Affitto a studenti, un mercato che non conosce crisi

Canoni e rendimenti più alti rispetto alla locazione tradizionale, maggior facilità di liberare la casa in caso si decida di venderla o utilizzarla diversamente, possibilità di optare per contratti ad hoc a canone concordato (con i relativi benefici fiscali).


Ma anche una sempre maggiore diffusione dell’home sharing come stile di vita: sono infatti molti i giovani che decidono di condividere lo stesso spazio abitativo come scelta e non (solo) per necessità, allargando ai lavoratori la platea dei possibili inquilini. 

 

Sono diversi gli elementi che stanno spingendo il mercato degli affitti universitari (e transitori). 


Con molti piccoli proprietari che orientano la scelta del proprio investimento immobiliare nella prospettiva di massimizzare il ritorno attraverso la locazione delle singole stanze, come testimonia anche il sentiment degli agenti immobiliari raccolto ogni settimana dai Focus Città di Casa24 Plus. Affittare a più inquilini permette infatti di spuntare canoni maggiori e minimizzare il rischio morosità.


Il mercato degli affitti universitari è stato uno dei segmenti che meglio ha resistito alla crisi e che meglio sta affiancando un rialzo delle quotazioni alla ripresa delle compravendite (complice la mancanza di una sufficiente offerta di residenze universitarie e di social housing). Secondo i dati diffusi da Immobiliare.it – pur con significative variazioni a livello locale – i canoni richiesti per l’affitto di una stanza sono cresciuti del 4% nell’ultimo anno e del 9% negli ultimi tre. 
Gli affitti liberi tradizionali sono invece aumentati solo dell’1,2%. Le richieste maggiori sono a Milano con 528 euro per una stanza con punte oltre i 600. Gli aumenti maggiori però si registrano a Firenze che segna un +13% (400 euro). La città più economia è invece Catania, con canoni sotto i 200 euro (-2%) , tra i soli tre centri in calo con Bari e Pisa (vedi grafico a lato).


"Le famiglie sono disposte a fare sacrifici per permettere ai figli di studiare nelle piazze migliori – commenta Carlo Giordano, ad di Immobiliare.it – come ad esempio Milano. E con il tempo i proprietari hanno capito che affittare agli studenti espone meno al rischio di morosità rispetto all’affitto alle famiglie. Inoltre gli studenti sono inquilini meno esigenti su alcune caratteristiche dell’immobile e preferiscono vivere in condivisione in una zona di prestigio rispetto a un monolocale in periferia. Se si individua quindi il tipo di appartamento giusto, dove ad esempio ci sia la possibilità di abbinare camere singole a un numero sufficiente di servizi, si può arrivare a massimizzare il rendimento, che può arrivare anche al doppio rispetto a una locazione tradizionale". 


Ipotizzando una media di rendimento da locazione “classica” del 4% lordo si può arrivare quindi al 6-8%, margini che poi però si dimezzano al netto di tasse e spese. Ma che stanno portando a un aumento dell’offerta (+3%, sempre secondo Immobiliare.it) a fronte di una domanda pressoché costante. Occorre tenere presente, però, che se l’offerta continuerà ad aumentare i prezzi dovrebbero frenare la loro corsa e difficilmente quindi nei prossimi anni si potrà spuntare lo stesso rendimento.


Inoltre, se si entra ora sul mercato, ci saranno da ammortizzare le tasse e le spese di acquisto iniziali. Chi pensa a un investimento di questo tipo, tuttavia, scommette in genere anche su un aumento delle quotazioni del mattone nel medio periodo, soprattutto considerando, dopo anni di cali dei prezzi, che si possono trovare buone occasioni d’acquisto, soprattutto nelle "zone intermedie" che possono essere adatte proprio agli studenti.


I canoni che si possono spuntare sul mercato nelle grandi città spesso non si conciliano con la possibilità di stipulare un contratto concordato, anche considerando gli sconti fiscali concessi in cambio di introiti più bassi della media (vedi articolo sotto). In questo modo, però, si perdono i vantaggi che può offrire il contratto per studenti: da un lato la possibilità di minimizzare sia il rischio morosità sia quello di avere lunghi periodi senza inquilini, visti i canoni più bassi che in teoria garantiscono una maggior probabilità che l’appartamento non resti vuoto o che l’inquilino non sia spinto a cambiare in cerca di canoni più bassi; dall’altro poter stipulare accordi che non vincolino la casa per i classici "4+4 anni" del contratto libero, ma solo per periodi da 6 mesi a 3 anni.


Secondo idealista.it l’età media di chi cerca una stanza in affitto è di 29 anni: fuori corso a parte, un’età che indica chiaramente come la condivisione della casa non riguarda solo gli studenti. Una curiosità: in 3 casi su 4 i coinquilini non sono dello stesso sesso.


Fonte articolo: IlSole24ore, vetrina web

Contratto d’affitto transitorio per universitari: vantaggi per locatore e studenti

Il mercato delle stanze in affitto è in forte espansione e i prezzi, nelle 14 città più ricercate dai fuori sede, sono in aumento anche quest’anno.

Per limitare il fenomeno degli affitti in nero è stato introdotto il contratto d’affitto transitorio per studenti universitari, che prevede benefici per locatore e conduttore.

 

Chi può richiedere questo tipo di contratto?

La richiesta può essere presentata se il locatario è iscritto a un corso di laurea, di perfezionamento o di specializzazione (master e dottorati), in una città diversa da quella di residenza. Il contratto può essere intestato allo studente stesso, a un gruppo di universitari o a un’azienda per il diritto allo studio.


Per poter stipulare questo tipo di locazione si dovrà utilizzare il modello previsto da eventuali accordi locali tra le associazioni di categoria dei proprietari e i sindacati degli inquilini, in assenza di tali linee guida si potrà fare riferimento al “modello base” contenuto nell’allegato E del Decreto Ministeriale del 30 dicembre 2002, reperibile sul sito del Ministero delle Infrastrutture.
All’interno del contratto, che dovrà essere registrato dal locatore, andranno indicati il corso di studi e l’università a cui è iscritto lo studente. Allo stesso modo devono essere presenti le informazioni sul canone mensile e sulle modalità di pagamento (bonifico, assegno, contanti…).


Uno dei vantaggi del contratto transitorio per studenti fuori sede è il poter accedere ad affitti calmierati. L’importo andrà individuato all’interno dei valori dei canoni convenzionati definiti dagli accordi locali tra Sindacati inquilini e Associazioni della proprietà. Il locatore può chiedere, anche se non è obbligatorio, un deposito cauzionale, da restituire al termine del contratto, potendone trattenere una parte, o l’intera somma, per danneggiamenti all’immobile.


La durata è un aspetto fondamentale di questa tipologia di contratti e si adatta alle esigenze tipiche degli studenti. Si va da un minimo di sei mesi a un massimo di tre anni, con un rinnovo automatico, per un secondo periodo di pari durata. Se alla prima scadenza lo studente non intende rimanere dovrà comunicarlo al padrone di casa, con un preavviso di almeno tre mesi. Una prerogativa, quella della disdetta al primo rinnovo, che non è prevista per il locatore.
Per lo studente è prevista anche la possibilità di recesso anticipato, con lo stesso margine di preavviso previsto per la disdetta, solo per “gravi motivi” (ad esempio una malattia o il decesso di un parente, che lo costringa a lasciare l’Università).


Se il contratto è intestato a un gruppo di studenti e uno di loro lascia l’abitazione l’importo del canone complessivo non cambia, quindi gli inquilini che restano pagheranno un affitto maggiorato finché non troveranno un sostituto.


A meno che non sia espressamente previsto da un patto tra le parti, agli inquilini è vietata la sublocazione o la concessione in comodato (gratuita) della stanza o dell’appartamento. È invece consentita la breve e occasionale ospitalità a titolo gratuito (ad esempio per quando i genitori vanno a trovare i figli). Il conduttore deve osservare il regolamento condominiale e farsi carico delle spese per la manutenzione ordinaria.

Detrazioni fiscali

A rendere interessanti queste tipologie di contratti c’è anche la possibilità di agevolazioni fiscali. Gli studenti, o i loro genitori, possono richiedere una detrazione Irpef del 19% su una spesa massima di 2.633 euro. Il requisito è che l’università disti almeno 100 chilometri dalla città di residenza dello studente e che l’immobile in affitto si trovi nella città sede dell’ateneo o in un comune limitrofo.

I proprietari, invece, potranno chiedere:

  • - una deduzione extra del 30% per chi resta alla tassazione ordinaria o cedolare secca al 10%;
  • - uno sconto del 25% su Imu e Tasi.

  • Fonte articolo: Immobiliare.it

Affitti, prezzi cresciuti del 4% in un anno; perchè?

L'anno accademico è in arrivo. Con una sorpresa sgradita per i fuori sede italiani: i canoni di affitto delle 14 città più popolate da universitari sono cresciuti del 4% nell'arco di un anno e del 9% su scala triennale, con una media di 416 euro per la stanza singola e 302 euro per le doppie in condivisione.


A rivelarlo è l'ufficio studi di Immobiliare.it dopo un'analisi che ha coinvolto i Comuni che attraggono più studenti dall'esterno. 

CITTÀ E PREZZI

Il podio del "caro affitto" vede in cima Milano con singole a 528 euro (+4% rispetto al 2016) e doppie a 388 euro (+12%), seguita da Roma (singole stabili a 439 euro ma doppie in crescita dell'11%, a 333 euro) e Firenze (singola a 401 euro e doppia a 284 euro, con un incremento del 13 e del 14%). In quarta posizione si ripresenta Bologna, anche se il risultato non è da incorniciare: prezzi in aumento a +8,5%, con 355 euro al mese per una singola e 260 per una doppia.


Crescono del 2% i canoni richiesti a Siena, dove per la singola si spendono 336 euro e per la doppia 245 euro a posto letto. Chi sceglie Venezia per studiare o lavorare deve metter in conto una spesa più alta dell’anno scorso: +6% per le singole (333 euro) e +10% per un posto in doppia (252 euro).
Superano di poco i 300 euro i costi per le singole a Napoli, Pisa e Pavia; ma nel capoluogo partenopeo si è assistito a un maggiore aumento dei prezzi delle doppie, cresciuti del 14% in un anno (240 euro al mese).


Le due città più economiche si rilevano essere Palermo (199 euro la singola e 160 la doppia, anche se i costi sono cresciuti del 10%) e Catania: 196 euro e 147 euro, in questo caso però in discesa del 2% rispetto a un anno fa.


Perché i prezzi crescono (soprattutto per le doppie)

Il quadro è anche parziale, perché in città come Milano e Roma si raggiungono costi di oltre 600 e 500 euro per le stanza singole. Ma la crescita più significativa è, in proporzione, quelle delle doppie: nella stessa Milano il rincaro anno su anno (+12%) è pari a tre volte quello delle stanze singole (+4%), mentre a Roma il gap si fa più evidente con prezzi stabili per le stanze "private" e in aumento dell'11% nel caso delle camere in condivisione.


Ma da cosa dipende la crescita dei canoni, con la sua impennata negli ultimi tre anni? A quanto spiegano da Immobiliare.it, l'aumento di prezzo degli alloggi per studenti deriva dalla "concorrenza" di una categoria vicina a livello anagrafico: i giovani lavoratori. Contratti a tempo, rapporti di lavoro freelance e redditi poco sopra i mille euro mensili hanno reso più conveniente optare per abitazioni condivise, piuttosto che puntare direttamente su un immobile privato. 


Per farsene un'idea basta dare un occhio alle retribuzioni medie di un target che dovrebbe essere privilegiato, almeno sulla carta: i laureati. Secondo i dati del consorzio interuniversitario AlmaLaura, un neo-dottore guadagna una media di 1.138 euro netti a un anno dal titolo. Nella sola Milano, basta l'affitto di una singola (528 euro) ad erodere quasi metà dello stipendio. Con un monolocale, affittato anche per 800 euro mensili, si rischierebbe di versare in affitto oltre il 70% delle proprie entrate.


Da qui il ripiego sull'home sharing e il rialzo, conseguente, sulla media dei costi. Come spiega Carlo Giordano, Amministratore delegato di Immobiliare.it, "il tasso di coabitazione dei lavoratori cresce a ritmo superiore di quello degli studenti – dice – Ed essendo i lavoratori più esigenti, è normale che ci sia un aumento dei costi». La logica, prosegue Giordano, è quella di un compromesso: "Insomma – dice – va bene accettare per una casa condivisa, ma "almeno" in stanze singole e pagando di più per alcuni servizi".


Dalle detrazioni alle strategie di ricerca, come si ammortizzano i costi 

Il prezzo intero può essere comunque ammortizzato, se si tengono in considerazione alcuni accorgimenti. Il primo sconto è di natura fiscale, con la detrazione del 19% che scatta per tutti gli affitti pagati dai genitori di studenti iscritti in atenei di città ad almeno 100 chilometri di distanza dal Comune di origine. La misura si applica fino a un tetto di 2.633 euro di spesa, per un risparmio effettivo massimo di circa 500 euro.


In chiave più strategica vale il fattore del tempismo e di un bilancio tra costo e ubicazione dell'alloggio: "Prima di tutto bisogna iniziare a cercare con almeno due-tre mesi di anticipo, per non trovarsi ad accettare costi eccessivi- dice – E comunque, valutare bene aspetti come la mobilità: vale davvero la pena escludere un alloggio per evitarsi 10 minuti di metro, in città come Milano? Se si accetta questo, si può arrivare a risparmiare anche 100 euro al mese".


Fonti articolo: IlSole24ore.com, Helpconsumatori.it

Agli italiani l'affitto piace sempre di più

Secondo l’Ufficio Studi di Immobiliare.it, nel corso del 2016 l’offerta di immobili in locazione è aumentata dell’1,3% e la domanda del 2,1%.


L’incremento delle richieste ha portato un conseguente aumento di prezzi, segnando un +1,2% negli ultimi dodici mesi.

 

Carlo Giordano, amministratore delegato di Immobiliare.it : "Questi numeri mostrano come l’affitto, in Italia, stia sempre più diventando una forma abitativa concorrenziale rispetto all’acquisto di un immobile. Per comprare la prima casa è ormai consolidata l’abitudine di attendere che si costituisca un nucleo familiare e, fino ad allora, si preferisce la locazione. Sul fronte dell’offerta, oggi i proprietari hanno sempre più strumenti per tutelarsi, dalla fidejussione fino alle polizze contro la morosità: così chi non era pronto a vendere e preferiva tenere sfitto il suo immobile, ora è portato a rimetterlo sul mercato".


Le metropoli, insieme alle città popolate da studenti universitari, stanno trainando l’intero settore. La classifica delle dieci città più care è aperta da Firenze, seguita a breve distanza da Venezia, Milano e Roma. Completano la lista, nell’ordine, Bolzano, Como, Bologna, Napoli, Siena e Pisa. In tutte queste città, l’offerta di immobili in locazione sta aumentand con un picco del +3,1% a Bologna, seguita da Bolzano che ha fatto registrare un aumento del 2,8% e Como con +2,6%, località che attraggono anche utenti stranieri.


Per la domanda, è Milano a posizionarsi in testa alla classifica, con un incremento annuale del 3,1%; al secondo e al terzo posto Bologna che ha fatto registrare una crescita del 2,7%, e Roma con +2,6%.


L’andamento dei prezzi non è uniforme in tutta Italia: in alcune regioni è più visibile un trend di stabilità, in altre si rilevano oscillazioni più forti. In Sicilia i canoni richiesti risultano in aumento del 3% rispetto allo scorso anno; segnano incrementi importanti anche le Marche, dove si evidenzia una crescita del 2,8%, la Sardegna e il Veneto dove l'aumento è stato del 2,3%. Le contrazioni maggiori si registrano invece in Molise e in Puglia.  
Nella classifica delle regioni è il Lazio a riconfermarsi quella più cara, a seguire Lombardia e Toscana. Chiudono la classifica il Molise e la Calabria.


Fonte articolo: Monitorimmobiliare.it

Affitti canone concordato, le nuove regole

I canoni "concordati" saranno rivitalizzati dal nuovo decreto delle Infrastrutture del 16 gennaio (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 15 marzo ).


Le regole per la pattuizione locale vengono rinnovate mantenendo l'impianto di base ma con alcune novità.

La prima novità è che le associazioni e sindacati "attesteranno la rispondenza del contratto di locazione" ai contenuti degli accordi sottoscritti in sede locale (sinora questa facoltà era riservata alle commissioni di conciliazione). Il loro intervento resta facoltativo e devono essere coinvolte a richiesta delle parti che formano il contratto di locazione. Tuttavia è prevedibile che un contratto "rispondente" alla legge ha meno possibilità di essere oggetto di contenzioso e quindi il ricorso alle associazioni aumenterà. Inoltre, agli accordi parteciperanno anche le Onlus in rappresentanza delle esigenze abitative di lavoratori migranti.


Il decreto non interviene sulla questione dell'elenco dei Comuni in cui è possibile fare accordi territoriali (quelli che fissano le fasce dei canoni) e, quindi, firmare contratti per canoni concordati. Infatti era già possibile siglare contratti a canone concordato dovunque: attualmente, segnala Confedilizia, lo prevede l'articolo 1, comma 13, del Dm del 30 dicembre 2002). In ogni caso l'elenco dei Comuni con “tensione abitativa” è stato steso dal Cipe (ed è consultabile sul sito di Confedilizia). In gni caso, l'accordo territoriale non è, allo stato, "presupposto necessario”"per la stipula dei contratti concordati: in caso di mancanza di accordo, infatti, interviene il decreto ministeriale sostitutivo.


Altre novità riguardano i contratti per esigenze "transitorie", i cui canoni sono gli stessi dei contratti concordati con durata 3 anni + 2 (aumentati sino al 20 per cento): questi potranno essere definiti solo nei Comuni con oltre 10mila abitanti.
I contratti per studenti, infine (anch'essi hanno i canoni uguali a quelli concordati e senza maggiorazione), sono estesi anche a chi segue master, dottorati, specializzazioni o perfezionamenti. Sono esclusi i contratti stipulati con gli studenti dei programmi Erasmus, dato che questi restano iscritti alla facoltà di provenienza.


Si tratta – a parere di Confedilizia – di una novità di particolare rilievo che, tuttavia, "Non potrà determinare effetti positivi sugli affitti a canone calmierato fino a quando non saranno varate due misure indispensabili per il comparto" e cioè, secondo Confedilizia, stabilizzazione della cedolare secca al 10%, attualmente prevista solo per il 2017, estensione a tutta Italia e introduzione di un limite alla tassazione patrimoniale Imu-Tasi sugli immobili locati a canone calmierato, "per esempio attraverso la fissazione di un'aliquota massima del 4 per mille".


Per il Sunia (sindacato inquilini) "è un atto indispensabile per stabilire il quadro entro il quale debbono essere definiti gli accordi territoriali". Si apre ora, dice il segretario generale Daniele Barbieri, "Una nuova fase di rinnovo e aggiornamento degli accordi territoriali per gli oltre 700 Comuni ad alta tensione abitativa e per quelli per i quali sia stato deliberato lo stato di emergenza".


Per il fac simile del contratto 3+2 cliccare qui 
Per il fac simile del contratto per studenti cliccare qui 
Per il fac simile del contratto per esigenze transitorie cliccare qui


Fonte articolo: Ilsole24ore.com

Scuola: quanto pesano i libri sulle famiglie? Consigli per risparmiare

Ogni anno l’acquisto dei libri di scuola e del materiale scolastico può diventare un vero salasso per le famiglie.


Per i licei, per esempio, con l’acquisto dei dizionari e del resto del materiale scolastico, la spesa per i libri può arrivare attorno ai mille euro, o anche oltre. Al punto che molti iniziano a fare ricerche sui prezzi con largo anticipo, per riuscire a spuntare le offerte migliori.

 

 

Secondo Trovaprezzi.it, sito di comparazione di prezzi e di prodotti di svariate categorie merceologiche, già a partire dal trimestre aprile-giugno 2016 gli italiani hanno effettuato circa 300mila ricerche nel comparto scolastico. Gli esperti del motore di comparazione sottolineano che "fare una lista di quello che serve, confrontare i prezzi e la qualità dei prodotti, oltre a monitorare le promozioni può essere utile a spendere fino al 40% in meno".
In tema di libri scolastici, nella ricetta per risparmiare compaiono anche altri ingredienti: la scelta di comprare testi usati, oppure quella di fare gli acquisti online o attraverso la grande distribuzione.


L'USATO

Ricorrendo all’usato – sui mercatini, nei negozi o su siti specializzati come quello del Libraccio o sullo stesso sito di Amazon – si abbatte enormemente la spesa, perché si possono trovare testi alla metà del prezzo di copertina. Il vantaggio economico può essere massimizzato, inoltre, vendendo i libri che non vengono più utilizzati. Comprando dal Libraccio, sia online sia nei negozi, si ottiene una garanzia sulla scolastica usata: se si cambia scuola, se la propria classe viene sciolta, il professore cambia testo o vuole l’edizione aggiornata, ma anche se c’è un errore nella lista, si può ottenere il cambio del volume gratuitamente. E sull’acquisto del nuovo libro si ha diritto a un buono sconto pari al 15% del valore dell’acquisto effettuato, spendibile su prodotti di cartoleria o libri non scolastici.


GLI SCONTI ONLINE

Se invece si preferisce comprare libri nuovi, si può provare con l’acquisto online. Amazon per esempio anche quest’anno ha lanciato l’operazione Amazon 15 e lode, con cui si possono ottenere tutti i libri direttamente a casa con uno sconto del 15% del prezzo di copertina. Collegandosi a www.amazon.it/15elode e selezionando scuola e classe dei propri figli si ottiene con un click l’intera lista dei libri adottati da quella classe, che può essere direttamente aggiunta al carrello di Amazon, senza dover fare ricerche per ogni singolo testo. E la spedizione è gratuita oltre i 19 euro di spesa.


Inoltre, se non si è ancora provveduto a comprare zaino, astuccio o altro, dal 5 all’11 settembre su Amazon ci sono una serie di offerte scontate anche per i prodotti scolastici. Anche sul sito del Libraccio si possono interrogare direttamente i dati delle anagrafiche e delle adozioni scolastiche forniti dall’Associazione Italiana Editori con la collaborazione del ministero della Pubblica istruzione per ottenere la lista dei libri.


GLI SCONTI IN LIBRERIA E NELLa grande distribuzione

Lo sconto non è un’esclusiva dei siti, tuttavia: anche in molte librerie fisiche è possibile trovare testi scontati fino al 15%, che è il tetto massimo di riduzione sul prezzo di copertina consentito dalla legge per i libri nuovi. Ma se si vuole spuntare qualcosa in più è possibile tentare la ricerca dei libri necessari per la dotazione scolastica nella grande distribuzione. Anche se per legge non si possono applicare sconti superiori al 15%, molti supermercati offrono una percentuale di riduzione maggiore, perché lo sconto non viene fatto sul costo del libro ma tramite buoni per l’acquisto di altri prodotti del punto vendita.


Conad, per esempio, offre ai possessori di carte fedeltà la possibilità di ordinare i libri online e di ottenere all’acquisto buoni sconto del valore del 25% del costo dei libri. Ordinando la lista dei libri a Esselunga si ottiene lo sconto diretto del 15% sull’acquisto ma anche i buoni Amici di Scuola 2016. I buoni vengono consegnati alla propria scuola, che poi potrà chiedere gratuitamente attrezzature informatiche e materiale didattico presenti nel catalogo. Prenotando da Carrefour negli ipermercati aderenti si ottiene la restituzione del 20% del costo di copertina in buoni acquisto. Anche nella catena Simply (gruppo Auchan) si possono ordinare le liste dei libri scolastici ottenendo buoni acquisto pari al 20% del loro valore. E coupon dello stesso importo sono offerti sull’acquisto dei libri anche nei supermercati Despar (anche Eurospar e Interspar). Alla Coop, nei supermercati in cui è valida l’iniziativa si ottiene uno sconto sul prezzo di copertina del 15%, ma per i soci Coop Alleanza 3.0, è previsto un ulteriore buono sconto del 5%, calcolato sull’importo pagato al momento del ritiro.


IL LIBRO DIGITALE

L’usato è la strada più ricercata per risparmiare sui libri scolastici. Gli “sconti” rispetto al nuovo arrivano fino al 50%. Ma c’è un’altra via che può essere presa in considerazione: il libro digitale. "Tutti i libri ormai escono nella versione sia cartacea sia digitale – commenta Edoardo Scioscia, fondatore di Libraccio –. E con la versione digitale si arriva mediamente a risparmiare intorno al 30%", un po’ meno, quindi, rispetto allo “sconto” che si ottiene con l’usato. Con il supporto digitale, però, si ha a disposizione uno strumento interattivo, arricchito di contenuti multimediali, che cambia completamente il modo di studiare. Purtroppo, l’Italia è molto indietro nel processo di digitalizzazione delle scuole. Gli istituti che hanno dotato le classi di tablet o e-reader per una didattica 2.0 sono davvero pochi, anche se negli ultimi anni sta crescendo la sensibilità verso l’innovazione digitale. 


Fonte articolo: IlSole24Ore, vetrina web

Affitti a studenti: un mercato che vale decine di milioni

Affittare casa ai circa 55mila studenti stranieri che ogni anno scelgono l’Italia, frutta almeno 15 milioni di euro ai proprietari di immobili. Ma per triplicare gli introiti basterebbe immettere in questo mercato i migliaia di locali sfitti sparsi per le principali città italiane.


La stima arriva da Uniplaces, portale internazionale di annunci che lavora come una sorta di “Airbnb degli affitti” per studenti.

Il dato sui ricavi complessivi si limita alle prime 5 sedi universitarie per arrivi di stranieri (Roma, Milano, Bologna, Torino e Firenze) ed è calcolato moltiplicando questi numeri per il costo medio di un affitto in camera singola rintracciabile sul portale. A Roma, ad esempio, una singola viaggia intorno ai 433 euro al mese, che rapportati ai circa 12mila studenti stranieri genera un guadagno di 5,2 milioni. Dato simile per Milano, che ospita un numero leggermente inferiore, ma dove una stanza sfiora i 500 euro al mese, mentre Torino accoglie circa 5mila studenti ma è meno cara (circa 417 euro al mese) e il ricavo totale è intorno ai 2 milioni.


"Il numero di arrivi è in crescita costante. E gli studenti stranieri sono il tipo di inquilino ideale – ragiona Luca Verginella, marketing manager di Uniplaces per l'Italia –. Dispongono di una capacità di spesa generalmente alta, sostenuta dai genitori, e soggiornano per periodi medio lunghi dando quindi una continuità di reddito". Senza, però, rappresentare un vincolo rigido come potrebbe essere l'affitto di un immobile a una famiglia residente con il classico contratto 4+4.


Inoltre, la società ha stimato il potenziale di ricavi nelle due piazze maggiori, Roma e Milano, ipotizzando di mettere sul mercato i circa 12mila alloggi sfitti presenti (stima di Scenari Immobiliari). Numero moltiplicato per l'affitto medio di un trilocale con due camere singole. Nella capitale, dove l'affitto di un trilocale di quel tipo rende in media 860 euro al mese, i circa 7.200 spazi vuoti darebbero luogo a 6,2 milioni di guadagno extra. Nel capoluogo lombardo ci sono invece 6.500 alloggi sfitti che potrebbero generare 12 milioni. "Ed è una cifra che lieviterebbe in un attimo prendendo in esame il resto della regione, dove si concentrano atenei importanti come Pavia, Bergamo e Brescia", aggiunge Verginella.


Ma anche in assenza di atenei, i Comuni che gravitano attorno alle aree ad alta densità di studenti beneficiano di questa presenza e si tratta di un trend in ascesa. Un recente report di Tecnocasa, ad esempio, ha messo in luce come a Cesena sempre più proprietari mettano a disposizione gli immobili ai ragazzi che frequentano l'università a Bologna, con canoni compresi tra 250 e 350 euro per camera, a patto che le abitazioni siano nei pressi della stazione ferroviaria.


E che ci sia fermento nel segmento del real estate per studenti lo dimostrano diversi altri indicatori. Tra i portali, ha appena aperto un'iniziativa rivolta in particolare ai ragazzi cinesi in arrivo, chiamata Yi-ton. E uscendo dal segmento dei singoli proprietari, per dare uno sguardo agli investitori professionali, l'ultima ricerca sul 2016 di Cbre (Emea Investor Intentions Survey 2016) segnala che il 20% dei grandi investitori intervistati già possiede investimenti nello “student housing” e il 15% di loro ha intenzione di metterne a segno di nuovi nel corso dell'anno. Mentre il 12,7% entrerà in questo segmento per la prima volta (erano solo l'8% nel 2015).


La stessa piattaforma Uniplaces, alla fine del 2015, ha ottenuto un finanziamento Serie A da 24 milioni di euro, per il suo piano di espansione, condotto dalla società di investimenti Atomico, che coinvolge anche Caixa Capital e Octopus Investments, che già figurava tra i sostenitori della start up.


Fonte articolo: Casa24.ilsole24ore.com

Studenti e affitti: dove si paga di più

 


Posti letto leggermente più cari (+4%) rispetto al 2014 per gli studenti universitari, che quest’anno spenderanno una media di 243 euro al mese, con punte medie di 311 euro per le stanze singole, più costose del 25% e del 27% rispetto alle doppie (233 euro) e alle triple (226 euro).


A dirlo è una ricerca di Solo Affitti che ha incoronato Milano la città con i posti letto più cari d’Italia (397 euro al mese). 

 

 

Secondo la ricerca condotta nelle principali città universitarie, gli studenti sono disposti a sostenere questi maggiori costi pur di avere un appartamento arredato con mobili moderni. A questa richiesta, indicata come prioritaria nel 41% dei casi, si associa anche la preferenza per la stanza singola (37%).


Un requisito essenziale, indicato da quasi tutti gli studenti, è la vicinanza della casa ai mezzi pubblici (78%) o alla facoltà (67%) mentre non è un fattore importante che nell’appartamento vivano persone tutte dello stesso sesso: solo uno studente su cinque (19%) ha fatto questa richiesta.


Le città universitarie più care.
Milano è la città con i posti letto più cari d’Italia (397 euro al mese). Gli studenti degli atenei meneghini pagano tra i 400 euro e i 500 euro per una stanza singola e tra i 300 e i 400 euro per un poso letto in camera doppia. Più convenienti gli affitti per gli studenti universitari nella Capitale, con una media di 338 euro al mese e i prezzi delle stanze singole che variano dai 350 a 400 euro e quelli delle doppie da 225 a 300 euro. Il costo dei posti letto è più alto della media nazionale a Venezia (300 euro al mese), Firenze (283 euro), Napoli (275 euro) e Bologna (260 euro), mentre a Siena e Trento si pagano 7 euro in più della media.


E le più economiche.
Palermo è la città universitaria meno cara d’Italia (143 euro al mese a posto letto). Nel capoluogo siciliano il costo di una stanza singola si aggira attorno ai 200 euro mensili, mentre non supera i 150 euro l’esborso per una doppia. Prezzi competitivi sono stati rilevati anche in città del Centro-Nord come Genova (175 euro), Torino (176 euro) e Perugia (178 euro), mentre al Sud i prezzi sono più alti a Catanzaro (200 euro mensili), Bari (215 euro) e Pescara (230 euro).


Tipologia contrattuale più diffusa.
Nelle locazioni per studenti, è il contratto per studenti fuori sede a canone concordato (60%) il più diffuso, che grazie agli accordi territoriali tra le associazioni di inquilini e proprietari prevede canoni calmierati rispetto alle medie di mercato a favore dei locatari e vantaggi fiscali per i padroni di casa (per esempio l’aliquota della cedolare secca ridotta al 10%, contro il 21% previsto negli altri casi).


Questa tipologia di contratto è la più diffusa a Trieste (100%), Pescara (100%) e Genova (99%), così come sopra la media sono Firenze (80%), Roma (79%), Torino (76%) e Bologna (72%). Più bassa la diffusione del canone concordato a Bari (40%), Perugia (35%) e Palermo (10%), probabilmente perché gli accordi territoriali sono datati e i “canoni calmierati” troppo lontani dai prezzi di mercato.


Quasi nullo l’impiego del canone concordato a Milano e Napoli, anche perché in queste città gli accordi sono stati aggiornati, dopo quindici anni, soltanto lo scorso mese di luglio. Il contratto transitorio è applicato in un caso su cinque (21%), mentre in un caso su 10 si applica la formula tradizionale del “4+4”. Seppur residuale (9%) esiste anche la possibilità di utilizzare il contratto a posto letto, un contratto completamente libero che può essere stipulato per una porzione dell’immobile in cui il proprietario abita direttamente.


Fonte articolo: http://www.idealista.it/news/immobiliare/residenziale/2015/10/06/117858-vita-da-studenti-le-citta-dove-affittare-un-posto-letto-costa-caro-e-quelle-piu

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