Rialzo prezzi case previsto per il 2016

I prezzi delle case torneranno a salire quest'anno nella maggior parte dei mercati europei sulla spinta del miglioramento delle condizioni economiche e dei bassi tassi dei mutui. Sono in estrema sintesi le previsioni di S&P, Standard and Poor's.


Il maggior rialzo è previsto in Irlanda (+9%), seguita dall’Inghilterra (+7%),dalla Germania (+5%) dal Portogallo (+4%) e dall'Olanda (3%). Anche i prezzi della Spagna torneranno a crescere (+2,5%).



Solo i mercati francese e belga continueranno a calare (-3% e -2% rispettivamente), a causa delle deboli condizioni economiche nel caso della Francia e dei tagli alle agevolazioni sui mutui in Belgio.

Notizie positive anche per l’Italia, dove le quotazioni quest’anno "porranno fine al loro ribasso". Per poi aumentare del 2,5% nel 2016 e del 3% nel 2017.
Tuttavia, pur rilevando "l'incipiente ripresa" del mercato residenziale, S&P segnala che la ripresa economica alquanto fiacca e il tasso di disoccupazione ancora elevato limiteranno comunque la domanda di alloggi. I mercato del real estate italiano, per altro, "non mostra significativi segnali di sopra-valutazione". Lo studio sottolinea che il rapporto “price-to-income” è calato vistosamente dai massimi segnati nel 2009 ed è ora vicino alla media di lungo termine.


Similmente, il “rapporto-prezzi-affitti” indica una sottovalutazione del mercato di circa il 4%. Tra il 2000 e il 2008, i prezzi delle case in Italia sono saliti del 50% in termini reali, ma tra il secondo semestre del 2008 e il 2014 sono calati del 25%, tornando ai livelli del 2002.


Fonte articolo: http://www.casa24.ilsole24ore.com/art/mercato-immobiliare/2015-07-30/sp-cresce-mattone-europa-italia-stop-calo-prezzi-quest-anno-e-25percento-2016-175924.php?uuid=ACalgJa

Il Real Estate riparte da Milano

Un fermento nuovo permea Milano. La sfilata di star giovedì scorso all’inaugurazione dello spazio Silos di Giorgio Armani o la coda chilometrica di chi si mette in fila per un biglietto dell’Expo 2015 ne sono un esempio. Energia che si respira anche sul fronte immobiliare. Perché è questa la meta italiana dove i capitali internazionali cercano “casa”.
Metropoli del mondo messa quasi sullo stesso asse delle capitali europee, Milano ha ritrovato la vitalità e la creatività della città “da bere” degli anni Ottanta, ripulita da eccessi e sbavature. 
Buona parte di quel 70% di investitori esteri che nell’ultimo anno hanno dominato il real estate italiano ha scelto le strade all’ombra della Madonnina come meta principale, ripiegando su altri centri soltanto per la mancanza di offerta. E la città si offre con una skyline di grattacieli ultramoderni, alcuni incoronati tra i più belli del mondo come è avvenuto per il Bosco Verticale di Stefano Boeri.

 

Dagli investitori meno conosciuti alle operazioni con protagonisti noti, come l’acquisto da parte del fondo sovrano del Qatar del 100% del complesso Porta Nuova sviluppato da Hines Italia (in due tranche, l’ultima del 60% siglata a fine febbraio e per la quale l’emiro avrebbe speso tra i 500 e i 700 milioni di euro di equity, il resto è debito), il real estate raccoglie dopo quasi sette anni di crisi la forte liquidità che viaggia nel mondo in cerca di rendimenti appetibili e da qualche mese anche il ritorno di interesse dei compratori con una moneta “forte” rispetto all’euro. Ed è sempre qui che ha fatto il suo primo acquisto italiano poco più di una decina di giorni fa la conglomerata cinese Fosun, sbaragliando la concorrenza con un’offerta di 345 milioni di euro per lo storico Palazzo Broggi, ex sede di Unicredit in piazza Cordusio. 

Sul fronte residenziale il capoluogo lombardo conta sei trimestri consecutivi – da giugno 2013 fino a fine 2014 - di rialzi nelle compravendite (15.899 le transazioni registrate nel 2014, in aumento del 9,4% su un anno prima). Negli ultimi tempi, e i numeri si vedranno nelle prossime rilevazioni dell’Osservatorio dell’agenzia delle Entrate, anche la debolezza dell’euro e la risonanza dell’Expo hanno riportato potenziali acquirenti privati da Stati Uniti, Inghilterra, Asia e Medio Oriente a considerare di investire qui. Ma anche di molti svizzeri che contano sugli sconti dovuti alla rivalutazione del franco. 
I compratori internazionali cercano alloggio nelle molte riqualificazioni di lusso, quasi tutte in centro, che recuperano palazzi storici e li mettono sul mercato oggi, lontano dai tempi d’oro ma ancora con prezzi elevati, spesso oltre 10mila euro al metro quadrato. Dalle residenze di via Illica disegnate da Michele De Lucchi (da 12mila al metro quadrato) all’indirizzo Ponte Vetero 16-18 dove un edificio nuovo si compone di appartamenti i cui prezzi variano tra 11mila e 13mila euro al metro quadro. 

Nella partita degli immobili non residenziali il fondo americano Blackstone è stato unico player per qualche mese, il primo a scommettere sul nostro Paese, senza aspettare crolli delle quotazioni del mattone come avvenuto in Spagna e Irlanda, Paesi con i quali siamo stati a lungo gemellati dai più. E il fondo Usa ha scelto di concentrare il proprio patrimonio a Milano, dove ha rilevato diversi complessi per uffici in zone centrali, l’ex Palazzo delle Poste in piazza Cordusio e prima ancora la storica sede del Corriere della Sera in via Solferino. 

"Se nel 2014 c’erano dieci investitori internazionali che compravano immobili in Italia, oggi sono 50 – dice Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari -. L’offerta è scarsa, ma sul mercato arriveranno alcuni miliardi di euro di edifici dai fondi immobiliari che devono dismettere il patrimonio perché arrivati a scadenza". 
Le operazioni di sviluppo in città non mancano, ma molte sono state bloccate per anni. Si spera che l’ondata di liquidità e i tassi di interesse al lumicino le facciano ripartire. La più attesa, e discussa, è quella del Portello, dove potrebbe arrivare lo stadio del Milan o un centro per i cittadini tra arte e musica (il Magnete di Prelios sembra l’altro dei quattro progetti in pole position). Ci sono ampie aree con potenzialità di recupero all’interno della città. E un segmento che viaggia proprio sul filo della trasformazione è quello degli hotel, che sta beneficiando dell’effetto Expo. Oltre al Gallia appena aperto e al Mandarin, non sono pochi gli investitori internazionali che cercano palazzi in centro da riconvertire in alberghi extra lusso “all suite”. Per i quali si potrebbero recuperare, con regole più elastiche per il cambio di destinazione d’uso, parte di quel milione e più di metri quadrati di uffici sfitti in città e che solo in parte saranno riassorbiti dal mercato direzionale. 
L’ultima sfida sarà la riconversione delle aree dove oggi sorgono i padiglioni dell’Esposizione Universale. Ma i valori in gioco sono alti e non è facile prevedere a breve sviluppi positivi.

Fonte articolo: http://www.quotidiano.ilsole24ore.com/vetrina/edicola24web/edicola24web.html?testata=S24&edizione=SOLE&issue=20150505&startpage=1&displaypages=2

 

 

Previsioni di crescita per tutto il real estate italiano

Il colore dominante nei prossimi mesi per il real estate nostrano sarà il grigio chiaro. Il rapporto 2015 di Scenari Immobiliari afferma che dopo un accenno di ripartenza lo scorso anno (+1,8%), ci sono le fondate premesse per un ulteriore miglioramento sia per l’abitativo sia per il non residenziale. Il giro d’affari complessivo del real estate italiano è previsto in crescita del 3,7% quest’anno, per arrivare a 112 miliardi. Altro aumento, del 7%, nel 2016, quando il mercato, con 120 miliardi, sarà comunque sotto ancora rispetto al 2010; bene quindi, ma il boom è destinato a rimanere un ricordo.

 

Per quanto riguarda la casa, il 2014 si è chiuso con un fatturato di 81 miliardi di euro, con un aumento dell’1,2% su base annua; la lieve discesa dei prezzi, attorno al 2%, è stata infatti compensata da un aumento delle transazioni di pari entità e riguardante acquisti di maggior valore unitario. Con la crisi i valori hanno comunque lasciato sul campo nei capoluoghi tra il 15% nelle zone centrali e il 27% delle periferie. Per il 2015 sono previste 450mila compravendite, destinate a salire a mezzo milione l’anno prossimo. Il fatturato è stimato in crescita a 84 miliardi quest’anno per balzare a 91, anche grazie alla moderata ripartenza dei prezzi, nel 2016.

Uffici, crisi alle spalle. Per quanto riguarda il non residenziale, la buona notizia, soprattutto per i fondi immobiliari che in Italia hanno un portafoglio molto sbilanciato sugli uffici, è che per il mercato del terziario la fase peggiore è alle spalle. Rimane alto lo sfitto, a Milano più che a Roma, ma nei business district la situazione è in miglioramento. Le previsioni per il comparto sono di un giro d’affari di 6,2 miliardi di euro, con un incremento del 3,3% rispetto allo scorso anno; un ulteriore aumento del 4,8% dovrebbe portare nel 2016 il fatturato complessivo a 6,5 miliardi.

Scenari immobiliari concorda con l’analisi di altri osservatori, già riportate daCorriere Economia, secondo le quali le migliori perfomance nel 2014 sono state registrate dal commerciale. Il mercato dei negozi nelle strade ad alto afflusso di pubblico e degli shopping center ha ripreso quota presso gli investitori istituzionali non solo perché i rendimenti offerti sono elevati (uno-due punti più degli uffici) ma anche perché la crisi ha dimostrato che i retailer di richiamo della moda (gli inquilini ideali per le proprietà) non corrono rischi quando cadono i consumi: negli ultimi anni nonostante la recessione in Italia i bilanci delle insegne più trendy sono sempre saliti. Il giro d’affari immobiliare del comparto nel 2014 ha registrato un incremento del 10,4 per cento, sfiorando gli otto miliardi. Le previsioni sono di una crescita quest’anno e il prossimo al medesimo ritmo.

Più logistica. Per quanto riguarda la logistica, Scenari computa il giro d’affari 2014 in poco meno di 4 miliardi, con prospettive di incremento limitato nel biennio. I rendimenti sono ottimi (fino al dieci per cento) ma è in corso un processo di accorpamento dei magazzini più piccoli in strutture più grandi, con il rischio che sul mercato vengano immessi immobili usati di scarso interesse per gli utilizzatori.

Infine, per l’alberghiero il rapporto vede ottime prospettive: il settore ha tenuto bene negli anni della crisi e per i prossimi mesi può contare su un’accoppiata eccezionale: Expo e Giubileo. Se il sistema turistico riuscirà a «fidelizzare» almeno una parte dei milioni di turisti in arrivo per i due eventi non ci guadagneranno solo i proprietari degli hotel e i gestori delle strutture, ma tutto il sistema Paese.

Fonte articolo: http://www.corriere.it/economia/confronta_e_risparmia/mutui/15_aprile_03/mercato-cinquanta-sfumature-ripresa-e1ab629e-d7a4-11e4-82ff-02a5d56630ca.shtml

 

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