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Prezzi case in lieve ripresa; un +0,1 da verificare nel lungo periodo

In un mercato residenziale che è tornato stabilmente a crescere dal punto di vista delle compravendite (+17,4% secondo gli ultimi dati dell’agenzia delle Entrate relativi al terzo trimestre 2016) rimane il nodo dei prezzi, che dopo aver perso in media il 20-25% durante la lunga crisi immobiliare, continuano ad assestarsi, seppur lentamente.


Un primo segnale positivo arriva però dai dati diffusi dall’Istat, secondo cui, pur rimanendo in terreno negativo la variazione su base annua, da giugno a settembre 2016 si è tornati a un flebile segno più (+0,1%) rispetto al periodo precedente.

 

Secondo una nota dell’Istituto di statistica, infatti, "nel terzo trimestre 2016, sulla base delle stime preliminari, l’indice dei prezzi delle abitazioni (Ipab) acquistate dalle famiglie, sia per fini abitativi sia per investimento, aumenta dello 0,1% rispetto al trimestre precedente.


La flessione tendenziale è dovuta principalmente ai prezzi delle abitazioni nuove, mentre si ridimensiona lievemente il calo dei prezzi delle abitazioni esistenti (-0,6%, da -0,7% del periodo precedente). Su base congiunturale, invece, "il lievissimo aumento dell’Ipab è dovuto alla stabilità dei prezzi delle abitazioni nuove e al contestuale incremento dello 0,1% di quelli delle abitazioni esistenti".


Cosa aspettarsi per il futuro? Se il trend delle compravendite sarà confermato dovrebbero cominciare a muoversi finalmente anche i prezzi, ma il percorso sarà lento e non privo di ostacoli: la molta offerta da smaltire, la debolezza della domanda, la sostanziale fragilità dell’economia e il contesto deflattivo fanno prevedere ancora piccoli ribassi che dovrebbero lasciar spazio - in assenza di altri shock - a una sostanziale stabilità con una lieve ripresa delle quotazioni solo nel medio e lungo periodo, a eccezione dei centri che hanno anticipato la ripresa e che si mostrano più dinamici: Milano in testa, ma anche, secondo Nomisma, Firenze, Bologna e Venezia.

Fonte articolo: Ilsole24ore.com

Perchè l'immobiliare è in ripresa nelle grandi città?

Parte da Prato la ripresa delle compravendite di abitazioni. 


Seguono Livorno, Venezia e Firenze, dove si concentrano gli aumenti più consistenti rispetto al 2013, anno in cui il mercato residenziale ha toccato il fondo. 

 

È quanto emerge dalle statistiche provinciali dell’Agenzia delle Entrate sulle transazioni immobiliari dell’ultimo triennio.
Secondo l’ufficio studi Nomisma il 2016 dovrebbe chiudersi toccando le 517mila compravendite, in risalita del 28% rispetto al massimo ribasso del 2013, anno in cui si realizzarono solo 403mila transazioni (la metà rispetto al 2008). Ma la ripresa del mattone non viaggia alla stessa velocità sul territorio nazionale. Si torna a comprare casa soprattutto in Toscana e in Veneto. Sia a Padova che a Treviso, ad esempio, gli incrementi sono tutti superiori al 40 per cento. A Vibo Valentia, Isernia, Cosenza e Reggio Calabria, invece, il trend registra ancora il segno negativo.


Le città della ripresa 

"La ripresa - afferma Luca Dondi di Nomisma - si è concentrata in corrispondenza di grandi aree urbane, come Firenze e Bologna (rispettivamente +46,3 e +40,6%, ndr)". Le performance di alcune città, come Prato o Livorno, risultano sorprendenti, probabilmente "da legare all’entità del ridimensionamento subito in precedenza", sottolinea Dondi. Prima della ripresa c’è stato un forte calo dei prezzi e un tracollo delle compravendite: questi “aggiustamenti” hanno permesso al territorio di presentarsi meglio al momento della ripresa. "Dove il mercato è stato meno rigido - spiega il responsabile di Nomisma - si sono create le condizioni migliori per la ripartenza".


Può influire, inoltre, il fatto che nelle province più dinamiche la crisi bancaria sia stata molto forte: da Mps alla Banca popolare di Vicenza, per finire con Banca Etruria, le vicende legate ad alcuni istituti storici presenti sul territorio hanno accentuato la crisi. "È venuto meno un rapporto significativo, che dava fiducia ai potenziali acquirenti, e ciò ha innescato - gioco forza - una maggiore reattività del mercato", aggiunge Dondi.


Il ritardo dei prezzi

Nel frattempo, però, i prezzi delle case continuano a calare quasi ovunque, anche nelle città in cui le compravendite sono tornate a galoppare. L’esigenza di assorbire gradualmente gli eccessi passati e il meccanismo di resistenza e di difesa di prezzi, a volte insostenibili, ha generato un ritardo sul fronte delle quotazioni che, per la prima volta, non sono allineate alla ripresa della domanda.


Il risveglio dei mutui

Dietro al risveglio c’è naturalmente anche l’allentamento della stretta creditizia. Un elemento che accomuna, seppure con diversa intensità, tutta Italia. Non solo a livello nazionale il numero dei nuovi mutui concessi per l’acquisto di abitazioni è raddoppiato negli ultimi tre anni, ma quel che conta è che in tutte le province - comprese quelle dove ancora il mercato delle compravendite è in sofferenza, i mutui (escluse le surroghe) compaiono con un deciso segno «più».


Il boom delle stipule, ad esempio, supera il 100% a Grosseto e persino nella più tranquilla Ragusa, dove si registra un aumento “solo” del 23% dei passaggi di proprietà. Nella ripresa degli ultimi due anni è notevolmente cresciuta la quota di abitazioni acquistate tramite mutuo (dal 40% a oltre il 50%): "Gli investitori tradizionali sono più attendisti, sperano in prospettive reddituali più certe e in una fiscalità più mite", conclude Dondi.


Il fisco per la casa

E in effetti una spintarella al mattone arriva anche dal fisco. I provvedimenti per dare fiato al mercato immobiliare negli ultimi anni si sono susseguiti in modo un po’ disordinato. Alcuni sono stati sfruttati davvero, altri meno. L’abolizione di Imu e Tasi sulla prima casa non di lusso, ad esempio, può avere inciso poco nelle scelte di acquisto (guidate più da parametri di necessità che di convenienza), ma sicuramente ha dato sollievo a numerose famiglie. Molte delle quali hanno potuto giovarsi - per l’acquisto dell’usato - anche del super sconto sui lavori di ristrutturazione, confermato per il 2017 e ampliato (nella portata e nella durata) per gli interventi antisismici.


Non è un caso, infine, che l’inversione di rotta delle compravendite, dopo il picco negativo del 2013, risalga al primo trimestre 2014: a gennaio di quell’anno entrava in vigore il nuovo regime per la tassazione sulle prime case (imposta di registro dal 3 al 2%, ipotecaria e catastale da 168 a 50 euro).
La legge di Stabilità per il 2016, inoltre, ha ampliato l’agevolazione “prima casa”, consentendo al contribuente che ne ha già beneficiato di non dover più dismettere prima l’immobile agevolato, dandogli un anno di tempo per farlo a partire dalla data del nuovo acquisto.


Fonte articolo: IlSole24Ore.com

 

Anno record immobiliare 2016: cosa aspettarsi dal 2017?

Il 2016 del mercato immobiliare potrebbe essere ricordato da esperti e analisti come l’anno di svolta per la ripresa delle compravendite.


Al momento i dati certi sono più che positivi, con la performance dei primi nove mesi che parla di un incremento medio delle transazioni del 20,4%. I risultati, resi pubblici dall’Agenzia delle Entrate, evidenziano un trend al rialzo trainato sia dalla diminuzione dei prezzi degli immobili, che dal 2007 hanno perso il 39,7% del loro valore, che dalla maggiore accessibilità degli acquirenti al mercato dei mutui.

Crescono gli acquisti per qualsiasi tipo di finalità – prima casa, seconda casa o investimento – con aumenti a doppia cifra che hanno riguardato soprattutto le grandi città, quali Torino (+26,9%), Genova (+26,8%) e Milano (+26,7%)
"Questi dati", spiega Fabiana Megliola, Responsabile Ufficio Studi Tecnocasa, “sembrano confortare la previsione che, per tutto il 2016, le transazioni chiuderanno intorno a 500 mila. I prezzi invece continuano nel loro trend al ribasso, anche se meno rispetto al passato. Per la fine dell’anno prevediamo un ribasso dei prezzi compreso tra -2% e 0%”. Voltare pagina, lasciarsi alle spalle oltre otto lunghi anni di crisi immobiliare, nella media di un classico ciclo del settore, e guardare avanti.


Se nel 2017 si confermerà la tendenza positiva delle compravendite residenziali, che costituiscono la parte preponderante del mercato real estate, sarà il quarto anno consecutivo (da inizio 2014) di trend in crescita. 
La tendenza generale rimane positiva - spiega Luca Dondi, direttore generale di Nomisma - e nel residenziale, all’aumento del 2016, si sommerà un ulteriore aumento nel 2017 con un volume di oltre 550mila compravendite, in crescita del 7% sull'anno precedente. Le nostre stime di chiusura per il 2016 si sono attestate, riviste al rialzo, a quota 57mila transazioni (+16,3% sul 2015)".


Ma in un panorama più sereno rimane il neo dei prezzi, sostanzialmente stabili ma ancora con il segno negativo su base annua. Su questo scenario incombono una serie di fattori geopolitici ed economici che potrebbero avere un forte impatto negativo qualora si inasprissero conflitti e tensioni oppure la crisi economica.


È vero però che in questi oltre otto anni di crisi immobiliare gli italiani hanno perso buona parte del valore delle proprie proprietà immobiliari. Nell'arco degli ultimi due anni si è registrato un ritorno di interesse verso l'acquisto immobiliare, che si è tradotto nell'aumento delle compravendite e della domanda di mutui. "Oggi siamo in una nuova fase, ma la crescita resta fragile per una serie di fattori esogeni" dice ancora Dondi. Anche se l'attesa delle ricadute negative post referendum è stata disillusa. Il referendum ha rallentato in minima parte solo le transazioni immobiliari dei grandi investitori internazionali.
I prossimi mesi a livello europeo saranno segnati dalle elezioni in Germania e Francia e forse in Italia. Eventi in grado di influenzare la tenuta della stabilità.


Molti gli investitori che rimangono comunque positivi sul nostro Paese. Dopo che oltre tre anni fa il colosso americano Blackstone ha fatto da apripista per un ritorno al nostro real estate dei grandi capitali internazionali abbiamo assistito a numerosi deal con controparte estera.


"Abbiamo un fondo che investe in Italia, che resta un Paese potenzialmente attraente per la nostra strategia, ma dipende dagli asset singoli - commenta Tony Smedley, head of Continental European investment di Schroders -. Investiamo in città, con prospettive di crescita. Per questo guardiamo con attenzione a cambiamenti demografici e a novità nelle infrastrutture. E ci concentriamo al momento su Milano e Roma". Schroders, che ha asset under management per sei miliardi nell'Europa continentale, guarda a tutti i settori, dal retail agli uffici e alla logistica, dipende dalle opportunità. "Riteniamo il retail più difensivo nel medio termine» dice Smedley. E molti investitori puntano anche agli hotel.


"Il 2016 è stato un anno record - dice Roberto Galano, vicepresident di Jll Italy e massimo esperto nel segmento alberghiero di lusso - che si è chiuso con 1,1 miliardi di euro di investimenti". Il settore però chiede più attenzione da parte del governo. "Bisogna ridurre la burocrazia e aumentare la trasparenza" conclude Smedley. Gli fa eco Mario Breglia, Presidente di Scenari Immobiliari: "In Italia la crisi immobiliare si sta esaurendo senza aiuti - dice -. Nell'agenda del nuovo Governo per l'immobiliare ci dovrebbero essere quindi la “visione” di un settore immobiliare/edilizio che rappresenta il 20% dell'economia nazionale e che non ha un interlocutore politico".


Fonti articolo: IlSole24Ore.comMutuionline.it

Il Ministero decreta il credito d'imposta per la videorveglianza

Il credito di imposta per gli impianti di videosorveglianza andrà prenotato a inizio 2017 e poi inserito nelle dichiarazioni dei redditi dell'anno appena iniziato.


È la novità più importante del decreto del ministero dell'Economia, datato 6 dicembre 2016, che con circa nove mesi di ritardo dà finalmente attuazione a una norma inserita nell'ultima legge di Stabilità, molto attesa da imprese artigiane e condomini. 


Anche se, per completare il quadro del bonus, manca ancora un provvedimento dell'Agenzia delle Entrate, che fisserà il livello di sconto fiscale che sarà possibile richiedere.

 

Il decreto prende le mosse dal comma 982 dell'articolo unico della legge di Stabilità 2016 (legge n. 208 del 2015). Con quella norma veniva introdotto un nuovo bonus per gli impianti di videosorveglianza. In particolare, si leggeva nella manovra, "per le spese sostenute da persone fisiche non nell'esercizio di attività di lavoro autonomo o di impresa ai fini dell'installazione di sistemi di videosorveglianza digitale, nonché per quelle connesse ai contratti stipulati con istituti di vigilanza, dirette alla prevenzione di attività criminali, è riconosciuto un credito d'imposta ai fini dell'imposta sul reddito, nel limite massimo complessivo di 15 milioni di euro per l'anno 2016".


L'implementazione pratica di questo bonus veniva affidata a un decreto del Ministero dell'Economia, da approvare entro tre mesi, per fissare i criteri e le procedure per l'accesso al bonus e per il suo recupero in caso di utilizzo illegittimo. Con circa nove mesi di ritardo il decreto, datato 6 dicembre 2016, è stato finalmente pubblicato.


L'agevolazione sarà ammessa con un limite fondamentale. Spetterà, infatti, "a condizione che le spese siano sostenute in relazione a immobili non utilizzati nell'esercizio dell'attività d'impresa o di lavoro autonomo". Per le spese sostenute per immobili adibiti in parte ad attività di lavoro autonomo, il credito di imposta sarà ridotto nella misura del 50 per cento.


La richiesta andrà effettuata secondo i criteri fissati dall'Agenzia delle Entrate e dovrà, comunque, indicare l'importo delle spese agevolabili. L'amministrazione fiscale dovrà definire il livello massimo di credito di imposta spettante a ciascun soggetto. Il termine massimo per licenziare questo ulteriore provvedimento è il 31 marzo del 2017. «Il credito d'imposta di cui al presente decreto – spiega il Mef - non è cumulabile con altre agevolazioni di natura fiscale aventi ad oggetto le medesime spese».


All'orizzonte, comunque, c'è un meccanismo dai tempi piuttosto lunghi. Il credito d'imposta, infatti, andrà indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d'imposta 2016. Quindi, per completare tutti gli adempimenti ci sarà tempo fino alle dichiarazioni dei redditi del 2017. Quindi il bonus andrà prenotato a inizio 2017 e poi inserito nelle dichiarazioni dei redditi dell'anno appena iniziato. 


L'Agenzia delle Entrate avrà, poi, il potere di effettuare verifiche. Nel caso in cui accerti che una parte dello sconto non è dovuto, potrà ordinare il recupero delle somme indebitamente scontate.


Fonte articolo: IlSole24Ore, vetrina web

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