa.

7) Non esagerare con i lavori- è necessario lasciare la casa più libera e neutrale possibile perché sia l'acquirente a dargli il proprio tocco personale.

8) Elimina il disordine-  l'acquisto spesso è come un colpo di fulmine. un appartamento disordinato è il miglior antidoto contro l'innamoramento.

9) Mantieni contatti costanti con il tuo agente- mantieni i contatti costanti con il tuo agente immobiliare per sapere come si evolve il processo di vendita, facendoti consigliare sui pregi e difetti del tuo immobile e sulle reali possibilità di piazzarlo sul mercato.

10) Ripensa la tua strategia- con la crisi si sono allungati notevolmente i tempi di vendita, ma se un immobile rimane troppo tempo sul mercato il problema può essere il prezzo o la necessità di renderlo più attraente.

Fonte articolo: http://www.idealista.it/news/immobiliare/residenziale/2014/06/27/109785-10-consigli-per-mettere-una-casa-in-vendita-e-uscirne-vittoriosi

I pannelli fotovoltaici rendono il doppio se si aumenta l'autoconsumo con una pompa di calore

Cadono altre "barriere di mercato", ostacoli alla diffusione di tecnologie innovative e allo sviluppo delle energie rinnovabili, e si aprono nuove opportunità anche per le soluzioni impiantistiche integrate. Così almeno vien da dire guardando al prossimo arrivo della tariffa sperimentale D1, che punta a promuovere i sistemi che usano l'energia elettrica per la produzione termica.

Al di là degli effetti della nuova tariffa, che farà valere i suoi benefici sui consumi elevati, l'installazione di una pompa di calore a compressione (cioè elettrica) può "esaltare" comunque il lavoro dell'impianto fotovoltaico, per un miglior risultato in termini di comfort, investimento e autoconsumo. Circa il 75% dell'energia necessaria al funzionamento della pompa di calore proviene infatti dall'ambiente esterno (l'energia trasferita è insomma più di quella consumata): significa che per 1 kWh di energia elettrica consumato si forniscono 4 kWh di calore al mezzo da riscaldare (preferibilmente un sistema di pannelli radianti). Se quel 25% restante può esser generato da un impianto fotovoltaico, la climatizzazione diventa totalmente a energia rinnovabile.

In teoria, certo, perché sui calcoli influiscono diverse variabili di rendimento, c'è sempre uno scalino fra l'energia prodotta dal fotovoltaico e quella consumata dalla pompa di calore, su base annua (la resa del solare è inferiore nei mesi invernali); e ai fini dell'autoconsumo occorre valutare anche le condizioni dell'involucro: a riprova del fatto che per ottenere risparmio energetico il sistema va visto in un'ottica integrata.

«A supplire allo sfasamento vengono incontro le tecnologie di accumulo, come le batterie, e i meccanismi di scambio sul posto. Ma la combinazione pompa di calore-fotovoltaico conviene soprattutto a chi trascorre in casa tanto tempo, incluse quindi le ore centrali della giornata, perché così si privilegia lo scambio contestuale», precisa Davide Chiaroni, vice direttore Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano. Senza considerare l'apporto dei sistemi di accumulo, quali sono i vantaggi dell'integrazione? Prendiamo ad esempio famiglie di quattro persone, con consumi elettrici di 3mila kWh annui e fabbisogno termico per riscaldamento e acqua calda sanitaria di 6mila kWh (Palermo, zona climatica B), 10mila kWh (Roma, zona D) e 16mila kWh (Milano, zona E). In assenza di pompa di calore, e con un costo dell'elettricità di 0,20 €/kW (tariffa D2), l'autoconsumo dell'impianto fotovoltaico standard da 3 kW è pari al 21% (Palermo), 30% (Roma), 34% (Milano). «Nelle zone climatiche più fredde – prosegue Chiaroni – la produzione fotovoltaica è minore e quindi in proporzione maggiore la quota che può esser sfruttata. L'investimento per l'impianto fotovoltaico da 3kW (7mila euro circa), calcolando la detrazione fiscale del 50% e lo scambio sul posto, ritorna rispettivamente in 8, 10 e 12 anni».

Ipotizziamo allora che queste famiglie installino una pompa di calore aria/acqua per riscaldamento, raffrescamento e acs (Cop medio annuo 3,5 e potenza elettrica di 4 kW). Il consumo elettrico annuo totale della pompa è pari a 907 (Palermo), 1.412 (Roma) e 2.169 kWh (Milano), ma viene coperto per il 60% dalla produzione fotovoltaica. Come si vede nel grafico in pagina, a quel punto le quote di autoconsumo aumentano di molto, arrivando al 35% (Palermo), 50% (Roma) e 65% (Milano). E quasi si dimezzano i tempi di pay-back: l'investimento si ripaga in 5 (Palermo), 6 (Roma) e 7 anni (Milano). È vero infatti che, con l'installazione della pompa di calore, si passa in tariffa D3, salgono i consumi elettrici totali (a 3.900, 4.412 e 5.169 kWh annui), è il costo medio dell'energia elettrica diventa di 27 centesimi per ogni chilowattora. «Ma proprio questo allarga la convenienza del fotovoltaico – evidenzia Chiaroni – perché è come se a quel prezzo si "vendesse" la parte di autoconsumo in aumento, che prima veniva invece scambiata sul posto (a 8-12 centesimi, ndr). Insomma, si può dire che per il fotovoltaico il beneficio è tanto maggiore quanto più aumenta il costo dell'elettricità»

Il primo luglio scatta la sperimentazione della tariffa "piatta" per le famiglie che usano una pompa di calore come unico sistema domestico di riscaldamento (esclusi quindi i sistemi ibridi o combinati, con caldaia). Applicabile alle sole abitazioni di residenza, ma non ai condomini, la nuova D1 vedrà un unico prezzo per ogni kWh (circa 23 centesimi), indipendentemente dal volume di consumo annuo. Al contrario delle tariffe domestiche ora in vigore (D2 e D3) che sono progressive e spingono le bollette a crescere più che proporzionalmente all'incremento dei consumi.
«L'installazione di una pompa di calore per riscaldamento, raffrescamento e Acs comporta un aumento della potenza di connessione e spesso il passaggio dalla D2 (per allacciamenti residenziali fino a 3 kW) alla più onerosa D3 (potenza superiore a 3 kW), o il ricorso a un secondo contatore dedicato per la tariffa Bta con conseguente aumento dei costi fissi annui», spiega Fernando Pettorossi, capo del gruppo italiano pompe di calore del Co.Aer (Associazione costruttori apparecchiature ed impianti aeraulici). La nuova tariffa è dunque più conveniente per chi ha consumi annui elevati, anche se è bene valutare le soglie sui singoli casi; e per chi ha un impianto fotovoltaico, tener conto della quota di fabbisogno energetico non coperta dall'autoproduzione.

Per chi oggi dispone di una pompa di calore allacciata all'unico contatore di casa, con potenza impegnata di 3 kW (tariffa D2), la D1 conviene per consumi totali superiori a 4.500 kWh/anno; se la potenza è superiore a 3 kW (tariffa D3), conviene per consumi almeno pari a 2.700 kWh/anno. Per chi invece ha una pompa di calore allacciata a un contatore separato (tariffa Bta), la D1 risulta più conveniente sempre, qualunque siano i valori di potenza impegnata e di consumo. Si potrà fare richiesta della nuova tariffa dal 1° luglio 2014 al 31 dicembre 2015, compilando il modulo reso disponibile dal proprio venditore di energia elettrica e allegando la documentazione tecnica sull'impianto. La pompa di calore deve rispettare gli stessi requisiti minimi di prestazione previsti per l'accesso al eco-bonus fiscale del 65 per cento.

Fonte articolo: http://www.casa24.ilsole24ore.com/art/mercato-immobiliare/2014-06-25/pannello-fotovoltaico-rendere-doppio-161631.php?uuid=Abm2tywJ

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