Giancarlo Quassia

Bonus prima casa, quando si può usufruire con un acquisto all'asta

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Acquistare un immobile all’asta può essere molto vantaggioso, senza contare il fatto che è possibile usufruire anche del bonus prima casa. Con la sentenza n. 137/02/17 la Commissione Tributaria Provinciale di Sondrio ha stabilito cosa bisogna fare per utilizzare l’agevolazione destinata alla prima abitazione sugli acquisti all’asta.

Grazie al bonus prima casa, se il venditore è un privato o un’impresa che vende in esenzione Iva, si paga l’imposta di registro proporzionale nella misura del 2% (invece del 9%); l’imposta ipotecaria fissa di 50 euro; l’imposta catastale fissa di 50 euro. Se il venditore è un’impresa con vendita soggetta a Iva si paga l’Iva ridotta al 4% (invece del 10%; per gli immobili A/1, A/8 e A/9 l’Iva è al 22%); l’imposta di registro fissa di 200 euro; l’imposta ipotecaria fissa di 200 euro; l’imposta catastale fissa di 200 euro.

Il bonus prima casa vale anche per chi acquista un immobile all’asta in tribunale. Ma affinché si possa usufruire dell’agevolazione è necessario che la richiesta di avvalersi del beneficio sia presentata prima della registrazione del decreto di trasferimento presso la competente Agenzia delle Entrate. Successivamente è impossibile ottenere il bonus.

Il giudice ha ricordato come le vendite all’asta possano beneficiare dell’agevolazione prima casa, qualora il contribuente dichiari di volersi avvalere dell’agevolazione contestualmente all’istanza di partecipazione all’asta. Tale dichiarazione, poi, può essere inserita anche in un momento successivo, con un atto integrativo, finanche dopo l’emissione del decreto di trasferimento, ma con l’insuperabile scadenza del momento di registrazione di tale decreto presso l’Agenzia delle Entrate. Punto sul quale in passato la Cassazione ha dato identica interpretazione. Nel caso in cui, dunque, la richiesta di avvalersi del bonus venga presentata dopo la registrazione del decreto di trasferimento, non c’è più possibilità di ottenere il beneficio fiscale.

Fonte: idealista.it https://www.iconacasa.com/administrator/index.php?option=com_k2&view=item

 

Istat, il valore delle case è salito del 76% dal 2001 a oggi

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Chi avesse comprato casa nel 2001 si troverebbe con un bilancio ampiamente positivo sul proprio investimento. E' una crescita dei valori pari al 76% (nominale), infatti, quella che ha interessato le case in Italia dal 2001 a oggi.
La fotografia dell'Istat appena pubblicata, nell'ambito dell'analisi della ricchezza non finanziaria delle famiglie, mette a fuoco il trend del settore abitativo nel nostro Paese. E mette l'accento sul boom dovuto al periodo precedente alla crisi immobiliare.

Negativo è stato invece l'andamento dal 2011 al 2016, periodo nel quale le abitazioni hanno visto ridursi il proprio valore dell'8 per cento. Una perdita a carico delle famiglie, che detengono il 92% del patrimonio abitativo.
Nel 2016 il valore dello stock di attività non finanziarie possedute dall'insieme dei settori istituzionali in Italia (famiglie, società e amministrazione pubblica) è pari a 9.561 miliardi di euro. “Oltre l'84% dello stock di attività non finanziarie è costituto da immobili – spiega l'Istat -; quelli residenziali pesano per il 60% e quelli non residenziali per più del 24%. Gli altri beni di capitale fisso, materiale e immateriale rappresentano più del 9%. Le scorte pesano circa il 4%, i terreni agricoli meno del 3% del totale”.

Tornando al tema dei prezzi delle case, nel 2016 la tendenza negativa è̀ rallentata (-1,3%), ma il segno per le abitazioni esistenti è sempre il meno. Anche nel terzo trimestre 2017 l'indice dei prezzi delle abitazioni rilevato da Istat diminuisce dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e dello 0,8% nei confronti dello stesso periodo del 2016.

Diverso il trend delle transazioni che sono salite per alcuni trimestri anche a doppia cifra nelle otto maggiori città. Anche qui però si riscontra un rallentamento. “Nel terzo trimestre 2017, il tasso tendenziale degli scambi di unità a destinazione residenziale resta positivo, +1,5%, ma risulta significativamente ridimensionato rispetto al risultato dei trimestri precedenti (era +3,8% nel secondo quarter 2017, era +8,6% nel primo trimestre 2017)” recita la nota dell'Osservatorio dell'agenzia delle Entrate. 
Riuscirà il 2018 a riportare il sereno sui prezzi delle case, come avvenuto per le compravendite?

Fonte: il sole 24 ore http://www.ilsole24ore.com/art/casa/2018-02-01/istat-valore-case-sale-76percento-2001-oggi-124217.shtml?uuid=AEYBGksD

 

2018: tutto sui bonus ristrutturazione e mobili

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La legge di bilancio 2018 prevede anche per quest’anno una serie di detrazioni legate all’ammodernamento degli immobili. Facciamo un po’ di chiarezza grazie alla guida dell’agenzia delle entrate che spiega le modalità e i requisiti per ottenerle.

Bonus ristrutturazione o ecobonus?

Una delle novità del 2018 è che l’ecobonus per la sostituzione di caldaie, finestre e schermature solari è stato ridotto dal 65% al 50%, diventando di fatto pari al bonus ristrutturazione. Ma allora quale dei due scegliere? Prima di tutto chiariamo che l’ecobonus è una detrazione Irpef e Ires e pertanto rappresenta l’unica agevolazione a cui possono accedere le imprese. Inoltre, riguarda gli edifici esistenti di tutte le categorie catastali. Il bonus ristrutturazione, invece, consiste in una detrazione Irpef, interessa solo i privati e coinvolge unicamente gli immobili residenziali.  

Di conseguenza, la possibilità di scegliere fra l’uno e l’altro si ha in questi casi:

  • Privato cittadino
  • Si vuole ristrutturare un immobile residenziale
  • Si vogliono sostituire i serramenti, le caldaie a biomassa o le caldaie a condensazione in classe A

L’ecobonus è invece l’unica soluzione nel caso di:

  • Imprese
  • Privati cittadini che devono ristrutturare edifici non residenziali
  • Acquisto e posa in opera di schermature solari

Altre differenze

Il bonus ristrutturazione non vale in caso di lavori di manutenzione ordinaria e ha un limite di spesa complessivo di 96 mila euro, mentre l’ecobonus ha solo tetti massimi dedicati per ogni intervento(per esempio 30.000 euro per la sostituzione di impianti di climatizzazione). Inoltre, dal 2018 chi si avvale dell’ecobonus potrà optare per la cessione del credito di imposta ai fornitori che hanno effettuato gli interventi o ad altri soggetti privati, tranne che alle banche.

Bonus mobili 2018

È stata prorogata al 31 dicembre 2018 la detrazione Irpef del 50% per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (A per i forni), destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione, purché gli interventi di ristrutturazione siano iniziati non prima dell’1 gennaio 2017 (o dell’1/1/2016 in caso di acquisti realizzati nel 2017). Come per il 2017, anche nel 2018 la detrazione deve essere calcolata su un importo complessivo non superiore a 10.000 euro e spetta anche quando i beni acquistati sono destinati ad arredare un ambiente diverso dello stesso immobile oggetto di intervento edilizio. Questi, infine, i documenti da conservare per effettuare la richiesta:

  • - ricevuta del bonifico
  • - ricevuta di avvenuta transazione (per i pagamenti con carta di credito o di debito)
  • - documentazione di addebito sul conto corrente
  • - fatture con indicate la natura, la qualità e la quantità dei beni e dei servizi acquisiti.

Fonte: Immobiliare.it https://www.immobiliare.it/news/2018-tutto-su-bonus-ristrutturazione-mobili-34691/ 

Recupero beni inutilizzati, arriva un bando per 6 Regioni del Sud

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Quattro milioni di euro per recuperare e riqualificare immobili inutilizzati e restituirli alle comunità locali. È la cifra che mette a disposizione la Fondazione “Con il Sud”, un ente non profit attivo dal 2006. Lo fa con il bando “Il bene torna comune”, riservato a sei regioni del Sud (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia).

Le due fasi del bando

Nella prima fase gli amministratori e i proprietari di beni inutilizzati avranno tempo fino al prossimo 30 marzo per inviare la loro manifestazione di interesse al bando, impegnandosi a concedere l’utilizzo del loro immobile per almeno 10 anni a un ente del terzo settore. Gli immobili, o loro porzioni, devono essere idonei a ospitare attività socio-culturali. Dopo questa prima fase la Fondazione valuterà gli immobili secondo criteri ben precisi: rilevanza storica, artistica e culturale dell’immobile, condizioni generali e potenzialità di utilizzo, posizione e contesto in cui il bene è inserito, accessibilità ed entità dell’eventuale canone richiesto.

Nella seconda fase entreranno invece in gioco gli enti del terzo settore, ovvero enti non profit che potranno consultare le schede degli immobili selezionati su un apposito sito web e presentare un progetto di valorizzazione. Ogni progetto dovrà essere presentato da partnership composte da almeno tre soggetti, di cui due dovranno essere organizzazioni del terzo settore. Il termine ultimo per la presentazione dei progetti sarà il 27 luglio alle 13. L’obiettivo finale del bando è la restituzione degli immobili, prima inutilizzati, alla collettività.

Fonte: Immobiliare.it https://www.immobiliare.it/news/recupero-beni-inutilizzati-bando-per-sei-regioni-del-sud-34605/

 

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