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"Semplificazione" edilizia in vigore dall'11 dicembre

Una tabella di 142 pagine che indica in maniera analitica, per attività economica, edilizia e ambiente, cosa serve a livello autorizzativo per fare una determinata cosa.


La “semplificazione” della riforma Madia della pubblica amministrazione (Dlgs 222/2016), che si salva dalla tagliola della Corte costituzionale, realizza una codificazione delle attività delineando un quadro aggiornato in vigore dall’11 dicembre di obblighi e di titoli abilitativi “massimi” che servono; nel senso che a livello locale non si possono chiedere titoli abilitativi di maggior peso. 

E questo dovrebbe comportare una maggiore uniformità di trattamento nelle singole realtà italiane laddove oggi si assiste anche a situazioni molto differenziate.
Ad esempio, in fatto di edilizia i regimi amministrativi definiti dal provvedimento sono quattro: attività di edilizia libera; comunicazione di inizio lavori asseverata (Cila); segnalazione certificata di inizio attività (Scia), anche in alternativa al permesso di costruire; permesso di costruire.

 
ATTIVITA' DI EDILIZIA LIBERA

L’elenco degli interventi realizzabili in regime di attività libera (e per i quali non serve la comunicazione di inizio lavori) comprende:
- installazione di pannelli solari e fotovoltaici a servizio degli edifici fuori dai centri storici;
- pavimentazione e finitura degli spazi esterni, anche per la sosta, entro l’indice di permeabilità; 
- realizzazione di aree ludiche senza scopo di lucro;
- installazione di elementi di arredo nelle aree pertinenziali degli edifici.


QUANDO LA CILA, LA SCIA E IL PERMESSO DI COSTRUIRE

Il restauro e il risanamento conservativo che non interessano le parti strutturali dell’edificio prevedono la Cila, mentre per ristrutturazioni pesanti, interventi di nuova costruzione in diretta esecuzione di strumenti urbanistici generali, ristrutturazione urbanistica disciplinata da piani attuativi è ammessa la Scia alternativa al permesso di costruire e l’inizio dei lavori è fissato a 30 giorni dalla sua presentazione. Per la nuova costruzione di manufatto edilizio continua a servire il permesso di costruire.
Il soggetto che ha presentato la Scia o che è titolare del permesso di costruire può richiedere il certificato di agibilità entro 15 giorni dalla fine dei lavori o presentare un’autocertificazione sottoscritta da un professionista.

COSA ACCADE PER LE ATTVITA' COMMERCIALI

Per quel che riguarda le attività economiche (le tipologie censite sono 72) da ricordare la distinzione tra bar e pizzerie in zone tutelate (dove scatta il silenzio assenso più la Scia ma non serve l’autorizzazione) mentre nelle zone non tutelate è sufficiente la Scia unica. Così come un dato importante è la possibilità di avviare una media struttura di vendita solo con il silenzio-assenso entro 90 giorni (laddove fino ad oggi in alcune realtà serviva l’autorizzazione preventiva).

AUTORIZZAZIONI AMBIENTALI

Sul fronte dell’ambiente la necessità di autorizzazione cade per situazioni apparentemente meno impattanti:
- dieci situazioni sottoposte a permessi diventano soggette a semplici comunicazioni (tra cui voltura dell’autorizzazione integrata ambientale in caso, ad esempio, di cessione dell’impianto;
- messa in esercizio dello stabilimento per le emissioni in atmosfera;
- smaltimento degli scarti alimentari trattati con dissipatore a livello domestico;
- valutazione previsionale del clima acustico per asili nido, scuole, ospedali, case di cura e riposo, parchi e abitazioni vicine ad autostrade;
- utilizzo agronomico delle deiezioni animali in allevamento, delle acque di vegetazione dei frantoi oleari e delle acque reflue provenienti da piccole aziende agroalimentari, prima sottoposte ad autorizzazione stante il rischio rappresentato dai carichi di azoto e ammoniaca, prima da autorizzare).

Debuttano poi quattro situazioni di silenzio-assenso, prima sottoposti ad autorizzazione (modifica non sostanziale di impianti già in possesso di Aia o di Aua e utilizzo da parte dei consorzi di bonifica delle acque fluenti nei canali per usi diversi da quello irriguo, operazioni di invaso, sghiaiamento, sfangamento e manovra degli scarichi delle dighe).


Fonte articolo: Ilsole24ore.com

Locazione turistica: le regole sugli "affitti brevi"

La locazione turistica prevede l’affitto di una casa o anche solo una stanza per brevi periodi e consente al proprietario di rimanere in possesso dell’immobile.


Vediamo come funzionano i cosiddetti “affitti brevi”.

Con la locazione turistica il proprietario mette a reddito l’immobile per brevi periodi, rimanendone di fatto in possesso e senza dover registrare alcun contratto se la locazione dura per un periodo di tempo non superiore a 30 giorni. Il proprietario, inoltre, può variare il canone di locazione secondo i periodi di alta e bassa stagione o in corrispondenza di eventi di richiamo turistico.
Questo tipo di locazione non deve sottostare alle norme previste dalla legge 431/1998 sulle locazioni abitative, ciò rende più agile e libero l’accordo tra proprietario e inquilino, che consiste nell’accettazione da parte dell’inquilin o dell’offerta pubblicata dal proprietario.


La locazione turistica non prevede servizi aggiuntivi, si contraddistingue dunque dal Bed and Breakfast. E’ necessario quindi far sapere che l’appartamento è sprovvisto di servizio di cambio biancheria. E’ possibile comunque prevedere un compenso per la pulizia e il proprietario può fare convenzioni con il bar vicino o dello stabile in cui è l’appartamento. L’assenza di servizi tipicamente alberghieri consente al proprietario di esercitare l’attività locatizia anche in forma non  imprenditoriale.


Quando il proprietario si affida all’intermediazione dei siti Internet, spesso non è necessario riscuotere il pagamento direttamente dall’ospite. In tal caso, però, bisogna ricordare che il prezzo indicato nell’offerta include anche la quota a titolo di commissione del portale Internet. L’ospite scaricherà dal portale Internet la ricevuta dell’importo pagato, mentre il locatore conserverà l’estratto bancario con le ricevute di accredito che di solito gli viene mandato via email, dalla piattaforma web, per l’indicazione dei guadagni in sede di dichiarazione dei redditi.


Per quanto riguarda la dichiarazione dei redditi, i canoni di locazione percepiti sono soggetti a tassazione Irpef e vanno indicati, sul modello 730 oppure sul Modello Unico, nel quadro RB per i “redditi da fabbricati”. Le spese sostenute non verranno portate in deduzione se non nella misura del 5% del reddito complessivo e a titolo forfettario.


Quando si decide di fare una locazione turistica, il proprietario deve ricordare di comunicare i dati delle persone alloggiate. Con una circolare interpretativa dello scorso anno, infatti, la Direzione Centrale Affari Generali della Polizia di Stato ha stabilito che l’obbligo di comunicazione dei dati delle persone alloggiate all’autorità di pubblica sicurezza si estende ai locatori privati occasionali. Tramite l’iscrizione all’apposito portale AlloggiatiWeb è possibile comunicare anche in via telematica i nomi degli inquilini, cittadini Ue o extra Ue.


Come ricordato da La legge per tutti, all’interno del sito della Polizia di Stato si trova l’area Carta dei Servizi per ogni questura territorialmente competente con i moduli da scaricare e compilare. In questo modo si inseriranno i dati del locatore e dell’immobile ottenendo le credenziali di accesso al portale. Si scaricherà quindi il certificato digitale di sicurezza sul proprio pc per poter comunicare di volta in volta i nominativi  degli ospiti.


In Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Sardegna, Veneto il locatore deve comunicare di esercitare tale attività in modo non  imprenditoriale. Si tratta di una segnalazione certificata di inizio di attività non imprenditoriale, da inoltrare secondo le istruzioni che appaiono sul portale web del Comune o altrimenti, in modalità non telematica, presentando l’apposito modulo compilato allo sportello delle attività produttive. In particolare, per quanto riguarda la Regione Lombardia questa comunicazione è un passaggio obbligato per ottenere il rilascio delle credenziali al sistema di pagamento dell’imposta di soggiorno.


Fonte articolo: Idealista.it

 

Gli affari del momento sono i bilocali e i box

Il mercato immobiliare sembra voler rialzare la testa. I dati sul settore sono ancora ambivalenti.


Lo riferisce Nomisma che per l’intero 2016 prevede un solido incremento delle transazioni immobiliari (+12,3%). Sul fronte dei prezzi, la previsione continua però a indicare un trend di recessione (da -1,1% a -0,6%). Il calo delle quotazioni tuttavia è sempre più lieve e prosegue in questa direzione da tre anni ormai. 

Intanto, in tempi di Borse traballanti, il mattone torna di nuovo nei radar degli investitori. La liquidità degli italiani sui conti correnti continua a salire anche perché i titoli di Stato e i listini offrono pochi sbocchi. Molti risparmiatori, per dare valore al patrimonio, tornano a guardare all’immobile da reddito. Permette, oltre alla rivalutazione del capitale, anche di beneficiare di un’entrata mensile con l’affitto (tassazione permettendo). In più protegge da un possibile ritorno dell’inflazione che pare lontano ma comunque a diventare un’ipotesi sempre più concreta. 

DOVE SI GUADAGNA DI PIU'

Il bilocale in affitto arriva a un rendimento del 4,7% lordo annuo. I calcoli li ha fatti Tecnocasa. Le case da reddito non sono tutte uguali però e, soprattutto in questa fase di depressione del mercato immobiliare, è bene fare molta selezione. Il consiglio degli esperti a chi vuole acquistare per mettere a reddito è quello di concentrarsi su città e zone con una domanda vivace in modo da poter liquidare più facilmente l’investimento. Vale poi la regola di guardare a zone con un’alta continuità di locazione, per esempio le aree universitarie o quelle con una grande densità di aziende e uffici che quindi attirano più locatari trasfertisti. Anche i centri delle città d’arte sono particolarmente interessanti con ritorni che, grazie agli affitti a breve, superano il 5%.  


Cosa accadrà nel caso di un rialzo dei tassi d’interesse? Anche questa ipotesi è ancora remota ma dopo l’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca si inizia di nuovo a ragionare su un possibile incremento del costo del denaro. I rischi per l’immobiliare non mancano. I mutui, che stanno sostenendo la domanda, potrebbero vedere una frenata e quindi appesantire di nuovo il settore delle case. "Una salita dei tassi d’interesse non creerebbe nel medio periodo grandi scompensi al mercato, potrebbe invece calare il rendimento nel caso che i prezzi di vendita si mettano a correre più dei canoni di locazione – afferma Alessandro Ghisolfi, Responsabile del Centro Studi di Casa.it -. Ma questa al momento è un’ipotesi piuttosto lontana". 


Il box auto conviene  

Anche il posto auto torna di nuovo di moda e il ritorno che offre è decisamente più alto di quello da bilocale. "I rendimenti annui lordi dei box sono mediamente più elevati di quelli degli appartamenti – spiega Fabiana Megliola, Responsabile Ufficio Studi Tecnocasa -. Nelle grandi città siamo intorno a 5,9%". Il box può quindi essere un’alternativa al bilocale, in più è più facile da gestire oltre che meno costoso. Anche in questo caso vanno considerate le zone più frequentate ma va valutata con attenzione anche la presenza di parcheggi nell’area e la possibile costruzione di nuovi posti auto e box nel quartiere. "L’effetto della realizzazione di nuovi box sarebbe un’ulteriore riduzione dei canoni di locazione – spiega Fabiana Megliola -. Va tenuto poi in considerazione il fatto che in questi ultimi anni di difficoltà di mercato immobiliare, una delle prime rinunce dei potenziali inquilini e acquirenti è proprio il garage, al fine di tagliare le spese". 


Un aspetto da considerare quando si investe sul mattone, che sia un appartamento o un box, è la rivalutazione degli immobili nel tempo. L’analisi effettuata dall’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa, che parte dal 2001, vede nelle grandi città una maggiore rivalutazione delle abitazioni rispetto ai box: 7,9% contro il 4,8%. 


Fonti articolo: LaStampa.it

Gli incentivi casa non ancora prorogati; preoccupazione di Ance e Federlegno

Un'opportunità persa per il Paese che rischia di impattare negativamente sulla già fragile ripresa dell'economia.


E’ questo il giudizio di Ance e FederlegnoArredo sulla decisione della commissione Bilancio della Camera di ignorare gli emendamenti all'articolo 2 della legge di bilancio, regolarmente depositati e segnalati dai gruppi parlamentari, rimandando al Senato la discussione sulle modifiche a sostegno dell'edilizia e della casa tra cui il bonus mobili giovani coppie, le detrazioni per l'acquisto di case in classe energetica elevata e per la rottamazione di vecchi fabbricati. 

 

Secondo Ance e FederlegnoArredo, l’esclusione dalla discussione di un articolo contenente strumenti sulla casa e l'edilizia, in grado di favorire sia lo sviluppo di nuovi posti di lavoro sia un'efficace lotta all'evasione fiscale, è una decisione grave e preoccupante. Le due federazioni auspicano un reinserimento da parte del Governo, in modo da alimentare una discussione nei prossimi decisivi passaggi parlamentari.

Case in classe energetica A e B, Ance chiede la proroga

A preoccupare gli edili è la mancata proroga della norma che agevola l’acquisto di case in classe energetica A e B con la possibilità di detrarre dall’Irpef il 50% dell’Iva pagata.
La misura, introdotta dalla Legge di Stabilità per il 2016, non è stata confermata. Un errore, sostiene l’Ance, e “un’occasione persa per la ripresa del settore e per l’utilizzo della leva fiscale come strumento di politica industriale”.
Secondo l’associazione degli edili, la norma non rappresenterebbe un aggravio di costi per il bilancio pubblico, ma produrrebbe un effetto positivo per le casse dello Stato pari a oltre 700 milioni di euro e stimolerebbe 25mila nuove compravendite.


Per lo stesso obiettivo, ha affermato l’Ance in una nota, “andrebbe recuperata la norma che prevede un azzeramento temporaneo delle imposte di registro dovute dai costruttori che accettano in permuta l’abitazione usata di chi acquista case ad alta efficienza energetica.

Case in classe energetica A e B, bonus in scadenza al 31 dicembre 2016

Ricordiamo che la Legge di Stabilità 2016 ha introdotto una detrazione Irpef pari al 50% dell’Iva pagata per chi acquista nel 2016, direttamente dal costruttore, una casa, nuova o ristrutturata, in classe energetica A o B.  
L’incentivo vale sia per le prime sia per le seconde case. Acquistando, per esempio, un’abitazione da destinare a prima casa che costa 100 mila euro, l’Iva al 4% ammonterà a 4 mila euro. Lo sconto Irpef per l’acquirente sarà pari a 2 mila euro, cioè la metà dell’Iva versata. Il rimborso avverrà in dieci anni con rate di pari importo.


Se, invece, l’abitazione che costa 100 mila euro non deve essere utilizzata come prima casa, l’Iva ammonterà al 10%, quindi si dovranno versare 10 mila euro. In questo caso, l’acquirente potrà usufruire di uno sconto Irpef pari a 5 mila euro.
Si potrà usufruire di questa possibilità fino al 31 dicembre 2016, a meno che nel ddl Bilancio 2017 non venga inserita una proroga.


Fonti articolo: 1. Monitorimmobiliare.it 2. Edilportale.com

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