Incentivi fiscali su ristrutturazione e mobili, si attende il sì del Governo

Per ora non sono arrivate dentro il governo obiezioni alla riconferma nel 2016 degli sgravi Irpef del 50% e del 65% per chi effettua lavori di ristrutturazione in casa o di efficientamento energetico e per chi acquista i mobili per la propria abitazione: nessuna obiezione dalla task force sulla spending review guidata da Yoram Gutgeld, che pure vuole recuperare 1,1-1,3 miliardi dalle tax expenditure ma non "punta" gli incentivi all'edilizia, nessuna obiezione neanche dal Ministero dell'Economia che dovrà tener conto degli effetti di cassa per alcune centinaia di milioni ma condivide una valutazione positiva sullo strumento. 


Certo è che chi si è intestato nel governo la battaglia sui bonus fiscali per l'edilizia è il Ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, che ha già posto la doppia questione della proroga degli strumenti nel 2016 e dell'allargamento della platea dei beneficiari.

"Se lo strumento ha funzionato e ha portato buoni risultati in termini di politica economica per la crescita e anche per le casse dello Stato, sarebbe sbagliato non utilizzarlo al meglio", ha detto il Ministro delle Infrastrutture nell'intervista al Sole 24 Ore del 20 agosto.


Due, in particolare, sono le ipotesi di rafforzamento dei bonus e di allargamento della platea dei beneficiari che Delrio è pronto a presentare formalmente quando si stringerà con gli incontri sulla legge di stabilità ai massimi livelli di governo: da una parte, l'estensione dei crediti di imposta (e in particolare di quello sul risparmio energetico) anche agli alloggi popolari pubblici finora esclusi dai benefici; dall'altra l'ammissione al bonus fiscale per l'acquisto di mobili anche a chi va in affitto.
"Se la vediamo dalla parte del cittadino e in particolare di una giovane coppia che vuole mettere su casa e famiglia - dice il Ministro - suona quasi come una beffa che possa utilizzare lo sconto solo chi è proprietario di un'abitazione perché nella gran parte dei casi un giovane che ha più bisogno di essere sostenuto comincerà il suo percorso andando in affitto". 


Si apre insomma una partita che riguarda il tema dell'utilizzo degli sgravi Irpef sempre più in termini di strumenti utili a rafforzare la crescita. Delrio è ottimista, convinto di essere in sintonia anche con il premier Matteo Renzi. 
Il Presidente della Commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci, che da tempo difende lo strumento ed è sulla stessa lunghezza d'onda del ministro delle Infrastrutture, va anche oltre e immagina che il 65% per il risparmio energetico possa essere la prima pietra di una politica nazionale di efficientamento energetico degli edifici pubblici, con effetti di spending review che sarebbero rilevanti anche sulla bolletta energetica.


La conferma e l'ampliamento dei bonus è una posizione sostenuta anche dalle imprese. Se i costruttori dell'Ance vedono con favore l'estensione degli strumenti fiscali dalla scala micro a quella macro (e in particolare alle operazioni di riqualificazione urbana), venerdì il presidente di FederlegnoArredo, Roberto Snaidero, ha chiesto di alzare il tetto di 10mila euro per la spesa agevolabile nell'acquisto di mobili.


Fonte articolo: http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/art/casa-fisco-immobiliare/2015-08-24/bonus-ristrutturazioni-ipotesi-ampliamento-studio-governo-105141.php?uuid=ACPBOsl&refresh_ce=1

 

Ecobonus: mozione per estenderlo oltre il 31 Dicembre

Stabilizzare dal 2016 l’ecobonus del 65%; rimodularne i tempi di erogazione; estenderlo agli edifici nuovi costruiti con criteri di bioedilizia o a energia quasi zero.
Lo chiede al Governo una mozione firmata da 16 Senatori, primo firmatario Salvatore Tomaselli (PD).


I Senatori chiedono di dare stabilità dal 2016 all’agevolazione fiscale del 65% per la riqualificazione energetica degli edifici che, in assenza di proroghe, scadrà il 31 dicembre 2015, e di garantire un vantaggio agli interventi di riqualificazione energetica e di messa in sicurezza degli immobili, tenendo ferma, l’attuale differenza di 15 punti percentuali fra l’ecobonus del 65% e la detrazione del 50% per gli interventi di ristrutturazione edilizia.

 

La mozione chiede anche di rimodulare i tempi di erogazione dell’incentivo - ora pari a 10 anni per tutti gli interventi - rendendoli crescenti con l’ammontare della spesa, in modo che la detrazione fiscale sia conveniente anche per micro-interventi. 
Si propone, inoltre, di estendere il campo di applicazione dell’ecobonus del 65%, in via permanente, alla riqualificazione energetica del patrimonio di edilizia residenziale pubblica e di edifici di proprietà di onlus, alla riqualificazione energetica di edifici interi, al consolidamento antisismico degli edifici ricadenti in aree a rischio sismico, al consolidamento antisismico dei beni immobili strumentali, comprese le strutture alberghiere e ricettive.

 
Secondo i proponenti, l’agevolazione dovrebbe essere estesa anche alla costruzione di edifici nuovi, nel caso siano rigorosamente seguiti criteri di bio-edilizia o a energia zero o quasi-zero.
Infine, si chiede di promuovere in maniera diffusa ed ancora più incisiva su tutti i media la normativa in merito all’agevolazione per la riqualificazione energetica degli edifici.


“Dal momento dell’introduzione dell’agevolazione e fino al 31 dicembre 2014 - spiegano i Senatori - le domande per ottenere gli sgravi dell’ecobonus sono state 2.258.849 e le detrazioni riconosciute sono state pari a 26,099 miliardi di euro; gli incentivi dell’ecobonus, sommati agli incentivi per le ristrutturazioni edilizie, hanno generato nel solo anno 2014 investimenti per un ammontare complessivo di 28,4 miliardi di euro, pari a quasi 2 punti di PIL”.


Il risparmio energetico - rileva la mozione - è uno strumento per migliorare i conti delle famiglie italiane, che potrebbero risparmiare centinaia di euro l’anno di bollette, così come lo è per migliorare, anche esteticamente, le città e porre un argine alla crisi del settore edilizio, che ha perso più di 700.000 posti di lavoro”.
“Una politica di risparmio energetico sul patrimonio edilizio italiano, attivata su 12 milioni di edifici, è in grado di generare risorse economiche private, mettendo a reddito gli oltre 20 miliardi annui di energia che invece viene sprecata” concludono i Senatori.


Fonte articolo: http://www.edilportale.com/news/2015/07/risparmio-energetico/ecobonus-65-dal-senato-arriva-la-richiesta-di-stabilizzarlo_47285_27.html

Efficienza energetica dei condomini per far ripartire l'edilizia


"In Italia ci sono circa 1,1 milioni di condomini e si stima che per ogni intervento strutturato di efficientamento energetico serva un investimento di almeno un milione di euro. Ecco dove sta l’economia. Se poi consideriamo che ogni dieci anni saranno necessari interventi di manutenzione, abbiamo creato un’industria". Alessandro Ponti, A.D. di Harley&Dikkinson (H&D) e presidente di REbuilding Network, sottolinea le criticità del mercato italiano legate ad un gap culturale e al frazionamento della proprietà, ma si fa promotore di una squadra che ha già aggregato sei aziende che singolarmente sono impegnate sui temi dell’efficienza energetica.

 

Nella rete oggi si contano oltre a H&D Finance anche il distretto tecnologico Habitech, iGuzzini, Riello, Saint-Gobain Italia e Schneider Electric. "Il nostro obiettivo è mettere a fattor comune un sistema di tecnologie per efficientare gli edifici esistenti. Abbiamo fatto un primo test a Roma in via Ermete Novelli non lontano da Piazza delle Muse – racconta Ponti – e il cantiere partirà a breve. È un piano rigenerazione energetica per un edificio di proprietà dell’Inpgi (l’istituto previdenzialie dei giornalisti, ndr), una palazzina degli anni ’50 di sette piani, circa 4.500 mq di superficie, con 22 alloggi che passerà dalla classe energetica G alla A+". Il progetto è dello studio Freyrieflores Architettura e il business-plan prevede una spesa di circa 21 euro/mq per la manutenzione e di 100 euro/mq per la rigenerazione energetica. Se oggi ciascuna famiglia in quel palazzo consuma 2.700 euro all’anno, dopo l'intervento ne risparmierà 1500.


Il progetto romano dovrà passare i test del cantiere e della gestione ma la direzione è quella auspicata per le migliaia di edifici delle grandi e piccole città italiane e incentivata dal mondo Rebuild. "Bisogna lavorare al fianco degli amministratori di condominio – spiega Ponti – e nella nostra rete ne raccogliamo 18mila dei 25mila italiani. Speriamo di riuscire a trasmettere il messaggio che tramite loro dovrà arrivare ad ogni singolo condomino".


Sull’efficienza energetica e la valorizzazione del patrimonio costruito ci sono già alcuni prodotti finanziari studiati ad esempio da Ubi o dalla Popolare di Milano, con finanziamenti a tasso zero e senza garanzie, "prodotti che le banche ci rilasciano direttamente per conto dei nostri clienti – dice Ponti – proprio perché investono su una filiera efficientata". In molti sostengono che le risorse non siano un problema, ma il mercato non parte. Perché? "Banche e Fondi di investimento mettono i soldi – dice Ponti – ma manca la cultura sia da parte del progettista sistemico che dell’amministratore di condominio, due soggetti che oggi difficilmente dialogano tra loro".


L’edilizia italiana ha bisogno di cambiare marcia, superare le resistenze e darsi una prospettiva di esponenzialità sia nei numeri che nelle prestazioni da raggiungere. La creazione di nuovo valore passa dalla deep renovation dei condomini energivori e a Riva del Garda si dimostra che il mercato offre tutte le tecnologie, i materiali e le soluzioni per raggiungere gli obiettivi europei di ridurre dell'80% le emissioni di CO2 entro il 2050. Oltre confine a Parigi, è la società ferroviaria francese Sncf a fare scuola con un condominio di 87 appartamenti, occupato, degli anni 50, che è stato riqualificato abbattendo dell’80% i consumi. Il costo di intervento è stato dell'ordine dei 500 euro/mq. "Il punto di forza di questo progetto è la proprio sua replicabilità – sottolinea Alberto Ballardini, responsabile dei servizi per edifici esistenti di Habitech – e uno degli obiettivi di Rebuild è proprio quello di testare sul campo soluzioni che possano essere proposte su larga scala misurando il raggiungimento dei risultati".


Fonte articolo: http://www.casa24.ilsole24ore.com/art/condominio/2015-06-24/condomini-crescita-sinergie-i-settori-182802.php?uuid=AC6yOWF

Al via REbuild per rilanciare l'immobiliare italiano

Oggi e domani si svolgerà al Palazzo Congressi di Riva del Garda REbuild, convention nazionale sull’innovazione della riqualificazione e gestione immobiliare.


Giunta alla IV edizione e organizzata da Habitech - Distretto Tecnologico Trentino – e Riva del Garda Fierecongressi, REbuild porrà all'attenzione degli addetti ai lavori tematiche fondamentali come la deep renovation, la rigenerazione urbana o la digitalizzazione dell'edilizia, per spiegare quali importanti possibilità si nascondono dietro la riqualificazione degli edifici.

"Con oltre 18 milioni di abitazioni che necessitano una riqualificazione, il nostro Paese ha il secondo patrimonio immobiliare più vecchio al mondo, inadeguato dal punto di vista energetico, estetico, funzionale, ambientale e della sicurezza" sottolinea Thomas Miorindirettore di Habitech e ideatore dell’evento.
La riqualificazione è la strada per far recuperare valore all'immobile, per rilanciare l'economia e l'occupazione del settore e per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni che ci pone l'Europa entro il 2050. Farlo ad un tasso di un'abitazione al minuto, per i 18 milioni di minuti che ci dividono dal 2050, richiede un ripensamento delle tecnologie e della filiera ma soprattutto dei processi finanziari ed amministrativi”.


Le risorse per far partire il mercato? Sono già tutte su tavolo, basta saperle sfruttare. La vetustà del patrimonio italiano costa ogni anno alle famiglie 42 miliardi di Euro per una media di 1.650 Euro ad abitazione, dovuti alla sola spesa corrente dei consumi energetici e a cui si aggiungo le necessità di manutenzione straordinaria delle strutture.


Si parlerà di
- riqualificazione radicale, meglio nota come deep renovation, attraverso casi eclatanti come quello condotto in Olanda, dove in soli 10 giorni è stato possibile trasformare un'abitazione usurata e poco efficiente dal punto di vista energetico in una casa con bollette azzerate e garantite per trent'anni;
- rinnovamento delle infrastrutture in grado di agevolare la rigenerazione urbana a partire dalle vie di comunicazioni, fondamentali per avviare nuove fasi di sviluppo, alle nuove tecniche di riqualificazione ad edificio occupato, evitando agli abitanti di dover lasciare la propria casa per agevolare gli interventi, alla riqualificazione modulare e ad esempi di realizzazione di hotel diffusi passando attraverso il coinvolgimento della popolazione.


Ma REbuild 2015 sarà anche occasione per raccontare come le nuove tecnologie stanno radicalmente modificando gli approcci nei processi di realizzazione degli edifici grazie all'utilizzo di droni e realtà aumentata, nella gestione dei consumi attraverso la connessione degli oggetti, e nell'interazione tra l'utente e gli spazi urbani.


Fonte articolo: http://www.edilportale.com/news/2015/06/aziende/rebuild-2015-al-via-la-convention-nazionale-sull-innovazione-della-riqualificazione-e-gestione-immobiliare_46554_5.html



Il nuovo APE slitta al 1° Ottobre

L'obbligo di compilare l'Attestato di prestazione energetica degli edifici secondo le nuove linee guida predisposte a livello nazionale scatterà il 1° ottobre prossimo. Così ha deciso dalla Conferenza Unificata che ha dato il via libera definitivo, dopo un lungo lavoro di confronto e limatura, al decreto che detta le modalità per la certificazione in edilizia in attuazione alla Direttiva 2010/31/UE e agli schemi di relazione tecnica di progetto.

 

L'ultima data proposta dal Mise era quella del 1 agosto: alla fine, però, si è preferito accogliere almeno in parte la richiesta avanzata dalle Regioni, dietro la motivazione di consentire ai tecnici abilitati al rilascio dell'Ape di prendere confidenza con i nuovi software. Il decreto Ape dovrà comunque essere pubblicato in Gazzetta entro il 28 giugno, pena la mancata chiusura da parte dell'Europa della procedura di infrazione aperta a carico dell'Italia e l'impossibilità per il nostro Paese di utilizzare i fondi strutturali della programmazione 2014-2020.


Stessa situazione vale anche per il Decreto (parallelo) sui requisiti minimi di efficienza energetica per gli immobili, che ha avuto l'ok il 25 marzo dalla Conferenza Unificata, ma non è ancora uscito stato pubblicato in via ufficiale. Anche per questo, la data di entrata in vigore (fissata al 1° luglio) potrebbe slittare a inizio ottobre.


Sotto l'aspetto pratico, la grande novità in arrivo con le linee guida varate la scorsa settimana, è che da ottobre tutte le Regioni (con l'eccezione delle Province Autonome) utilizzeranno uno stesso sistema per classificare la performance energetica dell'edificio. E questo nonostante, sulla carta, la clausola di cedevolezza lasci comunque liberi i territori di agire con propri sistemi locali a patto di aver recepito con atti propri la direttiva comunitaria. «Alla fine, ha prevalso una scelta di omogeneità – commentano dal Mise – che va nella direzione di offrire ai proprietari di casa e agli acquirenti un'unica scala di confronto, comparabile, in tutta Italia».


L'Ape, rispetto ad oggi, prenderà in esame le prestazioni dell'immobile anche per il raffrescamento estivo, oltre che per il riscaldamento invernale e la produzione di acqua calda sanitaria. Le classi saranno dieci (dalla migliore o A4 alla peggiore o G) e verranno determinate non più secondo il parametro dell'Epi limite, bensì in funzione del rapporto fra la prestazione di un edificio e quello di un fabbricato di riferimento. Se per gli edifici nuovi i parametri di riferimento (l'indice di prestazione media) sono già disponibili, per quelli esistenti l'Enea avrà 18 mesi di tempo dall'entrata in vigore del decreto per predisporli. 


Il nuovo attestato conterrà infine consigli e raccomandazioni su quali interventi mettere in atto per migliorare l'efficienza del fabbricato nel modo più economico possibile. Dopo l'entrata in vigore, sarà anche creata una banca dati a livello nazionale degli attestati (Siape), che consentirà di tracciare nel tempo uno quadro chiaro del costruito in Italia.


Fonte articolo: quotidiano condominio, ilSole24Ore

 

Nuovo APE Nazionale, come funziona

Sì a molte modifiche puntuali di carattere tecnico inserite nell’ultimissima versione del testo. No alla richiesta di proroga dell’entrata in vigore delle nuove regole sull’attestato di prestazione energetica degli edifici. Oggi la conferenza unificata darà il previsto parere a due schemi di decreto che manderà in pensione il variegato sistema regionale che regola la classificazione energetica degli edifici e il relativo attestato.


Mentre il raffinamento del testo ha visto l’accoglimento di numerosi emendamenti proposti dalle regioni - e recepiti nell’ultima bozza considerata “definitiva” dal ministero dello Sviluppo - sull’entrata in vigore resta la suspance fino all’ultimo. 

Le regioni non rinunciano a chiedere uno slittamento al 1 ottobre mentre nelle ultime bozze resta confermata la data del 1 agosto, termine ribadito dai rappresentanti del ministero dello Sviluppo nell’ultima riunione tecnica del 15 giugno. 
Non è però detta l’ultima parola. Nelle ultime interlocuzioni è sembrato che il Ministero alla fine potesse cedere anche sulla proroga della data di entrata in vigore. L’obiettivo del governo resta infatti quello rendere esecutive le nuove norme il prima possibile, per rispettare una prescrizione europea fino ad ora ignorata, che ci ha causato l’apertura di una procedura di infrazione e che in prospettiva ci preclude l’utilizzo dei fondi comunitari del ciclo 2014-2020 (si veda l’articolo di analisi). 


Ape unico nazionale, classe energetica in 10 livelli: da A4 a G 
Al di là della data di entrata in vigore, la vera novità è una radicale semplificazione rispetto all’attuale decentramento. Al posto del sistema decentrato a livello regionale arriverà l’impianto “statale”, con un solo schema di Attestato di prestazione energetica (Ape). Lo stesso processo di unificazione riguarderà anche la relazione tecnica del progettista sulle prestazioni degli impianti nell’ambito di interventi di ristrutturazione, oggetto di un secondo schema di decreto ministeriale, anche questo all’ordine del giorno della conferenza unificata per oggi. 


L’Ape dovrà indicare le seguenti informazioni:
- prestazione energetica globale dell'edificio sia in termini di energia primaria totale che di energia primaria non rinnovabile, attraverso i rispettivi indici;
- classe energetica, determinata attraverso l'indice di prestazione energetica globale dell'edificio (espresso in energia primaria non rinnovabile); qualità energetica del fabbricato, ossia la capacità di contenere i consumi energetici per il riscaldamento e il raffrescamento;
- valori di riferimento (come i requisiti minimi di efficienza energetica vigenti);
- emissioni di anidride carbonica;
- energia esportata;
- raccomandazioni per il miglioramento dell'efficienza energetica dell'edificio, con le proposte di interventi più significativi ed economicamente più convenienti (distinguendo gli interventi di ristrutturazione da quelli di riqualificazione energetica);
- informazioni correlate al miglioramento della prestazione energetica (come gli incentivi di carattere finanziario e l'opportunità di eseguire diagnosi energetiche).

Il livello di prestazione energetica dell'edificio (oppure dall'unità abitativa) sarà indicato da lettere, che vanno dalla A (massimo livello prestazionale) alla G. I livelli saranno 10: i primi quattro livelli saranno tutti A, con quattro gradazioni: da A4 (massimo livello prestazionale) ad A1. 
Lo schema di Ape esaminato oggi dalla conferenza unificata reca è stato aggiornato con le modifiche chieste dalle regioni. 


Fonte articolo: Ediliziaeterritorio, ilSole24ore

Attestazione APE in vigore dal 1 Agosto

Per l'entrata in vigore dell'attestato di prestazione energetica nazionale la data è stata fissata all'agosto prossimo, cioè un mese in più rispetto a quanto indicato in precedenza. Il nuovo termine si ricavava dalla nuova bozza del provvedimento, che sta per essere varata dalla conferenza unificata. 


Intanto è stato definita la bozza di decreto Sviluppo economico (con Infrastrutture e Semplificazione) con gli schemi di relazione tecnica di progetto necessaria per applicare le nuove regole sui requisiti minimi di efficienza degli edifici, varati lo scorso 25 marzo dalla conferenza unificata ma non ancora pubblicati in Gazzetta. 

 

 

Tra le modifiche importanti spicca la data di entrata in vigore delle norme. L'adeguamento all'Ape nazionale avverrà a partire dal primo agosto. Tra le modifiche introdotte non manca un richiamo esplicito alle sanzioni a carico del progettista, in caso di inadempienza (nella precedente bozza nulla era stato indicato in materia di sanzioni). Si tratta delle sanzioni fissate dal Dlgs 192/2005 (articolo 15): si va dalla sanzione tra il 30% al 70% della parcella a carico di progettista o direttore dei lavori a una sanzione tra 5mila e 30mila euro a carico del costruttore edile che non rilascia l'attestato. 

L'attestato prevede che venga indicato, con l'indice di prestazione energetica, anche l'indice di prestazione energetica medio degli edifici esistenti analoghi a quello oggetto di Ape. Ebbene, per quanto riguarda l'indicazione di questo dato, il nuovo testo concede 18 mesi di tempo, per dar modo all'Enea di mettere a disposizione le informazioni.


Dm sulla relazione tecnica 
Il decreto definito dal governo fornisce al progettista le indicazioni per compilare la relazione tecnica di progetto attestante la rispondenza alle prescrizioni per il contenimento del consumo di energia degli edifici e dei relativi impianti termici. Si tratta sempre di un adempimento previsto dal Dlgs 19 agosto 2015, (articolo 8 comma 1), cioè sul decreto che recepisce la direttiva 2010/31/Ue sulle prestazioni energetiche degli edifici. 


Il decreto tecnico indica ai progettisti quali dati (e come) inserire relativamente a elementi edili, termotecnici, illuminotecnici; e come poi debbano eseguire i calcoli e le verifiche. In modo da redigere poi la relazione tecnica di progetto che attesta l'effettiva rispondenza alle prescrizioni per il contenimento del consumo di energia degli edifici e dei relativi impianti termici.
Il decreto fornisce pertanto tre schemi di relazione tecnica, a seconda che il progetto riguardi nuove costruzioni, "ristrutturazioni importanti" o interventi di riqualificazione energetica.


Fonte articolo: casaeterritorio.ilsole24ore

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