Previsioni di stabilità e fiducia per il 2016



Prospettive dell’investimento nel mattone e tenuta del valore nel medio-lungo periodo. Sono le due domande chiave per capire se vale la pena oggi mettere i propri soldi in una casa, sia essa la prima, la seconda o la terza. Per questo risultano determinanti le previsioni per il prossimo anno.


Per il quale tutti puntano sulla stabilità, da ultimo Moody’s che la scorsa settimana ha decretato per il mercato residenziale italiano l’uscita dalla crisi.



"Oggi il passaggio in un ciclo positivo è confermato, ma con alcune zone d’ombra che ne minano la certezza – dice Alessandro Ghisolfi, Responsabile ufficio studi di Casa.it -. Per provare a capire come andrà il mattone del 2016 bisogna essere estremamente realisti e basarsi su quelli che sono i dati a disposizione sull’evoluzione del mercato". Il 2015 si chiuderà positivamente con una crescita degli scambi rispetto al 2014 del 6%, probabilmente anche qualche punto in più per arrivare quasi a 450mila compravendite.


"Il dato più significativo è la ripresa delle compravendite anche nei comuni medio-piccoli della provincia italiana - continua Ghisolfi - che fino alla fine del 2014 erano tutti largamente in negativo –. I dati positivi sulla crescita dei mutui erogati (al netto delle surroghe) fa intuire che anche nel 2016 il mercato rimarrà in territorio positivo".
Mediamente oggi, rispetto a dicembre 2006 (la fine del ciclo positivo di inizio anni 2000) siamo sotto del 42% di volumi e probabilmente il gap non verrà colmato nei prossimi cinque anni. 


"Tuttavia il 2016 in termini di scambi, sarà positivo - spiega -. Con prudenza possiamo prevedere una nuova risalita verso le 500mila compravendite". Secondo casa.it, in base ai dati del portale, i prezzi di vendita si stanno lentamente stabilizzando, soprattutto nelle grandi città come Milano e Roma. In alcune Regioni del Sud, come Abruzzo, Molise, Basilicata e Calabria, i prezzi in media saranno ancora in calo del 2-4% almeno. Si tratta di Regioni con un mercato ancora debole.
L’ottimismo oggi lo infonde la domanda. "La vivacità delle richieste è un indice importante per capire che il ritorno di interesse è concreto e non concerne poche realtà urbane, ma un numero sempre maggiore di città" conclude.


Per Nomisma è importante che venga scongiurato il rischio che "iniziative di dismissione massiva di asset immobiliari a garanzia di crediti pesantemente svalutati accentuino ancora una volta la pressione ribassista dei prezzi". L’istituto diretto da Luca Dondi prevede compravendite in crescita dell’8% l’anno prossimo e prezzi fermi. Ma da Nomisma puntano sulla cautela, soprattutto nella lettura troppo positiva dei dati sui mutui, che comprendono una fetta estesa di surroghe.


Secondo Idealista.it i dati sui prezzi delle case indicano che da ottobre la tendenza ribassista si è fermata. Da due mesi i valori si sono riportati timidamente in terreno positivo e questo fa pensare che il 2016 sarà all’insegna della stabilità. Le quotazioni al mq oscilleranno tra il -1% e il +1% (una tendenza già in atto nei grandi centri). La ripresa dei prezzi dipenderà dal contesto economico e dall’andamento del mercato del lavoro.


Anche dalla rete di agenzie Tecnocasa arrivano segnali positivi: c’è desiderio di acquistare casa grazie alla fiducia ritrovata e a un accesso al credito decisamente migliorato negli ultimi mesi e che dovrebbe confermarsi anche per il futuro. "Non dimentichiamo, però, che quello delle banche resta comunque un atteggiamento prudente e attento" spiega Fabiana Megliola, Responsabile dell’ufficio studi del network.


Fonte articolo: http://www.casa24.ilsole24ore.com/art/mercato-immobiliare/2015-12-16/nel-2016-compravendite-reidenziali-oltre-450mila--190009.php?uuid=ACZWMvsB

Andamento prezzi case e compravendite 2015



L'ISTAT: II trim. 2015 prezzi case in leggero calo e compravendite in aumento.
Nel secondo trimestre 2015, sulla base delle stime preliminari dell’Istat, l'indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie sia per fini abitativi sia per investimento diminuisce dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e del 3% nei confronti dello stesso periodo del 2014. Nel primo trimestre 2015 l’Istat registrava un calo dello 0,7% sul trimestre precedente e del 3,6% a livello annuale.


L’agenzia delle Entrate la settimana scorsa ha registrato per lo stesso periodo 2015 compravendite di case in aumento dell’8,2%.

 

 

Le flessioni congiunturali e tendenziali - spiega l'Istat in una nota - sono dovute alle diminuzioni dei prezzi sia delle abitazioni nuove (-0,3% rispetto al primo trimestre 2015, -2% rispetto allo stesso trimestre del 2014) sia di quelle esistenti (-0,1% su base congiunturale, -3,5% su base annua).
“Pur persistendo un quadro di generale flessione dei prezzi delle abitazioni, continua la progressiva, seppur lenta, riduzione dell'ampiezza delle diminuzioni tendenziali, grazie soprattutto alla minore flessione dei prezzi delle abitazioni esistenti” scrive l’Istituto di statistica.


I Semestre 2015: compravendite residenziale positivo.
Nel primo semestre il settore degli immobili residenziali ha continuato in Italia il trend positivo iniziato lo scorso anno chiudendo con un totale di 211.968 transazioni (+2,9% a/a). 


L’analisi nelle grandi città del mercato immobiliare residenziale nei primi sei mesi del 2015
mette in luce un incremento generalizzato con le sole Genova e Roma caratterizzate dal segno meno (rispettivamente -7,3% e -2,9% rispetto al semestre 2014).
Dalla parte opposta spicca l’andamento di Bari, dove le compravendite sono aumentate del 23,2% e di Palermo,  che segnala un incremento del 13,9%.
Milano conferma
il suo buon andamento, come ormai avviene ormai da otto trimestri a questa parte e fa segnare +5,9%.


Un panorama generale che sembra più sereno, anche se saranno i prossimi sei mesi a decretare l’uscita dalla crisi.
“I valori si portano verso la parità - commenta Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari -. Nei prossimi trimestri potremmo vedere un ritorno in terreno positivo delle quotazioni”.
Secondo l’Istat : “la persistenza delle riduzioni di prezzo si manifesta in un quadro di significativa ripresa del mercato immobiliare residenziale in termini di numero di compravendite. Con le stime preliminari del secondo trimestre 2015 la diminuzione dei prezzi delle abitazioni rispetto al 2010 raggiunge il 14%. Alla riduzione concorrono sia le abitazioni esistenti sia le nuove, i cui prezzi sono scesi rispettivamente del 19% e dell'1,9%”.


Fonti articolo: http://www.casa24.ilsole24ore.com/art/mercato-immobiliare/2015-10-02/istat-prezzi-case-calo-01percento-aprile-giugno-104258.php?uuid=ACFc1r8&refresh_ce=1

http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Economia/Immobiliare-continua-ripresa-residenziale-sem-Gabetti/01-10-2015/1-A_020134964.shtml?refresh_ce-cp

http://www.geometri.cc/mercato-immobiliare-residenziale-primo-semestre-2015-con-il-segno-piu.html

 

Cosa manca al decollo dell'immobiliare?

La ripresa del settore immobiliare stenta a decollare. L’evidente miglioramento del clima di fiducia fatica, infatti, a tradursi in una dinamica inequivocabilmente espansiva delle compravendite.


L’arretramento tendenziale, in parte imputabile agli effetti delle modifiche della normativa fiscale introdotte a partire dall’1/1/2014, che hanno portato a concentrare all’inizio dello scorso anno transazioni che altrimenti si sarebbero concluse sul finire del 2013, dimostra una volta di più che il percorso di uscita dalla crisi sarà lungo e non privo di ostacoli.

A frenare la risalita sono fattori sia di domanda che di offerta. Se non vi sono dubbi che la prospettiva di crescita economica abbia favorito l’impennata delle intenzioni di acquisto delle famiglie, pare altrettanto evidente la fragilità di una parte rilevante di esse e il conseguente bisogno di supporto, tanto da parte della propria rete familiare quanto del sistema bancario. Si tratta perlopiù di domanda finalizzata al soddisfacimento di un fabbisogno primario, a lungo compresso a causa della crisi, che si manifesta in maniera diretta o, in misura tendenzialmente decrescente, “mediata” da parenti prossimi, in virtù di una migliore dotazione finanziaria.


Al contempo, risulta significativo l’incremento dell’incidenza della componente di investimento, a riprova del diffondersi delle aspettative di ormai prossimo rilancio del settore.
Si va affacciando sul mercato una domanda composita, in parte minoritaria solvibile e nelle condizioni di cogliere le opportunità scaturite dalla crisi senza il bisogno di ricorrere a sostegni esterni e, in parte ampiamente prevalente, indebolita dalla recessione e talmente precaria dal punto di vista delle prospettive da non poter prescindere dal ricorso a forme di sostegno.


È, dunque, dalla disponibilità del sistema bancario ad accettare la scommessa sulle capacità di rimborso dei richiedenti o, in caso di default, di copertura del debito da parte delle garanzie immobiliari, che dipendono le possibilità di rilancio del settore. A tal proposito i segnali paiono meno netti ed univoci di quanto sarebbe lecito attendersi sulla base delle condizioni praticate e, più in generale, delle intenzioni dichiarate dalla maggior parte degli istituti.


Il sistema bancario preferisce privilegiare iniziative di portabilità, il cui livello di rischiosità risulta più contenuto, sia in ragione della minore esposizione residua che della disponibilità di informazioni sulle abitudini di pagamento del richiedente, piuttosto che sostenere nuove operazioni. L’effetto complessivo dell’incremento delle erogazioni registrato nell’ultimo anno risulta, pertanto, modesto e in alcun modo paragonabile all’impennata della domanda rilevata nello stesso periodo.


Ad ostacolare la capacità di realizzo e, più in generale, le possibilità di ripresa del comparto immobiliare, ha senz’altro contribuito la rigidità dei valori rispetto al cambiamento delle condizioni di contesto. Lo sfasamento temporale con cui i prezzi hanno inaugurato la parabola discendente rispetto all’esordio della fase negativa sul versante delle compravendite ha finito per ampliare l’orizzonte recessivo. L’ulteriore flessione registrata nel primo semestre di quest’anno s’inserisce, dunque, in un processo di graduale avvicinamento a posizioni di equilibrio, il cui raggiungimento, alla luce delle tendenze rilevate, parrebbe ormai prossimo.


L’importante stimolo garantito dal progressivo miglioramento della prospettiva macroeconomica necessita di due imprescindibili elementi per potersi trasformare in dinamica pienamente espansiva del settore immobiliare: da un lato un allentamento della selettività del sistema bancario, dall’altro un’ulteriore correzione dei prezzi.
Su entrambi i fronti i segnali continuano ad essere incoraggianti seppure il processo necessiti ancora di tempo per arrivare a compimento.


Fonte articolo: http://www.edilio.it/overview-del-mercato-immobiliare-italiano/p_22520.html

Real estate: il Sentiment è positivo

Si consolida l’atteggiamento positivo degli operatori del settore immobiliare nei confronti dell’economia e del mercato degli immobili in particolare. Secondo l’indagine sul “Sentiment del mercato immobiliare” del primo quadrimestre 2015, elaborato dall’Università di Parma, in collaborazione con Sorgente Group e Federimmobiliare, le aspettative degli operatori sono in progressivo miglioramento e le tendenze negative del passato sembrano completamente superate.


La ricerca si basa su interviste rivolte a una platea di circa duecento operatori del mercato immobiliare, appartenenti ai settori del trading, development, property, facility, progettazione, valutazione, consulenza, finanza immobiliare.

 

Aumentano innanzitutto coloro che ritengono l’economia in fase di stabilizzazione o miglioramento nel corso dei prossimi 12 mesi (rispettivamente il 46,25% e il 32,5% degli intervistati), tendenza convalidata per il settore immobiliare.
Una quota predominante del 76,7% di operatori ritiene che deciderà di apportare innovazioni nella propria azienda, soprattutto relativamente a nuove linee di business (43,48% degli intervistati) e nuovi profili nell’organizzazione (41,%). Sembra che le tendenze negative del passato siano ritenute per lo più da archiviare.


Cresce la quota di chi si attende prezzi in risalita, soprattutto nei comparti alberghiero e commerciale, insieme a una riduzione dei tempi di vendita. Diverso il discorso per gli immobili industriali che rimangono comunque problematici, essendo ancora il settore sottostante in affanno.
Cosa aspettarsi dagli investitori? Il capitale degli istituzionali converge ancora sul mattone, cresce l’interesse a investire da parte dei fondi pensione e delle compagnie di assicurazione, forse per via del basso costo del denaro che rende poco redditizi in questa fase i titoli di Stato. La tendenza è di diversificare nel settore degli uffici e del residenziale. Sembra incidere, in questo senso, la maggiore facilità di accesso al credito indicata sia per gli istituzionali sia soprattutto per i singoli investitori. Secondo il 60,38% degli intervistati si riscontra un miglioramento delle condizioni di accesso alla leva finanziaria.


Per una ripresa definitiva del settore residenziale, il 47% ritiene utile l’affitto con riscatto, cioè il rent to buy introdotto dal decreto Sblocca Italia a fine 2014, sebbene circa il 44% lo ritenga un beneficio solo parziale. Il 74% invece giudica positivamente le misure espansive della Banca Centrale Europea, conosciute come “quantitative easing”, mentre la possibile costituzione di una bad bank per “ripulire” il sistema bancario da crediti inesigibili viene considerata dal 53% circa una decisione propedeutica a riavviare la stagione dei finanziamenti. Una quota interessante di intervistati è propensa a ritenere positiva la possibilità che le filiali bancarie avviino l’attività di vendita di immobili.


Fonte articolo: http://www.affaritaliani.it/fattieconti/sentiment-immobiliare-torna-la-stabilita-ok-a-misure-bce-378432.html?refresh_ce

 

 

Rialzo prezzi case previsto per il 2016

I prezzi delle case torneranno a salire quest'anno nella maggior parte dei mercati europei sulla spinta del miglioramento delle condizioni economiche e dei bassi tassi dei mutui. Sono in estrema sintesi le previsioni di S&P, Standard and Poor's.


Il maggior rialzo è previsto in Irlanda (+9%), seguita dall’Inghilterra (+7%),dalla Germania (+5%) dal Portogallo (+4%) e dall'Olanda (3%). Anche i prezzi della Spagna torneranno a crescere (+2,5%).



Solo i mercati francese e belga continueranno a calare (-3% e -2% rispettivamente), a causa delle deboli condizioni economiche nel caso della Francia e dei tagli alle agevolazioni sui mutui in Belgio.

Notizie positive anche per l’Italia, dove le quotazioni quest’anno "porranno fine al loro ribasso". Per poi aumentare del 2,5% nel 2016 e del 3% nel 2017.
Tuttavia, pur rilevando "l'incipiente ripresa" del mercato residenziale, S&P segnala che la ripresa economica alquanto fiacca e il tasso di disoccupazione ancora elevato limiteranno comunque la domanda di alloggi. I mercato del real estate italiano, per altro, "non mostra significativi segnali di sopra-valutazione". Lo studio sottolinea che il rapporto “price-to-income” è calato vistosamente dai massimi segnati nel 2009 ed è ora vicino alla media di lungo termine.


Similmente, il “rapporto-prezzi-affitti” indica una sottovalutazione del mercato di circa il 4%. Tra il 2000 e il 2008, i prezzi delle case in Italia sono saliti del 50% in termini reali, ma tra il secondo semestre del 2008 e il 2014 sono calati del 25%, tornando ai livelli del 2002.


Fonte articolo: http://www.casa24.ilsole24ore.com/art/mercato-immobiliare/2015-07-30/sp-cresce-mattone-europa-italia-stop-calo-prezzi-quest-anno-e-25percento-2016-175924.php?uuid=ACalgJa

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