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Istat: il patrimonio italiano è costituito per l'88% da immobili


Nel 2013 il valore dello stock di attività non finanziarie possedute dall'insieme dei settori istituzionali in Italia è pari a 9.644 miliardi di euro. Circa l'88% di tale valore è costituito da immobili: quelli residenziali pesano per circa il 62% e quelli non residenziali per quasi il 26%. Gli altri beni di capitale fisso, materiali e immateriali, rappresentano poco più del 9% e i terreni agricoli pesano per circa il 3% del totale. 


Lo comunica l'Istat che per la prima volta pubblica la stima del valore delle principali attività non finanziarie detenute dalle famiglie, dalle società e dalle amministrazioni pubbliche. Le famiglie detengono più del 90% del patrimonio residenziale complessivo. Il valore dello stock abitativo è quasi raddoppiato tra il 2001 e il 2011. Tuttavia nel successivo biennio, spiega l'Istat, la discesa dei prezzi sul mercato immobiliare residenziale ha indotto una riduzione del valore medio delle abitazioni, con una conseguente contrazione del valore della ricchezza abitativa (-3,5% nei due anni).

 

Un'ampia quota di immobili non residenziali (circa il 55% nel 2013) è detenuta dalle societá non finanziarie, le famiglie produttrici ne posseggono circa il 30%, mentre il patrimonio non residenziale delle amministrazioni pubbliche rappresenta circa l'11% del totale. Nel 2013 lo stock degli altri beni di capitale fisso diversi dagli immobili è detenuto per il 75% dalle società non finanziarie, per il 14% dalle amministrazioni pubbliche e per l'11% dalle famiglie. Quasi il 90% dello stock di terreni agricoli è di proprietà delle famiglie. Lo stock di beni durevoli delle famiglie, cresciuto in maniera piuttosto regolare sino al 2011, ha subito negli ultimi due anni significative cadute (-0,5% nel 2012 e -2,5% nel 2013), indotte essenzialmente dalla dinamica fortemente negativa degli acquisti di automobili.


Il patrimonio delle società non finanziarie è composto in misura preponderante da immobili non residenziali (pari al 55% del totale) e da altri beni strumentali alla produzione (27% circa). Per le società finanziarie prevale in misura ancora più accentuata la quota di immobili non residenziali (circa l'83%), detenuti in gran parte a scopo di investimento. Circa il 74% delle attivitá non finanziarie detenuto dalle amministrazioni pubbliche è rappresentato da immobili, mentre gli altri beni di capitale fisso rappresentano circa il 24% e i terreni agricoli il restante 2%; è questo il settore istituzionale in cui l'attività di ricerca e sviluppo ha l'incidenza maggiore (8% sul totale attivitá reali). 


Per il settore delle famiglie e istituzioni sociali private senza scopo di lucro al servizio delle famiglie, l'84% delle attività reali è costituito da abitazioni; gli immobili non residenziali pesano per l'11% e gli altri beni strumentali utilizzati dalle piccole imprese a fini produttivi rappresentano l'1% del totale delle attività; il settore detiene inoltre l'88% del totale dei terreni agricoli; questi incidono per più del 3% sul complesso delle attività del settore.

Fonte articolo: http://www.milanofinanza.it/news/attivita-non-finanziarie-2013-a-9-6-miliardi-88-immobili-201505271331101819



IMU e TASI, guida al pagamento

 

Scade il 16 giugno il termine di pagamento degli acconti Imu e Tasi 2015 e sono milioni i contribuenti che in queste settimane dovranno calcolare quanto versare di imposte sugli immobili. Per calcolare Imu e Tasi 2015, esattamente come l’anno scorso, si parte dalla rendita catastale, riportata sul rogito, si rivaluta del 5% e al risultato si moltiplica il coefficiente del proprio immobile. Alla cifra ottenuta si applicano le aliquote Tasi e Imu stabilite dai propri Comuni di residenza e, nel caso della Tasi, al risultato ottenuto bisognerà sottrarre eventuali esenzioni, se previste per le abitazioni principali e relative pertinenze.

 

Si attendono ancora nella maggior parte dei casi le delibere dei Comuni di nuove aliquote e detrazioni e nei Comuni che non riusciranno a deliberare entro fine mese le nuove aliquote i cittadini devono calcolare gli acconti sulle aliquote 2014, per poi fare il conguaglio con il saldo di dicembre effettuato sulle nuove aliquote 2015. E’ consigliabile, dunque, che contribuenti e i professionisti verifichino prima le aliquote di pagamento di ogni Comune per effettuare i giusti calcoli. Tra i Comuni che hanno deliberato già le nuove aliquote, le grandi Bologna e Firenze, ma anche Livorno, Arezzo, Padova, Vicenza, Potenza, Rimini, Modena, Pescara, Cagliari, e Treviso.


Precisiamo che nel caso in cui lo scorso anno il Comune avesse deliberato un’aliquota pari a zero, il contribuente non deve pagare la Tasi. Insieme alle aliquote, è bene consultare anche le detrazioni decise, giacchè non sono fisse ma ogni singolo Comune decide se applicarle o meno, e se modularle sulla rendita catastale o sul valore Isee.

Tutti pagano l’Imu e la Tasi tutti ma con alcune precisazioni: l’Imu deve essere versata esclusivamente dai proprietari degli immobili su tutti gli immobili ad eccezione di abitazioni principali e relative pertinenze e terreni agricoli ma solo se si trovano in Comuni classificati dall’Istat come montani. Per i terreni in collina, invece, sono esenti solo i proprietari hanno la qualifica di coltivatori diretti o imprenditori agricoli. Negli altri casi si applicano le regole previste in passato per cui i non coltivatori pagano sempre l'imposta, mentre i coltivatori pagano per scaglioni in riferimento al valore del terreno.


La Tasi, invece, deve essere versata sia da proprietari che da inquilini e su tutti gli immobili, abitazioni principali e pertinenze, seconde case pertinenze, terreni, negozi, uffici e tutti gli altri immobili commerciali. A differenza dell’Imu, la Tasi deve essere versata da proprietari e, in parte, anche dagli inquilini. A loro spetta, infatti, il pagamento di una percentuale compresa tra il 10 e il 30% della cifra totale da versare e anche in questo caso è il singolo Comune a decidere l’entità di questa percentuale che, però, precisiamo, non è obbligatoria. Calcolati gli acconti delle imposte da versare, si può pagare con bollettino postale o modello F24. Il bollettino postale si trova in qualsiasi ufficio postale, è in parte precompilato e dovrà essere completato solo inserendo i dati specifici del contribuente e dell’immobile per cui si deve pagare.


Per il modello F24, invece, bisogna riportare i codici tributo nella sezione intitolata Sezione Imu e altri Tributi locali in corrispondenza delle somme indicate nella colonna ‘importi a debito versati’; bisogna poi compilare lo spazio codice ente/codice comune in cui bisogna indicare il codice catastale del Comune nel cui territorio sono situati gli immobili, il campo Numero immobili, dove indicare numero degli immobili, la tipologia di pagamento nella casella ‘Acc’ (acconto) per il pagamento del 16 giugno, e lo spazio ‘Anno di riferimento’.


Fonte articolo: http://www.businessonline.it/news/34075/imu-e-tasi-calcolo-e-pagamenti-prima-rata-giugno-con-aliquote-detrazioni-esenzioni-e-casi-particolare-per-chi-come.html

 

Guida alla detrazione per ristrutturazione, mobili e prima casa

 

Agevolazioni per le ristrutturazioni. 
Per chi ristruttura casa è possibile detrarre dall’Irpef (l’imposta sul reddito delle persone fisiche) il 50% delle spese sostenute (bonifici effettuati) dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2015, con un limite massimo di 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare.
La detrazione deve essere ripartita in dieci quote annuali di pari importo, nell’anno in cui è sostenuta la spesa e in quelli successivi.

Oltre alle spese necessarie per l’esecuzione dei lavori, ai fini della detrazione è possibile considerare anche le spese per la progettazione e le altre prestazioni professionali connesse; le spese per prestazioni professionali comunque richieste dal tipo di intervento; le spese per l’acquisto dei materiali; il compenso corrisposto per la relazione di conformità dei lavori alle leggi vigenti; le spese perl’effettuazione di perizie e sopralluoghi; gli oneri di urbanizzazione ecc.
Non possono invece ritenersi comprese tra quelle oggetto della detrazione le spese di trasloco e custodia dei mobili per il periodo necessario all’effettuazione degli interventi di recupero edilizio.

Bonus mobili. 
Il Bonus Mobili prevede un bonus fiscale del 50% per chi, contestualmente ad un intervento di ristrutturazione del proprio immobile, acquista mobili e grandi elettrodomestici, di classe non inferiore alla A+ (A per i forni), destinati ad arredare un immobile oggetto di ristrutturazione.
Per ottenere il bonus è necessario che la data dell’inizio dei lavori di ristrutturazione preceda quella in cui si acquistano i beni; mentre non è fondamentale che le spese di ristrutturazione siano sostenute prima di quelle per l’arredo dell’immobile. Tuttavia è essenziale che le spese per gli interventi di recupero edilizio siano sostenute a partire dal 26 giugno 2012. L’acquisto dei mobili invece dev'essere effettuato nel periodo compreso tra il 6 giugno 2013 e il 31 dicembre 2015.


La detrazione può essere richiesta in abbinamento a: interventi di manutenzione ordinaria per le parti comuni, manutenzione straordinaria, restauro e di risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, interventi per il ripristino dopo eventi calamitosi e restauro, risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia riguardanti interi fabbricati, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie, che provvedano entro sei mesi dal termine dei lavori alla successiva alienazione o assegnazione dell’immobile.

Indipendentemente dall’importo delle spese sostenute per i lavori di ristrutturazione,  la detrazione del 50% va calcolata su un importo massimo di 10.000 euro, riferito complessivamente alle spese sostenute per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici. Inoltre, la detrazione deve essere ripartita tra gli aventi diritto in dieci quote annuali di pari importo.
Il pagamento può avvenire con bonifico bancario o postale, in cui vanno indicati la stessa causale utilizzata per i bonifici relativi ai lavori di ristrutturazione edilizia, il codice fiscale di chi esegue il pagamento e la partita Iva del soggetto destinatario della somma.
Nell’aggiornamento le Entrate specificano che le spese sostenute da un contribuente deceduto per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici non possono essere portate in detrazione, per le quote non ancora fruite, dall’erede che conserva la detenzione materiale dell’immobile.

Agevolazioni prima casa.
L’agenzia delle entrate aggiorna anche la guida "Fisco e casa: acquisto e vendita" in base alle ultime circolari sull’argomento.
Viene specificato che tra i requisiti necessari per usufruire delle agevolazioni “prima casa” è necessario che l’immobile appartenga alle categorie ammesse alle agevolazioni: A/2 (abitazioni di tipo civile), A/3 (abitazioni di tipo economico), A/4 (abitazioni di tipo popolare),  A/5 (abitazioni di tipo ultra popolare), A/6 (abitazioni di tipo rurale), A/7 (abitazioni in villini), A/11 (abitazioni ed alloggi tipici dei luoghi).
Inoltre ricorda che dal 1° gennaio 2015, per i tributi amministrati dall’Agenzia delle Entrate, è possibile ricorrere al ravvedimento in tutti i casi in cui non sia stato già notificato un atto di liquidazione e di accertamento, comprese le comunicazioni di irregolarità.

Infine l’Agenzia precisa che il diritto a detrarre gli interessi passivi sul mutuo per l’acquisto dell’unità immobiliare da adibire ad abitazione principale spetta pure al contribuente che ha un rapporto di lavoro in uno Stato estero, anche se la stessa abitazione risulti locata.  E’ necessario, però, che siano state rispettate tutte le condizioni previste dalla legge per fruire della detrazione, permangano le esigenze lavorative che hanno determinato lo spostamento della dimora abituale e il contribuente non abbia acquistato un immobile da adibire ad abitazione principale nello Stato estero di residenza.


Fonte articolo: http://www.geometri.cc/il-prelievo-fiscale-sulla-casa-tra-italia-ed-europa-cosa-cambia.html



Abi e Entrate certificano la ripresa

Anche l’Associazione Bancaria Italiana e l’Agenzia delle Entrate si uniscono al coro degli esperti che, come già ha fatto Immobiliare.it con il suo Osservatorio periodico sul mercatoresidenziale italiano, certificano uno stato di salute decisamente migliore per il mattone italiano.


Secondo quanto si legge nei documenti diffusi alla stampa di settore, nel corso del 2014 le compravendite sono tornate a crescere su tutto il territorio nazionale con solo pochissime eccezioni; se a livello coplessivo l’aumento delle transazioni immobiliari è stao pari al 3,5%,  l’incremento maggiore è stato registrato da Abi e Agenzia delle Entrate a Bologna con un nettissimo + 18,5%; a seguire Genova (+15%), Roma (+13,9%) e Firenze (+13,3%).


Aumentano notevolmente, sia pur mantenendosi all’interno di una crescita percentuale ad una sola cifra, anche le compravendite di Torino e Milano (rispettivamente +5,4% e +5%) e Palermo (+4%). Fra i grandi centri, l’unico che ha visto scendere il valore percentuale è Napoli. Nel capoluogo campano l’Agenzia delle Entrate e l’Abi hanno registato un -3,7%.


La notizia ha una valenza enorme visto che, con 421.000 unità immobiliari compravendute nel corso del 2014, si inverte una tendenza al netto ribasso ormai in atto fin dal 2007. Ad influire positivamente, chiarisce ancora la nota, è stata l’entrata in vigore delle nuove norme in merito alle imposte di registro, ipotecaria e catastale. Oltre a questo, gli altri fattori che hanno contribuito positivamente sono stati un ritrovato sentimento di fiducia da parte di consumatori, la diminuzione dei prezzi, la riduzione dei tassi di interesse cui sono legati i mutui e, ultimo ma non meno importante, il fatto che si fosse ormai raggiunta una soglia minima di compravendite.

Fonte articolo: http://news.immobiliare.it/abi-ed-agenzia-entrate-immobili-in-ripresa-22456

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