Imu e Tasi: quando pagare e quando no



In vista dell’esenzione totale, in arrivo con la legge di Stabilità 2016, la disciplina dell’abitazione principale è rimasta sostanzialmente invariata rispetto all’anno scorso. Significa che, a parte gli immobili di lusso, la prima casa è di regola esente da Imu e soggetta a Tasi. Le regole per definire tale tipologia immobiliare sono le stesse per entrambe le imposte.


In particolare, si considera abitazione principale l’unità immobiliare nella quale il possessore e i suoi familiari risiedono anagraficamente e dimorano abitualmente. Occorre la presenza congiunta della residenza anagrafica e della dimora abituale.

 

In linea di principio, deve trattarsi di una unica unità immobiliare. In caso di due abitazioni autonomamente accatastate, unitariamente adibite ad abitazione principale, solo una delle due può essere ritenuta esente da Imu, salvo che non si proceda alla fusione catastale dei due immobili. Fa eccezione il caso in cui la fusione catastale sia impedita dalla distinta titolarità delle due case.
Si pensi all’ipotesi in cui le due unità contigue siano in proprietà l’una di un coniuge l’altra dell’altro. In tale eventualità, si è dell’avviso che la norma agevolativa dell’Imu non può tradursi nell’onere di effettuare donazioni reciproche tra i coniugi. Ne consegue che il beneficio compete se si procede all’accatastamento unitario ai soli fini catastali.


In presenza di residenze distinte, si ritiene che, nel caso in cui le residenze separate siano nello stesso Comune, solo una delle due è considerata abitazione principale. In presenza di residenze separate in Comuni diversi, fermi restando gli altri requisiti di legge, i benefici si raddoppiano. Il trattamento fiscale dell’abitazione principale si estende alle pertinenze. Sono considerate tali al massimo una unità immobiliare per ciascuna categoria catastale C2, C6 e C7. Ne consegue che al più potranno esservi tre unità pertinenziali, purchè ciascuna appartenente ad una categoria distinta. 


L’affitto di alcune stanze dell’abitazione principale non comporta perdita dei benefici di legge. Perché la nozione dipende esclusivamente dalla presenza dei requisiti sopra ricordati, non ha alcuna rilevanza la locazione parziale della casa. Non è chiaro se in questo caso l’inquilino debba versare la Tasi del detentore. L’opinione prevalente è per la risposta negativa, poiché si ritiene che la Tasi pagata dal possessore/utilizzatore assorba il tributo del detentore. Per la nuova imposta comunale, la legge non prevede alcuna agevolazione di base. Qualsiasi decisione è rimessa alla discrezionalità dei Comuni.


L’aliquota massima della nuova imposta è pari al 2,5 per mille. I Comuni possono superare tale limite, sino al 3,3 per mille, a condizione che siano previste agevolazioni per l’abitazione principale. Non è necessaria alcuna correlazione tra la detrazione base Imu di 200 euro, applicabile alla generalità delle abitazioni principali nel 2012, e gli sconti Tasi. Il Comune, anche laddove si avvalga di tale potere di elevazione dell’aliquota massima, è sostanzialmente libero di determinare le riduzioni Tasi. 


In presenza di una abitazione in possesso di due soggetti, dei quali solo uno la adibisce ad abitazione principale, la disciplina Tasi riferibile alla fattispecie troverà applicazione solo per la quota di possesso di questi. Le altre quote sconteranno la Tasi relativa agli immobili diversi dall’abitazione principale. Qualora il Comune abbia deciso di applicare la Tasi solo sull’abitazione principale, il comproprietario non residente non potrà neppure essere considerato condebitore solidale per il pagamento dell’imposta. 


Un caso particolare si verifica quando l’immobile è pervenuto in eredità. Se cade in successione la casa che costituiva la dimora coniugale, in favore del coniuge superstite sorge il diritto di abitazione sull’immobile (articolo 540 Cc). Si tratta di un legato ope legis, al quale occorre rinunciare espressamente, non essendo sufficiente la mera rinuncia all’eredità da parte del coniuge stesso. In tale eventualità, tutti i tributi patrimoniali sull’ immobile sono dovuti per intero dal titolare del diritto di abitazione, nulla è dovuto dagli eredi. Gli immobili accatastati nelle categorie A1, A8 e A9 sono soggetti sia a Imu che a Tasi. La somma delle due aliquote non può superare il 6 per mille.


Fattispecie di esonero. 
Le fattispecie di esonero dall’Imu derivano dalla disciplina Ici (immobili pubblici, fabbricati ad uso culturale, religioso, immobili degli enti non commerciali) e sono sostanzialmente identiche alla Tasi, ad eccezione dei rifugi alpini non custoditi e dei bivacchi.
Nel complesso, il perimetro di esonero dalla Tasi appare però più ampio, poichè i Comuni possono aver azzerato l’aliquota per gli altri fabbricati (caso piuttosto diffuso) e hanno la facoltà (non prevista per l’Imu) di introdurre riduzioni ed esenzioni per abitazioni, con unico occupante, ad uso stagionale, di soggetti residenti all’estero (anche se non iscritti all’Aire e quindi non rientranti nella previsione agevolativa introdotta dalla legge 80/2014) e per i fabbricati rurali ad uso abitativo.


Fonte articolo: il Sole24Ore, vetrina web

Stabilità: gli emendamenti "casa" passati al Senato

La riduzione da 100 a 40 milioni nel 2016 e a 70 milioni nel 2017 del taglio ai Caf. L’aumento al 5% dell’Iva per alcune prestazioni soci-sanitarie fornite dalle coop sociali (gettito di circa 34 milioni l’anno). Esenzione dall’Iva per gli agricoltori con un volume d’affari inferiore a 7mila euro. Allargamento delle maglie del Fondo di garanzia per le Pmi per consentirne l’accesso alle imprese dell’indotto Ilva. Destinazione di 160 milioni all’Emilia Romagna e di 30 milioni alla Lombardia per la ricostruzione post terremoto.


Sono questi gli ultimi correttivi alla Legge di Stabilità approvati dalla commissione Bilancio del Senato nella notte tra mercoledì e ieri e confluiti nel maxi-emendamento su cui in serata il Governo, dopo alcuni ritardi contro i quali si è scagliata l’opposizione, ha posto la fiducia che sarà votata oggi dall’Aula di Palazzo Madama. Con conseguente primo via libera alla manovra che da lunedì approderà alla Camera dove saranno affrontati importanti nodi rimasti in sospeso: dalla sicurezza al pacchetto sud fino alle Province e alle pensioni.


Le misure del pacchetto casa.
1. Approvato dalla Commissione anche il ritocco che sul versante della tassazione della casa “salva” le delibere comunali adottate tra fine di luglio e fine settembre (ma con decorrenza 2016) lasciando il nodo del saldo del 16 dicembre per Imu e Tasi e non escludendo così un possibile pagamento della differenza con un conguaglio il prossimo anno. Un’eventualità che non piace però al Governo. Anche per questo l’ingresso del ritocco nel maxiemendamento è rimasto fino alla fine in bilico.


2. Non pagano i separati: si deve considerare come prima casa, e quindi esente dalla Tasi, la casa coniugale assegnata al coniuge in caso di separazione, divorzio o annullamento del matrimonio; gli immobili delle cooperative edilizie a proprietà indivisa adibite a prima casa dai soci; gli alloggi sociali; gli immobili posseduti dal personale delle forze armate.


3. Raddoppia il bonus mobili (la detrazione si calcola non più su 8mila euro ma su un massimo di 16mila euro), purché avvenga per la prima casa di proprietà della coppia, anche di fatto (non è stato approvato un emendamento che estendeva il bonus alle coppie in affitto).


4. Affitti in nero: arriva una stretta sui proprietari che fanno pagare ai propri inquilini una quota dell'affitto "superiore a quello risultante dal contratto scritto e registrato". Qualsiasi accordo in questo senso è nullo ed entro sei mesi dalla riconsegna dell'abitazione al proprietario, il conduttore può farsi restituire le somme in più pagate.


5. Il canone Rai si pagherà in 10 rate nella bolletta della luce. Nel 2016 però, per via dei tempi tecnici di adeguamento dei sistemi di fatturazione, il primo versamento avverrà «cumulativamente» dal primo luglio 2016. Sale ad 8.000 euro (dai 6.700 attuali) la soglia di reddito per l'esenzione del canone Rai a favore degli ultra 75enni.


Fonti articolo: Il Sole24Ore vetrina web;

http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-11-19/le-misuretassa-casa-094815.shtml?uuid=ACNfIIdB&nmll=2707#navigation

Agevolazioni per immobili a canone concordato e in comodato

Arrivano i nuovi sconti per le tasse sul mattone, che premiano soprattutto il "canone concordato", cioè gli affitti “calmierati” presenti nelle grandi città, mentre rischiano di lasciare all’asciutto la maggioranza delle case date in comodato gratuito a figli e genitori.


Completano il pacchetto, contenuto negli emendamenti delle relatrici (Madga Zanoni del Pd e Federica Chiavaroli di Alleanza Popolare), una maggiore flessibilità per l’Iva agevolata al 2% per l’acquisto di una nuova prima casa, che potrà scattare anche se non è stata prima ceduta quella vecchia a patto che la vendita arrivi entro un anno, e due mini-ampliamenti di sconti già previsti: le esenzioni per le cooperative edilizie saranno applicate anche alle case concesse a studenti universitari che siano soci assegnatari della coop, anche se non la loro residenza è altrove, mentre gli sconti per l’edilizia popolare si applicheranno anche alle aziende in house del settore per allinearsi a tutte le situazioni locali.

Questi due ultimi passaggi, comunque, sono pesi piuma dal punto di vista dei conti, perché valgono in tutto una decina di milioni di euro all’anno, mentre il cuore dei nuovi interventi è dedicato ad affitti concordati e case in comodato.


Sul primo aspetto, che riguarda circa 400mila immobili concessi a canone calmierato nelle città "ad alta tensione abitativa", il correttivo promosso da Confedilizia e accolto dalle relatrici è lineare, e prevede un tetto al 4 per mille per la somma di Imu e Tasi. In questo modo, i canoni concordati recuperano il vantaggio fiscale che era stato azzerato negli ultimi tre anni quando, con il passaggio dall’Ici all’Imu e la riduzione delle agevolazioni d’imposta sugli affitti, il conto a carico dei proprietari era cresciuto anche di dieci volte. 


Tra Imu/Tasi al 4 per mille e cedolare sugli affitti scesa al 10%, torna la convenienza fiscale che permette al proprietario di rinunciare al canone di mercato senza andare in perdita, e quindi torna la possibilità pratica di utilizzare uno strumento molto utile per le famiglie a basso reddito.


Ancora più ampia è la platea di chi guarda alla manovra per capire la sorte fiscale delle case concesse in comodato, una condizione che secondo l’Istat riguarda l’8% degli italiani.
Da questo punto di vista, però, le notizie non sono buone, perché la manovra prevede l’esenzione per le case non di lusso (cioè fuori dalle solite categorie catastali A/1, A/8 e A/9) con contratto di comodato registrato, ma la lega a due condizioni che rischiano di escludere la stragrande maggioranza dei potenziali interessati: per evitare l’imposta, infatti, il "comodante", cioè chi concede l’immobile gratuitamente ai figli o ai genitori, deve aver utilizzato la casa in questione come abitazione principale nel 2015, e non deve possedere alcun altro immobile abitativo in tutta Italia.


Oltre che per evitare costi eccessivi al bilancio pubblico, questi parametri nascono dall’esigenza di evitare un utilizzo elusivo del canone concordato, ad esempio per tenere le tasse lontane dalle seconde case al mare o in montagna concedendole sulla carta in comodato gratuito al figlio. Scritti così, però, i vincoli sembrano andare parecchio oltre, e finiscono per concedere l’esenzione solo a chi esce da casa propria per darla ai figli o ai genitori, e va ad abitare in affitto non potendo possedere «un altro immobile ad uso abitativo in Italia». 


Se il correttivo arriverà in questi termini fino alla Gazzetta Ufficiale, rischia di far cadere anche le agevolazioni fiscali finora concesse dai Comuni ai comodatari; le regole attuali, infatti, prevedono per i sindaci la possibilità di assimilare all’abitazione principale le case concesse in comodato a figli e genitori purché l’Isee famigliare del comodatario non superi i 15mila euro, oppure per le quote di rendita fino a 500 euro. Se l’esenzione varrà solo per le case utilizzate come abitazione principale dal comodante nel corso del 2015, l’ampia maggioranza dei comodati attuali tornerà a pagare Imu e Tasi in formula piena, come una seconda casa qualsiasi.


Vogliamo ricordare però il beneficio del dubbio che la Commissione Europea giusto ieri ha dato in merito alla Legge di Stabilità, rinviando il giudizio di merito in primavera. Bruxelles ha notato che la Finanziaria è "a rischio di non rispetto del Patto di Stabilità" per via di una "deviazione significativa" dal previsto percorso di avvicinamento al pareggio di bilancio. Nel contempo, ha ricordato che la flessibilità di bilancio non può essere usata per ridurre le tasse.


In una conferenza stampa il Vice Pres. della Commissione Valdis, Dombrovskis, ha ricordato che agli occhi di Bruxelles anziché tagliare le imposte sugli immobili, il Governo italiano dovrebbe ridurre le imposte sul lavoro.
E ha poi aggiunnto: "Le politiche di tassazione sono di competenza degli Stati. Noi dobbiamo valutare quali conseguenze hanno sui conti pubblici".


Fonte articolo: Il Sole24Ore, vetrina web

Niente Imu seconde case se ci abitano i figli

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Sono molti i genitori che, per garantire una rendita ai propri figli o fare in modo che abbiano una casa nella città in cui vanno a studiare decidono di investire in una seconda casa.


Ad oggi questi investimenti, registrati come seconde case nella stragrande maggioranza dei casi, sono soggette al pagamento dell’Imu, ma è al vaglio una proposta che prevede l’esenzione dalla tassa se l’immobile è concesso in comodato d’uso a un parente di primo grado a cominciare, ovviamente, dai figli.

 

Ad annunciare la possibile modifica alla Legge di Stabilità attualmente in discussione al Senato è stata una delle relatrici, la senatrice Federica Chiavaroli. Di certo la proposta, come le altre che si stanno analizzando in aula, dovranno affrontare la non ignorabile difficoltà delle scarse risorse. Per finanziare questa abolizione e gli altri cambiamenti al vaglio la disponibilità economica è di appena 300 milioni di euro. Oggettivamente non tantissimi.


La modifica annunciata dalla senatrice Chiavaroli non è stata ancora analizzata da un punto di vista finanziario, ma è ritenuto un cambiamento importante perché, secondo dati ufficiali dell’Istat, riguarderebbe circa l’8% dei cittadini italiani.


Fra i provvedimenti che potrebbero entrare a far parte della Legge di Stabilità anche quello che prevede l’introduzione di alcune agevolazioni fiscali per chi dà in affitto un immobile a canone concordato.


Rimane invece ancora aperto e piuttosto acceso lo scontro sui Comuni. Ancora una volta, nonostante le dichiarazioni del ministro Padoan, il presidente dell’ Anci Piero Fassino si è recato a Roma per battere i pugni sul tavolo e portare all’attenzione del Governo centrale le forti perplessità e i timori che l’abolizione della Tasi genera in sede all’associazione che rappresenta.


Fonti articolo: http://news.immobiliare.it/niente-imu-sulla-seconda-casa-se-ci-abitano-i-figli-24567

Cosa cambia per l'edilizia con la Stabilità

Un miliardo di euro ai Comuni per fare investimenti (spesa 2016) e un altro anno di bonus fiscali a pieno regime (aliquote massime al 50% e 65%). E poi la possibilità per la Consip di gestire tramite aste telematiche anche le manutenzioni edili, insieme al raddoppio del regime dei minimi dei professionisti (tetto dei ricavi salito da 15mila 30mila euro).


Sono queste le norme del Ddl di Stabilità a maggior impatto per l'edilizia, anche se per ora non esiste un testo ufficiale "bollinato" dalla Ragioneria e depositato in Parlamento, e le bozze che circolano non hanno la parte "tabellare", importante per capire se salgono o scendono le risorse statali destinate a infrastrutture e edilizia.
Al netto di queste considerazioni, vediamo una per una le principali norme di interesse per le costruzioni e i professionisti della progettazione.

Addio tassa sulla prima casa. 
Dal 2016 vengono cancellate la Tasi e l'Imu sulle case utilizzate dal proprietario come abitazione principale.
 La cancellazione riguarda anche gli immobili classificati nelle categorie catastali A/1 (dimore signorili), A/8 (ville) e A/9 (castelli e palazzi di pregio). 
Il Ddl Stabilità mantiene inalterata la definizione di abitazione principale contenuta nel decreto salva-Italia (articolo 13, Dl 201/2011): è l'immobile nel quale il possessore e il suo nucleo familiare dimorano abitualmente e risiedono anagraficamente. 
Oltre all'auspicato - dal premier Renzi - effetto sui consumi, l'abolizione della Tasi potrebbe avere un effetto di stimolo sul mercato immobiliare, sulle compravendite di case, e di conseguenza sull'edilizia.


Incentivi al recupero. 
Le proroghe degli incentivi alle ristrutturazioni arrivano all'articolo 7 della bozza del Ddl Stabilità. Confermato l'allungamento fino al 31 dicembre 2016 sia dell'ecobonus 65% per il miglioramento energetico degli edifici che del 50% per le ristrutturazioni. La proroga riguarda anche il bonus raddoppiato a 96mila euro e il riconoscimento dell'aliquota più altra (65%) anche per gli interventi antisismici nelle zone a più alto rischio terremoto.

Un anno in più anche per il bonus sull'acquisto di abitazioni interamente ristrutturate dalle imprese (se vendute entro 18 mesi dalla conclusione dei lavori). Il bonus del 50% in questo caso si assume pari al 25% del prezzo di vendita sempre entro il tetto di 96mila euro. Confermata anche la proroga di un anno del bonus 65% per l'efficientamento energetico dei condomini. Mentre viene rinviato di un anno (entro il 31 dicembre 2016) il termine entro il quale il governo dovrà riordinare tutte le norme sugli incentivi, puntando a stabilizzarli. 


Bonus mobili. 
All'articolo 7 arriva anche la conferma del bonus mobili, con tetto di spesa raddoppiato da 10mila a 20mila euro per le coppie giovani che acquistano un'abitazione.


Appalti centralizzati. 
Anche i Comuni con meno di 10mila abitanti potranno eseguire in autonomia,
dunque senza passare da una centrale, da un'unione di Comuni o da un soggetto aggregatore, gli appalti di importo inferiore a 40mila euro. Passa dunque la misura richiesta a gran voce dai Comuni che giudicavano quest'obbligo come una camicia di forza suscettibile di ingessare l'attività dei piccoli enti.
A parte questa correzione di rotta, l'articolo 38 della Stabilità contiene una serie di misure pensate per rafforzare la scelta di centralizzare le attività di acquisto della pubblica amministrazione. La novità maggiore riguarda l'attività della Consip, che non sarà più relegata all'acquisto di beni e servizi. Il Ddl stabilisce infatti che le aste telematiche gestite dalla società controllata dal Mef "potranno avere ad oggetto anche attività di manutenzione qualificabili come lavori pubblici".


Comuni, addio al patto di stabilità. 
Il governo prevede l'abolizione del complesso meccanismo del Patto di stabilità interno, che negli anni passati ha penalizzato in particolare gli investimenti, anche nei casi in cui i Comuni avevano le risorse in cassa. Al suo posto i Comuni "devono conseguire un saldo (di bilancio) non negativo, in termini di competenza, tra le entrate fiscali e le spese finali".
Che significa tutto questo? Lo ha spiegato lo stesso ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, ex sindaco e presidente dell'Anci: "Il Patto di Stabilità era una vera camicia di forza che impediva anche ai Comuni virtuosi e con i soldi in cassa di spendere per ammodernare scuole, costruire strade, fare manutenzione al territorio, investire. Ora l'abbiamo cancellato. Si tratta di una misura attesa, di buon senso, che consentirà di avviare nuove opere pubbliche, spingendo l'acceleratore sul Pil". 
Ma quanto vale la misura? "Attiverà investimenti per circa un miliardo di euro, ma visto che si tratta di una regola assolutamente nuova bisognerà verificarne nel corso dell'anno la ricaduta. Chi ha soldi in cassa, avanzi di bilancio, e progetti concreti, potrà spendere".
Altri 500 milioni potrebbbero essere destinati all'edilizia scolastica se dall'Europa arriverà (ma sembra difficile) lo 0,2 per cento di flessibilità nel rapporto tra deficit e pil chiesto a fronte delle spese che sta sostenendo per l'accoglienza dei migranti.


Imu sull'invenduto, solo un mini-sconto. 
Il bicchiere delle tasse sulle case invendute dei costruttori è mezzo pieno o mezzo vuoto a seconda del punto di vista. Il Ddl Stabilità stabilisce che l'aliquota Imu è ridotta all0 0,1% (cioè 1 per mille), aliquota che i Comuni possono azzerare o aumentare fino al 2,5%. 


Fondi per le piste ciclabili.
Arriva il fondo di 38 milioni
 annunciato nei giorni scorsi dal ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio per le piste ciclabili. Il fondo è previsto al comma 43 dell'articolo 44 della bozza di legge di Stabilità. "Per la progettazione e la realizzazione di ciclovie turistiche, di ciclostazioni nonché per la progettazione e la realizzazione di interventi concernenti la sicurezza della ciclabilità cittadina - recita la norma - , è autorizzata la spesa di 10 milioni di euro per l'anno 2016, 13 milioni di euro per l'anno 2017 e 15 milioni di euro per l'anno 2018".
Lo stesso comma specifica che i progetti e gli interventi da finanziare saranno individuati con apposito decreto del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti e, per quanto concerne quelli relativi alle ciclovie turistiche, con decreto del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo.


Imu, 200 euro di sconto agli Iacp. 
Niente abolizione, più volte chiesta dagli Iacp o Ater-Aler, anche per l'Imu sulle case popolari, ma la Stabilità introduce una detrazione fissa di 200 euro per appartamento, che non è poco visti i bassi valori catastali delle case popolari.


Super-ammortamento per gli investimenti dei professionisti.
Ai fini delle imposte su redditi, imprese e professionisti che investono in "beni materiali strumentali" nuovi dal 15 ottobre 2015 al 31 dicembre 2016 possono portare in ammortamento, in un solo anno, un valore maggiorato del 40%. Oltre ad avere l'ammortamento immediato il primo anno, dunque, avranno anche una deduzione fiscale extra del 40%.
Nella misura rientrano anche i professionisti, che possono portare in ammortamento mobili, computer e altri macchinari. Per le imprese ci rientrano le macchine da cantiere, i computer, le auto aziendali. 
Non vi rientrano, in nessun caso, gli edifici (capannoni e sedi aziendali), né i sofware applicativi, ad esempio quelli per il Bim: niente sconto fiscale, dunque, per chi investe nel Bim.


Edilizia giudiziaria. 
Convertire i mutui richiesti dagli enti locali alla Cassa depositi e prestiti per aumentare gli spazi a disposizione dei Tribunali in finanziamenti utili a realizzare progetti diversi dall'edilizia giudiziaria, a condizione però che il riuso dei locali venga poi reso funzionale a fare spazio agli uffici giudiziari. La legge di stabilità (articolo 44, comma 19) prova a sbloccare la partita dei mutui richiesti dagli enti locali per l'edilizia giudiziaria, concessi ma non ancora erogati o utilizzati. Gli interventi riguardano immobili pubblici già esistenti, da ristrutturare, ampliare, sopraelevare o rifunzionalizzare "anche con finalità diverse dall'edilizia giudiziaria". A condizione che il "riuso", a seguito di intese con le amministrazioni interessate e il ministero della Giustizia, "sia funzionale a progetti di edilizia giudiziaria".


Università, tagli per 30 milioni ai trasferimenti per l'edilizia. 
Gli Atenei che hanno provveduto a definire gli interventi da realizzare entro la fine del 2014 ma che non si sono ancora mossi per spendere il denaro, subiranno un taglio. Le risorse non spese torneranno nel bilancio dello Stato. Sarà un decreto del Miur a definire l'ammontare di questa tosatura, fino a un massimo di 30 milioni di euro.


Art bonus. 
L'art-bonus diventa permanente. È questa la principale novità che il Ddl stabilità riserva al mondo della cultura e in particolare della tutela del patrimonio storico e architettonico. Lo sgravio del 65%, introdotto l'anno scorso, concesso a favore delle erogazioni liberali per recuperare complessi di pregio artistico viene stabilizzato. La misura consentirà di indirizzare maggiori risorse private nella cura e restauro del patrimonio diffuso dei beni culturali italiani. 


Fondi a Matera. 
Fondi a Matera, la città che ha vinto la selezione per essere la Capitale della Cultura 2019. Per la realizzazione del programma di interventi legato all'evento la legge di Stabilità mette a disposizione 28 milioni di fondi in quattro anni: 2016 (2 milioni), 2017 (6 milioni), 2018 (11) e 2019 (9 milioni). La lista degli interventi da finanziare sarà individuata con un decreto del Mibac.


Fonte articolo: http://www.ediliziaeterritorio.ilsole24ore.com/art/casa-fisco-immobiliare/2015-10-19/legge-stabilita-mini-sconto-imu-invenduto-tutte-misure-l-edilizia-185446.php?uuid=ACUcYLJB&refresh_ce=1

Legge di Stabilità: abolite IMU e Tasi

Un pacchetto fiscale da circa 7 miliardi di euro, è questa la dote che porta con sè la Legge di Stabilità per il 2016 che è stato varata dal Consiglio dei Ministri confermando il taglio delle tasse sulla casa a partire dal 2016. 

La novità che forse più di tutte interessa gli italiani, il taglio delle tasse sulla casa, ha ricevuto il via libera del CdM. Ma in cosa consiste di preciso questo taglio delle tasse sulla prima casa? Chi sono i destinatari? Quali sono le abitazioni interessate? 

Abolizione TASI e IMU.
Confermata l'abolizione della Tasi e dell'Imu sulla prima casa e sui terreni agricoli così come per i macchinari. Rimane per le seconde case e i capannoni.
Quindi tutti i proprietari di immobili che risultano essere l’abitazione principale, a partire dal 2016, non dovranno più pagare al comune la tassa per i servizi indivisibili. La stessa cosa, ovviamente, vale per gli inquilini affittuari. 
L’abolizione della TASI sulle prime case vale intorno ai 3,7 miliardi di euro.


Discorso leggermente diverso per l’IMU, l’imposta municipale unica nata sotto il nome di ICI e abolita dal governo Berlusconi. L’IMU attualmente è dovuta soltanto sulle prime case di lusso, cioè che rientrano nella categorie catastali A/1, A/9 e A/8.
In pratica quindi l’abolizione dell’IMU sulla prima casa interessa soltanto i proprietari di prima abitazione di lusso: abitazioni di tipo signorile, ville, castelli, palazzi di pregio artistico o storico. Per questo motivo l’abolizione dell’IMU sulle prime case ha un costo contenuto: meno di un miliardo di euro.


TASI e IMU sulle seconde case.
Riassumendo quindi: dal gennaio 2016 saranno abolite IMU e TASI sulle prime abitazioni, quelle in cui risiede solitamente il proprietario e la famiglia. Resta invece la tassazione sulle seconda case, sia IMU che TASI, ma il governo promette che non ci sarà un aumento della pressione fiscale e che l’intero gettito sarà restituito ai Comuni. 

Allo studio dell’esecutivo c’è anche la possibilità di unire IMU e TASI in un’unica tassa per faciliarne il pagamento da parte dei contribuenti.
Il Pres. dell'ANCE Comuni Italiani, Piero Fassino, in seguito ad un incontro con la Presidenza del Consiglio ha confermato “la compensazione integrale dei mancati gettiti TASI e IMU che deriveranno dall’abolizione della tassazione sulle prime case, così come ci è stato confermato che si va verso un superamento degli attuali vincoli imposti dal Patto di stabilità”.


IMU agricola.
La legge di stabilità 2016 porta alla definitiva cancellazione dell’IMU e dell’IRAP su tutti i terreni agricoli. L’abolizione dell’IMU agricola, annunciata anche ad un recente incontro con Coldiretti, sarà valida a prescindere dalla qualifica professionale (contribuenti generici, imprenditori agricoli o coltivatori diretti) e dal fatto che il terreno si trovi in comuni montani o parzialmente montani.


IMU su imbullonati.
Eliminata
l’IMU sui macchinari imbullonati, cioè sulle attrezzature ed impianti utilizzati dalle imprese e “imbullonati” al suolo.
La questione IMU su imbullonati è stata più volte segnalata dalle associazioni di categoria che ritengono la tassazione dei macchinari iniqua e molto gravosa per le imprese. 


Bonus ristrutturazioni casa e mobili. 
Confermata la proroga del bonus edilizia e mobili anche per il 2016. Via libera, dunque, anche l’anno prossimo alle detrazioni Irpef al 50% su un limite massimo di spesa di 96.000 euro per unità immobiliare e della detrazione del 50% per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (A per i forni), per l’arredo di immobili oggetto di ristrutturazione.
Previste, inoltre, detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici, nella misura del 65%, ricomprendendo tra gli interventi agevolati anche l’acquisto e la posa in opera di schermature solari, nel limite di 60.000 euro, e gli impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili, nel limite di 30.000 euro.
Nel 2016, il bonus edilizia dovrebbe essere esteso anche al settore pubblico e agli alloggi popolari, e il bonus mobili per l’acquisto di mobili nuovi e grandi elettrodomestici anche alle giovani coppie in affitto.


Il testo dovrà ora passare al Parlamento e a Bruxelles; l'Europa avrà tempo fino alla fine di novembre per dare l'ok, ma se dovesse chiedere modifiche sostanziali (come avvenuto nei giorni scorsi per la Spagna) si farà sentire nel giro di un paio di settimane. Renzi ha comunque ricordato la scelta del governo di rispettare le regole europee rivendicando al suo esecutivo il merito di essere riusciti a recuperare uno spazio di flessibilità "che vale circa 13 miliardi".


Fonti articolo: http://it.ibtimes.com/legge-di-stabilita-2016-abolizione-imu-tasi-prima-e-seconda-casa-terreni-agricoli-e-macchinari-ecco?rel=most_read3

http://www.ilghirlandaio.com/top-news/133222/l-di-stabilit-renzi-una-manovra-per-l-italia-con-il-segno-pi/

http://www.businessonline.it/news/38548/legge-stabilita-novita-e-misure-ufficiali-e-non-tra-bonus-ristrutturazione-casa-pensioni-mobili-partita-iva-tasse.html

Tassa unica sulle seconde case: le possibili soluzioni




Si fa strada anche nel Governo l’idea di fondere Imu e Tasi su seconde case e altri immobili, chiudendo definitivamente la sfortunata esperienza del tributo sui «servizi indivisibili». A certificare che l’ipotesi è sul tavolo è il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti, che intervenendo ieri alla bicamerale sul federalismo fiscale ha fatto il punto anche sull’andamento della voluntary disclosure.


Il matrimonio fra Imu e Tasi semplificherebbe la vita dei proprietari, che oggi sono costretti a pagare con doppi moduli e doppi calcoli quella che nei fatti è la stessa imposta con due nomi diversi. Sulla strada della fusione, però, c’è un ostacolo, più di “immagine” che di sostanza: oggi l’Imu ha un’aliquota massima del 10,6 per mille, a cui i Comuni, secondo il meccanismo cervellotico della doppia imposta, possono aggiungere uno 0,8 per mille di Tasi a patto di riservare qualche detrazione alle abitazioni principali. 

 

L’unione di Imu e Tasi sotto un cappello unico potrebbe allora portare l’aliquota massima all’11,4 per mille. Si tratta dello stesso livello effettivo raggiunto dall’accoppiata nei Comuni che hanno spinto al massimo le aliquote, e quindi non porterebbe aumenti generalizzati a carico dei contribuenti. Su un terreno minato come quello del Fisco sul mattone, però, ritoccare un parametro può dare argomenti a una polemica (infondata) sullo scambio fra tagli fiscali alla prima casa e aumenti sugli altri immobili, rischio che Renzi vuole ovviamente evitare soprattutto intorno a una delle mosse chiave per l’immagine della "manovra che taglia le tasse". Sarebbe da evitare, inoltre, la possibilità di arrivare all’11,4 per mille nei Comuni che non hanno introdotto la super-Tasi, e che quindi finora non hanno chiesto più del 10,6 per mille ai contribuenti.


L’alternativa passerebbe dalla ricerca di una copertura in più anche per l’addio alla Tasi fuori dall’abitazione principale, che però costa più di 1,2 miliardi. Si tratta di un obiettivo improbo, tanto più che fra abitazione principale, imbullonati e terreni l’operazione Imu-Tasi vale 5 miliardi. Una parte della copertura potrebbe arrivare dall’Imu (3,8 miliardi) pagata allo Stato da capannoni, alberghi e centri commerciali, con un meccanismo che superi i problemi di distribuzione fra Comuni ricchi di questi immobili e Comuni che invece non ne hanno.


Anche questa cifra è stata fornita ieri da Zanetti alla commissione, e comprende la quota destinata a superare il problema "imbullonati". Da questo punto di vista, spiega Zanetti, l’obiettivo è quello di scrivere nella manovra che nei capannoni la "stima diretta" con cui si calcola la rendita catastale deve escludere "macchinari, congegni, attrezzature e altri impianti funzionali allo specifico processo produttivo". Se tradotta in legge, questa definizione potrebbe avere un ventaglio di applicazione piuttosto ampio, che per evitare paradossi dovrà ovviamente essere riferito anche alle stime già effettuate che hanno creato il problema. 


Il terzo capitolo è quello dei terreni agricoli: Zanetti da per certa l’abolizione del pasticcio costruito l’anno scorso intorno ai Comuni "montani, parzialmente montani e non montani" (la scadenza per il pagamento è al 30 ottobre, ma tutta la partita è ancora sotto esame al Tar che deciderà il 4 novembre), ma conferma anche il lavoro del Governo (annunciato a Milano meno di un mese fa dallo stesso Renzi) su "interventi più radicali" che in pratica dovrebbero far uscire l’Imu da tutti i terreni.


I Sindaci, dal canto loro, dovrebbero ottenere dalla manovra un indennizzo integrale sul mancato gettito, ma anche un rinvio delle regole sul "pareggio di bilancio" che rischiano di bloccare ogni possibilità di investimento locale, Regioni comprese (come raccontato sul Sole 24 Ore del 28 settembre).
La mossa dovrebbe passare da un pronunciamento del Parlamento, che con il via libera al Def ha appena approvato lo slittamento del pareggio al 2018 per il bilancio statale, che permetterebbe di sostituire il Patto di stabilità con vincoli più semplici. L’idea corre su due binari: concentrare obiettivi e sanzioni sul saldo finale di competenza, e mettere in moto un meccanismo in grado di sbloccare parzialmente gli "avanzi", cioè i risparmi bloccati dal Patto attuale.


Questa misura rappresenterebbe un atto di attenzione verso i cosiddetti Comuni "virtuosi", e potrebbe non essere la sola: quest’anno il 20% del fondo di solidarietà comunale è stato assegnato sulla base di capacità fiscali e fabbisogni standard, ma la norma è pensata per essere progressiva e la manovra potrebbe far salire questa quota. Per arrivare a regime, però, occorre accelerare nella raccolta dei nuovi dati sugli «standard», che molti Comuni non hanno ancora inviato.


Resta da risolvere poi il problema dei tagli aggiuntivi da un miliardo che farebbero saltare Province e Città metropolitane. La sorte di questi enti rimane legata al complicato gioco delle coperture, e la prospettiva più probabile è quella di una riduzione dei tagli, che però difficilmente verranno azzerati.


Fonte articolo: Il Sole 24 Ore, vetrina, web

Via la Tasi per inquilini e proprietari

L'annuncio del Ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan durante il question time alla Camera dei Deputati farà contenti milioni di affittuari. Già, perché a non dover pagare quella che il premier Matteo Renzi ha definito la "tassa più odiata dagli italiani", non sarà soltanto l'80% delle famiglie proprietarie di case ma anche gli affittuari che puntualmente si trovano nella seconda parte dell'anno il canone maggiorato dell'odiata Tasi che puntualmente il proprietario di casa gli gira. Dopo aver versato il tributo al Comune.


"Appare corretto che l'intervento sia finalizzato all'eliminazione della Tasi sia per i possessori sia per i detentori degli immobili, anche per evitare disparità trattamento tra i contribuenti", ha detto infatti Padoan rispondendo sulle misure per eliminare la Tasi sulla prima casa. L’anno scorso la Tasi ha bussato alla porta degli occupanti (cioè gli inquilini, ma anche i comodatari) in circa 4.200 Comuni, cioè quelli che non si sono limitati a colpire l’abitazione principale, ma il gettito complessivo si è fermato sotto ai 100 milioni di euro.

 

Problemi applicativi e scarsi risultati derivano dalla genesi del meccanismo, pensato per collegare in qualche modo ai servizi locali un tributo che funziona in realtà come una patrimoniale. I "servizi indivisibili" (illuminazione, verde pubblico, sicurezza e così via) sono utilizzati da chi abita in un territorio, proprietario o inquilino che sia, per cui deve pagarne una parte. Da questo presupposto è nata la regola che ha imposto ai Comuni di chiedere agli occupanti una quota compresa fra il 10 e il 30% del tributo complessivo sull’immobile.


Fuori dall’abitazione principale, però, lo spazio fiscale era già stato occupato quasi interamente dall’Imu, con il risultato che la Tasi si è di conseguenza concentrata sulla prima casa. Poco più di un Comune su due ha applicato il tributo anche sugli altri immobili, con un’aliquota media che si è aggirata intorno allo 0,7 per mille: questo significa che per un appartamento da 100mila euro di valore fiscale la Tasi media è di 70 euro (ma ci possono essere fino a 1.060 euro di Imu), e la quota a carico dell’inquilino oscilla fra i 7 e i 21 euro. In media, quindi, più degli importi hanno pesato i calcoli, che spesso hanno imposto agli inquilini di pagare un Caf per scoprire di dover versare poco o nulla (sotto i 12 euro, a meno di diverse scelte comunali, l’obbligo di pagamento cade). Il discorso cambia ovviamente per gli inquilini di case di lusso: in questo caso i valori in gioco crescono, e aumentano quindi le somme che rischiano di spostarsi sul proprietario con la cancellazione della quota a carico dell’occupante.


La misura annunciata da Padoan, logica conseguenza dell’abolizione delle tasse sull’abitazione principale, rompe però il tabù che considerava “intoccabile” tutto il resto del fisco immobiliare nel nome della semplicità dell’intervento.
In questa chiave, resta da vedere se sopravviveranno le altre regole, che nell’accoppiata con l’Imu per ogni immobile impongono ai proprietari doppi calcoli e doppi moduli per pagare quella che di fatto è un’unica imposta con due nomi diversi. La soluzione finale arriverà il 15 ottobre mentre domani il Consiglio dei ministri esaminerà la Nota di aggiornamento al Def che sarà poi trasmessa alle Camere. 


Fonti articolo: http://www.affaritaliani.it/economia/casa-meno-tasi-per-tutti-via-la-tassa-anche-per-chi-e-in-affitto-383703.html

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