Prezzi case stabili e aumento costruzioni a fine 2015


Nel quarto trimestre del 2015 è proseguito il graduale miglioramento del mercato immobiliare.


La quota di Agenti che segnala un calo dei prezzi di vendita delle abitazioni ha continuato a ridursi, risultando minoritaria per la prima volta dalla primavera del 2011, a fronte di una prevalenza dei giudizi di stabilità. 


La percentuale di operatori che hanno venduto almeno un’abitazione è cresciuta, in connessione con le favorevoli condizioni della domanda. 

 

GLI IMMOBILI PIU' VENDUTI E gli INCARICHI DELLE AGENZIE

Secondo l’indagine congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia condotta congiuntamente dalla Banca d’Italia, da Tecnoborsa e dall’Agenzia delle Entrate, nel trimestre di riferimento gli operatori hanno intermediato in prevalenza immobili di metratura fino a 140 mq abitabili o parzialmente da ristrutturare, con classe energetica bassa.


Si è rafforzato l’ottimismo degli Agenti sull’evoluzione a breve termine del proprio mercato di riferimento, grazie soprattutto alle attese più favorevoli sull’andamento dei prezzi e dei nuovi incarichi a vendere.
Anche nell’orizzonte di medio termine (due anni) emerge un maggiore ottimismo circa le prospettive del mercato nazionale.

 
PRODUZIONE DELLE COSTRUZIONI

A dicembre 2015 l'indice della produzione nelle costruzioni ha registrato, rispetto al mese precedente, un aumento dello 0,6% in termini tendenziali. 
Nella media del 2015 l'indice è diminuito dell'1,9% rispetto al 2014. È quanto si legge nell’ultimo comunicato dell’Istat sulla produzione nelle costruzioni, pubblicata ieri. 


Per quanto ancora negativo, il calo della produzione annuale dell’1,9% (2015 su 2014) non rappresenta un numero così negativo, se confrontata con gli analoghi indici degli anni precedenti. Infatti, se si guarda alla serie storica che parte dal 2010, le contrazioni (sempre riferite al dato tendenziale corretto per gli effetti del calendario) sono state sempre molto più consistenti dell’ultimo dato Istat: -3,6% nel 2010 rispetto al 2009; -4,2% nel 2011; -13,5% nel 2012, -10,6% nel 2013, -6,9% nel 2014 e, infine, -1,9% nel 2015. 
Questi numeri tracciano una parabola che lascia immaginare una possibile inversione di tendenza, nel prossimo anni. 


Questa impressione è confermata - anzi già effettivamente anticipata - su base mensile. E qui bisogna tornare all’iniziale dato di dicembre 2015 di un +0,6% (su dicembre 2014). Il dato positivo di dicembre segue quello positivo di novembre, molto marcato: +4,0 per cento. 
È la prima volta in tutti questi anni che l’Istat registra due variazioni positive consecutive (sempre relativamente al dato corretto per gli effetti del calendario). 
Se anche il prossimo mese di gennaio (la cui rilevazione sarà pubblicata dall’Istat il 17 marzo) sarà positiva, l’aspettativa di una ripresa poggerebbe su un intero trimestre “rosa”.


COSTI DI COSTRUZIONE

Costi di costruzione dei fabbricati in crescita.
Lo scorso dicembre l'indice del costo di costruzione di un fabbricato residenziale aumenta dello 0,1% rispetto al mese precedente e dello 0,5% nei confronti di dicembre 2014. In media annua, nel 2015 l'indice cresce dello 0,5% rispetto all'anno precedente.  
Nel mese di dicembre 2015, rispetto al mese precedente, con riferimento al fabbricato residenziale i costi dei materiali aumentano dello 0,3%.


Fonti articolo: Quifinanza.itEdiliziaeterritorio.com 1, Ediliziaeterritorio.com 2  

Chi acquista ora preferisce le metrature ampie

"Negli ultimi anni il mercato immobiliare ha visto i prezzi scendere progressivamente e questo ha comportato un cambiamento anche a livello di richieste”.


Lo evidenzia l'Ufficio studi di Tecnocasa che ha analizzato le tipologie immobiliari domandate dai potenziali acquirenti nelle grandi città.

“Dal 2013 in poi – spiega l'Ufficio studi - si nota una diminuzione progressiva delle percentuali sui tagli più piccoli come monolocali e bilocali. Al contrario, si segnala un aumento per le tipologie più ampie, dal trilocale in poi. Questo è avvenuto proprio a causa del ribasso dei prezzi che ha reso possibile l’acquisto di immobili più ampi, soprattutto il trilocale, scelto da tante giovani coppie che hanno saltato la classica fase in cui si acquistava prima il bilocale per poi passare all’appartamento con una camera in più.


L’analisi della disponibilità di spesa, invece, registra un progressivo aumento nelle fasce più basse, fino a 170.000€ il che significa che è salita la percentuale di persone che hanno voluto o potuto destinare all’acquisto immobiliare meno capitali. E questa è stata una delle cause che ha determinato il ribasso dei prezzi immobiliari e che è stata dovuta soprattutto all’atteggiamento prudenziale attuato dagli istituti di credito a partire dalla fine del 2007”.


Fonti articolo: Casaeclima.com

Scenari Immobiliari: la ripresa italiana è mediocre

Secondo Scenari Immobiliari prezzi in lieve calo e compravendite in aumento nel residenziale in attesa della sospirata ripresa. Continua l'interesse dei grandi investitori esteri per il segmento commerciale. È una view positiva quella che emerge dall'outlook 2016 di Scenari Immobiliari. A livello europeo più che italiano.


"La crescita media del real estate nei cinque principali Paesi europei nel 2015 è stata del 3,1 per cento, dall'1,7 per cento della Francia al 5,9 per cento dell'Inghilterra. L'Italia si colloca al di sotto della media, ma comunque in miglioramento rispetto agli ultimi anni" recita il report.

Il mercato residenziale italiano 

Sul fronte residenziale italiano il peso fiscale rimane alto, secondo Mario Breglia, Presiedente di Scenari Immobiliari, anche se la cancellazione dell'Imu e della Tasi sulla prima casa a fine anno hanno migliorato le aspettative delle famiglie.
Le banche hanno ripreso a erogare mutui, creando le premesse per un potenziamento dei mercati nel 2016. Positiva anche l'introduzione del Jobs Act, le imprese hanno ripreso ad assumere, con effetti positivi sul mercato sia residenziale che terziario/uffici. "La leggera ripresa dell'occupazione, soprattutto giovanile, contribuisce a rilanciare il mercato della casa anche in questa fascia di età", recita l'Osservatorio.
Il crollo dei prezzi reali delle abitazioni nella fase recessiva, pari secondo Scenari Immobiliari a un -20% con punte del 25 % (escluse le top location) – ma secondo altre voci il calo ha raggiunto e superato in provincia anche un -30-40% – ha reso il mercato accessibile a settori sempre più ampi di popolazione perché i redditi sono rimasti stabili.


La ripresa del 2015 si è concentrata soprattutto nelle grandi città̀, ma è destinata ad ampliarsi al resto del Paese nel 2016. Secondo Scenari le quotazioni medie hanno mostrato ancora una lieve flessione, intorno allo 0,6 per cento, nel corso dell’anno. Tuttavia, nelle zone più richieste come i centri storici o le aree residenziali di pregio, ci sono stati incrementi lievi rispetto all'anno precedente. Il 2016 dovrebbe rappresentare una fase di stabilizzazione delle quotazioni medie, con tendenza alla riduzione degli sconti in sede di trattativa. Premieranno la qualità e la location.


Il fronte degli investimenti “commercial” in Italia. 
L'Italia ha chiuso il 2015 con volumi di investimenti arrivati verso gli 8 miliardi di euro, se si mettono insieme i settori non residenziali. Il nostro Paese ormai da un biennio è tornato ad attirare l’interesse degli investitori immobiliari mondiali, prima fondi speculativi principalmente di private equity e prima ancora fondi sovrani mediorientali, interesse che poi si è esteso anche a fondi di investitori e grandi investitori privati.
L’interesse oggi è polarizzato sugli immobili di qualità elevata e trophy asset, con forte concentrazione a Milano e Roma, con conseguente riduzione dell’offerta disponibile. Come dimostra il forte interesse per esempio per le ultime gare per trophy asset come La Rinascente di Firenze e il palazzo Ipi in Montenapoleone a Milano (quest'ultimo venduto a una cifra pari a 75mila euro al mq). La scarsa offerta e la compressione dei rendimenti portano oggi il mirino degli investitori da un lato verso le location secondarie, dall'altro verso operazioni di riqualificazione e value add.


Quale la sfida per il mercato italiano? Fornire oggetti di alta qualità, che oggi mancano, e rispondere alle nuove richieste nei comparti a maggiore potenziale di sviluppo, quali coworking, housing sociale, residenze universitarie, Rsa.
Rimane il fatto che il nostro mercato rimane di piccole dimensioni e ancora non è riuscito a fare un balzo in avanti. Come hanno dimostrato le difficolta delle nuove Siiq per approdare a Piazza Affari.


IL QUADRO EUROPEO 

In rapida crescita la Spagna, grazie al forte afflusso di investimenti esteri ma anche alla graduale ripresa delle quotazioni. E non dimentichiamolo alle riforme incisive attuate dal governo, riforme che invece in Italia si muovono ancora al rallentatore, come si torna ad accusare a livello internazionale.
Le previsioni al 2020 sono di un consistente aumento dei fatturati in tutti i principali Paesi europei, grazie alla probabile allocazione di una parte dei capitali in fuga dall'Asia.
Il settore immobiliare residenziale è in crescita nella maggior parte dei mercati. Le previsioni per il 2016 sono di un aumento graduale e costante delle compravendite – come certificato dall'Agenzia delle Entrate anche in Italia – guidate dall'andamento positivo dell'usato, che rappresenta oltre due terzi degli scambi.


In costante crescita il volume di mutui, mentre i prezzi medi dovrebbero registrare una fase di stabilità̀ in alcune zone, come Francia e Italia, e crescita negli altri Paesi. E qui bisogna sottolineare che altri enti di ricerca ritengono che, invece, ancora nel 2016 le quotazioni in Italia viaggeranno in lieve discesa. Non solo. Le stime appena uscite dall'Unione Europea vedono le variazioni dei prezzi in Italia quest'anno e nel 2017 praticamente intorno allo zero. Ci avviamo cosi a una fase di calma piatta in attesa di vedere la sospirata ripresa? Nessuno osa più dirlo. Per troppo tempo è stata spostata in avanti la lancetta che avrebbe dovuto segnare una ripresa consistente del mercato immobiliare italiano. Ora si viaggia a vista.
Gli aumenti più̀ consistenti sono attesi anche nel 2016 nel Regno Unito, con particolare riferimento a Londra e Dublino. Per la prima volta dopo diversi anni è in lieve ripresa l'attività edilizia, con una media europea di circa tre alloggi ogni mille abitanti, rispetto a 1,2 del biennio precedente.


Nel comparto uffici l'attività è in crescita non solo nelle principali città̀ globali, come Londra e Parigi, ma anche nelle metropoli più importanti dell’Europa del Sud. I volumi assorbiti sono in aumento, ma sono rari gli scambi relativi a grandi superfici, superiori a diecimila mq. La vacancy rate europea si aggira intorno al 10,5 per cento, con previsione di ulteriori flessioni nel prossimo biennio, anche se permangono forti differenze tra fasce di mercato. Il problema comune, ma più sentito in Paesi come il nostro, è rappresentato dalla carenza di offerta di prodotti di qualità. Bisognerà attendere il 2017 per vedere l'arrivo sul mercato di prodotti di alta qualità.


A livello europeo le quotazioni saliranno 2,5% nei prossimi cinque anni. Gli aumenti più̀ consistenti sono attesi nei mercati più importanti dell'Europa del sud, dove però̀ il gap rispetto alle punte del 2007 è ancora elevato. Guardando a Milano, per esempio, che ha attirato oltre 4 miliardi di euro di investimenti nel 2015 secondo i dati di Cbre, iniziano a scarseggiare le operazioni forse perché la forte concorrenza fa pressioni sui prezzi. E i rendimenti iniziano a comprimersi.


Fonte articolo: Casa24.IlSole24ore.com

Momento favorevole per compravendite e richiesta mutui



Crescono le erogazioni delle banche e gli spread continuano a calare: per il tasso fisso si sono praticamente dimezzati nel corso del 2015. "Si chiude un anno caratterizzato da dinamiche di offerta del credito da parte del sistema bancario quanto mai favorevoli per privati e famiglie" – si legge nella “Bussola” sul Iv trimestre dell’anno scorso anticipata a Casa24 Plus da Crif e Mutuisupermarket –.


I dati circa gli andamenti dei prezzi per i nuovi mutui proposti dalle banche a fine 2015 mostrano, infatti, che le medie dei migliori spread per un mutuo a tasso variabile e fisso passano rispettivamente da un 1,8% e 1,9% del primo trimestre 2015 a un 1,6% e un 1,0% del quarto trimestre 2015.

 

La riduzione del miglior spread nei 12 mesi del 2015 è risultata quindi essere pari al 15% per i mutui a tasso variabile e addirittura al 47% per i mutui a tasso fisso. "Tale contrazione è da porsi in collegamento agli effetti del Quantitative Easing BCE in grado di fornire liquidità a basso costo al sistema bancario e dei ridotti rendimenti di impieghi alternativi ai finanziamenti di tipo mutuo".


In questo contesto le erogazioni sono cresciute del 65% nei primi 9 mesi dell’anno, con le surroghe sempre protagoniste, ma che in rallentamento: nel dettaglio, "l'incidenza delle surroghe sul totale sul canale online passa dal 65% del totale delle pratiche erogate nel terzo trimestre 2015 al 60% del quarto trimestre 2015".


Diminuiscono però le somme erogate: se a inizio 2014 l'importo medio richiesto era pari a quasi 125mila euro, alla fine dello scorso anno questo dato scende sotto i 120mila euro. "L’andamento – secondo la Bussola – è riconducibile sia a valori degli immobili più ridotti rispetto al passato, sia alla tendenza di contenere quanto più possibile il peso delle rate sul reddito disponibile, senza dimenticare l'incidenza dei mutui rinegoziati, il cui valore è per natura inferiore".


"Con l’inizio 2016, stiamo entrando in una nuova fase di consolidamento della ripresa, in cui la domanda e le erogazioni di nuovi mutui sono attese entrambe in continua crescita sulla prima metà dell'anno anche se probabilmente a ritmi inferiori rispetto a quanto osservato nel corso del 2015 – commenta Stefano Rossini, amministratore e fondatore di MutuiSupermarket.it –. In questo scenario, con un quadro economico complessivo in costante miglioramento, nuove misure fiscali in favore della prima casa e prezzi degli immobili residenziali sempre più contenuti, si stanno rafforzando le premesse per una progressiva ripartenza delle compravendite immobiliari".
A conferma anche l'aumento di peso delle erogazioni di mutui con finalità acquisto casa sul totale delle erogazioni veicolate dal canale online, peso pari nel quarto trimestre 2015 al 33% delle operazioni, contro una media del 28% nel terzo trimestre 2015.


I prezzi degli immobili.
Il vento positivo che soffia sulle compravendite residenziali non scalda le quotazioni. Immobiliare.it. registra per il 2015 una ulteriore contrazione dei prezzi di vendita: -5,1% in un anno, con un -2,9% solo nel secondo semestre. A dicembre 2015 un prezzo medio ponderato a quota 2.056 euro al metro quadro (era 2.166 un anno prima).La discesa rallenta però nell’ultimo trimestre 2015 (-0,4% da ottobre a dicembre) con Firenze città più cara (3.436 euro al mq). 


Secondo idealista.it a gennaio la situazione si è rasserenata e le quotazioni segnano un modesto rialzo (+0,3%) attestandosi a una media di 1.979 euro al mq. Rispetto allo scorso anno la caduta dei valori è del 3,6% e i prezzi sono oggi in ripresa a Milano (2,6%) e Bologna (1,8%).


Secondo Nomisma le compravendite segnano ancora un aumento anche in questo inizio d’anno. E grazie alla netta ripresa dei mutui sono buone le prospettive per il resto del 2016.
Il settore residenziale nel terzo trimestre 2015, secondi l’Osservatorio dell’Agenzia delle Entrate, con 105.104 compravendite ha fatto segnare un aumento del 10,8%. Si tratta di oltre 10 mila abitazioni compravendute in più rispetto al terzo trimestre del 2014.


Fonti articolo: Casa24.com 1, Casa24.com 2

Le nuove costruzioni più vendute dell'usato

Crisi immobiliare, costruzioni bloccate, crollo delle concessioni e operatori falliti hanno ridotto ai minimi termini il numero di nuovi appartamenti sul mercato. 


I dati mostrano come nei mesi stia calando molto l’offerta di nuovo. "Le nuove abitazioni create nel corso dell’anno sono poche - continua Breglia -. I tempi di collocamento del nuovo erano meno di un anno qualche tempo fa e oggi sono di almeno due anni. Alla fine della crisi si sono messi insieme due fenomeni: si è costruito di meno e poi dall’anno scorso il nuovo si vende meglio dell’usato dappertutto, dalle grandi città alle piccole". 

Questo perché i prezzi del nuovo sono scesi più di quelli delle abitazioni esistenti - secondo Scenari Immobiliari nelle zone periferiche il nuovo ha perso durante la crisi il 25% del proprio valore mentre l’usato il 20% - e chi vuole comprare spesso propende per un appartamento già pronto, per il quale si evitano nel primo periodo le spese di manutenzione. 


L’aumento delle vendite di nuovo sta pertanto erodendo lo stock esistente. "È un dato positivo - spiega ancora Breglia -. Se il mercato dovesse ripartire, come è probabile che avvenga tra quest’anno e l’anno prossimo, la presenza di poche costruzioni recenti e di molta domanda di fatto potrebbe creare pressione sui prezzi. Per realizzare nuovi progetti ci vogliono almeno cinque anni, quindi è difficile che il mercato accolga a breve nuove abitazioni dopo uno stop così lungo delle costruzioni". Un trend che accomuna tutti e cinque i Paesi europei esaminati. 
"Il risultato è che il nuovo oggi in vendita è in gran parte stato costruito anni fa e ancora invenduto" - Mario Breglia, Presidente di Scenari Immobiliari.


Uno stock che si sta contraendo e che nel nostro Paese è arrivato a quota 90.500 unità (sono escluse le abitazioni ancora in costruzione e non sul mercato) contro le 118.400 unità nuove di fine 2014. Scorrendo all’indietro il calendario si vede che nel 2012 le nuove unità sul mercato erano circa 150mila. E prima ancora quando la crisi era lontana, tra il 2005 e il 2007, i numeri arrivavano fino a quasi 200mila. 


La “fame” di nuovo spiega il successo ottenuto dalle diverse riqualificazioni di lusso nelle zone centrali delle grandi città, riqualificazioni che in alcuni casi sono stati proprio interventi di demolizione e ricostruzione. Il nuovo vince contro l’usato soprattutto sotto il profilo della qualità. L’usato, infatti, è mediamente di qualità scadente e richiede elevate spese di ristrutturazione e di manutenzione. Non solo. Le case nuove hanno anche il vantaggio di avvalersi di un notevole risparmio energetico.


A Milano, dice Alessandro Ghisolfi, responsabile dell’ufficio studi di casa.it, "la domanda che punta sul nuovo ha un budget medio e riesce ad accedere al mutuo in maniera più facile". 
Il concetto vale anche in altri capoluoghi come Torino e Bologna, ma anche Roma. Ghisolfi non concorda con Breglia sull’andamento delle quotazioni, ravvisando cali maggiori per l’usato. "Nel semicentro (milanese ndr) i prezzi dell’offerta di nuovo sono scesi ma in maniera contenuta, tra il 5 e il 7%, nell’usato ci sono state riduzioni maggiori - dice -. Ma c’è chi preferisce abitare in zone più prestigiose e per questioni di budget si rivolge all’usato, piuttosto che comprare il nuovo in periferia". 
Secondo Alessandro Ghisolfi la tendenza di una ripresa si vede con evidenza sul nuovo, con grande attenzione alla qualità del costruito. "La location è un fattore importante". 


Analizzando i dati di Scenari Immobiliari relativamente a Milano e Roma si evince che nel capoluogo lombardo da gennaio 2015 a oggi le unità nuove in vendita sono calate del 37,1% da 3.500 a 2.200, nella capitale invece le abitazioni completate e immesse sul mercato sono circa 3.700 contro le 5mila che si contavano in vendita due anni fa (-26%). 


Subito dopo la Spagna è quindi l’Italia
il Paese che segna - tra le cinque maggiori Nazioni europee - il maggior calo delle abitazioni nuove in vendita e quindi delle costruzioni: -23% (la Spagna segna una riduzione del 29,2%). Germania e Regno Unito hanno registrato un calo nel biennio che si attesta intorno all’11%, la Francia si ferma al 5%. 


Fonti articolo: ilSole24Ore, vetrina web

Le previsioni 2016: stabilità prezzi e crescita transazioni


Il mercato immobiliare ha finalmente intrapreso la strada dell’uscita da una crisi molto lunga e si sta avviando verso una fase caratterizzata dalla stabilità dei prezzi e dall’aumento delle transazioni.


A dirlo le previsioni di Tecnocasa sull'anno appena iniziato, quando si dovrebbe assistere a un repricing ulteriore compreso tra -2% e 0% e le transazioni si dovrebbero attestare intorno alle 460-470mila unità.

 

 

Fiducia ritrovata per l'acquisto di casa.
I segnali che arrivano dalle reti Tecnocasa e Tecnorete sono positivi: c’è desiderio di acquistare casa grazie alla fiducia ritrovata e ad un accesso al credito decisamente migliorato negli ultimi mesi e che dovrebbe confermarsi anche per il futuro. Quello delle banche resta comunque un atteggiamento prudente e attento.


Il repricing continuerà prevalentemente per le soluzioni usate ma anche per le nuove costruzioni che non sono state ancora collocate sul mercato. L’interesse per queste ultime tipologie immobiliari c’è, così come verso l’efficienza energetica, ma nei mesi appena trascorsi il vero ostacolo ad un possibile dinamismo di questo segmento di mercato sono stati i prezzi poco accessibili.


Aumentano i prezzi delle soluzioni di pregio.
Ancora una volta la qualità abitativa sarà premiante, con una migliore tenuta delle abitazioni in buono stato e delle soluzioni signorili. Per queste ultime, se situate in zone di pregio, si potrebbe addirittura prevedere un rialzo leggero delle quotazioni. Si potranno avere ancora difficoltà per gli immobili di bassa qualità, che oggi stentano ad essere venduti se non dopo importanti ribassi dei prezzi. Le soluzioni da rimodernare, grazie anche al prolungamento degli incentivi fiscali per la ristrutturazione, potranno suscitare interesse tra i potenziali acquirenti.


Il segmento della prima casa sarà vivace ma anche quelli della casa uso investimento e della casa vacanza potrebbero ritrovare vigore grazie ai buoni prezzi presenti sul mercato.
Perché tutto questo avvenga, però, gli immobili devono essere collocati sul mercato al giusto prezzo perché, se così non fosse, sarà difficile far incontrare domanda ed offerta e il mercato subirebbe un rallentamento. L’eredità più importante che questa crisi ci lascia è proprio una maggiore consapevolezza da parte di tutti gli operatori del mercato, compresi gli istituti di credito, del reale valore dell’immobile.


Le grandi città, che già nel 2015 sono apparse più dinamiche,continueranno su questo trend che nel 2016 potrebbe interessare anche i capoluoghi di provincia e l’hinterland delle grandi città. Sul versante delle locazioni ci sarà una sostanziale stabilità dei canoni. L’andamento generale dell’economia e dell’occupazione, incidendo sulla fiducia dei potenziali acquirenti, contribuirà a definire o meno questo scenario di mercato.


I mutui più agevoli ed un clima maggiormente ‘sereno’ sembrano confermare la tendenza degli ultimi tempi, sulla predisposizione all’acquisto di una casa. C’è però da sottolineare che le banche continuano a mantenere un atteggiamento prudente. L’andamento generale dell’economia e dell’occupazione, incidendo sulla fiducia dei potenziali acquirenti, contribuirà a definire o meno questo scenario di mercato.


Fonte articolo: Idealista.it e Infobuild.it

Stop caduta prezzi delle case dopo 4 anni

Segnali di ripresa dal mercato immobiliare: per la prima volta, dopo quattro anni di cali, il prezzo delle case calcolato su base trimestrale aumenta rispetto al periodo precedente. 


Lo certifica l'Istat, secondo il quale nel terzo trimestre del 2015, sulla base delle stime preliminari, l'indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie sia per fini abitativi sia per investimento aumenta dello 0,2% rispetto al trimestre precedente, nonostante la variazione rispetto allo stesso periodo del 2014 sia negativa del 2,3%. 

L'indagine preliminare dell'Istituto di statistica spiega che l'aumento è trainato dal rialzo dei prezzi delle abitazioni nuove (+1,4%); per le abitazioni esistenti si registra invece un lievissimo calo (-0,1%). Su base annua, la diminuzione "pur confermandosi, continua a ridimensionarsi (-2,3% dal -2,9% del secondo trimestre) grazie al contributo dei prezzi sia delle abitazioni nuove (-0,5% dal -1,6% del secondo trimestre) sia di quelle esistenti (-2,9% da -3,3% del trimestre precedente)".


"L'aumento congiunturale e la conferma del progressivo ridimensionamento delle flessioni tendenziali dei prezzi delle abitazioni si manifestano in un quadro di ripresa del mercato immobiliare residenziale in termini di numero di compravendite (+10,8% su base annua nel terzo trimestre 2015 secondo i dati diffusi dall'Osservatorio del Mercato Immobiliare dell'Agenzia delle Entrate)".


Alla dinamica, si può aggiungere citando uno studio separato prodotto da Scenari Immobiliari, partecipano anche gli immigrati: nel 2015, gli acquisti di prime case sono stati circa 39 mila, con un aumento dell'8,3% rispetto all'anno precedente. Il valore complessivo degli acquisti è di circa 3,8 miliardi di euro, con un 15,1% in più in dodici mesi. Dieci anni fa, quando è iniziata la rilevazione dell'istituto di ricerche, gli acquisti furono 131 mila, poi un calo costante.


Si scava però un solco maggiore tra nuovo mattone ed esistente: il differenziale in valore assoluto tra la variazione tendenziale dei prezzi delle abitazioni esistenti e quella dei prezzi delle abitazioni nuove risulta pari a 2,4 punti percentuali, tornando ad ampliarsi dopo il minimo raggiunto nel secondo trimestre quando fu pari a 1,7.


Non è ancora tempo di festeggiare, per gli addetti ai lavori, ma un anno di rinascita: in media, nei primi tre trimestri del 2015, i prezzi delle abitazioni restano in calo del 2,9% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, sintesi di un calo dei prezzi dell'1,4% per le abitazioni nuove e del 3,5% per quelle esistenti, conclude l'Istat.


Fonte articolo: LaRepubblica.it

Il boom delle surroghe nel 2015


Crif, Prometeia ed Assofin, nel loro ultimo Osservatorio sul Credito al Dettaglio parlano molto chiaro: i segnali di ripresa che erano stati evidenziati nell’ultimo scorcio del 2014 sono stati più che confermati dai primi nove mesi dell’anno che si sta per concludere e se i mutui hanno fatto registrare una crescita del 21%, a lasciare di stucco è la vera e propria impennata delle surroghe, cresciute, certamente in virtù dei tassi di interesse ai minimi storici, addirittura del 780%.



Ad alimentare positivamente il fuoco delle richieste di finanziamenti per l’acquisto presentati dalle famiglie sono stati, senza dubbio, la politica monetaria messa in atto dalla Banca Centrale Europea guidata da Mario Draghi, ma anche la riduzione dei prezzi medi rilevati nel mercato immobiliare italiano e l’aumento del redditto disponibile per ciascun nucleo familiare.


Gli investimenti nel settore delle case erano stati rimandati dagli italiani, ma ora le stelle sembrano essere nuovamente allineate in modo positivo tanto che Crif, Prometeia ed Assofin si sbilanciano con previsioni positive anche per il prossimo biennio. Andando ad analizzare nello specifico i numeri dell’osservatorio, emerge chiaramente come se il numero complessivo delle erogazioni cresce (21.3% per l’acquisto delle abitazioni e 187.1% per gli “altri mutui”), si riduce invece l’importo erogato.


Non ci si deve, però, far spaventare da questo elemento dato che, a ben guardare, è in realtà piuttosto semplice da capire; i costi delle case si sono ridotti e gli italiani hanno cominciato a riparametrare meglio le loro richieste, presentando domande di valore inferiore rispetto al passato; il 32% delle richieste totali, ancora una volta anche in virtù della grande quantità di surroghe, si trova nella fascia con importo inferiore ai 100.000 euro.


Fonte articolo: http://news.immobiliare.it/crif-nel-2015-surroghe-a-780-25001

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