Padoan: confermeremo i bonus ristrutturazioni


Nel 2014 sono stati 11 milioni gli italiani che hanno usufruito delle detrazioni fiscali dedicate alla casa, per complessivi 5,8 miliardi di euro. In particolare, 455.800 persone hanno speso 3,3 miliardi di euro con l’ecobonus del 65% per la riqualificazione energetica.


Per questi motivi il Ministro dell’Economia Pier Carlo ‎Padoan ha confermato le intenzioni del Governo di voler proseguire sulla via dell’Ecobonus e del credito di imposta per le ‎ristrutturazioni.



 

Questo quanto è emerso ieri nel seminario “Fare Casa: sostegno al credito e agevolazioni fiscali per l’abitare delle famiglie italiane”, organizzato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, in collaborazione con l’Associazione Bancaria Italiana, per illustrare ai professionisti e alle aziende del settore casa gli strumenti messi a disposizione all’ampio comparto dell’abitare: le agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni e le riqualificazioni energetiche, il bonus mobili per le giovani coppie e l’arredamento dell’immobile oggetto di ristrutturazione, il mutuo per l’acquisto della prima casa, il sostegno per chi è difficoltà con il pagamento delle rate, il leasing immobiliare.


Ecobonus e detrazione ristrutturazioni

Secondo quanto emerge dalle dichiarazioni dei redditi del 2015 - ha spiegato il Ministero -, le detrazioni fiscali a favore della casa sono state pari a 5,8 miliardi di euro e hanno riguardato un totale di 11 milioni di beneficiari. Si tratta delle detrazioni per le ristrutturazioni, le riqualificazioni energetiche, l’acquisto di mobili e i canoni di locazione.
In particolare, per le ristrutturazioni edilizie 2,8 milioni di persone fisiche hanno speso complessivamente circa 16 miliardi di euro; per la riqualificazione energetica 455.800 persone fisiche hanno speso complessivamente 3,3 miliardi di euro; per arredare immobili ristrutturati 225.254 persone fisiche hanno complessivamente speso circa 1 miliardo di euro.


“Il complesso delle misure sulla casa - ha spiegato il Ministro - hanno una triplice valenza di policy: il sostegno alle famiglie, la ripresa del settore edilizio e della filiera produttiva del settore casa, il moltiplicarsi delle opportunità di accesso al credito. Lungo queste direttive proseguirà l’azione del Governo”.
È importante la conferma del Ministro dell’Economia Padoan circa le intenzioni del Governo di voler procedere sulla via dell’Ecobonus e del credito di imposta per le ristrutturazioni. Si tratta di una misura anticiclica, che aiuta la ripresa e le famiglie, riducendo al contempo i consumi energetici e l’inquinamento, che va stabilizzata nella Legge di Stabilità ed estesa anche alle imprese, al consolidamento antisismico e alla bonifica dell’amianto” ha commentato su Facebook Ermete Realacci, Presidente della Commissione Ambiente e Territorio della Camera.

 

Compravendite immobiliari e mutui per la casa

Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, nei primi tre mesi del 2016 le compravendite immobiliari sono cresciute del 17,3% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Particolarmente positivo il dato relativo al residenziale, che ha segnato un aumento del 20,6%. L’edilizia, è un forte volano per la crescita economica e occupazionale e la casa è una componente essenziale del benessere delle famiglie. Per questo il governo, con l’ultima legge di stabilità, ha potenziato gli interventi volti al rafforzamento del settore.


Anche le erogazioni dei mutui sottolineano la tendenza all’aumento. Nel 2015, riportano i dati della Banca d’Italia, le nuove erogazioni sono sostanzialmente raddoppiate rispetto al 2014, passando da 31,8 a 62,1 miliardi di euro (+95,3%). Il Fondo di Garanzia mutui per l’acquisto della prima casa attivato dal Dipartimento del Tesoro registra un trend positivo con una media di circa 1.000 domande pervenute negli ultimi mesi (esattamente 1.167 nel solo mese di maggio 2016). Da gennaio 2015, quando il Fondo è stato attivato, ad oggi, sono pervenute 9.245 domande di cui 7.500 sono state accolte per un ammontare di garanzie ammesso pari a 860 milioni.


Anche il Fondo di solidarietà per la sospensione delle rate dei mutui prima casa (fino a 18 mesi) a chi si trova in temporanea difficoltà è uno strumento di supporto ai cittadini che viene molto utilizzato in caso di perdita del lavoro. A questo si aggiunge l’accordo dell’Abi con le associazioni dei consumatori che consente la sospensione per 12 mesi del pagamento del mutuo nell’ipotesi di cassa integrazione, altre forme di sospensione del lavoro o riduzione dell’orario di lavoro.


Fonte articolo: Edilportale.com

Nuovo Conto Termico: via alle domande online

Entra in vigore oggi, 31 maggio, il nuovo Conto termico che mette a disposizione 900 milioni di euro all’anno per incentivare la produzione di energia termica da fonti rinnovabili per piccoli impianti.


Da oggi sarà operativo anche il nuovo Portaltermico, per le sole richieste in accesso diretto. Per facilitare l'utilizzo del portale il GSE, nella pagina web dedicata al Conto Termico 2.0, ha messo a disposizione la Guida all’utilizzo dell’applicazione web Portaltermico, rinnovata secondo il DM 16 febbraio 2016.

 

Nuovo conto termico: le novità  

Le variazioni più significative riguardano la dimensione degli impianti ammissibili, che è stata aumentata (la taglia massima degli impianti passada 1 MW a 2 MW per i sistemi a pompa di calore e da 1000 metri quadri a 2500 metri quadri per gli impianti solari termici). 
Altre novità riguardano gli incentivi stessi come l'innalzamento del limite per la loro erogazione in un'unica rata (dai precedenti 600 agli attuali 5.000 euro) e la riduzione dei tempi di pagamento che passano da 6 a 2 mesi.
Infine rispetto allo scorso Conto Termico è stato previsto lo snellimento della procedura di accesso diretto per gli apparecchi a catalogo.


Conto termico 2.0: il catalogo dei prodotti idonei

Per semplificare la compilazione della scheda-domanda, il Gestore dei Servizi energetici (GSE) ha pubblicato il "Catalogo degli apparecchi domestici" , una lista di collettori solari e generatori a biomassa idonei, per rendere semiautomatica la procedura di accesso agli incentivi per l'installazione di sistemi per la produzione di energia termica.
Infatti acquistando i prodotti della lista, l’operatore potrà accedere a un iter semplificato per la compilazione della scheda domanda, in cui non sarà necessario indicare i dati relativi alla descrizione dell’apparecchio in quanto tutti gli apparecchi elencati nel Catalogo rispondono ai requisiti tecnici contenuti negli allegati al DM 16 febbraio 2016.
Il Gse però specifica che il Catalogo ha valore esemplificativo e non esclude, quindi, che anche altri apparecchi non elencati possano rispondere ai requisiti richiesti dal Decreto.


Nuovo Conto Termico: Pa e Imprese

Dei 900 milioni di euro annui a disposizione, 700 sono per privati e imprese e 200 per le amministrazioni pubbliche. L'incentivo è spalmato in un periodo compreso tra i 2 e i 5 anni.


Le Pubbliche Amministrazioni potranno richiedere gli incentivi per:

- interventi di efficienza energetica (isolamento termico di superfici opache, sostituzione di impianti di climatizzazione invernale, installazione di sistemi di schermatura e/o ombreggiamento, etc);

- interventi per incentivare la produzione di energia termica da rinnovabili.

 
Sia i privati sia le Pubbliche Amministrazioni potranno fare domande per:

- la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti di climatizzazione invernale, anche combinati per la produzione di acqua calda sanitaria, dotati di pompe di calore, elettriche o a gas, utilizzanti energia aerotermica, geotermica o idrotermica, unitamente all’installazione di sistemi per la contabilizzazione del calore nel caso di impianti con potenza termica utile superiore a 200 kW;

- la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistenti o di riscaldamento delle serre e dei fabbricati rurali con impianti dotati di generatore di calore alimentato da biomassa, unitamente all’installazione di sistemi per la contabilizzazione del calore nel caso di impianti con potenza termica utile superiore a 200 kW;

- l’installazione di impianti solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria e/o ad integrazione dell’impianto di climatizzazione invernale, anche abbinati a sistemi di solar cooling, per la produzione di energia termica per processi produttivi o immissione in reti di teleriscaldamento o teleraffrescamento. Nel caso di superfici del campo solare superiori a 100 metri quadri, è richiesta l’installazione di sistemi di contabilizzazione del calore;

- sostituzione di scaldacqua elettrici con scaldacqua a pompa di calore;

- sostituzione di impianti di climatizzazione invernale esistente esistenti con sistemi ibridi a pompa di calore.


Conto Termico 2.0: incentivi più alti

L’incentivo sarà pari al 65% dell’investimento per la trasformazione in “edificio a energia quasi zero” e la sostituzione dei sistemi di illuminazione con dispositivi efficienti. È inoltre previsto un incentivo pari al 50% per gli interventi di isolamento termico delle superfici opache realizzati nelle zone climatiche E e F (nelle altre zone è pari al 40%). Se all’isolamento termico delle superfici opache si abbina la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale, sarà riconosciuto un incentivo pari al 55% a entrambi gli interventi.


Previsti incentivi anche fino al 65% per pompe di calore, caldaie e apparecchi a biomassa, sistemi ibridi a pompe di calore e impianti solari termici.
Le spese per le diagnosi energetiche e la redazione dell’Attestato di prestazione energetica (APE), richiesti per la trasformazione in edificio a energia quasi zero e l’isolamento termico delle superfici opache, saranno incentivate al 100% per la PA (e le ESCO che operano per loro conto) e al 50 % per i soggetti privati, con le Cooperative di abitanti e le Cooperative sociali.


Conto Termico 2.0: i meccanismi di accesso

L’accesso agli incentivi può avvenire attraverso 2 modalità: accesso diretto e prenotazione.
Nella modalità di accesso diretto per gli interventi realizzati dalle PA e dai soggetti privati, la richiesta deve essere presentata entro 60 giorni dalla fine dei lavori, sul portale Portaltermico, già attivo da oggi.
E’ previsto un iter semplificato per gli interventi riguardanti l’installazione di uno degli apparecchi di piccola taglia (per generatori fino a 35 kW e per sistemi solari fino a 50 mq) contenuti nel Catalogo degli apparecchi domestici, reso pubblico e aggiornato periodicamente dal GSE.


La prenotazione vale per gli interventi ancora da realizzare da parte delle PA e delle ESCO che operano per loro conto.
Per la prenotazione dell’incentivo, le PA, ad eccezione delle cooperative di abitanti e delle cooperative sociali, possono presentare la scheda-domanda a preventivo, qualora si verifichi una delle seguenti condizioni in presenza di:

- una Diagnosi Energetica e un atto amministrativo attestante l’impegno alla realizzazione di almeno un intervento tra quelli indicati nella Diagnosi Energetica;

- un contratto di prestazione energetica stipulato tra la PA e una ESCO;

- un provvedimento o un atto amministrativo attestante l’avvenuta assegnazione dei lavori con il verbale di consegna dei lavori.


La richiesta di prenotazione deve essere accettata dal GSE. In tal caso, quest’ultimo procede a impegnare, a favore del richiedente, la somma corrispondente all’incentivo spettante.


Fonte articolo: Edilportale.com

Boom degli incentivi edilizi confermato dalle Finanze

Dopo la battuta d'arresto registrata nel 2015, torna a correre all'inizio di quest'anno la spesa per ristrutturazione edilizia abitativa e interventi per il risparmio energetico degli edifici incentivata dalle detrazioni fiscali (rispettivamente) del 50 e del 65% (in dieci anni). 


I dati sono del Cresme su fonte del Ministero delle Finanze: nel primo trimestre del 2016 l'ammontare dei pagamenti per interventi di rinnovo edilizio ed energetico (bonifici efffettuati con l'apposito format bancario) è stato di 7.640 milioni di euro, il 49,5% in più rispetto al primo trimestre 2015 (allora furono 5.109 milioni).

Il Cresme non fornisce per ora lo "spaccato" tra bonus edilizi e risparmio energetico, ma teniamo conto che nella media degli ultimi tre anni i primi rappresentavano in valore degli interventi circa l'85% del totale (lo sconto del 50% copre infatti interventi edilizi, mediamente più costosi, mentre il 65% va in gran parte nella sostituzione degli impianti termici e delle finestre, pur potendo coprire anche la riqualificazione energetica complessiva dell'edificio). 


Il boom è stato consistente soprattutto a gennaio, quando i pagamenti sono raddoppiati a 4.697 milioni dai 2.379 del gennaio 2015 (+97%); ma anche a febbraio (1.281 milioni, +3,7%) e marzo (1.662 milioni, +11,2%) la crescita è proseguita. Crescita che peraltro era partita già a dicembre (2.684 milioni, +7,3%) e fra l'altro gli ultimi mesi del 2015 sono andati meglio del previsto, perché il rapporto Cresme per la Camera dei Deputati di metà ottobre prevedeva in tutto il 2015 una spesa incentivata per 23,556 miliardi di euro, mentre il dato effettivo dell'anno è stato superiore, a 25,147 miliardi.


Confrontando il dato dei pagamenti 2016 (7.640 milioni) con quelli dei primi trimestri degli anni scorsi emerge un livello inferiore solo al 2014 (anno record), allora fu 8.510 milioni a gennaio-marzo, ma superiore ai 5.929 milioni del 2013 e ai 4.841 milioni del 2012.
Si tratta per ora, è chiaro, ancora di dati parziali, ma per Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme, sono un altro segnale (insieme ai bandi 2015, alle macchine movimento terra e alle vendite Angaisa) che il mercato dell'edilizia sta ripartendo.


La quota degli interventi incentivati sul totale del rinnovo edilizio residenziale è cresciuta progressivamente negli anni, fino ad arrivare al 60% stimato dal Cresme nel 2013 e 2014, anche se nel 2015 (documento Camera di ottobre) si sarebbe registrata una preoccupante marcia indietro al 50-52% circa (nel senso che il dato potrebbe nascondere un ritorno al nero di parte di questi interventi).


Ricordiamo che la legge di Stabilità 2016 ha prorogato gli sconti fino al 31 dicembre di quest'anno, per poi tornare dal 2017 all'aliquota ordinaria di incentivo del 36% prevista per gli interventi di recupero edilizio abitativo. 


Fonti articolo: IlSole24Ore Edilizia e Territorio, vetrina web

Le proposte dell'Ance al Governo per far ripartire le costruzioni

Incentivare la "rottamazione" dei vecchi edifici, attraverso bonus fiscali e semplificazioni, per dare sostanza all'obiettivo di ridurre il consumo di suolo e rilanciare le città.


In una brutale sintesi è questa la proposta avanzata dai costruttori al Governo in un articolato documento che fa il punto sugli investimenti (spesso fallimentari: vedi Piano città 2012) messi in campo per la riqualificazione urbana. 

 

La richiesta è di scommettere con decisione sugli interventi di demolizione e ricostruzione per rinnovare il patrimonio edilizio, adeguandolo ai nuovi standard di efficienza energetica, e mettere così anche un po’ di benzina nel motore dei cantieri che tarda a riaccendersi. Negli ultimi mesi del 2015 eravamo più ottimisti sulla ripresa economica, invece, nei primi dati di quest'anno vediamo luci ed ombre e siamo un po' preoccupati", spiega il presidente dell’Ance Claudio De Albertis. 


LE PROPOSTE

Una nuova politica urbana sarebbe il canale privilegiato per coniugare gli obiettivi di ripresa delle attività nei cantieri con quelli di rilancio delle città, anche nella chiave di "competitività" su cui sta lavorando ora i il Governo. 

Al primo posto ci sono gli interventi per facilitare gli interventi di demolizione e ricostruzione. "La strategia migliore", dice De Albertis, per intervenire su un patrimonio in gran parte obsoleto (e non solo in campo privato , vedi le scuole) e che invece viene ostacolata sia sul piano economico (richiesta di costi di costruzione pari al nuovo) che procedurale (autorizzazioni e distanze).


La proposta in questo caso è quella di confermare ed estendere i bonus fiscali all’edilizia (50-65%) anche agli interventi di sostituzione che prevedono un aumento di volumetria, nel caso in cui questa possibilità sia prevista da norme locali, magari come premio per l’incremento di efficienza energetica. "In questo modo si raggiungerebbe anche l’obiettivo di collegare gli ecobonus al miglioramento effettivo delle performance degli edifici" e non solo all’acquisto di singoli prodotti, dice De Albertis, raccogliendo un’istanza su cui spingono molto i giovani imprenditori del settore, convinti che gli interventi diretti ad aumentare in modo misurabile l’efficienza del patrimonio siano anche la chiave per il rilancio del settore.
Allo stesso tempo andrebbero ridotti di almeno il 20% i contributi relativi al costo di costruzione, rispetto a quelli previsti per le nuove realizzazioni, riducendo la richiesta di oneri di urbanizzazione ai soli casi di aumento effettivo del carico urbanistico. Cosa che, ad esempio, non accade quando si demolisce un fabbricato residenziale senza cambiarne la destinazione. 


Con lo stesso obiettivo l’Ance chiede poi di confermare per almeno tre anni la detrazione Irpef commisurata al 50% dell'Iva pagata per l'acquisto di abitazioni ad alta efficienza (classe A e B), introdotta dall’ultima Legge di Stabilità con scadenza a fine 2016, e di incentivare le operazioni di permuta immobiliare, prevedendo una tassazione agevolata (imposte di registro, catastale e ipotecaria in misura fissa) per le imprese che prendono in carico un edificio usato nell’operazione di compravendita impegnandosi a ristrutturarlo, migliorandone le performance, e a rimetterlo sul mercato entro cinque anni.


L'aumento delle transazioni per l’edilizia residenziale e della richiesta dei mutui, ha aggiunto De Albertis, non deve ingannare: "Interessa per lo più case esistenti e non il nuovo, genera volumi, ma non investimenti" con ricadute sulla qualità degli edifici e delle città.
Performance peggiori del previsto, per l’Ance, arrivano anche dall'andamento dei lavori pubblici, prima dell’entrata in vigore del Dlgs 50/2016 che ha riformato il sistema degli appalti. Dagli ultimi dati emerge infatti che dopo la crescita registrata nel biennio 2014-2015, nei primi tre mesi dell'anno i bandi per lavori pubblici segnano un calo del 13,5% nel numero di gare e del 35,4% degli importi a base d'asta (1,7 miliardi in meno dell'anno scorso).


Fonte articolo: IlSole24Ore, vetrina web

Giovani Ance: necessità di investire in innovazione nell'edilizia

Un ripensamento dell’approccio al panorama urbano, un modello innovativo di città, in cui un nuovo afflato di politiche urbane porti a sinergie più efficienti tra cittadini, imprese e pubblica amministrazione.


Il tutto condito da un incremento degli investimenti in infrastrutture stimato in almeno l’1% nel 2016, un pil che sembra essere pronto a riprendere il proprio cammino e un generale clima di fiducia che rasserena le imprese. Sono i dati più significativi presentati dai Giovani Ance nei giorni scorsi a Roma.

 

INNOVAZIONE A SOSTEGNO DELL'EDILIZIA

“Dobbiamo ripensare il paesaggio urbano promuovendo la rigenerazione del costruito, la tutela dell’ambiente e l’economia circolare”. Lo ha dichiarato la Presidente dei Giovani Ance, Roberta Vitale (in foto), aprendo i lavori del XVII Convegno Giovani Imprenditori Edili. Temi chiave sui quali i vicepresidenti dei Giovani si sono confrontati, nel corso della giornata, con esperti e rappresentanti del mondo della cultura, della politica e delle istituzioni, sono stati un modello innovativo di città, di impresa e di pubblica amministrazione, attraverso un deciso cambio di rotta sia nelle politiche urbane, che nei processi produttivi.


E per raggiungere questo obiettivo, l’associazione di categoria ha le idee chiare. In primo luogo serve una profonda rigenerazione del costruito, attraverso edilizia sostenibile e tutela dell’ambiente, favorendo al contempo l’economia circolare e quindi il riutilizzo di ogni materiale. La riqualificazione, infatti, è stata l’unico comparto dell’edilizia – anche grazie a stimoli fiscali compresi tra il 50% e il 65% - che ha mantenuto un segno + (+19,4%) anche negli anni di crisi.


È l’innovazione il punto da cui partire per immaginare e gestire il mercato di domani: il bene casa non è più solo una necessità, ma è soprattutto fonte di benessere”, ha sottolineato il vicepresidente Nicola De Santis nel corso della prima tavola rotonda, dialogando con Pietro Adduci (Tecma solution) e Massimiliano Fadin (referente Protocolli sostenibilità). Sul tema delle città è intervenuta la vicepresidente Regina De Albertis che si è soffermata  sulla necessità di “riqualificare i luoghi in cui viviamo con un piano strategico di lungo periodo, rinnovando le aree degradate con interventi semplici e convenienti, come accade nel resto d’Europa”.


Ma per i giovani dell’Ance occorre inserire una forma di premialità che garantisca di offrire condizioni migliori a chi spreca meno energia. È necessario, insomma, consentire una detrazione fiscale più alta per chi effettua interventi volti a incrementare l’efficienza e il risparmio energetico. Inoltre, serve incentivare la sostituzione edilizia, prevedendo meno oneri per chi demolisce e ricostruisce, magari con un taglio degli oneri stimato in almeno il 20%. Infine, sempre dal punto fiscale, sarebbe utile secondo i Giovani dell’Ance estendere fino al 2019 la riduzione dell’Iva per l’acquisto di abitazioni ad alta efficienza energetica.


LE IMPRESE E IL BIM

Per quanto riguarda le imprese, devono riguadagnare il loro ruolo centrale del processo di costruzione, riportando il focus sulla qualità delle costruzioni. Possono venire in soccorso delle aziende del settore le nuove tecnologie digitali, attraverso il Bim (Building Information Modelling/Management), uno strumento che permette la gestione integrata e informatizzata di tutte le attività del processo edilizio. Uno strumento che consente di realizzare opere di ingegneria in tutto il mondo, ma che in Italia è ancora quasi sconosciuto, nonostante si tratti di uno strumento rivoluzionario.


La Commissione Ue, proprio lo scorso 19 aprile, ha lanciato un piano da oltre 50 miliardi – tra fondi pubblici e privati – per sostenere iniziative per la digitalizzazione dell’industria. La Gran Bretagna ha stanziato, da qui al 2019, investimenti per 20 milioni di sterline per la diffusione del Bim che, a regime, potranno generare risparmi per le casse pubbliche di 800 milioni di sterline. Serve che anche il nostro paese si doti degli strumenti più innovativi per dare nuovo vigore a un settore che ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella creazione di ricchezza.


GREEN E SHARING ECONOMY

Infine grande spazio anche al tema della green economy: “il futuro dell’edilizia deve passare per un utilizzo più efficiente dei materiali che devono essere a chilometri zero, recuperabili e trasformabili”, ha sottolineato il vicepresidente Andrea Bonifacio, che si è confrontato con l’europarlamentare Pd, Simona Bonafè, il presidente dei giovani di Confindustria, Marco Gay, e il coordinatore dell’osservatorio green economy IEFE, Università Bocconi, Edoardo Croci.
Un focus anche sui fenomeni economici che stanno emergendo con forza nell’economia mondiale. In particolare, la sharing economy: “Questo è un mercato dalle grandi potenzialità”, ha sottolineato il vicepresidente Angelo Turco, “che può creare opportunità per il nostro settore attraverso adeguate sinergie”.


Fonti articolo: Ilghirlandaio.com, Monitorimmobiliare.it

Contabilizzatori di calore in condominio obbligatori e detraibili



Entro il 31 dicembre 2016, tutti i condomini hanno l'obbligo di installare i sistemi di contabilizzazione del calore al fine di misurare l'effettivo consumo di calore o di raffreddamento o di acqua calda delle singole unità immobiliari o di sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore. 


Per spiegare come fare a ottenere le detrazioni fiscali per l'installazione dei nuovi contatori di calore, l'Agenzia delle Entrate ha diffuso, il 6 maggio, la circolare n. 18/E, fornendo risposte ad alcuni quesiti relativi alle spese detraibili, formulati dai Caf e dagli operatori del settore.


 

Tali spese sono ammesse alla detrazione prevista per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio dal momento che sono finalizzare al risparmio energetico. opportuno ricordare, a tal proposito, che per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2016, vi è una detrazione pari al 50% per un importo massimo di spesa di 96mila euro.


IL TESTO DELL'AGENZIA DELLE ENTRATE

3.1 Detrazione per l'installazione del sistema di contabilizzazione del calore

D. Si chiede se le spese sostenute per i sistemi di contabilizzazione del calore - che devono essere obbligatoriamente installati nei condomini e negli edifici polifunzionali entro il 31 dicembre 2016, ai sensi del decreto legislativo n. 102 del 2014 - rientrino tra quelle ammesse alla detrazione per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici.


R. L'articolo 9, comma 5, del decreto legislativo 4 luglio 2014, n. 102, prevede che per favorire il contenimento dei consumi energetici attraverso la contabilizzazione dei consumi individuali e la suddivisione delle spese in base ai consumi effettivi di ciascun centro di consumo individuale, nei condomini e negli edifici polifunzionali, riforniti da una fonte di riscaldamento o raffreddamento centralizzata o da una rete di teleriscaldamento o da un sistema di fornitura centralizzato che alimenta una pluralità di edifici, è obbligatoria l'installazione, entro il 31 dicembre 2016, di contatori individuali per misurare l'effettivo consumo di calore o di raffreddamento o di acqua calda per ciascuna unità immobiliare, nella misura in cui sia tecnicamente possibile, efficiente in termini di costi e proporzionato rispetto ai risparmi energetici potenziali. Qualora, l'uso di tali contatori non sia tecnicamente possibile o non sia efficiente in termini di costi, sono installati sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore individuali per misurare il consumo di calore in corrispondenza a ciascun radiatore posto all'interno delle unità immobiliari.


Se i dispositivi in questione sono installati in concomitanza con la sostituzione, integrale o parziale, di impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti dotati di caldaie a condensazione - e contestuale messa a punto del sistema di distribuzione - ovvero con pompe di calore ad alta efficienza o con impianti geotermici a bassa entalpia, le relative spese sono già ammesse alla detrazione spettante per gli interventi di riqualificazione energetica ai sensi dell'articolo 1, comma 347 della legge n. 296 del 2006 pari, attualmente, al 65% delle spese stesse per un valore massimo della detrazione di 30.000 euro.


Se, invece, i dispositivi in argomento sono installati senza che sia sostituito, integralmente o parzialmente, l'impianto di climatizzazione invernale ovvero nel caso in cui quest'ultimo sia sostituito con un impianto che non presenta le caratteristiche tecniche richieste ai fini della citata detrazione per gli interventi di riqualificazione energetica, le relative spese sono ammesse alla detrazione spettante ai sensi dell'articolo 16-bis, comma 1, lett. h) del TUIR nella misura attuale del 50% trattandosi di intervento finalizzato al conseguimento di risparmio energetico.


In conclusione: la detrazione pari al 65% spetta solo se installati "in concomitanza" con la sostituzione, integrale o parziale, di impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti dotati di caldaie a condensazione ovvero con pompe di calore ad alta efficienza o con impianti geotermici a bassa entalpia (articolo 1, comma 347 della legge 296/2006). In alternativa queste spese sono detraibili solo al 50% (36% dal 2017), ai sensi dell'articolo 16-bis, comma 1, lettera h) del Tuir, in quanto rientrano nella categoria degli interventi per il risparmio energetico non qualificato.


Fonte articolo: Condominioweb.com

Bando per Comuni coinvolgerà i giovani nella riqualificazione urbana

L’Anci pubblica il bando ‘Giovani RiGenerAzioni Creative’ per la presentazione di proposte progettuali di sviluppo della creatività giovanile per la rigenerazione urbana.


L’avviso pubblico, attua l’Accordo stipulato il 10 settembre 2015 fra la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Gioventù e del Servizio civile nazionale e l’Anci per l’utilizzo del riparto destinato agli Enti Locali del “Fondo per le Politiche Giovanili”

Il bando, rivolto ai Comuni aderenti al “Tavolo Anci sulla rigenerazione creativa” e a quelli beneficiari degli interventi del programma "Giovani, legalità, cittadinanza e partecipazione" attivato nell’ambito del PON Sicurezza 2007-2013, destina circa 2,4 milioni di euro (precisamente € 2.393.680,00 da ripartire tra i diversi progetti beneficiari.


IN COSA CONSISTE IL BANDO ANCI E I BENEFICIARI

Al fine di stimolare la creazione di nuove soluzioni e paradigmi di intervento a livello locale, Anci intende selezionare proposte progettuali (presentate dai Comuni in qualità di capofila di partenariati pubblico-privati) che, puntando all’integrazione fra gli ambiti di intervento delle politiche giovanili, dell’innovazione sociale e della rigenerazione urbana, coinvolgano i giovani di uno specifico territorio quali beneficiari attivi di interventi.
L'obiettivo è quello di attivare iniziative territoriali di coinvolgimento dei giovani, nel co-design di percorsi e progetti di rigenerazione di edifici e/o aree pubbliche urbane, in dinamiche virtuose di integrazione e inclusione sociale, anche al fine di modellizzare interventi da replicare in futuro in altre realtà.


Pertanto verranno finanziate iniziative mirate a:
riqualificare, in una logica progettuale ed operativa pluriennale, edifici ed aree pubbliche dismesse dei vari Comuni attraverso la creatività giovanile, con la realizzazione di progetti, interventi, iniziative, con specifica declinazione rivolta alla fascia giovanile;
- assumere i principi della progettazione partecipata, con il coinvolgimento attivo delle comunità interessate e dei vari attori locali in ambito sociale, urbanistico, economico e culturale;
- costruire progetti che prevedano interventi di animazione e riutilizzo di spazi destinati a prolungarsi oltre i termini di scadenza dell’impiego dei fondi.


Le proposte progettuali, redatte utilizzando il format allegato all’avviso pubblico (allegato B), dovranno:
a) avere come beneficiari finali giovani di età compresa fra i 16 e 35 anni, sia considerati singolarmente che in forma associata;
b) prevedere un cofinanziamento del Comune capofila e/o dei propri partner in misura non inferiore al 20% (venti percento) del costo totale del progetto;
c) prevedere la conclusione delle attività entro il 28 febbraio 2018;
d) definire a attuare percorsi e progetti di rigenerazione urbana mediante l’attivazione di servizi, iniziative, interventi ed attività innovative rivolte ai giovani creativi e mirati ad una riqualificazione e ridefinizione dell’identità e della funzione di edifici e/o aree pubbliche che hanno visto esaurirsi in tempi recenti la loro originaria destinazione d’uso e funzione economica, sociale e culturale;
e) prevedere un piano di utilizzo dell’edificio e/o area pubblica oggetto dell’intervento, almeno triennale a partire dalla conclusione della attività. Il piano dovrà essere congruente e conseguente rispetto alla proposta progettuale presentata;
d) prevedere percorsi di progettazione partecipata con il coinvolgimento di giovani under 35 e delle comunità interessate e dei vari attori locali in ambito sociale, urbanistico, economico e culturale.


Le tipologie d’intervento che possono essere ammesse a finanziamento sono:
a) servizi, attività ed iniziative da realizzarsi nell’edificio e/o nell’area pubblica individuata in una o più delle aree di intervento sopra indicate, secondo le tipologie elencate;
b) interventi di messa a norma ed in sicurezza dell’edificio e/o dell’area rispetto alle normative vigenti in materia, ed interventi che possano garantire un pieno utilizzo e fruizione degli edifici e/o delle aree pubbliche per le quali si richiede il finanziamento da parte dei soggetti diversamente abili;
c) acquisto di beni e/o attrezzature strumentali finalizzati e circoscritti all’attivazione dei servizi, attività ed interventi.


BANDO ANCI: MODALITA' DI SELEZIONE

Il termine per la presentazione delle domande è stato fissato entro le ore 24:00 del 10 giugno 2016.
 
La documentazione trasmessa dai Comuni capofila sarà valutata da una Commissione Tecnica che procederà alla verifica della regolarità e completezza delle domande e della documentazione trasmessa.
 
La Commissione procederà poi alla valutazione delle domande ammesse sulla base dei seguenti criteri:
- Qualità del processo di progettazione partecipata (punteggio max 15);
- Efficacia ed estensione del partenariato (max 20);
- Qualità del progetto (max 25);
- Sostenibilità del progetto a medio/lungo termine (max 15);
- Efficacia del progetto in relazione all’esperienza progettuale del soggetto proponente (max 15);
- Incidenza del cofinanziamento locale (garantito dai Comuni capofila e dai partner) sul costo totale del progetto (max 10).
 
Indipendentemente dal costo complessivo di ogni singolo progetto il contributo richiesto dai Comuni proponenti non potrà essere superiore a 150 mila euro per i Comuni con popolazione fino ai 15.000 abitanti e 200 mila euro per quelli con popolazione uguale o superiore ai € 15.001 abitanti.


Fonte articolo: Edilportale.com

Possibile detrarre una ristrutturazione di 2 anni prima?

Che cosa fare se ci si è dimenticati (oppure non è stato possibile, ad esempio per ritardi dell'amministratore nella consegna delle certificazioni) di portare in detrazione una spesa per ristrutturazioni edilizie?


Il testo unico delle imposte sui redditi (d.p.r. n. 917/86), all'art. 16-bis (Detrazione delle spese per interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica degli edifici) prevede la possibilità di usufruire di una detrazione fiscale per le spese sostenute per particolari tipologie d'interventi.

In sostanza per interventi di manutenzione straordinaria e se riguardanti parti comuni dell'edificio anche per manutenzione ordinaria è possibile portare in detrazione le spese sostenute entro determinati limiti.
Fino al 31 dicembre 2016 è possibile usufruire di una detrazione pari al 50% delle spese sostenute con il tetto massimo di € 96.000 (per unità immobiliare anche con riferimento a lavori condominiali) portando tale spesa in detrazione per dieci anni a partire dell'anno di sostenimento delle spese e in quelli successivi.


L'ESEMPIO

Tizio abita nel condominio Alfa che ha appaltato e fatto eseguire nel corso dell'anno 2014 lavori di manutenzione straordinaria per l'importo complessivo di € 300.000,00. La quota di Tizio sull'intero ammontare dei lavori è pari ad € 20.000,00.
Diciamo, per semplicità, che Tizio ha versato per intero la sua quota e che a sua volta l'amministratore ha saldato integralmente l'impresa. Tizio avrà diritto di detrarre la somma di € 10.000,00 a partire dall'anno di esecuzione dei lavori 2014 e per gli altri 9 successivi portando in detrazione € 1.000,00 per ciascun anno.
Si badi: le somme che possono essere portate in detrazione sono quelle che l'amministratore ha versato all'impresa – secondo le modalità previste dalla legge – e non semplicemente quelle che i condòmini hanno versato all'amministratore.


Si supponga che Tizio, per dimenticanza, per ritardo dell'amministratore nel consegnare le certificazioni dei versamenti, ecc. non sia riuscito a portare in detrazione nella dichiarazione dei redditi per l'anno 2014 – presentata nel 2015 – l'importo come sopra calcolato? Potrà iniziare a beneficiarne dalla seconda rata? E per quello perduto, avrà la possibilità di chiederne il rimborso?


Della questione si è occupato il Ministero delle Finanze che, con una propria circolare del 2000, ha dato risposta a questi dubbi affermando che “nell'ipotesi in cui il contribuente che ha eseguito lavori di ristrutturazione nel corso dell'anno 1998, pur ottemperando agli obblighi previsti ai fini della fruizione della detrazione d'imposta del 41%, non ha presentato la dichiarazione dei redditi relativa al 1998 essendone esonerato, ovvero non ha indicato nella dichiarazione dei redditi presentata l'importo delle spese sostenute ed il numero delle rate prescelte, puo' usufruire dell'agevolazione relativamente alla seconda rata presentando la dichiarazione dei redditi relativa al 1999, indicando il numero della rata nella corrispondente casella relativa all'opzione tra le 5 o le 10 rate.
Per quanto riguarda il recupero della detrazione d'imposta della prima rata, il contribuente puo' inoltrare richiesta di rimborso agli Uffici finanziari secondo le modalita' ordinarie di cui all'articolo 38 del DPR n. 602 del 1973” (Circolare del 12/05/2000 n. 95, paragrafo 2.1.2. – Min. Finanze - Dip. Entrate Aff. Giuridici Uff. del Dir. Centrale).


I riferimenti alle percentuali di spesa detraibile sono quelli vigenti al momento della soluzione al quesito, ma la sostanza resta invariata.


Fonte articolo: Condominioweb.com

Subscribe to this RSS feed

La invitiamo a lasciare il suo numero di telefono per essere ricontattato.

Cliccando invia dichiari di aver letto ed accettato l'informativa sulla privacy