Cosa manca al decollo dell'immobiliare?

La ripresa del settore immobiliare stenta a decollare. L’evidente miglioramento del clima di fiducia fatica, infatti, a tradursi in una dinamica inequivocabilmente espansiva delle compravendite.


L’arretramento tendenziale, in parte imputabile agli effetti delle modifiche della normativa fiscale introdotte a partire dall’1/1/2014, che hanno portato a concentrare all’inizio dello scorso anno transazioni che altrimenti si sarebbero concluse sul finire del 2013, dimostra una volta di più che il percorso di uscita dalla crisi sarà lungo e non privo di ostacoli.

A frenare la risalita sono fattori sia di domanda che di offerta. Se non vi sono dubbi che la prospettiva di crescita economica abbia favorito l’impennata delle intenzioni di acquisto delle famiglie, pare altrettanto evidente la fragilità di una parte rilevante di esse e il conseguente bisogno di supporto, tanto da parte della propria rete familiare quanto del sistema bancario. Si tratta perlopiù di domanda finalizzata al soddisfacimento di un fabbisogno primario, a lungo compresso a causa della crisi, che si manifesta in maniera diretta o, in misura tendenzialmente decrescente, “mediata” da parenti prossimi, in virtù di una migliore dotazione finanziaria.


Al contempo, risulta significativo l’incremento dell’incidenza della componente di investimento, a riprova del diffondersi delle aspettative di ormai prossimo rilancio del settore.
Si va affacciando sul mercato una domanda composita, in parte minoritaria solvibile e nelle condizioni di cogliere le opportunità scaturite dalla crisi senza il bisogno di ricorrere a sostegni esterni e, in parte ampiamente prevalente, indebolita dalla recessione e talmente precaria dal punto di vista delle prospettive da non poter prescindere dal ricorso a forme di sostegno.


È, dunque, dalla disponibilità del sistema bancario ad accettare la scommessa sulle capacità di rimborso dei richiedenti o, in caso di default, di copertura del debito da parte delle garanzie immobiliari, che dipendono le possibilità di rilancio del settore. A tal proposito i segnali paiono meno netti ed univoci di quanto sarebbe lecito attendersi sulla base delle condizioni praticate e, più in generale, delle intenzioni dichiarate dalla maggior parte degli istituti.


Il sistema bancario preferisce privilegiare iniziative di portabilità, il cui livello di rischiosità risulta più contenuto, sia in ragione della minore esposizione residua che della disponibilità di informazioni sulle abitudini di pagamento del richiedente, piuttosto che sostenere nuove operazioni. L’effetto complessivo dell’incremento delle erogazioni registrato nell’ultimo anno risulta, pertanto, modesto e in alcun modo paragonabile all’impennata della domanda rilevata nello stesso periodo.


Ad ostacolare la capacità di realizzo e, più in generale, le possibilità di ripresa del comparto immobiliare, ha senz’altro contribuito la rigidità dei valori rispetto al cambiamento delle condizioni di contesto. Lo sfasamento temporale con cui i prezzi hanno inaugurato la parabola discendente rispetto all’esordio della fase negativa sul versante delle compravendite ha finito per ampliare l’orizzonte recessivo. L’ulteriore flessione registrata nel primo semestre di quest’anno s’inserisce, dunque, in un processo di graduale avvicinamento a posizioni di equilibrio, il cui raggiungimento, alla luce delle tendenze rilevate, parrebbe ormai prossimo.


L’importante stimolo garantito dal progressivo miglioramento della prospettiva macroeconomica necessita di due imprescindibili elementi per potersi trasformare in dinamica pienamente espansiva del settore immobiliare: da un lato un allentamento della selettività del sistema bancario, dall’altro un’ulteriore correzione dei prezzi.
Su entrambi i fronti i segnali continuano ad essere incoraggianti seppure il processo necessiti ancora di tempo per arrivare a compimento.


Fonte articolo: http://www.edilio.it/overview-del-mercato-immobiliare-italiano/p_22520.html



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