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I Millennials preferiscono l'affitto


I Millennials e l’abitazione, un rapporto difficile che raramente diventa definitivo.


Le nuove generazioni devono oggi fare i conti con una vita itinerante, spesso alla ricerca di un lavoro fisso, che li porta anche lontano dalla città d’origine. Non solo. 

Secondo un report elaborato da Doxa, i Millennials (o Generazione Y, coloro che sono nati tra il 1980 ed il 2000) si emancipano più tardi rispetto alle precedenti generazioni.

Meno della metà ha lasciato il tetto famigliare

Solo il 44% degli under 35 sono usciti di casa nel 2016. E appena il 26% di chi vive ancora con mamma e papà prevede di farlo nel 2017. Le ragazze sembrano più determinate a conquistare il proprio spazio rispetto ai ragazzi: il 51% di esse dichiara di essere uscita di casa rispetto a un 38% della popolazione maschile.
Il matrimonio costituisce sempre meno motivo di uscita dal tetto familiare, perchè aumentano le convivenze, lo studio e il lavoro.


Sotto il profilo immobiliare la differenza dalle generazioni precedente si riassume tutta nell’aumento dell’affitto rispetto all’acquisto. E’ questa la tendenza più rilevante, che ha spinto anche molti investitori immobiliari ad analizzare il fenomeno e a cercare di cavalcarlo. In Italia ancora senza effetti concreti. La stessa divisione immobiliare di Cassa depositivi e prestiti sta analizzando l’opportunità di convertire in appartamenti da affittare a studenti e giovani in generale alcuni degli immobili di proprietà.

I 2/3 degli intervistati che sono usciti di casa vanno ad abitare in case in affitto

Più della metà del campione (54%) che mette in cima ai criteri di scelta il prezzo di acquisto o il canone di affitto. Viaggiando con maggiore frequenza ed essendo più abituati a condividere (come il car sharing), i Millennials sono disponibili a vivere in affitto e a condividere l’appartamento, pronti a spostarsi in un’altra città se trovano un lavoro migliore.


Ma a decretare la preferenza per la locazione rispetto alla proprietà sono anche le condizioni economiche. “Nella scelta dell’abitazione prevale l’aspetto economico, perchè le condizioni delle famiglie sono peggiorate nell’ultimo decennio di crisi - dicono da Idealista -. I giovani italiani sembrano consapevoli dell’importanza di emanciparisi presto, ma la società non li agevola, dal momento che instabilità lavorativa da un lato e alti canoni di locazione dall’altro rendono quello della casa tutta per se un vero e proprio sogno”. E spesso per motivi economici non riescono ad approfittare dei tassi di interesse sui mutui, oggi ai minimi storici. Non avendo uno stipendio fisso su cui contare, pagare la rata ogni mesi sul mutuo diventa un’utopia.


Da qui nasce quindi l’esigenza di un’offerta di abitazioni in locazione a canone calmierato che permetta ai giovani di entrare con meno difficoltà nel mondo immobiliare. Di solito tra la decisione di andare via di casa e concretizzare la scelta trascorrono in media sei mesi. Solo il 6% dei giovani si sposta di poco e resta nello stesso stabile dove vivono i genitori.

La difficoltà della separazione

Nel 60% dei casi la stanza del figlio nella casa della famiglia d’origine resta cristallizzata anche quando questi se ne va. Per il resto viene destinanta a svariati utilizzi como stanza degli ospiti (10%), viene occupata da un’altra persona di famiglia (8%), viene utilizzata come studio/biblioteca/sala tv (6%), stanza degli hobby (5%) o cabina armadio (3%). 


Fonte articolo: IlSole24ore.com

Milleproroghe è legge: tutti gli incentivi su casa ed edilizia

Aula della Camera dei deputati ha stamane approvato in via definitiva il disegno di legge di conversione in legge, con modificazioni, del Milleproroghe 2017 (decreto-legge 30 dicembre 2016, n. 244, recante “Proroga e definizione di termini. Proroga del termine per l'esercizio di deleghe legislative”).


Il testo che ora è legge non è stato ulteriormente modificato rispetto alla versione licenziata nei giorni scorsi dal Senato.

 

Riepiloghiamo i principali rinvii su casa ed edilizia contenuti nella legge (fonte: dossier dei servizi studi di Camera e Senato).


RINNOVABILI TERMICHE NEI NUOVI EDIFICI, SLITTA AL 2018 L'AUMENTO DAL 35% AL 50% DELL'OBIETTIVO

Per quanto riguarda gli edifici di nuova costruzione e le grandi ristrutturazioni, viene spostato in avanti il termine entro il quale le fonti rinnovabili, possono limitarsi a coprire il 35 per cento del fabbisogno energetico legato al riscaldamento, al raffrescamento e alla produzione di acqua calda sanitaria. L’aumento dal 35% al 50% dell’obbligo di rinnovabili termiche slitta dal 31 dicembre 2016, come stabilito dal Dlgs 28 del 2011, al 31 dicembre 2017.


CONTABILIZZAZIONE DEL CALORE NEI CONDOMINI, OBBLIGO PROROGATO DI 6 MESI

Il Milleproroghe 2017 dispone il rinvio al 30 giugno 2017 del termine - precedentemente fissato al 31 dicembre 2016 - entro il quale nei condominii occorre installare sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore, previa verifica che tale installazione determini efficienza di costi e risparmio energetico.


REINTRODOTTO PER IL 2017 IL TAGLIO IVA AL 50% PER CASE AD ALTA EFFICIENZA ENERGETICA

Prorogata a tutto il 2017 la riduzione al 50% dell’Iva per l’acquisto di case ad alta efficienza energetica. L’incentivo era scaduto lo scorso 31 dicembre.


INCENTIVI A PROGETTI DI EFFICIENZA ENERGETICA

È introdotto un comma aggiuntivo di proroga annuale in tema di incentivi ai progetti di efficienza energetica di grandi dimensioni, non inferiori a 35.000 TEP/anno, il cui periodo di riconoscimento dei certificati bianchi terminava entro il 2014. La loro proroga, fissata sino al 31 dicembre 2016, avviene a fronte di progetti definiti dallo stesso proponente e concretamente avviati entro il 31 dicembre 2016: tale termine è ora spostato al 31 dicembre 2017.


CONTRIBUTO FONDO INDENNIZZO PER ACQUIRENTI DI IMMOBILI

Viene esteso da 15 a 25 anni (a decorrere dal 2005) il periodo massimo per il quale è dovuto il contributo obbligatorio in favore del Fondo per il soddisfacimento delle richieste di indennizzo presentate dagli acquirenti di immobili da costruire danneggiati nei loro diritti patrimoniali. Tale contributo è posto a carico dei costruttori tenuti all'obbligo di procurare il rilascio e di provvedere alla consegna della fideiussione prevista dalla legge.


EDILIZIA SCOLASTICA, SLITTA AL 2018 IL TERMINE DEL PAGAMENTO DELLE RISTRUTTURAZIONI

Relativamente all’edilizia scolastica, viene consentito ai Comuni di utilizzare le risorse stanziate per interventi di ristrutturazione e di spostare il pagamento dei lavori fino al 31 dicembre 2017. La proroga si rende necessaria, in quanto gli enti locali hanno potuto aggiudicare le gare per l’esecuzione dei lavori solo entro il 29 febbraio 2016 con conseguente ritardo sugli interventi di risanamento degli edifici.


UTILIZZO DEI PROVENTI DELLE CONCESSIONI EDILIZIE

Una modifica al comma 737 dell'art. 1 della legge di stabilità 2016 (L. 208/2015) proroga fino al 2019 la possibilità di utilizzare integralmente i proventi delle concessioni edilizie e delle sanzioni previste dal testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001, per spese di manutenzione ordinaria del verde, delle strade e del patrimonio comunale, nonché per spese di progettazione delle opere pubbliche.


Fonte articolo: Casaeclima.com

Qual è il tipo di immobile più comprato dagli italiani?

La discesa dei prezzi delle case registrata negli ultimi anni ha dato la possibilità di poter acquistare - ovviamente a parità di budget - case più grandi.


Nonostante la crisi non abbia certo colpito solo le quotazioni immobiliari, ma anche naturalmente i redditi e le prospettive di guadagni futuri, sembra che chi comunque si sia trovato nella condizione di poter comprare un immobile abbia scelto di optare per una casa più grande anziché risparmiare. 

 

Almeno così sembra analizzando alcuni dati sulla domanda abitativa diffusi da Tecnocasa. L’Ufficio Studi del network immobiliare ha infatti analizzato le tipologie immobiliari richieste dai potenziali acquirenti nelle grandi città, sottolineando come "dal 2013 in poi si nota una diminuzione progressiva delle percentuali sui tagli più piccoli come monolocali e bilocali. Al contrario, si segnala un aumento per i tagli più ampi, dal trilocale in poi".
Più nello specifico, la richiesta di bilocali dal 30,2% dell'inizio 2013 è scesa al 22,9% del 2016, mentre il trilocale è passato dal 35,6 al 40,6% e i tagli più grandi dal 30,2% al 32,9%.


È vero però anche che, come emerge da altri dati diffusi sempre da Tecnocasa, il budget di spesa è comunque diminuito. Ma se la fascia più bassa (fino a 119mila euro) sale dal 15,9% al 24,6%, la disponibilità di spesa mediana (da 170mila a 249mila euro, verosimilmente quella per i trilocali) subisce solo un piccolo aggiustamento dal 24,1% al 22,3% (sempre tra il 2013 e il 2016).


Anche se non si può non considerare la larga fetta di mercato cosiddetto di sostituzione (costituito cioè da chi in questi anni ha approfittato del calo delle quotazioni per passare a un'abitazione più grande) e ,dall’altro lato, la drastica diminuzione degli acqusiti da investimento (che tipicamente si concentrano su tagli più piccoli perché più “affittabili”) , il graduale spostarsi della domanda a tagli più ampi è un fenomeno che conferma quanto importante per gli italiani sia la casa di proprietà, che "ha portato tante giovani coppie – nota Tecnocasa – ad acquistare da subito il trilocale, saltando il classico primo step nel bilocale".


Fonte articolo: IlSole24ore.com

L'asilo in casa: le norme per poterlo aprire

Non è facile trovare posto in un asilo nido, lo sanno bene i neo genitori che devono tornare al lavoro e sono alle prese con liste d’attesa e spese impreviste.


Una soluzione può essere rivolgersi a qualche «collega genitore» che apre un asilo in casa, Tagesmutter (madre di giorno), come lo chiamano in Germania dove lo hanno inventato.

Non a caso in italia si è diffuso proprio dal Trentino Alto Adige. Immobiliare.it traccia le linee guida per disegnare la casa perfetta per avviare un nido in famiglia, a prova di bambino e a norma di legge: consigli utili sia per chi intende iniziare l’attività nel proprio immobile, sia per chi si appresta a cercarne uno sul mercato. 

1. La normativa sui nidi in casa viene stabilita da ogni singola Regione italiana, anche se esistono delle regole comuni e valide in tutto il Paese. Il primo suggerimento, prima di approcciarsi alla ricerca di un immobile ex novo, è quella di consultare bandi e norme della propria Regione di appartenenza. Questo anche in virtù della possibilità di accedere a speciali bandi, sovvenzionati da fondi europei, per la ristrutturazione e la riorganizzazione degli spazi di un immobile da adibire a nido in casa. 

2. Non esistono restrizioni sulla forma contrattuale in cui la Tagesmutter occupa l’appartamento. Per definizione il nido in casa viene aperto nell’appartamento in cui si vive stabilmente, sia che si tratti di un immobile di proprietà sia che lo si abbia in locazione o comodato d’uso. Previ accordi e scritture private è possibile iniziare un’attività anche nei locali condominiali comuni, purché siano conformi alle regole regionali.  

3. Il numero di bambini ammessi presso un asilo in casa varia a seconda delle Regioni: mediamente a ogni educatrice possono essere affidati dai 4 ai 5 bambini, che arrivano, ad esempio, a 10 in Abruzzo. La cosa fondamentale, nell’ottica di una casa a norma, è quella che ad ogni bambino corrispondano 4 metri quadrati in un ambiente lontano dagli spazi abitativi e ben separato dalla cucina. Ai piccoli deve essere garantita la massima libertà di gattonare o camminare senza incorrere in pericoli. In alcune regioni è previsto anche l’obbligo di disporre di spazi esterni. 

4. Gli ambienti interni devono essere sempre puliti, areati e luminosi. Per fare un esempio, in Trentino Alto Adige non è possibile avviare un nido in casa nei seminterrati. 

5. È necessario possedere la dichiarazione di abitabilità dell’immobile e avere degli impianti elettrici, idrici e del gas a norma, certificati e la cui manutenzione ordinaria sia dimostrabile e documentata. Tutte le prese di corrente negli ambienti riservati ai bambini devono essere coperte con gli appositi dispositivi presenti sul mercato.  

6. Prima di avviare qualsiasi tipo di procedura finalizzata all’apertura di un nido in casa, è necessario verificare il proprio regolamento condominiale, qualora si viva in un palazzo. In alcuni casi infatti è vietato il passaggio di persone in quantità superiori alla norma per non disturbare gli altri inquilini. 

7. L’arredamento va pensato in maniera funzionale ai più piccoli: tavoli, mensole e altri complementi devono essere dotati di paraspigoli. Bando a mobilio riciclato per risparmiare, meglio investire in nuovi elementi che siano idonei alla sicurezza degli infanti. Sarebbe consigliabile rivestire le pareti dell’area bambini con pannelli morbidi che attutiscano gli urti. Si deve disporre di una cucina in cui preparare le pappe, ma che rimanga ben lontana dall’area gioco. 

8. La casa necessita di uno spazio adibito a zona riposo con lettini: questa può essere realizzata sia all’interno dell’area gioco, sia in un ambiente separato. Nell’ottica del benessere dei bambini la seconda opzione è la migliore, permettendo loro di riposare anche mentre gli altri giocano. 

9. Nascendo come attività da svolgere in casa propria, non è necessario che un nido in casa abbia un bagno separato da quello che si utilizza regolarmente in famiglia. È però importante che sia dotato di un fasciatoio.  

10. Capitolo tasse: le imposte previste per la casa, sia essa di proprietà o in locazione, vengono calcolate come un’abitazione comune, non essendo quella delle Tagesmutter valutata come attività commerciale fonte di reddito. 


Fonte articolo: LaStampa.it

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