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Gli 11 +1 errori che può commettere un "principiante" che vende per la prima volta una casa

Vendere una casa oggi è un compito alquanto complesso, il cui successo dipende da molti (e talvolta stravaganti) fattori. la prima volta è normale incappare in errori che rendono l'intero processo molto più laborioso del normale. Ecco gli sbagli più comuni:

1 - Dare troppo valore alla propria abitazione: è necessario essere obiettivi. Le offerte sul mercato sono molteplici, stabilire un prezzo troppo elevato è un errore fatale. Ecco perché è bene studiare la concorrenza e, se possibile, mantenersi nella fascia più contenuta.

2 - Non voler negoziare: la scarsa flessibilità può rivelarsi disastrosa. L'attuale congiuntura rende la negoziazione quasi indispensabile.

3 - Non dimenticare le spese di vendita della casa: Anche se la maggior parte delle spese sono a carico del nuovo proprietario, bisogna ricordarsi che alcune cose devono comunque essere saldate, per farlo si ha tempo fino all'effettiva cessione dell'immobile.

4 - Pensare di vendere in breve tempo: essere eccessivamente ottimisti in tal senso può essere un errore. la vendita di una casa è una gara di fondo.

5 - Scegliere il momento sbagliato per la messa in vendita: Il periodo di maggiore interesse per le abitazioni in vendita è la loro comparsa sul mercato, per tale ragione è bene evitare tutti quei periodi in cui le persone possono essere distratte da altro, ad esempio le festività.

6 - Creare annunci ingannevoli: difficilmente si acquista da chi ha palesemente mentito nel pubblicizzare la propria abitazione, anche perché - si sa - le bugie hanno le gambe corte. Basta la prima visita per scoprire che la casa non ha 10 anni, ma 15, e che misura 150 m2 e non 180.

7 - Non sistemare la casa per la vendita: risparmiare qualche euro per evitare di dare una mano di vernice, falciare il prato o riparare il rubinetto che perde potrebbe causare la fuga del potenziale acquirente.

8 - Essere imprudenti: quando si fa visitare la propria casa non si sa mai con certezza chi si fa entrare. Per evitare spiacevoli sorprese, è bene essere sempre prudenti e tenere gli occhi aperti.

9 - Non coinvolgere tutta la famiglia: quando si vende casa è necessaria la piena collaborazione di tutti i componenti della famiglia. Quando si ha una visita, meglio assicurarsi che i bambini, ad esempio, non corrano urlando da una stanza all'altra.

10 - Essere frettolosi: ogni visita deve essere sfruttata al massimo, per farlo bisogna prendersi il giusto tempo, è bene poi seguire l'intero processo con attenzione, quindi di tanto in tanto rinnovare gli annunci e monitorare l'andamento del mercato.

11 - Non prendere in considerazione il costo di una casa vuota: se l'idea è tenere l'immobile non occupato a lungo, è opportuno interrompere la fornitura di elettricità, acqua e gas.

12 - Dare l'incarico di vendita alla persona sbagliata: uno degli errori peggiori è dare l'incarico alla persona sbagliata, che sia un amico o un intermediario non qualificato. La scelta migliore è quella di affidarsi a un agente immobiliare che sappia fare il suo mestiere, che conosca il mercato e sia in grado di seguire passo passo questo complesso e importante processo.

Fonte articolo: http://www.idealista.it/news/immobiliare/residenziale/2014/07/22/110271-gli-11-errori-piu-1-commessi-dal-principiante-quando-si-trova-a-vendere-per-la



Novità per l’Imu prima casa

All’indomani della notizia diffusa da Ance con l’allarme per la crescita esponenziale delle tasse sulla casa, di cui anche noi di Immobiliare.it vi avevamo parlato, arriva un nuovo aggiornamento sull’Imu che dimostra che la confusione persiste e che non si è ancora arrivati a sciogliere la matassa.

La Commissione di Bilancio ha approvato la delibera, la numero 47/2014, che si focalizza sulle detrazioni per l’Imposta Municipale Unica. Le più grandi novità del nuovo emendamento riguardano le prime case: se queste non sono accatastate come immobili di lusso, per l’anno in corso sono escluse dal pagamento della tassa. Inoltre, per le abitazioni principali che sono accatastate in A1, A8 e A79, ovvero quelle considerate di alta gamma, l’aliquota è stata fissata allo 0,5%. Per queste la detrazione è stata fissata a 200 euro. Questo stesso importo da poter detrarre interessa anche le case popolari per cui l’aliquota, però, arriva allo 0,68%. Sale ulteriormente allo 0,76% quella stabilita per negozi, cinema, immobili di Onlus, edicole e laboratori. Per tutti gli altri esiste un’aliquota standard dell’1,06%.

Sotto il cappello della dicitura “abitazione principale” vengono inclusi anche gli immobili che appartengono ad anziani che vivono in case di riposo, anche se sono dati in usufrutto; non vi rientrano invece quelli della stessa categoria, ma che risultano dati in locazione.

Altro caso considerato è quello delle abitazioni concesse in usufrutto a un parente stretto possono essere oggetto di detrazione, ma solo a patto che il reddito della famiglia interessata non superi la soglia dei 15 mila euro.

Fonte articolo: http://news.immobiliare.it/novita-per-limu-prima-casa-19179

Regolamento edilizio unico per i comuni

Il Governo marcia a tappe forzate verso il varo dei due provvedimenti per l'edilizia e le infrastrutture. Si tratta del disegno di legge delega per la riforma degli appalti, che potrebbe addirittura andare a sorpresa oggi in Consiglio dei ministri, ma che più probabilmente andrà al Cdm di fine mese, e il decreto legge «sblocca-Italia» pure previsto per il 31 luglio (era stato il premier Renzi ad annunciarlo) ma suscettibile di un piccolo slittamento, soprattutto per recuperare qualche giorno di dibattito parlamentare post-estivo. Certo è che il Governo sta lavorando a tutta macchina e il provvedimento comincia a prendere una sua fisionomia.
La novità più importante è la conferma che nel decreto legge entra il regolamento edilizio standard unico per tutti gli 8mila comuni, salva la possibilità di adattarlo poi alle esigenze territoriali specifiche. È una rivoluzione che nasce da una proposta del Consiglio nazionale degli architetti, che è andata via via conquistando consensi. Ieri il viceministro alle Infrastrutture, Riccardo Nencini, ha confermato all'assemblea dell'Ance che la norma è già nelle bozze di decreto. Il regolamento standard sarà un atto concreto per superare la frammentazione normativa da comune a comune. La versione lanciata dal Cna aveva altre importanti caratteristiche: raccoglieva al proprio interno anche una serie di regolamentazioni ambientali e di igiene, tant'è che gli veniva dato il nome di «regolamento edilizio sostenibile».

Un altro pezzo del decreto legge che prende forma è quello relativo ai finanziamenti delle infrastrutture. Il ministero di Porta Pia propone esplicitamente (ma qui non è chiaro se sia arrivato o meno il via libera del ministero dell'Economia) un fondo unico destinato al finanziamento di infrastrutture grandi e piccole alimentato dal Tesoro in una misura fissa del 3% del Pil. Stiamo ragionando di cifre dell'ordine dei cinque miliardi annui. La questione era stata oggetto dell'incontro Padoan-Lupi di dieci giorni fa.
Terzo capitolo del decreto legge che prende forma è la lista delle grandi opere da rifinanziare con una quota rilevante dei 2-3 miliardi che dovrebbero sostenere il decreto legge. Una quota di quelle risorse andrà alle piccole opere suggerite dai comuni al premier direttamente per mail e un'altra quota dovrebbe andare a sbloccare una quota delle 671 opere di ogni taglia bloccate e censite dal ministero delle Infrastrutture. Ma la fetta maggiore dovrebbe andare alle grandi opere. Ecco la lista che comincia a prendere forma: alta velocità Brescia-Padova, ferrovia Napoli-Bari, completamento del Quadrilatero stradale Marche-Umbria, sblocco dell'autostrada tirrenica, finanziamento delle opere collegate all'Expo, passante ferroviario di Torino, asse viario Lecco-Bergamo, ferrovia Firenze-Pistoia-Lucca, sistema idrico abruzzese. Una decina di opere cui se ne potrebbero forse aggiungere ancora altre ma che non dovrebbero crescere troppo, visto che la strategia del governo è di finanziare interventi effettivamente strategici per il territorio. Sempre in tema di grandi opere, ormai scontata una profonda revisione della legge obiettivo del 2001, con l'introduzione di nuove semplificazioni procedurali per le infrastrutture strategiche.
Il ministero delle Infrastrutture vuole comunque mantenere un equilibrio fra grandi e piccole opere e per questo rilancerà anche una seconda edizione, riveduta e corretta, del «piano dei 6mila campanili». Rispetto alla prima edizione, saranno individuati criteri per l'accesso ai finanziamenti che siano maggiormente strategici in termini di crescita e sviluppo del territorio.
Infine, le città. Anche qui l'obiettivo è rilanciare il «piano città» che fu lanciato dal viceministro Mario Ciaccia ai tempi del governo Monti. Qui forse il lavoro è un po' più indietro. Anche in questo capitolo si pensa a una seconda edizione ma qui i limiti da superare sono più importanti (anche perché il vecchio piano città di fatto non è partito mai) e soprattutto le richieste avanzate da imprese, professionisti e sindaci sul rilancio di una politica della riqualificazione urbana molto ambiziose.

Fonte articolo: http://www.quotidiano.ilsole24ore.com/vetrina/edicola24web/edicola24web.html?testata=S24&edizione=SOLE&issue=20140723&startpage=1&displaypages=2

 

Stai pensando di ampliare la tua casa? ecco quando potrai usufruire dell'iva agevolata

L'iva al 4% si applica ai lavori di ampliamento di un immobile solo nel caso in cui sussistano le condizioni per usufruire delle agevolazioni prima casa. Negli altri casi l'aliquota applicabile sarà quella del 10%, che salirà al 22% se si tratta di un edificio con caratteristiche di lusso.

Aliquota agevolata: Si applica l'aliquota agevolata al 4% solo nel caso in cui l'ampliamento non configuri una nuova e indipendente unità immobiliare, perché in questo caso verrebbe meno la condizione di non possedere un'altra abitazione. per quanto riguarda le agevolazioni prima casa, nel caso dell'iva si fa riferimento al d.m. del 2 agosto 1969, mentre per l'imposta di registro conta la classificazione catastale.

Il privato committente deve possedere i requisiti soggetti previsti sia nel momento dell'effettuazione delle singole prestazioni rese dall'impresa (atto emissione delle fatture, pagamento o acconti), sia all'atto delle consegna del bene.

Aliquota 10%: Si applica nel caso in cui, l'ampliamento da orine a una nuova e indipendente unità immobiliare.

Aliquota ordinaria del 22%: nel caso in cui l'ampliamento dia origine a un'unità immobiliare con caratteristiche di lusso (così come descritta dal dm 2 agosto 1969) si applica l'aliquota ordinaria del 22%.

Fonte articolo: http://www.idealista.it/news/immobiliare/residenziale/2014/07/22/110251-stai-pensando-di-ampliare-la-tua-casa-ecco-quando-potrai-usufruire-delliva

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