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Accordo Governo - Comuni: anticipo da 1,2 miliardi del gettito Imu

Dopo tanto trattare, dovrebbe vedere la luce lunedì prossimo il decreto enti locali, che è nato ormai tre mesi fa per tradurre in pratica l’intesa di febbraio sulla riforma del Patto di stabilità ma nel suo cantiere infinito si sta trasformando in un provvedimento omnibus per la finanza locale: omnibus ma non abbastanza, almeno nella sua versione iniziale, per risolvere tutti i nodi, a partire dalla replica del Fondo Tasi che l’anno scorso ha finanziato le detrazioni per l’abitazione principale in 1.800 Comuni, e che resterà ancora per un po’ al centro di calcoli e discussioni. In sospeso rimane anche l’ormai mitico addio di Equitalia alla riscossione locale, perché una nuova proroga manterrà il limbo attuale fino a fine anno.

L’incontro di ieri fra Governo e sindaci, l’ennesimo della serie, ha comunque sbloccato la situazione, con soddisfazione per gli amministratori locali. "Sono state trovate soluzioni positive a molti problemi - ha detto all’uscita il presidente dell’Anci Piero Fassino - e ora la redazione dei bilanci potrà essere più serena". In effetti le buone notizie non mancano. Entro una settimana dalla sua entrata in vigore, quindi (se tutto va come previsto) prima della fine del mese, ai Comuni arriverà un’anticipo da 1,2 miliardi del gettito Imu, per aiutare le casse in sofferenza. Gli obiettivi del Patto di stabilità saranno individuati secondo il meccanismo scritto nell’intesa di febbraio, quindi togliendo dalla base di calcolo quadriennale (con esclusione dell’anno di picco di spesa) le uscite per rifiuti e trasporto locale, e soprattutto saranno “intercambiabili” con il fondo crediti che ogni ente deve determinare sulla base delle proprie difficoltà di riscossione.
In pratica il meccanismo di base, affinato da “premi” per chi ha ridotto la spesa corrente e si è mostrato più efficiente nella riscossione, servirà a calcolare l’obiettivo lordo, da cui sarà detratto l’importo del fondo crediti: un sistema che dà a ogni ente più margini di autonomia per decidere se sopportare un obiettivo di Patto più alto (che incide sugli investimenti) oppure un fondo crediti più ricco (che frena la spesa corrente).


Sempre in termini di Patto, si alleggeriscono le sanzioni per chi non l’ha rispettato nel 2014. In generale, il taglio di risorse sarà pari al 20% dello sforamento (e non al 100% come prevedono le norme attuali), ma per Province e Città metropolitane ci saranno tutele aggiuntive: se più conveniente per l’ente, potrebbe essere applicato un tetto “alternativo” (2% delle entrate), e soprattutto saranno stoppate le sanzioni che impediscono i rinnovi dei contratti a termine, rendendo applicabile la clausola prevista nel Milleproroghe anche nelle tante Province che l’anno scorso non hanno rispettato i vincoli di finanza pubblica.
Sempre in fatto di sanzioni, in cantiere c’è anche una revisione di quella prevista per le amministrazioni troppo lente nei pagamenti: chi l’anno scorso ha fatto aspettare in media i propri fornitori per più di 90 giorni, infatti, si vede bloccata ogni possibilità di assunzione, e dal calcolo dovrebbero uscire i pagamenti liberati dai vari decreti sblocca-debiti, che per loro natura sono arretrati e quindi alzano l’indicatore sul tempo medio. Anche in questo caso, dovrebbe spuntare inoltre qualche clausola di favore in più, da dedicare agli enti di area vasta e a quelli in dissesto.


Nel fitto lavorio per sbrogliare un po’ la matassa dei conti locali, si prevede poi la possibilità di aderire ai piani di rinegoziazione dei mutui anche per chi è in esercizio provvisorio, dal momento che il termine per i bilanci preventivi è stato spostato al 30 luglio. I risparmi ottenuti aderendo ai programmi appena lanciati da Cassa depositi e prestiti, poi, sarebbero utilizzabili anche per la spesa corrente quando la mossa serve a «sopperire a gravissime situazioni di mancanza di liquidità non altrimenti fronteggiabili». Qualche chance in più dovrebbe inoltre aggiungersi per l’utilizzo dei proventi da alienazioni.

Riassumendo:

1. PATTO DI STABILITA'
Il decreto attua la riforma che modifica la base di calcolo e premia gli enti che hanno tagliato la spesa e sono efficienti nella riscossione. Dall’obiettivo lordo andrà detratta la somma congelata nel fondo crediti dubbi, proporzionale al tasso di mancata riscossione.


2. SANZIONI
Per chi non ha rispettato il Patto nel 2014, la sanzione sarà pari al 20% dello sforamento. Tetto “alternativo” (2% delle entrate) per Province e Città metropolitane, esentate anche dalla sanzione che blocca i rinnovi dei contratti flessibili.


3. PAGAMENTI
Le norme impediscono le assunzioni a qualsiasi titolo agli enti che hanno registrato nel 2014 un tempo medio per i pagamenti superiore a 90 giorni. Dal calcolo dovrebbero uscire le poste oggetto delle operazioni sblocca-debiti. Salvaguardie aggiuntive sono previste per enti di area vasta e amministrazioni in dissesto.


4. MUTUI
Apertura della possibilità di aderire alla rinegoziazione dei mutui anche per gli enti che non hanno ancora approvato il preventivo. Possibilità di utilizzo dei risparmi anche per finanziare la spesa corrente.


5. RISCOSSIONE
Nuova proroga (al 31 dicembre) della presenza di Equitalia, in attesa del decreto attuativo della delega fiscale.

Fonte articolo: http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2015-05-13/comuni-arriva-l-anticipo-salva-casse-12-miliardi-gettito-imu-214551.shtml?uuid=ABGSLwfD

L'Europa investe nel settore immobiliare

Europa: nel 2015 previsti investimenti nel real estate per 210 mld. A dirlo è lo studio di Savills effettuato su 15 paesi europei, tra i quali rientra l’Italia.

Nei paesi analizzati i volumi totali di investimento alla fine del 2015 potrebbero toccare i 210 miliardi di euro, in crescita del 5-10% rispetto ai 199,3 miliardi transati nel 2014.

Nel primo trimestre del 2015 i volumi d’investimento raggiungeranno i 38 miliardi di euro, in linea con il medesimo periodo dello scorso anno. Marcus Lemli, responsabile per gli investimenti europei presso Savills, commenta: “Prevediamo che il 2015 sarà un altro anno forte per gli investimenti europei e continuerà lungo la traiettoria ascendente che abbiamo già visto nel 2014, con volumi complessivi in crescita del 36% anno-su-anno rispetto al 2013”.

Fonte articolo: http://news.attico.it/2015/03/12/europa-nel-2015-previsti-investimenti-nel-real-estate-per-210-mld/

Incremento compravendite immobiliari 5,5% ultimo trimestre 2014

Dopo 7 anni di calo le compravendite immobiliari nel 2014 tornano al segno più con una crescita dell’1,8% rispetto al 2013. Lo comunica l’Agenzia delle Entrate.

Il mercato immobiliare italiano risulta ancora in crescita nel IV trimestre 2014 consolidando il rialzo già osservato nel precedente trimestre. Il tasso tendenziale riferito al totale delle compravendite risulta, infatti, pari a +5,5%. Con un numero di compravendite immobiliari pari a 920.849 NTN, l’anno 2014 si chiude con una variazione complessiva rispetto al 2013 pari a +1,8% (con un aumento di circa 16mila NTN) ed era dal 2006 che non si osservava un segno positivo per le compravendite immobiliari.

Nel quarto trimestre l’aumento è stato del 5,5%. Crescono quindi nel 2014 gli acquisti di abitazioni con un ricorso a un mutuo ipotecario a +12,7% rispetto al 2013. Per il 40,6% del totale degli acquisti di abitazioni l’acquirente e si è rivolto alla banca ottenendo come capitale medio erogato circa 119mila euro, 3mila euro in meno rispetto al 2013. La rata media mensile iniziale risulta in calo del 7% rispetto all’anno precedente è pari a 631 euro.

Nel 2014 scendono anche i tassi di interesse, attestandosi intorno al 3,4%, mentre rimane stabile la durata media del mutuo (22 anni). I prezzi delle abitazioni sono scesi dello 0,8% nel 2° semestre 2014, mentre nel 1° trimestre la flessione è stata del 2,3%. “Nel 2015 non penso ci sarà una salita dei prezzi significativa”, ha riferito il direttore dell’Osservatorio, Gianni Guerrieri, anzi, è più probabile “una ulteriore discesa”.

Il rapporto dell'Agenzia Entrate.

Fonte articolo: http://news.attico.it/2015/03/05/casa-dopo-7-anni-di-calo-le-compravendite-immobiliari-tornano-al-segno-piu/

Mutui, continua il momento positivo: tassi più bassi e domanda «record»

Mentre continua la lenta discesa del tasso medio di interesse applicato ai mutui, non si ferma la corsa delle domande di finanziamento da parte delle famiglie.

Secondo il barometro Crif, il mese di marzo «ha fatto registrare un incremento impetuoso nel numero delle richieste di mutuo da parte delle famiglie italiane, con un eloquente +49,4% rispetto al corrispondente mese del 2014 (valore ponderato, a parità di giorni lavorativi) che per altro a sua volta si caratterizzava per un segno positivo». Si tratta del «record assoluto» da quando Crif ha iniziato a rilevare l'andamento delle richieste su base mensile.

La fotografia del mercato
Il dato di marzo porta la domanda aggregata a livello di I trimestre 2015 a segnare un incremento del +37,5% rispetto al pari periodo dello scorso anno. Nonostante il segno positivo accompagni l'andamento mensile della domanda di mutui dal luglio del 2013, a conferma di un percorso di progressivo recupero, occorre però sottolineare come la distanza rispetto agli anni pre-crisi risulti ancora significativa, con volumi ridotti di quasi un terzo. E rimane lontano anche il livello di prestito richiesto con una media di circa 123.300 euro, con oltre un terzo delle richieste comprese tra 100 e 150mila euro. La durata in oltre il 23% dei casi è tra i 15 e i 20 anni.

Surroghe sovrastimate?
Sul tema surroghe, nota Crif, «si è detto e scritto molto dopo che il significativo ridimensionamento degli spread applicati ha incentivato l'interesse alla portabilità dei mutui verso soluzioni più convenienti». Per dare una dimensione effettiva al fenomeno, l'analisi di Crif ha preso in considerazione tutte le pratiche di cambio mutuo avanzate formalmente dai consumatori alle aziende di credito, quindi «non semplici richieste di informazioni o simulazioni preliminari su internet, che per i consumatori tipicamente rappresentano il primo passo alla ricerca di soluzioni più vantaggiose». Secondo Crif, anche se le richieste sono «sensibilmente cresciute nel corso degli ultimi 3 anni», queste arrivano al 10,9% del totale nel corso del 2014, con un peso che «risulta comunque inferiore rispetto a quello del 2010 e 2011». Inoltre, nell'ultimo anno la dinamica si è via via rafforzata nel corso dei mesi, arrivando a pesare per il 14,6% sul totale delle richieste presentate nell'ultimo trimestre dell'anno, con una quota maggioritaria attribuibile alle surroghe rispetto alle sostituzioni.

Tasso medio Bankitalia
Secondo gli ultimi dati Bankitalia, intanto i tassi d'interesse sui mutui alle famiglie per l'acquisto di abitazioni a febbraio sono stati pari al 3,01% a fronte del 3,07% del mese precedente, quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo all'8,64% (8,71% a gennaio).

Fonte articolo: http://www.casaeterritorio.ilsole24ore.com/art/mercato-immobiliare/2015-04-09/mutui-continua-momento-positivo-131557.php?uuid=AbPeiWgL

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