Task Force contro l'inquinamento: tutte le misure



Riduzione di 2 gradi delle temperature massime di riscaldamento negli edifici pubblici e privati, limitazione dell’utilizzo della biomassa per uso civile dove siano presenti sistemi alternativi di riscaldamento, abbassamento di 20 km orari dei limiti di velocità delle auto nelle aree urbane e bus gratis.


Sono le misure urgenti decise da Ministero dell’Ambiente, Regioni e Comuni per far fronte all’emergenza smog e messe nero su bianco nel Protocollo d’Intesa firmato nei giorni scorsi.

 

 

Per le iniziative dei Comuni sul trasporto pubblico locale e la mobilità condivisa, il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha annunciato l’immediata disponibilità di un fondo da 12 milioni di euro.


La strategia di medio periodo.
Sarà istituito il “Comitato di Coordinamento Ambientale”, una task force tra i Sindaci delle città metropolitane e i Presidenti di Regione, presieduta dal Ministro dell'Ambiente, che definirà le misure vincolanti per: 

- il controllo e la riduzione delle emissioni degli impianti di riscaldamento delle grandi utenze;
- il passaggio a un trasporto pubblico a basse emissioni, rinnovando il parco mezzi;
- la realizzazione di una rete di ricarica elettrica efficiente;
- il miglioramento delle infrastrutture del trasporto pubblico locale e il sostegno finanziario per l’utenza del trasporto pubblico;
- incentivi al verde pubblico;
- interventi di efficientamento energetico degli impianti sportivi pubblici e di altri edifici statali;
- riduzione delle somministrazioni di fertilizzanti azotati in agricoltura;
- studio di nuovi possibili incentivi per la rottamazione delle auto inquinanti.


Per i prossimi tre anni è prevista una serie di azioni sul territorio metropolitano, con una dotazione di risorse già programmate e disponibili pari a 405 milioni di euro. Si tratta di:
 
- 35 milioni di euro per la mobilità sostenibile casa-scuola e casa-lavoro (piedibus, car-pooling, car-sharing, bike-pooling e bikesharing) stanziati dal Collegato Ambientale;
- 50 milioni di euro per la realizzazione delle reti di ricarica elettrica degli autoveicoli, a valere sul Fondo Kyoto;
- 250 milioni di euro per l’efficienza energetica in scuole, strutture sportive e condomini, a valere sul Fondo Kyoto (già assegnati 110 milioni dei 350 totali);
- 70 milioni di euro per la riqualificazione degli edifici delle pubbliche amministrazioni centrali.


Il commento dell’ANCI.
“Non è la prima volta che ci troviamo di fronte alla necessità di adottare provvedimenti di emergenza per ridurre l’emissione di polveri sottili e Co2. È la prima volta però che su questi temi si mette in campo una regia nazionale. Si tratta di un importante salto di qualità, grazie al quale nascono oggi delle linee guida che faciliteranno l’adozione di misure omogenee su tutto il territorio e in tutti i Comuni, aumentando l’efficacia dei provvedimenti emergenziali, ma anche di quelli strutturali”. Così il presidente dell’ANCI, Piero Fassino, commenta la firma del protocollo d’intesa.


“Il Protocollo - ha aggiunto Dario Nardella, sindaco di Firenze e coordinatore delle Città metropolitane ANCI - rappresenta un primo passo concreto, operativo e utile. È necessario però porre maggiormente l’accento sugli interventi necessari per le Città metropolitane, all’interno delle quali risiede purtroppo l’80% del problema delle emissioni nocive”.


E se i provvedimenti devono riguardare non solo la circolazione delle vetture, ma anche i sistemi di riscaldamento degli edifici, Nardella propone di “stabilire termini perentori per la metanizzazione delle caldaie e dei sistemi di riscaldamento pubblici e di collegare gli incentivi per la sostituzione delle vecchie caldaie alle performance di rendimento, da verificare tramite controlli più intensi”.


Fonte articolo: Edilportale.com

Consumo di suolo e riqualificazione urbana: che fare?


Il riscaldamento globale avrà effetti sulle nostre città anche per come sono pianificate e costruite. Attualmente la superficie urbanizzata procapite è di circa 350 metri quadrati per abitante, praticamente un deserto di cemento che annulla ogni capacità di adattamento e di resilienza dei sistemi naturali e trasforma gli insediamenti urbani in aree a maggior rischio. 


Le città ‘impermeabili’ amplificano i fenomeni legati ai cambiamenti climatici, come gli incrementi delle temperature massime, la concentrazione delle piogge a fronte di lunghi periodi di siccità, innalzamento del livello del mare.

 

Alla vigilia della Giornata mondiale del Suolo, celebratasi il 5 dicembre, il WWF ha proposto di dotare al più presto il Paese di norme e regole efficaci che interrompano il consumo del suolo consentendo ai Comuni di compiere scelte urbanistiche che individuino aree verdi e libere dedicate all’adattamento climatico e consentire la mitigazione/riduzione degli impatti e la resilienza dei sistemi naturali, mettendo in grado le nostre aree urbane di far fronte adeguatamente ai fenomeni estremi che le flagellano.
Il tema si collega a quanto dovrebbe scaturire dal Vertice sul clima in corso a Parigi e soprattutto all’incontro con i 1.000 sindaci delle maggiori città del mondo che hanno chiesto un Accordo vincolante ai negoziati in corso. 


Anche in Italia si cominciano a compiere i primi passi positivi. Basti pensare alla proposta di nuovo Regolamento edilizio del Comune di Milano che indica la riqualificazione sociale e funzionale delle aree ai fini anche della difesa dell’incolumità pubblica quale valore di interesse pubblico da tutelare o al Programma per la riqualificazione diffusa del territorio urbano strutturato del Comune di Bologna che ha come primo obiettivo  quello di incentivare il recupero e la riqualificazione urbanistica finalizzati ad un minore consumo di suolo, alla riduzione della impermeabilizzazione, al risparmio energetico e alla sicurezza degli edifici esistenti, favorendo la formazione di un ambiente urbano a elevate prestazioni.


La parola d’ordine che lancia il WWF nei giorni di Parigi è “consapevolezza” degli amministratori, dei tecnici e dei cittadini che sia necessario affrontare caso per caso, in ogni nostra realtà urbana,  valutando nei Piani e Programmi  urbanistici il problema della capacità di resilienza dei nostri sistemi naturali, tutelandone l’integrità, progettando e rigenerando spazi liberi, verdi non impermeabilizzati, avendo come riferimento seri studi sulla magnitudine degli impatti climatici prevedibili nelle diverse realtà urbane.


Se la conversione urbana e il consumo del suolo continua ai ritmi che abbiamo seguito per 50 anni in Italia, rischiamo che (con un trend di crescita della popolazione vicino a quello registrato dal 2001 al 2011) con quasi 3 milioni di abitanti in più nel prossimo decennio si abbiano altri 1000 kmq di territorio urbanizzato aggiuntivo corrispondente alla sparizione dell’intero Agro Pontino. Questi i dati forniti dal WWF sulla base della ricerca “Terra rubata” (a cui l’associazione partecipa) coordinata da Bernardino Romano (Università dell’Aquila) e da Francesco Zullo.


Lo studio sul suolo.
Il WWF dunque propone di bloccare questo modello ipertrofico di consumo del suolo (in soli 50 anni, dal 1950 al 2000,  si è passati in Italia dal 2% ad oltre il 7% di densità di urbanizzazione, cioè tre volte di più nonostante un incremento della popolazione che è stato di solo il 20%) e di adottare l’approccio all’adattamento climatico indicato sin dal 2007 dallo IPCC (Commissione intergovernativa sui cambiamenti climatici) che indica la strada maestra della “modifica dei sistemi naturali o umani in risposta a stimoli climatici in atto o attesi o ai loro effetti, che riduce i danni o sfrutta le opportunità più vantaggiosi”, alla base anche della Strategia Nazionale sull’Adattamento Climatico, approvata il 30 ottobre 2014 ma non ancora divenuta operativa. Questa è un’opportunità che non abbiamo ancora saputo sfruttare, come emerge dalla ricerca “Terra rubata” (che ha compiuto analisi originali approfondite sulle carte IGM e le mappature regionali) consentendo che la grigia epidemia dell’asfalto e del cemento si diffondesse ad una velocità media di 82 ettari al giorno (10 mq al secondo) colpendo in particolare le nostre coste e le nostre pianure.


Dalla ricerca “Terra rubata” emerge anche che le nostre coste (peninsulare, Sicilia e Sardegna)  sono state cementificate ad un ritmo di circa 10 km/anno, facendo registrare un dato sostanzialmente e singolarmente omogeno per la costa adriatica, tirrenica e per ambedue le coste delle isole maggiori. La sola Pianura Padana ha contribuito per oltre un terzo (30 ha/g) al fenomeno nazionale (82 ha/g) pur occupando un sesto del territorio italiano. Anche i parchi, le zone tutelate per eccellenza dove più alto è il grado di naturalità,  sono sotto assedio in Italia: si calcola, valutando cosa è successo in un buffer di immediata adiacenza largo 1 km, che il territorio attualmente urbanizzato sia al 10% (quasi 5 volte in più degli anni '50), cioè più della media nazionale (7%).


Dalla ricerca emerge inoltre che il modello insediativo in Italia rispetto all’Europa occidentale è molto più dispersivo e funzionalmente disorganico (definito “sprinkling” a fronte dello standard internazionale “sprawl”). Per questi motivi il WWF chiede un salto di qualità nella cultura amministrativa e urbanistica del nostro Paese, ritenendo che per ridurre gli impatti climatici sugli insediamenti urbani (il WWF ricorda che la letteratura ne individua ben 13) non siano più sufficienti gli interventi, seppur virtuosi, di riuso e rigenerazione urbana basati su infilling (collocazione dei siti dismessi di funzioni sostitutive economicamente vantaggiose) o di densificazione (utilizzando i singoli spazi interstiziali inutilizzati o dismessi) ma sia necessario dare negli strumenti di pianificazione spazio e respiro ai sistemi naturali, ampliando la dotazione di verde ed orti urbani (green and blue infrastructure), promuovendo la diffusione di tetti verdi e di greening delle superfici artificializzate.  


E’ dalla pianificazione che bisogna partire per contrastare il cambiamento climatico e prevenire il rischio idrogeologico, lo hanno dimostrato le più grandi metropoli del mondo: è dal 2013 che Londra ha sviluppato il progetto Green Grid per far fronte al rischio inondazione e nel contempo garantire le connessioni delle reti ecologiche, mentre New York si è dotato di un Green Infrastructure Plan.


Fonte articolo: http://www.guidaedilizia.it/Articoli.asp?ID=11528&Click=y

Riqualificare per valorizzare il real estate italiano

La filiera integrata del real estate oggi rappresenta il 20% del Pil italiano e circa due milioni di posti di lavoro, ma ha un enorme potenziale di crescita.


Il lavoro da fare è tanto. Pensiamo, a esempio, al consumo di suolo, passato dal 2,9% degli anni 50 al 7,3% del 2012, che oggi richiede razionalità e salvaguardia ambientale; pensiamo al degrado fisico e sociale delle aree urbane storiche e periferiche: 2,6 milioni di edifici in mediocre o pessimo stato di conservazione (ricerca Cresme); per finire consideriamo il patrimonio costruito prima del 1971 – cioè 7,2 milioni di edifici – che non risponde a criteri antisismici. 


Per comprendere il valore di tali azioni da compiere, si consideri che nel 2014 gli investimenti nelle costruzioni sono arrivati a 170 miliardi e che lo sviluppo nel campo dei servizi in genere coinvolge il maggior numero di occupati, pari al 64% degli occupati totali, di cui oltre 12 milioni nel solo settore privato. 
In altre parole, riqualificazione urbana e gestione dei servizi rappresentano un giro d’affari colossale che, se ben indirizzato e coordinato, può largamente superare ogni aspettativa economica e proiezione di crescita.


Parliamo anche di un settore tra i più penalizzati dalla crisi economica, e che non ha margini di recupero se non interviene una strategia politica di lungo respiro che ridia vigore al mercato reale. Il comparto immobiliare oggi è a una sorta di anno zero, ancora alle prese con una crisi lunga e grave (da cui solo alcune aree del Paese cominciano a emergere), in un contesto in cui la carenza di risorse pubbliche si aggiunge alla paralisi amministrativa e all’ostinazione del popolo dei "No".


"Insomma, l’economia italiana ha una grande risorsa inutilizzata, o mal interpretata, e che invece può essere, con nuove regole e nuovi modelli gestionali, il più straordinario volano di sviluppo per tutto il Paese", dice Alfredo Romeo, Presidente di Osservatorio Risorsa Patrimonio-Italia (promosso da Romeo gestioni, Nomisma e Cresme consulting). Questa risorsa, precisa Romeo, è "il territorio nel suo complesso che, con poche iniziative destinate alla valorizzazione, può essere il motore di una ripresa generale sopratutto se si ferma quella distorsione del mercato provocata dai fondi immobiliari che fanno gli amministratori di condominio invece di valorizzare i beni gestiti". 


Con quali risorse intervenire in tempi di drastici tagli alla spesa? Ci sono modelli tecnici e amministrativi che possono esse adottati. E in più ci sono norme attuative che prefigurano in modo concreto le opportunità di intervento coinvolgendo, oltre alle Amministrazioni, anche cittadini e imprese. Una formula che offre promettenti orizzonti di investimento e di ritorno economico è l’articolo 24 del Decreto “Sblocca Italia” (Dl 133/2014) che promuove un modello bottom-up. "Questa norma – insiste Romeo – può rappresentare il detonatore capace di far esplodere il vero cambiamento sul tema delle valorizzazioni, perchè concilia tre elementi cruciali: la responsabilità sull’attuazione del progetto della pubblica amministrazione, la condivisione e la partecipazione dei cittadini e sopratutto l’interesse dei privati a investire". 


Conclusioni, sintesi e riflessioni, su tutto questo corpus di studio sono al centro del seminario in corso di organizzazione dal titolo "Gestire le città – La risorsa Territorio per un New Deal italiano". L’incontro, che si tiene oggi a Roma (Auditorium Ara Pacis) e che viene moderato dal direttore del Sole 24 Ore, Roberto Napoletano, presenta un programma articolato.
All’introduzione di Alfredo Romeo, il quale si intrattiene sul tema "Cultura e qualità dei servizi: il New Deal necessario", segue la relazione di base, curata da Roberto Mostacci, del Comitato Scientifico Orp-Italia.


In una seconda fase del seminario si succedono altri autorevoli interventi: Luigi Nicolais, Presidente del Cnr si occupa di "Territori della ricerca"; Roberto Reggi, dg dell’Agenzia del Demanio interviene su "La ricchezza delle valorizzazioni – I modelli innovativi"; Paolo Crisafi, dg di Assoimmobiliare parla di "Oltre l’immobiliare: nuove proposte contro la crisi del mercato"; Veronica Nicotra, segretario generale dell’Anci parla della "Sfida del cambiamento nella Pa e negli Enti Locali". A Dario Nardella, sindaco di Firenze, va il compito di raccontare un’esperienza diretta di "Partecipazione dei cittadini nella gestione della città". Infine, Raffaele Cantone, Presidente di Anac (Autorità nazionale anticorruzione) si occupa di "Rispetto delle regole o regole da cambiare? Il diritto come motore o freno dell’Economia" ed Ermete Realacci, "residente della Commissione Ambiente e Territorio della Camera, chiude su "Qualità delle città, qualità della vita". 


Fonte articolo: Il Sole24Ore, vetrina web.

Dopo oltre 4 anni l'edilizia torna a crescere


Dopo 54 mesi di crisi ininterrotta, il settore delle costruzioni registra un’inversione di tendenza: sono tornati i segni positivi per la produzione che, a settembre 2015, mostra una crescita dello 0,4%, e per l’occupazione che al secondo trimestre 2015 fa rilevare un aumento del 2,3%, pari a 34.000 occupati in più nell’ultimo anno.


I dati arrivano da una rilevazione di Confartigianato, che coglie i primi tenui segnali di "risveglio" del settore delle costruzioni.

 

 

L’occupazione torna a crescere.
La crescita dell’occupazione arriva dopo quasi 5 anni di gravi difficoltà - spiega Confartigianato - che hanno provocato la perdita di 378.000 addetti. Gli aumenti più marcati di occupati, pari al +3% nell’ultimo anno, si registrano nelle regioni del Nord e nel Mezzogiorno. 
Rimane critica, invece, la situazione del mercato del lavoro nel Centro, dove l’occupazione in edilizia fa segnare una contrazione di un ulteriore 0,3%.


Crescono i settori dei prodotti per l’edilizia.
Segnale positivo arriva anche dalla filiera manifatturiera di 20 settori che forniscono prodotti per l’edilizia dove la produzione a settembre cresce del 4,6%, anche se persiste un calo del 3,2% nel totale dei primi 9 mesi del 2015.


Diminuisce la spesa in opere pubbliche.
Ma insieme a queste indicazioni, Confartigianato mette in evidenza una forte diminuzione della spesa in opere pubbliche (fabbricati, strade e altre opere del genio civile, quali porti, condotte, opere per la difesa del suolo, linee ferroviarie, ecc): nella media del quinquennio 2010-2014 è stata pari a 24.762 milioni di euro, vale a dire 5.092 milioni in meno (-17,1%) rispetto alla media dei 29.854 milioni tra il 2005 e il 2009. Nel 2014 gli investimenti delle Amministrazioni pubbliche in costruzioni sono crollati a 20.864 milioni di euro.


La strada per il recupero è lunga e impervia: basti dire che i livelli di produzione delle costruzioni di settembre 2015 sono inferiori del 28,9%rispetto a quelli dello stesso mese del 2011 e addirittura inferiori del 41,8% rispetto ai massimi di settembre 2007.


Per uscire dal tunnel: i bonus per l’edilizia.
“La spinta per uscire dal tunnel della crisi - sottolinea Cesare Fumagalli, Segretario Generale di Confartigianato - può arrivare su due fronti. Da un lato con i bonus per le ristrutturazioni edili e la riqualificazione energetica degli edifici previsti dal Governo nella Legge di Stabilità che consentono di raggiungere più obiettivi: rilancio delle imprese delle costruzioni, riqualificazione del patrimonio immobiliare, risparmio ed efficientamento energetico e difesa dell’ambiente, emersione di attività irregolari”.


La Riforma degli appalti.
“Il secondo fattore di stimolo per il settore delle costruzioni - prosegue Fumagalli - è rappresentato dalla Riforma del Codice degli Appalti approvata dalla Camera il 17 novembre. La Riforma recepisce le sollecitazioni di Confartigianato per valorizzare il ruolo delle micro e piccole imprese, contribuire a risolvere il grave problema dei ritardi di pagamento, semplificare le norme sulla materia, garantire trasparenza nella filiera degli appalti. Confidiamo - conclude Fumagalli - nella rapida e definitiva approvazione della riforma da parte del Senato e ci auguriamo che i decreti di attuazione tengano nel debito conto tutti i criteri introdotti dal Parlamento”.


Fonte articolo: http://www.edilportale.com/news/2015/11/mercati/costruzioni-confartigianato-primi-segnali-positivi-dopo-5-anni-di-crisi_49042_13.html

Raddoppia il Bonus mobili giovani coppie


Passa da 8mila a 16mila il tetto per fruire del cosiddetto "bonus mobili", la detrazione Irpef del 50% prevista nel Ddl di Stabilità per le giovani coppie. Ieri è stato approvato in commissione Bilancio del Senato un emendamento del Pd che raddoppia questo tetto.


"L'emendamento - afferma in una nota Camilla Fabbri, senatrice del Pd, componente della Commissione Industria, prima firmataria dell'emendamento - nasce anche dal contributo fornito da Federlegno. Il settore del mobile, infatti, rappresenta una realtà strategica per l'economia del Paese, che merita attenzione e investimenti. Si tratta, inoltre - conclude - di un sostegno rivolto alle giovani generazioni in un passaggio importante della loro vita". 

Arriva deroga comuni per delibere Imu-Tasi. 
Sempre nelle prime votazioni di ieri, è stato approvato un altro emendamento Pd che salva le delibere dei tributi locali dei Comuni adottate entro il 30 settembre. La commissione Bilancio del Senato ha approvato infatti un emendamento del Pd alla legge di stabilità, con cui si stabilisce che "per l'anno 2015 sono valide le delibere relative a regolamenti, aliquote e tariffe di tributi adottati dai Comuni entro il 30 settembre, per le quali siano state compiutamente espletate le procedure di pubblicazione".
Rispetto al termine fissato dalla legge attuale, che rende valide le delibere presentate entro fine luglio, si tratta quindi di uno slittamento di circa 2 mesi. Grazie all'approvazione della misura molti Comuni, che non avevano presentato le proprie delibere entro la scadenza per incrementare l'aliquota Imu sulla seconda casa, potranno comunque applicare l'incremento. Ad essere interessati dal provvedimento dovrebbero essere circa 1.600 comuni.


Le altre modifiche. 
Tra le altre modifiche approvate in commissione Bilancio anche due emendamenti identici del Pd e di Fi sulle misure per la variazione in diminuzione dell'Iva e che prevedono che le norme si applichino non dal primo gennaio 2017 ma nei casi in cui il concessionario o il committente sia assoggettato a procedura concorsuale successivamente il 31 dicembre 2016.
Via libera anche ad una proposta targata Ap che introduce alcune modifiche al fondo di garanzia e assicurazione del notariato e ad una proposta delle Autonomie relativa all'imposta immobiliare delle Province di Bolzano e di Trento. Via libera anche ad un emendamento che punta ad evitare che il super-ammortamento possa incidere sugli studi di settore.


Attesi 6 emendamenti Governo, compreso salva-Regioni. 
Non sono stati ancora formalizzati, ma sarebbero pronti altri cinque emendamenti del Governo alla legge di Stabilità, che recepiscono le proposte di alcuni Ministeri. Per formalizzarli, a quanto si apprende, si sta aspettando la pubblicazione del dl "salva-Regioni", che sarà inserito in un sesto emendamento dell'Esecutivo, in modo da sottoporre alla commissione Bilancio del Senato un pacchetto unico. Tra gli emendamenti uno riguarderebbe i buoni pasto per le forze dell'ordine.


Fonte articolo: http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2015-11-12/legge-stabilita-raddoppia-16mila-euro-bonus-mobili-le-giovani-coppie--142359.shtml?uuid=AC0WwXYB

 

 

Quanto incide l'efficienza energetica sull'acquisto casa?


Dal 1° ottobre
di quest’anno sono entrati in vigore i nuovi decreti del Ministero dello Sviluppo Economico che completano il quadro normativo in materia di prestazioni energetiche degli edifici.


Il Decreto Legge “Linee guida per la certificazione energetica degli edifici” contiene la nuova disciplina per l’Attestazione della Prestazione Energetica degli Edifici (APE 2015). Il nuovo APE sarà uguale per tutto il territorio nazionale e offrirà al cittadino, alle Amministrazioni e agli operatori maggiori informazioni riguardo all’efficienza degli edifici e degli impianti, consentendo un più facile confronto della qualità energeticadi unità immobiliari differenti e orientando il mercato verso strutture con migliore qualità energetica.



Le Classi Energetiche passano da sette a dieci, dalla A4 (la migliore) alla G (la peggiore).
Il certificatore incaricato di redigere l’APE dovrà effettuare almeno un sopralluogo presso l’edificio o l’unità immobiliare oggetto di attestazione. Inoltre, l’APE dovrà indicare le proposte per migliorare l’efficienza energetica dell’edificio, distinguendo le ristrutturazioni importanti dagli interventi di riqualificazione energetica e segnalando le informazioni su incentivi di carattere finanziario per realizzarli.
Infine, il Decreto Legge definisce uno schema di annuncio di vendita e di locazione che uniforma le informazioni sulla qualità energetica degli edifici e istituisce un database nazionale dei certificati energetici (SIAPE).


I fattori che influiscono sulla scelta di una casa.
A circa 4 anni dall’introduzione della normativa sulla certificazione energetica obbligatoria l’analisi effettuata da Casa.it dimostra l’impatto che la stessa sta avendo sui valori di vendita delle case e, soprattutto, se il fattore del risparmio energetico sta influenzando o meno le scelte dei potenziali acquirenti.
Sulla base delle specifiche richieste che giornalmente arrivano sul portale di Casa.it si nota che i fattori che influenzano significativamente la decisione di acquisto sono nell’ordine:

  • - la zona in cui si trova l’immobile
  • - il prezzo
  • - la presenza o meno di un box o di un posto auto.

La rilevanza della classe energetica relativa a un appartamento usato sopravanza solamente la presenza di doppi servizi nella casa.


In sintesi, a oggi la domanda sembra essere più sensibile al tema dell’efficienza energetica quando si tratta di acquistare una casa di nuova costruzione, mentre quando la ricerca si focalizza su appartamenti usati o da ristrutturare a incidere maggiormente sulla decisione d’acquisto è la “location” dell’unità immobiliare.


Il tema del risparmio energetico viene, così, spesso utilizzato come “leva di marketing” e il suo impatto positivo sui costi condominiali annui ha il suo peso nel persuadere l’acquirente all’acquisto di un immobile seppure non esattamente coincidente con quelle che erano le sue aspettative iniziali, soprattutto in termini di localizzazione.


Fonte articolo: http://blog.casa.it/2015/10/26/classificazione-energetica/

 

Cosa cambia per l'edilizia con la Stabilità

Un miliardo di euro ai Comuni per fare investimenti (spesa 2016) e un altro anno di bonus fiscali a pieno regime (aliquote massime al 50% e 65%). E poi la possibilità per la Consip di gestire tramite aste telematiche anche le manutenzioni edili, insieme al raddoppio del regime dei minimi dei professionisti (tetto dei ricavi salito da 15mila 30mila euro).


Sono queste le norme del Ddl di Stabilità a maggior impatto per l'edilizia, anche se per ora non esiste un testo ufficiale "bollinato" dalla Ragioneria e depositato in Parlamento, e le bozze che circolano non hanno la parte "tabellare", importante per capire se salgono o scendono le risorse statali destinate a infrastrutture e edilizia.
Al netto di queste considerazioni, vediamo una per una le principali norme di interesse per le costruzioni e i professionisti della progettazione.

Addio tassa sulla prima casa. 
Dal 2016 vengono cancellate la Tasi e l'Imu sulle case utilizzate dal proprietario come abitazione principale.
 La cancellazione riguarda anche gli immobili classificati nelle categorie catastali A/1 (dimore signorili), A/8 (ville) e A/9 (castelli e palazzi di pregio). 
Il Ddl Stabilità mantiene inalterata la definizione di abitazione principale contenuta nel decreto salva-Italia (articolo 13, Dl 201/2011): è l'immobile nel quale il possessore e il suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente. 
Oltre all'auspicato - dal premier Renzi - effetto sui consumi, l'abolizione della Tasi potrebbe avere un effetto di stimolo sul mercato immobiliare, sulle compravendite di case, e di conseguenza sull'edilizia.


Incentivi al recupero. 
Le proroghe degli incentivi alle ristrutturazioni arrivano all'articolo 7 della bozza del Ddl Stabilità. Confermato l'allungamento fino al 31 dicembre 2016 sia dell'ecobonus 65% per il miglioramento energetico degli edifici che del 50% per le ristrutturazioni. La proroga riguarda anche il bonus raddoppiato a 96mila euro e il riconoscimento dell'aliquota più altra (65%) anche per gli interventi antisismici nelle zone a più alto rischio terremoto.

Un anno in più anche per il bonus sull'acquisto di abitazioni interamente ristrutturate dalle imprese (se vendute entro 18 mesi dalla conclusione dei lavori). Il bonus del 50% in questo caso si assume pari al 25% del prezzo di vendita sempre entro il tetto di 96mila euro. Confermata anche la proroga di un anno del bonus 65% per l'efficientamento energetico dei condomini. Mentre viene rinviato di un anno (entro il 31 dicembre 2016) il termine entro il quale il governo dovrà riordinare tutte le norme sugli incentivi, puntando a stabilizzarli. 


Bonus mobili. 
All'articolo 7 arriva anche la conferma del bonus mobili, con tetto di spesa raddoppiato da 10mila a 20mila euro per le coppie giovani che acquistano un'abitazione.


Appalti centralizzati. 
Anche i Comuni con meno di 10mila abitanti potranno eseguire in autonomia,
dunque senza passare da una centrale, da un'unione di Comuni o da un soggetto aggregatore, gli appalti di importo inferiore a 40mila euro. Passa dunque la misura richiesta a gran voce dai Comuni che giudicavano quest'obbligo come una camicia di forza suscettibile di ingessare l'attività dei piccoli enti.
A parte questa correzione di rotta, l'articolo 38 della Stabilità contiene una serie di misure pensate per rafforzare la scelta di centralizzare le attività di acquisto della pubblica amministrazione. La novità maggiore riguarda l'attività della Consip, che non sarà più relegata all'acquisto di beni e servizi. Il Ddl stabilisce infatti che le aste telematiche gestite dalla società controllata dal Mef "potranno avere ad oggetto anche attività di manutenzione qualificabili come lavori pubblici".


Comuni, addio al patto di stabilità. 
Il governo prevede l'abolizione del complesso meccanismo del Patto di stabilità interno, che negli anni passati ha penalizzato in particolare gli investimenti, anche nei casi in cui i Comuni avevano le risorse in cassa. Al suo posto i Comuni "devono conseguire un saldo (di bilancio) non negativo, in termini di competenza, tra le entrate fiscali e le spese finali".
Che significa tutto questo? Lo ha spiegato lo stesso ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, ex sindaco e presidente dell'Anci: "Il Patto di Stabilità era una vera camicia di forza che impediva anche ai Comuni virtuosi e con i soldi in cassa di spendere per ammodernare scuole, costruire strade, fare manutenzione al territorio, investire. Ora l'abbiamo cancellato. Si tratta di una misura attesa, di buon senso, che consentirà di avviare nuove opere pubbliche, spingendo l'acceleratore sul Pil". 
Ma quanto vale la misura? "Attiverà investimenti per circa un miliardo di euro, ma visto che si tratta di una regola assolutamente nuova bisognerà verificarne nel corso dell'anno la ricaduta. Chi ha soldi in cassa, avanzi di bilancio, e progetti concreti, potrà spendere".
Altri 500 milioni potrebbbero essere destinati all'edilizia scolastica se dall'Europa arriverà (ma sembra difficile) lo 0,2 per cento di flessibilità nel rapporto tra deficit e pil chiesto a fronte delle spese che sta sostenendo per l'accoglienza dei migranti.


Imu sull'invenduto, solo un mini-sconto. 
Il bicchiere delle tasse sulle case invendute dei costruttori è mezzo pieno o mezzo vuoto a seconda del punto di vista. Il Ddl Stabilità stabilisce che l'aliquota Imu è ridotta all0 0,1% (cioè 1 per mille), aliquota che i Comuni possono azzerare o aumentare fino al 2,5%. 


Fondi per le piste ciclabili.
Arriva il fondo di 38 milioni
 annunciato nei giorni scorsi dal ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio per le piste ciclabili. Il fondo è previsto al comma 43 dell'articolo 44 della bozza di legge di Stabilità. "Per la progettazione e la realizzazione di ciclovie turistiche, di ciclostazioni nonché per la progettazione e la realizzazione di interventi concernenti la sicurezza della ciclabilità cittadina - recita la norma - , è autorizzata la spesa di 10 milioni di euro per l'anno 2016, 13 milioni di euro per l'anno 2017 e 15 milioni di euro per l'anno 2018".
Lo stesso comma specifica che i progetti e gli interventi da finanziare saranno individuati con apposito decreto del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti e, per quanto concerne quelli relativi alle ciclovie turistiche, con decreto del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo.


Imu, 200 euro di sconto agli Iacp. 
Niente abolizione, più volte chiesta dagli Iacp o Ater-Aler, anche per l'Imu sulle case popolari, ma la Stabilità introduce una detrazione fissa di 200 euro per appartamento, che non è poco visti i bassi valori catastali delle case popolari.


Super-ammortamento per gli investimenti dei professionisti.
Ai fini delle imposte su redditi, imprese e professionisti che investono in "beni materiali strumentali" nuovi dal 15 ottobre 2015 al 31 dicembre 2016 possono portare in ammortamento, in un solo anno, un valore maggiorato del 40%. Oltre ad avere l'ammortamento immediato il primo anno, dunque, avranno anche una deduzione fiscale extra del 40%.
Nella misura rientrano anche i professionisti, che possono portare in ammortamento mobili, computer e altri macchinari. Per le imprese ci rientrano le macchine da cantiere, i computer, le auto aziendali. 
Non vi rientrano, in nessun caso, gli edifici (capannoni e sedi aziendali), né i sofware applicativi, ad esempio quelli per il Bim: niente sconto fiscale, dunque, per chi investe nel Bim.


Edilizia giudiziaria. 
Convertire i mutui richiesti dagli enti locali alla Cassa depositi e prestiti per aumentare gli spazi a disposizione dei Tribunali in finanziamenti utili a realizzare progetti diversi dall'edilizia giudiziaria, a condizione però che il riuso dei locali venga poi reso funzionale a fare spazio agli uffici giudiziari. La legge di stabilità (articolo 44, comma 19) prova a sbloccare la partita dei mutui richiesti dagli enti locali per l'edilizia giudiziaria, concessi ma non ancora erogati o utilizzati. Gli interventi riguardano immobili pubblici già esistenti, da ristrutturare, ampliare, sopraelevare o rifunzionalizzare "anche con finalità diverse dall'edilizia giudiziaria". A condizione che il "riuso", a seguito di intese con le amministrazioni interessate e il ministero della Giustizia, "sia funzionale a progetti di edilizia giudiziaria".


Università, tagli per 30 milioni ai trasferimenti per l'edilizia. 
Gli Atenei che hanno provveduto a definire gli interventi da realizzare entro la fine del 2014 ma che non si sono ancora mossi per spendere il denaro, subiranno un taglio. Le risorse non spese torneranno nel bilancio dello Stato. Sarà un decreto del Miur a definire l'ammontare di questa tosatura, fino a un massimo di 30 milioni di euro.


Art bonus. 
L'art-bonus diventa permanente. È questa la principale novità che il Ddl stabilità riserva al mondo della cultura e in particolare della tutela del patrimonio storico e architettonico. Lo sgravio del 65%, introdotto l'anno scorso, concesso a favore delle erogazioni liberali per recuperare complessi di pregio artistico viene stabilizzato. La misura consentirà di indirizzare maggiori risorse private nella cura e restauro del patrimonio diffuso dei beni culturali italiani. 


Fondi a Matera. 
Fondi a Matera, la città che ha vinto la selezione per essere la Capitale della Cultura 2019. Per la realizzazione del programma di interventi legato all'evento la legge di Stabilità mette a disposizione 28 milioni di fondi in quattro anni: 2016 (2 milioni), 2017 (6 milioni), 2018 (11) e 2019 (9 milioni). La lista degli interventi da finanziare sarà individuata con un decreto del Mibac.


Fonte articolo: http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/art/casa-fisco-immobiliare/2015-10-19/legge-stabilita-mini-sconto-imu-invenduto-tutte-misure-l-edilizia-185446.php?uuid=ACUcYLJB&refresh_ce=1

Al SAIE "una nuova idea dell’abitare"

Rigenerazione urbana, riqualificazione energetica, una nuova cultura dell’abitare agganciata alla sostenibilità. La 51esima edizione del Saie, il salone dell’edilizia italiana (nei padiglioni di BolognaFiere dal 14 ottobre fino al 17 ) archivia le vecchie formule e segna il debutto di Saie Smart House sulla scena delle tecnologie all’avanguardia, di una nuova idea di città e di casa, dell’evoluzione degli scenari normativi che fanno delle ristrutturazioni e delle riqualificazioni il trampolino di lancio di una stagione di ripresa.


La manifestazione, nella nuova versione, riconferma non solo la propria caratura internazionale (sono attesi oltre 80 buyers stranieri provenienti da 12 Paesi) ma anche il ruolo di piattaforma nazionale di confronto sulle politiche di settore, con 1.038 espositori e il coinvolgimento di 22 tra università e centri di ricerca, in un’area di 85mila metri quadrati. 

Con la molla degli incentivi fiscali gli interventi di riqualificazione e ristrutturazione del patrimonio residenziale (oltre il 55% delle abitazioni è stato costruito prima degli anni Settanta) stanno funzionando. Quest'anno rappresenteranno il 37% del valore degli investimenti in costruzioni, riaffermandosi come l’unico comparto che mantiene una tenuta dei livelli produttivi. Risultati che non saranno comunque sufficienti a risollevare un settore che dal 2008 ha perso 69 miliardi di investimenti (dati dell’Osservatorio Ance).


"È apprezzabile la posizione del Governo sull’Imu ma la tassazione sulla casa – dice Antonio Gennari, vice direttore generale dell’Associazione nazionale dei costruttori – tra il 2008 e il 2013 è cresciuta del 111%, a fronte di una media Ue del 23. E c’è uno squilibrio dell’imposizione fiscale tra l’acquisto di una casa vecchia e di una casa nuova, a svantaggio dei costruttori, per i quali sarebbe opportuno un credito di imposta. Mantenere gli ecobonus è un buon incentivo ma occorre modificare l’intensità dell’agevolazione in rapporto all’effetto in termini di efficienza energetica".


Proposte alle quali i costruttori aggiungono la richiesta di una revisione delle regole urbanistiche, con l’abbattimento degli oneri di urbanizzazione, in caso di opere di demolizione e ricostruzione. Interventi che, aggiunge Gennari, "potrebbero riqualificare ampie aree di periferia, soprattutto nelle grandi città, caratterizzate da edifici strutturalmente obsoleti, senza nuovo consumo di territorio". 


Il nuovo format “sdoppia” un salone che ha superato il mezzo secolo di vita. A Saie Smart House, dedicato alla costruzione e riqualificazione di edifici e città intelligenti (a partire da quest’anno si svolgerà in tutti gli anni dispari), si affianca Saie Building & Construction (che sarà realizzato negli anni pari e che apre anche alla costruzione e ingegneria del territorio e delle infrastrutture). Ed è soprattutto il primo a raccogliere la sfida della nuova idea di città, la smart city che cresce di pari passo con l’innovazione e la sostenibilità ambientale. 
L’impianto generale della manifestazione assegna rilievo agli incontri tra i professionisti e le imprese (tra seminari, workshop e convegni ne sono previsti oltre 400) e all’internazionalizzazione del sistema delle costruzioni, grazie alle delegazioni attese da Marocco, Turchia, Iran, Golfo Persico, Vietnam, Azerbaijan ed Egitto per gli appuntamenti b2b.


Tra i forum, quello di apertura - “Una nuova idea dell’abitare” – con Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere della Pontificia accademia delle Scienze Sociali, Norbert Lantschner, coordinatore scientifico di Saie Smart House, l’architetto Mario Cucinella e il meteorologo Luca Mercalli. "Gli obiettivi europei del 20-20-20 e quelli successivi già programmati per il 2030 e 2050 – spiega Cucinella – impongono una visione strategica della città e del territorio. Quella delle aree metropolitane è una grande opportunità per ripensare proprio al futuro delle città in funzione di questi obiettivi. Senza una grande visione non ci saranno politiche efficaci".


Il salone si innesta su un mercato immobiliare che da segnali di ripresa, come rileva uno studio di Nomisma: quest’anno la percentuale delle famiglie che manifesta l’intenzione di mettere in cantiere l’acquisto di una casa nel breve o medio periodo è salita al 74,6%, contro il 64,8% di due anni fa. E l’erogazione di mutui, dopo il crollo del biennio 2012-2013, ha ricominciato a crescere nel primo trimestre dell’anno (oltre 24.100, con la previsione di quasi 38mila mutui nel 2016). Quanto al numero di compravendite residenziali, dovrebbe ricominciare a crescere arrivando a sfiorare quota 500mila. 


Continua invece la stagnazione del mercato delle nuove costruzioni: l’anno scorso sono state rilasciate poco più di 47mila concessioni (due anni fa furono oltre 278mila). Viceversa sono in forte crescita le richieste di detrazioni fiscali per ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche.


Fonte articolo: http://www.casa24.ilsole24ore.com/art/mercato-immobiliare/2015-10-13/saie-bologna-via-rigenerazione-energetica-traina-l-edilizia-162939.php?uuid=ACCtm0AB

 

 

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