Stabilità: tutti gli incentivi sulla casa al vaglio del Governo

Totale detraibilità della diagnosi sismica degli edifici e miglioramento delle detrazioni per gli interventi di messa in sicurezza antisismica e efficientamento energetico degli edifici.


Sono le novità che potrebbero approdare nella Legge di Bilancio secondo quanto anticipato dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, durante il convegno "Ecobonus e Sismabonus – La grande occasione per la sicurezza e l’efficienza energetica della casa" organizzato dall’Associazione nazionale costruttori edili (Ance).

 

"Sismabonus ed Ecobonus - ha affermato Delrio - andranno migliorate con la legge di Stabilità prossima, ma sono già disponibili: ci auguriamo che vengano utilizzate specialmente nelle zone sismiche a più alta pericolosità e in tutta Italia".
 
“Gli italiani – ha aggiunto - devono investire molto su questa misura che il Governo ha messo in campo, perché valorizzerà sia la sicurezza che la casa. Il nostro territorio è molto fragile, perché ci sono case dove non andavano costruite, per la sua conformazione, per la sua storia, con il 75% degli edifici risalenti a prima delle norme sismiche. Insomma, si tratta di un Paese che è in coma e in stato di rianimazione e in cui gli infermieri e i medici lo trattano come un malato che ha l'influenza”. 

Per stimolare maggiormente gli investimenti si dovrà quindi correggere il tiro.
 

Sismabonus

Secondo Delrio è fondamentale un "salto di qualità", una sorta di alleanza per risolvere "un tema che non si risolve con le buone iniziative individuali".
Dato che una casa a rischio sismico, ha sottolineato, rappresenta un rischio per sé stessi e per gli altri, “noi dobbiamo prima di tutto classificarla”. Parte da questo presupposto la proposta di rendere completamente detraibile la diagnosi sismica degli edifici.


Al momento la diagnosi sismica è detraibile solo se contestuale al lavoro di adeguamento o miglioramento antisismico. Se, invece, un proprietario vuole conoscere il livello di rischio del suo immobile, ma rimanda i lavori, non ha diritto a nessuna agevolazione.


"Cercheremo – ha aggiunto - di migliorare il fatto che chi non ha tasse da scaricare possa cedere il suo credito ad altri intermediari finanziari e di unire sempre di più il bonus energetico a quello sismico in maniera da fare unici cantieri nei condomìni".

Allo studio anche l'estensione delle agevolazioni all'edilizia popolare.

Ecobonus

Saranno confermate con qualche modifica anche le detrazioni per i lavori di efficientamento energetico degli edifici. L'intenzione è emersa anche in un intervento del Ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, che al Cersaie ha anticipato che scomparirà la detrazione fissa del 65% e saranno introdotte delle aliquote variabili in base agli obiettivi di risparmio energetico ottenuto. Sarà quindi eliminata la detrazione secca e verranno incentivati maggiormente gli interventi di riqualificazione profonda. Per i condomìni si starebbe pensando a una riduzione dell’incentivo e ad alcune restrizioni delle modalità di accesso.

Il Governo proporrà inoltre l’estensione del bonus ai lavori su giardini condominiali e balconi e agli interventi per la rimozione dell’amianto dai tetti. 
 

Efficienza energetica e antisismica, le richieste di Ance

Gli edili hanno sottolineato che su 12,2 milioni di edifici abitativi, il 70% è energivoro, mentre 11,1 milioni di edifici (di tutte le destinazioni d’uso) sono a rischio sismico.
Per invertire la rotta l’Ance ha chiesto la proroga fino al 2020 della detrazione Irpef del 50% dell’Iva sull’acquisto di abitazioni in classe energetica A o B e la proroga fino al 2021 della detrazione per gli interventi di riqualificazione energetica eseguiti sugli edifici esistenti.


L'Ance ha affermato inoltre che sarebbe necessario estendere il sismabonus per l’acquisto di case antisismiche (oggi riconosciuto solo nelle zone 1) alle zone sismiche 2 e 3 e agli edifici produttivi.
Per quanto riguarda i capannoni industriali, gli edili hanno chiesto di elevare il tetto del sismabonus, che al momento è di 96mila euro, come per le abitazioni, ma è considerato troppo basso.


Per fotografare meglio la situazione dei bonus disponibili, l'Ance durante il convegno ha diffuso il vademecum "Ecobonus e Sismabonus - Guida Pratica alle agevolazioni".

Riforma del Catasto

L’Unione Europea continua a raccomandare all’Italia la riforma del Catasto. Tutto per trasferire la tassazione dai fattori produttivi alle rendite. Nell’agenda del Governo torna quindi l’intenzione di abbandonare l’attuale sistema di classificazione, basato sui vani, per abbracciare quello basato sui metri quadri e su indicatori che, valutando la localizzazione e le caratteristiche dell’immobile, siano in grado di stimarne l’effettivo valore.


La riforma del Catasto è l’obiettivo di un disegno di legge presentato lo scorso aprile, ma ancora fermo in Senato.
Per consentire il riequilibrio della pressione fiscale, il Governo sta valutando la reintroduzione dell’imposta sulla prima casa per i redditi alti. L’imposta sulla prima casa colpisce già, lo ricordiamo, le abitazioni di lusso (accatastate come A1, A8 e A9). 


Fonti articolo: 1. Edilportale.com, 2. Edilportale.com

Comprare casa nuova o da ristrutturare?

Se siete alla ricerca della casa dei vostri sogni sappiate che comprare un'abitazione nuova o ristrutturare una casa vecchia non è solo una questione di budget.


Sono da considerare, oltre ai costi, la qualità dell’abitare, le garanzie, l’estetica finale e l’attitudine personale.

Ecco un breve vademecum con 3 motivi per comprare nuovo, 3 motivi per acquistare da ristrutturare e le garanzie previste dal Codice Civile per chi compra.


ACQUISTARE IL NUOVO

1. Nuovo per minimizzare i tempi. Se per attitudine siete poco pazienti o andate in ansia di fronte alle incognite, comprare un’abitazione nuova direttamente dal costruttore è sicuramente la scelta più facile perché potrete visionare l’abitazione rendendovi conto della qualità dei materiali, dell’illuminazione degli ambienti, della grandezza dei vani e non avrete che da divertirvi a scegliere gli arredi.


2. Nuovo “sulla carta” per personalizzare risparmiando. Se l’edificio è ancora in fase di costruzione avrete la possibilità di comprare ad un prezzo leggermente inferiore rispetto al finito, mettendo in conto però il tempo necessario all’esecuzione dei lavori mancanti, e potrete anche effettuare modifiche ai materiali o alla disposizione delle pareti interne però senza alterare le strutture portanti e l’ubicazione degli scarichi condominiali per bagni e cucine.


3. Nuovo per un’abitazione moderna ed efficiente. Le nuove abitazioni sono più efficienti energeticamente e già dal 2021 saranno nZEB (a consumo quasi zero), sono sempre più tecnologiche e caratterizzate da materiali innovativi. Le soluzioni architettoniche delle costruzioni più moderne si spingono poi verso forme e proporzioni in grado di coniugare bellezza estetica e tecnologie intelligenti.


ACQUISTARE PER RISTRUTTURARE

1. Ristrutturare per creare ambienti dal fascino unico. Le vecchie case, costruite con tecniche e gusti di un’altra epoca, suscitano interesse perché ricoperte da una patina del tempo che non si può riprodurre in una nuova abitazione. Ristrutturare è una scelta ideale per i creativi che desiderano un’abitazione che rifletta il proprio gusto e che sia unica e inconfondibile.


2. Ristrutturare per godere di volumi e spazi più ampi. Le abitazioni costruite sino agli anni’60 del secolo scorso sono caratterizzate, rispetto a quelle più recenti, da stanze e finestre più ampie, soffitti più alti e dotate di spazi aggiuntivi come ingressi ripostigli e studi mentre le nuove costruzioni sono solitamente calibrate dalle dimensioni minime di legge. Per chi sta riscoprendo il piacere di vivere la casa, i grandi spazi di un’abitazione vecchia da ristrutturare sono l’ideale.


3. Ristrutturare per beneficiare delle agevolazioni fiscali. Le agevolazioni fiscali attive hanno lo scopo di invogliare le persone a recuperare l’esistente diminuendo il consumo di risorse non rinnovabili come il suolo, l’ambiente e l’energia. In quest’ottica il riuso e l’efficientamento delle vecchie abitazioni è la chiave della sostenibilità edilizia italiana per cui chi ristruttura nel 2017 può scegliere tra bonus ristrutturazioni al 50%, ecobonus al 65%, sismabonus dal 50% al 80%, I.V.A. agevolata, bonus arredi e conto termico 2.0.

LE GARANZIE

Ed infine… le garanzie del Codice Civile per chi compra (nuovo e da ristrutturare). Sia che acquistiate nuovo dal costruttore che da ristrutturare tenente presente che il Codice Civile prevede delle garanzie specifiche a tutela della bontà della cosa compravenduta.  In particolare gli articoli 1667 e 1669 del Codice Civile tutelano per dieci anni chi acquista nuovo dal costruttore da vizi occulti, ossia gli danno la possibilità di richiedere alla ditta il pagamento dei danni causati da errori nella costruzione che non erano visibili al momento dell’acquisto.


L’articolo 1490 del Codice Civile tutela invece chi compra per la durata di un anno (sia nuovo che da ristrutturare) da vizi che diminuiscano il valore della cosa ossia da condizioni non note all’acquirente al momento del rogito che incidono sulla qualità della casa a tal punto da diminuirne in maniera quantificabile il valore.  Attenzione: per non perdere le garanzie previste dal Codice Civile è necessario contestare il vizio tempestivamente dalla scoperta.

Fonte articolo: Idealista.it

Quando usufruire del bonus ristrutturazione se si compra dall'impresa?

Per poter fruire della detrazione è necessario che i lavori siano finiti su tutto il fabbricato e che sia stata presentata al Comune, da parte dell’impresa, la Comunicazione di fine lavori.


L’ha chiarito il viceministro all’Economia e Finanze, Luigi Casero, durante un’interrogazione in commissione Finanze alla Camera.

Il dubbio che ha fatto nascere l’interrogazione era il seguente. Sembra che alcuni uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate abbiano contestato la detrazione fiscale per alcuni immobili, perchè la detrazione fiscale per le ristrutturazioni edilizie può essere riconosciuta soltanto alla fine dei lavori dell’intero fabbricato. Ma la guida dell’Agenzia delle Entrate sulle ristrutturazioni edilizie specifica che per ottenere la detrazione fiscale occorre che l’immobile sia assegnato entro 18 mesi dalla comunicazione di fine lavori e che la detrazione è legata alla singola unità immobiliare. Poi, nella circolare del 4 aprile 2017 n. 7, le Entrate dicono che si può ottenere la detrazione anche se il rogito è stato stipulato prima della fine dei lavori riguardanti l’intero fabbricato (a partire tuttavia dall’anno in cui i lavori sono finiti).


Luigi Casero fa presente che l’articolo 16-bis, comma 3 del Decreto 917/1986 (TUIR) prevede che la detrazione prevista dal comma 1 per interventi di recupero del patrimonio edilizio spetti anche nel caso di interventi di restauro e risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia riguardanti interi fabbricati, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie, che provvedano entro diciotto mesi dalla data di termine dei lavori all’assegnazione dell’immobile.


Inoltre, le circolari n. 15/2003 e n. 7/2017 precisano che la detrazione per la ristrutturazione è riconosciuta per l’acquisto di unità abitative collocate in immobili interamente ristrutturati, mentre non lo è per i lavori di recupero del patrimonio edilizio riguardanti le singole unità immobiliari.
La Guida alle ristrutturazioni edilizie dell’Agenzia delle Entrate ha chiarito che:

ciascun acquirente, fermo restando che i lavori di ristrutturazione dell’intero edificio devono essere effettuati entro i termini previsti dalla norma, può beneficiare della detrazione in relazione al proprio acquisto o assegnazione a prescindere dal fatto che siano o meno cedute le altre unità immobiliari che compongono il fabbricato.

La circolare n.7 stabilisce che "è possibile fruire della detrazione anche se il rogito è stato stipulato prima della fine dei lavori riguardanti l’intero fabbricato ma, in tal caso, la detrazione può essere fruita solo dall’anno di imposta in cui i lavori sull’intero fabbricato siano stati ultimati".


Quindi, devono essere finiti i lavori sull’intero fabbricato e deve essere stata presentata al Comune la Comunicazione di fine lavori.


Fonte articolo: Ediltecnico.it

 

Bonus edilizia: confermati i livelli record del 2016

Nel 2018 uno degli incentivi fiscali più richiesti, quello per le ristrutturazioni e il recupero edilizio "semplice", compirà 20 anni e proprio in prossimità di questo importante compleanno registra il record storico di popolarità.


Le domande arrivate, dal 1998 a maggio 2017, sono 15 milioni e, in base alle stime, entro fine anno si potrebbero toccare i 15,6-15,7 milioni di richieste. 

 

A questa costante crescita di domande concorre anche il bonus per la riqualificazione energetica degli edifici, istituito nel 2007.
Secondo le elaborazioni del Servizio studi della Camera, realizzate in collaborazione con il Cresme su dati dell’Agenzia delle Entrate e del Mef, si confermano nei primi mesi di quest’anno i livelli record di spesa registrati nel 2016.


I valori delle ritenute d’acconto sono stati pari a 743 milioni tra gennaio e maggio 2017 contro i 751 milioni dello stesso periodo del 2016. Da questi dati il Cresme calcola il valore complessivo (Iva conclusa) dei lavori effettuati che risulta pari a 11,33 miliardi nei primi cinque mesi del 2017, con una proiezione per la fine dell’anno che dovrebbe attestarsi sui 28 miliardi di euro.


Visto il successo confermato del bonus, con l’avvicinarsi della legge di bilancio, in Parlamento e nel Governo ripartirà il dibattito fra chi propone di rendere permanente questo incentivo e chi chiederà una semplice proroga per un altro anno.


Tra chi chiede la stabilizzazione della misura c’è il Ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, impegnato anche in una campagna di sensibilizzazione per la messa in sicurezza delle case fuori norma, che rischiano maggiormente di incorrere in crolli in caso di terremoti.
Proprio per questo motivo il Ministro cercherà di ottenere almeno che il Sismabonus venga allargato anche agli edifici dell’edilizia residenziale pubblica, una norma che era stata proposta anche nella scorsa legge di bilancio ma non era entrata per una serie di intoppi nel percorso parlamentare della finanziaria. 

Secondo il Ministro questo “allargamento” rappresenta:

un volano importante di investimenti mettendo in attuazione uno strumento che altrimenti fa fatica a decollare.


Fonte articolo: Immobiliare.it

Al via oggi la nuova modulistica standardizzata per i lavori di edilizia

Scade oggi il termine per la pubblicazione, sui siti istituzionali di tutti i Comuni, della modulistica unificata per l'edilizia e le attività produttive, in linea con quanto prescritto nell’accordo del 4 maggio 2017, sancito in Conferenza Unificata tra Governo, Regioni ed Enti Locali.


Le Regioni avevano tempo fino allo scorso 20 giugno per adeguare i contenuti informativi dei moduli unificati e standardizzati alle specifiche normative regionali mentre entro oggi i Comuni devono aver completato l’adeguamento, pubblicando la modulistica unificata sui siti istituzionali. 

 

Da domani, anche se non pubblicata sul sito del Comune, la modulistica standardizzata potrà essere presentata utilizzando i modelli unificati licenziati dalla Conferenza unificata.
 
Ecco l’elenco completo delle Regioni con i relativi link per scaricare la modulistica relativa a:
- Comunicazione Inizio Lavori Asseverata - CILA;
- Segnalazione Certificata di Inizio Attività - SCIA;
- Segnalazione Certificata di Inizio Attività Alternativa al permesso di costruire;
- Comunicazione Inizio Lavori - CIL;
- Soggetti coinvolti;
- Comunicazione di fine lavori;
- Segnalazione Certificata per l’Agibilità.


Abruzzo
Il 26 giugno 2017 sono state approvate dalla Giunta Regionale le Delibere concernenti la Modulistica SUAP in materia di Edilizia e Commercio e Artigianato.


Basilicata
La Giunta regionale, con la deliberazione n.594 del 21 giugno 2017, ha recepito la modulistica edilizia e quella per il commercio e le attività assimilate di cui all'accordo in Conferenza unificata del 4 maggio 2017.


Calabria
La Giunta regionale, con delibera n. 239 del 13 giugno 2017, ha preso atto dell’accordo sancito in Conferenza unificata il 4 maggio 2017. Con decreto dirigenziale del 16 giugno 2017 è stato adottato il provvedimento di adeguamento alla normativa regionale dei contenuti dei moduli unificati e standardizzati per l’edilizia e per le attività commerciali e assimilate.


Campania
Con il decreto n. 19 del 22 giugno 2017 della Direzione Generale Governo del territorio, lavori pubblici e protezione civile della Regione Campania, è stata approvata la modulistica unificata e standardizzata in materia di edilizia.


Emilia-Romagna
La modulistica per l’attività edilizia e per le attività commerciali e assimilate è stata predisposta ed è stata formalmente adottata dalla Giunta regionale del 28 giugno.


Friuli Venezia Giulia
La Regione ha adeguato la modulistica per le attività commercialima, essendo a statuto speciale con competenza esclusiva in materia edilizia, non adeguerà i moduli unici per l’edilizia a quanto deciso con l’accordo del 4 maggio 2017.


Lazio
La Regione, con determinazione n. G08525 del 19 giugno 2017, ha approvato la modulistica edilizia e quella per il commercio e le attività assimilate.


Liguria
Il 16 giugno la Giunta regionale ha adottato i moduli unificati e standardizzati in materia di commercio e attività assimilate e in precedenza quelli per l’edilizia.


Lombardia
La Regione sta predisponendo l’adeguamento alla legislazione regionale dei moduli unificati e standardizzati in materia di attività edilizia, commerciali ed assimilate.


Marche
La Giunta regionale ha approvato la modulistica unificata, in materia di edilizia e di attività commerciali e assimilate, con Deliberazione del 20 giugno 2017.


Molise
La Regione, con Deliberazione della Giunta 230 del 23 giugno 2017, ha preso atto dell'accordo tra il governo, le regioni e gli enti locali e ha adottato sul territorio regionale i moduli unificati e standardizzatiper l’edilizia e le attività commerciali.


Piemonte
La Giunta regionale ha approvato con Deliberazioni del 19 giugno 2017 l’adozione della modulistica edilizia e di quella per le attività commerciali e assimilate. 


Puglia
La Regione Puglia, con Determina n.32 del 20 giugno 2017, ha approvato i moduli unificati e standardizzati per l’edilizia.


Sardegna
La modulistica unificata per le attività commerciali e assimilate è stata già inserita sul sito regionale. Per la modulistica edilizia è stato effettuato un primo adeguamento, sulla base delle specificità regionali, che sarà completato con un disegno di legge regionale specifico visto che la Sardegna è una Regione a Statuto speciale con competenza esclusiva in materia di edilizia.


Sicilia
La Giunta regionale, con Delibera n. 237 del 14 giugno 2017, ha adottato la modulistica standardizzata in materia di edilizia e di attività commerciali e assimilate.


Toscana
La Giunta regionale, con Deliberazione n. 646 del 19 giugno 2017, ha adottato la modulistica standardizzata in materia di edilizia e di attività commerciali e assimilate.


Umbria
La Giunta regionale, con deliberazione 20 giugno 2017 n. 700, ha disposto il recepimento della modulistica unificata e standardizzata in materia di edilizia ed attività commerciali e assimilate. 


Valle d'Aosta
La Regione Valle D’Aosta ha adottato la nuova modulistica e ha provveduto un vademecum per la compilazione della modulistica.

           
Veneto
Con DGR n.971 del 23 giungo 2017 la modulistica approvata dalla Conferenza unificata del 4 maggio 2017 concernente l'esercizio delle attività commerciali, di acconciatore e di estetista, è stata adeguata alla specifica normativa regionale.


Provincia autonoma di Trento
E' in corso l'adeguamento della normativa: il disegno di legge è stato adottato in Giunta ed è all'esame delle commissioni. Al termine dell'iter di approvazione sarà modificata la modulistica attualmente in uso.


Fonte articolo: Edilportale.com

Ristrutturare aumenta fino al 19% il valore della casa

Il patrimonio immobiliare italiano è piuttosto datato e puntare alla sua riqualificazione è l’unica via percorribile per migliorarne l’efficienza e la qualità.


Per chi poi è intenzionato a vendere o affittare un immobile, ristrutturarlo prima di metterlo in vendita sul mercato consente di aumentarne il valore fino al 19% e di andare a segno con la trattativa in tempi più brevi.

 

Questa è la maggiore evidenza di uno studio svolto da ProntoPro.it in collaborazione con Immobiliare.it.
Secondo l’analisi, nel caso di un immobile da affittare il valore cresce ancora di più dopo una ristrutturazione, che consente di richiedere un canone di locazione fino al 22% più alto della media.


La ricerca ha tenuto conto di due pacchetti di interventi di ristrutturazione per un bilocale da 52 metri quadrati - taglio che si vende e affitta maggiormente in Italia: quelli volti a migliorare in generale le condizioni della casa e quelli destinati a migliorarne il comfort. Per ognuno di questi interventi l’Osservatorio di ProntoPro.it ha calcolato la media di spesa da sostenere e l’Ufficio Studi di Immobiliare.it ne ha indicato la crescita del valore, sia in termini di vendita sia di affitto nei maggiori centri urbani italiani.

CON UNA RISTRUTTURAZIONE BASE IL VALORE DELL’IMMOBILE AUMENTA FINO AL 14%

Il primo pacchetto di interventi considerato è quello che comprende la ristrutturazione del bagno (completa di impianto idrico e sanitari), spazio a cui - secondo i dati della ricerca di Immobiliare.it - le persone fra i 24 e i 38 anni, alla ricerca di una casa, guardano ancor prima che alla camera da letto: per ristrutturarlo servono mediamente 2.500 euro. A questo segue la tinteggiatura delle pareti per un costo stimato di 550 euro. Indispensabile in alcuni casi anche l’impianto elettrico certificato, comprensivo di 40 punti luce, per una spesa media di 2.000 euro. Infine si è tenuto conto dell’installazione di infissi nuovi: servono in media 345 euro per ogni finestra e 280 euro per l’installazione di ciascuna porta. Il costo totale di questo primo pacchetto di interventi ammonta mediamente a 5.700 euro.


Il mercato delle compravendite nelle grandi città risponde a questo tipo di ristrutturazione in maniera molto positiva dato che un bilocale ristrutturato vale il 12% in più e i tempi di vendita diminuiscono di 5 mesi.
Per quanto riguarda il mercato degli affitti la situazione migliora sia in termini economici sia temporali: la media di crescita del prezzo è pari al 14% e i tempi stimati per trovare un affittuario diminuiscono di 6 mesi. 

UNA CASA PIÙ CONFORTEVOLE VALE ANCORA FINO ALL’8% IN PIÙ DELLA MEDIA

A questi primi interventi si possono aggiungere quelli che migliorano il comfort di un immobile. L’Osservatorio di ProntoPro.it ha inserito nel computo tre diversi tipi di lavori: l’installazione delle zanzariere, con un costo stimato di 250 euro per singola apertura; l’installazione di un impianto di antifurto che, per un bilocale di 52 metri quadrati, costa mediamente 1.300 euro; un impianto di climatizzazione con un solo condizionatore, per un costo di 450 euro. La spesa totale per questi lavori corrisponde a 2.000 euro.


Anche a seguito di queste migliorie il mercato delle compravendite nelle grandi città risponde in maniera molto positiva, simile a quella del mercato degli affitti: rispetto ad una casa ristrutturata con i soli interventi base, il valore di un bilocale in vendita, in cui si sono effettuati questi ulteriori lavori, cresce ancora del 7%, con tempi di permanenza sul mercato che si accorciano di 7 mesi.
Se si volesse dare in locazione il bilocale, a seguito del secondo pacchetto di interventi, si può richiedere un canone d’affitto più alto dell’8% e i tempi per le trattative si riducono di 5 mesi.


Segue tabella con indicazione dei costi di ristrutturazione, la conseguente crescita del valore di un bilocale (52mq) e la riduzione dei tempi di permanenza sul mercato sia nel caso di una vendita sia di nel caso di una locazione. I valori sono riferiti al mercato delle grandi città italiane.


 

Fonte articolo: Casaeclima.com

Perchè la casa sognata dagli italiani non corrisponde a quella reale

Sono stati presentati questa settimana i risultati dell’Osservatorio sulla Casa, l’indagine Doxa nata con l’obiettivo di monitorare gli stili abitativi degli italiani per fotografare lo stato dell’arte e offrire agli addetti ai lavori informazioni su tendenze e caratteristiche della casa del futuro, secondo le aspettative dei loro abitanti.


Lo studio, condotto su un campione di 1500 individui rappresentativo della popolazione italiana, è stato sviluppato a partire dalla definizione di cinque pilastri, ovvero cinque aspetti su cui si concentra l’attenzione quando si parla di “casa ideale”.

 

Più in particolare l’indagine ha esaminato: la casa attenta alla salute, la casa comoda da vivere, la casa che fa risparmiare, la casa rispettosa dell’ambiente e la casa smart. Il primo dato significativo indica che, pur restando confermato il ruolo centrale che la casa riveste ancora per gli italiani, il 25% degli intervistati si dichiara soddisfatto della propria abitazione. Ad esempio, se tra le maggiori preoccupazioni sulla salubrità della propria casa ci sono l’inquinamento dell’aria interna (69%) e l’inquinamento acustico (80%), le soluzioni per combattere i due fenomeni non sono conosciute come si potrebbe immaginare.


A questo riguardo, Giulio De Gregorio, direttore Habitat di Saint-Gobain in Italia, ha dichiarato: “Pochi sanno che l’inquinamento interno è 5 volte maggiore di quello esterno, ma ciò che sorprende ancora di più è quanto poco siano conosciute le maggiori cause che influiscono sulla qualità interna dell’aria, ovvero gli aldeidi, i VOC (Composti Organici Volatili, presenti in deodoranti, materiali per la pulizia della casa ma anche in molti materiali da costruzione, come colle, solventi, pitture) e muffe provenienti dall’umidità. Oggi esistono materiali edili che non contengono VOC e soprattutto che sono in grado di neutralizzare quelli esistenti”. 
Anche per quanto riguarda l’inquinamento acustico, se il 72% degli intervistati dichiara di aver installato i doppi vetri come strumento di difesa, solo l’11% è intervenuto anche con lavori sulla struttura della casa, quali l’isolamento delle pareti perimetrali, del solaio/tetto e dei pavimenti.


Il comfort rappresenta anch’esso un tema centrale quando si parla di abitazione ideale. A questo riguardo, se da un lato sono prioritari fattori quali le caratteristiche del quartiere, la vicinanza ai mezzi pubblici e ai negozi, non mancano interessanti insight che rivelano come la casa comoda per l’Italiano sia quella che si “modifica”, in base alle sue esigenze (aumento dei membri della famiglia, necessità di ricavare nuovi spazi, etc.). L’abbellimento di uno o più ambienti costituisce un modo per amare maggiormente la propria casa. L’indagine rivela che oltre l’85% degli intervistati ha eseguito almeno uno dei lavori di abbellimento e che la spesa media ad essi riferita si aggira intorno ai 3.000 euro.


Gianni Bientinesi, direttore Business Intelligence Leroy Merlin Italia, sottolinea: “Il DIY si sta diffondendo sempre più: a differenza di ciò che si potrebbe ipotizzare il 52% di chi lo pratica dichiara di non farlo per combattere la crisi economica, ma perché in questo modo sente la casa più sua e a propria misura. È anche interessante rilevare che c’è un 27% degli intervistati che afferma di occuparsi personalmente dei lavori di manutenzione e ristrutturazione della casa e che questo gruppo è ben rappresentato sia da uomini (58%) che da donne (42%)”. 


Secondo lo studio, solo il 24% degli intervistati considera l’efficientamento energetico legato all’isolamento termico un fattore primario nella scelta dell’abitazione. Eppure l’impatto economico dei costi legati al riscaldamento e al raffrescamento della propria casa è più che noto. Anche in questo caso si riscontra una scarsa conoscenza delle soluzioni esistenti, ad esempio l’isolamento del cosiddetto involucro opaco con appositi materiali, a differenza dell’isolamento termico attraverso le finestre, sicuramente più conosciuto.


Sono bassi i coefficienti legati al tema dell’ecosostenibilità: solo il 21% è soddisfatto della qualità dei materiali di costruzione della propria casa e solo il 15% ha installato pannelli fotovoltaici sulla propria abitazione (o è in procinto di farlo). Di fatto, appare chiaro che l’Italiano non è interessato al tema in assoluto, ma solo in funzione del proprio benessere. 
La casa intelligente,
ovvero quella dotata di apparecchi comandabili a distanza, non è ancora nel cuore di tutti gli italiani, tuttavia il 16% considera la presenza di sistemi innovativi un elemento molto importante nella scelta della casa. Tra gli apparecchi più desiderati ci sono quelli utilizzati per il monitoraggio a distanza degli ambienti.


Note dolenti, infine, per i dati relativi al tema del rischio sismico e a quello dell’utilizzo degli incentivi fiscali. Per quanto riguarda il rischio sismico, nonostante i terribili accadimenti degli ultimi anni, il 13% degli intervistati non sa se vive in una zona sismica e il 45% non sa se la propria abitazione è stata costruita rispettando norme antisismiche. Poco confortanti anche i dati sull’utilizzo delle detrazioni fiscali per le opere di ristrutturazione: l’84% del campione ne è a conoscenza, ma solo il 52% di chi ha realizzato dei lavori ne ha usufruito.


Dati interessanti e quanto mai attuali, considerando il grande piano di investimenti pubblici per le infrastrutture approvato dal premier Paolo Gentiloni, che guarda anche alla messa in sicurezza di edifici pubblici e musei. In conclusione, tuttavia, la ricerca evidenzia quanto ancora ampia sia la distanza tra le scelte fatte oggi dagli italiani e la casa da loro desiderata.

Fonte articolo: Quotidianocasa.it

Perchè conviene riqualificare

Da una nuova edilizia legata alla qualità, al recupero, all’efficienza energetica e alla sicurezza antisismica può venire una spinta al rilancio dell’economia interna insieme a una riduzione dei consumi energetici e dell’inquinamento delle nostre città.


Lo dicono i numeri: lo scorso anno il credito di imposta per le ristrutturazioni e l’Ecobonus hanno generato 28,2 miliardi di euro di investimenti, con un incremento del 12,3% sul 2015, e attivato 419 mila posti di lavoro tra diretti e indotto. 

 

Tra 2007 al 2016, gli anni della crisi, i lavori di manutenzione straordinaria incentivati con il credito di imposta sono stati pari a 190 miliardi di euro. Tanto che oggi il 79% del valore della produzione del settore edilizia si deve alla riqualificazione del patrimonio esistente. Sono i dati del rapporto ‘Una nuova edilizia contro la crisi’ di Cresme e Fondazione Symbola.


Gli incentivi fiscali sono stati l’unico motore positivo per l’edilizia, che ha pagato la crisi più di altri settori perdendo 600 mila posti di lavoro dal 2008. Oggi, suggeriscono Symbola e Cresme, possono giocare un forte ruolo di rilancio e orientamento del settore anche grazie al nuovo "Sismabonus" che consente detrazioni sino all'85% dei costi sostenuti.


“Occorre – prosegue Realacci - una manutenzione intelligente di questi strumenti, garantendo una maggiore efficacia delle misure per il risparmio energetico e un pieno utilizzo, con adeguati strumenti finanziari per gli incapienti, del nuovo potente sismabonus per la messa in sicurezza antisismica. Incrociando “Casa Italia” e la ricostruzione nelle aree colpite dal terremoto, l’attività di riqualificazione può entrare in una nuova fase, che necessita di nuove politiche a livello locale e di una nuova progettualità per le città”.

LE RISTRUTTURAZIONI INCIDONO POSITIVAMENTE SUL VALORE DELL’IMMOBILE

Ai vantaggi per la filiera, si aggiungono i vantaggi per i cittadini e per il patrimonio immobiliare. Il rapporto dimostra come le ristrutturazioni incidano positivamente sul valore dell’immobile: a fronte di un intervento medio di 14.500 euro, un’abitazione ristrutturata aumenta il suo valore di 65.750 euro. Mediamente le case ristrutturate immesse sul mercato nel 2016 hanno avuto un valore del 29% superiore a quelle non ristrutturate. E hanno un prezzo medio superiore anche rispetto alle case nuove.


A titolo puramente indicativo si può ipotizzare che se tutte le abitazioni messe sul mercato immobiliare nel 2016 fossero riqualificate, il valore del patrimonio edilizio residenziale in offerta sarebbe rivalutato di 20 miliardi di euro. La riqualificazione è, quindi, una operazione di valorizzazione economica del patrimonio esistente che incide sulla ricchezza delle famiglia e del Paese.


Per sfruttare gli strumenti di di questo “fisco buono” gli italiani devono esserne a conoscenza. Da un sondaggio Ipsos realizzato per Symbola emerge che il 76% degli italiani conosce l’Ecobonus, il 15% dei quali afferma di averlo utilizzato.


Il Sismabonus è invece meno noto: a oggi il 46% degli italiani non ne conosce l’esistenza. E questo nonostante che sette italiani su dieci si dicano propensi a spendere di più per avere case più sicure dal punto di vista sismico e con maggiore efficienza energetica.


“La crisi - scrivono Realacci e Bellicini nella premessa del rapporto - ha posto all’ordine del giorno nuovi bisogni cui far fronte con risposte nuove. Per accettare le sfide che il presente e il futuro ci pongono, l’Italia deve fare quello che meglio di ogni altro Paese sa fare, l’Italia deve fare l’Italia e tenendo insieme bellezza e tecnologia, innovazione e tradizioni, coesione sociale e competitività potrà dare a queste domande risposte adeguate. L’edilizia di cui parliamo in questo report può essere una di quelle risposte”.


Fonte articolo: Casaeclima.com

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