I Bonus casa 2018 approdano in Senato

Da oggi, lunedì 6 novembre, entra nel vivo in Senato l'esame della manovra 2018.


Tra le audizioni previste c'è quella di Confedilizia (Confederazione italiana della proprietà edilizia), che, in una nota, analizza le misure positive già presenti nel testo della legge e gli aspetti su cui è auspicabile un intervento del Parlamento.

 

Per quanto riguarda gli affitti abitativi, viene prorogata fino al 2019 la speciale aliquota del 10% della cedolare secca per le locazioni a canone calmierato, che era stata prevista per un quadriennio con scadenza al 31 dicembre 2017. Proseguire con questo regime fiscale è indispensabile per mantenere un minimo di attrattività ad una modalità di affitto che è stata mortificata dall’aumento di tassazione patrimoniale avviato nel 2012. Tuttavia, considerata la durata quinquennale dei contratti interessati, limitare la proroga a due anni rischia di impedire l’effetto incentivante dell’aliquota e – come rilevato anche dal Sunia, il Sindacato inquilini della Cgil – il conseguente calmieramento dei canoni.


All’esame parlamentare, poi, è affidata l’elaborazione di una norma che – come richiesto dalla maggioranza e da gran parte dell’opposizione in sede di esame della nota di aggiornamento al Def – introduca anche nel settore non abitativo una tassazione sostitutiva dei redditi da locazione. Anche in questo caso, la prova del nove della giustezza della proposta è data dal fatto che a richiederla sono – oltre ai proprietari – le loro controparti nei contratti di locazione, in particolare attraverso Confcommercio e Confesercenti, consapevoli che la perdita di qualsiasi redditività dell’investimento in locali commerciali impedisce alle attività economiche di prossimità di tentare di riprendersi dalla crisi che le attanaglia.


Per il resto, sono da considerarsi positivamente misure come la sterilizzazione degli aumenti delle aliquote Iva, che si sarebbero applicati a molti interventi sugli edifici; la proroga delle detrazioni per ristrutturazioni edilizie e acquisto di mobili, oltre al nuovo bonus verde; l’estensione dei piani individuali di risparmio (Pir) alle società immobiliari, che ne erano inspiegabilmente escluse; la previsione di una detrazione per i premi delle polizze catastrofali riguardanti le abitazioni.


Fonte articolo: Idealista.it

Nuovo bonus verde nella Legge di Bilancio

Il nuovo bonus per il verde urbano del 36% vale 600 milioni di euro.


È questo, secondo le stime del Governo, l'impatto che potrà avere lo sconto fiscale, inserito nella legge di Bilancio 2018, dedicato a giardini, terrazzi, balconi.

Gli interventi riguarderanno soprattutto ville, villini e palazzi di pregio ma anche normali condomini. Non è, però, la sola novità in arrivo. Cambia anche l'ecobonus del 65%, che sarà supportato da un nuovo fondo di garanzia pubblico e che non riguarderà più alcuni interventi, come la sostituzione di infissi e schermature e le caldaie a condensazione e a biomasse.


Il bonus per il verde urbano 

Per il 2018 sarà detraibile una cifra pari al 36% delle spese documentate relative al verde, fino a un massimo di 5mila euro per ogni unità immobiliare. Le detrazioni attualmente esistenti (50% e 65%) coprono, infatti, solo gli interventi sugli edifici ma non il verde urbano. Il nuovo sconto, allora, sarà dedicato alla sistemazione a verde "di aree scoperte private di edifici esistenti, unità immobiliari, pertinenze o recinzioni". Quindi, soprattutto terrazzi, balconi, giardini condominiali. Ma anche giardini pensili e coperture, messa a dimora di piante e arbusti. La detrazione spetterà anche per le spese condominiali: anche in questo caso si applica il tetto massimo di 5mila euro per unità.

 
Le stime sul possibile impatto 

Tra le spese che sarà possibile recuperare ci sono anche quelle di progettazione e manutenzione connesse all'esecuzione degli interventi. I pagamenti, come avviene già oggi, dovranno passare da bonifici speciali, mentre gli sconti fiscali saranno ripartiti in dieci quote annuali. Secondo le stime del Governo, questa misura agisce su un bacino potenziale di 1,2 miliardi di euro. Sono soprattutto investimenti in ville, villini e palazzi di pregio ma anche normali condomini. Di questa cifra, circa la metà (600 milioni) sono investimenti aggiuntivi.


Come cambia l'ecobonus 

L'intervento sull'Ecobonus della legge di Bilancio 2018 punta a migliorare il rapporto tra costi e benefici del meccanismo. Viene, quindi, prorogata fino al 31 dicembre del 2018 la detrazione del 65% per gli investimenti di efficientamento energetico di singole unità immobiliari, insieme allo sconto del 50% per le ristrutturazioni. Viene, invece, confermata la scadenza al 31 dicembre del 2021 per le detrazioni "pesanti" del 70 e 75%, dedicate agli investimenti strutturali, come il cappotto termico. Accanto a questo, ci sarà una revisione della struttura delle aliquote. Alcune tipologie di investimento, cioè, transitano dal 65 al 50%: sostituzione di infissi e schermature, ma anche caldaie a condensazione e a biomasse.


Il nuovo fondo di garanzia 

Per rendere più utilizzabile il bonus, viene istituito un fondo nazionale per la concessione di garanzie sui prestiti finalizzati alle operazioni di riqualificazione energetica. La dotazione sarà di 50 milioni all'anno tra il 2018 e il 2020, ripartiti tra ministero dell'Ambiente e ministero dello Sviluppo economico. In questo modo le famiglie a basso reddito potranno accedere più facilmente ai prestiti bancari: con questi 50 milioni sarà possibile stimolare 600 milioni di investimenti. Per completare il tagliando alla sconto fiscale, infine, vengono aggiornati i requisiti tecnici minimi che gli interventi di efficientamento devono rispettare per rientrare nel perimetro dello sconto.


Fonte articolo: IlSole24ore.com

Ecobonus o Conto termico? Dipende dall'impianto scelto

Manca poco alla riaccensione dei riscaldamenti: la data di avvio degli impianti varia fra la metà di ottobre e fine novembre, a seconda della zona climatica dove si colloca la casa.


Chi sta pensando a un cambio di impianto "last minute" ha tre strade a disposizione per ottenere un aiuto economico dallo Stato. Ma la scelta è condizionata dal tipo di impianto che si vuole installare.

 

CALDAIA A CONDENSAZIONE

Per chi sceglie una caldaia a condensazione, l’unica via percorribile è quella della detrazione fiscale: il 65% (cioè l’Ecobonus specifico per il risparmio energetico, confermato per ora fino al 31 dicembre 2017, con estensione fino al 2021 per chi esegue opere in condominio) o il 50% (più genericamente legato alle ristrutturazioni edilizie).
Il Conto termico, invece, anche nella versione rivisitata in vigore da maggio 2016, non incentiva questo tipo di impianti (se non in caso di apparecchi ibridi ad alte prestazioni, ma si tratta di una nicchia di mercato).


Nell'installare un nuovo sistema a condensazione con l’Ecobonus, la condizione principale è che la caldaia installata deve soddisfare alcuni livelli di rendimento certificati dal produttore. Dal punto di vista burocratico, occorre aprire una pratica con l’Enea:

- nel caso di impianti domestici (potenza inferiore ai 100 KW) è sufficiente inviare all’ente un’autocertificazione;

- per potenze maggiori occorre invece inviare entro 90 giorni da fine lavori una relazione tecnica dell’intervento eseguito.


In entrambi i casi, inoltre, occorre conservare, fra i documenti, oltre alle fatture e i pagamenti effettuati, anche un’asseverazione firmata da tecnico abilitato.


Se il prodotto scelto non rientra nei requisiti per l’Ecobonus, le caldaie a condensazione possono essere comunque incentivate con le detrazioni del 50% (il tetto massimo ammissibile è di 96mila euro): una scelta che, a volte, viene imboccata anche per ragioni di tempo e praticità, visto che per percorrere questa strada non c’è bisogno di inviare nulla all’Enea, ma occorre solo – come anche per l’Ecobonus – effettuare il pagamento tramite un "bonifico parlante" (che indica i dati fiscali di chi esegue il bonifico e di chi lo riceve, oltre che i riferimenti normativi che istituiscono i rispettivi incentivi, le banche forniscono comunque moduli ad hoc) e dichiarare la spesa nella dichiarazione dei redditi.


POMPE DI CALORE E CALDAIA A BIOMASSA

Al contrario, il Conto termico, gestito dal Gse (Gestore servizi energetici) e senza scadenza, può essere una importante opportunità per chi pensa di ricorrere a una pompa di calore o una caldaia a biomassa (prioritariamente legno, pellet o cippato). In questi casi, infatti, è reale la concorrenza con l’Ecobonus.
Va premesso che in entrambi i casi il nuovo sistema deve garantire un alto grado di efficienza e l’intervento deve configurarsi come sostituzione o integrazione di una caldaia già esistente – con l’eccezione delle biomasse incentivate con il 65% per cui è ammessa anche l’installazione ex novo.


Chi utilizza l’Ecobonus sceglie di rientrare del 65% della spesa recuperando la somma, come "sconto" sull’Irpef, in rate di dieci anni e fino a un massimo di 30mila euro. Chi opta per il Conto termico ottiene un contributo in genere più ridotto nell’importo (anche la metà rispetto al 65%), ma che viene erogato direttamente sul conto corrente del titolare della pratica a 90 giorni dalla fine dell’intervento. Oltretutto, in un’unica soluzione per importi fino a 5mila euro (o al massimo in due rate annuali) e con l’ulteriore vantaggio che non occorre avere un determinato livello di "capienza fiscale" per poter incassare l’incentivo (cioè avere da pagare per dieci anni una quota di Irpef o Ires almeno pari all’ammontare della rata del rimborso).


Calcolare l’importo del contributo ottenibile con il Conto termico, per quanto siano state introdotte alcune semplificazioni, è abbastanza complesso: l’ammontare infatti dipende dalle caratteristiche dell’impianto installato e dalla zona climatica di riferimento. Per semplificare la vita agli utenti, tuttavia, il Gse ha predisposto una sorta di "catalogo" di prodotti idonei al contributo con potenza fino a 35 kW, già "approvati" d’ufficio.


Nell’invio della pratica di richiesta dell’incentivo è dunque possibile selezionare direttamente sul Portaltermico l’impianto installato (senza dover produrre ulteriore documentazione e con un vantaggio sui tempi di presentazione della domanda).
Nel caso dell’Ecobonus, al contrario, per avviare la pratica di recupero del credito è necessario l’invio di specifica documentazione all’Enea (l'iter cambia a seconda che il nuovo impianto sia a biomassa o in pompa di calore).

Fonte articolo: IlSole24ore.com

Stabilità: tutti gli incentivi sulla casa al vaglio del Governo

Totale detraibilità della diagnosi sismica degli edifici e miglioramento delle detrazioni per gli interventi di messa in sicurezza antisismica e efficientamento energetico degli edifici.


Sono le novità che potrebbero approdare nella Legge di Bilancio secondo quanto anticipato dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, durante il convegno "Ecobonus e Sismabonus – La grande occasione per la sicurezza e l’efficienza energetica della casa" organizzato dall’Associazione nazionale costruttori edili (Ance).

 

"Sismabonus ed Ecobonus - ha affermato Delrio - andranno migliorate con la legge di Stabilità prossima, ma sono già disponibili: ci auguriamo che vengano utilizzate specialmente nelle zone sismiche a più alta pericolosità e in tutta Italia".
 
“Gli italiani – ha aggiunto - devono investire molto su questa misura che il Governo ha messo in campo, perché valorizzerà sia la sicurezza che la casa. Il nostro territorio è molto fragile, perché ci sono case dove non andavano costruite, per la sua conformazione, per la sua storia, con il 75% degli edifici risalenti a prima delle norme sismiche. Insomma, si tratta di un Paese che è in coma e in stato di rianimazione e in cui gli infermieri e i medici lo trattano come un malato che ha l'influenza”. 

Per stimolare maggiormente gli investimenti si dovrà quindi correggere il tiro.
 

Sismabonus

Secondo Delrio è fondamentale un "salto di qualità", una sorta di alleanza per risolvere "un tema che non si risolve con le buone iniziative individuali".
Dato che una casa a rischio sismico, ha sottolineato, rappresenta un rischio per sé stessi e per gli altri, “noi dobbiamo prima di tutto classificarla”. Parte da questo presupposto la proposta di rendere completamente detraibile la diagnosi sismica degli edifici.


Al momento la diagnosi sismica è detraibile solo se contestuale al lavoro di adeguamento o miglioramento antisismico. Se, invece, un proprietario vuole conoscere il livello di rischio del suo immobile, ma rimanda i lavori, non ha diritto a nessuna agevolazione.


"Cercheremo – ha aggiunto - di migliorare il fatto che chi non ha tasse da scaricare possa cedere il suo credito ad altri intermediari finanziari e di unire sempre di più il bonus energetico a quello sismico in maniera da fare unici cantieri nei condomìni".

Allo studio anche l'estensione delle agevolazioni all'edilizia popolare.

Ecobonus

Saranno confermate con qualche modifica anche le detrazioni per i lavori di efficientamento energetico degli edifici. L'intenzione è emersa anche in un intervento del Ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, che al Cersaie ha anticipato che scomparirà la detrazione fissa del 65% e saranno introdotte delle aliquote variabili in base agli obiettivi di risparmio energetico ottenuto. Sarà quindi eliminata la detrazione secca e verranno incentivati maggiormente gli interventi di riqualificazione profonda. Per i condomìni si starebbe pensando a una riduzione dell’incentivo e ad alcune restrizioni delle modalità di accesso.

Il Governo proporrà inoltre l’estensione del bonus ai lavori su giardini condominiali e balconi e agli interventi per la rimozione dell’amianto dai tetti. 
 

Efficienza energetica e antisismica, le richieste di Ance

Gli edili hanno sottolineato che su 12,2 milioni di edifici abitativi, il 70% è energivoro, mentre 11,1 milioni di edifici (di tutte le destinazioni d’uso) sono a rischio sismico.
Per invertire la rotta l’Ance ha chiesto la proroga fino al 2020 della detrazione Irpef del 50% dell’Iva sull’acquisto di abitazioni in classe energetica A o B e la proroga fino al 2021 della detrazione per gli interventi di riqualificazione energetica eseguiti sugli edifici esistenti.


L'Ance ha affermato inoltre che sarebbe necessario estendere il sismabonus per l’acquisto di case antisismiche (oggi riconosciuto solo nelle zone 1) alle zone sismiche 2 e 3 e agli edifici produttivi.
Per quanto riguarda i capannoni industriali, gli edili hanno chiesto di elevare il tetto del sismabonus, che al momento è di 96mila euro, come per le abitazioni, ma è considerato troppo basso.


Per fotografare meglio la situazione dei bonus disponibili, l'Ance durante il convegno ha diffuso il vademecum "Ecobonus e Sismabonus - Guida Pratica alle agevolazioni".

Riforma del Catasto

L’Unione Europea continua a raccomandare all’Italia la riforma del Catasto. Tutto per trasferire la tassazione dai fattori produttivi alle rendite. Nell’agenda del Governo torna quindi l’intenzione di abbandonare l’attuale sistema di classificazione, basato sui vani, per abbracciare quello basato sui metri quadri e su indicatori che, valutando la localizzazione e le caratteristiche dell’immobile, siano in grado di stimarne l’effettivo valore.


La riforma del Catasto è l’obiettivo di un disegno di legge presentato lo scorso aprile, ma ancora fermo in Senato.
Per consentire il riequilibrio della pressione fiscale, il Governo sta valutando la reintroduzione dell’imposta sulla prima casa per i redditi alti. L’imposta sulla prima casa colpisce già, lo ricordiamo, le abitazioni di lusso (accatastate come A1, A8 e A9). 


Fonti articolo: 1. Edilportale.com, 2. Edilportale.com

Bonus edilizia: confermati i livelli record del 2016

Nel 2018 uno degli incentivi fiscali più richiesti, quello per le ristrutturazioni e il recupero edilizio "semplice", compirà 20 anni e proprio in prossimità di questo importante compleanno registra il record storico di popolarità.


Le domande arrivate, dal 1998 a maggio 2017, sono 15 milioni e, in base alle stime, entro fine anno si potrebbero toccare i 15,6-15,7 milioni di richieste. 

 

A questa costante crescita di domande concorre anche il bonus per la riqualificazione energetica degli edifici, istituito nel 2007.
Secondo le elaborazioni del Servizio studi della Camera, realizzate in collaborazione con il Cresme su dati dell’Agenzia delle Entrate e del Mef, si confermano nei primi mesi di quest’anno i livelli record di spesa registrati nel 2016.


I valori delle ritenute d’acconto sono stati pari a 743 milioni tra gennaio e maggio 2017 contro i 751 milioni dello stesso periodo del 2016. Da questi dati il Cresme calcola il valore complessivo (Iva conclusa) dei lavori effettuati che risulta pari a 11,33 miliardi nei primi cinque mesi del 2017, con una proiezione per la fine dell’anno che dovrebbe attestarsi sui 28 miliardi di euro.


Visto il successo confermato del bonus, con l’avvicinarsi della legge di bilancio, in Parlamento e nel Governo ripartirà il dibattito fra chi propone di rendere permanente questo incentivo e chi chiederà una semplice proroga per un altro anno.


Tra chi chiede la stabilizzazione della misura c’è il Ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, impegnato anche in una campagna di sensibilizzazione per la messa in sicurezza delle case fuori norma, che rischiano maggiormente di incorrere in crolli in caso di terremoti.
Proprio per questo motivo il Ministro cercherà di ottenere almeno che il Sismabonus venga allargato anche agli edifici dell’edilizia residenziale pubblica, una norma che era stata proposta anche nella scorsa legge di bilancio ma non era entrata per una serie di intoppi nel percorso parlamentare della finanziaria. 

Secondo il Ministro questo “allargamento” rappresenta:

un volano importante di investimenti mettendo in attuazione uno strumento che altrimenti fa fatica a decollare.


Fonte articolo: Immobiliare.it

Possibile cedere il credito alle imprese per riqualificare il condominio

Ristrutturazioni antisimiche e interventi di risparmio energetico meno costosi da quest'anno per i condomini che avranno la possibilità di cedere l'Ecobonus alle imprese che effettuano i lavori riducendo, così l'importo da pagare.


La novità, prevista dalla legge di Bilancio, entra nella fase operativa grazie alle istruzioni emanate dall'Agenzia delle entrate. 

Per queste operazioni la burocrazia è ridotta al minimo e il credito può essere ceduto non solo alle imprese ma anche ad altri soggetti, banche escluse.

 
GLI INTERVENTI INTERESSATI

Il meccanismo di cessione del credito riguarda gli interventi di miglioramento energetico e l'adeguamento sismico (Sismabonus). Nel primo caso si tratta degli interventi che interessano l'involucro dell'edificio con un'incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda (realizzazione del cosiddetto "cappotto"), e quelli destinati a migliorare la prestazione energetica complessiva certificata dall'Attestato di prestazione energetica. Per la prima tipologia di lavori la detrazione è pari al 70%, per gli altri interventi raggiunge il 75%. In entrambi i casi la detrazione si applica su un ammontare di spesa fino a 40.000 euro per ciascuna unità immobiliare presente nell'edificio e va ripartita in dieci quote annuali di pari importo. Interessati all'agevolazione anche gli immobili per uso non abitativo.


Per quanto riguarda invece il Sismabonus, per gli interventi antisimici che interessano l'intero condominio è prevista una detrazione del 75% se i lavori consentono di passare a una classe di rischio inferiore inferiore, e dell'85%, se si migliora di due classi. La detrazione si applica su un ammontare di spesa fino a 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare e deve essere ripartita in cinque quote annuali di pari importo.

CHI PUO' CEDERE IL CREDITO

La possibilità di cedere il credito è riconosciuta a tutti i condòmini, compresi i contribuenti incapienti, ossia chi non ha sufficiente Irpef da pagare per poter usufruire della detrazione in questione.
Il credito cedibile è quello che corrisponde alla detrazione attribuita in riferimento alle spese prevista per gli interventi agevolabili. Così, ad esempio, nel caso di interventi per il risparmio energetico per 40.000 euro con aliquota al 75%, il credito d'imposta che si può ottenere è di 30.000 euro da utilizzare in 10 rate da 3.000 euro. Nel caso invece del sismabonus con aliquota sempre al 75% e importo di spesa di 96.000 euro, il credito è pari a 72.000 euro da ripartire in cinque quote annuali di 14.400 euro.


La convenienza dell'operazione

Il credito può essere ceduto alle ditte che realizzano i lavori ma anche ad altri soggetti privati, persone fisiche, professionisti o lavoratori autonomi, imprese, società ed enti. E' invece esclusa la cessione a favore di istituti di credito, intermediari finanziari e anche delle amministrazioni pubbliche. Il cessionario, ossia chi accetta il credito ceduto, può a sua volta cederlo ad altri.


Nelle intenzioni del Governo questa operazione dovrebbe consentire di mettere in sicurezza e migliorare l'efficienza energetica degli immobili costruiti negli anni 50 e 60 e soprattutto in periferia. In questi casi, infatti, è prevedibile che i proprietari non dispongano di redditi tali da poter effettuare interventi di rilevante importo e godere della relativa detrazione. Potendo invece cedere il credito alle imprese che li realizzano di fatto, rientreranno subito della somma spesa, senza attendere i cinque o 10 anni previsti per ottenere il rimborso sotto forma di credito d'imposta. Una volta pagata la rata e effettuata la cessione del credito, infatti, il cessionario dovrà rimborsare una somma corrispondente al credito che gli è stato ceduto. Quindi si anticipano semplicemente dei soldi destinati a tornare in cassa a stretto giro.

 
Le comunicazioni al condominio

Non occorre comunque nessuna delibera condominiale ad hoc e non è necessario che i condomini siano tutti d'accordo ad effettuare l'operazione. Il credito, infatti, può anche essere ceduto, ad esempio, dai genitori ai figli, che a fronte del pagamento dei lavori non potrebbero invece usufruire dell'agevolazione se non sono proprietari dell'appartamento o conviventi con i genitori. Ci si può insomma accordare in vari modi. Poi si dovrà solo comunicare all'amministratore di condominio, entro il 31 dicembre, l'avvenuta cessione e la relativa accettazione da parte del cessionario, indicando la denominazione e il codice fiscale di quest'ultimo. L'amministratore, entro il successivo 28 febbraio, comunica questi dati all'Agenzia delle entrate che da parte sua mette a disposizione nel "Cassetto fiscale" il credito d'imposta attribuito e utilizzabile.


Fonte articolo: Repubblica.it

 

Come risparmiare sul riscaldamento? Il decalogo dell'Enea

Poche regole semplici per risparmiare soldi e salute: l’Enea ha preparato un decalogo per accompagnare l’accensione dei termosifoni nei 4.300 comuni della zona climatica e, quella dell’Alta Italia. 


La regola numero 1 dell’Enea riguarda la sicurezza, dato che ogni anno centinaia di italiani muoiono a causa del monossido di carbonio.

 

La manutenzione corretta degli impianti è fondamentale per consumare e inquinare meno, per evitare sanzioni e soprattutto per evitare rischi alla salute. Secondo l’Osservatorio ProntoPro.it la spesa media nazionale per la revisione e la manutenzione della caldaia, escludendo i costi di verifica dei fumi, è di 65 euro l’anno; Milano è la città più cara (in media 90 euro) seguita da Genova, Roma e Torino.


L’Enea consiglia anche di applicare valvole termostatiche e controllare temperatura e tempo di accensione, visto che ogni grado in più fa sprecare dal 5 al 10% di combustibile. Per evitare le sanzioni previste dalla legge è necessario mettersi in regola entro il 31 dicembre 2016. Per maggiori informazioni: Vademecum termoregolazione e contabilizzazione del calore.


Non eccedere con le finestre aperte: schermando le finestre la notte - chiudendo persiane e tapparelle o mettendo tende pesanti - si riducono le dispersioni di calore verso l’esterno. 

Il controllo della temperatura e l’uso dei cronotermostati, dispositivi elettronici che consentono di regolare temperatura e tempo di accensione in modo da mantenere l’impianto in funzione solo quando si è in casa. Scaldare troppo la casa fa male alla salute e alle tasche: la normativa consente una temperatura di 20 - 22 gradi, ma 19° sono più che sufficienti a garantire il comfort necessario. Attenzione, inoltre, perché ogni grado abbassato si traduce in un risparmio dal 5 al 10% sui consumi di combustibile.


Il controllo delle ore di accensione. Il tempo massimo giornaliero è indicato per legge e cambia a seconda delle 6 zone climatiche in cui è suddivisa l’Italia. Per i comuni in fascia “E” il massimo sono 14 ore.


Inoltre è opportuno evitare di apporre ostacoli davanti e sopra i termosifoni, in quanto mettere tende o mobili davanti ai termosifoni o usare i radiatori come asciuga biancheria disperde calore ed è fonte di sprechi. Altro ‘trucco’ semplice ma molto efficace per ridurre le dispersioni di calore è quello di installare pannelli riflettenti tra muro e termosifone.


Impianti di riscaldamento innovativi
. Se l’impianto ha più di 15 anni, conviene valutarne la sostituzione ad esempio con le nuove caldaie a condensazione, le pompe di calore, o con impianti integratidove la caldaia è alimentata con acqua preriscaldata da un impianto solare termico e/o da una pompa di calore alimentata da un impianto fotovoltaico.


Usufruire degli Ecobonus
. Per gli interventi sulle caldaie è possibile usufruire degli ecobonus del 65% per la riqualificazione energetica degli edifici e del 55% per quella del patrimonio edilizio. Altri interventi soggetti a detrazione fiscale riguardano serramenti e infissi, pannelli solari, coibentazione e coperture, schermature solari e, da quest’anno, anche la building automation, vale a dire, l’insieme dei dispositivi multimediali per il controllo da remoto degli impianti termici.
Rileva il Gse (Gestore dei servizi energetici) che nel periodo giugno-settembre sono arrivate 3.400 domande di incentivo sul Conto Termico, pari a 18,4 milioni di euro, con un aumento del 36% rispetto al 2015.
Nel frattempo il Ministero dell’Ambiente ha prorogato dal 18 ottobre 2016 al 30 giugno il termine per le richieste di finanziamento del Fondo Kyoto per l’efficienza energetica e l’adeguamento antisismico nelle scuole.

IL PELLET INQUINA?

Primo: nel “catino padano” in cui c’è l’aria più inquinata d’Europa la prima causa di smog non è il traffico. 
Secondo: la prima causa di formazione delle polveri fini (le Pm10 e le Pm2,5) è la legna, e soprattutto le stufe alimentate con le palline di legna (i cosiddetti pellet).
Terzo: le domeniche a piedi e i blocchi al traffico non servono a migliorare la qualità dell’aria.
Da ciò consegue un’accelerazione di studi, valutazioni scientifiche e modelli d’analisi. E ne consegue anche una contesa concorrenziale fra le diverse tecnologie e i diversi mercati dell’energia. Ne segue anche una distonia evidente nelle politiche ambientali: una distonia fra le politiche per promuovere i combustibili meno dannosi per il clima globale (le palline di legno) e le politiche per frenare i combustibili con maggiori emissioni di polveri fini (le palline di legno). 


Gli studi più recenti stanno dicendo che in Italia la qualità dell’aria continua a migliorare. È una tendenza che dura da anni e che accompagna il cambiamento delle tecnologie. Venti o trent’anni fa l’aria delle città era assai più sporca di oggi. Le fabbriche inquinavano molto molto di più. Le automobili e il traffico impestavano l’aria in modo insostenibile. Dai comignoli degli edifici uscivano miasmi pesanti. Le centrali elettriche e gli inceneritori avevano tecnologie molto rudimentali.
Oggi da ciminiere, comignoli, inceneritori e tubi di scappamento non esce aria profumata, beninteso. Ma se nel 2000 nell’aria italiana l’Ispra (Istituto superiore di protezione e ricerca ambientale) rilevava più di 800mila tonnellate di anidride solforosa, nel 2012 ne erano state disperse meno di 300mila tonnellate. Sempre troppe, ma assai meno.


Il catino padano-veneto ha però una caratteristica fisiologica unica in Europa: la cintura delle montagne. Alpi a Nord e Appennini a Sud tengono lontani i venti e consentono l’accumulo continuo di sporcizia nell’aria. Sporcizia non solamente artificiale: anche le polveri naturali si addensano sul piano padano come in nessun’altra parte d’Europa e senza rimedio per spazzarle via.
Negli anni è cambiato il tipo di inquinamento. Con le normative Euro sui motori (ormai siamo all’Euro6), a dispetto del cosiddetto “dieselgate” le automobili di oggi sono talmente più pulite che la maggior parte delle polveri fini prodotte dal traffico sono ormai quelle generate dall’usura delle gomme sull’asfalto e delle pastiglie dei freni sui dischi; secondario il contributo inquinante dei tubi di scappamento. Due numeri: in Lombardia il contributo dei motori diesel allo smog passa dal 33% del 2008 al 14% del 2012.


Invece sulle poveri fini (Pm10) e finissime (Pm2,5) ha influito il diffondersi della tecnologia di riscaldamento a pellet. I sacchi di pallottoline di segatura compressa, in genere di importazione, hanno prezzi assai competitivi e vengono percepiti come “ecologici” dai consumatori.
La “biomassa”, cioè legna e pellet, ha il vantaggio di pesare meno sul bilancio dell’anidride carbonica, il gas accusato di cambiare il clima. L’effetto sul clima è migliore quanto meno lavorazioni e spostamenti ha subito il combustibile (perfetta la legna degli alberi locali) e il beneficio si riduce con l’aumentare di trasporti e trattamenti. 
Le politiche fiscali hanno promosso sui prezzi questo tipo di combustibile, che è assai conveniente soprattutto per gli edifici isolati come quelli della fascia di villette che circonda i centri abitati.


Nel frattempo le Regioni studiano insieme con il Ministero dell’Ambiente strategie di segno opposto per frenare le polveri nell’aria. Lombardia, Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Piemonte hanno introdotto limitazioni all’uso smodato di riscaldamento a legna e derivati. Il Lazio, dove Frosinone è la città con il pessimo primato nazionale di Pm10, ha adottato una strategia tutta sua: ha vietato i combustibili liquidi (0,76% di contributo alle polveri fini) e non ha detto nulla per legna e derivati (96,4% di contributo alle polveri fini).


In questo quadro di evoluzione, imprese e associazioni di categoria difendono la loro tecnologia e il loro mercato. Per esempio Andrea Arzà, Amministratore delegato della Liquigas, sostiene il Gpl come soluzione antismog mentre una grande azienda del metano, Engie, ha promosso studi per sostenere il vantaggio del gas: a Milano "una diffusa installazione delle caldaie a condensazione determina un contributo in termini di riduzione di emissioni giornaliere analogo ad un blocco del traffico per 6 settimane".


Quelli dei pellet di legna, rappresentati dal gruppo Unicalor di Confindustria Ceced Italia) replicano che "la criticità legata all’inquinamento da polveri sottili non è affatto dovuta alle stufe a pellet che, invece, rappresentano una delle eccellenze tecnologiche dell’industria italiana nel mondo"; ciò che inquina, dicono, sono le tecnologie vecchie come le caldaie più sfiatate a gasolio e i camini classici. 
Andrea Rossetti, presidente dell’Assopetroli (i rivenditori di combustibili) propone di autorizzare l’uso del gasolio per auto (più fine) al posto del vecchio gasolio da riscaldamento (più greve): si otterrebbero emissioni pari a quelle lievissime del metano. 


Fonti articolo: Il Sole24Ore vetrina web, Enea.it

Rinnovo Ecobonus: varrà anche per i condomìni e il 35% l'anticiperà Esco


Arrivano tre novità importanti su Ecobonus 65% e sisma bonus: 1) si sta valutando l’ipotesi di applicare lo sconto diretto a tutti i proprietari di appartamenti in condominio, che siano incapienti o meno; 2) in campo l’ipotesi che anche la parte del 35% a carico dei privati venga anticipata dal fondo tramite la Esco, e ripagandosi con il risparmio energetico sulle bollette future; 3) ipotesi di applicare il meccanismo anche per antisismica, allargandolo alle seconde case, in modo da avere la possibilità di fare interventi anche nei condomini.


Oggi lo sconto è del 65% ma nelle zone 1 e 2 e solo per le prime case. L’anticipo del 35% funzionerebbe per l’antisismico solo se abbinato al risparmio energetico.



Queste novità saranno inserite nella legge di Stabilità (arriva il ddl entro il 15 ottobre) o per la parte sismica nel DL terremoto in arrivo entro questa settimana (cioè entro il 7 ottobre) in Consiglio dei Ministri.

Applicare subito al privato proprietario in condominio lo sconto del 65% per l’Ecobonus direttamente sul prezzo dei lavori anziché a rimborso in 10 anni nella dichiarazione dei redditi. La Legge di Stabilità 2016 aveva già introdotto la possibilità di sconto diretto nei condomini, ma con un meccanismo che la rendeva inapplicabile: ad anticipare lo sconto del 65% sarebbero state le imprese di costruzione e solo per gli “incapienti” (redditi troppo bassi).

Come funzionano detrazione 65% e anticipo 35%

Il credito d’imposta del 65% verrebbe trasferito a un fondo bancario di nuova costituzione, con la partecipazione di Cassa depositi. Questo fondo anticipa le risorse alla Esco, ricevendo poi in dieci anni il credito d’imposta dallo Stato. L’Enea dovrà calcolare a partire dal progetto quanto risparmio energetico si genera con l’intervento sul condominio. La Esco elaborerà un piano finanziario, che calcoli in quanti anni il 35% di spesa si ripaga (compresi gli oneri finanziari).

La proposta del Mit è che la misura duri almeno tre anni.

 
Gli altri incentivi per la casa 2017

Non ci sono “solo” queste novità in campo immobiliare e per la casa. Di seguito il comunicato del Mit, che include anche proroga del bonus mobili, incentivi per la permuta immobiliare e proroga di quelli per l’acquisto di casa a classe energetica elevata, riqualificazione urbana e cedolare secca al 10% misura fissa.


“Sono diversi gli interventi proposti dal Mit per rispondere all’emergenza abitativa. È stata avanzata la proposta della proroga del bonus casa, del bonus mobili ed eco bonus; la modifica della disciplina della detrazione per gli interventi antisismici edilizi; l’esenzione da IMU e Tasi per gli immobili residenziali riconosciuti come prima casae acquistati con patto di futura vendita.


Tra gli altri interventi proposti vi sono anche incentivi fiscali per la permuta immobiliare; la stabilizzazione del bonus energetico per i condomini; la proroga degli incentivi per l’acquisto di case di classe energetica elevata; il rifinanziamento del fondo di sostegno all’affitto; agevolazioni per favorire la riqualificazione urbana; interventi di edilizia sovvenzionata; misure per immobili locati a canone calmierato, misure di sostegno all’accesso ad abitazioni in locazione e, infine, cedolare secca al 10% da trasformare in misura permanente”.

L'INTERVISTA AL PRESIDENTE DELL'ENEA, FEDERICO TESTA

Il Governo, con il viceministro dell'Economia Morando e il ministro delle Infrastrutture Delrio, ha annunciato l'intenzione di prorogare le detrazioni fiscali sull'efficienza energetica e, anzi, di ampliarne l'impatto. In particolare, sono in arrivo novità sui condomini: perché ? 

"Partiamo dall'esperienza concreta di questi ultimi anni. Ci ha insegnato che lo strumento dell'Ecobonus funziona bene ma è stato utilizzato prevalentemente per sostituire le vecchie caldaie e gli infissi con impianti e serramenti più performanti. I primi hanno inciso per circa il 28% degli inventi realizzati, i secondi per circa il 67%. Inoltre, ci si è resi conto che le famiglie hanno investito i loro soldi su singole abitazioni, case o villette o appartamenti, e non sugli stabili nel loro complesso poiché non tutti sono in grado di anticipare la spesa o hanno lo spazio fiscale necessario per detrarre le nuove spese per l'efficienza. Insomma, tutto un insieme di fattori consiglia di fare ora un salto di qualità puntando la rotta sui grandi numeri e sugli interventi più incisivi e strutturati: per questo bisogna coinvolgere i condomini e allargare le opere al "cappotto" isolante dell'intero immobile e dei solai. Sono interventi più costosi ma che assicurano anche i risparmi più consistenti e duraturi". 


La proposta di Enea prevede la possibilità di cessione del credito rappresentato dalla detrazione fiscale del 65%. La misura era stata prevista anche dalla Legge di Stabilità 2016 proprio per spingere i condomini a muoversi, ma non ha funzionato. Perché? E in cosa il nuovo meccanismo sottoposto all'attenzione del governo dovrebbe migliorare la situazione?

"Come le dicevo, il meccanismo attuale richiede la disponibilità di una somma da anticipare per poi mettere in conto un rientro in 10 anni. Questo taglia fuori molte persone anziano o i giovani che non hanno liquidità. E blocca le decisioni in condominio per problemi legati alle differenze di reddito, di età e di dimensioni degli appartamenti. Per questo pensiamo che la soluzione sia nel lavorare su incentivi che non siano solo detraibili ma anche cedibili. Cambia completamente la prospettiva". 


Cedibili a chi? Possiamo spiegarlo con qualche esempio concreto?
 
"L'Ecobonus è garantito dallo Stato, quindi il ritorno è certo. Per questo diventa utile cederlo: per esempio a chi eroga i finanziamenti, come le banche o le Esco, le società che offrono servizi di efficienza energetica per ottimizzare gli interventi. Possono entrare in gioco le stesse utility come Enel, Acea, A2A e via dicendo, che hanno tutto l'interesse a fidelizzare i clienti, soprattutto in vista della definitiva liberalizzazione della vendita di energia nel 2018. 
L'altro aspetto innovativo, più finanziario, riguarda la possibilità di costituire un Fondo che metta insieme soggetti pubblici, come la Cassa Depositi e Prestiti, e privati, come i fondi pensione. Il Fondo potrebbe partire con una dotazione di 4 o 5 miliardi. Anticiperebbe le risorse rivalendosi poi sul bonus 65%. Il restante 35% verrebbe recuperato dalle famiglie attraverso i risparmi sull'energia futuri. E non è da escludere un meccanismo del tipo canone Rai in bolletta". 


Quanto si può risparmiare con questo tipo di interventi?
 
"Abbiamo calcolato che è possibile risparmiare una quota tra il 50 e il 60 per cento della bolletta energetica, tanto maggiore quanto più vecchio è l'immobile. Prendiamo il caso di un condominio di 40 appartamenti con un intervento complessivo di 600.000 euro, equivalente a 15.000 euro ad appartamento per realizzare cappotto isolante, infissi, caldaie. Il 65% viene ceduto al finanziatore che recupererà il bonus: calcoliamo 9.000 euro detratti gli interessi. Rimangono 6.000 euro. Ebbene, il risparmio ottenibile sulla bolletta è valutato circa 900 euro l'anno ovvero la metà della spesa media di una famiglia italiana. Quindi in poco più di 6 anni la famiglia recupera la spesa e si ritrova con un immobile rivalutato. Di più: il privato potrebbe anticipare solo il 10% della spesa, cioè 1.500 euro, perché il resto potrebbe venire rateizzato nella stessa bolletta. Oggi le aziende che vendono luce e gas offrono già una quantità di servizi aggiuntivi, dalle assicurazioni ai buoni per la spesa. L'efficienza energetica è tipicamente un servizio aggiuntivo e le società hanno interesse a fidelizzare i loro clienti per dieci anni: con la prossima liberalizzazione si calcola che non meno di 4 milioni di famiglie cambieranno fornitore. E sceglieranno anche sulla base di questi servizi che migliorano la spesa". 


Quindi, ricapitolando: accordi con i finanziatori, convenzioni con i fornitori, tutto questo può mettere in moto i condomini. Ma per lo Stato significa rendere disponibili 2 miliardi l'anno, è stato calcolato. Ci sono? La Legge di Bilancio deve fare i conti con le risorse disponibili...
 
"E' vero che la detrazione del 65% comporta da un lato un minor introito fiscale sull'Irpef per lo Stato. Ma d'altro lato contribuisce a rimettere in moto l'economia con ricadute sull'edilizia e sulle aziende produttrici degli impianti, fa emergere il sommerso, agisce come volano sull'Iva. Quindi l'erario recupera poi i soldi che investe. L'investimento sull'efficienza energetica spinge anche alla qualificazione delle imprese incaricate dei lavori e alla loro aggregazione e, combinato con gli interventi antisismici, ne riduce in proporzione il costo". 

Efficienza energetica e Casa Italia potrebbero camminare insieme? Quali concrete possibilità ci sono che si riesca a fare decollare il progetto? L'Italia oltretutto è impegnata anche con l'agenda 20-20-20 dell'Unione europea. 

"Enea lavora a definire e rendere praticabile una proposta operativa, nella convinzione che rappresenti un'opportunità per il Paese. Abbiamo finora riscontrato il reale interesse da parte del ministro Delrio, dei viceministri Morando e Bellanova e di palazzo Chigi. Naturalmente l'ultima parola spetta al Governo a cui compete la decisione finale".


Fonti articolo: Ediltecnico.itFirstonline

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