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News dal franchising (890)

Cohusing in espansione: gli esempi in Italia e all'estero

Vivere in un appartamento di dimensioni ridotte e condividere gli spazi comuni come zone lavanderia, ampie cucine, sale hobby, giardini e biblioteche.  


È il cohousing, un modello di insediamento abitativo nato negli anni Sessanta nel Nord Europa e poi diffuso in molti Paesi, ultimamente anche in Italia, perché va incontro alle esigenze di economicità e sostenibilità.

 

Il cohousing “porta fuori” dalle abitazioni una serie di ambienti, e di conseguenza di attività, che gli abitanti-cohousers condividono. Basti pensare alla zona lavanderia, agli scaffali con i libri, agli spazi ricavati per dedicarsi ai propri passatempi, che tradizionalmente sono all’interno delle abitazioni italiane. Spostandoli all’esterno e condividendoli si possono realizzare abitazioni più piccole, con un considerevole risparmio in termini di energia e costi di gestione.
Ecco di seguito alcuni esempi.


Urban Village Bovisa - Milano

Il complesso è stato realizzato tra il 2007 e il 2009. È composto da 32 unità abitative disposte a corte intorno ad un giardino comune.Tra i servizi comuni ci sono l’orto, la lavanderia-stireria, la piscina-solarium, l’asilo e il car-sharing.


COhlonia - Pisa

Il progetto ha riqualificato un edificio degli anni Trenta situato sul mare, a sud di Pisa. Dai lavori, terminati nel 2010, sono state ricavate case vacanza e case abitate stabilmente. Può ospitare 60 famiglie ed è dotato di un parco vista mare.


Via del Porto 15 - Bologna

È una delle prime iniziative di cohousing ad iniziativa interamente pubblica. Consiste nel recupero di 18 alloggi, con circa 45 posti letto, all’interno di uno stabile di proprietà dell’ASP – Città di Bologna situato in pieno centro storico. A settembre 2015 sono iniziati i lavori di ristrutturazione ed è stata redatta una Carta dei Valori per la gestione degli spazi comuni. Gli immobili saranno affittati a canone concordato a giovani sotto i 35 anni in base alle fasce di reddito Isee.


Smart Up - Bolzano

È ancora nella fase progettuale e prevede il recupero dell’ex sede Telefoni di Stato, un edificio di proprietà della Provincia, ma abbandonato da circa trent’anni, per realizzare un progetto di cohousing e coworking. Prevista la realizzazione di una ventina di moduli abitativi per i giovani con cucina, sala da pranzo, lavanderia e caffetteria in comune. Al piano terra saranno ricavati i locali e laboratori per progetti di coworking. Per gli alloggi sono previsti affitti a canone calmierato.


Numero Zero - Torino

A Torino cinque famiglie hanno dato vita all'associazione "Coabitare" e acquistato un palazzo dando vita ad un condominio solidale. L'associazione ha attuato un programma per il risparmio energetico ed economico attraverso la condivisione di servizi come car sharing, cucina, sala per le feste,  micronido,  doposcuola,  palestra, officina fai-da-te,  biblioteca, foresteria, dispensa.


COventidue - Milano

Il primo progetto di cohousing gas-free e park-free nel centro di una grande città italiana, che prevede appartamenti di diverso taglio, spazi di co-working e soluzioni all’avanguardia per ospitare a turno gli amici, una sala polifunzionale per fare i compiti o giochi per i bambini, una lavanderia/asciugheria, una foresteria,  un deposito bike, un’area pet e tutto quello che i cohouser desiderano. I lavori di ristrutturazione nel palazzo in stile Liberty che ospiterà “COventidue” inizieranno alla fine dell’estate.


Sofielunds kollektivhus - Malmo (Svezia)

Questo complesso è stato progettato dallo studio Kanzoi e ultimato nel 2014. Ospita un centinaio di cittadini che hanno costituito una società sul modello delle nostre cooperative. I due edifici che compongono il complesso sono sostenibili dal punto divista energetico e ambientale, ma anche sociale perchè tutto è basato sulla cooperazione.


Vauban, Friburgo - (Germania)

Di dimensioni decisamente maggiori è l’esperimento Vauban. Si tratta di un intero quartiere dove vivono 5mila persone. Le attività di condivisione sono gestite dal Forum, un’associazione senza scopo di lucro, che organizza gruppi di lavoro, campagne d'informazione e altre manifestazioni relative allo sviluppo del quartiere.


Berkeley Cohousing - California (USA)

Andando oltreoceano, la California merita un’attenzione particolare. Qui il10% delle nuove costruzioni viene realizzato in cohousing per rispondere a nuove esigenze di economicità e sostenibilità. Si tratta per lo più di aggregati di modeste dimensioni.
Un esempio è la Berkeley Cohousing, una piccola comunità che ospita circa trenta cohousers in cottage o appartamenti doppi. La realizzazione è stata completata nel 1997. Tutte le abitazioni utilizzano l'energia solare e materiali riciclati oltre a condividere gli spazi comuni. 


Fonti articolo: Edilportale.com

7 app per la casa da provare in vacanza


Le vacanze estive sono il momento ideale per sistemare le piccole grandi cose della casa. C’è sempre qualcosa da fare: qualche mobile da montare o apparecchio da riparare.


A tal proposito ci sono app che possono aiutarvi ad immaginare come sarebbe la vostra casa cambiando, aggiungendo, eliminando qualcosa. Andiamo a scoprirle.



ColorSnap (iOS e Android)

Questa applicazione consente di identificare i colori presenti nelle foto per trovare l’esatta sfumatura che si sta cercando. Permette, inoltre, di fare un test sulla parete interessata senza spargere una sola goccia di vernice.


iHandy Carpenter (iOS e Android)

Integra fino a cinque utili applicazioni professionali. Si tratta, in pratica, della strumentazione adeguata per controllare la verticalità della parete e l’inclinazione delle superfici e per misurare sia angoli che superfici.


My Measures (iOS e Android)

Si tratta di un’applicazione che consente di aggiungere sopra la foto di un oggetto o di una parte dell’ambiente le varie modifiche e i vari commenti relativi ai cambiamenti che si desidera apportare.


MagicPlan (iOS e Android)

Questa applicazione consente di ottenere la piantina della casa. E’ sufficiente scattare una foto e in meno di un minuto si ha la piantina, che può essere scaricata nei formati più diffusi (DXF, PDF e JPEG e anche HTML).


iScape (iOS e Android)

Un’applicazione per progettare il meraviglioso giardino sempre sognato. Funziona in modo molto semplice: si scatta una foto con il cellulare o il tablet e si aggiungono le piante che piacciono così da avere un’idea del possibile risultato.


Snapguide (iOS)

E’ l’applicazione perfetta per chi ama i lavori fai da te. Con questa app è possibile trovare le risposte a tutte le domande che hanno a che fare con i piccoli lavori domestici.


Adornably (iOS)

Questa è l’applicazione perfetta per capire in che modo poter arredare un ambiente. L’app permette di posizionare all’interno della fotografia scattata di una determinata stanza i mobili desiderati e verificare il risultato finale. Lo strumento ideale per evitare di fare l’acquisto sbagliato.


Il nostro suggerimento è di divertirvi provando ad immaginare la vostra casa; per i lavori, per vendere e comprare casa affidatevi sempre ad esperti e non al fai-da-te. Una app non può sostituire un professionista ;)


Fonte articolo: Idealista.it

Leasing: 6 rate mancate e la casa torna alla banca

Dopo la possibilità per le banche di rientrare in possesso dell'immobile nel caso di mancato pagamento di 18 rate del mutuo, un'ipotesi simile si profila anche nel caso del leasing immobiliare. 


Nel disegno di legge sulla Concorrenza, attualmente in commissione Industria del Senato, è stato inserito un nuovo emendamento che prevede, in caso di mancato pagamento di sei rate leasing, la restituzione dell'immobile alla banca o ad altro intermediario finanziaro, che potranno venderlo o riallocarlo.

 

"Costituisce grave inadempimento dell'utilizzatore - si legge nell'emendamento dei relatori al Ddl concorrenza - il mancato pagamento di almeno sei canoni mensili o due canoni trimestrali anche non consecutivi o un importo equivalente per i leasing immobiliari, ovvero quattro canoni mensili anche non consecutivi o un importo equivalente per gli altri contratti di locazione finanziaria".


"In caso di risoluzione del contratto per l'inadempimento dell'utilizzatore, il concedente procede alla vendita o ricollocazione del bene sulla base dei valori risultanti da pubbliche rilevazioni di mercato elaborate da soggetti specializzati" e "quando non è possibile far riferimento ai predetti valori, procede alla vendita sulla base di una stima effettuata da un perito scelto dalle parti di comune accordo nei venti giorni successivi alla risoluzione del contratto o, in caso di mancato accordo nel predetto termine, da un perito indipendente scelto dal concedente in una rosa di almeno tre operatori esperti, previamente comunicati all'utilizzatore, che può esprimere la sua preferenza vincolante ai fini della nomina entro dieci giorni dal ricevimento della predetta comunicazione".


Il perito, precisa il testo dell'emendamento, deve essere "indipendente quando non è legato al concedente da rapporti di natura personale o di lavoro tali da compromettere l'indipendenza di giudizio. Nella procedura di vendita o ricollocazione il concedente si attiene a criteri di celerità, trasparenza e pubblicità adottando modalità tali da consentire l'individuazione del migliore offerente possibile con obbligo di informazione dell'utilizzatore".


Fonte articolo: Idealista.it

Cresce il numero dei ruderi in Italia: colpa dell'Imu?

Il quadro che emerge è quello di uno stock immobiliare italiano in aumento: nel 2015 cresce dello 0,6% il numero di immobili censiti, 371mila in più del 2014. Quasi l’88% è di proprietà delle persone fisiche e il 12% delle persone non fisiche.


Crescono, in particolare, il numero di abitazioni (80 mila unità in più rispetto al 2014), il numero di unità immobiliari appartenenti alla categoria catastale F (2,4%), che rappresentano unità non idonee a produrre reddito, quelle a destinazione speciale (1,6%) e ad uso collettivo (1%).

Il numero di immobili o loro porzioni censito negli archivi catastali italiani al 31 dicembre 2015 è pari a 73,9 milioni, lo 0,6% in più rispetto al 2014. Di questi, circa 64,2 milioni sono classificate nelle categorie catastali ordinarie (gruppi A, B e C) e speciali (gruppo D), con attribuzione di rendita, oltre 3 milioni sono censite nelle categorie catastali del gruppo F, che rappresentano unità non idonee a produrre reddito, e oltre 6 milioni sono beni comuni non censibili (unità di proprietà comune e che non producono reddito).


LE UNITÀ IMMOBILIARI ABITATIVE

Nel 2015 il numero delle abitazioni aumenta di 80mila unità rispetto all’anno precedente, raggiungendo quota 34,8 milioni. In dettaglio, vi è stato un incremento delle abitazioni civili (0,7%), di tipo economico (0,4%) e di ville e villini (0,9%). Sono diminuite, invece, di circa l’1% le abitazioni signorili e le abitazioni popolari e di circa il 4% le abitazioni di tipo ultrapopolare e rurale. Quasi il 92% del totale delle abitazioni è di proprietà delle persone fisiche e la superficie media risulta pari a 117 metri quadri.


I DATI DELLA RENDITA CATASTALE

La rendita catastale complessiva attribuita allo stock immobiliare italiano nel 2015 ammonta a 37,5 miliardi di euro, lo 0,1% in più rispetto al 2014. Circa il 60% è relativa a immobili di proprietà delle persone fisiche (22,6 miliardi di euro) e il restante 40% (14,9 miliardi di euro) detenuto dalle persone non fisiche. In particolare, la rendita complessiva delle abitazioni è di 16,8 miliardi di euro: la media della rendita catastale di un’abitazione è circa 480 euro, con punte di oltre 4 mila euro per le case di maggior pregio.


colpa dell'imu? LE CRITICHE DI CONFEDILIZIA

"Sono in continuo aumento le cosiddette "unità collabenti", vale a dire gli immobili ridotti in ruderi a causa del loro accentuato livello di degrado". Lo segnala Confedilizia, che ha elaborato i dati forniti dall'Agenzia delle entrate sullo stato del patrimonio immobiliare italiano. 
Nel 2015, il numero di questi immobili - inquadrati nella categoria catastale F2 - è cresciuto del 3,9% rispetto al 2014, ma il dato più significativo è quello che mette a confronto il periodo pre e post IMU: rispetto al 2011, gli immobili ridotti alla condizione di ruderi sono aumentati del 65%, essendo passati da 278.121 a 458.644 (+180.523).


"Questi numeri parlano chiaro - ha dichiarato il Presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa - e confermano quanto noi vediamo ogni giorno. Una parte di questi immobili vengono ridotti allo stato di ruderi per decisione dei singoli proprietari, che - non essendo più in grado di far fronte alle spese per il loro mantenimento e alla abnorme tassazione patrimoniale introdotta dal 2012 - li privano delle caratteristiche che li rendono tali. Per la restante parte, si tratta di immobili che a queste condizioni di fatiscenza giungono da soli per la mancanza di risorse economiche da parte dei proprietari. Occorre ridurre la tassazione sugli immobili. Diversamente, la situazione continuerà a peggiorare".


Fonti articolo: Casaeclima.com, Italpress.com

Fiaip: le banche all'attacco dell'immobiliare




Il Presidente Nazionale Fiaip Paolo Righi 
intervenendo su LA7 a “L’Aria d’Estate” ha commentato i dati Istat che fotografano una crescita delle transazioni immobiliari nel primo trimestre 2016.


"Tassi bassi e alta volatilità oltre ai recenti scandali bancari e all’introduzione del bail in, portano gli italiani a scappare dai mercati finanziari e a ritornare al mattone. Se non riparte il mercato immobiliare sono guai per tutta l’economia - sottolinea il Presidente Fiaip Paolo Righi - e ora bisogna accelerare il passo  riducendo la pressione fiscale sull’immobiliare". 

BANCHE E MERCATO IMMOBILIARE

Righi ha sostenuto come “gli investimenti sugli immobili da parte dei privati siano in chiara ripresa rispetto al passato, ma l’errata politica introdotta dai governi Monti  e Letta, ha portato a una perdita del valore complessivo degli immobili di circa 2000 miliardi, questo ha causato svariati problemi sia alle banche sia ai proprietari. Finché il settore non verrà liberato dalla zavorra fiscale introdotta dal Governo Monti, attraverso la triplicazione dell’imposizione patrimoniale, difficilmente si potrà rimettere in moto il mercato. L’eliminazione della tassazione sulla prima casa è stata senz’altro un primo passo, ma ora  è necessario intervenire in maniera più incisiva su tutto il comparto”.


"Il sistema bancario ha sempre ravvisato negli immobili la garanzia patrimoniale più certa, non suscettibile di perdita di valore per inflazione. Oggi – sottolinea Paolo Righi -  le stesse banche, piene di liquidità, stanno cercando di collocare i loro investimenti negli immobili, che possono dare garanzie di redditività a medio-lungo termine, e le giovani coppie stanno ritornando al contempo ad approcciarsi nuovamente  agli acquisti, dopo 8 anni di crisi, visti gli spread così bassi, i mutui assai convenienti e i prezzi degli immobili ancora in calo. 


E’ evidente che in questa fase conviene comperare, non solo la prima abitazione, ma anche le seconde case, da destinare all’ affitto, beneficiando così di un regime fiscale agevolato. Consigliamo a tutti l’investimento immobiliare - sottolinea il Presidente Fiaip Righi -  in quanto con il bail in (a nostro parere incostituzionale), c’è incertezza  diffusa tra i risparmiatori, che potrebbero essere chiamati a coprire un domani anche le falle di alcune banche  già oggi in difficoltà. Bisogna però verificare attentamente dove si investe, nel caso di seconde  case, in quanto la tassazione immobiliare locale varia notevolmente da città a città".


DDL CONCORRENZA

Nel corso della trasmissione si è anche parlato del DDl Concorrenza, dell’ingresso di alcune banche nell’immobiliare oltre che del problema dei crediti deteriorati del sistema bancario.
"Questo Governo continua a fare nuovi  favori ad alcune banche. Noi agenti immobiliari - ribadisce Righi - contestiamo gli istituti di credito che oggi vendono di tutto da frigoriferi, a telefonini e spremi-agrumi, a immobili, cercando di disintermediare il mercato.  Ci sono banche che mettono tutto il loro impegno per aiutare le imprese e le famiglie, altre che cercano invece di mandare a casa i piccoli professionisti e le imprese commerciali".


E nel dibattito televisivo Fiaip ha mosso dure critiche all’esponente del Pd Alessia Rotta: “ Il DDL Concorrenza – sostiene Righi – è l’ennesimo favore del Governo alle banche. State consegnando il mercato immobiliare ad alcuni istituti credito, senza rendervi conto che rischiate di affossare così il settore immobiliare”.
Proprio nel 2009 negli Usa l’amministrazione Obama, dopo il tracollo finanziario del settembre 2008, ha vietato agli istituti di credito di essere proprietari di agenzie immobiliari, al fine di evitare il ripetersi di quanto accaduto a causa della finanziarizzazione del mercato immobiliare.


Fonti articolo: Monitorimmobiliare.it

+18% compravendite in un anno; boom mutui

L’immobiliare si conferma in forte ripresa alla fine del primo trimestre 2016. Lo conferma l’Istat nel rapporto sulle compravendite e mutui di fonte notarile. 


Nel primo trimestre 2016 le convenzioni notarili per trasferimenti immobiliari a titolo oneroso sono state quasi 160 mila con un aumento del 17,9% rispetto a quelle registrate nello stesso trimestre del 2015; prosegue dunque per il quarto trimestre consecutivo un aumento delle compravendite.

La ripresa del mercato immobiliare riguarda sia il comparto dell’abitativo ed accessori (150 mila trasferimenti di proprietà, +18,6%), sia i trasferimenti di unità immobiliari ad uso economico (oltre 9 mila, +8%).
A livello territoriale l’aumento delle compravendite coinvolge tutte le aree del Paese, è più accentuato nel Nord-ovest (+20,7%) e sotto la media nazionale nelle Isole (+16,5%), al Sud (+16,3% e al Centro (+15,8%). Aumento più marcato poi nelle città metropolitane (+19,1%) rispetto ai piccoli centri (+16,9%).


Parallelamente prosegue anche il boom dei mutui e simili, stipulati con banche o soggetti diversi dalle banche. Le convenzioni rogate sono state oltre 88 mila, il 29,2% in più rispetto allo stesso trimestre del 2015.
La ripresa di mutui, finanziamenti ed altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare stipulati con banche o soggetti diversi dalle banche  è più accentuata nelle Isole (+41,7%) che al Nord-ovest (+31,9%), al Sud (+30,7%) e al Centro (+28,3%).Anche in questo caso un aumento maggiore si regstra nelle città metropolitane (+33,5%) rispetto ai piccoli centri (+26,0% contro +29,2% della media complessiva).  


Fonte articolo: Quifinanza.it

Leasing batte mutuo per gli under 35

La Legge di Stabilità 2016 ha introdotto il "leasing abitativo", formula di acquisto per la prima casa. I costi e la durata sono simili a quelli del mutuo, con una rata mensile più piccola, compensata però dalla maxi rata finale.


Requisiti per ottenere i vantaggi fiscali previsti? Essere under 35, con un reddito al di sotto dei 55 mila euro. Grazie a questa riforma, circa 200 mila under 35 fruirebbero al 100% delle agevolazioni fiscali.


L’istruttoria sulla solvibilità del cliente è la medesima del mutuo, si valutano sia reddito che sostenibilità della rata. Il leasing costa circa lo 0,2%-0,3% in più rispetto al mutuo, ma è un costo ampiamente ripagato dal vantaggio fiscale e permette di avere una rata mensile più bassa, dal momento che circa il 15-20% del finanziamento non viene spezzettata in canoni mensili, ma si paga con l’opzione finale di riscatto.


Ad esempio, se il richiedente ha 33 anni, un reddito annuo di 40 mila euro e vuole acquistare una prima casa del valore di 180 mila euro, pagherà una rata mensile di 566 euro e una maxi rata finale pari a 27 mila euro. Quest’ultimo vincolo potrebbe spaventare ma è stato ipotizzato dal legislatore che, con il passare degli anni, la carriera del cliente evolva e che abbia più risorse disponibili; ad ogni modo la rata finale può essere finanziata come se fosse un prestito.



La formula del leasing abitativo è consentita solo per l’acquisto di immobili finiti e non è consentito l’acquisto diretto dal costruttore (a meno che l’immobile non possegga già i requisiti di abitabilità). Le imposte sull’abitazione acquistata sono tutte a carico dell’utilizzatore, comprese le spese condominiali e quelle di manutenzione ordinaria e straordinaria. Non sono previste formule di portabilità e di estinzione anticipata, operazioni che in caso di mutuo si possono fare gratuitamente. 
Fino al termine del contratto di leasing, sarà la società l’unica proprietaria dell’immobile, al contrario del mutuo che, rogito alla mano, conferisce la diretta proprietà all’acquirente. Il leasing abitativo potrebbe esser paragonato all’affitto con riscatto (rent to buy), forse con maggiori tutele tese a soddisfare l’esigenza di acquisto della prima casa da parte dei giovani lavoratori.


Fonte articolo: Ilsole24ore.com

 

 

Il ciclo immobiliare spiegato con un modello dall'Ance

L'attuale fase del ciclo immobiliare, caratterizzata da una ripresa delle compravendite e allo stesso tempo da una riduzione dei prezzi delle abitazioni, può essere rappresentata dal "modello dell'esagono".


Si tratta di uno dei più conosciuti modelli in ambito immobiliare, detto anche "a nido d'ape" che mette in relazione valori delle case con transazioni.

 

Il modello suddivide il ciclo immobiliare in sei fasi, l'una successiva all'altra, incrociando le variazioni dei prezzi delle abitazioni e le transazioni.
Seguendo questo modello, l'Ance nel suo Osservatorio congiunturale, ha suddiviso l'andamento del mercato immobiliare dal 1997 ad oggi in sei fasi del ciclo a nido d'ape:


- 1997- 2006 una fase caratterizzata da un'evidente espansione del mercato sia in termini di abitazioni compravendute che nei prezzi. E' la fase di un mercato in crescita, nel quale la domanda è molto sostenuta ed incontra le aspettative dell'offerta.


- Dal 2007 una breve seconda fase con l'inizio della contrazione delle compravendite abitative accompagnate da prezzi che, seppure in rialzo, rallentano la crescita. Il contesto economico cambia: è la fase in cui le difficoltà di accesso al credito e prezzi elevati (soprattutto nelle grandi città) inducono una contrazione della domanda che non riesce a soddisfare le richieste dell'offerta (venditori).


- Dal 2008 proseguimento del calo sostanziale delle transazioni associato a una lieve ma continua diminuzione dei prezzi delle abitazioni. La crisi comincia ad avere i suoi effetti sulla disponibilità economica delle famiglie e domanda ed offerta preferiscono attendere una migliore comprensione del futuro economico per effettuare nuove scelte.


- Dal 2014 fase sei del ciclo del nido d'ape, nella quale, anche per effetto della riduzione dei prezzi, le compravendite di abitazioni hanno ricominciato a crescere. L'evoluzione allo step successivo fase 1 prefigura un mercato caratterizzato sempre da una dinamica crescente delle compravendite in un regime, a differenza della fase precedente, di prezzi che tendono a stabilizzarsi.


Fonte articolo: Idealista.it

Nuovo Conto Termico: quando conviene di più dell'Ecobonus?


A parità di intervento, il Nuovo Conto Termico, rispetto alla scorsa versione dell’incentivo, è più generoso. Non è sempre vero, ma può essere considerata una linea generale introdotta dal Nuovo Conto Termico.


Chi sostituisce vecchi impianti di climatizzazione o di produzione di acqua calda sanitaria con altri di nuova generazione, alimentati a fonte rinnovabile può ottenere una quota percentuale che oggi è, in media, più alta rispetto al passato. La novità, per una serie di opere, fa crescere l’appeal del conto termico rispetto all’ecobonus del 65%.

 

Introdotto dal Dm 28 dicembre 2012, attivo dal 2013, il Conto Termico è stato modificato all’inizio del 2016, con l’approvazione del Dm 16 febbraio, entrato in vigore il 31 maggio 2016 e detto a quel punto Nuovo Conto Termico.
Il meccanismo di sostegno economico conta su una dotazione annua di 900 milioni di euro (dei quali 200 riservati alla Pubblica Amministrazione) ma all’inizio è stato poco utilizzato per una serie di difficoltà, che nella nuova versione sono stati attenuati. Tra i correttivi del nuovo meccanismo c’è l’ampliamento degli interventi agevolati.


NUOVO CONTO TERMICO: I 3 CAMBIAMENTI PRINCIPALI

1. Elevato il limite per l’erogazione dell’incentivo in un’unica rata: la soglia è passata a 5mila euro.

2. I tempi di pagamento si sono accorciati: il primo saldo arriva in 2 mesi e non in 6.

3. Snellita la procedura di accesso diretto, con il catalogo degli apparecchi domestici: per quelli fino a 35 kW o 50 mq di superficie, quando fa la richiesta il cittadino non deve più raccogliere la documentazione sull’impianto ma deve solo selezionare la voce corrispondente sulla piattaforma del Gse (Portaltermico). La procedura deve essere espletata entro 60 giorni dalla conclusione dei lavori.


NUOVO CONTO TERMICO PER I PRIVATI   

Il Conto Termico copre la sostituzione dei sistemi di climatizzazione con altri alimentati da fonte rinnovabile:
- l’installazione di pannelli (collettori) solari termici;
- la sostituzione di boiler elettrici con impianti a pompa di calore;
- adesso, anche la sostituzione di impianti di climatizzazione con nuovi sistemi ibridi. Il sistema deve essere stato progettato fin dall’inizio come integrato e deve essere l’assemblaggio di un nuovo apparecchio a una caldaia a condensazione già esistente.


PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Oltre a
- incentivi per l’isolamento dell’involucro (copertura, pareti perimetrali o pavimenti);
- sostituzione di infissi;
- cambio di vecchi impianti con caldaie a condensazione;
- installazione di schermature solari;

Adesso rientrano nel Nuovo Conto Termico:
- anche la trasformazione degli edifici esistenti in “Nzeb” (immobili a energia quasi zero);
- la sostituzione di sistemi di illuminazione di interni e delle pertinenze degli edifici;
- installazione di impianti di building automation (domotica).


Possono ora accedere al sostegno del Nuovo Conto Termico anche edifici di maggiori dimensioni: immobili commerciali e terziari, scuole o ospedali: da 1 a 2MW per i sistemi a pompa di calore e da 1.000 a 2.500 metri quadrati per gli impianti solari termici. Sono oggi comprese anche le società in house e le cooperative di abitanti.


ECOBONUS vs NUOVO CONTO TERMICO

Il Nuovo Conto Termico consente un ritorno più rapido dell’incentivo, perché il rimborso viene erogato (su conto corrente) in 2 o 5 annualità (con prima rata a due mesi dall’approvazione della domanda di contributo) oppure in un’unica soluzione se la cifra spettante non supera i 5 mila euro. C’è da tener conto, però, di alcuni fattori:

1. Prima di tutto, con l’Ecobonus si può prevedere (prima dell’esecuzione dei lavori) l’esatto importo del contributo a cui si avrà diritto. Nel caso del Conto Termico, la domanda viene convalidata solo a lavori conclusi e bisogna rivolgersi a un tecnico che applichi algoritmi e, in alcuni casi, i coefficienti premianti per l’intervento.

2. Il Conto Termico premia di più chi più investe sull’efficienza e sulla qualità della tecnologia. Per gli apparecchi che producono energia da fonte rinnovabile, gli algoritmi considerano potenza dell’impianto, efficienza, ore di funzionamento stimate  e zone climatiche in cui viene installato. Per i generatori a biomasse, l’incentivo definito dall’algoritmo può essere aumentato fino al 50% in funzione dei coefficienti “premianti”.


PERCHÈ IL NUOVO CONTO TERMICO CONVIENE DI PIÙ

A parità di investimento, la versione del Nuovo Conto Termico è più vantaggiosa rispetto alla precedente.
Per chi cambia una caldaia con un sistema a biomasse, i coefficienti (Ce) riferiti alle emissioni di particolato e anidride carbonica sono stati modificati riguardo ai parametri di riferimento e riguardo alle soglie che danno diritto a un “premio” sull’incentivo.
I coefficienti di valorizzazione per le pompe di calore sono stati incrementati di quasi il 140%. Con il vecchio meccanismo, l’incentivo sarebbe stato del 20,7%.


Il quotidiano "Edilizia e Territorio" ha pubblicato una chiarissima tabella che mette a confronto lavori e rimborsi: in base al tipo di intervento e alla zona climatica quale contributo viene erogato dal conto termico? Scarica la tabella lavori / rimborsi conto termico.


Un impianto in una zona climatica più fredda, dove si prevede un maggior impiego, riceve un premio maggiore. E per le pompe di calore viene valutato il coefficiente di prestazione della macchina, che calcola il suo rendimento.
L’installazione dei pannelli solari termici è incentivata e se produceo di più o a parità di superficie installata ha percentuali molto alte. La spesa sui pannelli solari termici è contenuta, vista l’evoluzione del mercato.


Fonti articolo: Ediltecnico.it

Canone tv: chi paga per le case in affitto?

Il canone Rai si paga sempre. Anche se il contribuente non ha la bolletta elettrica. A mettere l’ultimo tassello nel puzzle di chi sta un po’ ai margini dell’operazione “canone in bolletta” è l’Agenzia delle Entrate, che con la risoluzione 53/E di ieri ha istituito i codici tributo “TVRI” e “TVNA” per il versamento, tramite il modello F24, del canone di abbonamento alla televisione per uso privato nei casi in cui non sia possibile l’addebito sulle fatture emesse dalle imprese elettriche.

I soggetti interessati sono elencati, a titolo esemplificativo, dalle Entrate stesse:

- gli abitanti delle isole servite da reti elettriche non interconnesse con la rete di trasmissione nazionale, come Ustica, Levanzo, Favignana, Lipari, Lampedusa, Linosa, Marettimo, Ponza, Giglio, Capri, Pantelleria, Stromboli, Panarea, Vulcano, Salina, Alicudi, Filicudi, Capraia, Ventotene;
- i contribuenti che detengono un televisore e che risiedono in una casa in affitto ma senza aver intestata la bolletta elettrica;
- il portinaio che risiede nella casa data a disposizione dal condominio come alloggio di servizio, che però risulta titolare dell’utenza elettrica dove detiene un televisore.


La seconda categoria, soprattutto, è numerosa: gli inquilini di case i cui proprietari hanno mantenuto l’intestazione dell’utenza elettrica sono parecchi. In molti casi, infatti, per esempio nelle locazioni transitorie, il fastidio burocratico (e i costi, circa 65 euro nel "regime di maggior tutela") scoraggiano i frequenti subentri (o volture), anche se sarebbero obbligatori. Tanto più che in questo modo l’inquilino, che deve rimborsare il proprietario, finisce sempre con il pagare di più, dato che l’intestazione della bolletta elettrica, in questi casi, è necessariamente come seconda casa. Proprio per questo, nei mesi scorsi, chi si fosse trovato in questa situazione avrebbe potuto regolarizzarla.


In alcuni casi il proprietario che si sia trovato a mantenere l’intestazione della bolletta si sarà affrettato a comunicarlo (con la dichiarazione all’Agenzia delle Entrate da consegnare entro il 16 maggio perché valesse per tutto il 2016) per evitare il rischio di pagare doppio canone, anche se il fatto di non essere residente dovrebbe metterlo al riparo. 


Il pagamento, per tutte queste categorie di contribuenti, dovrà quindi avvenire, entro il 31 ottobre, compilando un modello F24 e inserendo il codice tributo “TVRI” nel caso del rinnovo dell’abbonamento Tv e “TVNA” se è il primo anno di abbonamento. Il versamento va fatto in un’unica tranche, pari a 100 euro. 


Fonte articolo: IlSole24Ore, vetrina web

Perchè la ripresa nell'edilizia è inferiore alle aspettative?

Il 2016 è stato un’occasione mancata per la ripresa dell’edilizia. Sono questi i risultati dell’Osservatorio congiunturale Ance, presentati ieri a Roma.


L’indice di produzione, nei primi quattro mesi del 2016, è stato caratterizzato da un andamento altalenante.

Edilizia, ecco perché la ripresa non c’è stata

Le previsioni di un aumento degli investimenti nel settore, alla fine dello scorso anno, erano trainate da una stima di crescita dei lavori pubblici del 6%, grazie all’aumento delle risorse (+9,2%), alla cancellazione del Patto di stabilità interno e alla clausola europea per gli investimenti disposte dallaLegge di Stabilità 2016. Dato che non è stato facile utilizzare questi strumenti, si stima che gli investimenti in opere pubbliche cresceranno solo dello 0,4%.


MERCATO IMMOBILIARE E RIQUALIFICAZIONE EDILIZIA

Nel 2016, si legge nei dati diffusi dall’Ance, c’è stata una drastica riduzione dei permessi di costruire. Di conseguenza ci sarà una diminuzione degl iinvestimenti in nuove abitazioni del 3,4% rispetto al 2015.
Gli investimenti in riqualificazione degli immobili a fine anno dovrebbero aumentare di 1,3 miliardi, ossia l’1,9% in più rispetto al 2015. Merito degli incentivi fiscali per le ristrutturazioni edilizie e per l’efficientamento energetico.
Nel mercato dell’usato le compravendite sono cresciute del 6,5% nel 2015 e nel primo trimestre 2016 il trend è stato confermato con una crescita del 20,6%. La ripresa è stata influenzata dalla diminuzione del prezzo delle case, dall’aumento delle famiglie e da un aumento dei mutui concessi del 70,6% nel 2015 e del 55% nel primo trimestre del 2016. 


Crisi edilizia e diminuzione dei bandi di gara

Nonostante gli aumenti di gennaio, nel primo trimestre del 2016 c’è stato un calo del 13,6% nel numero di bandi pubblicati e del 36,2% nell’importo posto in gara. Ad aprile c’è stata una momentanea inversione di tendenza. Prima dell’entrata in vigore del nuovo Codice Appalti (19 aprile 2016) c’è stata la corsa a pubblicare i bandi secondo il vecchio codice degli appalti. Con l’entrata in vigore delle nuove norme, si è assistito nel mese di maggio a una drastica flessione delle pubblicazioni: -26,7% in numero e del -75,1% in valore, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Giugnoconferma il trend negativo con un calo del 34,9% rispetto a giugno 2015.


A detta dell’Ance questi dati giustificano le preoccupazioni sul rallentamento della domanda pubblica per la mancanza di un periodo transitorio prima dell’applicazione del nuovo Codice Appalti. È considerato particolarmente allarmante il dato delle gare bandite dai comuni che segna a giugno un calo del 60,3%. 


Edilizia: accesso al credito e ritardo nei pagamenti

L’accesso al credito per le imprese continua ad essere problematico. Il primo trimestre 2016 ha visto una riduzione dei finanziamenti per investimenti dell’11,1%, che si va ad aggiungere al -10,6% del 2015. Complessivamente, si è passati dai 31,5 miliardi di euro erogati nel 2007 ad appena 8 miliardi erogati nel 2015, una diminuzione che supera il 70%.
Il 32% delle imprese aderenti all’indagine Ance ha registrato però una crescita del fabbisogno finanziario per sostenere gli investimenti.
La mancanza di liquidità colpisce soprattutto le imprese che lavorano con la Pubblica Amministrazione. Nei primi sei mesi del 2016, infatti, le imprese che realizzano lavori pubblici sono pagate mediamente dopo 168 giorni, contro i 60 giorni previsti dalla normativa. Si è interrotto un trend positivo iniziato nel 2014, quando le istituzioni si erano impegnate a ridurre i tempi per saldare le fatture.


Edilizia: proposte Ance per evitare il decimo anno di crisi

Basandosi su questa situazione l’Ance ritiene che nel 2017 ci sarà una nuova flessione dei livelli produttivi dell’1,2% in termini reali su base annua, con una riduzione del 3,6% delle opere pubbliche, del 3% della nuova edilizia residenziale e dello 0,2% nel comparto delle ristrutturazioni.
Per scongiurare questo rischio l’Ance propone un periodo transitorio per l’applicazione del nuovo Codice Appalti, la messa a regime e la rimodulazione degli incentivi per la ristrutturazione edilizia e per la riqualificazione energetica, l’adozione di norme per favorire gli interventi disostituzione edilizia e la proroga per altri tre anni della detrazione Irpef pari al 50% dell’IVA dovuta sull’acquisto di abitazioni in classe energetica A o B.


Con questi strumenti, conclude l’Ance, nel 2017 si registrerebbe una crescita dei livelli produttivi dell’1,1% in termini reali su base annua. Nel dettaglio dei singoli comparti si osserverebbe una crescita dello 0,5% rispetto al 2016 per gli investimenti in opere pubbliche, un ulteriore aumento dell’1,7% per gli investimenti in manutenzione straordinaria e un incremento per gli investimenti in nuove abitazioni dell’1,8%. 


Fonti articolo: Edilportale.com

Opportunità e rischi nel mercato delle costruzioni: indispensabile riqualificare

“Il 2016 doveva essere un anno importante di svolta. Nella Legge di Stabilità – spiega Flavio Monosilio del Centro Studi dell’ANCE – c’erano le premesse per una nuova stagione.


Il riferimento è all’incremento delle risorse stanziate per nuove infrastrutture (+9,2% nel 2016 dopo -43% nel periodo 2008-2015). Ancora si aggiunga la clausola europea per gli investimenti pubblici. Si è superato il Patto di stabilità interno. Si è registrata una maggiore stabilità finanziaria su un arco temporale di medio periodo per edilizia scolastica, rischio idrogeologico, grandi infrastrutture strategiche, reti ferroviarie e stradali”.

 

Fattori che avrebbero dovuto rilanciare gli investimenti pubblici ma “la difficoltà di un pieno utilizzo della clausola di flessibilità e l’entrata in vigore del nuovo codice – spiega l’ANCE hanno frenato bruscamente la ripresa”.
A fine 2015 le previsioni per l’anno in corso erano di un aumento dell’1% degli investimenti. “Oggi questo risultato non sembra raggiungibile e secondo le nuove stime gli investimenti in costruzione – fa sapere l’ANCE – segneranno un +0,3%, non trascurabile ma non sufficiente a creare le condizioni di un’effettiva ripresa”.


Proposta ANCE. Ecco che ANCE presenta la congiunturale dell’ultimo semestre rilanciando alcune proposte concrete che avanzano in primis “un periodo transitorio del nuovo codice degli appalti”, una rapida approvazione della modifica della legge sul pareggio di bilancio che attraverso la stabilizzazione del Patto di stabilità interno permetta agli enti locali di programmare i loro investimenti. Ancora, ANCE auspica in una messa a regime degli incentivi potenziati per la ristrutturazione edilizia e per la riqualificazione energetica, rimodulati in modo da premiare gli interventi che consentono di ottenere i migliori risultati in termini di risparmio energetico. I costruttori chiedono norme che favoriscano interventi di sostituzione edilizia che implicano demolizione e ricostruzione dell’esistente, anche con incrementi volumetrici.


Necessaria per la ripresa del settore è anche la permuta tra vecchi edifici e immobili con caratteristiche energetiche completamente rinnovate e ancora, sempre con un faro puntato sul tema energetico, ANCE chiede la proroga per un altro triennio della detrazione Irpef pari al 50% dell’Iva dovuta sull’acquisto di abitazioni in classe energetica A o B in scadenza al 31 dicembre 2016.

Il punto di vista CRESME. "Se consideriamo il settore delle costruzioni integrato con prodotto immobiliare, serve lettura più ampia dei due ambiti integrati - commenta Lorenzo Bellicini del Cresme -. Teniamo presente che ci sono tanti investitori stranieri che guardano con interesse al mercato italiano, soprattutto quello non residenziale".
Per studiare il mercato Cresme ha cercato di studiare il trend delle compravendite di macchine movimento terra, in forte crescita. Ancora, “il 72% del mercato delle costruzioni secondo il Cresme riguarda le manutenzioni, ordinarie e straordinarie”. Dato non trascurabile che deve orientare l’attività delle imprese, da affiancare al dato che “la componente di impianti è preponderante nel mercato delle opere pubbliche”.
"Non si parla di costruzioni ma di ambiente costruito: costruzioni, impianti e servizio. Le imprese aggiornino il loro mestiere coniugando l’innovazione con la digitalizzazione e le opportuntà offerte dall’industrializzazione".


Il punto di vista NOMISMA. "Non si può pensare che lo strumento incentivo sia sufficiente per promuovere la riqualificazione. Serve fare di più e non solo sul residenziale – ribadisce Luca Dondi, Nomisma – accelerando sul tema dell’energia. La riqualificazione come strategia. Le PA devono avere capacità di visione, saper immaginare funzioni e territori. A loro il compito strategico per attivare linee guida per progetti diversi. Gli incentivi devono essere commisurati con l’efficienza garantita, se si vogliono ricalibrare, come proposto dall’ANCE”.
Sui bilanci delle imprese grava il tema dell’invenduto e non può essere trascurata e, secondo Nomisma, non sarà l’immobiliare a far sollevare rapidamente il mercato delle costruzioni. 


Il punto di vista di CONFINDUSTRIA.
 "Non sono da trascurare gli altri rischi di instabilità politica, aggravati dall'incertezza post Brexit" spiega Luca Paolazzi del centro studi Confindustria. "La Brexit incide infatti sul canale commerciale, su quello della svalutazione della sterlina, su quello finanziario con un razionamento del credito e ancora su quello della fiducia delle famiglie e delle imprese che si ripercuote sulla propensione alla spesa". 


Fonte articolo: PPAN piattaforma di comunicazione e networking per il costruito

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