Giancarlo Quassia

Come detrarre l'affitto di casa dal modello 730

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Anche quest'anno si scaldano i motori per l'inizio della campagna per la dichiarazione dei redditi 2018 relativa all'anno di imposta 2017. Da lunedì 16 aprile sarà disponibile, infatti, il modello precompilato sul sito dell'Agenzia delle Entrate. Sia che si opti per il modulo online che per quello tradizionale, è importante conoscere le spese detraibili e deducibili. Tra le prime ci sono i canoni di affitto corrisposti.

I contribuenti possono indicare le spese da portare in detrazione nel rigo E71-E72 del Modello 730/2017, dove, in primis, sarà necessario inserire i dati della locazione, degli inquilini e la tipologia contrattuale. Per quanto riguarda l'importo delle spese detraibil

  • Inquilini a basso redditto 
  1. Detrazione irpef di 300 euro per redditi non superiori a 15.493, 71 euro
  2. Detrazione irpef di 150 euro per redditi superiori a 15.493, 71 euro, ma inferiori a 30.987,41 euro
  • Lavoratore dipendente che trasferisce la sua residenza per motivi di lavoro
  1. Detrazione di 991,60 per redditi inferiori a 15.493, 71 euro
  2. Detrazione di 495, 80 euro per redditi superiori a 15.493, 71 euro, ma inferiori a 30.987,41 euro

Se nel corso del periodo di spettanza della detrazione il contribuente cessa di essere lavoratore dipendente, la detrazione non spetta a partire dal periodo d’imposta successivo a quello nel quale non sussiste più tale qualifica. Il lavoratore, inoltre, deve essere titolare di un contratto di locazione che può essere di qualunque tipo, di unità immobiliare adibita ad abitazione principale

  • Giovani tra 20 e 30 anni
  1. Detrazione di 961,60 euro per redditi complessivi fino a 14,493, 70 euro

Il requisito dell’età è soddisfatto se ricorre anche per una parte del periodo d’imposta. Così ad esempio se il giovane ha compiuto 30 anni nel corso del 2016, ha diritto a fruire della detrazione, nel rispetto degli altri requisiti, solo per tale periodo d’imposta

  • Inquilini di alloggi sociali (per il periodo d'imposta dal 2014 al 2017)
  1. Detrazione pari a 900 euro per redditi complessivi non superiori a 15.493, 71 euro
  2. Detrazione pari a 450 euro per redditi superiori a 15.493, 71 euro, ma non a 30.987,47 euro
  • Contratti a canone convenzionato
  1. Detrazione di 495,80 euro per redditi non superiori a 15.493,71 euro
  2. Detrazione di 247,90 euro per redditi superiori a 15.493, 71 euro, ma non a 30.987, 41 euro

In nessun caso la detrazione spetta per i contratti di locazione intervenuti tra enti pubblici e contraenti privati.

Fonte: idealista.it https://www.idealista.it/news/finanza/casa/2015/04/14/115291-come-detrarre-laffitto-di-casa-dal-modello-730

Mutui: si arriverà a coprire più dell' 80% dell'immobile

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Grandi novità in vista in materia di mutui casa: gli istituti bancari, stando a quanto reso noto da un articolo pubblicato da Il Sole 24 Ore solamente qualche giorno fa, starebbero mettendo a punto nuove strategie per la concessione di un numero maggiore di finanziamenti alle famiglie del nostro paese.

Scelte che, in questo particolare momento, si rivelano ormai inevitabili: se fino a qualche tempo fa il comparto era ben sostenuto dai prodotti di surroga, oggi la situazione appare ben diversa. Sono molti, infatti, gli italiani che hanno già approfittato di questa conveniente opportunità e, in parallelo, il costo dei prodotti oggi si rivela molto più basso, il che rende più difficile e meno conveniente questo cambio.

Banche: come fare a concedere più mutui?

In questo contesto c’è poi da fare i conti con l’andamento del mercato immobiliare della nostra penisola: i volumi delle compravendite, seppur in ripresa, sono ancora ben lontani da quelli attestati nel periodo precedente la crisi (2006 / 2007) quando le case vendute in un anno erano circa 800 mila, mentre oggi appena la metà.

Una situazione che, senza dubbio, mette in difficoltà gli istituti bancari che devono individuare nuove strategie di business per continuare a erogare. Ecco perché si sta iniziando ad aprire la strada ai mutui che finanziano più dell’80% del capitale, una scelta particolarmente rischiosa se si considera che il tasso di default per questa fascia è quasi il triplo rispetto alle altre, ma che appare una delle poche vie perseguibili.

Ma non l’unica. Prosegue infatti una costante riduzione degli spread applicati ai finanziamenti: non si era mai registrato un livello così basso fino ad oggi, nei casi migliori lo spread applicato arriva allo 0,18%.

Fonte: immobiliare.it https://www.immobiliare.it/news/mutui-si-arrivera-a-coprire-piu-dell80-dellimmobile-35129/

 

Crescono del 5,4% i prestiti per arredare casa

Prestito per ristrutturare casa

Cresce il peso del settore arredamento nel credito al consumo: 1,7 miliardi di euro di finanziamenti erogati nel 2017 secondo Compass (+5,4% sul 2016) per un importo medio finanziato di oltre 2.400 euro. Si tratta di un settore per cui oltre il 40% gli operatori stimano «un aumento delle vendite per il prossimo anno».

Il 55% vorrebbe una casa che permetta di risparmiare sui costi di manutenzione e sui consumi, ma che sia anche polifunzionale (per il 53%), con spazi adattabili alle diverse esigenze quotidiane della famiglia. Per il 28% l’abitazione dovrebbe poi essere ecologica ed ecosostenibile.

Tra i nuovi trend, «per la metà delle famiglie – si legge nella nota diffusa da Compass – il principale elemento di innovazione del settore riguarda la sfera tecnologica con la domotica e la smart home». Funziona anche l’abbinamento di arredamento low-cost a oggetti importanti di design, «sulla scia del “mix & match” avvenuto in questi anni nella moda».
 

Per quanto riguarda i “gusti d’arredo” delle famiglie italiane, il 36% preferisce una casa dallo stile moderno, «con linee esatte e precise, optando per i volumi compatti e i colori puri», una su tre è orientata verso «le geometrie pulite tipiche dello stile scandinavo, con una scelta cromatica chiara e naturale». Una minoranza, invece, sceglie monili più «tradizionali» o fas celte più «ricercate» e «vintage», lo shabby chic o l’etnico».
Il soggiorno – spazio pensato principalmente per ospitare ed accogliere amici e parenti – è il luogo prediletto per quasi la metà degli italiani (49%), seguito dalla cucina (26%), a cui però si richiede una maggiore funzionalità.

Il 65% degli intervistati, comunque, è soddisfatto della propria abitazione.Nonostante questo non mancano alcune valutazioni critiche, come la necessità di un intervento di ristrutturazione (per il 37%) e, in misura minore, sulle dimensioni e sulla luminosità. Solo il 17%, invece, dichiara di aver problemi di vicinato.

L’Osservatorio Compass ha analizzato anche il livello di conoscenza e l’impatto dei bonus fiscali sulle vendite: «tre italiani su quattro sono a conoscenza degli incentivi per il 2018, e tra chi è al corrente oltre la metà dichiara di volerli utilizzare, soprattutto per la ristrutturazione edilizia e l’acquisto di mobili ed elettrodomestici».

Fonte: il sole 24 ore http://www.ilsole24ore.com/art/casa/2018-04-10/crescono-54percento-prestiti-arredare-casa-181353.shtml?uuid=AEiMF8VE

 

Trascrizione contratto preliminare di compravendita, quali sono i vantaggi

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Firmando il contratto preliminare l’acquirente si impegna ad acquistare e il proprietario a vendere. Solo con la firma del rogito notarile chi compra entra in possesso dell’immobile, è in questo momento che avviene il trasferimento della proprietà della casa.

Il primo passo di una compravendita, dunque, è il compromesso, che viene redatto su una scrittura privata. Ma cosa succede se si decide di trascrivere il contratto preliminare nei pubblici registri immobiliari?

La trascrizione del contratto di compravendita – che non è un obbligo, ma una facoltà posta a tutela dell’acquirente – consente all’acquirente di contrapporre il proprio atto di acquisto a eventuali terzi, che possono essere i creditori del venditore oppure altri soggetti a cui il venditore ha ceduto lo stesso immobile. La trascrizione serve anche per cautelare l’immobile acquistato da pignoramenti o ipoteche che eventuali creditori del venditore potrebbero trascrivere prima del rogito e che, se così fosse, sarebbero opponibili all’acquirente. Trascrivendo il preliminare ci si mette al riparo dalla possibilità di perdere il bene appena acquistato a seguito di tutti gli eventi successivi alla trascrizione stessa.

Che differenza c’è tra il preliminare trascritto e quello non trascritto? Il preliminare trascritto vince i pignoramenti anteriori e successivi alla trascrizione della vendita e successivi alla trascrizione del preliminare. Il preliminare non trascritto vince solo i pignoramenti successivi alla trascrizione della vendita.

Per procedere alla trascrizione del preliminare occorre che il compromesso sia stato stipulato con atto notarile o con scrittura privata autenticata. Sarà il notaio stesso a provvedere alla trascrizione del preliminare. In sede di registrazione è necessario pagare l’imposta di registro in misura fissa pari a 200 euro indipendentemente dal prezzo della compravendita.

Se al preliminare viene data attuazione con la stipula del contratto definitivo, gli effetti del contratto definitivo retroagiscono al momento della trascrizione del preliminare. Questo significa che è come se il contratto definitivo fosse stato stipulato alla data in cui è stato firmato il compromesso.

Affinché però si verifichi la retroattività del contratto definitivo alla stipula del preliminare, è necessario che anche il contratto definitivo venga trascritto entro un anno dalla data che le parti hanno fissato nel preliminare per la conclusione del definitivo, in ogni caso entro tre anni dalla trascrizione del preliminare.

Fonte: idealista.it https://www.idealista.it/news/immobiliare/residenziale/2018/04/06/125763-trascrizione-contratto-preliminare-di-compravendita-quali-sono-i-benefici

 

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