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Iconacasa Franchising Immobiliare su Il Sole 24 Ore


"Il Sole 24 Ore"
da spazio alla "Mission" di Iconacasa Franchising Immobiliare sul quotidiano cartaceo di lunedì 28 Settembre (qui le immagini condivise sulla pagina Facebook di Iconacasa), “1000 Giovani… Sì!”, il progetto pensato per coinvolgere ed educare i giovani, insegnar loro il "know how" di Iconacasa, per raggiungere il sogno di diventare imprenditori nel mondo immobiliare.


Un settore dove la compravendita di immobili resta fondamentale, ma caratterizzato anche da servizi finanziari, assicurativi e tecnico-legali; l'obiettivo è quindi formare nella professione di Agente immobiliare a 360 gradi, al passo con le più moderne tecnologie, anche grazie alla formazione continua rivolta a tutti gli Affiliati. Senza dimenticare i valori che muovono la nostra Azienda sin dagli inizi: lealtà, fiducia, curiosità intellettuale, coraggio e soprattutto passione.




Il nostro obiettivo è quello di crescere e raggiungere il numero di 50 franchisee nei prossimi 5 anni,
 concentrandoci sulle città più importanti per la Holding, quali Milano, Roma, Napoli, Bari, la città in cui è nata, e Bologna che, dopo il capoluogo pugliese, è la città in cui Iconacasa è presente con più punti vendita.
Obiettivo che vogliamo raggiungere insieme a chi vuole "crescere e contribuire in Iconacasa”, ai giovani amibiziosi che con tenacia si inseriranno nei punti vendita per consolidarli, assieme al team dei coetanei che hanno già da tempo sposato il progetto.  


Di seguito invece l'annuncio pubblicato sul quotidiano online "Il Sole 24 Ore":


Iconacasa Franchising Immobiliare
Posizione aperte: 32 
(6 in Emilia Romagna, città di Bologna – 4 nel Lazio, tra Ostia e Torvaianica – 22 in Puglia, in tutti i capoluoghi)
Contratti: Tipologia contrattuale e inquadramento e retribuzione in base alla figura cercata (spese di gestione della posizione fiscale del candidato potrà essere a carico dell'azienda).
Figure cercate: Cercasi giovani ambosessi, diplomati, propensi alla libera professione, da inserire come sales agent, segretariato, responsabili commerciali, addetti al telemarketing, coordinamento ufficio.
Sedi: Puglia, Emilia Romagna, Lazio.
Come candidarsi: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Come sarà il nuovo APE in vigore dal 1 Ottobre

Il 1° ottobre entra in vigore il nuovo modello di attestato energetico APE, e sarà necessario farsi trovare preparati.
L’Attestato di Prestazione Energetica (APE) è la carta di identità riportante tutte le informazioni sulle prestazioni e sul consumo di energia di un edificio, di un’abitazione o di un appartamento, una certificazione che con la nuova norma sembra ritornare ad essere un prodotto decisamente professionale: prevede una maggiore responsabilizzazione del certificatore, un forte incremento delle informazioni da produrre e nuove metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche.


Lo scopo è quello di determinare meglio i consumi facendo capire al cittadino qual è il suo consumo totale di energia e la quota di energia rinnovabile utilizzata, la qualità dell'involucro e degli impianti.

Che cos'è l'APE e a chi occorre
L'APE è un certificato che attesta l'efficienza energetica di un immobile che viene rilasciato da un tecnico abilitato. Il documento prende in considerazione l'efficienza dei servizi presenti all'interno dell'edificio quali climatizzazione invernale, qualità dei serramenti, acqua calda, ecc. e dal 1° ottobre comprenderà anche climatizzazione estiva, ventilazione e illuminazione. Importante anche l'ubicazione dell'appartamento che a seconda del piano può avere una diversa dispersione di calore. Tutti questi dati vengono raccolti dal certificatore energetico che li inserisce in un programma e, con un apposito sistema di calcolo, ricava la classificazione dell'immobile assegnando una lettera che va da "A4" a "G".

La certificazione deve essere allegata a tutti gli atti di compravendita e di locazione e va rinnovata in caso di ristrutturazioni che modifichino le prestazioni energetiche. 


Stiamo cercando un nuovo affittuario o un potenziale acquirente del nostro appartamento? 

Prima di tutto ricordiamoci che è obbligatorio indicare nella pubblicità di vendita l'IPE indice di prestazione energetica (informazione contenuta nell'APE) poi, durante le trattative dovremo rendere disponibile agli interessati l'Attestato di Prestazione Energetica che in caso di perfezionamento del contratto andrà consegnato obbligatoriamente all'eventuale conduttore o acquirente.
Attenzione a questo passaggio perché, nonostante la sanzione di nullità del contratto sia stata cancellata c'è il rischio, in caso di mancata allegazione del documento, di essere puniti con sanzioni amministrative salatissime che possono arrivare fino a 18.000 euro.


APE unico nazionale
La principale novità è che l'APE, superando frammentazioni geografiche e locali, sarà un documento unico a livello nazionale, e rispetterà una metodologia di calcolo omogenea, anche in quelle regioni che hanno un proprio sistema di rilascio, ed in più sarà semplificata per edifici di dimensioni ridotte e prestazioni energetiche di entità modesta al fine di ridurre i costi a carico del cittadino.


Nuove classi di spreco energetico
Cambia la scala di classificazione della prestazione energetica degli immobili, formata da 10 classi, e non più da 7, che vanno da "A4" la migliore, a "G" la peggiore. Le classi energetiche, così come l'indice di prestazione energetica globale, dal 1° ottobre 2015 saranno determinate da tutti i servizi presenti nell'edificio.
Secondo la nuova legge l'attestato dovrà risultare uno strumento valido per valutare la convenienza economica dell'acquisto o della locazione di un'unità immobiliare in relazione ai consumi energetici, valido anche per consigliare degli efficaci interventi di riqualificazione energetica. Per questo nell'APE dovranno essere indicate anche delle proposte di miglioramento dell'efficienza energetica dell'edificio e dovranno essere fornite le informazioni sugli incentivi finanziari necessari per realizzarle.


Il catasto energetico: il SIAPE
Altra importante innovazione portata dal decreto è la realizzazione, da parte dell'ENEA, del SIAPE un sistema informativo comune per tutto il territorio nazionale, da istituire entro il 2015, che raccoglierà tutti i dati relativi agli attestati di prestazione energetica e che verrà aggiornato e incrementato ogni anno da Province e Regioni. Includerà i dati relativi agli APE, agli impianti termici e alle ispezioni e ai controlli, che potranno essere consultati telematicamente, sia dai cittadini, sia da Regioni, Province Autonome e Comuni in base alla loro area geografica di competenza.
Il SIAPE sarà raccordato ai catasti regionali degli impianti termici e successivamente verrà integrato anche con il catasto degli edifici.


Le sanzioni per chi non si atterrà al nuovo Ape
- Il certificatore dovrà pagare una multa da 700 euro a 4.200 euro per un Ape compilato nel modo sbagliato.
- Al costruttore o al proprietario spetta una sanzione da 3.000 euro a 18.000 euro se non presenta l’Ape per gli edifici nuovi, ristrutturati e se mette in vendita o in affitto l’immobile.
- Il direttore dei lavori dovrà pagare una multa da 1.000 euro a 6.000 euro se non presenterà l’Ape al Comune.


Fonti articolo: http://www.teleborsa.it/Speciali/2015/09/22/certificazione-energetica-cambiano-le-regole-1.html?p=3#.VgVaBNLtmko

http://www.idealista.it/news/finanza-personale/casa/2015/09/23/117740-certificazione-energetica-le-sanzioni-per-chi-non-si-atterra-al-nuovo-ape-in-vigore

Appoggio dell'Abi al Governo sulla detassazione immobiliare

Disco verde dall’Abi sull’impianto complessivo della manovra tracciata dal Governo. La valutazione positiva è stata espressa ieri sera, durante l’audizione di fronte alle commissioni bilancio di Senato e Camera, dal direttore generale dell’associazione di Palazzo Altieri, Giovanni Sabatini. In particolare, viene ritenuta "positiva" la scelta del Governo di eliminare le tasse sulla prima casa, un intervento che "potrebbe avere effetti congiunturali più ampi rispetto ad altre forme di stimolo" della domanda.


"Tra i fattori di maggiore discontinuità rispetto al passato", ha detto Sabatini, "si rinviene la scelta di puntare ad una generalizzata detassazione del settore abitativo. Anche questa scelta è da ritenere positiva". 

A questo proposito, ha rilevato il Direttore generale dell’associazione delle banche "è da considerare con attenzione l’effetto-fiducia che può scaturire dal provvedimento ed il fatto che interventi nel settore dell’edilizia sono destinati ad avere effetti positivi più intensi rispetto ad altri settori, sia per la capacità di attivazione produttiva, sia perché i beni immobili sono la principale garanzia per la concessione di finanziamenti". Per tali ragioni "l’intervento sul settore potrebbe avere effetti congiunturali più ampi, rispetto ad altre forme di stimolo dal lato della domanda". 


Un recupero quello della domanda di credito che appare in corso e suffragato secondo l’esponente dell’Abi dai dati relativi alle erogazioni di nuovi prestiti avvenute nei primi nove mesi dell’anno , che evidenziano un incremento del 92,1 per cento per quel che riguarda i prestiti alle famiglie per l’acquisto dell’abitazione (di cui il 30% dovuto a operazioni di surroga) e un incremento, sempre su base annua, del 16,2% per quel che riguarda i nuovi prestiti alle imprese.


Dalle aziende di credito è venuta anche la segnalazione del rischio di alcune difficoltà applicative connesse alla riscossione del canone Rai attraverso le bollette dell’energia elettrica. "Alla luce delle nuove disposizioni europee che dettagliano il set di informazioni dai inserire nei bonifici – ha affermato Sabatini – è necessario un confronto in sede tecnica sulla fattibilità dei bonifici stessi, dal momento che la cornice armonizzata dell’Area unica dei pagamenti in euro pone alcuni problemi in materia di addebiti in conto". 


Altri interventi.
Sul piano dei contenuti dall’Abi sono venuti peraltro alcuni suggerimenti al Governo. Il primo è la necessità di potenziare ulteriormente il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, riprendendo la logica della legge di stabilità del 2014 che lo pone al centro del sistema nazionale di garanzia. La proposta dell’Associazione bancaria è quella di favorire l’apporto di nuove risorse finanziarie al Fondo da parte di soggetti pubblici e privati (in particolare le amministrazioni regionali) anche per evitare la moltiplicazione sul territorio di fondi di garanzia che realizzano politiche agevolative non sempre coordinate tra loro.
Sarebbe invece opportuno, si sostiene da Palazzo Altieri, che, in funzione dell’ammontare delle risorse apportate, le Regioni potessero concordare con i ministeri competenti condizioni più favorevoli di accesso alla garanzia del Fondo per le imprese del proprio territorio, secondo la propria politica economica.
L’altro suggerimento rivolto al Governo è quello di una revisione dell’attuale governance del Fondo di garanzia, prevedendo che nel consiglio di gestione siedano anche i rappresentanti delle banche.


In campo fiscale, Sabatini ha inoltre segnalato che "nell’ambito degli interventi auspicati per assicurare una maggiore efficienza del nostro sistema tributario non ha ancora trovato soluzione il tema del regime dell’Iva di gruppo". Le transazioni infragruppo vengono tassate perché il nostro paese non ha ancora dato attuazione alla disposizione della direttiva Iva che accorda agli Stati la possibilità di considerare come un unico soggetto passivo ai fini dell’Iva le persone giuridiche stabilite nel territorio di quello stato. Ma in tal modo, per le banche le transazioni infragruppo comportano un aumento dei costi di produzione , ha rimarcato il direttore generale dell’Abi, lamentando che siano state disattese le aspettative che si erano create con la legge-delega per la riforma fiscale.


Fonte articolo: IlSole24Ore, vetrina web

Confedilizia: all'Italia serve shock fiscale


Togliere le tasse col bilancino del farmacista (un po’ sì e un po’ no, un po’ qua e un po’ là) non serve a niente, come la storia del fiscalismo anche nostro, e dei nostri giorni, dimostra" inizia così il commento del Presidente del Centro studi di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani sulle manovre di revisione di carico fiscale annunciate e ribadite più volte dal Governo.   

 

"Sull’immobiliare nel suo complesso, e per gli affitti in particolare deve balzare evidente l’inversione di tendenza. L’Italia ha bisogno di uno shock fiscale e Renzi l’ha capito. L’immobiliare è fatto dalle sensazioni di milioni di uomini e donne che lavorano e risparmiano (in Italia, l’80 per cento della popolazione), che non hanno tempo o possibilità di studiare diagrammi, ma solo di cogliere messaggi chiari. La rinascita è, come nel secondo dopoguerra, una questione di fiducia, fiducia sì o fiducia no”.

 

 

Per il Presidente di Confartigianato, Giorgio Merletti: "Insieme all'eliminazione dell'Imu sulla prima casa, bisognerebbe ridurre anche le tasse sugli immobili produttivi che hanno raggiunto un livello molto alto, 9,8 miliardi". Merletti ha inoltre aggiunto che un punto importante sarà anche la rivisitazione della local tax: "Eliminare Imu e Tasi è una cosa, ma servirebbe una riorganizzazione delle tasse locali che sono state la valvola di sfogo dei tagli agli enti locali negli ultimi anni". 


E' poi essenziale che i tagli alla spesa pubblica non ricadano sul sistema produttivo: "come l'intervento da 400 milioni sulle accise che non deve però ricadere sugli incentivi all'autotrasporto".


Fonti articolo: http://www.monitorimmobiliare.it/confedilizia-italia-ha-bisogno-di-choc-fiscale-e-renzi-l-ha-capito_201509081132

http://www.monitorimmobiliare.it/confartigianato-giu-tasse-anche-sugli-immobili-produttivi_201509071859

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