Mutui prima e seconda casa: differenze ed agevolazioni

L’acquisto di un’abitazione è spesso legato al’accensione di un mutuo: è difficile che un cliente abbia a disposizione l’intera cifra per coprire il valore dell’immobile.


Questo discorso è valido sia per le prime, sia per le seconde case, il cui acquisto, oggigiorno, è spesso legato a finanziamenti, seppur solitamente di entità minore rispetto ai mutui prima casa. 

 

Il segmento immobiliare delle seconde case vive in questi mesi un ritorno in auge, complice la crisi del settore che negli ultimi anni ha inciso notevolmente sui prezzi. Inoltre, il valore delle seconde case si sta stabilizzando, mentre si velocizzano i tempi di vendita.


Al momento di acquistare una seconda casa, è bene informarsi su una serie di caratteristiche legate al mutuo, che si differenzia dai prodotti per l’abitazione principale, in modo particolare per le agevolazioni a cui esso è collegato e per i tassi di interesse, superiori a quelli per un finanziamento sulla prima casa.


caratteristiche del mutuo prima e seconda casa

Il mutuo prima casa deve essere acceso su un immobile sito nel Comune dove il beneficiario risiede o lavora. La prima agevolazione prevista (e anche la più consistente) è la possibilità di portare a detrazione gli interessi passivi del mutuo e gli oneri accessori, nella misura del 19%, con la dichiarazione dei redditi, fino a un tetto massimo di 4.000 euro.


Ciò non è possibile con il mutuo seconda casa,
per cui le spese accessorie e legate al mutuo restano interamente coperte dal contraente del contratto.
Sempre a livello fiscale, una delle differenze più consistenti tra mutui prima e seconda casa è data dalle imposte, come chiarito dall’Agenzia delle Entrate nell’apposito vademecum.


Quando l’acquisto viene effettuato in presenza dei requisiti “prima casa”, se il venditore è un privato o un’impresa che vende in regime di esenzione Iva, abbiamo le seguenti agevolazioni:

- imposta di registro proporzionale nella misura del 2%;
- imposta ipotecaria fissa di 50 euro;
- imposta catastale fissa di 50 euro.


Sempre per quanto concerne le prime case, se si acquista da un’impresa, con vendita soggetta a Iva, abbiamo:

- Iva ridotta al 4%;
- imposta di registro fissa di 200 euro;
- imposta ipotecaria fissa di 200 euro;
- imposta catastale fissa di 200 euro.


Diverso è invece il discorso per le seconde case,
che vedono lievitare i costi, sia se il venditore è un privato, sia per le imprese. In questo caso abbiamo:

- l’imposta di registro proporzionale del 9%;
- l’imposta ipotecaria fissa di 50 euro;
- l’imposta catastale fissa di 50 euro.


Cambiano anche i regimi di tassazione per quanto concerne l’Imu e la Tasi: le prime case sono esenti dall’Imposta Municipale Unica e dal tributo comunale sugli immobili per i servizi indivisibili. Per le seconde case le due imposte restano valide anche quest’anno, con scadenza 16 giugno per l’acconto e 16 dicembre per il saldo.


Un capitolo a parte meritano le detrazioni fiscali legate al risparmio energetico e alle ristrutturazioni: gli Ecobonus del 65% e del 50% sono applicabili indistintamente alle prime e alle seconde case. Ecco dunque che può essere interessante, specialmente se non si ha la necessità di richiedere un mutuo per acquisto seconda casa, valutare i mutui ristrutturazione: essi permettono di effettuare con un finanziamento ad hoc i principali interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria sugli immobili, dando accesso alle detrazioni.


Fonte articolo: Mutuionline.it

 

 



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