Ristrutturare casa ne aumenta il valore medio del 10,7%

A gennaio 2017 il 13,4% dei cittadini ha dichiarato di essere intenzionato ad effettuare lavori di manutenzione straordinaria dell’abitazione nei successivi dodici mesi.


Il 3,3% lo ritiene certo ed il 10,1% lo ritiene probabile: correggendo quest’ultima quota del campione con una probabilità del 50%, si stima che l’8,4% dei consumatori è orientata ad effettuare manutenzione straordinaria dell’abitazione.

 

Nei primi undici mesi del 2016 la spesa sostenuta da incentivi per le ristrutturazioni è cresciuta del 13,9%, dopo la flessione osservata nello stesso periodo del 2015 (-14,0%). Sulla base di questo trend, si stima per il 2016 una spesa incentivata pari a 28.207 milioni di euro con un aumento di 3.439 milioni rispetto al 2015.


Sulla domanda nelle costruzioni stanno agendo positivamente le politiche di incentivazione degli interventi per le ristrutturazioni e per il risparmio energetico che - anche grazie all’azione di Confartigianato - sono state recentemente confermate e prorogate dalla Legge di Bilancio 2017.
I dati arrivano da ANAEPA-Confartigianato Edilizia, che ha analizzato l’andamento del settore delle costruzioni nel 2016, anno di entrata in vigore del nuovo Codice degli Appalti pubblici.

I trend del settore delle costruzioni

Prosegue la risalita della fiducia delle imprese di costruzione: a febbraio 2017 l’indice di fiducia è invariato rispetto al mese precedente e superiore del 3,9% rispetto allo stesso mese del 2016. Tuttavia, la produzione registra ancora una flessione, seppur limitata: -0,3% al netto degli effetti di calendario, pur segnando il migliore risultato dal 2007.


Già oggi il 19% delle compravendite (con punte del 25% a Napoli) riguarda case da ristrutturare. Il numero aumenta esponenzialmente se si considerano anche le unità immobiliari abitate dello stock che avrebbero ugualmente bisogno di manutenzione straordinaria, per un investimento stimato in 50 miliardi di euro.
 
È quanto emerge dal primo "Rapporto sul recupero edilizio in Italia", presentato ieri a Milano da Scenari Immobiliari e realizzato in collaborazione con Paspartu Italy. “Il recupero del patrimonio residenziale è il futuro dell’edilizia italiana e del mercato immobiliare”, ha dichiarato Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, in apertura del convegno.

I vantaggi della ristrutturazione edilizia

Recuperare il patrimonio immobiliare comporta un miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti, risparmi energetici e anche bellezza della casa. Ma è anche un investimento. Una casa più bella e più funzionale vale di più, e per una società di proprietari come quella italiana, aumentare il valore di un immobile è una mossa strategica significativa.


Ciò che non può mancare è l’efficientamento della parte impiantistica, che deve essere a norma e tecnologicamente evoluta al massimo delle possibilità. Di uguale importanza è la sicurezza dell’immobile, munito di allarme, specie nelle grandi città, la predisposizione per l’installazione di climatizzatori d’aria e una connessione wi-fi, così che anche il confort non venga da meno.


Il rapporto presenta un capitolo dedicato proprio al plusvalore ottenibile dalla ristrutturazione. Si parte dai quartieri semicentrali delle principali città italiane dove il mercato risulta più dinamico, prendendo come standard un appartamento di 60 mq secondo i prezzi rilevati a febbraio 2017. Sono contrapposte due tipologie di immobili: quello da ristrutturare e quello ristrutturato di qualità assimilabile al nuovo.


Gli interventi stimati riguardano operazioni di demolizione, rimozione e costruzione dei tramezzi, intonaci e rasature, pavimenti e rivestimenti, opere da imbianchino, opere da idraulico, impianto di riscaldamento, impianto elettrico, assistenze murarie, condizionamento dell’aria, infissi e fornitura materiali. 
Si calcola che il plusvalore (cioè l’incremento percentuale del valore di un’abitazione compresi i costi di ristrutturazione) può raggiungere anche il 35% del prezzo dell’immobile in determinate zone.
 

Il plusvalore generato da una ristrutturazione

La media dei 104 capoluoghi di provincia italiani, considerati nella loro fascia semicentrale, registra un plusvalore del 10,7% e un guadagno netto di 14mila euro, considerando un costo di ristrutturazione medio di 31mila euro e uno sconto del 31%. In questo modo il prezzo medio di un’abitazione da ristrutturare si attesta su 100mila euro, mentre quello di una ristrutturata registra un valore di 145mila euro.


Nella top ten dei capoluoghi italiani per il plusvalore ottenuto al termine del processo di ristrutturazione di un immobile si collocano Roma, Venezia, Firenze, Napoli, Bari, Milano, Bologna, Brescia, Catania e Genova, con valori che vanno dal 20% di Roma al 12% circa di Genova.


Il guadagno medio in euro a Roma si attesta a 71mila euro. A Venezia il guadagno è di 50mila euro e il plusvalore del 18%: qui un appartamento da ristrutturare vale 220mila euro, mentre uno ristrutturato ne costa oltre 304mila. Napoli registra 144mila euro come prezzo medio per un immobile da ristrutturare, con una spesa per i lavori di 30mila euro, generando un plusvalore del 17,8% rispetto al prezzo finale, con un guadagno di 31mila euro sul prezzo di un appartamento già ristrutturato.
A Milano si guadagnano 44mila euro dall’acquisto di una casa da ristrutturare con le successive spese di riammodernamento, cioè circa il 17% di 257mila euro di spesa totali per un investimento del genere. Rispetto al ristrutturato, che costa in media 300mila euro, infatti, si ottiene uno sconto del 27% circa, se si preferisce un immobile da riqualificare e, anche se vanno aggiunti i costi dei lavori, il grado di personalizzazione finale apporta un valore aggiunto. A Firenze, come a Venezia, il costo medio di ristrutturazione è pari a 34mila euro, ma qui un appartamento da ristrutturare è scontato del 28%, un punto in più rispetto al capoluogo veneto.
 

Chi ha ristrutturato nel 2016 con i bonus fiscali

Le domande presentate nel 2016 per lo sfruttamento delle agevolazioni per la ristrutturazione edilizia si attestano a circa 1,4 milioni, mentre quelle per la riqualificazione energetica risultano essere oltre 300mila.
 A scegliere la soluzione della ristrutturazione edilizia sono soprattutto gli under35, per oltre il 30% del totale d’interventi, mentre l’età media sale in maniera inversamente proporzionale al numero di ristrutturazioni richieste.
Tra i principali capoluoghi in Italia, Napoli è la città con il maggior numero di immobili in vendita che necessitano interventi di ristrutturazione, seguita da Roma, Milano e Torino.
 

Il nuovo Codice Appalti ha rallentato la produzione edilizia

Con elevata probabilità il trend della produzione dell’edilizia si sarebbe collocato in territorio positivo se non si fossero registrate le incertezze e rallentamenti nelle procedure derivanti dalla adozione dal 19 aprile del 2016 del nuovo Codice degli appalti.
L’analisi dei report dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) evidenzia che tra il 19 aprile ed il 30 giugno 2016 gli appalti di lavori pubblici hanno registrato, rispetto allo stesso periodo del 2015, un calo del 52,5% in termini di numerosità e del 61,8% in termini di importo.


Nel periodo antecedente l’introduzione del nuovo Codice degli Appalti (1 gennaio 2016-18 aprile 2016) il calo era del 33% e questo intensificarsi della flessione, in gran parte riconducibile a problemi applicativi della normativa, vale 1.128 milioni di euro di minori lavori pubblici in appalto in soli 72 giorni.
 

Il decreto correttivo al Codice Appalti

Sono in cantiere modifiche al Codice: recentemente l’ANAC ha segnalato a Governo e Parlamento modifiche condivise e promosse anche da ANAEPA-Confartigianato Edilizia in merito agli organismi di attestazione, al rating di impresa ed al rating di legalità come criterio premiale per la valutazione delle offerte.
 
Le complessità della nuova normativa si inserisce in un contesto in cui è evidente che “….la struttura della domanda non sia particolarmente favorevole alla partecipazione delle piccole e medie imprese (PMI) al mercato degli appalti pubblici” (Relazione annuale ANAC, pag. 171).


Fonte articolo: 1. Edilportale.com, 2. Edilportale.com

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