Rinnovati Bonus ed Ecobonus, anche per le case popolari

Dodici mesi in più per ristrutturare casa e renderla meno energivora con l’aiuto del Fisco. Dal Consiglio dei Ministri che ieri ha varato la manovra 2016 arriva la conferma per un altro anno degli sgravi fiscali sulle ristrutturazioni (bonus del 50%) e degli interventi per il miglioramento energetico degli edifici (bonus del 65%).


Arriva anche la notizia dell’estensione degli incentivi agli enti di gestione delle case di edilizia residenziale pubblica, che potranno così usufruire degli sgravi fiscali per rimettere mano a un patrimonio immobiliare in gran parte obsoleto.

Agli ex Iacp arriverà anche una dote di 170 milioni da usare per le manutenzioni. Un "intervento straordinario sulla case popolari", annunciato dallo stesso premier Matteo Renzi nella conferenza stampa seguita al varo della manovra, che potrà beneficiare anche degli sconti fiscali, ampliando così la mole degli investimenti possibili.


Confermato anche il bonus mobili, una misura che non era entrata nelle prime bozze della manovra, ma che è stata sostenuta in corso di riunione dal ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio. 
La proroga decisa ieri scongiura la riduzione secca degli incentivi all’aliquota base del 36%, ormai stabilizzata. E mette benzina in un motore delle costruzioni inceppato da anni e che senza la conferma gli incentivi fiscali rischiava di perdere una stampella preziosa nel percorso di avvicinamento alla ripresa. 


Gli incentivi vengono confermati nella stessa formula usata l’anno scorso.
1. Per le ristrutturazioni senza miglioramento energetico viene riconosciuta una detrazione Irpef del 50% della spesa in dieci rate annuali, entro un tetto massimo di 96mila euro (che senza proroga sarebbe stato dimezzato a 48mila euro dal primo gennaio).

2. Per gli interventi mirati a migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni (inclusi sostituzione degli infissi e delle caldaie ad alta efficienza) il bonus è riconosciuto nella misura del 65%. Anche qui si tratta di una conferma piena delle misure in vigore l’anno scorso, che include dunque gli interventi antisismici (che altrimenti potrebbero usufruire al massimo del bonus 50% previsto per le ristrutturazioni), le schermature solari e i lavori di bonifica dell’amianto. 

3. Il bonus del 65% dovrebbe essere anche l’unica formula applicabile agli interventi di ristrutturazione promossi dagli ex Iacp sulle case popolari, per la prima volta ammessi a beneficiare degli incentivi. L’obiettivo è dunque ristrutturare, ma ottenendo un significativo miglioramento dell’efficienza energetica di questi edifici, che in molti casi non è difficile immaginare come veri colabrodi energetici. 

4. Confermato per un altro anno anche il bonus mobili, la cui applicazione potrebbe peraltro anche essere allargata. L’intenzione del Governo, ieri a dire il vero ancora in bilico, sarebbe quella di estendere la misura anche agli under 35 che decidono di metter su famiglia. In questo modo le giovani coppie potrebbero beneficiare degli incentivi fiscali anche senza l’obbligo di ristrutturare casa. Indipendentemente dall’importo delle spese sostenute per i lavori di ristrutturazione, l’incentivo consente di detrarre il 50% delle spese sostenute per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici (in classe A+, A solo per i forni) da calcolare su un importo massimo di diecimila euro. Anche in questo caso la spesa viene recuperata con detrazioni riconosciute in dieci rate annuali. 


Secondo le stime del Governo la conferma dei bonus edilizi ad aliquota massima per un altro anno vale una posta di circa 150 milioni nel bilancio dello Stato, al netto dell’estensione delle agevolazioni agli ex Iacp. Valori che in base agli studi sull’impatto dei bonus vengono comunque controbilanciati dalle maggiori entrate fiscali legate alla realizzazione degli interventi. 


In base ai dati del Cresme e del Servizio studi della Camera, nei primi otto mesi del 2015 gli interventi mossi dagli incentivi hanno sfiorato i 16 miliardi di euro, e si prevede che alla fine dell’anno l’investimento complessivo sarà di 23,5 miliardi. Quanto al numero degli interventi effettuati in quasi venti anni di applicazione dei bonus edilizia (dieci per l’ecobonus) i dati più aggiornati parlano di circa 12,5 milioni di domande presentate. 


Fonte articolo: Il Sole24Ore, vetrina, web.

Gli incentivi ristrutturazione fanno bene all'immobiliare


Rigenerazione urbana, riqualificazione energetica, una nuova cultura dell’abitare agganciata alla sostenibilità. La 51esima edizione del Saie, il salone dell’edilizia italiana (nei padiglioni di BolognaFiere dal 14 al 17 ottobre) archivia le vecchie formule e segna il debutto di Saie Smart House sulla scena delle tecnologie all’avanguardia, di una nuova idea di città e di casa, dell’evoluzione degli scenari normativi che fanno delle ristrutturazioni e delle riqualificazioni il trampolino di lancio di una stagione di ripresa.

La manifestazione, nella nuova versione, riconferma non solo la propria caratura internazionale (sono attesi oltre 80 buyers stranieri provenienti da 12 Paesi) ma anche il ruolo di piattaforma nazionale di confronto sulle politiche di settore, con 1.038 espositori e il coinvolgimento di 22 tra università e centri di ricerca, in un’area di 85mila metri quadrati.


Con la molla degli incentivi fiscali gli interventi di riqualificazione e ristrutturazione del patrimonio residenziale (oltre il 55% delle abitazioni è stato costruito prima degli anni Settanta) stanno funzionando. Quest'anno rappresenteranno il 37% del valore degli investimenti in costruzioni, riaffermandosi come l’unico comparto che mantiene una tenuta dei livelli produttivi. Risultati che non saranno comunque sufficienti a risollevare un settore che dal 2008 ha perso 69 miliardi di investimenti (dati dell’Osservatorio Ance). 


"È apprezzabile la posizione del Governo sull’Imu ma la tassazione sulla casa – dice Antonio Gennari, vice direttore generale dell’Associazione nazionale dei costruttori – tra il 2008 e il 2013 è cresciuta del 111%, a fronte di una media Ue del 23. E c’è uno squilibrio dell’imposizione fiscale tra l’acquisto di una casa vecchia e di una casa nuova, a svantaggio dei costruttori, per i quali sarebbe opportuno un credito di imposta. Mantenere gli ecobonus è un buon incentivo ma occorre modificare l’intensità dell’agevolazione in rapporto all’effetto in termini di efficienza energetica". Proposte alle quali i costruttori aggiungono la richiesta di una revisione delle regole urbanistiche, con l’abbattimento degli oneri di urbanizzazione, in caso di opere di demolizione e ricostruzione. Interventi che, aggiunge Gennari, "potrebbero riqualificare ampie aree di periferia, soprattutto nelle grandi città, caratterizzate da edifici strutturalmente obsoleti, senza nuovo consumo di territorio".


Il nuovo format “sdoppia” un salone che ha superato il mezzo secolo di vita. A Saie Smart House, dedicato alla costruzione e riqualificazione di edifici e città intelligenti (a partire da quest’anno si svolgerà in tutti gli anni dispari), si affianca Saie Building & Construction (che sarà realizzato negli anni pari e che apre anche alla costruzione e ingegneria del territorio e delle infrastrutture). Ed è soprattutto il primo a raccogliere la sfida della nuova idea di città, la smart city che cresce di pari passo con l’innovazione e la sostenibilità ambientale.
L’impianto generale della manifestazione assegna rilievo agli incontri tra i professionisti e le imprese (tra seminari, workshop e convegni ne sono previsti oltre 400) e all’internazionalizzazione del sistema delle costruzioni, grazie alle delegazioni attese da Marocco, Turchia, Iran, Golfo Persico, Vietnam, Azerbaijan ed Egitto per gli appuntamenti b2b. 


Il salone si innesta su un mercato immobiliare che dà segnali di ripresa, come rileva uno studio di Nomisma: quest’anno la percentuale delle famiglie che manifesta l’intenzione di mettere in cantiere l’acquisto di una casa nel breve o medio periodo è salita al 74,6%, contro il 64,8% di due anni fa. E l’erogazione di mutui, dopo il crollo del biennio 2012-2013, ha ricominciato a crescere nel primo trimestre dell’anno (oltre 24.100, con la previsione di quasi 38mila mutui nel 2016). Quanto al numero di compravendite residenziali, dovrebbe ricominciare a crescere arrivando a sfiorare quota 500mila.
Continua invece la stagnazione del mercato delle nuove costruzioni: l’anno scorso sono state rilasciate poco più di 47mila concessioni (due anni fa furono oltre 278mila). Viceversa sono in forte crescita le richieste di detrazioni fiscali per ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche.


L'Unione europea nel suo piano per l’energia con scadenza al 2050 ha indicato una serie di priorità da seguire per ridurre i consumi (e quindi l’inquinamento, oltre che la dipendenza dalle forniture estere) e aumentare la sicurezza delle cose e delle persone. Per centrare l’obiettivo l’Italia dovrebbe ristrutturare 1.500 abitazioni al giorno, un numero che appare particolarmente ambizioso dopo anni di recessione e a fronte di uno scenario di ripresa economica piuttosto debole, anche se è reso meno utopico dalle condizioni di accesso ai finanziamenti, molto più convenienti rispetto al passato. 


Secondo un’indagine Nomisma, la riqualificazione energetica e il riuso urbano offrono uno spazio di investimenti pari a 13,6 miliardi di euro.Nel residenziale infatti, ipotizzando interventi di natura sia globale che parziale su diverse tipologie di edificio, si è stimato un risparmio potenziale complessivo al 2020 di circa 49.000 GWh/anno di energia finale, equivalenti a 3,71 Mtep/anno. 


La componente di domanda legata alle ristrutturazioni e all’efficientamento energetico ha fatto da cuscinetto al pesante ridimensionamento del settore immobiliare dopo il 2008
, tanto che, rispetto all’intero valore cumulato della produzione del settore delle costruzioni nel 2013, circa il 67% è riconducibile ad interventi di manutenzione sul patrimonio esistente. Anche per quanto riguarda gli investimenti in costruzioni, circa un terzo del totale degli investimenti nel corso del 2014 è riconducibile a interventi di manutenzione straordinaria, unici a crescere di volume tra 2008 e 2014.


Fonti articolo: Il Sole24Ore, vetrina, web;

http://www.idealista.it/news/finanza-personale/investimenti/2015/10/13/117927-edilizia-green-e-sostenibile-possibili-investimenti-per-13-6-miliardi-di

Risparmio del 20% con la caldaia a condensazione

È arrivato di nuovo il momento di fare i conti con il riscaldamento invernale, i suoi costi e la sua efficienza. Tra un paio di settimane in buona parte d’Italia si accenderanno infatti le caldaie nei condomini con impianto centralizzato. Ma anche chi vive in case dotate di impianti autonomi si prepara a riscaldare gli ambienti e forse, ripensando alla bolletta del gas e ai risparmi che possono derivare in prospettiva dall’investimento, immagina di cambiare la caldaia tradizionale con una più efficiente.


Un intervento di sostituzione che può anche considerarsi “last minute”, e per il quale entro fine anno si può esser certi di usufruire dei bonus fiscali su ristrutturazioni o risparmio energetico alle percentuali odierne (rispettivamente del 50 e 65%). 


Passando ad una caldaia a condensazione, che consente di recuperare il calore dei gas di scarico e rimetterlo in circolazione, si può sfruttare al meglio il potenziale energetico del combustibile e ottenere rendimenti più elevati. Una soluzione efficiente sostenuta anche dalle norme europee: il 26 settembre in tutti i Paesi Ue è infatti entrato in vigore l’obbligo di non produrre caldaie che non siano a condensazione. Se i generatori convenzionali a tiraggio forzato ancora in magazzino continueranno ad essere commercializzati, la loro fine è dunque segnata.


Allo stesso tempo, sono operative le nuove regole sull’etichettatura energetica per i sistemi di riscaldamento e acqua calda sanitaria (Acs) di taglia “domestica”, che impongono la dichiarazione dei consumi della singola tecnologia (a cura del produttore) e dell'intero impianto (etichetta di sistema, a cura dell'installatore). I consumatori potranno così scegliere e confrontare gli apparecchi come già da tempo avviene per gli elettrodomestici (secondo una scala discendente che va da A++ a G per il riscaldamento, e da A a G per l’Acs).


"La caldaia a condensazione rappresenta una soluzione affidabile e poco invasiva dal punto di vista dei lavori necessari. E i risparmi medi conseguibili, in confronto al generatore tradizionale sostituito, viaggiano intorno al 20%" – spiega Marco Chiesa, dell’Energy strategy group del Politecnico di Milano - "Per una famiglia che vive in una casa di 100 metri quadri, in zona climatica non calda, e spende 1.500 euro di gas (per riscaldamento e acqua calda sanitaria, ndr), l’investimento che in condizioni normali è pari a circa 2.500 euro, tutto compreso, fruendo della detrazione al 50%, può rientrare in 4-5 anni". I calcoli possono naturalmente risentire di altre variabili, tra cui le condizioni dell’apparecchio sostituito, a fine vita o ancora funzionante. "Ma l’installazione di una caldaia a condensazione, che ha una durata di 15-20 anni come quella convenzionale, per l’abitazione e i consumi ipotizzati risulta in ogni caso vantaggioso, anche senza incentivi", aggiunge Chiesa . Invece, se pensiamo a un alloggio condominiale di 50-60 mq, con impianto autonomo ma una sola parete esterna, magari esposta a sud, e che consuma 700 euro di gas all’anno, conviene tenere la “vecchia” caldaia finché dura. 


Tornando all’esempio, il pay-back time è simile anche se al posto della detrazione al 50% consideriamo il maxi-sconto del 65% offerto dall’eco-bonus. La spesa di partenza è infatti più alta (almeno 3mila euro), perché il rendimento deve rientrare in determinati valori tabellati, garantiti dal produttore, e l’intervento include l’installazione delle valvole termostatiche e la verifica e messa a punto del sistema di distribuzione. Aumenta però di conseguenza anche il taglio alla bolletta (verso il 25% e più) e dunque il risparmio sul medio-lungo periodo. "A quel punto – sottolinea Tiziano Dones, del Consorzio Seyes – si può anche pensare di spendere qualche centinaia di euro in più per implementare un sistema di centralina climatica, che permette di variare la temperatura di mandata dell’acqua in funzione di quella esterna e migliorare i rendimenti. Uno step che può spingere i risparmi al 30% e oltre".


Ma in quanto tempo è possibile realizzare l’intervento di sostituzione completo? "In condizioni ottimali – continua Dones – sfruttando la canna fumaria esistente, se il lavoro è programmato come si deve, dopo il sopralluogo e la preparazione dei materiali, può completarsi in 1 giorno. Se c’è invece bisogno di rifare la canna e modificare la centrale termica con qualche opera di muratura, possono volerci 2-3 giorni". 


A proposito di convenienza e ritorni dell’investimento, resta poi da considerare il fatto che, sì, ci sono gli incentivi, ma la nostra “famiglia tipo” può non essere in grado di sostenere la spesa a monte. E allora possono far comodo le offerte di finanziamento proposte dagli operatori dell’efficienza energetica. Un campo in cui sono attive anche le utilities. In questo caso il maggior costo del servizio si accompagna però al fatto di pagare direttamente in bolletta, con i risparmi sui consumi che compensano il prezzo del finanziamento. Il pay-back time non è esaltante, ma la scelta si rivela comunque conveniente.


Le valvole termostatiche.
Una valida alternativa, per chi vuole gestire in autonomia il proprio riscaldamento, senza però affrontare le difficoltà che comporta il distacco dall'impianto centralizzato, è quella di fare ricorso alle valvole termostatiche e alla contabilizzazione del calore, cioè a quei dispositivi che consentono di determinare la temperatura degli ambienti (abbassando o alzando i radiatori grazie all'uso di “valvole”) e di misurare i consumi di energia appartamento per appartamento, consentendo a ciascuno di pagare in proporzione all'utilizzo.
Si tratta, ovviamente, di una decisione da affrontare in condominio, ma anche di una strada che – volente o nolente – tutti coloro che abitano in una casa con più unità abitative dovranno percorrere per legge. Il Dlgs 102/2014 fissa infatti al 1° gennaio 2017 il termine entro il quale tutti i condomini d’Italia dovranno dotare gli impianti di "valvole".
Come funziona. 
A seconda che l'edificio sia di vecchia o nuova realizzazione (con impianto di riscaldamento distribuito a colonne montanti, cioè con tubi che salgono di piano in piano senza tenere conto della suddivisione delle unità, o a distribuzione orizzontale, con un tubo che entra e si ramifica nella singola unità) installare un sistema di termoregolazione risulta più o meno semplice (e dispendioso). Nel primo caso, infatti, occorre procedere con l'installazione su tutti i caloriferi di una valvola che regola (in genere tarata su 5 posizioni) il prelievo di calore e di un ripartitore elettronico per misurare il consumo. Al contrario, nei fabbricati nuovi, basta un solo contacalorie a monte di tutti i caloriferi.


La ripartizione delle spese.
Il principio di base è pagare quanto si consuma, anche se nella pratica una quota di spesa (in genere fra 20 e 40%) continua a essere ripartita fra tutti in base ai cosiddetti millesimi di calore. Si tratta della cifra corrispondente al calore disperso dalla rete di distribuzione e a quello necessario per conservare in buono stato la caldaia. La metodologia di ripartizione è stabilità nella norma Uni 10200, appena aggiornata dal Comitato termotecnico italiano.
Le eccezioni. 
La termoregolazione può risultare “non obbligatoria” laddove si presentino “impedimenti” di natura tecnica. Cioè laddove il costo di strutturazione dell'impianto risulti di molto superiore ai benefici che si possono ottenere. Un esempio, a questo proposito, può essere l'applicazione di valvole e contabilizzatori a un riscaldamento a pannelli radianti, specie se datato nel tempo. Così anche rientrano fra gli esonerati gli alloggi riscaldati con ventilconvettori.
Gli incentivi. 
L'installazione della termoregolazione e contabilizzazione del calore, se associata alla sostituzione di una vecchia caldaia con un impianto a condensazione, beneficia della detrazione fiscale prevista al 65% fino al 31 dicembre 2015.


Fonte articolo: Il Sole 24 Ore, vetrina web.

Come sarà il nuovo APE in vigore dal 1 Ottobre

Il 1° ottobre entra in vigore il nuovo modello di attestato energetico APE, e sarà necessario farsi trovare preparati.
L’Attestato di Prestazione Energetica (APE) è la carta di identità riportante tutte le informazioni sulle prestazioni e sul consumo di energia di un edificio, di un’abitazione o di un appartamento, una certificazione che con la nuova norma sembra ritornare ad essere un prodotto decisamente professionale: prevede una maggiore responsabilizzazione del certificatore, un forte incremento delle informazioni da produrre e nuove metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche.


Lo scopo è quello di determinare meglio i consumi facendo capire al cittadino qual è il suo consumo totale di energia e la quota di energia rinnovabile utilizzata, la qualità dell'involucro e degli impianti.

Che cos'è l'APE e a chi occorre
L'APE è un certificato che attesta l'efficienza energetica di un immobile che viene rilasciato da un tecnico abilitato. Il documento prende in considerazione l'efficienza dei servizi presenti all'interno dell'edificio quali climatizzazione invernale, qualità dei serramenti, acqua calda, ecc. e dal 1° ottobre comprenderà anche climatizzazione estiva, ventilazione e illuminazione. Importante anche l'ubicazione dell'appartamento che a seconda del piano può avere una diversa dispersione di calore. Tutti questi dati vengono raccolti dal certificatore energetico che li inserisce in un programma e, con un apposito sistema di calcolo, ricava la classificazione dell'immobile assegnando una lettera che va da "A4" a "G".

La certificazione deve essere allegata a tutti gli atti di compravendita e di locazione e va rinnovata in caso di ristrutturazioni che modifichino le prestazioni energetiche. 


Stiamo cercando un nuovo affittuario o un potenziale acquirente del nostro appartamento? 

Prima di tutto ricordiamoci che è obbligatorio indicare nella pubblicità di vendita l'IPE indice di prestazione energetica (informazione contenuta nell'APE) poi, durante le trattative dovremo rendere disponibile agli interessati l'Attestato di Prestazione Energetica che in caso di perfezionamento del contratto andrà consegnato obbligatoriamente all'eventuale conduttore o acquirente.
Attenzione a questo passaggio perché, nonostante la sanzione di nullità del contratto sia stata cancellata c'è il rischio, in caso di mancata allegazione del documento, di essere puniti con sanzioni amministrative salatissime che possono arrivare fino a 18.000 euro.


APE unico nazionale
La principale novità è che l'APE, superando frammentazioni geografiche e locali, sarà un documento unico a livello nazionale, e rispetterà una metodologia di calcolo omogenea, anche in quelle regioni che hanno un proprio sistema di rilascio, ed in più sarà semplificata per edifici di dimensioni ridotte e prestazioni energetiche di entità modesta al fine di ridurre i costi a carico del cittadino.


Nuove classi di spreco energetico
Cambia la scala di classificazione della prestazione energetica degli immobili, formata da 10 classi, e non più da 7, che vanno da "A4" la migliore, a "G" la peggiore. Le classi energetiche, così come l'indice di prestazione energetica globale, dal 1° ottobre 2015 saranno determinate da tutti i servizi presenti nell'edificio.
Secondo la nuova legge l'attestato dovrà risultare uno strumento valido per valutare la convenienza economica dell'acquisto o della locazione di un'unità immobiliare in relazione ai consumi energetici, valido anche per consigliare degli efficaci interventi di riqualificazione energetica. Per questo nell'APE dovranno essere indicate anche delle proposte di miglioramento dell'efficienza energetica dell'edificio e dovranno essere fornite le informazioni sugli incentivi finanziari necessari per realizzarle.


Il catasto energetico: il SIAPE
Altra importante innovazione portata dal decreto è la realizzazione, da parte dell'ENEA, del SIAPE un sistema informativo comune per tutto il territorio nazionale, da istituire entro il 2015, che raccoglierà tutti i dati relativi agli attestati di prestazione energetica e che verrà aggiornato e incrementato ogni anno da Province e Regioni. Includerà i dati relativi agli APE, agli impianti termici e alle ispezioni e ai controlli, che potranno essere consultati telematicamente, sia dai cittadini, sia da Regioni, Province Autonome e Comuni in base alla loro area geografica di competenza.
Il SIAPE sarà raccordato ai catasti regionali degli impianti termici e successivamente verrà integrato anche con il catasto degli edifici.


Le sanzioni per chi non si atterrà al nuovo Ape
- Il certificatore dovrà pagare una multa da 700 euro a 4.200 euro per un Ape compilato nel modo sbagliato.
- Al costruttore o al proprietario spetta una sanzione da 3.000 euro a 18.000 euro se non presenta l’Ape per gli edifici nuovi, ristrutturati e se mette in vendita o in affitto l’immobile.
- Il direttore dei lavori dovrà pagare una multa da 1.000 euro a 6.000 euro se non presenterà l’Ape al Comune.


Fonti articolo: http://www.teleborsa.it/Speciali/2015/09/22/certificazione-energetica-cambiano-le-regole-1.html?p=3#.VgVaBNLtmko

http://www.idealista.it/news/finanza-personale/casa/2015/09/23/117740-certificazione-energetica-le-sanzioni-per-chi-non-si-atterra-al-nuovo-ape-in-vigore

Incentivare la riqualificazione per far ripartire l'edilizia

La ripresa si rafforza nell'industria italiana, ma non nell'edilizia. Parte da qui il documento "Rilancio delle Costruzioni: politica industriale, efficienza energetica e sostenibilità ambientale - Prime proposte di Confindustria e Ance per il ddl Stabilità 2016" che le due associazioni hanno definito e inviato al Governo al fine di rimettere in marcia il settore. 


"Il Governo - sottolinea il documento - ha annunciato un importante programma di riduzione del carico fiscale, in linea con le esigenze dell'economia, al quale Confindustria ed Ance guardano con grande attenzione. Lungo questa direttrice dovrebbero muoversi anche interventi rivolti al settore delle costruzioni, che rappresenta un volano per l'intera economia".

 

Tra il 2007 e il 2014 c'è stato un calo del 34% degli investimenti. Drammatica la perdita di occupati: 470mila unità tra il 208 e il 2014 (-30,5%). Anche nel secondo trimestre di quest'anno è proseguito il calo degli investimenti in costruzioni (0,8% rispetto ai tre mesi precedenti e -1,9% su base tendenziale). 
Di fronte a questi numeri, serve una politica industriale che faccia leva sugli incentivi e che guidi l'imprese verso l'innovazione di prodotto e processo. Non c'è dubbio che la strada maestra della ripresa, segnala il documento, passi per le misure di incentivazione delle ristrutturazioni edilizie e – più recentemente e marcatamente – degli interventi per l'efficienza energetica degli edifici: il cosiddetto bonus del 65% su Ires/Irpef.


Efficienza energetica
Per questo, si chiede che, già nella Legge di Stabilità, vanno stabilizzati gli incentivi sulle ristrutturazioni edili e l'efficienza energetica. Di più: "gli incentivi all'efficienza energetica potrebbero essere riorientati e rimodulati anche in modo più efficace, sfruttandone appieno le potenzialità in termini di sostenibilità". 
Tra le altre cose le associazioni chiedono di anticipare di almeno un anno la scadenza fissata al 2019 per i cosiddetti "edifici a energia quasi zero" per la Pa, previsti dalle nuove norme tecniche sull'efficienza energetica in vigore dal prossimo primo ottobre. "Nell'ambito degli interventi sulla fiscalità immobiliare vanno sfruttati tutti i margini per non penalizzare le costruzioni nuove o ristrutturate che abbiano standard di efficienza energetica elevata rispetto al patrimonio esistente ed a bassa o bassissima qualificazione energetica", chiedono inoltre Ance e Confindustria. 


Fiscalità immobiliare 
"Non si può prescindere da un alleggerimento e da una razionalizzazione della pressione fiscale sugli immobili utilizzati nell'attività di impresa", si sottolinea inoltre nel documento. Le misure suggerite occupano un vasto spettro di possibilità, a cominciare dall'esenzione Imu e Tasi abbinato a una detrazione del 50% dell'Iva.
Andrebbe poi sbloccato il cosiddetto rent to buy, come misura alternativa all'acquisto. Tra le proposte, anche l'ampliamento della deducibilità dell'Imu dalle imposte sui redditi Irap e l'esenzione di Imu e Tasi esteso alle aree fabbricabili e agli immobili invenduti o locati dalle imprese. 


Riqualificazione urbana 
Per innescare un meccanismo di rinnovo urbanistico, Ance e Confindustria propongono agire sempre sulla leva dell'incentivo fiscale, introducendo "forme di parziale detassazione degli acquisti di abitazioni nuove in classe energetica elevata effettuati fino al 2018, anche in un'ottica di equiparazione fiscale dell'acquisto del "nuovo" (soggetto ad Iva applicata sull'effettivo prezzo di vendita) all'acquisto dell'"usato" (che, invece, sconta l'imposta registro, ad aliquote inferiori applicate sul valore catastale).
A tal fine, si potrebbe riconoscere all'acquirente un credito d'imposta pari al 50% dell'Iva pagata sull'acquisto. A questo potrebbe aggiungersi, sempre sugli acquisti effettuati fino al 2018, l'esenzione triennale da Imu e Imu e Tasi o dalla futura Local tax.


Fonte articolo: quotidiano Edilizia e Territorio ilSole24Ore, vetrina edicola web

Ecobonus confermato dal Governo: per crescere punta sull'edilizia

Il governo punta alla ripresa dell'edilizia come pilastro della politica economica per la crescita. Lo ha ribadito ieri il premier Matteo Renzi alla direzione del Pd e lo ribadisce la Nota di aggiornamento al Def che punta a portare la crescita dello 0,9% "tendenziale" per gli investimenti in costruzioni nel 2016 all'1,4% "programmatico", vale a dire per effetto delle politiche che si metteranno in campo anche con la Legge di Stabilità.


Dall'intervento di Renzi di ieri, dalla stessa Nota di aggiornamento e dalle riunioni che si stanno svolgendo in queste ore fra i Ministeri dell'Economia e delle Infrastrutture emerge una prima certezza: sarà confermato in pieno il credito di imposta del 65% per gli interventi di risparmio energetico. 

 

Non è chiaro se la conferma piena riguardi anche il bonus fiscale del 50% per le ristrutturazioni abitative semplici, ma il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, lavora per questo e per un ampliamento ulteriore dei due strumenti fiscali: da una parte il bonus mobili esteso anche alle giovani coppie in affitto, dall'altra l'estensione dello stesso ecobonus ai condomini e alle imprese con l'aggiunta di una strumentazione di certificazione energetica che consentirebbe alle imprese di anticipare risorse e progetti per gli interventi di riqualificazione e ai condomini di pagare gli investimenti in bolletta energetica, “incamerando” senza esborso finanziario i benefici del minor consumo energetico.


Sul fronte delle infrastrutture, mentre si conferma la priorità delle 25 opere che già furono inserite nell'allegato infrastrutture al Def ad aprile, con un investimento di 3,5 miliardi finanziabile anche con cofinanziamenti ai piani europei, qualcosa in più potrebbe esserci in legge di stabilità per completare opere dei comuni bloccate dal patto di stabilità e riaprire il "piano città" lanciato dal governo Monti. 


Intanto oggi è una giornata decisiva per la riforma degli appalti alla Camera. Sono attesi infatti gli emendamenti del Governo e dei relatori al testo della delega approvato dal Senato. Dal Governo dovrebbe arrivare una sola correzione. Riguarda la cancellazione del regolamento appalti (l'attuale è composto da 359 articoli oltre a svariati allegati) e la sua sostituzione con linee guida che saranno messe a punto dall'Anac.  


Una drastica semplificazione annunciata dallo stesso ministro Graziano Delrio la settimana scorsa in Parlamento. Confermati gli emendamenti già annunciati da parte della relatrice Raffaella Mariani. Modifiche in arrivo per il bonus 2% concesso ai progettisti della Pa. L'incentivo rimarrà. Però non riguarderà più la progettazione, ma le attività di controllo e vigilanza delle amministrazioni. Altre misure sono annunciate per favorire l'accesso al mercato da parte delle Pmi, per sospendere da subito l'operatività del performance bond che sta bloccando diverse gare di appalto da centinaia di milioni e per dare l'addio alla Legge Obiettivo.


Fonte articolo: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-09-22/ecobonus-65percento-la-riconferma-incentivi-anche-condomini-e-imprese-110226.shtml?uuid=ACGijI2

ABI e Ance insieme per valorizzare l'immobiliare italiano

ABI, l’Associazione Bancaria Italiana, e ANCE, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili, ritengono opportuna l’introduzione di specifici incentivi all’acquisto di immobili ad elevata efficienza energetica (classe A e B) volti alla qualificazione del patrimonio abitativo del Paese, e sostengono l’azione annunciata del Governo per la riduzione della tassazione immobiliare.


Lo hanno reso noto i rispettivi Presidenti, Antonio Patuelli e Claudio De Albertis, al termine di un incontro nel corso del quale “si è registrata piena condivisione sulla visione del settore edilizio quale fattore fondamentale della ripresa economica e sociale del Paese e sul ruolo fondamentale che il mondo bancario svolge anche in questo ambito”.

 

ABI e ANCE, al fine di creare ulteriori condizioni per agevolare il superamento delle criticità che ancora interessano questo importante settore economico italiano e sostenere i primi segnali di inversione di tendenza del mercato immobiliare, hanno concordato sull’esigenza di individuare nuove forme di operatività tra banche e imprese edilizie. 
Le due associazioni hanno quindi deciso di sottoscrivere un accordo, ad integrazione del Protocollo d’intesa sul credito 2015, per favorire le imprese di costruzioni che oggi, causa il dilatarsi dei tempi di vendita dei loro prodotti, non riescono talvolta ad adempiere puntualmente al rimborso dei finanziamenti concessi loro dalle banche. 


I recenti positivi dati sull’andamento dei finanziamenti per l’acquisto delle abitazioni da parte delle famiglie italiane (+82% l’aumento delle nuove erogazioni nei primi sette mesi del 2015) sono un importante segnale dell’impegno di tutti gli operatori a sostenere la ripresa dell’economia italiana.


Fonte articolo: http://www.edilportale.com/news/2015/09/normativa/ance-e-abi-si-incentivi-l-acquisto-di-immobili-in-classe-a-e-b_47648_15.html

APE elettronico: a Genova è già realtà

Libretto d’impianto e Attestazione di prestazione energetica già coordinati, online e sempre disponibili per controlli degli enti pubblici e dei notai in caso di vendita. Risparmiando sulla realizzazione della documentazione.


La proposta viene da Genova (dove già è stata concretizzata) e si ispira al principio di molte applicazioni della sharing economy, dell’economia della condivisione: è possibile realizzare tutto questo coi servizi nelle case in condominio, nel rispetto della privacy di ciascun edificio, per il bene comune più importante, la sicurezza, di chi nell’edificio vive.

L’uso della nuova applicazione è realizzato da un contratto normativo, il Catasto sinergico, implementato nel portale www.catastoenergetico.org. Il manutentore dell’impianto di riscaldamento vi compila in formato elettronico, in modo guidato e controllato, il libretto d’impianto. Il condominio verifica il servizio reso, le manutenzioni operate, la corrispondenza alle norme della gestione, i consumi realizzati; ha una possibilità in più per evitare che siano applicate le eventuali sanzioni successive alle visite ispettive delle varie Arpa regionali. E realizza così la compilazione di quella parte del registro di anagrafica condominiale relativa alla sicurezza delle parti comuni dell’edificio.
Il progettista che deve realizzare l’Ape dell’appartamento da vendere o affittare ha i dati già per lui disponibili e vi immette i dati dell’Ape realizzato, già conforme ai nuovi decreti interministeriali che prevendono che Ape e libretto d’impianto siano accoppiati. E quando si realizzano riqualificazioni energetiche le nuove informazioni sono coordinate, disponibili a tutti gli attori, seppur nel rispetto della privacy di ciascuno.


L’ente pubblico che deve realizzare la raccolta dei dati nei suoi archivi, sempre “vivi”, basta che renda disponibile un’interfaccia aperta di scambio, in formato XML, come le regole sugli open data della Pa impongono e la sincronizzazione è pressoché automatica. La georeferenziazione delle prestazioni energetiche degli edifici diventa una mappa che individua dove e come le sovvenzioni pubbliche sarebbero meglio investite a vantaggio dell’ambiente.


Ma in ogni applicazione in cui i dati sono centralizzati il rischio è che il soggetto che li detiene diventi prevalente nel rapporto contrattuale proprio in forza del numero rilevante dei suoi contatti. L’alternativa in genere è configurare la rete in modo “peer to peer”. Quando questo non è possibile si può costruire un’autority, che possa vincolare il soggetto che detiene i dati a realizzare modifiche, nuovi servizi, nell’interesse degli utenti e dell’ente pubblico. Per questo al portale web è stato affiancato un contratto normativo, richiamato dai contratti individuali che i manutentori degli impianti stipulano con i condomini. Può essere sottoscritto da qualsiasi associazione, senza barriera alcuna all’ingresso, che condivida gli scopi di tutela ambientale e di efficientamento del sistema.


L’authority è la Consulta interassociativa così costituita e decide cosa implementare nel servizio, a chi destinare per scopi di promozione culturale di tutela dell’ambiente e di promozione sociale una quota dei proventi realizzati sino a poter recedere dal contratto nel caso la software house che ha realizzato il portale non vi adempia, con obbligo, in tal caso, di restituire i dati ai contraenti per un nuovo rapporto contrattuale verso un altro soggetto. 
E tutto questo si sostiene con quanto già si spende per la compilazione del libretto d’impianto in ragione dell’applicazione della nuove normative in vigore dal 1° ottobre 2014. Nessun costo in più ma vantaggi per tutti. Economia della condivisione appunto.


Il contratto normativo è stato sottoscritto a Genova: primi firmatari Anaci Genova, Fondazione Muvita controllata dalla Città Metropolitana di Genova, le associazioni locali dei manutentori degli impianti di riscaldamento. La Regione Liguria sta realizzando il proprio catasto degli impianti di riscaldamento con interfaccia Aperta in modo da permettere lo scambio integrato. I servizi del portale saranno gratuiti per tutti gli edifici pubblici. Parte degli introiti sarà destinata alla promozione della cultura ambientale sul territorio secondo le indicazioni che le associazioni aderenti democraticamente adotteranno.  


Fonte articolo: ilsole24ore, quotidiano web

Subscribe to this RSS feed

La invitiamo a lasciare il suo numero di telefono per essere ricontattato.

Cliccando invia dichiari di aver letto ed accettato l'informativa sulla privacy