Affittare una stanza della propria casa: poche e semplici regole

In epoca di sharing economy – e con la necessità di rendere un po’ più sostanzioso il proprio conto corrente – sono sempre di più le persone che decidono di affittare la stanza libera all’interno della propria casa.


E lo fanno in autonomia oppure affidandosi a piattaforme specializzate. Un trend che ha sollevato numerose polemiche e che ha spinto molti a domandarsi se si tratti di una pratica del tutto legale.

A fornire utili chiarimenti è "La legge per tutti", spiegando che non c’è una legge che vieti di farlo, a patto però che vengano rispettati determinati vincoli.

 
Informarsi sui vincoli del proprio comune

La prima cosa da fare, se si decide di diventare “host”, è informarsi sui vincoli del proprio comune in materia. Ogni municipio, infatti, detta le sue condizioni per quanto riguarda la locazione immobiliare di breve durata destinata ai turisti.


Se si è in affitto, interpellare il padrone di casa

Se poi l’immobile che si vuole mettere a disposizione degli ospiti non è di proprietà, bisogna interpellare il padrone di casa per sapere se ha qualcosa in contrario al subaffitto di un locale, soprattutto se il contratto di locazione non lo prevede o lo vieta. Se il proprietario non fosse informato e venisse a saperlo, il rischio è quello di perdere il contratto di affitto in anticipo e di dover comunque pagare il resto dei canoni.


Assicurazione

Altro aspetto molto importante è quello assicurativo. Non basta l’assicurazione sul locale o sulla casa, è necessaria anche una polizza che copra la responsabilità civile e che risponda sia per il danno all’ospite sia per quello che l’ospite stesso può provocare a terzi.


CAUZIONE

Per mettersi al riparo da possibili danni involontari, è bene chiedere anche una cauzione all’ospite, da restituire alla fine del suo soggiorno.


LE TASSE

Un altro capitolo fondamentale è quello relativo al fisco. Oltre a pagare le abituali tasse in base al reddito prodotto da questa attività, è necessario non dimenticare la tassa di soggiorno. Un’imposta che tutte le strutture ricettive incassano dai propri ospiti e che poi deve essere versata al Comune. Esiste, poi, una legge che permette la locazione turistica, da stipulare mediante scrittura privata, per un massimo di un mese. Per questi 30 giorni non si applica la cedolare secca sugli affitti, quindi chi mette a disposizione la camera della sua casa non deve pagare delle tasse aggiuntive.


Fonte articolo: Idealista.it



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