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Richieste mutui +21,1%, domanda più alta nel 2016

Anche ottobre, come settembre, è stato un mese positivo per quanto riguarda la voglia di casa degli italiani: l’ultimo report di CRIF ha rilevato un incremento del 21,1% della domanda di nuovi mutui e surroghe rispetto allo stesso mese del 2015.


Percentuale, questa, che spinge all’ottimismo perché è la più alta registrata da gennaio ad oggi.

L’analisi, svolta monitorando oltre 78 milioni di posizioni creditizie, ha permesso di mettere in luce come prosegua il recupero verso i volumi precedenti alla crisi economica e del settore immobiliare. Se infatti confrontiamo il numero di richieste di mutui registrati tra gennaio e ottobre di quest’anno con lo stesso periodo dello scorso anno, la percentuale è positiva, arriva al +12,6%. Resta negativo, invece, il saldo rispetto al biennio 2009-2010, quello in cui iniziarono le sofferenze di tutto il comparto.


Ma quanto si chiede, in media? Secondo il report dell’istituto nel mese di ottobre l’importo medio si è attestato a 123.516 euro, più dei 120mila rilevati ad ottobre 2015 e più anche dei 122 rilevati nel mese precedente.
Il valore medio nell’aggregato dei primi 10 mesi dell’anno 2016 arriva a 122.895 euro, con un leggero incremento rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Parliamo, tuttavia, di numeri nettamente più bassi rispetto a quelli che eravamo abituati a leggere nel 2009 (quando l’importo medio richiesto era sui 136mila euro): questo sia per una contrazione del costo medio degli immobili, sia per un maggiore impatto di surroghe e sostituzioni – che vanno ad abbassare gli importi medi – sul totale dei mutui.
Il 77,8% del totale delle domande presentano, ad ogni modo, un importo inferiore ai 150.000 Euro, per una durata che va dai 16 ai 20 anni.
. E’ interessante notare poi che nei primi 10 mesi del 2016 è aumentata la classe tra i 6 e 10 anni (+0,9%) a fronte di una diminuzione del -0,8% di quella tra i 26 e 30 anni.


In merito alla distribuzione per fascia di importo, non ci sono elementi di discontinuità rispetto ai mesi precedenti. La classe prevalente nei primi 10 mesi del 2016 si conferma essere quella compresa tra 100.001 e 150.000 euro, con una quota pari al 29,4% del totale. Nel complesso, quasi 4 domande su 5 (il 77,8% del totale) presentano un importo inferiore ai 150.000 euro.


In relazione alla distribuzione delle interrogazioni in relazione all’età del richiedente, la maggiore concentrazione risulta essere quella nella fascia compresa tra i 35 e i 44 anni, con una quota pari al 36,0% del totale, seppur in calo (-1,4%) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Complessivamente circa 2/3 delle richieste sono state presentate da under 44. Cresce, seppur ancora marginale, la quota di mutui richiesti dai giovani al di sotto dei 24 anni.


I dati presentati sono stati così commentati da Simone Capecchi, executive director di Crif: "Il dato record di ottobre contribuisce ad irrobustire la performance positiva delle richieste di mutui immobiliari nei primi 10 mesi del 2016 e con queste prospettive è ragionevole aspettarsi una chiusura d’anno positiva".
Capecchi ha poi sottolineato: "Parallelamente, lato mercato immobiliare va sottolineata la crescita del +23% del numero di compravendite residenziali nel secondo trimestre 2016. Lato offerta, invece, si registra una leggera revisione al rialzo delle condizioni contrattuali dopo 3 anni di tagli al ribasso. Sarà però necessario monitorare l’evolversi delle dinamiche di domanda e offerta per apprezzare al meglio le prospettive di crescita del mercato dei mutui immobiliari nei prossimi mesi".


L’executive director di Crif ha quindi concluso affermando: "In questo scenario le aziende di credito devono prestare attenzione a comporre l’offerta giusta utilizzando al meglio le informazioni sui clienti e sul territorio di pertinenza, sfruttando le opportunità dei canali digitali e valorizzando la customer experience. Senza dimenticare, però, di mettere in campo da un lato adeguati processi di gestione del rischio e, dall’altro, sistemi compliant alle novità normative per recepire, ad esempio, la Direttiva Mutui".


Fonti articolo: 1. Immobiliare.it, 2. Idealista.it

Condominio Day: domande attuali e risposte degli esperti

Pubblichiamo tra le domande e risposte più interessanti di ieri alla giornata del Condominio Day organizzata dal Quotidiano Condominio del Sole 24 Ore e che ha coinvolto 100 esperti. 


Le domande sono state raccolte nei giorni precedenti tra i lettori, professionisti e condòmini.

 

CONDOMINIO MINIMO E DETRAZIONE EDILIZIE 

La proprietaria di una palazzina, costituita da due unità abitative distinte, può usufruire della detrazione del 50% per le spese di ristrutturazione relative alla manutenzione delle parti comuni del fabbricato considerando che un appartamento è la sua abitazione principale mentre l’altro è stato concesso in comodato d’uso gratuito alla madre? 

Il caso di specie può essere considerato condominio minimo per il quale l’Agenzia delle entrate, con la circolare 3/E/2016, ha chiarito che i condomìni che, non avendone l’obbligo, non hanno nominato un amministratore e non possiedono un codice fiscale, possono ugualmente beneficiare della detrazione per i lavori di ristrutturazione delle parti comuni , purchè: “ il pagamento sia effettuato mediante apposito bonifico bancario/postale (sul quale sia operata la ritenuta d’acconto da parte di banche o Posta) “ in assenza del codice fiscale del condominio, i contribuenti possono inserire nei modelli di dichiarazione le spese sostenute riportando il codice fiscale del condomino che ha effettuato il bonifico. Il contribuente dovrà dimostrare, in sede di controllo, che gli interventi sono stati effettuati su parti comuni dell’edificio. Se per la presentazione della dichiarazione dei redditi si rivolge a un Caf o a un intermediario abilitato, è tenuto ad esibire un’autocertificazione che attesti i lavori effettuati e che indichi i dati catastali degli immobili del condominio. Ovviamente, la madre in qualità di comodatario avrebbe diritto a usufruire della detrazione e le spese dovrebbero essere ripartite tra le due unità abitative.


CONTABILIZZAZIONE: DEROGHE, SANZIONI E DETRAZIONI FISCALI

Quali sono le sanzioni nelle quali incorre il proprietario dell’immobile che non effettua l’installazione dei dispositivi di contabilizzazione individuale nei termini previsti? In quali casi è possibile derogare? 

Il proprietario dell’unità immobiliare che non installa, entro il termine previsto, un sotto-contatore, è soggetto ad una sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 2500 euro per ciascuna unità immobiliare. Tale disposizione non si applica quando da una relazione tecnica di un progettista o di un tecnico abilitato risulta che l’installazione del contatore individuale non è tecnicamente possibile, o non è efficiente in termini di costi, o non è proporzionata rispetto ai risparmi energetici potenziali (Dlgs 141/2016, articolo 16 comma 6). 
La nuova formulazione della lettera b), e la relativa sanzione, sono decisamente più chiare, in quanto individuano in modo immediato il responsabile (il proprietario dell’unità immobiliare, che, ai sensi del Dpr 74/2013, è anche proprietario o comproprietario dell’impianto), la scadenza (il 31/12/2016), e la sanzione in caso di mancato rispetto dell’obbligo (da 500 a 2.500 euro). Sono anche specificati i casi in cui si può derogare: non fattibilità tecnica o non convenienza economica in funzione dei risparmi attivati dalla spesa iniziale per effettuare l’intervento. Entrambe devono però essere attestate, tramite una relazione, da un professionista abilitato alla progettazione di impianti centralizzati. Il legislatore propone (senza però imporla) la norma Uni En 15459 come riferimento per effettuare le valutazioni analitiche di convenienza economica. Si sottolinea che, diversamente dal passato, anche la convenienza economica è considerata come occasione di deroga alla installazione di sotto-contatori per la contabilizzazione diretta dell’energia.

Nel condominio da me amministrato, per adeguarci, abbiamo installato valvole termostatiche, ripartitori, antenne, contacalorie in centrale termica, pompa circolazione modulante a giri variabili, collaudo sistema gateway. Tali lavori usufruiscono della detrazione fiscale? Se si, del 50% o 65%?

La detrazione fiscale per i contabilizzatori di calore è pari al 50% delle spese sostenute, detraibili come spese per interventi di risparmio energetico; come tali hanno diritto, fino al 31 dicembre 2016, della detrazione pari al 50% per un importo massimo di spesa di 96.000 euro, qualora l’installazione non avvenga insieme alla sostituzione, integrale o parziale, di impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti dotati di caldaie a condensazione oppure con pompe di calore ad alta efficienza o con impianti geotermici a bassa entalpia.
Il 65% delle spese sono detraibili come spese per interventi di riqualificazione energetica (per un importo massimo di spesa di 30.000 euro) qualora l’installazione avvenga insieme alla sostituzione, integrale o parziale, di impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti dotati di caldaie a condensazione oppure con pompe di calore ad alta efficienza o con impianti geotermici a bassa entalpia. 
 

NESSUNA RITENUTA SULLE SPESE PER RISTRUTTURAZIONE 

Un condominio riceve la fattura per un intervento di ristrutturazione edilizia effettuato da una ditta. All’atto del pagamento della prestazione la banca ha operato la ritenuta dell’8%. Si chiede se anche il condominio dovrà operare la ritenuta d’acconto del 4%. 

Sulle somme corrisposte alle imprese e ai professionisti pagate dai condomìni mediante bonifici bancari o postali, al fine di avvalersi delle agevolazioni fiscali previste per interventi di ristrutturazione edilizia o di riqualificazione energetica, non si deve operare alcuna ritenuta d’acconto. Infatti, al fine di evitare che imprese e professionisti subiscano un doppio prelievo, si applica la sola ritenuta (effettuata da banche o Poste italiane Spa) prevista dal Dl 78/2010 (pari, dal 1° gennaio 2015, all’8%).

Vendita immobile locato

Quali sono i miei obblighi verso il conduttore qualora io decidessi di alienare il mio appartamento?

Quando per legge (ma non accade per le unità immobiliari di proprietà di privati cittadini) o per contratto (se pattuito) il conduttore ha diritto di prelazione nell'acquisto dell'immobile locato si devono comunicare al conduttore le condizioni della vendita ed attendere i termini per l'esercizio del diritto di prelazione nell'acquisto. In caso contrario si può liberamente alienare l'immobile a terzi. E' necessario poi comunicare al conduttore i dati dell'acquirente. 

CEDOLARE SECCA

Il proprietario di un appartamento affitta una stanza con un contratto agevolato art. 2, comma 3 legge 431/1998 una seconda stanza con un contratto transitorio art. 5, comma 1 legge 431/1998 ed una terza stanza ad uno studente universitario con contratto transitorio art. 5, comma 2 legge 431/1998. E’ possibile stipulare tutti i contratti a cedolare secca?

Sì. La cedolare secca è applicabile a tutti i contratti indicati. 

SPESE INFILTRAZIONI, PROPRIETARIO O INQUILINO?

Dovendo fare intervento per sitemazione infiltrazioni di acqua piovana nelle cantine, la spesa va imputata alla proprietà o all'inquilino?

Gli interventi di manutenzione straordinaria, è questo sembra il caso, sono a carico della proprietà. 


Fonte articolo: IlSole24Ore, vetrina web

 

Bonus casa potenziati 2017 inseriti nel bilancio inviato a Bruxelles

Ancora un anno con le detrazioni sulle ristrutturazioni edilizie (50%), il risparmio energetico (65%) e l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici (50%). Ma anche la promessa di cinque anni con l’Ecobonus e il sisma bonus per i condomini in versione extra large.


In attesa di vedere i provvedimenti nella Gazzetta Ufficiale – quando la legge di bilancio sarà approvata dal Parlamento – le linee guida del progetto del Governo appaiono, nero su bianco, nel Documento programmatico di bilancio (Dpb) inviato a Bruxelles. 

 

 

RISTRUTTURAZONI ED ECOBONUS

Di fatto, chi ha avviato o intende avviare lavori di ristrutturazione o efficientamento energetico ha oggi la ragionevole aspettativa di poter contare su altri 12 mesi con le agevolazioni alle stesse condizioni previste fino alla fine di quest’anno. Quindi spesa massima agevolata di 96mila euro per il 50% e bonus differenziati in base al tipo di interventi per il 65%.
Per avere un’idea degli interessati, basti pensare che – secondo lo studio presentato dal Cresme alla Camera nelle scorse settimane – quest’anno le pratiche per le ristrutturazioni saranno quasi 1,4 milioni, cui si aggiungeranno altre 365mila pratiche per il 65%.


Lo stesso vale per la detrazione sull’acquisto degli arredi abbinata ai lavori edilizi, di cui il Dpb annuncia la proroga al 31 dicembre 2017. Se mai, bisognerà verificare se sarà confermata l’impostazione data finora dalle Entrate (e ribadita con la circolare Telefisco del 2016, la 12/E), in base alla quale è incentivato l’acquisto degli arredi abbinato a spese di recupero sostenute dal 26 giugno 2012 in poi: alcune delle ipotesi circolate nei giorni scorsi limitavano l’agevolazione nel 2017 a chi ha avviato i lavori da quest’anno.
Resta da vedere, poi, se il Parlamento confermerà anche il bonus mobili per le giovani coppie (pari al 50% su una spesa massima di 16mila euro) introdotto dalla legge di Stabilità 2016 e sganciato dai lavori edilizi.


LE NOVITA' PER I CONDOMINI

La vera novità delle misure in arrivo, comunque, è il rafforzamento delle detrazioni condominiali, con l’obiettivo – anche questo già inserito nel Dpb – di tenerle ferme fino al 31 dicembre 2021. Un orizzonte quinquennale che i bonus edilizi non hanno mai avuto dalla fine degli anni 90 a oggi.
D’altra parte, se c’è un settore in cui le detrazioni finora hanno zoppicato è proprio quello degli interventi su parti comuni condominiali. L’esperienza insegna che per bloccare i lavori spesso bastano pochi proprietari contrari. Da questo punto di vista, cinque anni sono senz’altro un termine sufficiente a programmare gli interventi nel modo migliore, preparando i progetti, il capitolato e raccogliendo i preventivi.


A decidere il successo o il fallimento dei bonus potenziati, però, sarà la capacità delle nuove disposizioni di superare il blocco rappresentato da chi non può o non vuole investire denaro nei lavori condominiali. Si è parlato molto della possibilità di cedere la detrazione ad altri soggetti, così da “monetizzare” subito una parte della spesa. Questa possibilità esiste per gli incapienti già dall’inizio dell’anno, con il 65% cedibile ai fornitori, ma per come è stata delineata non funziona. Bisognerà vedere se nel contesto della legge di bilancio ci sarà un meccanismo più efficace.
L’aumento delle percentuali di detrazione potrebbe avere un effetto positivo anche mantenendo il tempo di recupero a dieci anni, come confermato nel documento governativo. Ma tutto dipenderà dai requisiti cui sarà legata la versione extra large dei bonus: nel caso dell’antisismica per conoscere i requisiti potrebbe essere necessario attendere la nuova classificazione ministeriale, ma è evidente che è su questi dettagli che si deciderà il buon esito dell’operazione.

Quando è meglio anticipare il bonifico

Il progetto del Governo per prorogare e potenziare i bonus fiscali per la casa richiede – già da oggi – una certa attenzione a chi ha i lavori in corso. La più tranquilla – stando a quanto riporta il Documento programmatico di bilancio (Dpb) 2017 – è la situazione di chi ha in corso lavori di ristrutturazione edilizia (50%) o risparmio energetico (65%): per entrambi i bonus si punta ad approvare il prolungamento di 12 mesi, fino al 31 dicembre, scongiurando così il rischio di decalage dal 50 al 36% e di taglio secco dell’Ecobonus.
Una proroga ancor più lunga riguarderà invece gli interventi di efficienza energetica effettuati su parti comuni condominiali che varrà fino al 31 dicembre 2021. Ma qui il discorso può imporre qualche valutazione in più, perché dal 1° gennaio è atteso scattare anche il potenziamento delle detrazioni.


Infatti per godere dei super-bonus potrebbe essere necessario raggiungere certe prestazioni. 
Secondo il Dpb lo sconto sarà del 70% per gli interventi sull’involucro e del 75% per il miglioramento della prestazione energetica invernale ed estiva (funzione, quest’ultima, che peraltro è gestita a livello condominiale in pochi edifici di recente costruzione).
Nei condomìni in cui sono stati avviati lavori di questo tipo conviene quindi tenere sotto controllo la situazione per capire se è possibile godere di uno sconto maggiore. Al momento, per gli interventi sulle caldaie condominiali – che sono molto più frequenti dei cappotti termici – non si ipotizza alcuna maggiorazione della detrazione


Per il bonus per gli interventi antisismici, il Documento prevede una proroga lunga al 2021 ma riduce lo sconto, svincolato dal raggiungimento di alcune prestazioni, al 50% (oggi è al 65 nelle zone ad alto rischio).
Secondo le ipotesi sul tavolo, un incremento della detrazione potrebbe però riguardare sia gli interventi effettuati su abitazioni singole (70-80%) che parti comuni dei condomini (75-85%), nel caso in cui riducano le classi di rischio.


Chi sta effettuando adeguamenti “minori” in zone sismiche deve quindi valutare se effettuare i bonifici prima della fine dell’anno per godere dello sconto del 65% (poi dovrebbe scendere al 50%). Discorso diverso se gli interventi permettono di incidere sulla classe di rischio (e per le zone a rischio minore). In questo caso la norma definitiva potrebbe regalare un bonus più ricco.


Fonti articolo: 1. IlSole24Ore, 2. IlSole24Ore.com

La crisi porta innovazione anche nell’edilizia: -6 al Saie

A Bologna tutto è pronto per l’apertura del 52° Saie, il Salone dell’edilizia, storico appuntamento dedicato al mondo delle costruzioni in Italia che quest'anno parte dal 19 ottobre. Ma la ripresa del settore costruzioni latita.


L’edizione 2015 del Salone aveva consacrato la certezza del rilancio, dopo nove anni di crisi, di fronte al massiccio dispiegamento di forze pubbliche per invertire il ciclo, tra risorse stanziate per le infrastrutture, nuovo codice degli appalti, cancellazione del patto di stabilità interno, clausola di flessibilità. 

"Abbiamo dovuto dimezzare le nostre stime, che fino a pochi mesi fa prevedevano una crescita del 6% degli investimenti in opere pubbliche, e complessivamente prevediamo che l’anno si chiuderà per il settore costruzioni con un +0,3%, troppo poco per creare le condizioni di effettiva ripresa", afferma Flavio Monosilio, direttore del centro studi Ance.

Una lettura critica del contesto, quella confindustriale – e in attesa di un confronto con lo scenario del settore che Cresme dipingerà il giorno prima dell’inaugurazione della kermesse bolognese – che spiega il perché saranno sempre i temi che avevano tenuto banco nell’edizione 2015 della riqualificazione, del riuso, della sicurezza, dell’efficienza energetica a dominare la quattro giorni bolognese alle porte.
"L’innovazione è la chiave di volta per il rilancio dell’edilizia e Saie è su questo fronte che deve insistere nel suo ruolo di salone specializzato di riferimento per il settore".


È tutta innovazione quella che si muove dietro ai grandi interventi al centro dell’Agenda del Governo ricondotti a sistema nel piano "Casa Italia", dalla prevenzione antisismica alla messa in sicurezza delle scuole, dalla lotta al dissesto idrogeologico al recupero a impatto zero di edifici e città. "Le crisi portano innovazione e l’edilizia, per quanto settore più statico della media, non fa eccezione – precisa Monosilio – anche in virtù del forte processo di selezione delle imprese rimaste sul mercato. Credo che l’estensione degli incentivi fiscali finora concessi solo al residenziale sarà il driver dell’accelerazione nel 2017. Il vero ostacolo al cambiamento, ora che si sono più risorse e meno vincoli, sono le Pubbliche Amministrazioni, per le loro scarse capacità progettuali e realizzative".


Saie, in questa trasformazione, ha il valore aggiunto di essere piattaforma espositiva aggregante di tutta la filiera del settore costruzioni dove le innovazioni arrivano a sintesi. 
Pochi i numeri della fiera diffusi a una settimana dall’inaugurazione del salone, che si svolgerà su dieci padiglioni con 200 eventi in programma e 160 prodotti novità e che nell’edizione 2015 aveva richiamato nel quartiere Michelino 93mila visitatori (15mila stranieri) con 452 eventi in agenda.


"Siamo a un punto di svolta, alla fine di un ciclo e all’inizio di uno nuovo, in cui però sono completamente cambiati i paradigmi», afferma Luca Dondi Dall’Orologio, managing director di Nomisma, di fronte agli effetti di un decennio di crisi che ha dimezzato il settore delle costruzioni in Italia, con 800mila posti di lavoro persi e 100mila imprese uscite dal mercato. "Si impone un ripensamento profondo anche delle manifestazioni fieristiche, che per fare da volàno al comparto devono agire in modo unitario", conclude Dondi, riferendosi alla necessità di aprire un dialogo tra Bologna e Milano (che negli anni dispari organizza Made).


Fonti articolo: IlSole24Ore, vetrina web

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