Riqualificare fa salire il valore della casa e accorcia i tempi di vendita

Un incremento del valore fino al 10% per le abitazioni e fino al 12% per gli uffici; un aumento del canone di affitto fino all'8% per le case e fino al 23% per gli uffici; ma - soprattutto - una drastica riduzione dei tempi di contrattazione per la vendita. 


A fare il "miracolo" è l'efficienza energetica, cioè la performance su consumi e bollette.

Ma il circuito virtuoso è più ampio perché, un edificio green è anche profondamente rinnovato sotto altri aspetti: ha poco senso, infatti, sostituire infissi e impianti senza intervenire sul resto dell'involucro o sugli ambienti interni. 


A dare sostanza supporto di dati a questo principio ci ha pensato Scenari Immobiliari, che venerdì scorso, nel tradizionale Forum di Santa Margherita Ligure, ha illustrato i contenuti di una approfondita analisi redatta con Johnson Controls, dedicata al "costruito per gli uomini del domani; osservatorio sulla sostenibilità ambientale: focus sull'efficienza energetica e sulla sicurezza". 


Grazie alle agevolazioni fiscali, il patrimonio residenziale italiano è stato massicciamente aggredito da un'ondata di micro interventi che ha abbattuto le dispersioni e ha rinnovato gli ambienti. Ma ha anche contribuito a sostenere il valore immobiliare negli ultimi anni in cui i listini sono crollati di oltre il 20 per cento.


"Nel caso di una ristrutturazione - ha spiegato Francesca Zirnstein, direttore di Scenari Immobiliari - il costo degli interventi green è mediamente di 40 euro al metro quadrato. Nelle sole città italiane, con un patrimonio costruito dopo il 1946 di circa 18 milioni di abitazioni, ciò comporterebbe un investimento aggiuntivo di 40 miliardi di euro e un incremento del valore non inferiore a 100 miliardi". 


"In Italia, gli edifici con oltre 40 anni di vita, che necessitano di interventi di manutenzione straordinaria, rappresentano il 70% del totale - ha detto Francesco Giaccio, direttore di Johnson Controls Building Technologies & Solutions Italia -, costituendo da un lato una problematica, ma anche una grande opportunità".


Fonte articolo: IlSole24ore.com, vetrina web

Al via oggi la nuova modulistica standardizzata per i lavori di edilizia

Scade oggi il termine per la pubblicazione, sui siti istituzionali di tutti i Comuni, della modulistica unificata per l'edilizia e le attività produttive, in linea con quanto prescritto nell’accordo del 4 maggio 2017, sancito in Conferenza Unificata tra Governo, Regioni ed Enti Locali.


Le Regioni avevano tempo fino allo scorso 20 giugno per adeguare i contenuti informativi dei moduli unificati e standardizzati alle specifiche normative regionali mentre entro oggi i Comuni devono aver completato l’adeguamento, pubblicando la modulistica unificata sui siti istituzionali. 

 

Da domani, anche se non pubblicata sul sito del Comune, la modulistica standardizzata potrà essere presentata utilizzando i modelli unificati licenziati dalla Conferenza unificata.
 
Ecco l’elenco completo delle Regioni con i relativi link per scaricare la modulistica relativa a:
- Comunicazione Inizio Lavori Asseverata - CILA;
- Segnalazione Certificata di Inizio Attività - SCIA;
- Segnalazione Certificata di Inizio Attività Alternativa al permesso di costruire;
- Comunicazione Inizio Lavori - CIL;
- Soggetti coinvolti;
- Comunicazione di fine lavori;
- Segnalazione Certificata per l’Agibilità.


Abruzzo
Il 26 giugno 2017 sono state approvate dalla Giunta Regionale le Delibere concernenti la Modulistica SUAP in materia di Edilizia e Commercio e Artigianato.


Basilicata
La Giunta regionale, con la deliberazione n.594 del 21 giugno 2017, ha recepito la modulistica edilizia e quella per il commercio e le attività assimilate di cui all'accordo in Conferenza unificata del 4 maggio 2017.


Calabria
La Giunta regionale, con delibera n. 239 del 13 giugno 2017, ha preso atto dell’accordo sancito in Conferenza unificata il 4 maggio 2017. Con decreto dirigenziale del 16 giugno 2017 è stato adottato il provvedimento di adeguamento alla normativa regionale dei contenuti dei moduli unificati e standardizzati per l’edilizia e per le attività commerciali e assimilate.


Campania
Con il decreto n. 19 del 22 giugno 2017 della Direzione Generale Governo del territorio, lavori pubblici e protezione civile della Regione Campania, è stata approvata la modulistica unificata e standardizzata in materia di edilizia.


Emilia-Romagna
La modulistica per l’attività edilizia e per le attività commerciali e assimilate è stata predisposta ed è stata formalmente adottata dalla Giunta regionale del 28 giugno.


Friuli Venezia Giulia
La Regione ha adeguato la modulistica per le attività commercialima, essendo a statuto speciale con competenza esclusiva in materia edilizia, non adeguerà i moduli unici per l’edilizia a quanto deciso con l’accordo del 4 maggio 2017.


Lazio
La Regione, con determinazione n. G08525 del 19 giugno 2017, ha approvato la modulistica edilizia e quella per il commercio e le attività assimilate.


Liguria
Il 16 giugno la Giunta regionale ha adottato i moduli unificati e standardizzati in materia di commercio e attività assimilate e in precedenza quelli per l’edilizia.


Lombardia
La Regione sta predisponendo l’adeguamento alla legislazione regionale dei moduli unificati e standardizzati in materia di attività edilizia, commerciali ed assimilate.


Marche
La Giunta regionale ha approvato la modulistica unificata, in materia di edilizia e di attività commerciali e assimilate, con Deliberazione del 20 giugno 2017.


Molise
La Regione, con Deliberazione della Giunta 230 del 23 giugno 2017, ha preso atto dell'accordo tra il governo, le regioni e gli enti locali e ha adottato sul territorio regionale i moduli unificati e standardizzatiper l’edilizia e le attività commerciali.


Piemonte
La Giunta regionale ha approvato con Deliberazioni del 19 giugno 2017 l’adozione della modulistica edilizia e di quella per le attività commerciali e assimilate. 


Puglia
La Regione Puglia, con Determina n.32 del 20 giugno 2017, ha approvato i moduli unificati e standardizzati per l’edilizia.


Sardegna
La modulistica unificata per le attività commerciali e assimilate è stata già inserita sul sito regionale. Per la modulistica edilizia è stato effettuato un primo adeguamento, sulla base delle specificità regionali, che sarà completato con un disegno di legge regionale specifico visto che la Sardegna è una Regione a Statuto speciale con competenza esclusiva in materia di edilizia.


Sicilia
La Giunta regionale, con Delibera n. 237 del 14 giugno 2017, ha adottato la modulistica standardizzata in materia di edilizia e di attività commerciali e assimilate.


Toscana
La Giunta regionale, con Deliberazione n. 646 del 19 giugno 2017, ha adottato la modulistica standardizzata in materia di edilizia e di attività commerciali e assimilate.


Umbria
La Giunta regionale, con deliberazione 20 giugno 2017 n. 700, ha disposto il recepimento della modulistica unificata e standardizzata in materia di edilizia ed attività commerciali e assimilate. 


Valle d'Aosta
La Regione Valle D’Aosta ha adottato la nuova modulistica e ha provveduto un vademecum per la compilazione della modulistica.

           
Veneto
Con DGR n.971 del 23 giungo 2017 la modulistica approvata dalla Conferenza unificata del 4 maggio 2017 concernente l'esercizio delle attività commerciali, di acconciatore e di estetista, è stata adeguata alla specifica normativa regionale.


Provincia autonoma di Trento
E' in corso l'adeguamento della normativa: il disegno di legge è stato adottato in Giunta ed è all'esame delle commissioni. Al termine dell'iter di approvazione sarà modificata la modulistica attualmente in uso.


Fonte articolo: Edilportale.com

Perchè la casa sognata dagli italiani non corrisponde a quella reale

Sono stati presentati questa settimana i risultati dell’Osservatorio sulla Casa, l’indagine Doxa nata con l’obiettivo di monitorare gli stili abitativi degli italiani per fotografare lo stato dell’arte e offrire agli addetti ai lavori informazioni su tendenze e caratteristiche della casa del futuro, secondo le aspettative dei loro abitanti.


Lo studio, condotto su un campione di 1500 individui rappresentativo della popolazione italiana, è stato sviluppato a partire dalla definizione di cinque pilastri, ovvero cinque aspetti su cui si concentra l’attenzione quando si parla di “casa ideale”.

 

Più in particolare l’indagine ha esaminato: la casa attenta alla salute, la casa comoda da vivere, la casa che fa risparmiare, la casa rispettosa dell’ambiente e la casa smart. Il primo dato significativo indica che, pur restando confermato il ruolo centrale che la casa riveste ancora per gli italiani, il 25% degli intervistati si dichiara soddisfatto della propria abitazione. Ad esempio, se tra le maggiori preoccupazioni sulla salubrità della propria casa ci sono l’inquinamento dell’aria interna (69%) e l’inquinamento acustico (80%), le soluzioni per combattere i due fenomeni non sono conosciute come si potrebbe immaginare.


A questo riguardo, Giulio De Gregorio, direttore Habitat di Saint-Gobain in Italia, ha dichiarato: “Pochi sanno che l’inquinamento interno è 5 volte maggiore di quello esterno, ma ciò che sorprende ancora di più è quanto poco siano conosciute le maggiori cause che influiscono sulla qualità interna dell’aria, ovvero gli aldeidi, i VOC (Composti Organici Volatili, presenti in deodoranti, materiali per la pulizia della casa ma anche in molti materiali da costruzione, come colle, solventi, pitture) e muffe provenienti dall’umidità. Oggi esistono materiali edili che non contengono VOC e soprattutto che sono in grado di neutralizzare quelli esistenti”. 
Anche per quanto riguarda l’inquinamento acustico, se il 72% degli intervistati dichiara di aver installato i doppi vetri come strumento di difesa, solo l’11% è intervenuto anche con lavori sulla struttura della casa, quali l’isolamento delle pareti perimetrali, del solaio/tetto e dei pavimenti.


Il comfort rappresenta anch’esso un tema centrale quando si parla di abitazione ideale. A questo riguardo, se da un lato sono prioritari fattori quali le caratteristiche del quartiere, la vicinanza ai mezzi pubblici e ai negozi, non mancano interessanti insight che rivelano come la casa comoda per l’Italiano sia quella che si “modifica”, in base alle sue esigenze (aumento dei membri della famiglia, necessità di ricavare nuovi spazi, etc.). L’abbellimento di uno o più ambienti costituisce un modo per amare maggiormente la propria casa. L’indagine rivela che oltre l’85% degli intervistati ha eseguito almeno uno dei lavori di abbellimento e che la spesa media ad essi riferita si aggira intorno ai 3.000 euro.


Gianni Bientinesi, direttore Business Intelligence Leroy Merlin Italia, sottolinea: “Il DIY si sta diffondendo sempre più: a differenza di ciò che si potrebbe ipotizzare il 52% di chi lo pratica dichiara di non farlo per combattere la crisi economica, ma perché in questo modo sente la casa più sua e a propria misura. È anche interessante rilevare che c’è un 27% degli intervistati che afferma di occuparsi personalmente dei lavori di manutenzione e ristrutturazione della casa e che questo gruppo è ben rappresentato sia da uomini (58%) che da donne (42%)”. 


Secondo lo studio, solo il 24% degli intervistati considera l’efficientamento energetico legato all’isolamento termico un fattore primario nella scelta dell’abitazione. Eppure l’impatto economico dei costi legati al riscaldamento e al raffrescamento della propria casa è più che noto. Anche in questo caso si riscontra una scarsa conoscenza delle soluzioni esistenti, ad esempio l’isolamento del cosiddetto involucro opaco con appositi materiali, a differenza dell’isolamento termico attraverso le finestre, sicuramente più conosciuto.


Sono bassi i coefficienti legati al tema dell’ecosostenibilità: solo il 21% è soddisfatto della qualità dei materiali di costruzione della propria casa e solo il 15% ha installato pannelli fotovoltaici sulla propria abitazione (o è in procinto di farlo). Di fatto, appare chiaro che l’Italiano non è interessato al tema in assoluto, ma solo in funzione del proprio benessere. 
La casa intelligente,
ovvero quella dotata di apparecchi comandabili a distanza, non è ancora nel cuore di tutti gli italiani, tuttavia il 16% considera la presenza di sistemi innovativi un elemento molto importante nella scelta della casa. Tra gli apparecchi più desiderati ci sono quelli utilizzati per il monitoraggio a distanza degli ambienti.


Note dolenti, infine, per i dati relativi al tema del rischio sismico e a quello dell’utilizzo degli incentivi fiscali. Per quanto riguarda il rischio sismico, nonostante i terribili accadimenti degli ultimi anni, il 13% degli intervistati non sa se vive in una zona sismica e il 45% non sa se la propria abitazione è stata costruita rispettando norme antisismiche. Poco confortanti anche i dati sull’utilizzo delle detrazioni fiscali per le opere di ristrutturazione: l’84% del campione ne è a conoscenza, ma solo il 52% di chi ha realizzato dei lavori ne ha usufruito.


Dati interessanti e quanto mai attuali, considerando il grande piano di investimenti pubblici per le infrastrutture approvato dal premier Paolo Gentiloni, che guarda anche alla messa in sicurezza di edifici pubblici e musei. In conclusione, tuttavia, la ricerca evidenzia quanto ancora ampia sia la distanza tra le scelte fatte oggi dagli italiani e la casa da loro desiderata.

Fonte articolo: Quotidianocasa.it

Perchè conviene riqualificare

Da una nuova edilizia legata alla qualità, al recupero, all’efficienza energetica e alla sicurezza antisismica può venire una spinta al rilancio dell’economia interna insieme a una riduzione dei consumi energetici e dell’inquinamento delle nostre città.


Lo dicono i numeri: lo scorso anno il credito di imposta per le ristrutturazioni e l’Ecobonus hanno generato 28,2 miliardi di euro di investimenti, con un incremento del 12,3% sul 2015, e attivato 419 mila posti di lavoro tra diretti e indotto. 

 

Tra 2007 al 2016, gli anni della crisi, i lavori di manutenzione straordinaria incentivati con il credito di imposta sono stati pari a 190 miliardi di euro. Tanto che oggi il 79% del valore della produzione del settore edilizia si deve alla riqualificazione del patrimonio esistente. Sono i dati del rapporto ‘Una nuova edilizia contro la crisi’ di Cresme e Fondazione Symbola.


Gli incentivi fiscali sono stati l’unico motore positivo per l’edilizia, che ha pagato la crisi più di altri settori perdendo 600 mila posti di lavoro dal 2008. Oggi, suggeriscono Symbola e Cresme, possono giocare un forte ruolo di rilancio e orientamento del settore anche grazie al nuovo "Sismabonus" che consente detrazioni sino all'85% dei costi sostenuti.


“Occorre – prosegue Realacci - una manutenzione intelligente di questi strumenti, garantendo una maggiore efficacia delle misure per il risparmio energetico e un pieno utilizzo, con adeguati strumenti finanziari per gli incapienti, del nuovo potente sismabonus per la messa in sicurezza antisismica. Incrociando “Casa Italia” e la ricostruzione nelle aree colpite dal terremoto, l’attività di riqualificazione può entrare in una nuova fase, che necessita di nuove politiche a livello locale e di una nuova progettualità per le città”.

LE RISTRUTTURAZIONI INCIDONO POSITIVAMENTE SUL VALORE DELL’IMMOBILE

Ai vantaggi per la filiera, si aggiungono i vantaggi per i cittadini e per il patrimonio immobiliare. Il rapporto dimostra come le ristrutturazioni incidano positivamente sul valore dell’immobile: a fronte di un intervento medio di 14.500 euro, un’abitazione ristrutturata aumenta il suo valore di 65.750 euro. Mediamente le case ristrutturate immesse sul mercato nel 2016 hanno avuto un valore del 29% superiore a quelle non ristrutturate. E hanno un prezzo medio superiore anche rispetto alle case nuove.


A titolo puramente indicativo si può ipotizzare che se tutte le abitazioni messe sul mercato immobiliare nel 2016 fossero riqualificate, il valore del patrimonio edilizio residenziale in offerta sarebbe rivalutato di 20 miliardi di euro. La riqualificazione è, quindi, una operazione di valorizzazione economica del patrimonio esistente che incide sulla ricchezza delle famiglia e del Paese.


Per sfruttare gli strumenti di di questo “fisco buono” gli italiani devono esserne a conoscenza. Da un sondaggio Ipsos realizzato per Symbola emerge che il 76% degli italiani conosce l’Ecobonus, il 15% dei quali afferma di averlo utilizzato.


Il Sismabonus è invece meno noto: a oggi il 46% degli italiani non ne conosce l’esistenza. E questo nonostante che sette italiani su dieci si dicano propensi a spendere di più per avere case più sicure dal punto di vista sismico e con maggiore efficienza energetica.


“La crisi - scrivono Realacci e Bellicini nella premessa del rapporto - ha posto all’ordine del giorno nuovi bisogni cui far fronte con risposte nuove. Per accettare le sfide che il presente e il futuro ci pongono, l’Italia deve fare quello che meglio di ogni altro Paese sa fare, l’Italia deve fare l’Italia e tenendo insieme bellezza e tecnologia, innovazione e tradizioni, coesione sociale e competitività potrà dare a queste domande risposte adeguate. L’edilizia di cui parliamo in questo report può essere una di quelle risposte”.


Fonte articolo: Casaeclima.com

Aumentano le compravendite di immobili di classe A

La classe energetica si conferma tra i fattori che incidono maggiormente sulla scelta di un immobile. 


Secondo il “Rapporto annuale sull’andamento del mercato immobiliare urbano”, realizzato da ENEA, Istituto per la Competitività (I-Com) e Federazione Italiana degli Agenti Immobiliari Professionisti (FIAIP), le compravendite di nuovi immobili delle classi A+, A e B sono aumentate del 10% nel 2016.

 

Il 60% delle trattative concluse nel mercato nuove costruzioni ha avuto come oggetto immobili nelle classi energetiche più efficienti.

E’ un dato incoraggiante che evidenzia come l’efficienza energetica sia ormai una prassi consolidata nel mercato dell’edilizia, anche se ad oggi è ancora la classe G, quella meno performante, a dominare il mercato.


A livello globale, stando al Rapporto 2016 il nostro Paese si colloca fra i leader in Europa in questo campo.
In particolare va evidenziato che il livello d’intensità energetica è del 18% inferiore alla media UE. E’ un dato positivo, poichè più è basso il valore dell’intensità energetica, maggiore è l’efficienza energetica del Paese.


Sempre dall’analisi l’Italia ha raggiunto il 32% dell’obiettivo di risparmio al 2020 fissato dal Piano Nazionale di Efficienza Energetica 2014.


Uno dei principali strumenti per promuovere l’efficienza sono stato i cosiddetti Ecobonus, che hanno favorito in particolare gli interventi di isolamento termico degli edifici, la sostituzione di infissi e l’installazione di impianti di riscaldamento più efficienti.

Le riqualificazioni energetiche e gli acquisti di immobili in classe A+, A o B sono premiati da un maggior valore dell’abitazione, nonchè da congrui risparmi in bolletta.


Il Rapporto evidenzia anche aree di miglioramento, grazie alle interviste a oltre 500 agenti immobiliari associati alla FIAIP in tutta Italia per sondare l’importanza del tema efficienza energetica. Il 58% del campione, contrariamente ai trend immobiliari, ha dichiarato che gli acquirenti non sono particolarmente interessati all’Attestato di Prestazione Energetica (APE).
In realtà sappiamo che conoscere i consumi energetici di un immobile è fondamentale.


Il Rapporto Enea ha proposto a riguardo alcune iniziative, volte a sensibilizzare il mercato e i professionisti che vi operano. Una delle ipotesi è quella di rendere l’Ape dinamico, così da permettere all’acquirente di comprendere quali saranno i suoi consumi energetici reali nel momento in cui andrà ad abitare nell’immobile acquistato. 


Una delle ulteriori ipotesi riguarda l’inserimento nei listini immobiliari di una voce specifica legata ai “ristrutturati green”: il 52% degli intervistati si è pronunciato sfavorevole, evidenziando come vi sia ancora una scarsa percezione del valore di mercato degli immobili efficienti. Questa è sicuramente una barriera all’accesso al credito per le ristrutturazioni energetiche. 


Sicuramente la riconferma delle detrazioni, come evidenziato in precedenza, può costituire un incentivo, così come i tassi dei mutui particolarmente vantaggiosi anche in ambito ristrutturazioni. 


Fonte articolo: Mutuionline.it

Truffa chi vende un immobile con APE non conforme

Vendere un immobile con prestazioni energetiche non conformi a quelle dichiarate nell'attestato di prestazione energetica (A.P.E.) costituisce una truffa contrattuale.


Ad affermarlo la seconda sezione penale della Corte di Cassazione.

 

Con la Sentenza Penale n. 16444 del 10 marzo 2017) la Suprema Corte di Cassazione ha annullato una precedente sentenza della Corte di Appello del Comune di Milano che aveva assolto un costruttore accusato di truffa contrattuale per aver vendito un immobile le cui prestazioni energetiche non erano conformi a quanto dichiarato nell'Ape (attestato di prestazione energetica). Il tribunale di Milano aveva assolto il costruttore dichiarando la sua buona fede perché aveva confidato nelle valutazioni dei tecnici.

Il ricorso davanti ai giudici della Cassazione era stato allora interposto sulla base di due vizi:

  • di motivazione: perché il costruttore non poteva essere in buona fede in quanto aveva realizzato lavori in economia, utilizzando materiali di qualità inferiore a quella dichiarata, di aver installato serramenti ed impianto di riscaldamento non conformi e di non aver rifatto il tetto.

  • di legge: perché almeno si sarebbe dovuto riconoscere un dolo eventuale in quanto la difformità delle opere rispetto al progetto avrebbero potuto presumibilmente avere delle conseguenze sulla classificazione energetica dell'immobile.

  • I giudici della Corte di Cassazione hanno quindi riconosciuto la responsabilità del costruttore perché la difformità tra i lavori eseguiti e quelli progettati e la conseguente vendita con una classe energetica effettiva non corrispondente a quella dichiarata non poteva sfuggire al costruttore.  

    Fonte articolo: Idealista.it

     

    Contabilizzatori: detrazione del 65% con nuova caldaia o pompe di calore

    Con la circolare 18/E del 6 maggio 2016 l’agenzia delle Entrate ha chiarito quando i sistemi di contabilizzazione del calore, che devono essere obbligatoriamente installati nei condomini entro il 31 dicembre 2016 (articolo 9 del Dlgs 102/2014), sono incentivati dalle detrazioni fiscali del 65 e del 50 per cento.


    Il problema si pone da subito per gli amministratori in concomitanza con le assemblee che decidono la spesa e comunque quando, a inizio anno, devono inviare la certificazione della quota di spese sostenute ai singoli condòmini.

     

     

    Qualora l’uso dei "contatori" non sia tecnicamente possibile o non sia efficiente in termini di costi, la norma prevede l’installazione di sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore individuali (i "contabilizzatori", appunto) per misurare il consumo di calore in corrispondenza a ciascun radiatore posto all’interno delle unità immobiliari, secondo quanto previsto dalla norma Uni En 834.
    L’agenzia delle Entrate, con la circolare 18/E ha chiarito come ottenere le detrazioni fiscali per l’installazione dei nuovi contatori di calore.


    Se i dispositivi in questione sono installati
    in concomitanza con la sostituzione, integrale o parziale, di impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti dotati di caldaie a condensazione – e contestuale messa a punto del sistema di distribuzione – ovvero con pompe di calore ad alta efficienza o con impianti geotermici a bassa entalpia, le relative spese sono ammesse alla detrazione spettante per gli interventi di riqualificazione energetica ai sensi dell’articolo 1, comma 347, della legge 296/2006.
    Il bonus è pari, attualmente, al 65% delle spese stesse per un valore massimo della detrazione di 30mila euro.


    Se, invece, i dispositivi in questione sono installati senza che sia sostituito, integralmente o parzialmente, l’impianto di climatizzazione invernale ovvero nel caso in cui quest’ultimo sia sostituito con un impianto che non presenta le caratteristiche tecniche richieste ai fini della detrazione del 65% per gli interventi di riqualificazione energetica (cioè un forte risparmio sui consumi), le relative spese sono ammesse alla detrazione spettante ai sensi dell’articolo 16-bis, comma 1, lettera h) del Tuir nella misura attuale del 50%, trattandosi comunque di intervento finalizzato al conseguimento di risparmio energetico.


    Per poter fruire delle detrazioni fiscali ogni singolo condòmino deve acquisire e conservare una certificazione rilasciata dall’amministratore del condominio, in cui egli attesti:

    - di aver adempiuto a tutti gli obblighi previsti dalla legge;

    - la quota della spesa imputabile a ciascuna delle unità immobiliari possedute dal condominio, calcolata in base ai millesimi di proprietà.


    Fonti articolo: IlSole24Ore.com

     

    Nuova guida dell'Entrate sulle detrazioni 2017

    La Guida illustra regole e modalità da seguire per poter accedere al bonus per le ristrutturazioni edilizie e tiene conto delle novità sul tema contenute nella Legge di Bilancio 2017.


    Tra le principali novità segnalate: la proroga per tutto l’anno 2017 del bonus mobili e del bonus ristrutturazioni edilizie, nuove istruzioni e tempi più ampi per effettuare gli interventi di adozione di misure antisismiche.

    NOVITA' SUI DOCUMENTI

    La nuova Guida riporta anche le indicazioni fornite dall’Agenzia in alcuni documenti di prassi emanati recentemente:
    – quelle sui beneficiari della detrazione, tra i quali rientrano a pieno titolo anche il convivente more uxorio, non proprietario dell’immobile oggetto degli interventi né titolare di un contratto di comodato (risoluzione n. 64/E del 28 luglio 2016);

    – quelle riguardanti il pagamento con bonifico: sono validi, ai fini della detrazione, anche i bonifici effettuati tramite conti aperti presso gli “Istituti di pagamento”, cioè le imprese, diverse dalle banche, autorizzate dalla Banca d’Italia a prestare servizi di pagamento (risoluzione n.9/E del 20 gennaio 2017).


    LE DETRAZIONI SULLA CASA

    Come sappiamo, la Legge di bilancio 2017 ha prorogato fino al 31 dicembre 2017 la detrazione Irpef del 50% per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio, con un tetto massimo di spesa di 96mila euro per unità immobiliare. Dal 1° gennaio 2018 la detrazione tornerà alla misura ordinaria del 36% e con il limite di 48.000 euro per unità immobiliare.


    Prorogato fino al 31 dicembre 2017 anche il bonus per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici utili arredare un immobile soggetto a intervento di ristrutturazione edilizia. La detrazione del 50% vale quindi anche per le spese sostenute dal 6 giugno 2013 al 31 dicembre 2017 per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+, nonché A per i forni, per le apparecchiature per le quali sia prevista l’etichetta energetica. Però, per gli acquisti effettuati nel 2017, la detrazione potrà essere richiesta solo se è stato effettuato un intervento di ristrutturazione edilizia iniziato a partire dal 1 gennaio 2016.


    Tra i contenuti della guida, anche il nuovo Bonus 50% (Sismabonus), introdotto per il periodo tra il primo gennaio 2017 e il 31 dicembre 2021, legata alle spese sostenute per l’adozione di misure antisismiche su edifici che ricadono nelle zone sismiche ad alta pericolosità (zone 1, 2 e 3), con un importo complessivo di 96mila euro per unità immobiliare, per ogni anno.


    La detrazione fiscale sale al 70% della spesa sostenuta (75% per gli edifici condominiali) se, dalla realizzazione degli interventi concernenti l’adozione di misure antisismiche, deriva una riduzione del rischio sismico che determina il passaggio a una classe di rischio inferiore e aumenta all’80% (85% per gli edifici condominiali) se il passaggio è a due classi di rischio inferiori.
    Tra le spese detraibili anche quelle effettuate per la classificazione e la verifica sismica degli immobili.


    Fonti articolo: 1. Ediltecnico.it, 2. Idealista.it

     
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