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Iconacasa - Chi siamo


Un'idea, il progetto

Iconacasa è un franchising immobiliare in continua evoluzione che rappresenta un punto di riferimento del real estate italiano. Un modello imprenditoriale fondato sull’innovazione ma soprattutto focalizzato sulle persone e orientato ai giovani.

Il progetto è frutto dell’idea imprenditoriale dei soci fondatori, Giancarlo Quassia, Nicola e Daniele Amoruso.

LA CRESCITA

Grazie a un modello di business vincente, Iconacasa ha conosciuto una crescita rapida, ma allo stesso tempo sana.In pochi anni il franchising si è imposto come una delle aziende protagoniste del settore immobiliare.

Dai 5 punti vendita del 2013 agli oltre 200 previsti per il 2025: sono questi i numeri della straordinaria crescita del progetto Iconacasa. Oggi il franchising è presente nella maggior parte delle regioni d’Italia e ha varcato i confini nazionali approdando in Spagna con il primo ufficio nella Comunità Valenciana.

Nel 2023, inoltre, Iconacasa ha raggiunto un importante traguardo festeggiando i primi 10 anni dalla fondazione.

La Mission

"MILLE GIOVANI SI'"



Iconacasa è convinta che la strada migliore per sviluppare il proprio business sia investire sulle persone, in particolare sui giovani, puntando sul loro talento da curare, proteggere e coltivare. Il progetto Iconacasa, infatti, è focalizzato sulla formazione dei giovani talenti, offrendo loro la possibilità di sviluppare il proprio potenziale e crescere, sia dal punto di vista personale che professionale, contribuendo a loro volta alla crescita della rete.


"CRESCERE E CONTRIBUIRE IN ICONACASA"



È la visione del mondo così come lo vogliamo. Un ecosistema in cui a crescere non è solo la rete immobiliare, ma anche tutte le persone che ne fanno parte e quindi tutto l’indotto, fatto di agenzie immobiliari e servizi rivolti sia alle imprese sia ai clienti finali delle agenzie stesse.


ECOSISTEMA ICONACASA

Iconacasa è un ecosistema in cui la crescita della rete procede di pari passo con la crescita di ogni persona che ne fa parte. Il successo del singolo rappresenta il successo del gruppo.


AFFILIATI DELLA RETE

Sono al centro del progetto: a loro è garantita una esperienza professionale al massimo livello. Ad ogni affiliato è concesso l’utilizzo di insegna e marchio, l’accesso ai servizi, alla formazione e soprattutto al know-how con metodi e organizzazione del lavoro. L'Affiliato si impegna a contribuire al successo e alla crescita della rete rispettando brand identity e valori aziendali.

AREA MANAGER

Assumono un ruolo chiave nella ottimizzazione delle attività e nel coordinamento degli uffici fornendo supporto a 360 gradi a ogni singolo Affiliato della propria area. Gli area manager giocano un ruolo fondamentale nella crescita e nella sostenibilità del franchising. equilibrando la strategia aziendale con le dinamiche locali.

CAPO DISTRETTO

Punti di riferimento sul territorio: coordinano le attività degli area manager e supervisionano lo sviluppo della rete in linea con mission, vision e valori. I capi distretto assumono una responsabilità strategica di gestione operativa, garantendo il rispetto della brand identity e assicurando l'allineamento degli uffici con gli obiettivi globali del franchising.

SERVIZI

Gli Affiliati Iconacasa possono beneficiare di una suite completa di servizi progettati per guidare, supportare e garantire ogni imprenditore. Dall’assistenza tecnica alla formazione, dalle risorse umane al supporto per l’utilizzo dei software fino ad arrivare all’ideazione di strategie di marketing: ogni affiliato ha a disposizione gli strumenti giusti per raggiungere i propri obiettivi.


Più garanzie per chi acquista "su carta"; approvata la legge

Offrire maggiori garanzie a chi acquista un immobile "su carta".


È uno degli obiettivi della legge delega per la modifica della legge fallimentare, approvata definitivamente dal Senato.

Nel testo per la "riforma delle discipline della crisi di impresa e dell’insolvenza" un articolo dedicato alle "garanzie in favore degli acquirenti degli immobili da costruire" prevede che il contratto sia stipulato per atto pubblico o per scrittura privata autenticata, in modo da garantire controlli maggiori sugli adempimenti di competenza del costruttore.
 

Le garanzie già in vigore per gli acquirenti

Chi acquista su carta è già tutelato dal D.lgs 122/2005. Al momento della stipula del contratto per il trasferimento non immediato della proprietà dell’immobile da costruire, il costruttore deve procurare all’acquirente una fideiussione pari alle somme riscosse e a quelle da riscuotere prima del trasferimento della proprietà.


Con la fideiussione, l’acquirente può ottenere la restituzione delle somme versate nel caso in cui l’impresa costruttrice si trovi in una situazione di crisi. C’è crisi se l’immobile oggetto del contratto viene pignorato, in caso di fallimento o liquidazione coatta amministrativa, ammissione alla procedura di concordato preventivo o stato di insolvenza.   


Il costruttore deve inoltre consegnare all’acquirente una polizza assicurativa decennale, con decorrenza dalla data di conclusione dei lavori, a copertura dei danni materiali e diretti all'immobile, compresi i danni ai terzi, derivanti da rovina totale o parziale oppure da gravi difetti costruttivi delle opere, per vizio del suolo o per difetto della costruzione manifestatisi successivamente alla stipula del contratto definitivo di compravendita o di assegnazione.
 

Immobili da costruire, in arrivo maggiori tutele

La nuova legge cerca di prevenire eventuali comportamenti scorretti o dimenticanze che, in caso di fallimento, possono danneggiare l’acquirente.


Per agevolare i controlli dei notai sull’obbligo di stipula della fideiussione e di consegna della polizza assicurativa, è stabilito che l’atto o il contratto avente come finalità il trasferimento non immediato della proprietà o di altro diritto reale di godimento su un immobile da costruire, nonché qualunque atto avente le medesime finalità, debba essere stipulato per atto pubblico o per scrittura privata autenticata.
La norma prevede infine la nullità del contratto nel caso in cui il costruttore non abbia ottemperato all’obbligo assicurativo.


Fonte articolo: Edilportale.com

Con l'home staging più brevi i tempi di vendita, aumenta il valore dell'immobile

Cambiare la disposizione dei mobili, dare un tocco di colore -quello giusto però-, scegliere i complementi perfetti e curare l’illuminazione.


E poi un servizio fotografico realizzato da un professionista. 

 

Bastano questi interventi, non strutturali e temporanei, per cambiare volto a una casa e far scattare il colpo di fulmine con i compratori: è questa la filosofia dell’home staging, una nuova strategia di valorizzazione immobiliare arrivata in Italia da qualche anno.
Dai sondaggi svolti periodicamente fra i soci dell’Associazione Nazionale Home Staging Lovers risulta che, dopo un intervento di home staging, il tempo di vendita si riduce a 58 giorni.


L’home stager è un professionista che unisce conoscenze di arredamento d’interni, decorazione, fotografia e marketing immobiliare per presentare al meglio un immobile destinato alla vendita. Non ristruttura la casa, né la arreda in modo definitivo.
"L’home stager, lo dice la parola stessa, mette in scena l’abitazione con il preciso obiettivo di svelarne tutte le potenzialità a un target di compratori ben individuato –spiegano la presidente e vicepresidente dell’associazione–. Possibili acquirenti che vedranno prima di tutto la casa attraverso le foto sul web, fondamentali per suscitare l’interesse iniziale fra mille proposte a portata di click, e poi visiteranno gli spazi allestiti ad hoc". 


In un mercato immobiliare che si sta risvegliando, ma che è ancora piuttosto fermo, è fondamentale che la propria casa in vendita possa spiccare fra le altre, "e, soprattutto, essere venduta a un prezzo non troppo inferiore rispetto a quello proposto. Per le case oggetto di home staging si riduce al 5%" sottolineano de Luca e Galletti Presidente e Vicepresidente dell'Associazione Nzionale Home Staging Lovers.


Ecco perché l’intervento di un home stager viene caldeggiato sempre più spesso ai proprietari dagli stessi agenti immobiliari. "Negli USA si contatta un home stager addirittura prima di mettere in vendita la casa –spiegano de Luca e Galletti–, da noi invece troppo spesso si aspetta di avere un immobile invenduto da tempo prima di decidersi. Ma l’investimento viene subito ripagato".


I prezzi, naturalmente, variano moltissimo in base all’abitazione: metratura, numero di locali, stato in cui si trova, se è arredata o vuota. "Orientativamente, si parte da qualche centinaio di euro se sono necessari solo piccoli interventi in una casa già arredata. Dai mille euro a salire se l’abitazione va allestita da zero. L’home stager fa un preventivo di prezzi e tempi di intervento, da poche ore a qualche giorno. Il proprietario non acquista nulla, né arredi né complementi. Tutto è temporaneo e rimane nella casa per il tempo della vendita. Compresi nel servizio ci sono gli scatti fotografici professionali che saranno il biglietto da visita della casa".


Sembra facile a dirsi, ma per fare tutto questo serve un esperto che conosce il mercato immobiliare e le strategie di vendita. Solo così pochi e semplici tocchi sono in grado di rivoluzionare il volto di un’abitazione. E di fare innamorare all’istante i compratori.


Fonte articolo: Infobuild.it

Ritorno all'Imu? Confedilizia: "incalcolabili i danni" della tassazione

Si torna a parlare di tassa sulla prima casa, ma per i proprietari ad alto reddito. La richiesta arriva all’Italia dall’Europa nel pacchetto di raccomandazioni specifiche per Paese.


Oggi a pagare le imposte sono i proprietari di prime case di lusso, appartenenti a specifiche categorie catastali.

 

Tra le misure concrete da prendere, c’è proprio la reintroduzione dell’Imu sulla prima casa, ma solo per le famiglie sopra un certo reddito, oltre alla più volte citata Riforma del catasto e a una soluzione della situazione relativa ai crediti bancari deteriorati.

PER L'UE CONTA il reddito e non la categoria catastale

Bruxelles chiede all’Italia di spostare l’imposizione fiscale dai fattori di produzione, ad esempio le imposte sul lavoro, ai fattori che hanno meno impatto sulla crescita, come la tassa sulla prima casa per i redditi alti. In realtà, come ben si sa, ad oggi sia l'Imu che la Tasi si continuano a pagare sulle case considerate di lusso. Invita, inoltre, a ridurre la spesa pubblica.


Nelle raccomandazioni, Bruxelles dice al nostro Paese che la manovra per il prossimo anno dovrà portare a uno sforzo di bilancio robusto. La trattativa viene rimandata all’autunno, ma da qui a ottobre bisogna trovare tra i 5 e i 10 miliardi. Uno sforzo di bilancio robusto per assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche, ma che non dovrà pregiudicare la crescita.

Confedilizia: Le TASSE sulla casa haNNO creato danni

Solerte la replica di Confedilizia. L'organizzazione dei proprietari di casa ha sottolineato che la tassazione sugli immobili deve essere ridotta, per favorire la crescita.
Il presidente Giorgio Spaziani Testa ha fatto sapere: “La Commissione europea è tornata a criticare la scelta del Governo Renzi di eliminare la tassa sulla prima casa, suggerendo di reintrodurla per le famiglie con redditi elevati. Che dire? E’ davvero un peccato che, da un’Istituzione che impiega 33.000 dipendenti, non possa mai giungere un’analisi un po’ più ragionata delle politiche tributarie. Tra l’altro, chissà se la Commissione sa che sulle prime case che il Fisco considera di lusso (pur se sovente non lo sono), di tasse se ne pagano ancora addirittura due: l’Imu e la Tasi”.


Aggiungendo: “I risultati – (di un'analisi ragionata ndr) – sarebbero interessanti. Si scoprirebbe, anzitutto, che non ha il minimo fondamento la tesi, che le Istituzioni internazionali si rimbalzano a vicenda e che la Commissione copia e incolla anche oggi, secondo la quale le imposte sugli immobili sarebbero meno dannose per la crescita rispetto alle altre. E si apprenderebbe – analizzando il caso italiano – che sono incalcolabili i danni causati all’intero Paese dallo spropositato aumento della tassazione immobiliare iniziato con il 2012”.


Concludendo: “Le raccomandazioni Ue che ne seguirebbero, c’è da giurarci, sarebbero ben diverse da quelle che abbiamo letto. Non si soffermerebbero sulla diminuzione di 3 miliardi e mezzo di euro (Tasi prima casa) di un carico tributario annuale aumentato di 15 miliardi su tutti gli immobili. Si occuperebbero dell’imposizione immobiliare nel suo complesso e ne chiederebbero la riduzione. Per favorire la crescita”.


Fonti articolo: 1. Idealista.it, 2. Idealista.it

Cos'è l'atto di provenienza e come ottenerlo

Molto spesso, specie in ambito di compravendite immobiliari si sente fare riferimento all'atto di provenienza.


Che cos'è l'atto di provenienza?
Chi lo deve fornire e quando lo si può considerare certo?

 

Partiamo dalla definizione: l'atto di provenienza è quel documento che attesta la proprietà del bene immobile in capo alla persona del debitore.
Nelle vendite che intervengono per mezzo di un agente immobiliare è quest'ultimo, fin dall'affidamento dell'incarico a domandare al venditore copia dell'atto di provenienza.


Si badi: per avere certezza della genuinità del documento in esame, specie ove proveniente da notaio, sarebbe bene avere copia autentica dell'atto. Come vedremo qui di seguito, la semplice copia informe può comunque essere oggetto di verifiche e riscontri.


Ma facciamo un passo indietro utile ad inquadrare correttamente la figura documentale in esame. Sebbene siamo indotti a pensare che l'atto di provenienza sia l'atto con il quale il venditore, a sua volta, ha acquistato l'immobile, non è per forza così. Chi vende un'unità immobiliare non deve necessariamente averla acquistata: può trattarsi di una donazione, in tal caso l'atto di provenienza sarà rappresentato dall'atto notarile di donazione.
Il venditore può essere proprietario anche perché ha ereditato l'appartamento. In tal caso conta la dichiarazione di successione, ma non solo, visto che la stessa ha valore ai soli fini tributari.


Ciò che serve anche in questo caso è che l'erede che abbia accettato l'eredità sia proprietario anche presso i pubblici registri immobiliari: la questione va valutata con un notaio prima di porre in vendita l'immobile, al fine di accelerare la pratica di vendita al momento dell'accordo con il compratore.


L'atto di provenienza, inoltre, può essere rappresentato anche da un provvedimento giudiziale.
Si pensi a quelle ipotesi in cui si diviene proprietari (o titolari di un diritto reale) in ragione dell'usucapione, accertata con sentenza da un giudice.
Non solo: l'Autorità Giudiziaria può trasferire la proprietà degli immobili. Si pensi ai decreti emanati nell'ambito delle procedure esecutive immobiliari. Anche questi rappresentano atti di provenienza e come tali possono dover essere esibiti in ragione della vendita.


Si badi: l'esibizione dell'atto di provenienza è, nei fatti, un vero e proprio obbligo. È vero, al momento della formalizzazione dell'accordo il notaio eseguirà, d'ufficio, tutta una serie di verifiche ed accertamenti volti a consentire il corretto trasferimento di proprietà del bene. Ma prima di tale fase conclusiva, il venditore deve comunque mostrarsi ed essere trasparente rispetto ad un elemento fondamentale per la buona riuscita dell'affare.


Si diceva che è auspicabile che la copia dell'atto di provenienza sia una copia autentica. Non è molto difficile, per chi vende, procurarsela. Basta recarsi presso lo studio del Notaio che ha redatto quell'atto, o al massimo laddove questo abbia cessato la propria attività, presso l'archivio distrettuale notarile.
In ogni caso assieme all'atto di provenienza è sempre bene domandare una visura ipotecaria per valutare oltre alla proprietà, la presenza di eventuali gravami sul bene oggetto di trattativa.


Ricordiamo che gli atti fin qui menzionati sono tutti atti pubblici, sicché un semplice accesso alla conservatoria dei pubblici registri immobiliari (oggi articolazione dell'agenzia delle entrate) può essere utile o addirittura sufficiente per procurarsi copia o comunque per avere utili indicazioni in relazione ad essi.


Fonte articolo: Condominioweb.com

Riforma del Catasto sì o no?

Potrebbe tornare alla ribalta la riforma del Catasto. Il Governo ha intenzione di inserirla nel Piano nazionale delle riforme allegato al Documento di economia e finanza (Def) che sarà presentato ad aprile.


L’idea, ventilata dall’Esecutivo per concludere il processo di revisione e allineamento delle rendite catastali ai valori di mercato, è stata accolta in modo diverso dagli operatori del settore. Da una parte quelli che chiedono la revisione anche se provocherà un aumento delle tasse, per una questione di equità. Dall’altra quelli che considerano la riforma una possibile causa di impoverimento.

Riforma del Catasto

In base alla bozza del decreto attuativo della Delega fiscale, mai approvato, gli immobili non sarebbero più raggruppati in categorie e classi, ma in due tipologie di fabbricati: quelli ordinari e quelli speciali. Gli appartamenti verrebbero inseriti tutti nella categoria ordinaria O/1, mentre ville, immobili signorili e artistici avrebbero una regolamentazione diversa.
Per consentire una valutazione più oggettiva, il valore degli immobili potrebbe essere determinato dalla superficie e non più dai vani. A ogni unità immobiliare sarebbe attribuita una rendita e un valore patrimoniale stimati in base alle reali caratteristiche dell’immobile e alla zona di appartenenza.


La riforma del catasto non è mai andata in porto perchè non riesce ad assicurare l'invarianza di gettito. L'aumento delle tasse potrebbe essere compensato da altre manovre fiscali, ma ci vorrebbe del tempo e questa possibilità spaventa i proprietari. D'altro canto c'è anche chi sostiene che l'aggiornamento delle rendite catastali vada comunque portato avanti per ragioni di equità. Ci sono quindi pareri discordanti.

Riforma del Catasto e rischio aumento delle tasse

Confedilizia, Confederazione della proprietà edilizia, alla riforma del Catasto risponde “no grazie”. Per il presidente, Giorgio Spaziani Testa, la riforma apre “uno scenario di ulteriori aumenti di tassazione sugli immobili, mascherati attraverso improbabili redistribuzioni”.
 “Quella legge delega – si legge in una nota di Confedilizia -  è scaduta e non è certo questo il momento per iniziare un nuovo percorso, checché ne dica la Commissione Europea. Per il settore immobiliare l’urgenza è invece una decisa riduzione di un carico fiscale che dal 2012 è stato quasi triplicato e che continua a causare danni incalcolabili a tutta l’economia: crollo dei valori, impoverimento, caduta dei consumi, desertificazione commerciale, chiusura di imprese, perdita di posti di lavoro. Dovrebbe essere questa la priorità di un Governo responsabile”.
 

Riforma del Catasto e invarianza di gettito

Secondo Sandro Simoncini, docente a contratto di Urbanistica e Legislazione Ambientale presso l’università Sapienza di Roma e presidente di Sogeea SpA, società che si occupa della valutazione, acquisizione e dismissione del patrimonio immobiliare, "ci voleva l’ennesima bacchettata dell’Unione Europea perché tornasse alla ribalta il tema della riforma del catasto, una delle grandi incompiute dell’attuale legislatura”. Il fatto che il Governo sia intenzionato a ripercorrere la strada dell’invarianza di gettito rischia a suo avviso di far tradurre di nuovo l’operazione in un nulla di fatto.


Secondo Simoncini bisognerebbe invece procedere al più presto alla revisione delle rendite catastali per mettere fine a sperequazioni e privilegi esistenti. I Comuni dovrebbero poi essere liberi di adeguare la tassazione. Per rendere più organica la riforma, si potrebbe poi studiare una progressività delle imposte proporzionata alle disponibilità finanziarie del proprietario.


Fonte articolo: Edilportale.com

Sondaggio fra Agenti Immobiliari: migliorano gli incarichi e le prospettive

Gli agenti immobiliari attendono ancora flessioni dei prezzi, dopo che anche la fine del 2106 è stata all'insegna di un lieve ma costante ridimensionamento delle quotazioni.


La domanda di case rimane comunque in aumento mentre diminuisce la differenza tra il prezzo richiesto e quello effettivamente pagato alla fine della trattativa.

 

Di conseguenza è in aumento la quota di operatori ottimisti sulle prospettive del settore, che in termini di transazioni sta già dando buoni riscontri come dimostra l'ultimo dato ufficiale sulle compravendite nel terzo trimestre 2016 fornito dall'agenzia delle Entrate (+17,4%), che mercoledì 1° marzo diffonderà i dati relativi all'intero anno.


I MUTUI

Ripresa del mercato per cui è fondamentale il ruolo dei mutui, che sostengono quasi l'80% degli acquisti effettuati tramite agenzia. Sono le principali evidenze del sondaggio congiunturale della Banca d'Italia sul mercato delle abitazioni in Italia, condotto tra il 27 dicembre 2016 e il 27 gennaio 2017 presso 1.507 agenzie immobiliari.
La quota di acquisti finanziati con mutuo ipotecario è intorno all'80 per cento, mentre il rapporto tra ammontare del prestito e valore dell'immobile si è attestato al 75,5%.


I PREZZI DI VENDITA

Più nel dettaglio, relativamente ai prezzi, la nota Bankitalia sottolinea come "il saldo fra le percentuali di risposte che indicano prezzi di vendita in aumento e quelle che li indicano in diminuzione è rimasto negativo, ma ha continuato a ridursi, soprattutto a seguito della contrazione della quota di agenti che segnala una flessione. Questa tendenza, in atto dall'inizio del 2015, ha riflesso la dinamica delle aree non urbane – in particolare del Nord e del Mezzogiorno – e non metropolitane".


Il margine medio di sconto sui prezzi di vendita rispetto alle richieste iniziali del venditore si è ridotto dal 13% all'11,6%, "riflettendo in particolare il calo registrato nelle regioni settentrionali; rispetto a un anno fa, la flessione è pari a 2,6 punti". I tempi di vendita si sono ridotti di circa un mese "senza apprezzabili distinzioni territoriali".


IL LAVORO DEGLI AGENTI IMMOBILIARI

Sono in generale miglioramento gli indicatori che misurano lo stato di salute del lavoro degli intermediari: la quota di agenzie che ha venduto almeno un'abitazione è aumentata per il secondo trimestre consecutivo (dal 72,9% all'80,6%), e di conseguenza il saldo tra le percentuali di risposte che indicano aumento e diminuzione delle giacenze di incarichi a vendere è diventato negativo per la prima volta dal 2009, anno d'inizio della rilevazione (-4 da 0,7 punti percentuali). 

Anche il saldo delle risposte relative ai nuovi mandati è migliorato, "quasi esclusivamente – nota Bankitalia –per la minore incidenza di agenzie che segnalano una riduzione" (soprattutto nelle aree urbane e metropolitane).


Le aspettative degli agenti restano orientate all'ottimismo. Secondo il sondaggio, infatti, "le prospettive sull'evoluzione a breve del mercato immobiliare nazionale sono nettamente migliorate rispetto allo scorso trimestre: lo scostamento tra la quota che attende un miglioramento e quella che prevede un peggioramento è più che raddoppiato (17,0 da 8,1 punti percentuali), riflettendo il maggiore ottimismo degli agenti operanti nelle regioni settentrionali. In un orizzonte di medio termine, le prospettive di miglioramento continuano a prevalere su quelle di peggioramento".


Fonte articolo: IlSole24Ore

SuccessioniOnLine, le Entrate semplificano le domande di successione e volture catastali


Da questa settimana la dichiarazione di successione può essere presentata direttamente da casa, tramite i servizi telematici delle Entrate.


È infatti disponibile sul sito internet dell’Agenzia il software di compilazione SuccessioniOnLine, con il quale i contribuenti in possesso del codice Pin possono compilare e inviare la dichiarazione dal proprio pc.

 

Con il nuovo modello di successione, approvato il 27 dicembre 2016 con un Provvedimento del Direttore, l’Agenzia compie un ulteriore passo verso la semplificazione e la digitalizzazione. La presentazione telematica vale infatti anche come domanda di volture catastali e non sarà quindi più necessario rivolgersi agli Uffici provinciali-Territorio dell’Agenzia delle Entrate per perfezionare la pratica. Inoltre, il calcolo delle imposte in autoliquidazione è automatico ed è possibile versare il dovuto direttamente con addebito in conto corrente.


I principali vantaggi della dichiarazione di successione online sono:

  • - effettuare le volture catastali in modo automatico, senza gli ulteriori adempimenti amministrativi previsti nella procedura tradizionale;
  • - rendere le dichiarazioni sostitutive di atto notorio mediante la compilazione di specifici quadri del modello, evitando di dover allegare ciascun documento;
  • - avere automaticamente il calcolo delle somme da versare in autoliquidazione, dovute per le formalità ipocatastali, e nel caso pagarle con addebito sul conto corrente;
  • - richiedere copie conformi presso qualsiasi ufficio dell’Agenzia in quanto, grazie al passaggio al canale telematico, gli uffici territoriali dell’Agenzia potranno visualizzare le dichiarazioni di successione inviate telematicamente da tutti i contribuenti;
  • - avere a disposizione la dichiarazione di successione sia nel cassetto fiscale del dichiarante, sia in quello di coeredi e chiamati.

Infine, grazie al passaggio al canale telematico, gli uffici territoriali dell’Agenzia potranno visualizzare le dichiarazioni di successione inviate telematicamente da tutti i contribuenti. Diventa perciò possibile richiedere copie conformi presso qualsiasi ufficio dell’Agenzia. In ogni caso, la dichiarazione di successione presentata sarà disponibile sia nel cassetto fiscale del dichiarante, sia in quello di coeredi e chiamati.


COME FUNZIONA SUCCESSIONIONLINE

L’applicativo, gratuito, è disponibile in modalità stand alone sul sito internet delle Entrate. È sufficiente compilare un file editabile, che costituisce la versione digitale della dichiarazione di successione, allegare i documenti richiesti dal sistema, salvare e presentare il modello tramite i servizi telematici dell’Agenzia, utilizzando le proprie credenziali di accesso, oppure tramite un intermediario abilitato o un ufficio territoriale delle Entrate competente per la lavorazione.
Tutti i documenti utili alla dichiarazione dovranno essere allegati al modello in formato PDF/A o TIFF.

PER TUTTO IL 2017 DOPPIA STRADA PER LE SUCCESSIONI

Fino al 31 dicembre 2017, in alternativa all’utilizzo del modello SuccessioniOnLine, è possibile continuare a presentare presso l’ufficio competente dell’Agenzia la dichiarazione di successione utilizzando il vecchio modello in formato cartaceo. Dal 1° gennaio 2018, invece, la via telematica diventerà l’unica percorribile.


Fonti articolo: Casaeclima.comFiscoetasse.com

Mercato affitti in Italia: le ultime tendenze

Buone notizie sul fronte degli affitti. Il mercato ha registrato una lieve ripresa. Nel primo semestre del 2016 sono aumentati i canoni di locazione delle grandi città.


A rilevarlo l’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa. Dall’indagine è emerso che l’incremento è stato dello 0,7% per i monolocali e i bilocali e dello 0,8% per i trilocali.

 

L’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa ha fatto sapere che su tutte le tipologie, per la prima volta, si vede un segnale positivo, attribuibile prevalentemente a una diminuzione dell’offerta immobiliare e a una migliore qualità della stessa.

Chi sceglie l’affitto

Secondo l’indagine, anche nel primo semestre del 2016 molte sono le persone che non riescono ad accedere al mercato del credito, primi fra tutti i giovani, i monoreddito e gli immigrati; a questi si aggiungono gli studenti e i lavoratori fuori sede.

L’analisi demografica di coloro che cercano casa in affitto ha evidenziato che il 38,6% ha un’età compresa tra 18 e 34 anni, il 30,9% ha un’età compresa tra 35 e 44 anni. Il 61,3% è invece rappresentato da single.

Perché si sceglie l’affitto

Secondo quanto emerso dallo studio, il 61,1% di chi opta per l’affitto lo fa per trovare l’abitazione principale, il 35% lo fa in seguito a un trasferimento legato a motivi di lavoro e il 3,9% lo fa in seguito a un trasferimento legato a motivi di studio. Rispetto all’anno precedente, è scesa la percentuale di quest’ultima motivazione, probabilmente in seguito alla minor mobilità dovuta al fatto che gli studenti scelgano università più vicine al luogo di residenza.

Gli immobili più richiesti

La domanda di abitazioni in affitto si concentra soprattutto sui bilocali (40,5%) e sui trilocale (35,6%).

I contratti più utilizzati

Sul fronte dei contratti più utilizzati, l’indagine ha rilevato che ad essere cambiato sensibilmente con il tempo è l’utilizzo del canone concordato, che si è attestato intorno al 22,9%, trovando sempre più consensi tra proprietari e inquilini. In un anno è passato dal 18% al 22,9%.

Le tendenze

Lo studio ha evidenziato che i potenziali locatari sono sempre più esigenti nella ricerca dell’immobile e ha registrato una maggiore facilità di affitto per le soluzioni di “qualità”, non solo relativa allo stato dell’immobile, ma anche all’arredamento, alla presenza di ambienti luminosi e di servizi in zona.

E’ in aumento l’interesse per gli immobili arredati o parzialmente arredati ed è apprezzata la presenza del riscaldamento autonomo, perché consente una riduzione dei costi condominiali. Sul fronte dei proprietari, l’indagine ha rilevato una maggiore attenzione che si traduce in un miglioramento della qualità dell’offerta abitativa in locazione.


Fonte articolo: Idealista.it

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