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Mutui, mai così bene dal 2008

Il sole torna a splendere sul mercato dei prestiti per acquistare casa e non è mai stato così raggiante dal lontano 2008. Secondo quanto rilevato dal Crif nel suo osservatorio periodico sul mercato dei mutui, a febbraio 2015 si è registrato un vero e proprio boom delle richieste e il termine, spesso abusato tanto in positivo quanto in negativo, questa volta è decisamente corretto visto che l’indice segna un impressionante + 38,7% rispetto allo stesso periodo del 2014.

Se come detto l’incremento delle domande è il più alto registrato negli ultimi 7 anni, in livello assoluto il numero delle richieste si è riportato al livello del 2011, anno precedente al drammatico crollo avvenuto nel 2012. A mettere le ali al settore ha contribuito senza dubbio anche la ripresa di interesse nei confronti delle surroghe che, dal momento in cui i tassi di interesse sono scesi ai livelli attuali, sono tornate ad essere un’alternativa importante per il risparmio degli italiani.

A ricorrere alla surroga sono stati anche molti mutuatari che in un primo momento avevano optato per il tasso fisso e che, passando oggi ad una nuova tipologia di finanziamento, si trovano a risparmiare decine di migliaia di euro di interessi.

Altro fattore di ripresa è la maggiore consapevolezza che i consumatori hanno acquisito in merito alle dinamiche del mercato immobiliare e dei mutui. Chi si presenta in banca oggi lo fa con richieste più realistiche e se cinque anni fa la richiesta media era, sempre secondo i dati del Crif, pari a 141.000 euro, a febbraio 2015 è scesa a 124.000 euro da restituire in tempi piuttosto lunghi, oltre il 45% delle richieste è legato a finanziamenti ventennali.

Fonte articolo: http://news.immobiliare.it/mutui-mai-cosi-bene-dal-2008-21659

Il mercato degli affitti in Italia

Sono ormai diversi mesi che tutto il settore del mattone tenta di trovare segnali, seppur piccoli, di quella tanto attesa ripresa e per farlo studia ed elabora i dati relativi alle compravendite. Ma nel mondo degli affitti, di contro, cosa sta cambiando? Ad analizzare le tre variabili in campo per le locazioni, ossia domanda, offerta e prezzi, ci ha pensato l’Ufficio Studi di Immobiliare.it che ha messo sotto la sua lente la situazione degli immobili residenziali in affitto riscontrabile a febbraio 2015 e ha rilevato che i prezzi dei canoni mensili sono lieve calo, la richiesta sta crescendo ma, a questa, non coincide un aumento dell’offerta, anzi è proprio questa che sta subendo la contrazione maggiore

Agli italiani non piace affittare le proprie case

È cosa nota che in Italia l’idea di offrire in affitto le proprie case non è mai andata a genio ai proprietari di casa, che temono morosità e inquilini problematici; sembra che ora la situazione non sia migliorata affatto, anzi è proprio l’offerta, studiata da Immobiliare.it, che nel mercato degli affitti ha subito il calo più evidente.

In un anno, ossia rispetto a febbraio 2014, il numero di annunci di case in affitto ha subito una contrazione del 7%. Ci sono altre spiegazioni a questo dato, che vanno oltre la paura di inquilini morosi, e le ha commentate proprio Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Immobiliare.it: nonostante affittare il proprio immobile sia una garanzia di rendita fissa, soprattutto se lo si fa nelle grandi città, quello di dare in locazione la propria casa per periodi lunghi non ha più il fascino di un tempo. I proprietari hanno preso a preferire affitti stagionali, come quelli delle case vacanza o dei bed and breakfast, oppure quelli brevi, come avverrà tra poco a Milano in occasione di Expo.

Cresce il numero di chi cerca una casa in affitto

La domanda, come anticipato, non segue il trend dell’offerta e continua a crescere l’interesse di chi cerca casa verso gli annunci di locazione. In un anno, sempre in confronto a febbraio 2014, c’è stato un aumento di ricerche verso questo tipo di contratti del 9,9%.È il Centro l’area italiana dove la crescita è stata maggiore, arrivando all’11,9%; al Nord l’aumento è stato del 9,1%, al Sud dell’8%. Con il Centro, portano verso l’alto questo dato anche le città più piccole (quelle che contano meno di 250.000 abitanti) che registrano un aumento del 12,3% rispetto alle grandi che si fermano a un +8,5%.

Quanto costa affittare?

Anche a causa della congiuntura con la diminuzione degli immobili disponibili in affitto, i canoni di locazione, rispetto allo scorso febbraio 2014, sono scesi di poco, ossia del 2,1%. Ma, come sempre, le diverse zone d’Italia si comportano in maniera differente. Abruzzo, Molise e Friuli Venezia Giulia sono le tre regioni che hanno registrato i cali più vistosi, rispettivamente del 13,4%, 8,9% e 5,8%. Ci sono, di contro, regioni in cui i prezzi sono addirittura aumentati: è il caso della Sardegna che registra un +8,9%, della Calabria con +3% e del Piemonte dove si registra un lievissimo aumento dell’1%. Nel nostro Paese, per affittare una casa da 80 metri quadrati, servono in media 670 euro al mese. Lo studio di Immobiliare.it ha stilato anche la classifica delle dieci città più care d’Italia per i canoni di locazione. Al contrario di quello che succede per le vendite, stando all’Osservatorio sulle compravendite del portale, non è Roma la prima per i prezzi più alti, ma Milano. Nel capoluogo meneghino un monolocale in affitto arriva a costare circa 600 euro al mese, mentre un trilocale ne richiede 1.200. Invece a Roma bastano 550 euro per prendere un monolocale in locazione e 1.050 euro per un trilocale.

Fonte articolo: http://news.immobiliare.it/il-mercato-degli-affitti-in-italia-21679

Agevolazioni prima casa, vincoli sempre più rigidi per non perdere i benefici

Il mancato trasferimento della residenza per lavori di manutenzione straordinaria sull'edificio acquistato non è considerata "causa di forza maggiore" e comporta quindi la decadenza dei benefici prima casa. E’ quanto affermato dalla cassazione nella sentenza n.5015 del 12 marzo 2015. Una decisione che irrigidisce ulteriormente i paletti messi per usufruire delle riduzioni fiscali.

Bonus prima casa, mancato trasferimento della residenza
Chi acquista un immobile ubicato in un comune diverso da quello di residenza ha l'obbligo di trasferire la propria residenza entro il termine di 18 mesi dall'atto, pena la perdita delle agevolazioni acquisite in sede di registrazione del contratto d'acquisto.

 Il mancato trasferimento non implica una perdita dei benefici sempre e quando ricorre una situazione di forza maggiore. Seconda la circolare entrate n 18/e/2013, ricorre questa situazione quando "l'evento impeditivo" del trasferimento di residenza "sia oggettivo e non prevedibile e tale da non poter essere evitato". Inoltre si deve trattare di un evento "sopravvenuto al contratto d'acquisto e tale da impedire in modo assoluto e per tutto il tempo a disposizione, non solo la presenza nell'immobile, ma, in ogni caso, l'ottenimento del trasferimento della residenza anagrafica".

Agevolazioni prima casa, cause di forza maggiore
nella pratica la definizione di "cause di forza maggiore" è stata controversa. nella ctp Roma 12 novembre 2007, in ctr Emilia Romagna del 9 gennaio 2009, ctp Pisa 26 gennaio 2009, in ctr toscana 25 febbraio 2013, ctp Savona 29 aprile 2010, l'esecuzione di lavori edili è stata considerata "causa di forza maggiore".

in senso opposto si è espressa la stessa cassazione nella sentenza 12 luglio 2013 quando si è deciso che non "costituisce causa di forza maggiore idonea ad escludere l'obbligo di trasferire la residenza lo svolgimento nell'immobile acquistato di lavori di ristrutturazione che ne rendano impossibile l'utilizzo da parte dell'acquirente". In una direzione analoga si è mossa anche la sentenza n 7067 del 16 marzo 2014, che ha affermato che "la ricorrenza di una situazione di forza maggiore, caratterizzata dalla non imputabilità dell'evento, va esclusa in caso di mancata ultimazione di un appartamento in costruzione...).

Fonte articolo: http://www.idealista.it/news/finanza-personale/fisco/2015/03/13/114665-agevolazioni-prima-casa-vincoli-sempre-piu-rigidi-per-ottenere-i-benefici

Le imposte da pagare sull'acquisto della prima e della seconda casa

Chi acquista un immobile oltre al prezzo da corrispondere per la compravendita dovrà considerare una serie di imposte (imposta di registro, catastale e iva) che variano a seconda che si tratti di una prima o seconda casa e delle caratteristiche del venditore. Vi presentiamo un utile quadro riassuntivo delle imposte da pagare per l'acquisto di un'abitazione.

Abitazione principale:

Acquisto prima casa da privato
imposta di registro 2 per cento
imposta ipotecaria fissa 50 euro 
imposta catastale fissa 50 euro

Acquisto prima casa da un'impresa costruttrice (o di ristrutturazione) non esente da iva
iva 4 per cento.
Imposta di registro fissa 200 euro 
Imposta ipotecaria fissa 200 euro
Imposta catastale fissa 200 euro

Acquisto prima casa da impresa esente da iva
Imposta di registro 2 per cento 
Imposta ipotecaria fissa 50 euro 
Imposta catastale fissa 50 euro

Seconda casa (quando non ci sono i requisiti da parte acquirente per usufruire delle agevolazioni prima casa).

Acquisto seconda casa da privato
Imposte di registro 9%
Imposte catastale 50 euro
Imposte ipotecaria 50 euro

Acquisto seconda casa da impresa esente da iva
Imposta di registro 9%
Imposta ipotecaria 50 euro
Imposta catastale 50 euro

Acquisto seconda casa da impresa soggetta a iva
Iva al 10% o al 22% nel caso di immobili di lusso
Imposta di registro 200 euro
Imposta catastale 200 euro
Imposta ipotecaria 200 euro

Se il venditore è un’impresa, la cessione è sempre esente da iva, a eccezione di questi casi:
vendite effettuate dalle imprese costruttrici o di ripristino dei fabbricati entro 5 anni dall’ultimazione della costruzione o dell’intervento, oppure anche dopo i 5 anni se il venditore sceglie di sottoporre la cessione a iva (la scelta va espressa nell’atto di vendita).
Vendite di fabbricati abitativi destinati ad alloggi sociali, per le quali il venditore sceglie di sottoporre la cessione a iva (anche in questo caso, la scelta va espressa nell’atto di vendita).

Fonte articolo: http://www.idealista.it/news/immobiliare/residenziale/2015/03/11/114613-le-imposte-da-pagare-per-lacquisto-della-prima-e-della-seconda-casa

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