Attivo il Conto Termico per PA; gli interventi per i privati

La  mini rivoluzione è partita: il conto termico, cioè il meccanismo di sostegno già introdotto dal decreto 28/12/2012, che incentiva interventi per l’incremento dell’efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili, è stato alleggerito, ampliato e semplificato dopo l’entrata in vigore, il 31 maggio, del decreto interministeriale del 16 febbraio 2016.


Con maggiori opportunità, che riguardano non solo i proprietari di edifici residenziali, ma anche di immobili terziari e produttivi.



Fare un bilancio è ancora prematuro: anche perché le regole applicative, che disciplinano le modalità di accesso al sostegno per gli interventi di piccole dimensioni di efficienza energetica e di produzione di energia termica da fonti rinnovabili, sono state pubblicate solo a fine luglio e dal 1° agosto è attiva la procedura di prenotazione degli incentivi attraverso il Portaltermico per la PA. Tuttavia, le aspettative sull’uso della misura – ora che è più semplice – sono elevate.
Ma vediamo insieme le principali regole. A partire da quelle che riguardano i privati cittadini.


Chi gestisce e chi beneficia del conto 

Responsabile della gestione ed erogazione delle risorse è il Gestore dei servizi energetici (Gse). I beneficiari sono imprese e privati (comprese le cooperative di abitanti) oltre alla pubblica amministrazione: in tutto la dotazione annua di fondi è di 900 milioni, di cui 200 destinati alla Pa e 700 ai privati.


Quali interventi sono coperti 

Per i privati, il conto copre la sostituzione di vecchi sistemi di climatizzazione con sistemi alimentati da fonte rinnovabile; l’installazione di collettori termici e la sostituzione di scaldabagno elettrici con impianti a pompa di calore; la sostituzione di impianti di climatizzazione con nuovi sistemi ibridi (a patto che il sistema sia stato progettato fin dall'inizio come impianto integrato e non sia invece il frutto dell'assemblaggio di un nuovo sistema a una caldaia a condensazione già esistente).
La dimensione degli impianti ammessi a contributi è stata ampliata (rispetto al vecchio conto termico) da 1 MW a 2MW per i sistemi a pompa di calore e da 1.000 a 2.500 metri quadrati per gli impianti solari termici.


Per l’amministrazione pubblica 

Nel caso dei Comuni e degli enti pubblici la misura copre, al contrario, un largo ventaglio di interventi per la riqualificazione non solo degli impianti, ma degli interi immobili. Nel Dm del 16 febbraio 2016 sono previsti, oltre agli incentivi per l’isolamento dell’involucro (copertura, pareti perimetrali o pavimenti), la sostituzione di infissi, il cambio di vecchi impianti con caldaie a condensazione e l’installazione di schermature, anche forme di sostegno per la trasformazione degli edifici esistenti in “nZEB”, immobili a energia quasi zero, la sostituzione di sistemi di illuminazione di interni e delle pertinenze degli edifici, l'installazione di impianti di building automation.


Cosa viene rimborsato 

Il Conto termico permette il recupero di una parte della spesa sostenuta in rate annuali di pari importo, spalmate da 2 a 5 anni: l’ammontare del sostegno per i privati dipende da una serie di variabili, che devono essere calcolate caso per caso e che possono coprire fino al 65% dell’importo. Quando la cifra di cui si ha diritto, tuttavia, non supera i 5mila euro il rimborso potrà avvenire in un’unica soluzione (prima le soglia era a 600 euro). I tempi di pagamento si aggirano intorno ai due mesi dall’accettazione della domanda.
La PA (o la Esco che opera per suo conto) che opta per l’accesso diretto può, invece, richiedere l’erogazione dell’incentivo in un’unica soluzione, anche nel caso in cui l’importo del beneficio riconosciuto superi i 5mila euro.


Come ottenere l'incentivo 

La procedura da effettuare è per tutti online, attraverso il Portaltermico.
Per i privati, la richiesta deve essere caricata a fine lavori, entro 60 giorni. L’accesso diretto agli incentivi, per ciò che riguarda l’installazione di piccoli apparecchi domestici fino a 35 kW o 50 mq di superficie, è stato semplificato con l’introduzione del cosiddetto catalogo. L’utente non dovrà più allegare la documentazione circa l’impianto installato, ma la troverà già presente sulla piattaforma e dovrà solo selezionarla. Come in passato, infine, l’accesso ai meccanismi di incentivazione può essere richiesto direttamente dai soggetti ammessi o per il tramite di una Esco.
Per la PA è, invece, possibile dal 1° agosto chiedere un contributo o anche prenotare l'incentivo su lavori futuri: in tal caso, è prevista l’erogazione di un acconto ad avvio lavori e un saldo alla loro conclusione.


Fonte articolo: Ilsole24ore.com

Nuovo Conto Termico: quando conviene di più dell'Ecobonus?


A parità di intervento, il Nuovo Conto Termico, rispetto alla scorsa versione dell’incentivo, è più generoso. Non è sempre vero, ma può essere considerata una linea generale introdotta dal Nuovo Conto Termico.


Chi sostituisce vecchi impianti di climatizzazione o di produzione di acqua calda sanitaria con altri di nuova generazione, alimentati a fonte rinnovabile può ottenere una quota percentuale che oggi è, in media, più alta rispetto al passato. La novità, per una serie di opere, fa crescere l’appeal del conto termico rispetto all’ecobonus del 65%.

 

Introdotto dal Dm 28 dicembre 2012, attivo dal 2013, il Conto Termico è stato modificato all’inizio del 2016, con l’approvazione del Dm 16 febbraio, entrato in vigore il 31 maggio 2016 e detto a quel punto Nuovo Conto Termico.
Il meccanismo di sostegno economico conta su una dotazione annua di 900 milioni di euro (dei quali 200 riservati alla Pubblica Amministrazione) ma all’inizio è stato poco utilizzato per una serie di difficoltà, che nella nuova versione sono stati attenuati. Tra i correttivi del nuovo meccanismo c’è l’ampliamento degli interventi agevolati.


NUOVO CONTO TERMICO: I 3 CAMBIAMENTI PRINCIPALI

1. Elevato il limite per l’erogazione dell’incentivo in un’unica rata: la soglia è passata a 5mila euro.

2. I tempi di pagamento si sono accorciati: il primo saldo arriva in 2 mesi e non in 6.

3. Snellita la procedura di accesso diretto, con il catalogo degli apparecchi domestici: per quelli fino a 35 kW o 50 mq di superficie, quando fa la richiesta il cittadino non deve più raccogliere la documentazione sull’impianto ma deve solo selezionare la voce corrispondente sulla piattaforma del Gse (Portaltermico). La procedura deve essere espletata entro 60 giorni dalla conclusione dei lavori.


NUOVO CONTO TERMICO PER I PRIVATI   

Il Conto Termico copre la sostituzione dei sistemi di climatizzazione con altri alimentati da fonte rinnovabile:
- l’installazione di pannelli (collettori) solari termici;
- la sostituzione di boiler elettrici con impianti a pompa di calore;
- adesso, anche la sostituzione di impianti di climatizzazione con nuovi sistemi ibridi. Il sistema deve essere stato progettato fin dall’inizio come integrato e deve essere l’assemblaggio di un nuovo apparecchio a una caldaia a condensazione già esistente.


PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Oltre a
- incentivi per l’isolamento dell’involucro (copertura, pareti perimetrali o pavimenti);
- sostituzione di infissi;
- cambio di vecchi impianti con caldaie a condensazione;
- installazione di schermature solari;

Adesso rientrano nel Nuovo Conto Termico:
- anche la trasformazione degli edifici esistenti in “Nzeb” (immobili a energia quasi zero);
- la sostituzione di sistemi di illuminazione di interni e delle pertinenze degli edifici;
- installazione di impianti di building automation (domotica).


Possono ora accedere al sostegno del Nuovo Conto Termico anche edifici di maggiori dimensioni: immobili commerciali e terziari, scuole o ospedali: da 1 a 2MW per i sistemi a pompa di calore e da 1.000 a 2.500 metri quadrati per gli impianti solari termici. Sono oggi comprese anche le società in house e le cooperative di abitanti.


ECOBONUS vs NUOVO CONTO TERMICO

Il Nuovo Conto Termico consente un ritorno più rapido dell’incentivo, perché il rimborso viene erogato (su conto corrente) in 2 o 5 annualità (con prima rata a due mesi dall’approvazione della domanda di contributo) oppure in un’unica soluzione se la cifra spettante non supera i 5 mila euro. C’è da tener conto, però, di alcuni fattori:

1. Prima di tutto, con l’Ecobonus si può prevedere (prima dell’esecuzione dei lavori) l’esatto importo del contributo a cui si avrà diritto. Nel caso del Conto Termico, la domanda viene convalidata solo a lavori conclusi e bisogna rivolgersi a un tecnico che applichi algoritmi e, in alcuni casi, i coefficienti premianti per l’intervento.

2. Il Conto Termico premia di più chi più investe sull’efficienza e sulla qualità della tecnologia. Per gli apparecchi che producono energia da fonte rinnovabile, gli algoritmi considerano potenza dell’impianto, efficienza, ore di funzionamento stimate  e zone climatiche in cui viene installato. Per i generatori a biomasse, l’incentivo definito dall’algoritmo può essere aumentato fino al 50% in funzione dei coefficienti “premianti”.


PERCHÈ IL NUOVO CONTO TERMICO CONVIENE DI PIÙ

A parità di investimento, la versione del Nuovo Conto Termico è più vantaggiosa rispetto alla precedente.
Per chi cambia una caldaia con un sistema a biomasse, i coefficienti (Ce) riferiti alle emissioni di particolato e anidride carbonica sono stati modificati riguardo ai parametri di riferimento e riguardo alle soglie che danno diritto a un “premio” sull’incentivo.
I coefficienti di valorizzazione per le pompe di calore sono stati incrementati di quasi il 140%. Con il vecchio meccanismo, l’incentivo sarebbe stato del 20,7%.


Il quotidiano "Edilizia e Territorio" ha pubblicato una chiarissima tabella che mette a confronto lavori e rimborsi: in base al tipo di intervento e alla zona climatica quale contributo viene erogato dal conto termico? Scarica la tabella lavori / rimborsi conto termico.


Un impianto in una zona climatica più fredda, dove si prevede un maggior impiego, riceve un premio maggiore. E per le pompe di calore viene valutato il coefficiente di prestazione della macchina, che calcola il suo rendimento.
L’installazione dei pannelli solari termici è incentivata e se produceo di più o a parità di superficie installata ha percentuali molto alte. La spesa sui pannelli solari termici è contenuta, vista l’evoluzione del mercato.


Fonti articolo: Ediltecnico.it

Nuove regole di Certificazione energetica in vigore da oggi

Entrano in vigore oggi 29 giugno le nuove norme UNI/TS 11300 relative alle prestazioni energetiche degli edifici e UNI 10349 sui dati climatici relativi al riscaldamento e raffrescamento degli edifici.


Le norme sono state pubblicate tre mesi fa ed entrano in vigore oggi (90 giorni dopo la pubblicazione) per garantire il necessario aggiornamento dei sistemi di calcolo della prestazione energetica degli edifici.
 

 

COSA CAMBIA PER GLI APE

Quali impatti avranno le nuove norme nella redazione dell’APE? I certificatori energetici dovranno utilizzare le nuove norme UNI nel processo di redazione degli Attestati di Prestazione Energetica degli edifici. Ad esempio diventa obbligatorio stimare anche i consumi derivanti da ascensori, scale mobili e marciapiedi mobili (per le categorie di edifici dove la stima è prevista), da calcolare secondo la UNI/TS 11300-6.


Le nuove UNI/TS 11300

Le revisione delle parti 4, 5 e 6 della UNI/TS 11300 seguono quelle dell’ottobre 2014.
- La revisione della UNI/TS 11300-4 (fonti rinnovabili e altri metodi di generazione) calcola il fabbisogno di energia per la climatizzazione invernale e la produzione di acqua calda sanitaria nel caso vi siano sottosistemi di generazione (impianti solari termici, generatori a combustione alimentati a biomasse,  pompe di calore, impianti fotovoltaici, cogeneratori, sottostazioni di teleriscaldamento) che forniscono energia termica utile da energie rinnovabili o con metodi di generazione diversi dalla combustione a fiamma di combustibili fossili trattata nella UNI/TS 11300-2.

- La UNI/TS 11300-5 fornisce metodi di calcolo per determinare in modo univoco e riproducibile il fabbisogno di energia primaria degli edifici sulla base dell’energia consegnata ed esportata e la quota di energia da fonti rinnovabili, applicando la normativa tecnica citata nei riferimenti normativi. La UNI/TS 11300-5 sostituisce la “Raccomandazione CTI 14:2013”.

- La UNI/TS 11300-6 fornisce dati e metodi per la determinazione del fabbisogno di energia elettrica per il funzionamento di impianti destinati al sollevamento e al trasporto di persone o persone accompagnate da cose in un edificio (ascensori, scale mobili e marciapiedi mobili), sulla base delle caratteristiche dell’edificio e dell’impianto. I suddetti metodi di calcolo tengono in considerazione solo il fabbisogno di energia elettrica nei periodi di movimento e di sosta della fase operativa del ciclo di vita.


Le norme UNI 10349

La nuova versione della norma UNI 10349 è la revisione delle parti 1, 2 e 3 dell’edizione precedente, che risale al 1994. Le nuove norme sono dunque:
 
- la UNI 10349-1 riguarda le medie mensili per la valutazione della prestazione termo-energetica dell’edificio e metodi per ripartire l’irradianza solare nella frazione diretta e diffusa e per calcolare l’irradianza solare su di una superficie inclinata;
 
- il rapporto tecnico UNI/TR 10349-2 riguarda i dati di progetto. Il rapporto tecnico fornisce, per il territorio italiano, i dati climatici convenzionali necessari per la progettazione delle prestazioni energetiche e termoigrometriche degli edifici, inclusi gli impianti tecnici per la climatizzazione estiva ed invernale ad essi asserviti. I dati di progetto contenuti nel rapporto tecnico sono rappresentativi delle condizioni climatiche limite, da utilizzare per il dimensionamento degli impianti tecnici per la climatizzazione estiva e invernale e per valutare il rischio di surriscaldamento estivo;
 
- la UNI 10349-3 riguarda le differenze di temperatura cumulate (gradi giorno) ed altri indici sintetici. La norma fornisce metodi di calcolo e prospetti di sintesi relativi a indici sintetici da utilizzarsi per la descrizione climatica del territorio. La UNI 10349-3 completa la UNI EN ISO 15927-6 fornendo la metodologia di calcolo per la determinazione, sia nella stagione di raffrescamento, sia nella stagione di riscaldamento degli edifici, dei gradi giorno, delle differenze cumulate di umidità massica, della radiazione solare cumulata su piano orizzontale e dell’indice sintetico di severità climatico del territorio. Gli indici possono anche essere utilizzati per una prima verifica di massima degli impianti.


Il pacchetto normativo sulla prestazione energetica nell’edilizia

È dunque completo il pacchetto normativo a supporto della Legge 90/2013 (di conversione del DL 63/2013 che ha recepito in Italia la Direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica nell’edilizia) e dei relativi decreti attuativi:
- Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici (DM 26 giugno 2015);
- Metodologie di calcolo delle prestazioni e requisiti minimi (DM 26 giugno 2015)
- Schemi per la relazione tecnica di progetto (DM 26 giugno 2015). 


Fonte articolo: Edilportale.com

Italia leader in Europa per riqualificazione; proposte ENEA per condomìni

Le famiglie italiane hanno investito, tra il 2007 e il 2015, quasi 28 miliardi di euro sull’efficienza energetica delle proprie case e realizzato 2,5 milioni di interventi di riqualificazione anti-spreco.


È quanto emerge dal V Rapporto sull’Efficienza energetica presentato dall’Enea al Ministero dello Sviluppo Economico. Il Rapporto pone il nostro Paese tra "i leader in Europa in questo campo, con un livello d'intensità energetica del 18% inferiore della media Ue".

 

Secondo il report dell'Enea questo tipo di scelta green "sostiene una filiera da 50mila posti di lavoro in media l'anno" e "complessivamente nel periodo 2005-2015, con le misure per l'efficienza energetica, sono stati risparmiati quasi 10 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio) l'anno, evitando 26 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 e 3 miliardi di euro di spese per importare fonti fossili", petrolio e gas.


Il Rapporto evidenzia che nel 2014 la domanda di energia è calata del 3,4% rispetto all’anno precedente, attestandosi sui 151 Mtep. Il 37,1% dei consumi finali è stato assorbito dal settore civile, seguito da trasporti (33,3%) e industria (21,3%).
Nel 2014 il settore residenziale ha visto scendere i consumi del 15% rispetto al 2013 con 25,5 Mtep. Nel settore non residenziale i consumi hanno registrato un calo del 6,7% attestandosi a 19,2 Mtep. Anche nei trasporti l’utilizzo di combustibili fossili è sceso al 95,7% rispetto al 99% del 2007.


L'Italia ha raggiunto "il 32% dell’obiettivo di risparmio al 2020 fissato dal Piano nazionale di efficienza energetica 2014"; tra gli strumenti più efficaci "i certificati bianchi e le detrazioni fiscali per le riqualificazioni energetiche".
Neo di questo processo virtuoso sono forse i grandi condomini: alla ristrutturazione dei singoli alloggi infatti spesso non si riescono ad affiancare lavori di riqualificazione energetica dell’intero edificio. Che sono poi quelli che portano ai maggior risparmi.


In questo contesto nasce l’idea di un “bonus condomini” garantito da un fondo pubblico che spinga la riqualificazione energetica e aiuti le famiglie meno abbienti. L’Enea ha proposto l’attivazione di un Fondo pubblico e il coinvolgimento delle Esco. Si tratta di società che effettuano interventi di efficientamento energetico sostenendo il rischio dell’investimento, ma che poi usufruiscono del risparmio che l’intervento genera. Cedendo il bonus a queste società, i condòmini potrebbero riqualificare le proprie abitazioni senza sostenere le spese iniziali.


"Abbiamo fatto una proposta tecnica, che parte da quello che non ha funzionato, e il Governo la sta valutando – ha dichiarato il Presidente dell'Enea, Federico Testa –. Con la legge attuale che prevede un bonus per la ristrutturazione e l'efficienza energetica al 65%, sono stati fatti importanti interventi ma che hanno coinvolto solo alcune tipologie (finestre e caldaie a condensazione) e tipologie di edilizia (appartamenti singoli, villette). Non si è arrivati ai condomìni anni '50 e '60, all'edilizia popolare, per questo bisogna inventarsi un meccanismo".


Efficienza energetica, il ruolo degli incentivi

Sul risultato raggiunto hanno pesato positivamente i certificati bianchi e gli Ecobonus per la riqualificazione energetica degli edifici, che sono stati utilizzati prevalentemente per interventi di isolamento termico, sostituzione degli infissi e installazione di impianti di riscaldamento più efficienti.


Per far conoscere meglio a cittadini e imprese le potenzialità degli interventi di efficientamento energetico è stato avviata la Campagna nazionale “Italia in classe A”.
Nel primo anno della campagna, particolare attenzione sarà dedicata alla PA dato che gli oltre 13mila edifici pubblici consumano circa 4,3 TWh di energia/anno, con una spesa complessiva di 644 milioni di euro. Con gli interventi di efficientamento questi consumi potrebbero essere ridotti fino al 40%.


Fonti articolo: Casa24.ilsole24ore.com, Edilportale.com

Il 53% degli investimenti in efficienza energetica è per la casa


Nel 2015 gli investimenti in efficienza energetica hanno segnato un aumento considerevole trainato dal settore residenziale. È quanto emerge dall’Energy Efficiency Report redatto dall’Energy&Strategy Group del Politecnico di Milano e presentato ieri al convegno “L'efficienza energetica in Italia: il mercato, gli attori e il potenziale di crescita di fronte alla svolta del sistema di incentivazione”.


In totale sono stati investiti 5,6 miliardi di euro per il miglioramento dell’efficienza energetica, oltre il 10% in più rispetto all’anno precedente. Si conferma il trend positivo degli ultimi 4 anni, con una crescita annua del 14% rispetto ai 3,8 miliardi investiti nel 2012, anche se l’aumento più consistente si è registrato nel 2014, quando da 4 miliardi si è saliti a 5,2.

Efficienza energetica negli edifici residenziali

A guidare la classifica è il settore residenziale in cui sono stati investiti 3 miliardi, cioè il 53% del totale.
Gli interventi hanno riguardato quasi esclusivamente l’involucro edilizio e gli impianti di riscaldamento, raffrescamento e illuminazione. Il report ha rilevato un vero e proprio boom di installazioni di pompe di calore, il cui volume d’affari è aumentato di oltre il 50%, arrivando a toccare 1,1 miliardi di euro. Gli interventi sull’illuminazione hanno fatto registrare una crescita di 450 milioni di euro grazie al progressivo aumento di maturità della tecnologia LED.


La maggior parte degli interventi è stata realizzata in modalità “self made”. Questo significa che il committente si rivolge direttamente al tecnico o all’installatore.
Appare invece assolutamente marginale il ruolo delle ESCo (Energy Service Company,  società che effettuano interventi finalizzati a migliorare l’efficienza energetica). La loro quota di mercato nel residenziale è stata limitata lall’1%.


Efficienza energetica negli altri settori

Nel comparto industriale sono stati investiti 1,8 miliardi di euro, cioè il 32% del totale. Gli interventi hanno riguardato prevalentemente l’efficientamento del sistema produttivo e l’illuminazione. Tra i settori che hanno mostrato una maggiore propensione agli investimenti in efficienza energetica c’è quello dei prodotti per l’edilizia, che però movimenta cifre limitate.


Negli uffici gli investimenti sono arrivati a 650 milioni e hanno riguardato l’illuminazione (279 milioni), l’installazione di superfici opache (156 milioni). È rilevante anche il peso delle installazioni di superfici opache, poco meno del 25% del mercato totale (156 milioni di investimento). Di questi 650 milioni, 105 sono legati a interventi su edifici della pubblica amministrazione, il 60% dei quali riguardanti le 43.000 scuole del territorio nazionale (64 milioni).
Per gli edifici della Pubblica Amministrazione sono stati spesi 105 milionidi cui 64 milioni per efficientare 43mila scuole.
Nel terziario, in particolare grande distribuzione e hotel, sono stati spesi 130 milioni di euro per l’efficientamento dell’illuminazione (64,5 milioni), i sistemi di refrigerazione (12,6 milioni), la cogenerazione (10,3 milioni) e i sistemi di building automation (4,2 milioni).
Le ESCo non sono riuscite ad affermarsi neanche in questi ambiti a causa della riluttanza degli operatori economici, che sono restii a coinvolgere società esterne nei propri processi aziendali e industriali.


Efficienza energetica e obiettivi 2020

La Strategia Energetica Nazionale stabilisce per l’Italia un consumo di energia primaria nel 2020 di 158 Mtep (unità di misura che rappresenta la quantità di energia rilasciata dalla combustione di una tonnellata di petrolio grezzo). Un po’ più permissivo il pacchetto 20-20-20 che impone un consumo di 167 Mtep.
Anche se l’Italia nel 2015 ha fatto registrare un consumo di energia primaria di circa 165 Mtep, il report ha messo in luce che il calo dei consumi è dovuto alla riduzione della produzione causata dalla crisi economica e non tanto al miglioramento dell’efficienza energetica.
Nello scenario di riferimento della SEN e del Pacchetto 20-20-02 infatti per il 2015 si prevedevano consumi energetici pari a 197,5 Mtep, quasi il 20% in più di quelli registrati.


"La crisi economica ha portato i consumi a un livello prossimo a quello target per il 2020 – commenta il Professor Vittorio Chiesa, direttore Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano –. Ma non è vera efficienza quella che si basa sul mancato consumo: è quindi necessario che gli operatori dell'efficienza energetica nel nostro Paese si diano dei nuovi obiettivi, concreti e raggiungibili".


Secondo le conclusioni tratte dal report, è necessario cambiare ottica e confrontare i risparmi con gli investimenti. “Se si considera uno scenario che procede al ritmo degli ultimi trend – si legge nel report - si vede che gli investimenti partono dai 5,99 miliardi di euro previsti per il 2016 e arrivano ai 7,85 miliardi del 2020, con un tasso di crescita annua del 5,5%: il totale nel quinquennio 2016-2020 si attesterà quindi a 34,46 miliardi di euro, con risparmi cumulati di energia primaria al termine dei cinque anni di 56,7 Mtep, contro i 52,5 previsti dal 20-20-20 e i 70 della SEN. Rispetto agli obiettivi di efficienza energetica per l’Italia il gap è ancora significativo se comparato al target previsto dalla SEN, che si raggiunge all’80%, mentre si è sostanzialmente in linea con quello meno sfidante del Pacchetto 20-20-20”.


Fonti articolo: Edilportale.com, Casa24.ilsole24ore.com

10 detrazioni sulla casa che forse non conoscete

Tra le tante detrazioni da inserire nella dichiarazioni dei redditi 2016, ce ne sono alcune - per lo più legate ai bonus ristrutturazione ed energia - che quasi nessuno conosce.


Da quelle per l'acquisto di un garage, di una porta blindata o per i mobili all'estero, ecco il decalogo stilato dal portale ProntoPro.it

1. Grate, vetri antisfondamento, porte blindate. Con il bonus ristrutturazioni è possibile usufruire di una detrazione del 50% per gli interventi relativi all’adozione di misure finalizzate a prevenire il rischio del compimento di atti illeciti da parte di terzi. Via libera dunque ai rimborsi per lavori di apposizione di grate sulle finestre, vetri antisfondamento, casseforti a muro e porte blindate o rinforzate.


2. Prestazioni professionali, acquisto dei materiali e spese per perizie e sopralluoghi. C’è una ditta o un professionista che ritieni molto capace, ma eccessivamente costoso per le tue tasche? Con il bonus ristrutturazioni potrai ottenere il 50% del rimborso anche per le prestazioni professionali, l’acquisto dei materiali e le spese per perizie e sopralluoghi.


3. Acquisto mobili all'estero. Se desideri acquistare nuovi mobili all’estero, corredandoli di tutta la documentazione necessaria ai fini della detrazione, pagando con carta di credito o debito e documentando la spesa con fattura e ricevuta di avvenuta transazione, non ci sono motivi ostacolanti per la fruizione del Bonus Mobili. Potrai detrarre fino al 50%.


4. Hai costruito un garage? Anche questo si può detrarre. Se nel corso dell'anno avete messo mano al portafogli per realizzare un garage, un'autorimessa o anche un posto auto di pertinenza nel cortile condominiale, buone notizie, la spesa è detraibile nella misura del 50%.


5. Tecnologie robotiche e disabilità. Nell'elenco delle spese detraibili col bonus ristrutturazioni, rientrano quelle fatte per dotare l'immobile delle tecnologie robotiche in grado di migliorare la comunicazione e la mobilità interna ed esterna alla casa in cui vivono persone con gravi disabilità fisiche e motorie. La detrazione a cui si ha diritto in questi casi è pari al 50% della spesa sostenuta.


6. Se volete realizzare degli interventi antisismici su prime case o edifici adibiti ad attività produttive in zone ad alta pericolosità, la detrazione è pari al 65% per le spese sostenute dal 4 agosto 2013.


7. Chi possiede un immobile di valore storico o artistico e vuole adeguarlo alle esigenze funzionali di un uso contemporaneo, può farlo usufruendo di una detrazione del 50%. Al fine di valorizzare e conservare gli edifici è anche ammesso l’uso di materiali e tecnologie diverse da quelli originali a condizione che non contrastino con il carattere complessivo degli stessi.


8. Se si ha già effettuato dei lavori su un immobile beneficiando di un incentivo, e intraprendi nuovi lavori di riqualificazione puoi usufruire di un’altra detrazione. Il limite complessivo di rimborso è pari a 96.000 euro per unità immobiliare, quindi se si tratta della prosecuzione di una precedente ristrutturazione, si dovrà tenere conto delle somme già spese, se si tratta di un intervento completamente nuovo si potrà usufruire dell’intera detrazione, ma la diversità dovrà essere dimostrata attraverso la presentazione della denuncia di inizio attività (DIA), il collaudo dell’opera e la dichiarazione di fine lavori.


9. Un bonus non esclude l’altro. L’uso di una determinata tipologia di bonus non è esclusivo e si può usufruire di più incentivi. Attenzione però ai tempi; per ottenere il bonus mobili oltre a quello per la ristrutturazione di casa, ad esempio, è necessario che la data di inizio dei lavori di ristrutturazione preceda quella in cui si acquistano i beni. Non è fondamentale, invece, che le spese di ristrutturazione siano sostenute prima di quelle necessarie per l’arredo dell’immobile.


10. Arredi. Soprattutto per i giovani che vanno a vivere da soli, uno dei bonus fiscali più interessanti è quello legato all’acquisto di mobili. Ma, ai fini fiscali, non tutti i mobili sono uguali. Si può ottenere la detrazione per i materassi, per lampade e lampadari, per mobili nuovi fatti su misura, per i letti, gli armadi, le cassettiere, le librerie, le scrivanie, i tavoli, le sedie, i comodini, i divani, le poltrone, le credenze, le cucine, i mobili per arredare il bagno e quelli per l’ esterno. Nessun rimborso, al contrario, per porte e tende, ma anche per complementi di arredo o mobili usati e antichi.


Fonte articolo: Idealista.it

Dal Forum del Sud, il mercato immobiliare è trainato dal Mezzogiorno

Investire nel Sud per rilanciare il Paese. È questo il messaggio di Scenari Immobiliari e Cassa Depositi e Prestiti, che hanno promosso il Forum del Sud nelle città di Lecce e Matera (8-9 aprile 2016) mettendo in luce i segnali di forte ripresa del mercato immobiliare nel Mezzogiorno, con progetti e casi concreti.


"I dati dimostrano una situazione favorevole per il Sud – ha dichiarato Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari – dove il 2016 ha confermato il trend positivo dello scorso anno, sia per le compravendite che per la domanda degli investitori, sia privati che istituzionali. La Puglia – ha precisato Breglia – è stata la prima meta per gli acquirenti stranieri. Più in generale, negli ultimi dieci anni, il Mezzogiorno ha fatto meglio del resto del Paese".

Il Forum è stato impostato come un incontro tra domanda e offerta e una serie di investitori, da Fabrica Immobilare sgr a Idea Fimit sgr, da Mittel Advisory a Sorgente sgr, da Fondo Strategico Italiano a Cushman Wakefield, hanno evidenziato con numeri e operazioni in fase di valutazione come il Sud possa essere una risorsa per l'immobiliare. C'è chi ha acceso un faro sulla relazione tra turismo, export e attrazione dei capitali internazionali come Roberto Marsella di Fondo Strategico Italiano, chi invece come Giovanni Maria Benucci di Fabrica e Emanuele Caniggia di Idea Fimit hanno sottolineato l'urgenza e la fretta di trovare prodotti su cui investire, con una fattiva collaborazione da parte degli enti locali che devono essere in grado di snellire e facilitare i nuovi investimenti.


"Lavoriamo già da otto anni al Sud – ha commentato Giovanni Cerrone di Sorgente – e su 240 milioni investiti nel Mezzogiorno, più della 50% sono stati destinati alla Puglia. Soprattutto sul settore alberghiero, sempre con un'attenzione a progetti di rigenerazione urbana". L'idea condivisa è che gli investitori internazionali guardino al Sud cercando partner italiani capaci di assicurare rendimenti e che si debbano proporre modelli di sviluppo già conosciuti e sperimentati all'estero.


Attilio Monosi, assessore al bilancio e all'edilizia residenziale pubblica del Comune di Lecce, ha ricordato l'impegno dell'amministrazione della città ospitante nella realizzazione di un "fondo immobiliare che non punta a sviluppare un solo segmento dell'economia locale. Non solo scuole o uffici comunali – ha precisato Monosi – stiamo strutturando un fondo capace di raccogliere nove tipologie di destinazioni gestite da un'unica sgr. Pensiamo ad una soluzione virtuosa per l'imprenditore, ma anche per la città che avrà in dotazione un intervento urbanistico prezioso per le prossime generazioni".


Il Forum del Sud è stato aperto da Aldo Mazzocco che, a 60 giorni dal suo incarico alla guida di Cassa Depositi e Prestiti, è intervenuto pubblicamente per la prima volta nel suo nuovo ruolo, delineando le prospettive e la riorganizzazione del gruppo, anche con un’attenzione al Sud. "Entro l'estate Cdp riorganizzerà il settore immobiliare che diventerà uno dei 4 pilastri del gruppo che si sta distinguendo come per il suo impegno nel supplire realtà dove il mercato fatica a decollare, senza ovviamente perdere i soldi dei risparmiatori".


Da investitore paziente, Cdp ha dichiarato le tre priorità per il prossimo periodo:

- riusare i 2 miliardi di immobili di Cdp;

- valorizzare e riqualificare gli immobili delle Pa;

- dare priorità ai progetti che sono occasioni di rigenerazione urbana.

"Quando Cdp si impegna per iniziative di social housing o per la promozione di parchi tecnologici, il tema delle ricadute sociali, economiche e ambientali è centrale. Nostro obiettivo è creare ricchezza, non investire a fondo perduto” ha precisato Mazzocco che per il futuro del gruppo dichiara la priorità della "costruzione di infrastrutture immobiliari, necessarie per intercettare le risorse internazionali".


Cdp formalizzerà il suo piano di sviluppo sul settore immobiliare a breve, ma Mazzocco al pubblico del Forum del Sud ha già fatto un'anticipazione sintetizzando le cinque aree di azione:

1. il social housing con una seconda fase denominata ‘smart housing' allargando l'attenzione alla fascia di utenti che deve fare i conti con il tema della mobilità;

2. il filone del turismo sarà sostenuto da Cdp con iniziative ad hoc, ottimizzando e separando proprietà e gestione;

3. la realizzazione di parchi integrati dell'innovazione e dell'education, 5-6 in Italia dove si integrerà università, ricerca e direzionale;

4. infrastrutture per le piccole e medie imprese che necessitano di spazi flessibili;

5. infrastrutture immobiliari per le Pa intese come ambienti moderni per i dipendenti degli enti locali.

"Vogliamo tornare a realizzare una politica di co-investimento, anche al Sud, terra che ha dimostrato di aver voglia di crescere" ha concluso Mazzocco.


Fonte articolo: Casa24.ilsole24ore.com

Insidie del 730: come compilare spese casa e figli

Nei giorni scorsi abbiamo iniziato a parlare del 730 online precompilato; oggi approfondiamo le singole sezioni riguardanti le spese relative a casa e figli e come compilarle. 

 

GLI IMMOBILI

Nel "Quadro A" dei terreni e nel "Quadro B" dei fabbricati si sono verificate incongruenze lo scorso anno: è opportuno riscontrare nella precompilata la presenza di tutti i fabbricati posseduti, la corretta indicazione della rendita catastale e del "Codice utilizzo". Può rivelarsi utile avere un occhio di riguardo al fatto che siano correttamente riportati i dati di fabbricati oggetto di cambio di proprietà in corso d'anno: bisogna controllare che sia riportato correttamente il numero dei giorni di possesso per l'immobile interessato.


I BONUS RISTRUTTURAZIONE E RIQUALIFICAZIONE

Al debutto nella precompilata 2016 anche la prima rata dei bonus sulle ristrutturazioni (50%) e sul risparmio energetico (65%) per spese sostenute nel 2015: il dato, però, non sarà inserito direttamente in precompilata ma nel foglio illustrativo e quindi sarà il contribuente a dover verificare il dato e a scegliere se inserirlo o meno in dichiarazione. 


ASILI, UNIVERSITA' E AFFITTI PER I FIGLI

Nonostante la mole di nuovi dati arrivati quest'anno (a quelli citati nelle altre schede si aggiungono anche i rimborsi di casse sanitarie, la previdenza complementare e le spese universitarie) restano ancora tutta una serie di detrazioni che dovranno essere inserite manualmente dal contribuente. Alcuni dei casi più diffusi riguardano le famiglie con figli, che dovranno integrare nella precompilata le spese per l'asilo nido, quella per l'iscrizione ad attività sportive e le locazioni per gli studenti fuorisede.


Fonte articolo: IlSole24Ore

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