Decreto mutui: cosa cambia per i consumatori

La ripresa del mercato dei mutui in Italia era stata confermata proprio pochi giorni fa dal rapporto mensile dell'Associazione Bancaria Italiana (ABI), grazie anche alla politca espansiva della BCE ma anche al decreto mutui


Il 20 aprile scorso il governo ha varato il Decreto legislativo sui mutui, attuando la direttiva europea sui "contratti di credito ai consumatori relativi a beni immobili residenziali", che stabilisce maggiori protezioni per i consumatori.

 

Nello specifico, la finalità della direttiva è quella di garantire un elevato livello di protezione dei consumatori che sottoscrivono contratti di credito relativi a beni immobili (mutui immobiliari garantiti da ipoteche o finalizzati all’acquisto del diritto di proprietà su un immobile).  La direttiva impone, tra l’altro, che siano fornite al consumatore informazioni precontrattuali dettagliate su un Prospetto Informativo Europeo Standardizzato (PIES o ESIS), spiegazioni adeguate prima della conclusione del contratto di credito e chiarimenti in ordine al calcolo del tasso annuo effettivo globale (TAEG).


Il decreto legislativo chiarisce l’ambito di applicazione delle nuove norme che è circoscritto a: mutui aventi ad oggetto la concessione di credito garantito da ipoteca su un immobile residenziale; mutui finalizzati all’acquisto o alla conservazione del diritto di proprietà su un terreno o su un immobile edificato o progettato.


Vengono individuati, inoltre, i canoni di comportamento per i finanziatori e gli intermediari del credito che offrono contratti di credito ai consumatori (canoni di diligenza, correttezza, trasparenza e attenzione ai diritti e agli interessi dei consumatori). Recependo i contenuti dei pareri parlamentari sono state inserite norme che vengono incontro ai consumatori in difficoltà a pagare le rate del mutuo. Viene previsto che la Banca d’Italia, nelle disposizioni attuative, abbia particolare riguardo ai casi di eventuale stato di bisogno o di debolezza del consumatore, oltre agli obblighi informativi e di correttezza del finanziatore.


Nella stipula del contratto le parti possono convenire attraverso clausola espressa che, in caso di inadempimento del consumatore, la restituzione o il trasferimento del bene dato a garanzia o dei proventi della vendita del bene stesso, comportino l’estinzione dell’intero debito anche se il valore del bene immobile restituito (o i proventi) sia inferiore al debito residuo. Qualora il valore dell’immobile o i proventi dalla vendita siano invece superiori al debito residuo, il consumatore ha diritto all’eccedenza. La possibilità di acconsentire, da parte del consumatore, al trasferimento della proprietà dell’immobile in caso di inadempimento, è applicabile solo ai futuri contratti


E’ stata altresì prevista l’assistenza obbligatoria di un consulente per il consumatore che intenda sottoscrivere questa clausola. E’ stata estesa a 18 mesi di rate mensili non pagate la soglia oltre la quale si ha “inadempimento” da parte del consumatore, rispetto alle 7 rate previste dalla versione iniziale.
Con l'aiuto di queste nuove garanzie si spera che il mercato immobiliare possa tornare a crescere con vigore, visti i segnali positivi già visti nel 2015. Secondo il Rapporto Immobiliare 2016 sul settore residenziale realizzato dall'Agenzia delle Entrate in collaborazione con l'ABI, nel 2015 le compravendite di case sono state pari a circa 499.000, in crescita del 6,5% rispetto al 2014. Si tratta di un'accelerazione rispetto al 2014 che si era chiuso con un aumento delle compravendite del 3,5%. Gli italiani sono dunque tornati ad investire sul mercato immobiliare, grazie ad un maggiore ottimismo nella ripresa ma anche intimoriti dal fatto che i prezzi delle case stanno tornando a salire.  


IL TREND DEI MUTUI NEL 2016

La domanda di mutui conferma nel 2016 il trend di progressivo recupero verso i volumi pre-crisi.
Ad aprile le richieste di finanziamento hanno fatto registrare un incremento dell’8,6% rispetto allo stesso mese del 2015, periodo che a sua volta si era caratterizzato per un rialzo superiore al 70% sull’anno precedente. In termini assoluti, il numero di domande dello scorso mese rappresenta un valore record dall’inizio del 2011.
Il merito è da attribuire sia al basso livello dei tassi interesse e degli spread applicati dagli istituti di credito che alla riduzione dei prezzi di acquisto delle case che stimolano l’interesse delle famiglie a investire sul mattone.


L’indagine conferma la tendenza da parte degli italiani a richiedere finanziamenti di valore minore rispetto al passato, visto che l’importo medio si è attestato sui 122.683 euro. La cifra è in lieve aumento rispetto i 121.911 del corrispondente mese del 2015 ma ancora lontana dai quasi 141 mila euro dell’aprile 2010, il valore più alto degli ultimi 6 anni.
La progressiva riduzione dell’importo richiesto è da attribuire alla preferenza degli acquirenti a pagare una rata mensile che gravi il meno possibile sul reddito disponibile. Inoltre, le minori somme dipendono anche dall’incidenza delle surroghe che si caratterizzano per somme più contenute rispetto ai nuovi mutui.


Dunque la fascia d’importo compresa tra i 100 e i 150.000 euro resta la preferita dagli italiani con il 29,5% del totale, mentre quella al di sotto dei 100 mila euro si attesta sul 48,7%. Sale la percentuale dei finanziamenti sopra i 300 mila euro che registrano una quota del 2,7%.
Per quanto riguarda la distribuzione della domanda di mutui per classi di durata, si nota che quella compresa tra 15 e 20 anni risulta essere la più richiesta con il 23,4% del totale. I 2/3 delle domande (66,8%) prevedono un arco temporale superiore ai 15 anni.
Infine, il CRIF mette in evidenza che l’età dei richiedenti si concentra maggiormente nella fascia tra i 35 e i 44 anni con il 36,3%, seguita dai 25-34enni con il 25%: si abbassa invece il numero di futuri mutuatari sotto i 24 anni, segno che la precarietà lavorativa dei giovani è un problema tutt’altro che superato.


Fonti articolo: Mutui.segugio.it, Mutuionline.it



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