Il nuovo condominio è collaborativo

I vicini di casa possono essere acerrimi nemici ma anche un fidato supporto per la nostra vita quotidiana.


Se l’abitudine all’aiuto reciproco tra dirimpettai era una condizione tipica del passato – ma sembrava sparita soprattutto nei cosiddetti “supercondomini”, in cui a fatica ci si saluta – quello a cui stiamo assistendo oggi è un ritorno all’era del baratto, dello scambio di risorse, competenze e… tempo tra vicini di casa. L’ultima analisi di Immobiliare.it svela alcune interessanti informazioni.

IL 22% DEI CONDOMINI E' COLLABORATIVO

La sharing economy non ha fatto solo breccia nel mondo del lavoro, con lo sviluppo di startup e progetti d’impresa basati sulla condivisione, ma torna ad applicarsi alla vita quotidiana: Immobiliare.it ha chiesto ad un campione di mille individui, distribuiti sul territorio nazionale, residenti in un condominio, se avessero sviluppato almeno un’attività di aiuto reciproco con i vicini: ebbene, ha risposto affermativamente il 22% del campione.


I condomini tornano a farsi collaborativi, con l’obiettivo di risparmiare e, al contempo, migliorare la qualità della vita in casa. Ma in quali contesti si applica questo principio di supporto collettivo? Innanzitutto nelle attività pratiche: il 44% di chi dichiara di vivere in un condominio collaborativo vede messe a disposizione nel suo palazzo competenze professionali, gratuitamente o a prezzo scontato. Dai piccoli lavori di idraulica alle riparazioni del pc, dal cucito ai servizi di estetica. A seguire, con il 36,9%, troviamo lo scambio di oggetti inutilizzati: dai vestiti ai libri, dagli elettrodomestici ai pezzi d’arredamento che non si usano o semplicemente non piacciono più.


Non si parla, però, solo di oggetti: emerge la tendenza al supporto in caso di bisogno, per curare gli animali (indicato dal 23,7% del campione), gestire i bambini (il 16% degli intervistati si alterna con i vicini per accompagnarli a scuola e il 5% condivide la babysitter o bada ai figli del dirimpettaio se questi non può) e aiutare gli anziani (ai quali si fa compagnia o la spesa).


TECNOLOGIA E CONTROLLO CONDIVISI

Anche la tecnologia, nei condomini collaborativi, può essere condivisa: stando alle risposte del sondaggio il 16% dichiara di condividere la password (e la bolletta) dell’ADSL con i vicini e il 5,7% afferma di ridurre i costi per l’accesso ai servizi di TV on demand (come Netflix o Infinity) facendo a metà con chi abita nel palazzo.


Interessante scoprire che molte attività connesse al verde e alla pulizia degli spazi comuni vedono la collaborazione dei condomini: il 6,8% dichiara di curare a turno il giardino condominiale o di annaffiare le piante del vicino quando questo è in vacanza, mentre il 5,7% dichiara di pulire o gestire a turno la spazzatura condominiale. Addirittura, ci sono condomini con un orto collettivo! C’è anche chi ha organizzato un sistema di controllo notturno delle case durante le vacanze, chi ha creato gruppi di acquisto, alimentare e non, e chi organizza attività ludico-ricreative per adulti e bambini.

LA COMUNICAZIONE FRA IL TRADIZIONALE ED IL TECNOLOGICO

Queste iniziative, stando alle risposte al sondaggio, vengono comunicate e divulgate attraverso il passaparola: vi ricorre il 57% di chi è inserito in una rete di supporto condominiale. Ma non solo: il 21,9% ha un gruppo WhatsAppper raggiungere tutti velocemente e il 19,3% utilizza la bacheca nel portone di casa. Solo il 7% usa il portinaio come tramite per queste comunicazioni mentre il 5% ha optato per un gruppo Facebook.

Ecco il dettaglio delle risposte:

Fonte articolo: Immobiliare.it

Cohusing in espansione: gli esempi in Italia e all'estero

Vivere in un appartamento di dimensioni ridotte e condividere gli spazi comuni come zone lavanderia, ampie cucine, sale hobby, giardini e biblioteche.  


È il cohousing, un modello di insediamento abitativo nato negli anni Sessanta nel Nord Europa e poi diffuso in molti Paesi, ultimamente anche in Italia, perché va incontro alle esigenze di economicità e sostenibilità.

 

Il cohousing “porta fuori” dalle abitazioni una serie di ambienti, e di conseguenza di attività, che gli abitanti-cohousers condividono. Basti pensare alla zona lavanderia, agli scaffali con i libri, agli spazi ricavati per dedicarsi ai propri passatempi, che tradizionalmente sono all’interno delle abitazioni italiane. Spostandoli all’esterno e condividendoli si possono realizzare abitazioni più piccole, con un considerevole risparmio in termini di energia e costi di gestione.
Ecco di seguito alcuni esempi.


Urban Village Bovisa - Milano

Il complesso è stato realizzato tra il 2007 e il 2009. È composto da 32 unità abitative disposte a corte intorno ad un giardino comune.Tra i servizi comuni ci sono l’orto, la lavanderia-stireria, la piscina-solarium, l’asilo e il car-sharing.


COhlonia - Pisa

Il progetto ha riqualificato un edificio degli anni Trenta situato sul mare, a sud di Pisa. Dai lavori, terminati nel 2010, sono state ricavate case vacanza e case abitate stabilmente. Può ospitare 60 famiglie ed è dotato di un parco vista mare.


Via del Porto 15 - Bologna

È una delle prime iniziative di cohousing ad iniziativa interamente pubblica. Consiste nel recupero di 18 alloggi, con circa 45 posti letto, all’interno di uno stabile di proprietà dell’ASP – Città di Bologna situato in pieno centro storico. A settembre 2015 sono iniziati i lavori di ristrutturazione ed è stata redatta una Carta dei Valori per la gestione degli spazi comuni. Gli immobili saranno affittati a canone concordato a giovani sotto i 35 anni in base alle fasce di reddito Isee.


Smart Up - Bolzano

È ancora nella fase progettuale e prevede il recupero dell’ex sede Telefoni di Stato, un edificio di proprietà della Provincia, ma abbandonato da circa trent’anni, per realizzare un progetto di cohousing e coworking. Prevista la realizzazione di una ventina di moduli abitativi per i giovani con cucina, sala da pranzo, lavanderia e caffetteria in comune. Al piano terra saranno ricavati i locali e laboratori per progetti di coworking. Per gli alloggi sono previsti affitti a canone calmierato.


Numero Zero - Torino

A Torino cinque famiglie hanno dato vita all'associazione "Coabitare" e acquistato un palazzo dando vita ad un condominio solidale. L'associazione ha attuato un programma per il risparmio energetico ed economico attraverso la condivisione di servizi come car sharing, cucina, sala per le feste,  micronido,  doposcuola,  palestra, officina fai-da-te,  biblioteca, foresteria, dispensa.


COventidue - Milano

Il primo progetto di cohousing gas-free e park-free nel centro di una grande città italiana, che prevede appartamenti di diverso taglio, spazi di co-working e soluzioni all’avanguardia per ospitare a turno gli amici, una sala polifunzionale per fare i compiti o giochi per i bambini, una lavanderia/asciugheria, una foresteria,  un deposito bike, un’area pet e tutto quello che i cohouser desiderano. I lavori di ristrutturazione nel palazzo in stile Liberty che ospiterà “COventidue” inizieranno alla fine dell’estate.


Sofielunds kollektivhus - Malmo (Svezia)

Questo complesso è stato progettato dallo studio Kanzoi e ultimato nel 2014. Ospita un centinaio di cittadini che hanno costituito una società sul modello delle nostre cooperative. I due edifici che compongono il complesso sono sostenibili dal punto divista energetico e ambientale, ma anche sociale perchè tutto è basato sulla cooperazione.


Vauban, Friburgo - (Germania)

Di dimensioni decisamente maggiori è l’esperimento Vauban. Si tratta di un intero quartiere dove vivono 5mila persone. Le attività di condivisione sono gestite dal Forum, un’associazione senza scopo di lucro, che organizza gruppi di lavoro, campagne d'informazione e altre manifestazioni relative allo sviluppo del quartiere.


Berkeley Cohousing - California (USA)

Andando oltreoceano, la California merita un’attenzione particolare. Qui il10% delle nuove costruzioni viene realizzato in cohousing per rispondere a nuove esigenze di economicità e sostenibilità. Si tratta per lo più di aggregati di modeste dimensioni.
Un esempio è la Berkeley Cohousing, una piccola comunità che ospita circa trenta cohousers in cottage o appartamenti doppi. La realizzazione è stata completata nel 1997. Tutte le abitazioni utilizzano l'energia solare e materiali riciclati oltre a condividere gli spazi comuni. 


Fonti articolo: Edilportale.com

Più della metà delle città ha un "profilo verde"

Secondo la rilevazione dell'Istat, nel 2014 il verde urbano rappresenta il 2,7% del territorio dei capoluoghi di provincia (oltre 567 milioni di m2). Il 16,1% della superficie comunale è inclusa in aree naturali protette mentre la superficie agricola utilizzata (Sau 2010) è pari in media al 44,3% della superficie.


Ogni abitante dispone mediamente di 31,1 mq di verde urbano. Le dotazioni più elevate si rilevano tra le città del Nord-est (50,1 mq), più che doppie rispetto a quelle del Centro, del Nord-ovest e delle Isole. La media del Sud (42,5 mq per abitante) risente delle elevate disponibilità dei capoluoghi lucani. Nel 17,2% delle città la dotazione pro capite è pari o superiore ai 50 mq per abitante, mentre nel 16,4% non si raggiunge la soglia, prevista dalla norma, dei 9 mq pro capite.

 

Calcola la superficie di verde della tua città e scopri se è diminuita nel corso degli anni al link de IlSole24Ore. 


PROFILO VERDE URBANO

Più della metà delle città hanno uno specifico "profilo verde", definito da dotazioni superiori alla media delle superfici destinate a verde urbano (18 città), delle aree naturali protette (19 città) o delle superfici destinate a uso agricolo (ulteriori 28 città). Pavia, Lodi, Cremona e Matera si collocano sopra la media per tutte le caratteristiche considerate.


ORTI URBANI

Gli orti urbani, sono in continua crescita nelle città, attivati in 64 amministrazioni nel 2014 (+4,9% rispetto all'anno antecedente).


VERDE STORICO

Le aree del verde storico e dei parchi ville e giardini di non comune bellezza – che distinguono i paesaggi urbani nazionali – rappresentano in media circa un quarto del verde urbano, le aree boschive oltre il 20%, quelle a verde attrezzato il 14%, i grandi parchi urbani e le aree di arredo entrambe circa il 10%. Gli alberi monumentali (una delle componenti del verde tutelata dal Codice dei beni culturali) sono presenti in 67 città capoluogo.


PIANTUMAZIONE ALBERI

Sono 55 i comuni che alla fine del 2014 hanno classificato gli alberi piantati in area di proprietà pubblica. 30 comuni hanno messo a dimora nuovi alberi, 15 hanno reso pubblico un bilancio arboreo e 29 hanno avviato iniziative locali per lo sviluppo di spazi verdi urbani.
Nel secondo anno dall'istituzione, 55 comuni hanno attuato iniziative in occasione della Giornata nazionale degli alberi.


CENSIMENTO DEL VERDE

Lo strumento di gestione del verde urbano più utilizzato dalle amministrazioni è il censimento del verde (lo realizzano circa 3 città su quattro). In 25 capoluoghi viene svolto un monitoraggio finalizzato alla messa in sicurezza delle alberature.


Fonte articolo: Casaeclima.com

Task Force contro l'inquinamento: tutte le misure



Riduzione di 2 gradi delle temperature massime di riscaldamento negli edifici pubblici e privati, limitazione dell’utilizzo della biomassa per uso civile dove siano presenti sistemi alternativi di riscaldamento, abbassamento di 20 km orari dei limiti di velocità delle auto nelle aree urbane e bus gratis.


Sono le misure urgenti decise da Ministero dell’Ambiente, Regioni e Comuni per far fronte all’emergenza smog e messe nero su bianco nel Protocollo d’Intesa firmato nei giorni scorsi.

 

 

Per le iniziative dei Comuni sul trasporto pubblico locale e la mobilità condivisa, il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha annunciato l’immediata disponibilità di un fondo da 12 milioni di euro.


La strategia di medio periodo.
Sarà istituito il “Comitato di Coordinamento Ambientale”, una task force tra i Sindaci delle città metropolitane e i Presidenti di Regione, presieduta dal Ministro dell'Ambiente, che definirà le misure vincolanti per: 

- il controllo e la riduzione delle emissioni degli impianti di riscaldamento delle grandi utenze;
- il passaggio a un trasporto pubblico a basse emissioni, rinnovando il parco mezzi;
- la realizzazione di una rete di ricarica elettrica efficiente;
- il miglioramento delle infrastrutture del trasporto pubblico locale e il sostegno finanziario per l’utenza del trasporto pubblico;
- incentivi al verde pubblico;
- interventi di efficientamento energetico degli impianti sportivi pubblici e di altri edifici statali;
- riduzione delle somministrazioni di fertilizzanti azotati in agricoltura;
- studio di nuovi possibili incentivi per la rottamazione delle auto inquinanti.


Per i prossimi tre anni è prevista una serie di azioni sul territorio metropolitano, con una dotazione di risorse già programmate e disponibili pari a 405 milioni di euro. Si tratta di:
 
- 35 milioni di euro per la mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro (piedibus, car-pooling, car-sharing, bike-pooling e bikesharing) stanziati dal Collegato Ambientale;
- 50 milioni di euro per la realizzazione delle reti di ricarica elettrica degli autoveicoli, a valere sul Fondo Kyoto;
- 250 milioni di euro per l’efficienza energetica in scuole, strutture sportive e condomini, a valere sul Fondo Kyoto (già assegnati 110 milioni dei 350 totali);
- 70 milioni di euro per la riqualificazione degli edifici delle pubbliche amministrazioni centrali.


Il commento dell’ANCI.
“Non è la prima volta che ci troviamo di fronte alla necessità di adottare provvedimenti di emergenza per ridurre l’emissione di polveri sottili e Co2. È la prima volta però che su questi temi si mette in campo una regia nazionale. Si tratta di un importante salto di qualità, grazie al quale nascono oggi delle linee guida che faciliteranno l’adozione di misure omogenee su tutto il territorio e in tutti i Comuni, aumentando l’efficacia dei provvedimenti emergenziali, ma anche di quelli strutturali”. Così il presidente dell’ANCI, Piero Fassino, commenta la firma del protocollo d’intesa.


“Il Protocollo - ha aggiunto Dario Nardella, sindaco di Firenze e coordinatore delle Città metropolitane ANCI - rappresenta un primo passo concreto, operativo e utile. È necessario però porre maggiormente l’accento sugli interventi necessari per le Città metropolitane, all’interno delle quali risiede purtroppo l’80% del problema delle emissioni nocive”.


E se i provvedimenti devono riguardare non solo la circolazione delle vetture, ma anche i sistemi di riscaldamento degli edifici, Nardella propone di “stabilire termini perentori per la metanizzazione delle caldaie e dei sistemi di riscaldamento pubblici e di collegare gli incentivi per la sostituzione delle vecchie caldaie alle performance di rendimento, da verificare tramite controlli più intensi”.


Fonte articolo: Edilportale.com

Al SAIE "una nuova idea dell’abitare"

Rigenerazione urbana, riqualificazione energetica, una nuova cultura dell’abitare agganciata alla sostenibilità. La 51esima edizione del Saie, il salone dell’edilizia italiana (nei padiglioni di BolognaFiere dal 14 ottobre fino al 17 ) archivia le vecchie formule e segna il debutto di Saie Smart House sulla scena delle tecnologie all’avanguardia, di una nuova idea di città e di casa, dell’evoluzione degli scenari normativi che fanno delle ristrutturazioni e delle riqualificazioni il trampolino di lancio di una stagione di ripresa.


La manifestazione, nella nuova versione, riconferma non solo la propria caratura internazionale (sono attesi oltre 80 buyers stranieri provenienti da 12 Paesi) ma anche il ruolo di piattaforma nazionale di confronto sulle politiche di settore, con 1.038 espositori e il coinvolgimento di 22 tra università e centri di ricerca, in un’area di 85mila metri quadrati. 

Con la molla degli incentivi fiscali gli interventi di riqualificazione e ristrutturazione del patrimonio residenziale (oltre il 55% delle abitazioni è stato costruito prima degli anni Settanta) stanno funzionando. Quest'anno rappresenteranno il 37% del valore degli investimenti in costruzioni, riaffermandosi come l’unico comparto che mantiene una tenuta dei livelli produttivi. Risultati che non saranno comunque sufficienti a risollevare un settore che dal 2008 ha perso 69 miliardi di investimenti (dati dell’Osservatorio Ance).


"È apprezzabile la posizione del Governo sull’Imu ma la tassazione sulla casa – dice Antonio Gennari, vice direttore generale dell’Associazione nazionale dei costruttori – tra il 2008 e il 2013 è cresciuta del 111%, a fronte di una media Ue del 23. E c’è uno squilibrio dell’imposizione fiscale tra l’acquisto di una casa vecchia e di una casa nuova, a svantaggio dei costruttori, per i quali sarebbe opportuno un credito di imposta. Mantenere gli ecobonus è un buon incentivo ma occorre modificare l’intensità dell’agevolazione in rapporto all’effetto in termini di efficienza energetica".


Proposte alle quali i costruttori aggiungono la richiesta di una revisione delle regole urbanistiche, con l’abbattimento degli oneri di urbanizzazione, in caso di opere di demolizione e ricostruzione. Interventi che, aggiunge Gennari, "potrebbero riqualificare ampie aree di periferia, soprattutto nelle grandi città, caratterizzate da edifici strutturalmente obsoleti, senza nuovo consumo di territorio". 


Il nuovo format “sdoppia” un salone che ha superato il mezzo secolo di vita. A Saie Smart House, dedicato alla costruzione e riqualificazione di edifici e città intelligenti (a partire da quest’anno si svolgerà in tutti gli anni dispari), si affianca Saie Building & Construction (che sarà realizzato negli anni pari e che apre anche alla costruzione e ingegneria del territorio e delle infrastrutture). Ed è soprattutto il primo a raccogliere la sfida della nuova idea di città, la smart city che cresce di pari passo con l’innovazione e la sostenibilità ambientale. 
L’impianto generale della manifestazione assegna rilievo agli incontri tra i professionisti e le imprese (tra seminari, workshop e convegni ne sono previsti oltre 400) e all’internazionalizzazione del sistema delle costruzioni, grazie alle delegazioni attese da Marocco, Turchia, Iran, Golfo Persico, Vietnam, Azerbaijan ed Egitto per gli appuntamenti b2b.


Tra i forum, quello di apertura - “Una nuova idea dell’abitare” – con Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere della Pontificia accademia delle Scienze Sociali, Norbert Lantschner, coordinatore scientifico di Saie Smart House, l’architetto Mario Cucinella e il meteorologo Luca Mercalli. "Gli obiettivi europei del 20-20-20 e quelli successivi già programmati per il 2030 e 2050 – spiega Cucinella – impongono una visione strategica della città e del territorio. Quella delle aree metropolitane è una grande opportunità per ripensare proprio al futuro delle città in funzione di questi obiettivi. Senza una grande visione non ci saranno politiche efficaci".


Il salone si innesta su un mercato immobiliare che da segnali di ripresa, come rileva uno studio di Nomisma: quest’anno la percentuale delle famiglie che manifesta l’intenzione di mettere in cantiere l’acquisto di una casa nel breve o medio periodo è salita al 74,6%, contro il 64,8% di due anni fa. E l’erogazione di mutui, dopo il crollo del biennio 2012-2013, ha ricominciato a crescere nel primo trimestre dell’anno (oltre 24.100, con la previsione di quasi 38mila mutui nel 2016). Quanto al numero di compravendite residenziali, dovrebbe ricominciare a crescere arrivando a sfiorare quota 500mila. 


Continua invece la stagnazione del mercato delle nuove costruzioni: l’anno scorso sono state rilasciate poco più di 47mila concessioni (due anni fa furono oltre 278mila). Viceversa sono in forte crescita le richieste di detrazioni fiscali per ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche.


Fonte articolo: http://www.casa24.ilsole24ore.com/art/mercato-immobiliare/2015-10-13/saie-bologna-via-rigenerazione-energetica-traina-l-edilizia-162939.php?uuid=ACCtm0AB

 

 

Gli incentivi ristrutturazione fanno bene all'immobiliare


Rigenerazione urbana, riqualificazione energetica, una nuova cultura dell’abitare agganciata alla sostenibilità. La 51esima edizione del Saie, il salone dell’edilizia italiana (nei padiglioni di BolognaFiere dal 14 al 17 ottobre) archivia le vecchie formule e segna il debutto di Saie Smart House sulla scena delle tecnologie all’avanguardia, di una nuova idea di città e di casa, dell’evoluzione degli scenari normativi che fanno delle ristrutturazioni e delle riqualificazioni il trampolino di lancio di una stagione di ripresa.

La manifestazione, nella nuova versione, riconferma non solo la propria caratura internazionale (sono attesi oltre 80 buyers stranieri provenienti da 12 Paesi) ma anche il ruolo di piattaforma nazionale di confronto sulle politiche di settore, con 1.038 espositori e il coinvolgimento di 22 tra università e centri di ricerca, in un’area di 85mila metri quadrati.


Con la molla degli incentivi fiscali gli interventi di riqualificazione e ristrutturazione del patrimonio residenziale (oltre il 55% delle abitazioni è stato costruito prima degli anni Settanta) stanno funzionando. Quest'anno rappresenteranno il 37% del valore degli investimenti in costruzioni, riaffermandosi come l’unico comparto che mantiene una tenuta dei livelli produttivi. Risultati che non saranno comunque sufficienti a risollevare un settore che dal 2008 ha perso 69 miliardi di investimenti (dati dell’Osservatorio Ance). 


"È apprezzabile la posizione del Governo sull’Imu ma la tassazione sulla casa – dice Antonio Gennari, vice direttore generale dell’Associazione nazionale dei costruttori – tra il 2008 e il 2013 è cresciuta del 111%, a fronte di una media Ue del 23. E c’è uno squilibrio dell’imposizione fiscale tra l’acquisto di una casa vecchia e di una casa nuova, a svantaggio dei costruttori, per i quali sarebbe opportuno un credito di imposta. Mantenere gli ecobonus è un buon incentivo ma occorre modificare l’intensità dell’agevolazione in rapporto all’effetto in termini di efficienza energetica". Proposte alle quali i costruttori aggiungono la richiesta di una revisione delle regole urbanistiche, con l’abbattimento degli oneri di urbanizzazione, in caso di opere di demolizione e ricostruzione. Interventi che, aggiunge Gennari, "potrebbero riqualificare ampie aree di periferia, soprattutto nelle grandi città, caratterizzate da edifici strutturalmente obsoleti, senza nuovo consumo di territorio".


Il nuovo format “sdoppia” un salone che ha superato il mezzo secolo di vita. A Saie Smart House, dedicato alla costruzione e riqualificazione di edifici e città intelligenti (a partire da quest’anno si svolgerà in tutti gli anni dispari), si affianca Saie Building & Construction (che sarà realizzato negli anni pari e che apre anche alla costruzione e ingegneria del territorio e delle infrastrutture). Ed è soprattutto il primo a raccogliere la sfida della nuova idea di città, la smart city che cresce di pari passo con l’innovazione e la sostenibilità ambientale.
L’impianto generale della manifestazione assegna rilievo agli incontri tra i professionisti e le imprese (tra seminari, workshop e convegni ne sono previsti oltre 400) e all’internazionalizzazione del sistema delle costruzioni, grazie alle delegazioni attese da Marocco, Turchia, Iran, Golfo Persico, Vietnam, Azerbaijan ed Egitto per gli appuntamenti b2b. 


Il salone si innesta su un mercato immobiliare che dà segnali di ripresa, come rileva uno studio di Nomisma: quest’anno la percentuale delle famiglie che manifesta l’intenzione di mettere in cantiere l’acquisto di una casa nel breve o medio periodo è salita al 74,6%, contro il 64,8% di due anni fa. E l’erogazione di mutui, dopo il crollo del biennio 2012-2013, ha ricominciato a crescere nel primo trimestre dell’anno (oltre 24.100, con la previsione di quasi 38mila mutui nel 2016). Quanto al numero di compravendite residenziali, dovrebbe ricominciare a crescere arrivando a sfiorare quota 500mila.
Continua invece la stagnazione del mercato delle nuove costruzioni: l’anno scorso sono state rilasciate poco più di 47mila concessioni (due anni fa furono oltre 278mila). Viceversa sono in forte crescita le richieste di detrazioni fiscali per ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche.


L'Unione europea nel suo piano per l’energia con scadenza al 2050 ha indicato una serie di priorità da seguire per ridurre i consumi (e quindi l’inquinamento, oltre che la dipendenza dalle forniture estere) e aumentare la sicurezza delle cose e delle persone. Per centrare l’obiettivo l’Italia dovrebbe ristrutturare 1.500 abitazioni al giorno, un numero che appare particolarmente ambizioso dopo anni di recessione e a fronte di uno scenario di ripresa economica piuttosto debole, anche se è reso meno utopico dalle condizioni di accesso ai finanziamenti, molto più convenienti rispetto al passato. 


Secondo un’indagine Nomisma, la riqualificazione energetica e il riuso urbano offrono uno spazio di investimenti pari a 13,6 miliardi di euro.Nel residenziale infatti, ipotizzando interventi di natura sia globale che parziale su diverse tipologie di edificio, si è stimato un risparmio potenziale complessivo al 2020 di circa 49.000 GWh/anno di energia finale, equivalenti a 3,71 Mtep/anno. 


La componente di domanda legata alle ristrutturazioni e all’efficientamento energetico ha fatto da cuscinetto al pesante ridimensionamento del settore immobiliare dopo il 2008
, tanto che, rispetto all’intero valore cumulato della produzione del settore delle costruzioni nel 2013, circa il 67% è riconducibile ad interventi di manutenzione sul patrimonio esistente. Anche per quanto riguarda gli investimenti in costruzioni, circa un terzo del totale degli investimenti nel corso del 2014 è riconducibile a interventi di manutenzione straordinaria, unici a crescere di volume tra 2008 e 2014.


Fonti articolo: Il Sole24Ore, vetrina, web;

http://www.idealista.it/news/finanza-personale/investimenti/2015/10/13/117927-edilizia-green-e-sostenibile-possibili-investimenti-per-13-6-miliardi-di

Social Housing: casa efficiente e a basso costo

Case belle, efficienti, “vivibili” e a basso costo? Grazie alla collaborazione tra pubblico e privato non sono più una chimera. Sul territorio diversi progetti stanno diventando realtà, come dimostrano gli esempi illustrati in questa pagina. Le diverse formule proposte di affitti low cost rappresentano la via italiana al social housing, un tipo di edilizia che sembra finalmente decollare, dopo anni di incertezze, anche nel nostro Paese.

L'idea di fondo è semplice: grazie a concessioni e finanziamenti pubblici, i privati sviluppano complessi residenziali da dedicare, almeno in parte, alle fasce più deboli della popolazione. 

Il mix nell’offerta prevede quasi sempre diverse formule: affitto calmierato, vendite a prezzi convenzionati, riscatto della proprietà nel lungo periodo. Il risultato sono abitazioni “sociali” (quindi più accessibili) di cui gli italiani hanno sempre più bisogno, in tempi di crisi: più calano i redditi, più crescono le disuguaglianze, e maggiore è il fabbisogno di abitazioni da assegnare a canone “sociale”.

La soglia di sostenibilità di una locazione si aggira intorno al 25% del reddito dichiarato da una famiglia. A dirlo è una ricerca realizzata da Caire, cooperativa architetti e ingegneri, insieme alla Camera di Commercio, al Comune e all’Acer (azienda per il diritto alla casa) di Reggio Emilia. L'indagine fotografa il progressivo impoverimento del territorio (nel Modenese metà delle famiglie ha registrato redditi in calo oltre il 10%) e definisce, per le diverse fasce di reddito, il tetto di sostenibilità dei canoni d’affitto: rispetto all’offerta attuale le maggiori criticità emergono sotto gli 11mila euro. Queste famiglie spesso sul mercato non trovano una risposta adeguata. Ecco perché le politiche di social housing devono rivolgersi soprattutto a questo target, promuovendo la costruzione di alloggi a basso costo sul territorio.

In questa direzione si muovono le scelte di Cdp Investimenti Sgr, impegnata ormai da diversi anni con il «fondo dei fondi» Fia (Fondi investimenti per l'abitare, attivo a livello nazionale dal 2010). Finora sono stati approvati progetti che impegnano tre quarti dei 2 miliardi messi a disposizione del fondo ed entro il 2015 verrà completata l’approvazione degli accordi. Tra gli ultimi, ad esempio, lo scorso febbraio Cdp ha siglato con il Comune di Reggio Emilia e Acer un impegno da 10 milioni di euro per realizzare 100 alloggi sociali da locare a canoni calmierati e vendere a prezzi convenzionati alle famiglie in difficoltà. Finora Cdp Investimenti Sgr ha deliberato investimenti per 1.515 milioni di euro, attraverso 27 fondi immobiliari locali gestiti sul territorio da 11 Sgr. In tutto sono previsti oltre 220 progetti. L’obiettivo è realizzare 14.081 alloggi sociali e 6.783 posti letto in residenze temporanee.

In questa fase diventa sempre più importante accompagnare le operazioni, dopo la prima iniezione di liquidità, e definire un mix nell’offerta finale capace di rispondere davvero al fabbisogno del territorio. L’analisi di posizionamento dell’operazione rispetto alla domanda locale, insieme alla qualità abitativa, sono le principali chiavi di successo del social housing. Rispetto alle prime operazioni, infatti, oggi il Fia preferisce focalizzarsi sull’affitto a lungo termine o con riscatto, riducendo al minimo la quota di appartamenti messi in vendita, incrementando il sostegno ai progetti esistenti e ai fondi immobiliari locali più virtuosi, senza disperdere le risorse.

Ci vorranno anni, però, per iniziare a vedere i primi risultati. Basta pensare, ad esempio, che ce ne sono voluti circa otto per arrivare a inaugurare Cascina Merlata (nel 2007 l'acquisto delle aree da parte di EuroMilano): il villaggio da 397 alloggi, che oggi ospita 1.334 delegati da tutto il mondo per Expo 2015, al termine della manifestazione (a ottobre) sarà convertito in residenze “sociali”. 

Fonte articolo: quotidiano.ilsole24ore.com/vetrina/edicola24web

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