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Confedelizia: gli interventi necessari alla proprietà immobiliare. No al fascicolo di fabbricato

"La proprietà immobiliare soffre, da dove cominciamo?" Questo il titolo della prima pagina del numero di settembre di Confedilizia notizie, il mensile della Confederazione.


“Alla ripresa dell’attività politica dopo la pausa estiva – si legge nell’editoriale a firma del Presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa – entra nel vivo la discussione sulla legge di bilancio per il 2017. 

 

La proprietà immobiliare – che nell’ultima manovra ha apprezzato una prima correzione dei gravi errori compiuti negli anni precedenti – necessita di interventi incisivi. Ecco alcune delle maggiori urgenze, sul piano fiscale, e le relative proposte: certamente comportanti oneri – anche se in misura minima rispetto agli oltre 40 miliardi di euro versati ogni anno dal settore in via diretta – ma che altrettanto indubbiamente vanno messe in cantiere se si vuole far ripartire l’economia (ed eliminare qualche iniquità)”.


Detassazione immobili commerciali locati

Il commercio e l’artigianato diffusi sono garantiti dalla proprietà immobiliare diffusa. Da alcuni anni, la redditività degli immobili non abitativi è inesistente e ogni giorno aumentano i locali vuoti. Sono urgenti misure di detassazione, pena l’aggravarsi della crisi del commercio e il crescere del degrado. Dovrebbero essere prese in considerazione riduzioni sia della tassazione patrimoniale, fissando uno specifico limite di legge alle aliquote IMU e TASI (ad esempio, del 4 per mille), sia di quella erariale, con l’introduzione di una cedolare secca.


Aumento deduzione redditi da locazione

Fino a qualche anno fa la deduzione forfettaria IRPEF delle spese sostenute per l’attività di locazione era del 25%. Poi è stata ridotta al 15%. Infine, la “legge Fornero” l’ha portata al 5%. La conseguenza è che i proprietari-locatori si vedono di fatto tassate anche le spese. È necessario, al minimo, ripristinare la misura del 15%.


Misure per gli affitti a canone calmierato 

Nel 2017 scadrà il periodo di applicazione, in alcune zone, dell’aliquota del 10% della cedolare per i contratti di locazione agevolati (3+2) e per studenti universitari. È essenziale stabilizzare questa misura ed estenderla a tutta Italia. Va inoltre posto un limite alla tassazione patrimoniale di IMU e TASI (con un’aliquota, ad esempio, del 4 per mille).


Soppressione Irpef immobili non locati

È necessario interrompere l’applicazione – iniziata nel 2014 – dell’IRPEF e delle relative addizionali alle abitazioni non locate situate nello stesso comune in cui si trova l’abitazione principale. Imposte che si aggiungono a IMU, TASI e TARI e che colpiscono gli immobili che i proprietari non riescono né a dare in affitto né a vendere.


Eliminazione tassazione canoni non riscossi 

Sulla tassazione dei canoni di locazione non percepiti, occorre uniformare la disciplina riguardante gli affitti non abitativi a quella degli affitti abitativi. Solo per questi ultimi, infatti, è stata parzialmente derogata, sia pure attraverso un meccanismo complesso e costoso, la regola (anacronistica) che impone l’imposizione sui redditi fondiari indipendentemente dalla loro percezione.


CONTRARIETA' AL FASCICOLO DI FABBRICATO

Confedilizia esprime il suo dissenso in merito all'attuale tema del fascicolo di fabbricato emerso dopo il recente terremoto del Centro Italia. La Confederazione ha motivato la sua contrarietà, spiegando che il fascicolo, per come è stato concepito, impone al proprietario privato degli oneri - e relativi costi - che vengono giudicati impropri. 


"Il fascicolo - spiega il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, in una lettera al "Sole-24 Ore" - è stato ed è contrastato dalla proprietà immobiliare per gli stessi motivi per i quali i giudici di ogni ordine e grado lo hanno dichiarato illegittimo e per le stesse ragioni per le quali il Governo ha impugnato dinanzi alla Consulta una legge delle Regione Puglia che lo prevedeva. Come ha spiegato una delle sentenze in materia (Tar Lazio), è illegittimo "scaricare" oneri di questo tipo sui soggetti privati, "che non possiedono la mole dei dati dell'assetto del territorio e devono così acquistarli dal mercato e riversarli ad Amministrazioni già deputate, per missione loro affidata dalla legge, ad acquisire ed elaborare in via autonoma i dati stessi".


"Il fascicolo del fabbricato - conclude Spaziani Testa - è una raccolta di documenti che dovrebbero curare le amministrazioni pubbliche, ma che invece si vorrebbe imporre ai singoli proprietari, che allo scopo pagherebbero ingenti somme ai professionisti, i quali - guarda caso - da anni chiedono quest'obbligo".


Fonte articolo: Monitorimmobiliare.itEdiliziaeterritorio.ilsole24ore.com

#Casaconviene, la campagna del MEF sugli incentivi per la casa

Il Ministero dell’Economia avvia in questi giorni la campagna informativa “Casa? Cosa possibile!” riassunta sui social network con l’hashtag #CasaConviene.


Grazie alle diverse agevolazioni fiscali pensate per i contribuenti già in possesso di una casa, le spese per apportare migliorie all’immobile o acquistare nuovi arredi possono essere parzialmente recuperate.

E per chi la casa vorrebbe comprarla sono previste facilitazioni, specialmente per i giovani e per quanti hanno necessità di finanziamenti e garanzie per compiere questo passo. E chi possiede un immobile da affittare avrà più convenienza con i nuovi regimi di tassazione.
Consumi energetici troppo alti in casa? La banca non concede il mutuo? Qualche mobile da cambiare dopo una ristrutturazione? Sono queste alcune delle situazioni in cui può trovarsi chiunque nel rapporto con la casa. Gli strumenti pubblici a disposizione dei cittadini proprietari di immobili, o che intendono acquistarne, sono numerosi e poco conosciuti. Si tratta di fondi di garanzia, agevolazioni fiscali e strumenti giuridici innovativi come il leasing immobiliare.


La diffusione delle informazioni a partire da giovedì 8 settembre è realizzata in collaborazione con 30 partner che hanno aderito all’iniziativa: organizzazioni di produttori, associazioni di consumatori e ordini professionali hanno aderito a questa campagna “dal basso”.
La Direzione della Comunicazione Istituzionale del MEF ha messo a disposizione dei partner i materiali realizzati internamente e in collaborazione con il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri li ha pubblicati sul sito casa.governo.it.

Vediamo le agevolazioni per chi intende acquistare o affittare casa.

Benefici prima casa anche prima di vendere la precedente

La disposizione introdotta dal comma 55 della Legge di Stabilità 2016 consente di beneficiare dell’agevolazione per l’acquisto della prima casa (applicando l’imposta di registro con aliquota del 2% invece che del 9% ovvero, qualora si compri dall’impresa costruttrice, l’Iva al 4% anziché al 10%) anche nel caso in cui, al momento dell’atto, se ne possegga un’altra per la quale si è fruito della stessa agevolazione. L’unica condizione imposta è che la “vecchia” abitazione venga ceduta entro un anno dal nuovo acquisto.
Se l’impegno a vendere il precedente immobile non viene rispettato, si decade dall’agevolazione e bisogna corrispondere l’imposta di registro nella misura ordinaria, con l’aggiunta degli interessi di mora e di una sanzione pari al 30% della maggiore imposta. In caso di operazione soggetta all’imposta sul valore aggiunto, l’ufficio delle Entrate competente recupererà, maggiorata dei relativi interessi, la differenza tra l’Iva calcolata in base all’aliquota applicabile in assenza di agevolazioni e quella risultante dall’applicazione dell’aliquota agevolata, e irrogherà la sanzione amministrativa, pari al 30% della differenza medesima.


Sconto Irpef per l’acquisto di abitazioni energetiche

Il comma 56 della Legge di Stabilità 2016 ha istituito un premio fiscale per le persone fisiche che, entro il 31 dicembre 2016, compreranno dall’impresa costruttrice unità immobiliari a destinazione residenziale di classe energetica A o B. Il premio consiste nella possibilità di detrarre dall’Irpef lorda, fino a concorrenza del suo ammontare, il 50% dell’Iva pagata in relazione all’acquisto. Il beneficio dovrà essere suddiviso in dieci quote costanti, a partire dall’anno in cui la spesa è stata sostenuta.


Meno imposte per chi compra in leasing l’abitazione principale

Il pacchetto di misure per il leasing immobiliare abitativo prevede agevolazioni fiscali e garanzie civilistiche finalizzate a favorire l’utilizzo dello strumento del leasing per l’acquisto dell’abitazione principale. Scopri di più

Accesso al mutuo prima casa più facile con le garanzie statali

Il Fondo di garanzia per l'acquisto e la ristrutturazione della prima casa consente di richiedere mutui ipotecari fino a 250.000 euro avvalendosi delle garanzie statali per la metà dell’importo. Scopri di più

Sospensione Rate Mutui

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) mette  a disposizione uno  strumento che permette di sospendere per un tempo determinato il pagamento delle rate del mutuo in caso si verifichino situazioni di temporanea difficoltà economica: il Fondo di solidarietà per i mutui prima casa. Scopri di più

IMU e TASI agevolate per le case in comodato 

Chi concede in comodato un immobile non di lusso ad un familiare che la adibisce ad abitazione principale può godere della riduzione della base imponibile dell'IMU e della TASIi al 50%. Scopri di più

Cedolare Secca

La cedolare secca è un regime facoltativo che prevede, per le persone fisiche che affittano un immobile ad uso abitativo, il pagamento di un’imposta sostitutiva dell’Irpef, delle addizionali, dell’imposta di registro e dell’imposta di bollo. Scopri di più


Fonti articolo: pltv.itcasa.governo.it

Piano di prevenzione terremoti: dal fascicolo di fabbricato alla certificazione sismica obbligatoria

Fascicolo di fabbricato a contenuto variabile, certificazione sismica obbligatoria, inserimento dei dati sul livello di sicurezza degli edifici nelle banche dati del Catasto e tecnici protagonisti nella definizione delle priorità di intervento.


Sono i contenuti principali del Piano di prevenzione del rischio sismico presentato al Governo dalla Rete delle Professioni tecniche (RPT) durante il giro di consultazioni che si è svolto a Palazzo Chigi.

 

Il piano prevede una serie di obiettivi di breve e medio periodo. Innanzitutto una norma. RPT pensa ad un decreto legge e a successivi decreti legislativi, da adottare entro 180 giorni dall’entrata in vigore del DL, per regolare le attività di monitoraggio, il fascicolo di fabbricato e il percorso verso la certificazione sismica obbligatoria.

Monitoraggio della pericolosità sismica

RPT propone di utilizzare una scheda sintetica specializzata per tipologia edilizia (edifici in muratura, edifici in calcestruzzo armato, edifici industriali, ecc.) che si basi sullo sviluppo della conoscenza (conoscenza visiva, conoscenza documentale, lettura delle caratteristiche della costruzione, valutazione delle condizioni geologiche e degli aspetti strutturali e geotecnici). Per supportare questa attività RPT immagina dei quaderni che possano fornire una guida per i tecnici.


Il monitoraggio dovrebbe dare priorità agli edifici pubblici (uffici, scuole, ospedali, infrastrutture), ed ai beni vincolati e di interesse storico artistico, partendo dalle zone a maggiore rischio sismico. La definizione delle priorità dovrebbe essere curata dai tecnici, che secondo RPT agirebbero secondo unprincipio di sussidiarietà rispetto alla Pubblica Amministrazione.
Nelle attività di monitoraggio è inoltre previsto il completamento della carta geologica d’Italia e la microzonazione sismica dei territori, fondamentale per definire gli effetti di sito dei luoghi.

Fascicolo di fabbricato

L’attività di monitoraggio pensata da RPT deve portare all’elaborazione, per ciascun edificio pubblico e privato, di un Fascicolo del fabbricato entro 24 mesi dalla emanazione di uno specifico decreto legislativo attuativo. Partendo dal livello e dagli elementi di vulnerabilità rilevati, il fascicolo di fabbricato dovrebbe consentire di definire con esattezza le modalità di risanamento necessarie per mitigare il rischio. Il grado di vulnerabilità sismica e le informazioni provenienti dal fascicolo del fabbricato potranno essere poi essere riportate nei dati catastali dei fabbricati, presso l’Agenzia del Territorio.


Secondo RPT, il fascicolo di fabbricato non deve essere un modello predeterminato. Si darebbe così ai tecnici incaricati la possibilità di implementare il documento tenendo conto delle singole situazioni affrontate. A livello normativo, più che uno schema dovrebbero quindi essere redatte delle linee guida. Al di là dei possibili adattamenti, ci sono degli elementi considerati imprescindibili: caratteristiche del suolo e sottosuolo; pericolosità geologiche, strutturali e geotecniche; rispondenza degli impianti con particolare riferimento al rischio incendio ed esplosione; caratteristiche ambientali ed infrastrutturali presenti nell’area che possano comportare aggravio di rischio; tipologie delle strutture di fondazione; tipologie delle strutture di elevazione;  presenza di lesioni o di modifiche alle originarie forature, ampliamenti non opportunamente “legati” con la struttura originaria; giudizio del livello di degrado;  valutazione sui materiali impiegati nella costruzione.

Certificazione sismica obbligatoria

Nel percorso tracciato da RPT, la redazione del fascicolo di fabbricato è propedeutica alla certificazione sismica obbligatoria, che in un primo momento dovrebbe essere applicata alle nuove costruzioni, alle compravendite immobiliari e alle locazioni. Successivamente (RPT ritiene entro 48 mesi dall’emanazione di un altro decreto ad-hoc) la certificazione sismica obbligatoria dovrebbe essere estesa a tutti gli immobili pubblici e privati, partendo dalle zone con priorità sismica 1.


Incentivi e controlli

Queste attività, sostiene RPT, dovrebbero progressivamente diventare obbligatorie, prevedendo controlli a campione per verificare il rispetto delle misure. RPT ipotizza un periodo massimo di 10 anni entro i quali gli immobili localizzati nelle zone soggette a rischio più elevato dovranno essere messi in sicurezza, un periodo di 15 anni per le zone a medio rischio, un periodo di 20 anni per le zone a basso rischio e così via.


A fare da contrappeso agli obblighi dovrebbero esserci, si legge nel documento, degli incentivi dello Stato. Ad esempio contributi pari almeno al 60% della spesa complessiva sostenuta, incentivi e sgravi fiscali così come previsto nel settore energetico.
 

Prevenzione più economica della ricostruzione

Nel piano di RPT non mancano le stime economiche. Occorre tenere presente, si legge nel documento, che attualmente lo Stato spende annualmente circa 3 miliardi di euro per opere di ricostruzione post-sisma. Se il piano di prevenzione fosse elaborato e poi messo in atto, gli esborsi attuali e futuri per le diverse ricostruzioni sarebbero destinate a ridursi progressivamente.


L’intero percorso di messa in sicurezza degli edifici potrebbe avere un orizzonte temporale di circa 20 o 30 anni, per un costo stimato non inferiore a 100 miliardi di euro.

Fonti articolo: Edilportale.com

Detrazione domotica: la documentazione da inviare all'Enea

Da questa settimana si può inviare a ENEA la documentazione necessaria a ottenere la detrazione Ecobonus 65% per la riqualificazione energetica degli edifici esistenti, in questo caso sugli interventi di installazione dispositivi multimediali per il controllo da remoto degli impianti (“building automation”).


Per i dispositivi multimediali, l’Enea ha pubblicato anche un vademecum aggiornato al 30 luglio 2016.

 

Requisiti dell’immobile

I requisiti generali dell’immobile per poter usufruire delle detrazioni sono:

- alla data della richiesta di detrazione, deve essere “esistente”, ossia accatastato o con richiesta di accatastamento in corso;
- l’edificio deve essere in regola con il pagamento di eventuali tributi;
- deve essere dotato di impianto di riscaldamento (come definito dalla nostra faq n° 24).

In caso di ristrutturazione senza demolizione, se essa presenta ampliamenti, non è consentito far riferimento al comma 344, ma ai singoli commi 346 e 347 solo per la parte non ampliata.


Requisiti dell’intervento

I requisiti tecnici specifici dell’intervento di detrazione 65% per la bulding automation e caratteristiche dei dispositivi sono seguenti:

l’intervento deve configurarsi come fornitura e messa in opera, nelle unità abitative, di dispositivi che consentano la gestione automatica personalizzata degli impianti di riscaldamento o produzione di acqua calda sanitaria o di climatizzazione estiva, compreso il loro controllo da remoto attraverso canali multimediali, eseguiti indipendentemente dalle installazioni e sostituzioni di impianti di climatizzazione invernale;

I dispositivi devono:
a) mostrare attraverso canali multimediali i consumi energetici, mediante la fornitura periodica dei dati;
b) mostrare le condizioni di funzionamento correnti e la temperatura di regolazione degli impianti;
c) consentire l’accensione, lo spegnimento e la programmazione settimanale degli impianti da remoto.

Se i sistemi di building automation sono installati congiuntamente alle installazioni di pannelli solari per la produzione di acqua calda o alla sostituzione di impianti di climatizzazione invernale, previsti rispettivamente all’articolo 1, commi 346 e 347 della legge finanziaria 2007, la relativa spesa rientra nel valore massimo di detrazione già previsto nei medesimi commi.


Elenco delle opere agevolabili

Fornitura e posa in opera di tutte le apparecchiature elettriche, elettroniche e meccaniche nonché delle opere elettriche e murarie necessarie per l’installazione e la messa in funzione a regola d’arte, all’interno degli edifici, di sistemi di building automation degli impianti termici degli edifici.

Non si ritengono ricomprese tra le spese ammissibili l’acquisto di dispositivi che permettono di interagire da remoto con le predette apparecchiature quali telefoni cellulari, tablet e personal computer o dispositivi similari comunque denominati.


Documentazione necessaria per ottenere la detrazione

a) Documentazione da conservare a cura del cliente.
Asseverazione redatta da un tecnico abilitato che attesti la rispondenza ai requisiti tecnici richiesti oppure la certificazione del produttore del dispositivo che attesti il rispetto dei medesimi requisiti.

Schede tecniche: originale dell’Allegato E o F inviato all’ENEA, firmato (dal tecnico e/o dal cliente).

Documenti di tipo “amministrativo”:
– Fatture relative alle spese sostenute.
– Ricevuta del bonifico bancario o postale (modalità di pagamento obbligata nel caso di richiedente persona fisica), che rechi chiaramente come causale il riferimento alla legge finanziaria 2007, numero della fattura e relativa data, oltre ai dati del richiedente la detrazione e del beneficiario del bonifico.
– Ricevuta dell’invio effettuato all’ENEA (codice CPID), che costituisce garanzia che la documentazione è stata trasmessa. Nel caso di invio postale, ricevuta della raccomandata postale.


b) Documentazione da trasmettere all’ENEA.

Bisogna trasmettere la documentazione all’Enea esclusivamente attraverso l’apposito sito web relativo all’anno in cui sono terminati i lavori (per il 2016: finanziaria2016.enea.it), entro i 90 giorni successivi alla fine dei lavori, come da collaudo delle opere o, nel caso di interventi di riqualificazione energetica di basso impatto, come da dichiarazione di conformità (la richiesta di detrazione può essere trasmessa ad ENEA anche oltre i 90 giorni, qualora sussistano le condizioni riportate nella nostra faq n°43 e si seguano le procedure in essa riportate): in caso di semplice installazione, non connessa con la sostituzione del generatore di calore o con l’installazione di pannelli solari.


Fonte articolo: Ediltecnico.it

Il condomino non può opporsi ai contabilizzatori di calore deliberati

Il condomino non può negare ai tecnici l’ingresso per installare sui termosifoni le valvole termostatiche e i sistemi di contabilizzazione del calore deliberati dall’assemblea condominiale.

 
Lo ha deciso la Corte d’Appello di Trento con la sentenza 134/2016.

Nel caso preso in esame, l’Assemblea condominiale aveva deliberato a maggioranza l’acquisto di una nuova caldaia comune e l’installazione di un sistema di contabilizzazione e telelettura del calore consumato dai singoli condòmini su ogni termosifone installato negli appartamenti.


Dopo aver consentito l’installazione delle valvole termostatiche sui termosifoni del suo appartamento, un condòmino si era invece opposto all’apposizione dei mini-contatori per rilevare il consumo di calore.
Secondo il condòmino, la delibera condominiale doveva essere assunta all’unanimità, non solo a maggioranza.


I giudici hanno dato ragione al condominio, che con la delibera aveva voluto adeguarsi ai nuovi obblighi di legge. Si tratta di una trasformazione tecnica che rientra nel potere decisionale del condominio e che, secondo la Corte, non necessita dell’unanimità.
Per questo motivo, è stato stabilito che l’accesso dei tecnici non lede nessun diritto soggettivo del condòmino, ma va considerato necessario al completamento degli interventi deliberati.


Contabilizzatori del calore obbligatori entro fine anno

Ricordiamo che, in base al Decreto Legislativo 141/2016, che integra il D.lgs. 102/2014 con cui l’Italia ha recepito la Direttiva 2012/27/UEsull’efficienza energetica, i condomìni alimentati dal teleriscaldamento o teleraffrescamento, o da impianti centralizzati e comuni di riscaldamento e raffrescamento, entro il 31 dicembre 2016 devono installare contatori in grado di ripartire le spese in base ai consumi reali degli utenti, come previsto dalla norma UNI 10200.


Anche negli appartamenti è obbligatorio installare le valvole termostatiche e i minicontatori entro il 31 dicembre 2016. La responsabilità dell’installazione è dei proprietari degli appartamenti, che in caso di inadempimento sarannomultati a meno che l’installazione non sia tecnicamente impossibile.


Fonte articolo: Edilportale.com

 

 

Scuola: quanto pesano i libri sulle famiglie? Consigli per risparmiare

Ogni anno l’acquisto dei libri di scuola e del materiale scolastico può diventare un vero salasso per le famiglie.


Per i licei, per esempio, con l’acquisto dei dizionari e del resto del materiale scolastico, la spesa per i libri può arrivare attorno ai mille euro, o anche oltre. Al punto che molti iniziano a fare ricerche sui prezzi con largo anticipo, per riuscire a spuntare le offerte migliori.

 

 

Secondo Trovaprezzi.it, sito di comparazione di prezzi e di prodotti di svariate categorie merceologiche, già a partire dal trimestre aprile-giugno 2016 gli italiani hanno effettuato circa 300mila ricerche nel comparto scolastico. Gli esperti del motore di comparazione sottolineano che "fare una lista di quello che serve, confrontare i prezzi e la qualità dei prodotti, oltre a monitorare le promozioni può essere utile a spendere fino al 40% in meno".
In tema di libri scolastici, nella ricetta per risparmiare compaiono anche altri ingredienti: la scelta di comprare testi usati, oppure quella di fare gli acquisti online o attraverso la grande distribuzione.


L'USATO

Ricorrendo all’usato – sui mercatini, nei negozi o su siti specializzati come quello del Libraccio o sullo stesso sito di Amazon – si abbatte enormemente la spesa, perché si possono trovare testi alla metà del prezzo di copertina. Il vantaggio economico può essere massimizzato, inoltre, vendendo i libri che non vengono più utilizzati. Comprando dal Libraccio, sia online sia nei negozi, si ottiene una garanzia sulla scolastica usata: se si cambia scuola, se la propria classe viene sciolta, il professore cambia testo o vuole l’edizione aggiornata, ma anche se c’è un errore nella lista, si può ottenere il cambio del volume gratuitamente. E sull’acquisto del nuovo libro si ha diritto a un buono sconto pari al 15% del valore dell’acquisto effettuato, spendibile su prodotti di cartoleria o libri non scolastici.


GLI SCONTI ONLINE

Se invece si preferisce comprare libri nuovi, si può provare con l’acquisto online. Amazon per esempio anche quest’anno ha lanciato l’operazione Amazon 15 e lode, con cui si possono ottenere tutti i libri direttamente a casa con uno sconto del 15% del prezzo di copertina. Collegandosi a www.amazon.it/15elode e selezionando scuola e classe dei propri figli si ottiene con un click l’intera lista dei libri adottati da quella classe, che può essere direttamente aggiunta al carrello di Amazon, senza dover fare ricerche per ogni singolo testo. E la spedizione è gratuita oltre i 19 euro di spesa.


Inoltre, se non si è ancora provveduto a comprare zaino, astuccio o altro, dal 5 all’11 settembre su Amazon ci sono una serie di offerte scontate anche per i prodotti scolastici. Anche sul sito del Libraccio si possono interrogare direttamente i dati delle anagrafiche e delle adozioni scolastiche forniti dall’Associazione Italiana Editori con la collaborazione del ministero della Pubblica istruzione per ottenere la lista dei libri.


GLI SCONTI IN LIBRERIA E NELLa grande distribuzione

Lo sconto non è un’esclusiva dei siti, tuttavia: anche in molte librerie fisiche è possibile trovare testi scontati fino al 15%, che è il tetto massimo di riduzione sul prezzo di copertina consentito dalla legge per i libri nuovi. Ma se si vuole spuntare qualcosa in più è possibile tentare la ricerca dei libri necessari per la dotazione scolastica nella grande distribuzione. Anche se per legge non si possono applicare sconti superiori al 15%, molti supermercati offrono una percentuale di riduzione maggiore, perché lo sconto non viene fatto sul costo del libro ma tramite buoni per l’acquisto di altri prodotti del punto vendita.


Conad, per esempio, offre ai possessori di carte fedeltà la possibilità di ordinare i libri online e di ottenere all’acquisto buoni sconto del valore del 25% del costo dei libri. Ordinando la lista dei libri a Esselunga si ottiene lo sconto diretto del 15% sull’acquisto ma anche i buoni Amici di Scuola 2016. I buoni vengono consegnati alla propria scuola, che poi potrà chiedere gratuitamente attrezzature informatiche e materiale didattico presenti nel catalogo. Prenotando da Carrefour negli ipermercati aderenti si ottiene la restituzione del 20% del costo di copertina in buoni acquisto. Anche nella catena Simply (gruppo Auchan) si possono ordinare le liste dei libri scolastici ottenendo buoni acquisto pari al 20% del loro valore. E coupon dello stesso importo sono offerti sull’acquisto dei libri anche nei supermercati Despar (anche Eurospar e Interspar). Alla Coop, nei supermercati in cui è valida l’iniziativa si ottiene uno sconto sul prezzo di copertina del 15%, ma per i soci Coop Alleanza 3.0, è previsto un ulteriore buono sconto del 5%, calcolato sull’importo pagato al momento del ritiro.


IL LIBRO DIGITALE

L’usato è la strada più ricercata per risparmiare sui libri scolastici. Gli “sconti” rispetto al nuovo arrivano fino al 50%. Ma c’è un’altra via che può essere presa in considerazione: il libro digitale. "Tutti i libri ormai escono nella versione sia cartacea sia digitale – commenta Edoardo Scioscia, fondatore di Libraccio –. E con la versione digitale si arriva mediamente a risparmiare intorno al 30%", un po’ meno, quindi, rispetto allo “sconto” che si ottiene con l’usato. Con il supporto digitale, però, si ha a disposizione uno strumento interattivo, arricchito di contenuti multimediali, che cambia completamente il modo di studiare. Purtroppo, l’Italia è molto indietro nel processo di digitalizzazione delle scuole. Gli istituti che hanno dotato le classi di tablet o e-reader per una didattica 2.0 sono davvero pochi, anche se negli ultimi anni sta crescendo la sensibilità verso l’innovazione digitale. 


Fonte articolo: IlSole24Ore, vetrina web

Salute e sicurezza in casa: un terzo degli italiani pensa alla domotica


La domotica è ormai una realtà per il settore immobiliare. Ma quando si parla di tecnologia in casa, l’Italia è ancora indietro rispetto ad altri Paesi europei, come ad esempio Germania, Gran Bretagna e Francia.


Le cose cambiano quando si affronta il tema della salute e della sicurezza tra le mura domestiche.

 

Un sondaggio condotto dall’Istituto internazionale Context ha rivelato che un italiano su due è preoccupato della sicurezza della propria abitazione, però solo il 9% conosce le telecamere di sorveglianza che trasmettono le riprese attraverso Internet consentendo di monitorare ciò che accade in casa e all’esterno attraverso un computer, uno smartphone o un tablet.


Secondo quanto emerso, nell’immediato, quanto meno, non sono interessati ad investire risorse per rendere intelligenti gli ambienti. In questo contesto, rispetto agli uomini, le donne si mostrano più sensibili. Si dicono infatti disposte a spendere fino a 5mila euro in apparti tecnologici avanzati.


Il discorso cambia quando si parla di salute e sicurezza collegate alle potenzialità della casa intelligente. In questo caso, il 32,2% degli intervistati è favorevole a soluzioni che rendano possibile collegarsi direttamente con il proprio medico o con l’ospedale più vicino in caso di necessità, mentre il 15,2% si dice interessato ad installare apparecchi che consentano il collegamento con la compagnia assicuratrice in caso di incidenti domestici o di allagamento. Un quarto degli intervistati sarebbe invece disposto a spendere per sistemi collegati direttamente alle forze dell’ordine.


Il sondaggio ha rivelato che parametri indispensabili per rendere intelligente un’abitazione sono la sicurezza (33,4%), il comfort (20,8%), la funzionalità (19,8%), i servizi (19,2%) e l’intrattenimento (14,6%).


Fonti articolo: Idealista.it

Sondaggio fra Agenti Immobiliari: 2016 migliore dello scorso anno

Nel secondo trimestre del 2016 è proseguita la riduzione della quota di agenti immobiliari che riporta una flessione dei prezzi delle abitazioni. Il numero di potenziali acquirenti è risultato inferiore rispetto al trimestre precedente, plausibilmente per le vacanze estive.


Nel confronto con lo stesso periodo del 2015, che non risente della stagionalità accentuata di questa parte dell’anno, le condizioni della domanda di immobili continuano a migliorare.

Inoltre, l’incidenza degli acquisti finanziati da mutui ha continuato a salire, grazie alle condizioni favorevoli nel mercato del credito, così come il rapporto tra prestito e valore dell’immobile.
Rispetto alla scorsa estate si rafforza il recupero delle prospettive per il mercato immobiliare nel breve termine e, con riferimento all’intero Paese, nell’orizzonte di medio termine (due anni).


Le interviste del Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia si sono svolte fra il 30 giugno e il 27 luglio 2016. Vi hanno partecipato 1.129 agenzie immobiliari, fornendo informazioni sulle attività di compravendita e locazione, sui relativi prezzi nel trimestre aprile-giugno 2016 e sulle prospettive di breve periodo.
I principali risultati sono riassunti qui di seguito.


Prezzi delle abitazioni

Nel secondo trimestre del 2016 continua a ridursi la quota di operatori che riporta una diminuzione dei prezzi di vendita, che si attesta ora sul 43,6% (44,8% nel trimestre precedente, 56,4% nella rilevazione di un anno fa), mentre i giudizi di stabilità salgono al 54,8% (erano il 52,4% nella scorsa indagine). Il miglioramento riflette in particolar modo gli andamenti nelle regioni del Nord Ovest, dove le risposte di flessione hanno riguardato il 41,7% degli agenti (45,5% nella precedente rilevazione).


Compravendite

La quota di agenti che hanno venduto almeno un’abitazione è salita nuovamente (al 79,9% dal 77,8% dell’indagine precedente), confermando una tendenza in atto dal primo trimestre del 2015. Le condizioni della domanda si confermano positive: il saldo tra la quota di agenti che riportano un aumento e quella di coloro che segnalano una diminuzione del numero dei potenziali acquirenti è salito a 17,2 punti percentuali (da 15,6 nell’indagine precedente, 5,5 in quella di aprile 2015).


Incarichi a vendere

Il saldo tra le risposte di aumento e di diminuzione delle giacenze di incarichi a vendere, pur rimanendo positivo, si è ridotto rispetto alla precedente rilevazione (a 2,7, da 5,7 punti percentuali); è diminuito anche il saldo delle risposte relative ai nuovi mandati (7,2, da 8,5 punti percentuali). Secondo il giudizio degli operatori, le principali cause di cessazione dell’incarico rimangono legate al divario tra prezzi offerti e domandati: la quota di chi segnala proposte di acquisto a prezzi ritenuti troppo bassi per il venditore è salita al 69,2% (dal 61,1% della precedente indagine); anche la quota di chi segnala che i prezzi richiesti sono ritenuti eccessivamente elevati dai potenziali acquirenti rimane alta, pur riducendosi al 50,4% (dal 57% del primo trimestre). Si è ridotta la quota di Agenzie che riconduce la decadenza dell’incarico alle difficoltà degli acquirenti di reperire un mutuo (al 20,9%, dal 23,8% nel primo trimestre; era 29,5% un anno prima).


Modalità di finanziamento degli acquisti

La quota di acquisti finanziati con mutuo ipotecario è aumentata (al 76,1%, dal 73,8% dell’indagine precedente), così come il rapporto tra prestito e valore dell’immobile (al 73,8%, dal 69,3%).


Locazioni

La quota di operatori che ha dichiarato di avere locato almeno un immobile nel secondo trimestre è rimasta sostanzialmente invariata rispetto al periodo precedente (al 77,9%). Per il trimestre in corso resta prevalente la quota di operatori che si attende canoni di locazione invariati, pur se lievemente diminuita (al 79%, dall’83,4%), per effetto di un lieve aumento sia della quota di chi si attende un aumento (al 4,4%, dal 3,5% nell’ultimo sondaggio), sia della quota che si attende una diminuzione (al 16,5%, dal 13,1%).
Il margine medio di sconto sui canoni rispetto alle richieste iniziali del locatore è cresciuto al 6,8% (dal 6,5% del trimestre precedente). 


Le prospettive del mercato in cui operano le agenzie

Le aspettative degli agenti immobiliari sulle tendenze a breve termine del proprio mercato di riferimento sono sfavorevoli rispetto al sondaggio precedente, anche in questo caso per effetto della stagionalità, ma risultano in netto miglioramento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: il saldo fra attese di miglioramento e di peggioramento nel trimestre in corso è stato pari a -5,3 punti percentuali, da -16,9 della rilevazione di luglio 2015.
Le prospettive sui nuovi incarichi a vendere sono peggiorate rispetto alla precedente rilevazione: il saldo è sceso a 3,4 punti percentuali, da 13,6, riportandosi sui livelli del secondo trimestre del 2015.


Le prospettive del mercato nazionale delle compravendite

Le aspettative sul mercato immobiliare nazionale sono meno favorevoli rispetto alla precedente rilevazione, risentendo di fattori di natura stagionale, ma si sono rafforzate nel confronto con il corrispondente trimestre del 2015: il saldo relativo alle attese circa l’evoluzione a breve del mercato immobiliare nazionale si è attestato a -5,2 punti percentuali, dal -19,9 di un anno fa. In un orizzonte di medio termine (due anni), il saldo fra attese di miglioramento e peggioramento continua a essere positivo, seppure in riduzione rispetto alla rilevazione di aprile (a 28 punti percentuali, da 46,4); tale dato, se confrontato con il periodo corrispondente, risulta superiore di quasi sei punti.


COM'è STATO REALIZZATO IL SONDAGGIO

Il Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia è stato realizzato dalla collaborazione tra Agenzie immobiliari, Banca d’Italia e Tecnoborsa. L’indagine, condotta presso un campione rappresentativo di agenti immobiliari, offre un quadro dell’andamento del mercato residenziale, sull’attività di compravendita e sui prezzi nel periodo di riferimento, oltre che sulle prospettive del settore. I risultati vengono pubblicati sul nuovo Supplemento al Bollettino Statistico della Banca d’Italia con cadenza trimestrale.


Fonte articolo: Blog.casa.it

Presto la classificazione antisismica per mappare gli edifici

In arrivo sei classi, dalla A alla F, per mappare gli edifici esistenti. Con uno schema che ricorda molto quello che attualmente viene utilizzato per la certificazione energetica. Per fotografare in maniera immediata il livello di sicurezza di un edificio.


Questo, in estrema sintesi, il contenuto delle linee guida per la classificazione sismica che il Ministero delle Infrastrutture utilizzerà come base per due partite strategiche del prossimo futuro: la mappatura degli edifici esistenti e la nuova versione potenziata dei bonus fiscali per la messa in sicurezza dei fabbricati, da rifinire con la prossima legge di Stabilità.

L'ITER PARLAMENTARE

Il documento che contiene questa nuova classificazione, per la verità, è già in larga parte pronto da qualche mese. Alla sua definizione aveva lavorato, su mandato del Ministro, una commissione di esperti, guidata dal Provveditore alle Opere pubbliche di Lombardia ed Emilia-Romagna, Pietro Baratono. Dopo un periodo di rallentamento, adesso il dossier è stato messo su una corsia preferenziale, con l’obiettivo di completare il lavoro in vista della Stabilità. Per questo, la Commissione sta aggiornando il documento mentre, in contemporanea, il testo è stato inviato all’organo consultivo del Mit, il Consiglio superiore dei lavori pubblici, che avrà il compito di dare un suo parere. 


COME FUNZIONA LA CLASSIFICAZIONE ANTISISMICA

La classificazione è un prontuario tecnico che consentirà di operare una valutazione degli investimenti da fare. Quindi è uno strumento di pianificazione. Tutto ruota attorno a sei classi, dalla A alla F, che diranno quando un edificio ha un rischio sismico più elevato, in funzione della sua capacità di non danneggiarsi troppo nel corso di un terremoto. 
Il principio guida è il concetto di “expected annual loss”, il costo medio annuo da sostenere per riparare i danni e coprire le perdite causate da eventi sismici: in una struttura efficiente questo costo è trascurabile, nelle strutture più vecchie tende a salire, fino al momento in cui può essere più conveniente demolire e ricostruire. 


In attesa che il lavoro dei tecnici venga completato, resta da fare una valutazione politica. Le linee guida, infatti, si prestano a una mappatura del patrimonio esistente che possa dire su quali edifici è più urgente intervenire. E, allo stesso tempo, possono essere utilizzate da supporto ai nuovi bonus fiscali per la messa in sicurezza: ad esempio, sarebbe possibile concedere una premialità solo a chi riesce a guadagnare almeno una classe o fare uno sconto maggiore a chi ne guadagna due. Sul punto si concentrerà l’attenzione del Mit nei prossimi giorni. 


L'EMERGENZA NEI LUOGHI COLPITI DAL TERREMOTO

Sul fronte dell’emergenza, continua invece l’attività dei soccorsi nelle zone più colpite. La Protezione civile ha appena avviato il monitoraggio sulle scuole danneggiate e la prossima settimana partiranno le verifiche di agibilità per le case private. Ieri è stato individuato il luogo per la ricostruzione della scuola di Amatrice, affidata alla Provincia di Trento, che sarà composta di moduli prefabbricati e avrà una copertura in legno.
Il Ministero dell’Ambiente, intanto, sta lavorando al decreto per lo smaltimento delle macerie. "Mi sono dato quindici giorni di tempo ma potrebbe essere approvato anche prima. Prima rimuoviamo le macerie, meglio è", spiega Gian Luca Galletti. 


La Protezione Civile assicura che non ci sono ancora le condizioni per stilare un censimento della popolazione, un conteggio dei danni o una valutazione esatta del fabbisogno abitativo. Anche per questo non è stata ancora fatta alcuna gara per la fornitura di moduli abitativi. La conta dei danni è necessaria per attivare la richiesta a Bruxelles del fondo per le emergenze, il dossier deve essere inviato necessariamente entro 12 settimane dall’evento. 
Per l’approvvigionamento è già attiva l’apposita piattaforma Consip dedicata all’emergency procurement, con convenzioni tipo per container, bagni chimici, moduli abitativi e servizi di trasporto. 
Tra gli strumenti utili per le fasi post sisma c’è poi da ricordare anche il plafond "eventi calamitosi" per 1,5 miliardi istituito da Cdp a maggio (ma non ancora operativo) per prestiti agevolati a famiglie e imprese. 


IL MOTIVO DEI CROLLI ABITATIVI

Edoardo Cosenza, Professore Ordinario di Tecnica delle Costruzioni presso l’Università di Napoli Federico II, e già Presidente del Consorzio ReLUIS, che sta seguendo da vicino le valutazioni dei danni del sisma, ha pubblicato su Facebook i primi risultati dei sopralluoghi:
 
Domanda: Perché ad Amatrice vi sono stati danni così estesi?
Risposta:  Perché vi sono state accelerazioni orizzontali e dunque azioni sismiche violentissime per strutture con periodo di vibrazione 0,2-0,3 secondi e quindi proprio per gli edifici bassi e in muratura di Amatrice. Certamente non progettati, tanti anni fa, con criteri sismici.

D: Perché l’edificio più alto di Amatrice è rimasto in piedi?
R: Perché era più alto e in cemento armato. Quindi più deformabile e con periodo proprio più alto. A cui sono corrisposte accelerazioni e forze sismiche molto più basse. Stessa identica cosa per il campanile di Amatrice. 
 
D: Perché a Norcia, anche essa vicina all’epicentro, non vi sono stati danni molto rilevanti?
R: È stato uno straordinario successo dell’ingegneria e delle tecniche di rinforzo usate dopo i danni del terremoto del 1997. Le accelerazioni le corrispondenti forze sono state sbalorditivamente alte per alcune strutture, forze orizzontali prossime a due volte il peso.


Fonti articolo: IlSole24Ore vetrina web, Edilportale.com

Giovani e affitti: il mercato rovente di agosto

Cresce l’interesse per le stanze singole in affitto in Italia, dove le ricerche da parte degli utenti sono passate da 3.257.492 nei primi sei mesi del 2015 a 4.818.137 dello stesso periodo del 2016, con un incremento del 48%. A renderlo noto uno studio condotto da idealista.


Anche in virtù di una maggiore domanda, le richieste economiche dei proprietari registrano un aumento del 4,1% rispetto a un anno fa e si attestano su una media di 308 euro mensili

Affittare una camera singola costa di più in tutte le zone di maggiore interesse per studenti e giovani professionisti, come Roma (0,6%), Milano (1,5%) e Napoli (2,5%), anche se tale aumento dei prezzi risulta piuttosto contenuto. Secondo lo studio di idealista, è Milano la città con le stanze più care, ben 412 euro di media; seguono Roma con 387 euro e Firenze con 360 euro. Le soluzioni più economiche si trovano a Lecce e Benevento, dove la richiesta è di 188 euro al mese, seguite da Reggio Calabria con 176 euro e Teramo, fanalino di coda con 171 euro.


L'IDENTIKIT di chi condivide un appartamento

Complice il caro-affitti, in molte delle principali città italiane si continua a vivere con amici e colleghi anche dopo la fine degli studi.
Il profilo tipo ha in media 30 anni, un anno in più rispetto al 2015. A Roma, Firenze e Genova l’età media sale a 32 anni, a Milano si toccano i 30, a Bari i 29, a Napoli e Bologna si attesta sui 28 anni. La convivenza dura meno solo in alcune città a misura di studente come Pisa, Perugia (entrambe con una media di 27 anni), Pavia (26 anni) e Siena (25 anni) .


Si tratta di persone che vivono nelle aree semi centrali o centrali delle grandi città, non fumano, ma nella maggior parte dei casi tollerano coinquilini fumatori, non possiedono e non vogliono animali domestici (73% dei casi).
Nel 75% delle case in condivisione convivono uomini e donne, nel 19,5% si tratta di sole donne e nel 4,5% solo uomini.


Zone d’interesse

A livello cittadino i punti di maggiore offerta di stanze sono Roma e Milano, dove si concentra rispettivamente il 34,5% e il 12,9% dell’offerta. Seguono molto distanziate Bari (3,9%), Napoli (3,5%), Palermo e Catania, che si attestano sullo stessa percentuale del 3,2%.


I PREZZI

La richiesta di stanze singole così aumenta per un incremento delle richieste del 48% nell'ultimo anno, e la forte domanda porta il canone medio a crescere del 4,1% fino a 308 euro. Da un'indagine Immobiliare.it sulla locazione per gli universitari emerge rincaro analogo (+4% per le camere singole). Il prezzo medio toccherebbe in questo caso 400 euro, con una punta di 510 euro a Milano, e aumenti record dell'8% a Siena e Torino. Per le stanze doppie la spesa media, invece, sarebbe di 280 euro (+2%).


 

 

Fonti articolo: Idealista.itAnsa.it

Il Fondo cassa per i lavori in condominio: come funziona



Secondo la Corte di cassazione (3 dicembre 2010, n. 24654) e il Tribunale di Milano (12 gennaio 2016, n. 27), in caso di vendita di un’unità immobiliare in condominio, nel quale siano stati deliberati lavori di manutenzione straordinaria, ristrutturazione o innovazioni sulle parti comuni, salvo diversi accordi tra le parti, i relativi costi sono a carico di chi era proprietario dell’immobile "al momento della delibera assembleare che abbia disposto l’esecuzione di detti interventi".


Questa delibera deve, però, approvare gli interventi in via definitiva, con l’affidamento dell’appalto e l’individuazione del piano di riparto. 

 

Alla stregua di tale giurisprudenza, consegue che fin quando non definisce la cessione dell’appartamento la proprietaria è l’unica interlocutrice del condominio e in base a ciò è tenuta a pagare le restanti quote del fondo cassa deliberato dall’assemblea. Ogni intervento di ristrutturazione è quindi a carico dell’attuale proprietaria per i ratei maturati prima dell’eventuale atto notarile di compravendita, mentre la residua quota sarà addebitata al futuro acquirente e in seguito rimborsata al venditore, solo a condizione che la delibera definitiva di approvazione dei lavori sia intervenuta prima dell’atto di compravendita.
La proprietaria dell’unità immobiliare, nel caso in cui i lavori non siano approvati ed eseguiti, avrà comunque diritto al rimborso dei ratei versati. Tra l’altro, per l’articolo 63, ultimo comma, delle disposizioni di attuazione del Codice civile, chi cede diritti su unità immobiliari resta obbligato solidalmente con l’avente causa per i contributi maturati fino al momento in cui è trasmessa all’amministratore copia autentica del titolo che determina il trasferimento del diritto. 

 
La costituzione del fondo

La costituzione del fondo cassa speciale in condominio è prevista dall’articolo 1135, punto 4), del Codice civile, secondo cui "l’assemblea dei condomini provvede (...) alle opere di manutenzione straordinaria e alle innovazioni, costituendo obbligatoriamente un fondo speciale di importo pari all’ammontare dei lavori". L’obbligo è una novità introdotta dalla riforma (legge 220/2012) per garantire la realizzazione di opere di grande entità per le quali, in molti casi, risulta complicato reperire i fondi necessari. In questo modo, almeno nelle intenzioni del legislatore, mettendo da parte preventivamente l’intera somma da destinare alla ditta appaltatrice, si sarebbe favorito l’avvio dei lavori e, al tempo stesso, evitate future morosità. In pratica, però, a causa dell’oggettiva difficoltà nel reperire "l’importo pari all’ammontare dei lavori", si rischia di non poter procedere con il cantiere, in attesa che tutti i condomini versino la loro quota. 


Anche per questo motivo, l’articolo 1, comma 9, della legge 9/2014 ha stabilito che "se i lavori devono essere eseguiti in base a un contratto che ne prevede il pagamento graduale in funzione del loro progressivo stato di avanzamento, il fondo può essere costituito in relazione ai singoli pagamenti dovuti". In termini generali, il fondo cassa condominiale è un fondo vincolato, nel senso che deve essere dedicato esclusivamente agli interventi di manutenzione straordinaria e finalizzato a una spesa precisa e mai generica. Il Tribunale di Milano (13 luglio 1995) ha specificato che "non può configurarsi come un versamento al buio da parte dei condomini" e quindi, affinché la sua costituzione possa ritenersi legittima, è necessario che siano contemporaneamente deliberate, nel modo più dettagliato possibile, le spese e le opere per le quali dovrà essere utilizzato. In particolare, è compito dell’amministratore rispettarne scrupolosamente la destinazione, inserendo nel preventivo annuale le quote di accantonamento dovute per il nuovo esercizio e, nel rendiconto annuale, l’entità delle somme accantonate, specificandone l’utilizzo.


La Cassazione si è più volte opposta alla costituzione di fondi speciali “preventivi”, da utilizzare per lavori futuri. Se da un lato ciò consentirebbe ai condomini di accantonare poco a poco le somme senza esborsi traumatici, dall’altro deve operare il principio secondo cui i fondi condominiali devono avere durata provvisoria ed essere direttamente legati alla provata necessità di costituirli per adempiere a precise delibere assembleari. Allo stesso modo, una delibera assembleare che approvasse le opere di manutenzione straordinaria e di innovazione senza la copertura del fondo speciale dovrebbe ritenersi quantomeno annullabile.


Il voto 

Per quanto riguarda l’approvazione della delibera che costituisce il fondo, è necessario il voto favorevole della maggioranza degli intervenuti in assemblea, che rappresentino almeno la metà del valore dell’edificio (ma, in casi particolari, basta la maggioranza semplice, come ha precisato la Cassazione con la sentenza 17035 dell’11 agosto scorso). Nella delibera, se il fondo è costituito in diverse soluzioni, è necessario indicare le scadenze dei pagamenti relativi ai condomini proprietari, che contribuiranno in base ai millesimi in loro possesso. Tuttavia, per realizzare interventi non ancora specificati in dettaglio, come disposto da diverse sentenze della Cassazione (Cassazione 9 febbraio 1995, n. 1455; Cassazione 21 ottobre 1975, n. 3463 e Cassazione 29 gennaio 1974, n. 244), se al compimento dell’opera la stessa risulti più utile ad alcuni condomini, rispetto agli altri, la ripartizione provvisoria deve essere fatta con il criterio dell’uso diverso o dell’uso separato (articolo 1123 del Codice civile).


La mancata costituzione 

In caso di mancata costituzione del fondo per l’esecuzione di lavori necessari - dovuta al non raggiungimento del quorum - ogni condomino può rivolgersi al giudice, come prevede l’articolo 1105, comma 4, del Codice civile. Dall’obbligo di costituzione del fondo restano esclusi tutti quei lavori straordinari, che rivestono il carattere dell’urgenza, quali gli interventi di messa in sicurezza delle parti comuni, che competono all’amministratore, a norma dell’articolo 1135, secondo comma, del Codice civile, salvo l’obbligo di riferirne all’assemblea.


Fonti articolo: IlSole24Ore, vetrina web

Terremoto Centro Italia: sicurezza, incentivi e progetto Casa Italia



La prevenzione è necessaria in un Paese come il nostro ad elevata sismicità. Bisogna perciò conoscere la pericolosità dell’abitazione in cui si vive, cioè il modo in cui può rispondere ad un sisma, ed effettuare i dovuti interventi di adeguamento.


Ad affermarlo, all’indomani del terremoto in Centro Italia, è l’associazione Ingegneria Sismica Italiana (ISI). D’altra parte, sostiene il Consiglio nazionale degli Ingegneri (CNI), ci sono tutte le tecnologie e le competenze per procedere alla messa in sicurezza.

LA PREVENZIONE 

I costruttori richiamano fortemente, inoltre, l’urgenza di un piano per la prevenzione dei rischi derivanti da calamità naturali e per la messa in sicurezza degli edifici pubblici e privati. Anche in termini economici il costo della mancata prevenzione, infatti, è altissimo: circa 3,5 miliardi di euro all’anno.


"Un piano di investimenti pubblici mirati per la manutenzione e il miglioramento delle infrastrutture esistenti e l’uso intelligente della leva fiscale, con l’estensione del bonus antisismica del 65% per i lavori di prevenzione e messa in sicurezza statica, indipendentemente dalle condizioni poste ora dalla legge, permetterebbero di salvaguardare le vite umane e tutelare il nostro fragile territorio”, commenta il Pres. dell’Ance, Claudio De Albertis.


Vanno nella direzione delle prevenzione le linee guida per la classificazione del rischio sismico delle costruzioni. Come ricordato da ISI, il documento è pronto dal 2015 e sul tavolo del Ministero delle Infrastrutture. Si attende la sua emanazione, che dovrebbe arrivare a breve.
Così il Pres. del Consiglio Nazionale degli Ingegneri: "Occorrono norme semplici che consentano di intervenire nei centri storici. Inoltre, la conoscenza del livello di sicurezza di un edificio deve diventare parte essenziale della sua carta di identità. E’ assurdo constatare come in una compravendita di un immobile venga chiesto il certificato di classe energetica e non un documento che attesti l’adeguamento dello stesso alle norme antisismiche”. 


Non c’è fabbricato che non possa essere migliorato da un punto di vista sismico. Da anni studiamo queste problematiche, siamo all’avanguardia nel mondo e oggi siamo in grado di risolverle anche a costi tutto sommato accettabili”.


Incentivi per la prevenzione antisismica

Nuovi incentivi per gli interventi di adeguamento antisismico e approvazione definitiva delle linee guida sulla classificazione degli edifici. Dopo la pausa estiva, l’attività legislativa riparte dalla prevenzione antisismica. Il terremoto, che nella notte tra il 23 e il 24 agosto ha devastato il centro Italia, potrebbe risvegliare e accelerare l’iter di una serie di norme ferme da anni.


"Ritengo che questo sia possibile a partire da un ampliamento dell’Ecobonus anche in funzione antisismica per le case, gli edifici pubblici e le imprese e che sia necessario farlo dalla Legge di Stabilità" - afferma Realacci, Presidente della Commissione Ambiente della Camera. Al termine dei lavori, assicura Realacci, le Commissioni approveranno un arisoluzione che rilanci, nella prossima legge di bilancio, l'Ecobonus del 65% allargato ai lavori di prevenzione antisismica.


il progetto Casa Italia NELLE ZONE DEL TERREMOTO

Ricostruzione in tempi certi, tutelando l’identità dei borghi storici colpiti e promuovendo la cultura della prevenzione. È l’obiettivo del progetto "Casa Italia" annunciato da Matteo Renzi nella conferenza stampa al termine del Consiglio dei Ministri di ieri sera, che ha reso immediatamente spendibili 50 milioni di euro per i primi interventi. “È cruciale che le comunità rimangano comunità, lo dobbiamo alla storia di quei borghi”, ha affermato Matteo Renzi, che anche durante la visita ai luoghi del sisma ha assicurato che per la ricostruzione non si seguirà il modello delle New Town, utilizzato dopo il sisma de L’Aquila. 


A proposito de L'Aquila, il Sindaco, Massimo Cialente, ha affermato: "Sono passati anni da L’Aquila e io trovo incredibile che per una scossa del sesto grado che in altri paesi non provoca danni succeda quanto è successo qui. Le persone che sono morte a L’Aquila erano convinte di vivere in una zona super sicura. Oggi non ci preoccupiamo della qualità quando compriamo una casa, e non sappiamo veramente dove abitiamo. Serve classificare gli edifici ed avere un piano pluriennale di controlli. E tra tante schede tecniche giustamente obbligatorie, quella che manca è proprio quella sismica. Quello che succede è che poi i sindaci si trovano da soli con sciami sismici che durano ore e ore e non puoi certo evacuare un’intera città ogni volta”.


Il progetto "Casa Italia" propone quindi di affermare la cultura della prevenzione e della messa in sicurezza.
Ancora difficile la stima sui tempi della ricostruzione, ma Renzi ha assicurato che l’obiettivo del Governo è “consentire agli sfollati di lasciare le tende il prima possibile per stare vicino al loro territorio, alle proprie radici”.
Il Ministro dell’economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, adotterà a breve il decreto di differimento dei tributi per i soggetti residenti nei Comuni in cui il terremoto ha provocato danni strutturali di gravità tale da impedire l’assolvimento degli obblighi fiscali. I comuni sono:
 
- nelle Marche Arquata del Tronto (AP), Acquasanta Terme (AP), Montegallo (AP), Montefortino (FM), Montemonaco (AP);
- in Abruzzo Montereale (AQ), Capitignano (AQ), Campotosto (AQ), Valle Castellana (TE), Rocca Santa Maria (TE);
- nel Lazio Accumoli (RI), Amatrice (RI);
- in Umbria Preci (PG), Norcia (PG), Cascia (PG), Monteleone di Spoleto (PG).


LE INIZIATIVE DELL'ABI PER CHI HA PERSO LA CASA

Come fare per chi resta senza una casa o di chi ha subito gravi o lievi danni al suo immobile? Fin dalle prime ore del disastro causato dal terremoto nel Centro Italia, l’Abi ha richiesto ai suoi membri di intervenire tempestivamente a fianco delle popolazioni colpite.


Lo scorso 26 ottobre l’Associazione Bancaria Italiana, insieme alla Protezione Civile e alle Associazioni dei Consumatori, aveva firmato un protocollo d’intesa sul tema degli interventi da parte degli istituti di credito in caso di calamità naturali. Alla luce di ciò l’Abi ha immediatamente iniziato un’attività di sensibilizzazione nei confronti dei suoi membri perché intervenissero subito con sospensioni dei finanziamenti ipotecari sugli immobili, che si trattasse di case, attività commerciali o industriali.


Diversi istituti di credito stanno, uno dopo l’altro, diffondendo le notizie dei loro interventi, sia che si tratti di raccolte di fondi sia che si tratti di rinvio delle rate di mutui e prestiti
- Intesa San Paolo e Unicredit hanno subito stanziato 250 milioni di euro ciascuno come plafond a cui accedere per gli interventi di ripristino sugli immobili danneggiati dal sisma. Unicredit, inoltre, ha predisposto una moratoria da 12 mesi sulle rate dei prestiti ad aziende e privati e sui mutui delle famiglie che hanno subito danni alle loro case.
- Anche Monte dei Paschi di Siena ha predisposto la sospensione dei pagamenti per gli abitanti delle zone colpite e ha garantito il massimo e immediato sostegno per chi dovesse aver smarrito carte, assegni o documenti bancari.
- Segue l’appello dell’Abi anche Deutsche Bank che rinvia i pagamenti da parte di chi ha sottoscritto un finanziamento e vive nell’area terremotata.
- Infine Banca Mediolanum e Gruppo Veneto Banca metteranno a disposizione fondi e finanziamenti per il ripristino di abitazioni e attività.


Fonti articolo: Monitorimmobiliare.itEdilportale.com 1Edilportale.com 2Edilportale.com 3Idealista.it, Immobiliare.it

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