Gli italiani investono negli immobili commerciali

Aumenta a buon ritmo il numero delle compravendite del settore commerciale che, secondo quanto reso noto dall’Agenzia delle Entrate, ha registrato nel primo semestre di questo 2017 un bel +5,9% su base annua.


Segnali dunque decisamente positivi per un comparto che aveva risentito non poco degli effetti della dura crisi economica che ha colpito il nostro Paese ma che adesso sembra lasciare gradualmente il posto al ritrovato interesse per l’acquisto di attività sia da parte di investitori che degli stessi imprenditori.

 

Contratti di vendita, ma non solo

Se gli investitori preferiscono in linea di massima l’acquisto, gli utilizzatori si sentono invece più orientati verso l’affitto di immobili che registrano dal 2008 una riduzione del canone di locazione piuttosto accentuata, attorno al -42,6%.
In tutti i casi la metratura più gettonata per le attività commerciali sembra essere attorno ai 100 mq, quasi sempre con una predilezione maggiore nelle vie di passaggio.


A preferire zone meno battute sono più in generale negozi di vendita al dettaglio o comunque attività specifiche che non richiedono necessariamente una posizione di visibilità come anche, ad esempio, uffici o studi.
È il settore della ristorazione ad evidenziare una domanda sempre più vivace e dinamica, in particolar modo nelle grandi città ad alta vocazione turistica come Milano, Roma, Firenze, Verona e Torino che stanno polarizzando sempre di più l’attenzione dei retailer a caccia di affari immobiliari.


Fonte articolo: Immobiliare.it

Il 2017 chiuderà con oltre 500mila compravendite

Compravendite in crescita anche se ad un ritmo "fisiologicamente" più basso.


Buoni segnali sul fronte dell’avvicinarsi dell’inversione di tendenza nell’andamento dei prezzi e dal punto di vista della diminuzione di sconti e tempi di vendita. 

 

È il quadro generale che emerge nel terzo Osservatorio sul Mercato Immobiliare 2017 stilato da Nomisma.
Archiviato, a fine 2016, un incremento delle compravendite immobiliari pari al 16%, "si stima una significativa riduzione della crescita che dovrebbe attestarsi nell’ordine del +5% ad esito delle dinamiche che hanno interessato il segmento abitativo (+5,5%) e quello terziario e commerciale (+2,2%)".

A giudizio dell’istituto bolognese "nel 2017 l'euforia si è leggermente affievolita, lasciando spazio ad una maggiore oculatezza nelle scelte che scaturisce dalla valutazione dei fattori di debolezza ancora presenti sul mercato" tanto che "le compravendite di abitazioni in Italia si attesteranno poco sotto le 545.000: considerando come termine di paragone il 2006, ultimo anno della fase espansiva, il mercato residenziale si è ridimensionato di circa il 36,6%, pari a oltre 300.000 contratti stipulati in meno".


Quanto ai prezzi, l’Istituto emiliano rileva "come per effetto della pressione della domanda" questi "risultino in media ormai prossimi all'invarianza; per questo i cambiamenti registrati potrebbero indurre la componente d'investimento, pressoché scomparsa dal mercato al dettaglio, a riattivarsi".

Guardando alle alle locazioni, Nomisma rileva un crescente ottimismo da parte degli agenti interpellati: il settore è trainato dalla domanda di locazioni brevi (temporanee), da parte di lavoratori in mobilità sul territorio oltreché di giovani (per motivi formativi o esigenze lavorative).


I Mutui 

"Le convenzioni notarili per mutui finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare (111.235) registrano una flessione del 2% rispetto al trimestre precedente e un aumento dell’1,3% su base annua" dice una nota dell'Istat. La flessione congiunturale interessa tutto il territorio nazionale, ad esclusione del Sud che si mantiene stabile. In termini tendenziali la crescita interessa Nord-ovest (+3,6%), Sud (+2,5%) e Centro (+0,7%); Nord-est e Isole registrano invece un calo (-1,4% e -0,6% rispettivamente). Le città metropolitane segnano un aumento del 3,6%, i piccoli centri un leggero decremento pari allo 0,4%».

Nel confronto con lo stesso periodo del 2016, il primo semestre 2017 mostra segnali di espansione sia per le compravendite (+4,4%) che per i mutui (+5,5%).


Fonti articolo: IlSole24ore.com 1 e 2

Gli immobili efficienti si vendono prima e con più guadagno

In Trentino Alto Adige e in Veneto oltre il 10% degli annunci di vendita riguarda immobili in classe A; record negativi in Toscana e Lazio, dove circa il 70% degli annunci ha per oggetto abitazioni energivore.


Quella della riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare italiano è una partita ancora aperta, sebbene qualcosa sembra essere cambiato negli ultimi due anni, soprattutto quando si parla del mercato delle compravendite. 

Analizzando gli annunci di immobili residenziali in vendita in Italia su Immobiliare.it è emerso infatti che il 23,5% delle abitazioni sul mercato vanta una classe energetica alta o media (D e superiori). A una domanda che, in un caso su due (53%), sia per l’acquisto sia per l’affitto si orienta su immobili efficienti, il mondo delle locazioni non risponde allo stesso modo, considerando che solo il 13,7% delle case in affitto è in classe D o superiore.


La sensibilità di chi cerca casa verso il valore di una classe energetica efficiente, inoltre, è in crescita: confrontando il dato della domanda con quello della rilevazione del 2015, risultano in aumento sul sito le ricerche di immobili in classe A (+3% sia per gli acquisti che per le locazioni).


"Chi vuole vendere casa ha chiaro il valore della riqualificazione energetica del suo immobile, che porta a concludere le trattative in tempi mediamente più veloci e con un guadagno maggiore –  dichiara Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Immobiliare.it – La percezione del valore di questi interventi non è altrettanto forte in chi decide di affittare: a una domanda di locazione sempre più esigente e in aumento non corrisponde ancora un incremento della qualità degli alloggi offerti".


Le differenze regionali        

A fronte del quadro nazionale appena delineato, fra le regioni sussistono consistenti differenze. Per quanto riguarda gli annunci di vendita di immobili in classe energetica A e superiori, vale a dire di nuova costruzione, il Trentino Alto Adige e il Veneto risultano le Regioni più virtuose: in entrambe la percentuale di immobili in queste classi rappresenta circa il 10% del totale delle inserzioni.
Di contro, le Regioni dove oltre il 60% degli immobili in vendita è energivoro (dalla classe E alla classe G) sono quattro e sono, nell’ordine, Toscana, Lazio, Liguria e Sicilia.


Fonte articolo: Infobuild.it

Più compravendite accorciano i tempi di vendita

Si rafforza la domanda di abitazioni e diminuisce la pressione verso il ribasso dei prezzi.


Questi, in sintesi, i risultati del consueto sondaggio congiunturale realizzato da Banca d’Italia, Tecnoborsa e dall’Agenzia delle entrate sul mercato delle abitazioni in Italia nel terzo trimestre 2017.

Secondo il sondaggio è diminuita la quota di operatori che segnala ulteriori tendenze al ribasso delle quotazioni. Inoltre, nel confronto con la precedente rilevazione gli indicatori segnalano che il numero di potenziali acquirenti è aumentato mentre i margini di sconto sul prezzo inizialmente richiesto dal venditore e i tempi di vendita hanno registrato un calo.


I mutui ipotecari, poi, hanno continuato a finanziare una quota assai ampia delle compravendite, intorno all'80%. Anche il rapporto fra prestito e valore dell'immobile è rimasto su valori ciclicamente elevati, superiori al 70%. Le attese degli operatori sulle prospettive del mercato immobiliare, infine, sono divenute significativamente più favorevoli.


Fonte articolo: IlSole24ore

 

 

Deposito prezzo: più tutele per chi compra e vende casa

Il Notariato dedica una guida (disponibile qui) al cosiddetto deposito prezzo, cioè in sostanza la possibilità di bloccare il pagamento di una compravendita immobiliare su un conto corrente dedicato gestito del notaio fino alla definitiva trascrizone dell’atto nei registri immobiliari.


La novità, introdotta dalla legge sulla concorrenza (legge 124/2017, articolo 1, commi 63 e seguenti) è entrata in vigore lo scorso 29 agosto.

"È ancora prematuro fare una stima precisa sulla diffusione del deposito del prezzo negli studi notarili, ma i primi dati evidenziano comunque che in alcune zone di Italia si inizia ad utilizzare questo strumento di tutela – commenta Giampaolo Marcoz, consigliere nazionale del Notariato con delega alla comunicazione –. Con questa campagna informativa il Consiglio Nazionale del Notariato intende fornire ai cittadini alcuni importanti chiarimenti per meglio comprendere le opportunità di tutela che tale nuovo istituto fornisce".


Chi compra è esposto al rischio che tra la data del rogito e la data della sua trascrizione venga pubblicato un gravame a carico del venditore: un’ipoteca, un sequestro, un pignoramento, una domanda giudiziale, eccetera. "Scenari di questo tipo – precisa il Notariato – si sono verificati assai raramente perché i notai adempiono all’obbligo della trascrizione in tempi molto brevi, quasi azzerando i rischi".

Cosa prevede la legge 

Importando in Italia una prassi già da tempo vigente in Francia, la nuova legge afferma che qualora sia "richiesto da almeno una delle parti", il notaio deve tenere in deposito il saldo del prezzo destinato al venditore fino a quando non sia eseguita la formalità pubblicitaria con la quale si acquisisce la certezza che l’acquisto si è perfezionato senza subire gravami. 


"Si tratta di una tutela facoltativa: in sede di rogito l'acquirente – spiega il Notariato – a seconda dei casi, può optare per avvalersene o rinunziarvi. Sarebbe opportuno che tale opzione venisse manifestata prima del rogito, ma nulla esclude, comunque, che di fronte a motivi gravi sopravvenuti e imprevedibili, si possa manifestare l'opzione anche direttamente alla stipula.


Le somme che il notaio si vede versare da parte dell'acquirente (e che dovranno necessariamente essere intestate non al venditore, bensì al notaio stesso) saranno da lui segregate su di un conto corrente dedicato che ha appositamente acceso in banca con la destinazione di conto dedicato ai sensi della Legge 147/2013".
Queste somme sono assolutamente al sicuro: sia perché sono separate dal patrimonio del notaio (non cadono nella sua successione, in caso di premorienza; non vanno nella comunione legale del coniuge; sono impignorabili da parte dei suoi creditori) sia perché sono impignorabili anche dai creditori del venditore. Non solo. Gli interessi attivi che produce il conto dedicato vanno a beneficio delle piccole e medie imprese.


Alcuni casi specifici 

La Guida specifica che il nuovo strumento possa tornare utile in alcune fattispecie particolari:

- Nel caso di presenza di un pignoramento o di una ipoteca esistente si può convenire in atto che «il prezzo venga pagato solo ad avvenuta cancellazione di dette formalità».
- Se la casa è soggetta a prelazione legale "si conviene che il prezzo venga pagato una volta che sia venuta meno la possibilità di esercitare la prelazione".
- Se la casa non è agibile, nell’atto si può prevedere "che il prezzo venga pagato solo ad avvenuta presentazione della segnalazione certificata di agibilità".
- Se non è libera da persone o cose il prezzo sarà pagato solo ad avvenuta consegna della casa libera all’acquirente.
- Nel caso di debiti del venditore, ad esempio se questo non ha ancora saldato tutte le spese condominiali a suo carico le spese condominiali a suo carico, "presso il notaio vengono depositate le somme necessarie a coprire tali spese con l'incarico per il notaio di effettuare i pagamenti richiesti dall'amministratore di condominio".


Anche chi vende è tutelato 

Le tutele, sostiene il Notariato, sono anche per il venditore: "Il deposito del prezzo garantisce il corretto e sicuro perfezionamento del trasferimento del denaro dall’acquirente al venditore, il quale incasserà le somme dopo qualche giorno ma non correrà alcun rischio in ordine all’effettivo incasso della somma pattuita".
L’operazione del Notariato rientra nella campagna informativa #casaconviene del Ministero dell'Economia e delle Finanze.


Fonte articolo: IlSole24ore.com

 

Compravendite: quasi il 50% riguarda la prima casa

Secondo le statistiche diffuse dal Notariato in occasione del 52esimo Congresso nazionale in corso a Palermo, ottenute elaborando i dati in possesso del 92% dei notai in esercizio,nel primo semestre 2017 sono state effettuate 401.432 compravendite di beni immobili, terreni agricoli compresi.


Di queste 300.929 hanno riguardato i fabbricati (destinati ad abitazione e locali pertinenziali, cioè box, cantine e posti auto).

È il Nord a trainare il mercato con più del 56% dei trasferimenti immobiliari (in particolare al Nord-Ovest il 34,8%, al Nord-Est il 21,6%), mentre al Centro si registrano il 17,7% degli atti, al Sud 18,1% e nelle isole il 7,7%. "Un dato positivo lo fa registrare il Friuli-Venezia Giulia con un +10,7%, la Valle d'Aosta con un +6,4%, il Trentino-Alto Adige con un +4,4%. Al Centro – si legge in una nota – in controtendenza con il resto delle regioni della zona, si pone l’Umbria con un +7,9%. Anche la Lombardia e il Veneto restano in ambito positivo, rispettivamente con un +2,6% e un +0,7%. La Lombardia si conferma la regione in cui vengono scambiati più immobili con 82.561 trasferimenti pari a 824 trasferimenti ogni 100mila abitanti".


Le compravendite di prima casa tra privati riguardano il 49,6% delle transazioni registrate, nel 26,4% dei casi si tratta di acquisti "seconda casa" tra privati, nel 17,1% di seconda casa da impresa e solo nel 6,9% di prima casa da impresa. Ad acquistare la prima casa è maggiormente la fascia di età compresa tra i 18 e 35 anni: si tratta del 39,5% dei trasferimenti in crescita del 3% rispetto al 2016.


"Anche nel primo semestre 2017 – continua la nota – come nel primo semestre dell’anno precedente, il 55% delle operazioni di acquisto di fabbricati e il 97% degli acquisti di terreni agricoli e l'85% di quelli edificabili rientrano sotto il prezzo di 100mila euro".


Trend positivo per i mutui 

Si registra un aumento del 2% "sui nuovi finanziamenti con garanzia ipotecaria su fabbricati, ma resta la propensione ad una certa prudenza e una bassa propensione al rischio del mondo bancario visto che oltre il 70% dei mutui erogati non supera l’importo di 150mila euro". Significativo però anche l’aumento di oltre il 10% per i finanziamenti di importo superiore ai 500mila, "segnale di una timida ripresa dei grandi investimenti", sottolinea il Notariato. Nel primo semestre aumenta anche di circa il 9% l’importo erogato per i nuovi finanziamenti.


Secondo i notai, è secondario il ruolo delle surroghe (anche qui in contrasto con le rilevazioni di molti operatori di mercato): i nuovi finanziamenti ipotecari rappresentano infatti il 78% del totale. La fascia di età più finanziata è quella da 18-45 anni, a cui sono destinati il 70% dei finanziamenti.

Donazioni in calo 

"Rispetto al 2016 si rileva un calo generalizzato degli atti di donazione, più netto nel campo immobiliare che in quello dei beni mobili. Resta confermato che queste ultime si concentrano più al Nord". Quanto alle donazioni di immobili, "rimangono stabili le percentuali relative alle donazioni di piena (52,3% nel 2017 e 52,2% nel 2016) e nuda proprietà (17,5% nel 2017 e 17,3% nel 2016)".


Fonte articolo: IlSole24ore.com

 

Entrate: le compravendite di abitazioni +3,8%; vola il mercato delle pertinenze

Il mercato immobiliare italiano continua a dare segnali positivi.


I dati del secondo trimestre pubblicati con le Statistiche trimestrali elaborate dall'Osservatorio del Mercato Immobiliare delle Entrate mostrano infatti un incremento generalizzata. 

Le transazioni delle abitazioni sono aumentate del 3,8%, mentre le compravendite delle pertinenze (cantine e soffitte) crescono del 10,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il settore terziario commerciale, che comprende uffici e negozi, sale del 6,2%, mentre il settore produttivo mostra una crescita del 4,9%. I tassi di crescita del mercato immobiliare hanno tuttavia registrato un rallentamento rispetto al primo trimestre dell'anno.


Il mercato delle abitazioni prosegue nel sentiero di risalita che ha caratterizzato gli ultimi 3 anni. Nel periodo tra aprile e giugno 2017 sono state scambiate 145.529 abitazioni, circa 5 mila in più rispetto al 2016, registrando però una crescita rallentata rispetto al trimestre precedente. Le compravendite di depositi pertinenziali sono state più accentuate nei comuni minori (+11,9%) rispetto ai comuni capoluogo (+6,9%), mentre gli scambi che hanno riguardato i box e i posti auto hanno avuto un andamento positivo (+2,7%) ma abbastanza eterogeneo, con performance molto diverse tra i capoluoghi, che hanno chiuso con segno meno, e i centri minori, in cui il mercato è stato positivo.


Il mercato residenziale, spiega l'Agenzia, cresce un po' di più nelle grandi città (+4,4%). Il risultato migliore è stato registrato a Napoli, dove gli acquisti di abitazioni sono aumentati del 13,6%. Seguono Palermo (+8,3%) e Torino (+5,7%). Roma e Milano si sono allineate alla media complessiva delle metropoli, facendo segnare valori di poco superiori al 4% (rispettivamente +4,5% e +4,1%). Più statico il mercato nelle città di Genova (+1,3%) e Firenze (+0,9%), mentre Bologna è l'unica tra le grandi città a mostrare un dato negativo (-4,3%), con poco più di 1.500 compravendite.


Per quanto riguarda il settore terziario commerciale, aumentano del 6,2% gli scambi, grazie al traino del nord ovest e delle isole, aree che segnano il recupero più elevato (rispettivamente +10,9% e +7,6%). Nelle grandi città spiccano i risultati delle compravendite di uffici, in crescita del 18%, e dei negozi, con +10,7% rispetto allo stesso trimestre del 2016.


Nel settore produttivo le compravendite di capannoni e industrie crescono del 4,9%: nonostante il tasso tendenziale sia ridimensionato, i dati del secondo trimestre 2017 si riavvicinano ai livelli che hanno preceduto il crollo del 2012. Il rialzo del settore è sostenuto soprattutto dalla crescita degli scambi nelle aree del centro e del nord ovest, (rispettivamente +18,7% e +11,3%), mentre sono più timidi i recuperi al nord est (+3,5%) e al sud (+0,3%); in netta controtendenza le isole, dove si è invece rilevato un pesante calo delle compravendite (-37,3%).


Fonte articolo: Milanofinanza.it

 

Scenari Immobiliari: la crisi è finita. L'Italia cresce del 6%

La recessione è ormai alle nostre spalle, ma da Paese a Paese cambia l'intensità della crescita.


Questi alcuni dei dati che emergono dall’European Outlook 2018, presentato a Milano da Scenari Immobiliari, in seguito al quale si terrà il 25° Forum Scenari a S. Margherita Ligure il 15 e 16 settembre.

In tutti i comparti aumentano gli scambi e anche le quotazioni salgono più dell’inflazione. "Anche in Italia – ha detto Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, illustrando i dati dell’European Outlook 2018 – la crisi è finita, ma la ripresa appare più delicata, a causa delle debolezze strutturali del nostro Paese".

Il fatturato delle cinque principali nazioni europee in rialzo del 6% nel 2017

A livello delle cinque principali nazioni europee il fatturato dei mercati nel 2017 crescerà del 6% per arrivare quasi al 9% il prossimo anno. Spagna e Francia nel 2018 si troveranno in vero boom con fatturati in crescita superiore al 10 per cento. Anche l’Inghilterra dovrebbe recuperare dopo un cattivo biennio. La Germania crescerà in linea con l’Italia, poco più del 6 per cento.


La Germania, però, a differenza del nostro Paese e delle altre nazioni UE, ha superato indenne la crisi immobiliare. Il fatturato europeo è sceso (in termini monetari) del 7,3%, ma di oltre il 10% in quattro Paesi. I prezzi medi delle case sono scesi di quasi il 9% in Eu5, ma del 35,6% in Spagna e del 15,6% in Italia.
Milano e Roma hanno resistito alla crisi e ora si trovano con quotazioni medie leggermente superiori a dieci anni fa. Solo le città del nord Europa hanno registrato incrementi elevati.

Prezzi in ripresa in quasi tutti i settori

Dall’European Outlook 2018 di Scenari Immobiliari emerge che i prezzi sono in ripresa in quasi tutti i settori (salvo l’industriale) con punte superiori al 4% in Germania e Spagna. Anche in Italia il dato medio nazionale è di un incremento dello 0,3 % nel residenziale a fine anno e un più netto 1,1 % di previsione per il 2018. 


"È una media tra dati ancora molto diversi da città a città – commenta Breglia. Mentre a Milano, Venezia e in altre città le quotazioni sono in netto rialzo, nella maggior parte dei capoluoghi i prezzi sono ancora fermi o in lieve calo".

Dal 2000 il mercato italiano è cresciuto del 50%

Tra il 2000 e oggi il mercato immobiliare italiano è cresciuto di quasi il 50%, crescendo più della media europea (quasi il 30 per cento). La ripresa imboccata si consoliderà nel corso del prossimo anno, con un più 6,5% nel residenziale (attese 630mila compravendite) e in settori in pieno boom come l’alberghiero.

Breglia: Gli spazi di crescita del nostro mercato sono notevoli, nella locazione residenziale, nel terziario innovativo (come il co-working) e nell’area dei servizi

E aggiunge: "Sono necessari investimenti per la messa in sicurezza delle case. Non va dimenticato che c’è quasi un milione di case in corso di costruzione, bloccate dai fallimenti o dai concordati delle imprese edili. La tassazione allontana investitori istituzionali e privati. Ci troviamo così marginali in un contesto dove l’immobiliare è uno strumento di cambiamento urbano e di allocazione di grandi risorse".

Fonte articolo: Corriere.it

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