A 1 mese dal terremoto cosa è stato fatto? Ecobonus prorogato



Il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, incontra i giornalisti a Palazzo Chigi per fare il punto, un mese dopo l’evento sismico, sull’andamento della gestione post terremoto. "Il nostro obiettivo - ha detto il Premier - è quello di rifare tutto come prima, in piena vicinanza con le realtà del territorio".


E ha ricordato che "dal terremoto si esce solo se c'è uno spirito forte di comunità, la ricostruzione è sempre problematica, ma occorre valorizzare le comunità".

 

La ricostruzione interesserà prime e seconde case 

Dopo un mese, ha detto, "fisiologicamente le luci dei riflettori si abbassano, ma questo non toglie niente al dolore delle famiglie delle vittime e dei sopravvissuti e al nostro dovere di farci carico delle sofferenze dei nostri connazionali". La ricostruzione interesserà le prime e le seconde case. Alla conferenza stampa hanno partecipato il Commissario straordinario di Governo per la ricostruzione nelle aree colpite dal terremoto del 24 agosto, Vasco Errani, il capo del dipartimento Protezione civile Fabrizio Curcio, i presidenti delle quattro Regioni coinvolte dall’evento sismico Nicola Zingaretti (Lazio), Luca Ceriscioli (Marche), Catiuscia Marini (Umbria), Luciano D'Alfonso (Abruzzo).


Proroga ecobonus anche per il 2017 

Renzi ha anche annunciato la proroga dell’Ecobonus per il 2017. "La misura fiscale che consente di intervenire nelle case per l’adeguamento sismico oltre che per l’efficientamento energetico sarà prorogata, chi potrà avrà l'Ecobonus del 65% anche nel 2017", ha detto il Presidente del Consiglio.
"Talvolta basta poco", ha detto, sottolineando che anche nell'ultimo sisma si è visto che "dove si era intervenuti la situazione era diversa".

Le donazioni via sms hanno raggiunto i 15 milioni 

Nel decreto per le zone terremotate che il Cdm varerà entro il 2-3 ottobre prossimo si "proporrà un meccanismo chiaro di riconoscimento pieno dei danni del terremoto e non si discuterà ogni anno delle quote da risarcire", ha detto il Commissario alla ricostruzione, Vasco Errani. L’intendimento del governo, ha detto, è quello di "riattivare subito l’economia e il lavoro". Ha promesso che la ricostruzione sarà fatta "nel miglioramento e nell'adeguamento sismico che assicuri che con un 6.0 non ci siano crolli e in quei Comuni non si rischierà più la vita". Le donazioni tramite sms hanno raggiunto i 15 milioni di euro, superando il terremoto dell'Emilia, ha reso noto Errani.


Errani: stazione unica di committenza e liste di merito per le imprese 

Sarà utilizzato il modello Expo per garantire "legalità e trasparenza" nella ricostruzione post terremoto, ha detto Errani. Ci sarà una "collaborazione rafforzata con l'Anac, liste di merito per le imprese: tutte le imprese che lavoreranno con fondi pubblici per edifici pubblici o privati dovranno essere iscritte alle liste di merito". Inoltre "ci sarà un controllo capace di effettuare il contrasto delle infiltrazioni e verificare la legalità e la trasparenza". Le stazioni appaltanti, ha spiegato Errani, "saranno solo le 4 Regioni e ci sarà un'unica stazione di committenza. Appena in grado costruiremo un open data a disposizione di tutti".


Riconosceremo tutti i danni 

"Noi riconosceremo tutti i danni che saranno verificati ovunque si siano verificati: questo è un terremoto che ha avuto un prolungamento nelle Marche, è andato lontato e tutti i danni saranno riconosciuti puntualmente con le verifiche", ha detto ancora il Commissario per la ricostruzione Errani.


Curcio: dal Fondo di solidarietà europeo almeno 3-4 miliardi 

Stiamo lavorantdo all'attivazione del Fondo di solidarietà europeo: è un lavoro importante che ci consentirà di accedere a delle risorse che saranno non meno di 3-4 miliardi, ma è una cifra assolutamente orientativa", ha sottolineato il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio. "I danni che vediamo sono cospicui, ma paragonati con gli altri sismi non andremo lontano da queste cifre, anzi sono in difetto. Ma questo lo vedremo", ha sottolineato. La priorità ora è chiudere le tendopoli per avviare per avviare la costruzione delle “casette” (tempo massimo di sette mesi per costruzione, acquisizione aree e parte amministrativa). Renzi ha sottolineato che sui danni del sisma "Curcio è stato molto prudente perché come minimo stiamo sui 4 miliardi, ma è un'analisi che va verificata punto punto, il terremoto ha colpito non solo luoghi dove ci sono state vittime ma ha creato lesioni importanti in altre zone".


3.027 LE persone assistite dalla Protezione civile 

È un appuntamento pieno di aspettative per le aree colpite dal sisma dove 3.027 persone sono ancora assistite dalla Protezione civile nei campi e nelle strutture allestite ad hoc o presso gli alberghi. La popolazione è molto provata dalla sequenza di scosse telluriche che ancora si susseguono giorno dopo giorno.


Fonti articolo: IlSole24Ore

Il 55% delle famiglie ha usufruito degli incentivi edilizi 50%-65%


La detrazione 50% sulle ristrutturazioni e l’Ecobonus 65% per la riqualificazione energetica degli edifici trainano l’edilizia e a fine 2016 porteranno ad una spesa pari a 29 miliardi di euro. A farla da padrone sono le ristrutturazioni, con investimenti sempre in crescita, ma tengono bene anche gli interventi di riqualificazione energetica. 


È quanto emerge dall’ultimo rapporto sul recupero e la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio, elaborato dal Servizio Studi della Camera in collaborazione con il Cresme - Centro ricerche economiche sociali di mercato per l'edilizia e il territorio.

 

Ecobonus 65% e Detrazione 50%, tutti gli effetti

In base al rapporto, dal 1998 al 2016 i bonus fiscali per il recupero edilizio e per la riqualificazione energetica hanno incentivato oltre 14,2 milioni di interventi, ossia il 55% del numero di famiglie italiane. In tutto sono stati investiti 237 miliardi di euro, di cui 205 miliardi per il recupero edilizio e poco meno di 32 miliardi per la riqualificazione energetica.


Nel 2015 gli investimenti generati dagli incentivi hanno superato i 25 miliardi euro. Di questi 3 miliardi sono stati assorbiti dalla riqualificazione energetica (286mila domande) e 22 miliardi dal recupero edilizio (1,2 milioni di domande).
Secondo le proiezioni del Cresme e del Centro Studi, nel 2016, è stato registrato un incremento che dovrebbe far chiudere l’anno con un totale di investimenti pari a 29 miliardi di euro.
Prendendo come riferimento il periodo dal 2011 al 2016, lo studio mostra che la spesa per il recupero edilizio è cresciuta progressivamente, passando da 13,4 miliardi nel 2011 a 25,7 miliardi stimati nel 2016. Gli investimenti in riqualificazione energetica sono rimasti stabili, passando da 3 a 3,6 miliardi. 


Si tratta di un dato significativo per il settore delle costruzioni e per lo stock immobiliare in Italia se si osserva l’andamento negli anni del peso degli interventi agevolati sul totale della spesa in rinnovo residenziale (la destinazione d’uso prevalentemente consentita): dal 13% nei primi anni di attivazione al 60% nel 2013, nel 2014 e nel 2016.


Significativo anche l’impatto sull’occupazione. Lo studio stima che nel periodo 2011-2016 gli incentivi hanno generato un assorbimento di1.460.223 occupati diretti, corrispondenti a una media annua nel periodo di oltre 243.000 occupati. In particolare, nel 2015 ci sono stati 375.399 occupati, comprensivi anche dell’indotto, mentre nel 2016 l’occupazione legata a questi investimenti sarà di circa 436mila unità, di cui 291mila impiegati direttamente in edilizia e 145mila nell’indotto industriale e di servizio.


Lo studio non trascura neanche l’impatto delle misure incentivanti sulla finanza pubblica. Nel periodo 1998-2016 a fronte dei minori introiti conseguenti la defiscalizzazione, stimati in 108,7 miliardi di euro, bisogna considerare che lo Stato incassa i proventi spettanti nell’anno di esecuzione dei lavori e distribuisce la maturazione dell’incentivo nell’arco di tempo di dieci anni. Questo porta a una plusvalenza di 0,3 miliardi di euro.
Analogamente, insieme ai minori introiti legati agli interventi di miglioramento dell’efficienza energetica, che implicano minori imposte sui consumi di energia, bisogna calcolare la quota di gettito derivante dai consumi e dagli investimenti mobilitati dai redditi aggiuntivi dei nuovi occupati. Si arriva così ad un saldo positivo per lo Stato di quasi 9 miliardi di euro.


Gli esperti sottolineano che diversi altri benefici dell’Ecobonus sono difficili da quantificare ma non meno importanti:

Si tratta in particolare degli effetti in termini di emersione dei redditi e dell’occupazione “irregolare”; della riduzione dei consumi energetici e conseguentemente delle emissioni di CO2; della valorizzazione del patrimonio immobiliare, in termini di decoro, prestazioni funzionali e prevenzione dei rischi sismici.

Dal rapporto emerge che nel periodo 2007-2014 gli interventi più diffusi sono stati la coibentazione delle superfici opache e la sostituzione degli infissi, la sostituzione degli impianti di riscaldamento, la sostituzione degli scaldabagni elettrici.

 
Il rinnovo del patrimonio edilizio traina le costruzioni

Si capisce meglio la portata degli incentivi se si considera che buona parte dell’intera produzione del settore costruzioni è assorbita dalle ristrutturazioni. Nel 2015 su un valore della produzione dell’intero settore, che il Cresme ha stimato pari a 163,6 miliardi di euro, la spesa in interventi di manutenzione straordinaria e ordinaria si è attestata sui 117,9 miliardi di euro, pari a circa il 72%.
Del 117,9 miliardi, 35,9 miliardi di euro sono stati spesi per interventi dimanutenzione ordinaria e 82 miliardi per la manutenzione straordinaria, dei quali 47,9 miliardi riguardano interventi sul patrimonio residenziale.


Fonti articolo: Edilportale.comGreenstyle.it

Italia leader in Europa per riqualificazione; proposte ENEA per condomìni

Le famiglie italiane hanno investito, tra il 2007 e il 2015, quasi 28 miliardi di euro sull’efficienza energetica delle proprie case e realizzato 2,5 milioni di interventi di riqualificazione anti-spreco.


È quanto emerge dal V Rapporto sull’Efficienza energetica presentato dall’Enea al Ministero dello Sviluppo Economico. Il Rapporto pone il nostro Paese tra "i leader in Europa in questo campo, con un livello d'intensità energetica del 18% inferiore della media Ue".

 

Secondo il report dell'Enea questo tipo di scelta green "sostiene una filiera da 50mila posti di lavoro in media l'anno" e "complessivamente nel periodo 2005-2015, con le misure per l'efficienza energetica, sono stati risparmiati quasi 10 Mtep (milioni di tonnellate equivalenti di petrolio) l'anno, evitando 26 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 e 3 miliardi di euro di spese per importare fonti fossili", petrolio e gas.


Il Rapporto evidenzia che nel 2014 la domanda di energia è calata del 3,4% rispetto all’anno precedente, attestandosi sui 151 Mtep. Il 37,1% dei consumi finali è stato assorbito dal settore civile, seguito da trasporti (33,3%) e industria (21,3%).
Nel 2014 il settore residenziale ha visto scendere i consumi del 15% rispetto al 2013 con 25,5 Mtep. Nel settore non residenziale i consumi hanno registrato un calo del 6,7% attestandosi a 19,2 Mtep. Anche nei trasporti l’utilizzo di combustibili fossili è sceso al 95,7% rispetto al 99% del 2007.


L'Italia ha raggiunto "il 32% dell’obiettivo di risparmio al 2020 fissato dal Piano nazionale di efficienza energetica 2014"; tra gli strumenti più efficaci "i certificati bianchi e le detrazioni fiscali per le riqualificazioni energetiche".
Neo di questo processo virtuoso sono forse i grandi condomini: alla ristrutturazione dei singoli alloggi infatti spesso non si riescono ad affiancare lavori di riqualificazione energetica dell’intero edificio. Che sono poi quelli che portano ai maggior risparmi.


In questo contesto nasce l’idea di un “bonus condomini” garantito da un fondo pubblico che spinga la riqualificazione energetica e aiuti le famiglie meno abbienti. L’Enea ha proposto l’attivazione di un Fondo pubblico e il coinvolgimento delle Esco. Si tratta di società che effettuano interventi di efficientamento energetico sostenendo il rischio dell’investimento, ma che poi usufruiscono del risparmio che l’intervento genera. Cedendo il bonus a queste società, i condòmini potrebbero riqualificare le proprie abitazioni senza sostenere le spese iniziali.


"Abbiamo fatto una proposta tecnica, che parte da quello che non ha funzionato, e il Governo la sta valutando – ha dichiarato il Presidente dell'Enea, Federico Testa –. Con la legge attuale che prevede un bonus per la ristrutturazione e l'efficienza energetica al 65%, sono stati fatti importanti interventi ma che hanno coinvolto solo alcune tipologie (finestre e caldaie a condensazione) e tipologie di edilizia (appartamenti singoli, villette). Non si è arrivati ai condomìni anni '50 e '60, all'edilizia popolare, per questo bisogna inventarsi un meccanismo".


Efficienza energetica, il ruolo degli incentivi

Sul risultato raggiunto hanno pesato positivamente i certificati bianchi e gli Ecobonus per la riqualificazione energetica degli edifici, che sono stati utilizzati prevalentemente per interventi di isolamento termico, sostituzione degli infissi e installazione di impianti di riscaldamento più efficienti.


Per far conoscere meglio a cittadini e imprese le potenzialità degli interventi di efficientamento energetico è stato avviata la Campagna nazionale “Italia in classe A”.
Nel primo anno della campagna, particolare attenzione sarà dedicata alla PA dato che gli oltre 13mila edifici pubblici consumano circa 4,3 TWh di energia/anno, con una spesa complessiva di 644 milioni di euro. Con gli interventi di efficientamento questi consumi potrebbero essere ridotti fino al 40%.


Fonti articolo: Casa24.ilsole24ore.com, Edilportale.com

Detrazioni al 50-60% e sui mobili: facciamo chiarezza

Prorogati, estesi, integrati, affinati. I bonus fiscali per la casa hanno assistito negli anni a una serie di modifiche e aggiunte, che hanno in parte semplificato e snellito il percorso per ottenerli.


Ma stratificando divieti di cumulo e requisiti di accesso, le stesse regole hanno disegnato un complesso quadro di incroci tra le varie detrazioni dedicate ai lavori edilizi e all’arredo delle abitazioni.

I bonus mobili 

Partiamo dal fondo, dall’ultima agevolazione arrivata con la legge di Stabilità per il 2016 (208/2015): quella per l’acquisto dei mobili da parte delle giovani coppie. La detrazione del 50% è concessa a coniugi o conviventi more uxorio da almeno tre anni, che quest’anno comprano nuovi arredi per la casa da adibire ad abitazione principale (il cui acquisto può esser stato effettuato anche nel 2015). Altra condizione fondamentale, almeno uno dei due partner non deve superare i 35 anni di età nel 2016. 


L’agevolazione è calcolata su un importo complessivo di 16mila euro e non può cumularsi – nella stessa abitazione – con il bonus mobili abbinato ai lavori, che consente invece di detrarre il 50% su una spesa massima di 10mila euro sostenuta per comprare non solo gli arredi ma anche grandi elettrodomestici in classe energetica non inferiore alla A+ (A per i forni). L’utilizzo di questo bonus, che è in vita dal 6 giugno 2013 e varrà fino al 31 dicembre di quest’anno, preclude dunque la possibilità di sfruttare la nuova detrazione per giovani coppie, anche per l’acquisto di mobili diversi. Al contrario, se ci sono tutti i presupposti di legge, nulla vieterebbe di avere i due diversi bonus mobili in due case differenti o, addirittura, di duplicare le detrazioni abbinate ai lavori, magari una per arredare la prima casa e un’altra nell’alloggio al mare.


Un aspetto importante è il fatto che il bonus mobili “generale” è strettamente collegato alla detrazione per il recupero edilizio: per le singole unità abitative, il presupposto per accedervi sono gli interventi di manutenzione straordinaria, ristrutturazione, restauro o risanamento conservativo, ricostruzione o ripristino di immobili danneggiati da eventi calamitosi agevolati al 50%. 
Di conseguenza, interventi già realizzati (e pagati a partire dal 26 giugno 2012) potrebbero dare diritto oggi al bonus mobili, a patto che il contribuente utilizzi nella dichiarazione dei redditi la detrazione del 50%.
Altre agevolazioni, invece, non sono abbinabili allo sconto sugli arredi: vale a dire il 65% sul risparmio energetico, ma anche le vecchie versioni del 55% e del 36%.


Naturalmente, anche i lavori realizzati quest’anno possono regalare il bonus sugli arredi: è sufficiente che la data di avvio del cantiere sia precedente all’acquisto dei mobili, anche se i pagamenti fossero successivi.
Alcuni contribuenti potrebbero trovarsi anche nella condizione di avere le carte in regola per entrambi gli sconti sull’arredo, e dovranno sceglierne uno. Nella maggior parte dei casi – potendo – converrà puntare sullo sconto con il plafond di spesa più elevato(16mila euro, giovani coppie), ma chi spende molto in elettrodomestici e poco in mobili troverà più vantaggioso l’altro sconto (10mila euro, abbinato alla detrazione edilizia).


Le detrazioni sui lavori 

Oltre a “raddoppiare” il bonus mobili per tutto il 2016, l’ultima legge di Stabilità ha anche prorogato fino al termine di quest’anno le detrazioni per ristrutturazione (50%) e per riqualificazione energetica (65%).
Chi ne ha beneficiato già negli anni scorsi, magari nei “vecchi” livelli del 36 e 55%, potrà sfruttare le percentuali extra-large. Ma con una doppia avvertenza: 
- da un lato, il plafond di spesa riparte da zero solo se i lavori sono nuovi, mentre in caso di cantieri pluriennali vanno conteggiate le somme spese negli anni precedenti;
- dall’altro, se in uno stesso anno solare si fanno lavori diversi, non si può comunque superare il tetto massimo.


Inoltre, nel caso della detrazione al 65% per il risparmio energetico bisogna anche considerare che ci sono limiti di spesa differenziati in base agli interventi. Quindi, il cambio della caldaia ricade in una categoria (e ha un massimale), quello delle finestre in un’altra (e ha una diversa soglia). Senza contare che alcuni interventi potrebbero ricadere in più categorie – tipico il caso della coibentazione e riqualificazione globale – e il contribuente dovrà scegliere.


Va poi ricordato che praticamente tutti i lavori di riqualificazione energetica premiati dal 65% negli immobili residenziali possono, in alternativa, avere il bonus del 50%, che copre tra l’altro gli interventi per il risparmio energetico, realizzati anche in assenza di opere edilizie propriamente dette. Dato per scontato che non si possono avere i due bonus per la stessa opera, anche qui il contribuente dovrà scegliere.
Ma c’è anche la possibilità – e anzi spesso succede – che i due bonus coesistano nello stesso cantiere, ad esempio il 65% per il cambio delle finestre e il 50% per la ristrutturazione della casa. In queste situazioni, sarà fondamentale tenere separati i bonifici (le causali sono diverse) e gestire in modo ordinato le fatture.

Rissumendo:


Il vecchio 36% e il 50%

Chi sta già beneficiando della detrazione del 36% per spese di ristrutturazione edilizia sostenute prima del 26 giugno 2012 può avere anche il 50% per nuovi lavori pagati da quella data.
L’esempio: un contribuente spende 60mila euro nel 2011 per unire e ristrutturare due appartamenti in una villetta, e detraeil 36% su una spesa di 48mila euro(importo massimo agevolato). Se nel 2016 rifà il tetto, potrà detrarre il 50% su 96mila euro (nuovo massimale).


Il vecchio 55% e il 65%

Chi ha già la detrazione del 55% per spese di riqualificazione energetica sostenute prima del 6 giugno 2013 può avere anche il 65% per nuovi interventi pagati da quella data. 
L’esempio: nel 2008 un condominio spende 30mila euro per sostituire la caldaia con una a condensazione , e detrae il 55%. Se nel 2016 fosse necessario per motivi tecnici sostituire l’impianto con uno più efficiente il condominio potrebbe avere il 65%.


Il 50% al raddoppio

Se sull’immobile si eseguono due interventi “autonomi” nello stesso periodo di imposta, oppure un intervento che è la prosecuzione di un altro iniziato in anni precedenti, deve essere rispettato il limite complessivo di spesa ammesso (96mila euro).
L’esempio: nel 2016 un contribuente spende 20mila euro per cambiare le finestre della villa e 105mila euro per il ripristino, con un totale di 125mila euro. Potrà detrarre dalle tasse solo 48mila euro.


L’abbinata 50-65%

Le opere di riqualificazione detraibili al 65% possono avere anche il 50%, che copre gli interventi per il risparmio energetico (pur senza opere edilizie). Ma sugli stessi lavori non è ammesso il cumulo.
L’esempio: nel 2016 un contribuente spende 4mila euro per sostituire la caldaia con una a condensazione, detraibile al 50% ma con rendimento utile anche per il 65%: sull’apparecchio può avere un solo beneficio. Mentre può sempre avere il 50% sulle eventuali opere murarie.


Il bis sul risparmio energetico

Se una stessa opera di risparmio energetico detraibile al 65% ha i requisiti per essere ricompresa in due tipologie di agevolazione dell’ecobonus, si può chiedere il beneficio in relazione a una sola di esse. 
L’esempio: un condominio spende 70mila euro nel 2016 per la coibentazione esterna, inquadrata sia come riqualificazione dell’edificio (detrazione massima 100mila euro) sia come intervento sull’involucro (60mila euro). Deve scegliere a quale beneficio fare riferimento.


Il 50% e il bonus mobili

Chi realizza lavori di ristrutturazione edilizia dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2016, detraibili al 50%, per la stessa abitazione può avere il 50% anche per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici.
L’esempio: un contribuente spende 4mila euro nel 2014 per il rifacimento integrale del bagno, comprese le tubature, e detrae il 50% della spesa. Se nel 2016 compra dei nuovi arredi potrà detrarre il 50% su 10mila euro (spesa massima agevolabile).


Il 65% e il bonus mobili

Gli interventi di riqualificazione energetica detraibili al 65% non consentono di beneficiare del 50% per l’acquisto degli arredi. Requisito per accedere al bonus mobili sono i lavori edilizi agevolati al 50%, come manutenzioni straordinarie o ristrutturazioni.
L’esempio: un contribuente spende 12mila euro nel 2015 per sostituire le finestre, e detrae il 65% dell’importo. Se nel 2016 compra nuovi arredi per la casa, non può detrarre i costi.


Più detrazioni sugli arredi

Il limite di spesa di 10mila euro del bonus mobili va calcolato sui costi sostenuti nell’intero periodo agevolato (dal 6 giugno 2013 al 31 dicembre 2016). Ma se i lavori di ristrutturazione collegati vengono eseguiti su più case, il bonus (e il plafond) vale per ciascuna unità.
L’esempio: un contribuente spende 2mila euro nel 2014 per frigo, lavatrice e forno, e detrae il 50%; nel 2016 può ancora detrarre 8mila euro. Ma se ha un’altra casa, qui ha l’intero plafond di 10mila euro.


50-65% e mobili per le giovani coppie

La detrazione del 50% per l’acquisto di mobili da parte di giovani coppie vale se uno dei due non ha superato i 35 anni di età e per le case da adibire ad abitazione principale (requisiti da soddisfare nel 2016). Il beneficio è slegato dai bonus edilizi del 50 e 65%.
L’esempio: nel 2016 una coppia di under 35 spende 24mila euro per gli arredi della prima casa, acquistata nel 2015. Può detrarre il 50% su 16mila euro anche senza effettuare alcun tipo di lavori.


I due bonus sugli arredi

E' vietato cumulare nella stessa abitazione la detrazione per gli arredi delle giovani coppie e quella abbinata ai lavori di ristrutturazione. 
L’esempio: nel 2016 la coppia under 35 spende 15mila euro per gli arredi detraibili della nuova casa: se durante l’anno avvia lavori di ristrutturazione, nel 730/2017 potrà scegliere solo uno dei due bonus mobili: quello per i giovani (16mila euro ma solo sui mobili) o quello abbinato ai lavori (10mila euro inclusi elettrodomestici).


Fonte articolo: ilsole24ore.Com, vetrina web

Contabilizzatori di calore in condominio obbligatori e detraibili



Entro il 31 dicembre 2016, tutti i condomini hanno l'obbligo di installare i sistemi di contabilizzazione del calore al fine di misurare l'effettivo consumo di calore o di raffreddamento o di acqua calda delle singole unità immobiliari o di sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore. 


Per spiegare come fare a ottenere le detrazioni fiscali per l'installazione dei nuovi contatori di calore, l'Agenzia delle Entrate ha diffuso, il 6 maggio, la circolare n. 18/E, fornendo risposte ad alcuni quesiti relativi alle spese detraibili, formulati dai Caf e dagli operatori del settore.


 

Tali spese sono ammesse alla detrazione prevista per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio dal momento che sono finalizzare al risparmio energetico. opportuno ricordare, a tal proposito, che per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2016, vi è una detrazione pari al 50% per un importo massimo di spesa di 96mila euro.


IL TESTO DELL'AGENZIA DELLE ENTRATE

3.1 Detrazione per l'installazione del sistema di contabilizzazione del calore

D. Si chiede se le spese sostenute per i sistemi di contabilizzazione del calore - che devono essere obbligatoriamente installati nei condomini e negli edifici polifunzionali entro il 31 dicembre 2016, ai sensi del decreto legislativo n. 102 del 2014 - rientrino tra quelle ammesse alla detrazione per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici.


R. L'articolo 9, comma 5, del decreto legislativo 4 luglio 2014, n. 102, prevede che per favorire il contenimento dei consumi energetici attraverso la contabilizzazione dei consumi individuali e la suddivisione delle spese in base ai consumi effettivi di ciascun centro di consumo individuale, nei condomini e negli edifici polifunzionali, riforniti da una fonte di riscaldamento o raffreddamento centralizzata o da una rete di teleriscaldamento o da un sistema di fornitura centralizzato che alimenta una pluralità di edifici, è obbligatoria l'installazione, entro il 31 dicembre 2016, di contatori individuali per misurare l'effettivo consumo di calore o di raffreddamento o di acqua calda per ciascuna unità immobiliare, nella misura in cui sia tecnicamente possibile, efficiente in termini di costi e proporzionato rispetto ai risparmi energetici potenziali. Qualora, l'uso di tali contatori non sia tecnicamente possibile o non sia efficiente in termini di costi, sono installati sistemi di termoregolazione e contabilizzazione del calore individuali per misurare il consumo di calore in corrispondenza a ciascun radiatore posto all'interno delle unità immobiliari.


Se i dispositivi in questione sono installati in concomitanza con la sostituzione, integrale o parziale, di impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti dotati di caldaie a condensazione - e contestuale messa a punto del sistema di distribuzione - ovvero con pompe di calore ad alta efficienza o con impianti geotermici a bassa entalpia, le relative spese sono già ammesse alla detrazione spettante per gli interventi di riqualificazione energetica ai sensi dell'articolo 1, comma 347 della legge n. 296 del 2006 pari, attualmente, al 65% delle spese stesse per un valore massimo della detrazione di 30.000 euro.


Se, invece, i dispositivi in argomento sono installati senza che sia sostituito, integralmente o parzialmente, l'impianto di climatizzazione invernale ovvero nel caso in cui quest'ultimo sia sostituito con un impianto che non presenta le caratteristiche tecniche richieste ai fini della citata detrazione per gli interventi di riqualificazione energetica, le relative spese sono ammesse alla detrazione spettante ai sensi dell'articolo 16-bis, comma 1, lett. h) del TUIR nella misura attuale del 50% trattandosi di intervento finalizzato al conseguimento di risparmio energetico.


In conclusione: la detrazione pari al 65% spetta solo se installati "in concomitanza" con la sostituzione, integrale o parziale, di impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti dotati di caldaie a condensazione ovvero con pompe di calore ad alta efficienza o con impianti geotermici a bassa entalpia (articolo 1, comma 347 della legge 296/2006). In alternativa queste spese sono detraibili solo al 50% (36% dal 2017), ai sensi dell'articolo 16-bis, comma 1, lettera h) del Tuir, in quanto rientrano nella categoria degli interventi per il risparmio energetico non qualificato.


Fonte articolo: Condominioweb.com

10 detrazioni sulla casa che forse non conoscete

Tra le tante detrazioni da inserire nella dichiarazioni dei redditi 2016, ce ne sono alcune - per lo più legate ai bonus ristrutturazione ed energia - che quasi nessuno conosce.


Da quelle per l'acquisto di un garage, di una porta blindata o per i mobili all'estero, ecco il decalogo stilato dal portale ProntoPro.it

1. Grate, vetri antisfondamento, porte blindate. Con il bonus ristrutturazioni è possibile usufruire di una detrazione del 50% per gli interventi relativi all’adozione di misure finalizzate a prevenire il rischio del compimento di atti illeciti da parte di terzi. Via libera dunque ai rimborsi per lavori di apposizione di grate sulle finestre, vetri antisfondamento, casseforti a muro e porte blindate o rinforzate.


2. Prestazioni professionali, acquisto dei materiali e spese per perizie e sopralluoghi. C’è una ditta o un professionista che ritieni molto capace, ma eccessivamente costoso per le tue tasche? Con il bonus ristrutturazioni potrai ottenere il 50% del rimborso anche per le prestazioni professionali, l’acquisto dei materiali e le spese per perizie e sopralluoghi.


3. Acquisto mobili all'estero. Se desideri acquistare nuovi mobili all’estero, corredandoli di tutta la documentazione necessaria ai fini della detrazione, pagando con carta di credito o debito e documentando la spesa con fattura e ricevuta di avvenuta transazione, non ci sono motivi ostacolanti per la fruizione del Bonus Mobili. Potrai detrarre fino al 50%.


4. Hai costruito un garage? Anche questo si può detrarre. Se nel corso dell'anno avete messo mano al portafogli per realizzare un garage, un'autorimessa o anche un posto auto di pertinenza nel cortile condominiale, buone notizie, la spesa è detraibile nella misura del 50%.


5. Tecnologie robotiche e disabilità. Nell'elenco delle spese detraibili col bonus ristrutturazioni, rientrano quelle fatte per dotare l'immobile delle tecnologie robotiche in grado di migliorare la comunicazione e la mobilità interna ed esterna alla casa in cui vivono persone con gravi disabilità fisiche e motorie. La detrazione a cui si ha diritto in questi casi è pari al 50% della spesa sostenuta.


6. Se volete realizzare degli interventi antisismici su prime case o edifici adibiti ad attività produttive in zone ad alta pericolosità, la detrazione è pari al 65% per le spese sostenute dal 4 agosto 2013.


7. Chi possiede un immobile di valore storico o artistico e vuole adeguarlo alle esigenze funzionali di un uso contemporaneo, può farlo usufruendo di una detrazione del 50%. Al fine di valorizzare e conservare gli edifici è anche ammesso l’uso di materiali e tecnologie diverse da quelli originali a condizione che non contrastino con il carattere complessivo degli stessi.


8. Se si ha già effettuato dei lavori su un immobile beneficiando di un incentivo, e intraprendi nuovi lavori di riqualificazione puoi usufruire di un’altra detrazione. Il limite complessivo di rimborso è pari a 96.000 euro per unità immobiliare, quindi se si tratta della prosecuzione di una precedente ristrutturazione, si dovrà tenere conto delle somme già spese, se si tratta di un intervento completamente nuovo si potrà usufruire dell’intera detrazione, ma la diversità dovrà essere dimostrata attraverso la presentazione della denuncia di inizio attività (DIA), il collaudo dell’opera e la dichiarazione di fine lavori.


9. Un bonus non esclude l’altro. L’uso di una determinata tipologia di bonus non è esclusivo e si può usufruire di più incentivi. Attenzione però ai tempi; per ottenere il bonus mobili oltre a quello per la ristrutturazione di casa, ad esempio, è necessario che la data di inizio dei lavori di ristrutturazione preceda quella in cui si acquistano i beni. Non è fondamentale, invece, che le spese di ristrutturazione siano sostenute prima di quelle necessarie per l’arredo dell’immobile.


10. Arredi. Soprattutto per i giovani che vanno a vivere da soli, uno dei bonus fiscali più interessanti è quello legato all’acquisto di mobili. Ma, ai fini fiscali, non tutti i mobili sono uguali. Si può ottenere la detrazione per i materassi, per lampade e lampadari, per mobili nuovi fatti su misura, per i letti, gli armadi, le cassettiere, le librerie, le scrivanie, i tavoli, le sedie, i comodini, i divani, le poltrone, le credenze, le cucine, i mobili per arredare il bagno e quelli per l’ esterno. Nessun rimborso, al contrario, per porte e tende, ma anche per complementi di arredo o mobili usati e antichi.


Fonte articolo: Idealista.it

Portale online per documentare gli interventi con Ecobonus 65%

L'ENEA informa che è on line e attivo il portale finanziaria2016.enea.it per l’invio telematico della documentazione relativa agli interventi di riqualificazione energetica degli edifici realizzati nel 2016, entro i 90 giorni dalla conclusione dei lavori, per accedere alle detrazioni fiscali del 65%. 


Per il momento è possibile inviare la documentazione relativa a interventi di riqualificazione dell’intero edificio, coibentazioni dell'involucro edilizio, sostituzione infissi, installazione di schermature e pannelli solari e di impianti di climatizzazione invernale.


 

Le novità 2016 per l'Ecobonus riguardano i condomini per i quali le procedure sono state semplificate e l'inserimento di questo incentivo per gli interventi di riqualificazione tecnologica come la domotica e l'installazione di termostati intelligenti. Ma per l'invio della documentazione relativa agli interventi che riguardano le nuove tipologie ammesse dalla Legge di Stabilità 2016 alla detrazione del 65%, quali l’acquisto di dispositivi multimediali per il controllo da remoto di impianti di riscaldamento, climatizzazione e produzione di acqua calda, si deve aspettare che vengano adottate le disposizioni attuative da parte dei ministeri e degli enti proposti.


Per informazioni e chiarimenti sugli interventi ammessi a detrazione e sulla presentazione delle pratiche, è disponibile il portale acs.enea.it con le linee guida, le schede tecniche, norme, news, risposte degli esperti alle domande più frequenti (FAQ) e contatti degli esperti ENEA.


Dal 2007, anno di introduzione degli ecobonus, al 2014, l’ENEA ha ricevuto oltre 2,5 milioni di pratiche relative a interventi per circa 25 miliardi di euro che hanno consentito un risparmio totale di circa 50mila GWh, pari al consumo di energia di Roma in un anno.


Fonte articolo: Infobuildenergia.it, Quotidianocondominio.ilsole24ore.com

730 precompilato con le spese di ristrutturazione


Al suo secondo anno di applicazione – nel triennio di “rodaggio” previsto – il 730 precompilato dall'Agenzia delle Entrate si prepara ad accogliere in maniera più completa i dati dei bonus fiscali sui lavori in casa. 

 

Nella scorsa dichiarazione dei redditi, all'esordio del modello inviato a 20,4 milioni di contribuenti, le informazioni sulle spettanti detrazioni per interventi di ristrutturazione edilizia e riqualificazione energetica erano state desunte dalla dichiarazione precedente: quindi risultavano di fatto “precompilate” solo per i contribuenti che scontavano almeno la seconda delle dieci quote (annualità) in cui si ripartisce l'agevolazione. In altri termini, chi aveva sostenuto le spese nel 2014 non aveva potuto fruire della relativa semplificazione del modello sperimentale 2015, e aveva dovuto inserire i dati. 


Una delle novità del 730-2016 è dunque la precompilazione dei bonus che si riferiscono alle spese sostenute nell'anno precedente. D'ora in poi, entro il 28 febbraio (quest'anno il 29, perché il termine è capitato di domenica) le banche e le Poste devono infatti comunicare alle Entrate i dati dei bonifici parlanti emessi dai contribuenti, con gli identificativi del beneficiario e del destinatario della somma.


In verità, quest'anno, le spese del 2015 non verranno indicate propriamente in dichiarazione ma nel foglio informativo allegato, sul quale il contribuente o l'intermediario dovrà intervenire per convalidare o eliminare dati o spese raccolti dall'Agenzia (immaginiamo il caso in cui si siano pagate con bonifico parlante anche spese in tutto o in parte non detraibili).


Restando in tema di agevolazioni per la casa, i dati relativi ai bonifici effettuati nel 2015 per interventi di recupero del patrimonio edilizio, per l'arredo delle abitazioni ristrutturate (bonus mobili) e per interventi finalizzati al risparmio energetico si aggiungono agli altri già presenti completamente “in automatico” dallo scorso anno (730-2015) e relativi agli interessi passivi sui mutui ipotecari. Anche questi dati sono comunicati dalle banche. Ma se gli interessi risultano di ammontare superiore a quello indicato nella dichiarazione precedente, vengono inseriti nel prospetto e non direttamente nella precompilata. In tal caso, sono infatti giudicati incongruenti (gli interessi pagati sui mutui di solito diminuiscono nel corso degli anni) e richiedono una verifica da parte del contribuente. 


A partire dal 15 aprile, la dichiarazione precompilata sarà online a disposizione dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, in un'apposita sezione del sito delle Entrate, e vi si potrà accedere con il Pin (Fisconline) e le credenziali dispositive Inps. Oppure conferendo delega al Caf/professionista abilitato o al sostituto d'imposta (solo se questo ha comunicato entro il 15 gennaio la volontà di prestare assistenza fiscale). Da quest'anno, una volta entrato nell'applicazione, il contribuente sarà guidato dal sistema a scegliere, in base ai propri requisiti, tra modello 730 e Unico precompilato.


La scelta non sarà indifferente. Ad esempio, soltanto il 730 consente (tranne i casi in cui sono previsti controlli preventivi) di ricevere l'eventuale rimborso Irpef in busta paga già dalla prossima estate. O di essere esonerato dai controlli formali su oneri detraibili e deducibili comunicati dalle Entrate, se si accetta la dichiarazione senza modifiche che incidano sul calcolo del reddito complessivo o dell'imposta. Su questo punto, si deve però considerare che anche l'accettazione dei dati contenuti nell'area informativa, come quelli sui citati bonus casa, equivale a modificare la dichiarazione, facendo dunque perdere i vantaggi dell'esonero dai controlli documentali.


Il 730 precompilato dovrà esser inviato alle Entrate entro il 7 luglio. Ma resta inteso che la via della precompilata non è obbligatoria, e anche chi riceve il modello può continuare a preferire la modalità tradizionale. Qualsiasi strada si scelga, la dichiarazione potrà poi esser integrata fino al 30 settembre, con il modello Unico Pf/2016, se la modifica comporta un minor credito o un maggior debito.


Fonte articolo: Casa24.ilsole24ore.com

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