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Fiaip, perché per far ripartire l'economia è necessario rilanciare il settore immobiliare

La ripresa economica del nostro paese è condizionata dal rilancio del settore immobiliare, interessato negli ultimi anni da un crollo delle compravendite e da un aumento esponenziale delle tasse. Non a caso il 54% dell'investimento in edilizia va a finire nelle casse dello stato. E’ stato questo il leit motiv della manifestazione organizzata da fiaip a Roma, durante la quale è stata avanzata, tra le altre, la proposta di un'imposta unica per la casa.

Durante la manifestazione "se riparte l'immobiliare, riparte l’Italia!" - alla quale erano presenti anche il presidente di Confedilizia Corrado Sforza Fogliani, il presidente dell'Ance Paolo Buzzetti e il sottosegretario  alla giustizia Cosimo Maria Ferri-  è arrivato un invito esplicito al governo a rilanciare il settore immobiliare. un settore che - secondo gli organizzatori - dal 2008 ha registrato 800mila posti di lavoro e una tassazione passata dai 9,5 miliardi del 2011 ai quasi 30 del 2014, con il valore complessivo del patrimonio diminuito di circa 2mila miliardi.

Prelievo fiscale su investimento edilizio
Secondo i dati fiaip, il prelievo fisale totale medio su un investimento in edilizia di 1,76 milioni di euro per costruire case è del 54%.I dati si riferiscono all'esempio di una costruzione-tipo di un condominio di 12 appartamenti, 800 m2 circa, in una città di provincia del sud. nel caso di studio l'investimento totale è di 1,76 milioni, compreso l'acquisto del suolo e la costruzione, il ricavo totale una volta conclusa la vendita di circa due milioni e il prelievo fiscale totale di 954 mila euro. Al costruttore rimane un utile, ultimata la vendita dopo diciotto mesi, di 243mila euro lorde, circa 100mila nette.

"La casa - ha sottolineato il presidente della fiaip paolo righi- diventa un investimento se si vuol affrontare un periodo di medio-lungo termine. L'economia del nostro paese fa fatica proprio perché non c'è una cura sull'immobiliare che prende il 20% del pil". Tra le soluzioni o proposte da fiaip, c'è quella di "una tassa unica come noi proponiamo da vari anni, che sia chiara: in Francia ad esempio c'è una tassa per l'abitazione e una per chi detiene la proprietà, quindi inquilini e proprietari, chi detiene la proprietà nella tassa unica paga anche il canone tv. Questa è chiarezza, poter misurare quanto lo stato preleva di tasse al contribuente. Ma questo, vista l'alta tassazione, la politica si guarda bene dal farlo, altrimenti molte persone si spaventerebbero davvero. Il nostro è un paese che non ha un progetto sulla casa, lo si vede tutti i giorni, sia sull'edilizia popolare che su quella privata".

Fonte articolo: http://www.idealista.it/news/immobiliare/residenziale/2015/03/02/114415-fiaip-rilanciare-limmobiliare-per-far-ripartire-litalia-primo-step-una-tassa

Plafond casa, cdp rende più facile e conveniente l'accesso ai mutui

L'accesso ai mutui del plafond casa 2015 diventa più facile e conveniente. la cdp che gestisce il fondo ha infatti deciso di riconoscere agli istituti bancari condizioni di provvista maggiormente favorevoli a quelle attuali, beneficio che verrà trasferito ai contraenti privati.

Plafond 2015
Nel corso del consiglio di amministrazioni della cassa depositi e prestiti sono infatti state approvate delle nuove misure per rendere ancora più conveniente l'accesso ai mutui per l'acquisto della prima casa. Il planfond sarà infatti collegato al  "fondo per la concessione di garanzie sui mutui ipotecari o sui portafogli di mutui ipotecari", in questo modo verrà tagliato ulteriormente il costo degli interessi sui mutui casa delle famiglie.

Plafond casa, requisiti
il plafond casa è uno strumento da due miliardi di euro finalizzato all'erogazione di mutui alle persone fisiche per l'acquisto di immobili ad uso abitativo, preferibilmente di classe energetica A/B/E/C o  per interventi di ristrutturazione con accrescimento dell'efficienza energetica. si tratta di finanziamenti tanto a tasso variabile che fisso e i finanziamenti potranno arrivare fino al 100% del valore dell'immobile.

Avranno priorità di accesso al credito le giovani coppie, nuclei famigliari mono genitoriali con figli minori, conduttori di alloggi di proprietà degli istituti, conduttori di alloggi di proprietà degli istituti autonomi per le case popolari e giovani di età inferiore al trentacinque anni, titolari di un rapporto di lavoro atipico.

Fonte articolo: http://www.idealista.it/news/finanza-personale/mutui/2015/02/27/114385-plafond-casa-cdp-rende-piu-facile-e-conveniente-laccesso-ai-mutui

Ora è il momento giusto per comprare casa...ma attenzione a non commettere questi 8 errori

Tassi sui mutui ai minimi e prezzi degli immobili ancora in calo potrebbero essere la combinazione perfetta per chi vuol acquistare una casa. trattandosi di una delle scelte più importanti che si compiono nel corso di una vita, è fondamentale, però, non lasciarsi prendere da facili entusiasmi e fare attenzione a non commettere otto errori che potrebbero costare caro:

1. La tempistica è tutto- è vero che i tassi sui mutui sono oggi ai minimi, il variabile sotto al 2% e il fisso intorno al 3%. ma è anche vero che potrebbero abbassarsi ulteriormente, quindi bisogna vedere se sia il caso o meno di aspettare.

2. Attenzione alle spese accessorie- spesso la compravendita è un'azione di tal portata che si perdono di vista particolari importanti, come appunto le spese accessorie, che invece possono avere un peso anche considerevole. Nel caso, ad esempio, che si compri un appartamento in un condominio, l'assemblea potrebbe aver approvato delle spese che il nuovo acquirente dovrà affrontare.

3. Peso delle imposte- al costo finale bisogna aggiungere sempre un 10% di costi aggiuntivi legati alle imposte catastali, di registro o all'iva. Anche in questo caso, è meglio eccedere nei calcoli.

4. Eventuali ristrutturazioni- comprare un immobile di seconda mano, anche se implica un risparmio anche notevole rispetto ad una casa nuova, può nascondere insidie legati allo stato di usura degli impianti. Il sistema elettrico, l'idraulico o l'impianto di riscaldamento potrebbero avere bisogno di lavori di ristrutturazione che contribuiscono a gonfiare le spese del compratore. E’ quindi importante verificare bene lo stato dell'immobile.

5. Non rincorrere sconti eccessivi- la trattativa sul prezzo può portare a sconti importanti, nell'ordine del 10-15% rispetto al prezzo iniziale. Non bisogna però tirare troppo la corda per evitare di perdere l'affare, soprattutto nel caso in cui la casa sia stata appena messa sul mercato e ci siano altri potenziali acquirenti interessati.

6. Attenzione al peso del mutuo- se per comprare casa è necessario acquistare un mutuo è importante valutare bene la scelta più opportuna tra fisso e variabile. Non solo, bisogna comunque considerare quali potrebbero essere gli scenari futuri ed avere sempre a disposizione delle risorse finanziarie nel caso di improvvisi rialzi dei tassi di interesse o di periodi di difficoltà economiche.

7. Le polizze sui finanziamenti- accanto alla rata del mutuo, spesso vengono proposte delle polizze. Attenzione perché queste non sono obbligatorie, il loro costo può ascendere anche a diverse migliaia di euro e nel caso di rottamazione del mutuo vanno restipulate e pagate da capo.

8. Non considerare gli sgravi- se si acquista una casa da adibire ad abitazione principale si potrà usufruire di agevolazioni fiscali. Detrazioni IRPEF sono previste anche sugli interessi passivi dei mutui, specialmente nei primi anni quando la quota interessi è più alta rispetto alla quota capitale.

Fonte articolo: http://www.idealista.it/news/immobiliare/residenziale/2015/02/10/114015-e-il-momento-giusto-per-comprare-casa-ma-attenzione-a-non-commettere-questi-8



Il mattone piace ancora ma solo con ritorni certi

 E’ un amore che non muore mai quello degli italiani per il mattone. Con dei profondi distinguo rispetto a ieri. Il real estate è un’asset class che sta tornano nei portafogli in cui sono investiti i grandi patrimoni dei privati, quelli che in gergo si chiamano high net worth individual (Hnwi). Con un’attenzione particolare a uffici e retail, ma ultimamente anche agli hotel.

In Italia oggi, secondo una recente ricerca di Ubs, ci sono 2.295 “ultra-ricchi” (su 61.820 a livello europeo), in crescita del 10,6% sull’anno precedente e che detengono il 2,5% della ricchezza del Paese. Secondo la società di revisione e consulenza PwC, la crescita delle masse nel 2014 è stata pari a poco più di 170 miliardi (+16,7%). PwC stima che i capitali in rientro in Italia per effetto della voluntary disclosure saranno circa 75 miliardi, portando la ricchezza degli Hnwi a 1.275 miliardi.

Nel mondo, nel 2014, oltre il 7% del patrimonio dei “paperoni” - dice una ricerca Wealth-X e Sotheby’s Re - è nel mattone (+5% sul 2013). Più in generale, secondo il rapporto 2013 dell’agenzia del Territorio e dipartimento delle Finanza, il valore del patrimonio residenziale degli italiani supera quota 5.500 miliardi di euro, con tre famiglie su quattro proprietarie della casa in cui abitano.
Ma chi investe nel mattone che cosa cerca? «Oggi si vuole avere in primis la certezza del conduttore - spiega Gianandrea Perco, partner di PwC -, yield di un certo livello e ci si focalizza sulle location come Roma e Milano. Alcuni investitori iniziano a guardare anche a centri secondari, se l’immobile da acquistare presenta buoni tenant e rendimenti elevati». Una deroga si può fare solo se l’immobile è un trophy asset e garantisce quindi il mantenimento del valore nel tempo. Oggi l’interesse si concentra su uffici, retail e sempre più sugli hotel, un settore difficile nel quale la proprietà immobiliare si confronta con una gestione complessa dell’asset. In Italia tra i nomi noti che hanno investito nel mattone, e che oggi tornano a farlo (in alcuni casi dopo un temporaneo allontanamento), ci sono famiglie come Malacalza, Natuzzi, Seragnoli, Roveda.

Il cambiamento che si registra in maniera sempre più evidente è una virata verso la gestione professionale dell’asset class costituita dal mattone. Soprattutto per chi si è scottato non riuscendo a lasciare in tempo l’investimento quando è iniziata la crisi. Mentre in passato i privati che avevano consistenti patrimoni immobiliari sceglievano il fai-da-te o affidavano la gestione a una persona di fiducia ma non esperta, oggi la scelta ricade su team di professionisti, che possano garantire una gestione con buone performance e operazioni di valorizzazione del patrimonio. È il caso di un proprietario immobiliare a Milano con un investimento consistente in box e garage. Oggi che questa tipologia rende poco, il team che lo assiste sta cercando di effettuare una rotazione del patrimonio. «I family office diventano interlocutori degli esperti immobiliari con maggiore frequenza che in passato - sottolinea Ugo De Bernardi, amministratore delegato di Finanziaria Internazionale -. E oggi questa categoria di investitori guarda con interesse anche agli investimenti indiretti e non solo diretti. Il real estate presenta un rischio moderato con prospettive di crescita dei valori nei prossimi anni. In alcuni casi i fondi immobiliari si prestano a soddisfare le richieste degli investitori. In altri casi si prediligono asset singoli, nonostante la fiscalità appesantita negli ultimi tempi». PierAlberto Furno, ceo di Nemesis Elite, società di real estate basata a Londra, ha una clientela in parte anche italiana. «Che guarda anche all’estero - dice -. In genere cercano investimenti da 2-3 milioni di dollari fino ai 10-20 milioni di dollari. La nostra particolarità è quella di concepire il portafoglio di un cliente come portafoglio finanziario, che quindi viene gestito in modo attivo. Il cliente può scegliere di detenere immobili in maniera diretta o partecipare all’investimento con delle quote o partecipazioni in sviluppi immobiliari». Quali i settori più ambiti? «Dipende dal cliente - continua -. C’è attenzione sul residenziale, ma anche sul retail e sulle riqualificazioni. Anche l’euro debole risveglia l’interesse sull’Europa e sull’Italia da parte di clienti dagli Stati Uniti e dal Sud America, spesso dal Brasile». La società, da quando ha iniziato l’attività 18 mesi fa, è arrivata a gestire oggi un patrimonio real estate di 150-180 milioni. E l’intento adesso è sviluppare la presenza sul mercato italiano, «che la clientela ci chiede con sempre maggiore insistenza - dice ancora Furno - sia per via delle occasioni che si presentano sul mercato dopo tanti anni di crisi sia per l’euro debole».

Fonte articolo: http://www.casaeterritorio.ilsole24ore.com/art/real-estate/2015-02-24/mattone-piace-ancora-solo-104728.php?uuid=AbtZO3HL



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