IMU e TASI, guida al pagamento

 

Scade il 16 giugno il termine di pagamento degli acconti Imu e Tasi 2015 e sono milioni i contribuenti che in queste settimane dovranno calcolare quanto versare di imposte sugli immobili. Per calcolare Imu e Tasi 2015, esattamente come l’anno scorso, si parte dalla rendita catastale, riportata sul rogito, si rivaluta del 5% e al risultato si moltiplica il coefficiente del proprio immobile. Alla cifra ottenuta si applicano le aliquote Tasi e Imu stabilite dai propri Comuni di residenza e, nel caso della Tasi, al risultato ottenuto bisognerà sottrarre eventuali esenzioni, se previste per le abitazioni principali e relative pertinenze.

 

Si attendono ancora nella maggior parte dei casi le delibere dei Comuni di nuove aliquote e detrazioni e nei Comuni che non riusciranno a deliberare entro fine mese le nuove aliquote i cittadini devono calcolare gli acconti sulle aliquote 2014, per poi fare il conguaglio con il saldo di dicembre effettuato sulle nuove aliquote 2015. E’ consigliabile, dunque, che contribuenti e i professionisti verifichino prima le aliquote di pagamento di ogni Comune per effettuare i giusti calcoli. Tra i Comuni che hanno deliberato già le nuove aliquote, le grandi Bologna e Firenze, ma anche Livorno, Arezzo, Padova, Vicenza, Potenza, Rimini, Modena, Pescara, Cagliari, e Treviso.


Precisiamo che nel caso in cui lo scorso anno il Comune avesse deliberato un’aliquota pari a zero, il contribuente non deve pagare la Tasi. Insieme alle aliquote, è bene consultare anche le detrazioni decise, giacchè non sono fisse ma ogni singolo Comune decide se applicarle o meno, e se modularle sulla rendita catastale o sul valore Isee.

Tutti pagano l’Imu e la Tasi tutti ma con alcune precisazioni: l’Imu deve essere versata esclusivamente dai proprietari degli immobili su tutti gli immobili ad eccezione di abitazioni principali e relative pertinenze e terreni agricoli ma solo se si trovano in Comuni classificati dall’Istat come montani. Per i terreni in collina, invece, sono esenti solo i proprietari hanno la qualifica di coltivatori diretti o imprenditori agricoli. Negli altri casi si applicano le regole previste in passato per cui i non coltivatori pagano sempre l'imposta, mentre i coltivatori pagano per scaglioni in riferimento al valore del terreno.


La Tasi, invece, deve essere versata sia da proprietari che da inquilini e su tutti gli immobili, abitazioni principali e pertinenze, seconde case pertinenze, terreni, negozi, uffici e tutti gli altri immobili commerciali. A differenza dell’Imu, la Tasi deve essere versata da proprietari e, in parte, anche dagli inquilini. A loro spetta, infatti, il pagamento di una percentuale compresa tra il 10 e il 30% della cifra totale da versare e anche in questo caso è il singolo Comune a decidere l’entità di questa percentuale che, però, precisiamo, non è obbligatoria. Calcolati gli acconti delle imposte da versare, si può pagare con bollettino postale o modello F24. Il bollettino postale si trova in qualsiasi ufficio postale, è in parte precompilato e dovrà essere completato solo inserendo i dati specifici del contribuente e dell’immobile per cui si deve pagare.


Per il modello F24, invece, bisogna riportare i codici tributo nella sezione intitolata Sezione Imu e altri Tributi locali in corrispondenza delle somme indicate nella colonna ‘importi a debito versati’; bisogna poi compilare lo spazio codice ente/codice comune in cui bisogna indicare il codice catastale del Comune nel cui territorio sono situati gli immobili, il campo Numero immobili, dove indicare numero degli immobili, la tipologia di pagamento nella casella ‘Acc’ (acconto) per il pagamento del 16 giugno, e lo spazio ‘Anno di riferimento’.


Fonte articolo: http://www.businessonline.it/news/34075/imu-e-tasi-calcolo-e-pagamenti-prima-rata-giugno-con-aliquote-detrazioni-esenzioni-e-casi-particolare-per-chi-come.html

 

Imu e Tasi: come reperire le aliquote

Guida al reperimento delle aliquote Imu e Tasi 2015 e delle detrazioni su prima casa, figli ed eventualmente altro: per ogni comune le delibere ufficiali contengono tutti i dati necessari a effettuare il calcolo per Imu e Tasi 2015, relativamente alla prima rata. Sapendo come muoversi reperire le informazioni necessarie diventa facilissimo, ma prima di illustrare i passaggi da compiere riportiamo una precisazione importante: se le delibere del comune su Imu e Tasi 2015 non sono presenti, si dovrà tener conto delle delibere del 2014 sulle due imposte.

 

Per conoscere l'aliquota Imu e Tasi del comune di residenza occorre innanzitutto collegarsi al sito del Ministero delle Finanze, Finanze.gov.it, quindi cliccare sulla dicitura "Fiscalità regionale e locale", presente sulla destra dello schermo appena sotto la scritta "Per conoscere il fisco". A questo punto si clicca, nel menu apparso sulla sinistra dello schermo, sulla scritta "IUC - Imposta Unica Comunale (Imu-Tari-Tasi)", e subito dopo su "Regolamenti e delibere aliquote/tariffe adottati dai singoli comuni". Infine si clicca su "Regolamenti e aliquote adottate dai singoli comuni".


Per conoscere le aliquote Imu e Tasi 2015 del proprio comune a questo punto basta ricercare il nome del comune nella casella in alto, selezionarlo dalla lista che apparirà e quindi scegliere l'anno delle delibere. A questo punto conviene sceglierel'anno 2015: se non esistono delibere del 2015 su Imu e Tasi si torna indietro e si sceglie l'anno 2014, perché in questo caso saranno quelle le delibere da considerare. Per conoscere non solo le aliquote di Imu e Tasi ma anche le detrazioni Tasi per prima casa, figli a carico, fasce di reddito o rendita catastale eventualmente decise dal proprio comune, non resta che leggere le delibere in questione, che conterranno tutti i dati utili per pagare le tasse per le varie tipologie di immobili che sono soggetti al versamento dei due tributi.


Aggiungiamo alcune news su Tasi e Imu: nel 2015 come abbiamo visto si terrà conto per la prima rata delle aliquote 2014 dove non deliberate di nuove. Esiste pertanto la possibilità che con le nuove delibere, che giungeranno dopo la scadenza per il primo pagamento, le variazioni negli importi da pagare determino la necessità di rimborsi e/o conguagli di cui si dovrà tenere conto per il pagamento della seconda rata delle tasse (la cui scadenza è peraltro fissata al prossimo 16 di dicembre). Il tutto in attesa della famosa Local Tax del Governo presieduto da Matteo Renzi, che dovrebbe semplificare il caotico sistema delle tasse sugli immobili rendendo il pagamento più semplice a partire dal 2016.


Fonte articolo: http://it.blastingnews.com/tasse/2015/05/aliquote-imu-e-tasi-2015-e-detrazioni-prima-casa-e-figli-per-ogni-comune-come-trovarle-00404903.html

Accordo Governo - Comuni: anticipo da 1,2 miliardi del gettito Imu

Dopo tanto trattare, dovrebbe vedere la luce lunedì prossimo il decreto enti locali, che è nato ormai tre mesi fa per tradurre in pratica l’intesa di febbraio sulla riforma del Patto di stabilità ma nel suo cantiere infinito si sta trasformando in un provvedimento omnibus per la finanza locale: omnibus ma non abbastanza, almeno nella sua versione iniziale, per risolvere tutti i nodi, a partire dalla replica del Fondo Tasi che l’anno scorso ha finanziato le detrazioni per l’abitazione principale in 1.800 Comuni, e che resterà ancora per un po’ al centro di calcoli e discussioni. In sospeso rimane anche l’ormai mitico addio di Equitalia alla riscossione locale, perché una nuova proroga manterrà il limbo attuale fino a fine anno.

L’incontro di ieri fra Governo e sindaci, l’ennesimo della serie, ha comunque sbloccato la situazione, con soddisfazione per gli amministratori locali. "Sono state trovate soluzioni positive a molti problemi - ha detto all’uscita il presidente dell’Anci Piero Fassino - e ora la redazione dei bilanci potrà essere più serena". In effetti le buone notizie non mancano. Entro una settimana dalla sua entrata in vigore, quindi (se tutto va come previsto) prima della fine del mese, ai Comuni arriverà un’anticipo da 1,2 miliardi del gettito Imu, per aiutare le casse in sofferenza. Gli obiettivi del Patto di stabilità saranno individuati secondo il meccanismo scritto nell’intesa di febbraio, quindi togliendo dalla base di calcolo quadriennale (con esclusione dell’anno di picco di spesa) le uscite per rifiuti e trasporto locale, e soprattutto saranno “intercambiabili” con il fondo crediti che ogni ente deve determinare sulla base delle proprie difficoltà di riscossione.
In pratica il meccanismo di base, affinato da “premi” per chi ha ridotto la spesa corrente e si è mostrato più efficiente nella riscossione, servirà a calcolare l’obiettivo lordo, da cui sarà detratto l’importo del fondo crediti: un sistema che dà a ogni ente più margini di autonomia per decidere se sopportare un obiettivo di Patto più alto (che incide sugli investimenti) oppure un fondo crediti più ricco (che frena la spesa corrente).


Sempre in termini di Patto, si alleggeriscono le sanzioni per chi non l’ha rispettato nel 2014. In generale, il taglio di risorse sarà pari al 20% dello sforamento (e non al 100% come prevedono le norme attuali), ma per Province e Città metropolitane ci saranno tutele aggiuntive: se più conveniente per l’ente, potrebbe essere applicato un tetto “alternativo” (2% delle entrate), e soprattutto saranno stoppate le sanzioni che impediscono i rinnovi dei contratti a termine, rendendo applicabile la clausola prevista nel Milleproroghe anche nelle tante Province che l’anno scorso non hanno rispettato i vincoli di finanza pubblica.
Sempre in fatto di sanzioni, in cantiere c’è anche una revisione di quella prevista per le amministrazioni troppo lente nei pagamenti: chi l’anno scorso ha fatto aspettare in media i propri fornitori per più di 90 giorni, infatti, si vede bloccata ogni possibilità di assunzione, e dal calcolo dovrebbero uscire i pagamenti liberati dai vari decreti sblocca-debiti, che per loro natura sono arretrati e quindi alzano l’indicatore sul tempo medio. Anche in questo caso, dovrebbe spuntare inoltre qualche clausola di favore in più, da dedicare agli enti di area vasta e a quelli in dissesto.


Nel fitto lavorio per sbrogliare un po’ la matassa dei conti locali, si prevede poi la possibilità di aderire ai piani di rinegoziazione dei mutui anche per chi è in esercizio provvisorio, dal momento che il termine per i bilanci preventivi è stato spostato al 30 luglio. I risparmi ottenuti aderendo ai programmi appena lanciati da Cassa depositi e prestiti, poi, sarebbero utilizzabili anche per la spesa corrente quando la mossa serve a «sopperire a gravissime situazioni di mancanza di liquidità non altrimenti fronteggiabili». Qualche chance in più dovrebbe inoltre aggiungersi per l’utilizzo dei proventi da alienazioni.

Riassumendo:

1. PATTO DI STABILITA'
Il decreto attua la riforma che modifica la base di calcolo e premia gli enti che hanno tagliato la spesa e sono efficienti nella riscossione. Dall’obiettivo lordo andrà detratta la somma congelata nel fondo crediti dubbi, proporzionale al tasso di mancata riscossione.


2. SANZIONI
Per chi non ha rispettato il Patto nel 2014, la sanzione sarà pari al 20% dello sforamento. Tetto “alternativo” (2% delle entrate) per Province e Città metropolitane, esentate anche dalla sanzione che blocca i rinnovi dei contratti flessibili.


3. PAGAMENTI
Le norme impediscono le assunzioni a qualsiasi titolo agli enti che hanno registrato nel 2014 un tempo medio per i pagamenti superiore a 90 giorni. Dal calcolo dovrebbero uscire le poste oggetto delle operazioni sblocca-debiti. Salvaguardie aggiuntive sono previste per enti di area vasta e amministrazioni in dissesto.


4. MUTUI
Apertura della possibilità di aderire alla rinegoziazione dei mutui anche per gli enti che non hanno ancora approvato il preventivo. Possibilità di utilizzo dei risparmi anche per finanziare la spesa corrente.


5. RISCOSSIONE
Nuova proroga (al 31 dicembre) della presenza di Equitalia, in attesa del decreto attuativo della delega fiscale.

Fonte articolo: http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2015-05-13/comuni-arriva-l-anticipo-salva-casse-12-miliardi-gettito-imu-214551.shtml?uuid=ABGSLwfD

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