Commerciale: in quali immobili conviene investire?

Se gli investimenti in immobili d’impresa rispecchiano il fermento dell’economia, il mercato attuale conferma in pieno gli ultimi decisi segnali di ripresa (Pil all’1,5% per fine anno stimato da Confindustria).


Che si tratti di raddoppiare i capannoni o affittare nuovi uffici e negozi, piccole e grandi imprese sono tornate a spendere risorse sugli spazi di lavoro.

 

I dati dell’Agenzia delle Entrate sono chiari: gli acquisti di edifici destinati all’uso commerciale o produttivo sono cresciuti nell’ultimo semestre del 6,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In più, secondo Nomisma, nello stesso arco temporale si sono accorciati di circa il 5-10% i tempi di vendita e locazione degli spazi vuoti. Altro indicatore importante della reattività del settore produttivo. 


La maggior parte delle richieste riguarda gli affitti, non gli acquisti: il 72% nel caso dei capannoni, l’85% per i negozi e l’80% per gli uffici. Questo perchè, soprattutto in ambito commerciale, il proprietario dell’edificio è quasi sempre chi investe per mettere a reddito. 


A livello territoriale il Nord corre di più. Lombardia, Veneto e Piemonte sono in testa, ma il trend positivo è diffuso in tutta Italia, specialmente quando è mosso da alcune specificità. 
Quali sono i settori più dinamici? Pmi industriali, attività artigianali e autofficine sono i più attivi nella ricerca di nuovi capannoni, ma è il food a dominare tra i negozi. Nuove attività di ristorazione e di vendita di alimentari coprono da sole un terzo del mercato. Sul fronte uffici, le richieste provengono da due direttrici: da un lato, ci sono i liberi professionisti, come gli studi legali, che ancora prediligono le zone centrali delle città.


"A livello di aziende, invece, i grandi gruppi o le multinazionali cercano in prevalenza sedi direzionali in cui accorpare tutto il personale, ben collegate a infrastrutture logistiche e collegamenti pubblici, realizzate secondo standard moderni che permettano di ottimizzare gli spazi e ridurre i costi a livello di efficienza energetica, a prescindere che si trovino in centro o fuori", spiega Alessandro Mazzanti, amministratore delegato di Cbre Italia. 


Ma quanto si spende per una nuova sede di lavoro? La forbice è molto larga e dipende da zona e tipologia d’attività. Per prendere in affitto un ufficio nuovo, c’è ampia disponibilità in tutta Italia in un range compreso tra 80 e 150 euro al metro quadro all’anno, con punte che toccano i 400-500 a Milano e Roma.
Per i capannoni, invece, si resta tra i 50 e gli 80 euro in affitto e in una media di 500-800 euro al metro quadro come prezzo d’acquisto (con differenze del 20% se si è vicini o lontani dalle principali arterie). Come locazione per i negozi si può passare da 100 euro al metro quadro annui in periferia ai 1.500-2.000 euro in centro a Roma, Milano, Firenze e Napoli, mentre per l’acquisto con 1.000-2.000 euro al metro si può comprare in molte zone d’Italia, ma nei principali centri città si parte almeno da 2.500-3.000 per salire al top, come 10mila/15mila. E nel caso dei negozi, costa il doppio trovarsi su una via di grande passaggio o in una zona esclusiva.


Fonte articolo: IlSole24ore, vetrina web

 

 

Compravendite: quasi il 50% riguarda la prima casa

Secondo le statistiche diffuse dal Notariato in occasione del 52esimo Congresso nazionale in corso a Palermo, ottenute elaborando i dati in possesso del 92% dei notai in esercizio,nel primo semestre 2017 sono state effettuate 401.432 compravendite di beni immobili, terreni agricoli compresi.


Di queste 300.929 hanno riguardato i fabbricati (destinati ad abitazione e locali pertinenziali, cioè box, cantine e posti auto).

È il Nord a trainare il mercato con più del 56% dei trasferimenti immobiliari (in particolare al Nord-Ovest il 34,8%, al Nord-Est il 21,6%), mentre al Centro si registrano il 17,7% degli atti, al Sud 18,1% e nelle isole il 7,7%. "Un dato positivo lo fa registrare il Friuli-Venezia Giulia con un +10,7%, la Valle d'Aosta con un +6,4%, il Trentino-Alto Adige con un +4,4%. Al Centro – si legge in una nota – in controtendenza con il resto delle regioni della zona, si pone l’Umbria con un +7,9%. Anche la Lombardia e il Veneto restano in ambito positivo, rispettivamente con un +2,6% e un +0,7%. La Lombardia si conferma la regione in cui vengono scambiati più immobili con 82.561 trasferimenti pari a 824 trasferimenti ogni 100mila abitanti".


Le compravendite di prima casa tra privati riguardano il 49,6% delle transazioni registrate, nel 26,4% dei casi si tratta di acquisti "seconda casa" tra privati, nel 17,1% di seconda casa da impresa e solo nel 6,9% di prima casa da impresa. Ad acquistare la prima casa è maggiormente la fascia di età compresa tra i 18 e 35 anni: si tratta del 39,5% dei trasferimenti in crescita del 3% rispetto al 2016.


"Anche nel primo semestre 2017 – continua la nota – come nel primo semestre dell’anno precedente, il 55% delle operazioni di acquisto di fabbricati e il 97% degli acquisti di terreni agricoli e l'85% di quelli edificabili rientrano sotto il prezzo di 100mila euro".


Trend positivo per i mutui 

Si registra un aumento del 2% "sui nuovi finanziamenti con garanzia ipotecaria su fabbricati, ma resta la propensione ad una certa prudenza e una bassa propensione al rischio del mondo bancario visto che oltre il 70% dei mutui erogati non supera l’importo di 150mila euro". Significativo però anche l’aumento di oltre il 10% per i finanziamenti di importo superiore ai 500mila, "segnale di una timida ripresa dei grandi investimenti", sottolinea il Notariato. Nel primo semestre aumenta anche di circa il 9% l’importo erogato per i nuovi finanziamenti.


Secondo i notai, è secondario il ruolo delle surroghe (anche qui in contrasto con le rilevazioni di molti operatori di mercato): i nuovi finanziamenti ipotecari rappresentano infatti il 78% del totale. La fascia di età più finanziata è quella da 18-45 anni, a cui sono destinati il 70% dei finanziamenti.

Donazioni in calo 

"Rispetto al 2016 si rileva un calo generalizzato degli atti di donazione, più netto nel campo immobiliare che in quello dei beni mobili. Resta confermato che queste ultime si concentrano più al Nord". Quanto alle donazioni di immobili, "rimangono stabili le percentuali relative alle donazioni di piena (52,3% nel 2017 e 52,2% nel 2016) e nuda proprietà (17,5% nel 2017 e 17,3% nel 2016)".


Fonte articolo: IlSole24ore.com

 

Più garanzie per chi acquista "su carta"; approvata la legge

Offrire maggiori garanzie a chi acquista un immobile "su carta".


È uno degli obiettivi della legge delega per la modifica della legge fallimentare, approvata definitivamente dal Senato.

Nel testo per la "riforma delle discipline della crisi di impresa e dell’insolvenza" un articolo dedicato alle "garanzie in favore degli acquirenti degli immobili da costruire" prevede che il contratto sia stipulato per atto pubblico o per scrittura privata autenticata, in modo da garantire controlli maggiori sugli adempimenti di competenza del costruttore.
 

Le garanzie già in vigore per gli acquirenti

Chi acquista su carta è già tutelato dal D.lgs 122/2005. Al momento della stipula del contratto per il trasferimento non immediato della proprietà dell’immobile da costruire, il costruttore deve procurare all’acquirente una fideiussione pari alle somme riscosse e a quelle da riscuotere prima del trasferimento della proprietà.


Con la fideiussione, l’acquirente può ottenere la restituzione delle somme versate nel caso in cui l’impresa costruttrice si trovi in una situazione di crisi. C’è crisi se l’immobile oggetto del contratto viene pignorato, in caso di fallimento o liquidazione coatta amministrativa, ammissione alla procedura di concordato preventivo o stato di insolvenza.   


Il costruttore deve inoltre consegnare all’acquirente una polizza assicurativa decennale, con decorrenza dalla data di conclusione dei lavori, a copertura dei danni materiali e diretti all'immobile, compresi i danni ai terzi, derivanti da rovina totale o parziale oppure da gravi difetti costruttivi delle opere, per vizio del suolo o per difetto della costruzione manifestatisi successivamente alla stipula del contratto definitivo di compravendita o di assegnazione.
 

Immobili da costruire, in arrivo maggiori tutele

La nuova legge cerca di prevenire eventuali comportamenti scorretti o dimenticanze che, in caso di fallimento, possono danneggiare l’acquirente.


Per agevolare i controlli dei notai sull’obbligo di stipula della fideiussione e di consegna della polizza assicurativa, è stabilito che l’atto o il contratto avente come finalità il trasferimento non immediato della proprietà o di altro diritto reale di godimento su un immobile da costruire, nonché qualunque atto avente le medesime finalità, debba essere stipulato per atto pubblico o per scrittura privata autenticata.
La norma prevede infine la nullità del contratto nel caso in cui il costruttore non abbia ottemperato all’obbligo assicurativo.


Fonte articolo: Edilportale.com

Compravendita: i doveri del notaio verso le parti

Quando si realizza una compravendita immobiliare, il notaio deve effettuare alcune attività di controllo di legalità.


Vediamo, nel dettaglio, di cosa si tratta.

  • 1. Il notaio deve accertare l’identità personale delle parti che intervengono nell’atto e la loro capacità di compierlo attraverso la verifica del regime patrimoniale tra i coniugi (comunione legale dei beni o separazione), della legittimazione ad intervenire, in caso di stranieri, minori, interdetti, inabilitati o beneficiari di amministrazione di sostegno, ecc.

  • 2. Il notaio deve verificare per legge l’inesistenza di precedenti ipoteche o vincoli o pignoramenti presso l’Ufficio del Territorio dell’Agenzia delle Entrate e la regolarità urbanistica e catastale degli immobili. Deve verificare, inoltre, che l’immobile oggetto della vendita non sia sottoposto a discipline peculiari, ad esempio in tema di edilizia residenziale pubblica o a diritto di prelazione a favore di determinati soggetti o se si tratta di beni di interesse storico, artistico, archeologico.

  • 3. Il notaio deve individuare il regime fiscale relativo al caso concreto e verificare la sussistenza di requisiti per eventuali benefici fiscali.

  • 4. Il notaio deve controllare che la prestazione energetica degli immobili sia certificata in base alle norme nazionali e regionali in materia. Per la vendita di edifici dotati di impianti è obbligatoria la dotazione e spesso anche l’allegazione dell’attestato di prestazione energetica (Ape), predisposto da un certificatore iscritto in un apposito albo e che indica in sostanza la classe energetica di consumo dell’immobile quanto al riscaldamento.

  • 5. Il notaio deve verificare l’osservanza delle norme in materia di antiriciclaggio, tracciabilità dei pagamenti e sulle provvigioni corrisposte a titolo di intermediazione a eventuali agenzie immobiliari.

Stabilità 2018: ecco le possibili misure sulle casa

Il ritorno dalle vacanze coincide con il tradizionale appuntamento con la legge di Stabilità, che, anche quest'anno, potrebbe contenere importanti novità per il settore immobiliare.


Vediamo quali sono le misure per la casa che potranno trovare spazio nella Finanziaria di quest'anno.

  • - Maggiori garanzie sulle ipoteche per le banche - la legge di Stabilità dovrebbe contenere l'obbligo di sfratto dell'immobile pignorato nel caso in cui venga messo in vendita. Adesso lo sfratto avviene solo nel momento in cui l'immobile viene aggiudicato;

  • - Proroga agevolazioni fiscali per chi compra un immobile all'asta e lo rivende entro cinque anni. Invece delle doppie imposte, catastali e di registro, ci sarebbe un'unica imposta forfettaria di 200 euro;

  • - Riconfermati anche il bonus per le detrazioni energetiche al 65% e il cosiddetto sisma-bonus, con diversi scaglioni che oggi possono arrivare anche al 70-80%;

  • - Rinnovo della cedolare secca del 10% sugli affitti abitativi a canone concordato in scadenza il prossimo 31 dicembre;

  • - Possibile estensione della cedolare secca sugli affitti anche agli immobili commerciale. Un'apertura alla misura è stata annunciata dal viceministro alla finanze Enrico Morando, che ha reso noto l'intenzione di proporre una sperimentazione della cedolare "per contrastare la desertificazione dei centri storici".

  • Fonte articolo: Idealista.it

Quando usufruire del bonus ristrutturazione se si compra dall'impresa?

Per poter fruire della detrazione è necessario che i lavori siano finiti su tutto il fabbricato e che sia stata presentata al Comune, da parte dell’impresa, la Comunicazione di fine lavori.


L’ha chiarito il viceministro all’Economia e Finanze, Luigi Casero, durante un’interrogazione in commissione Finanze alla Camera.

Il dubbio che ha fatto nascere l’interrogazione era il seguente. Sembra che alcuni uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate abbiano contestato la detrazione fiscale per alcuni immobili, perchè la detrazione fiscale per le ristrutturazioni edilizie può essere riconosciuta soltanto alla fine dei lavori dell’intero fabbricato. Ma la guida dell’Agenzia delle Entrate sulle ristrutturazioni edilizie specifica che per ottenere la detrazione fiscale occorre che l’immobile sia assegnato entro 18 mesi dalla comunicazione di fine lavori e che la detrazione è legata alla singola unità immobiliare. Poi, nella circolare del 4 aprile 2017 n. 7, le Entrate dicono che si può ottenere la detrazione anche se il rogito è stato stipulato prima della fine dei lavori riguardanti l’intero fabbricato (a partire tuttavia dall’anno in cui i lavori sono finiti).


Luigi Casero fa presente che l’articolo 16-bis, comma 3 del Decreto 917/1986 (TUIR) prevede che la detrazione prevista dal comma 1 per interventi di recupero del patrimonio edilizio spetti anche nel caso di interventi di restauro e risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia riguardanti interi fabbricati, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie, che provvedano entro diciotto mesi dalla data di termine dei lavori all’assegnazione dell’immobile.


Inoltre, le circolari n. 15/2003 e n. 7/2017 precisano che la detrazione per la ristrutturazione è riconosciuta per l’acquisto di unità abitative collocate in immobili interamente ristrutturati, mentre non lo è per i lavori di recupero del patrimonio edilizio riguardanti le singole unità immobiliari.
La Guida alle ristrutturazioni edilizie dell’Agenzia delle Entrate ha chiarito che:

ciascun acquirente, fermo restando che i lavori di ristrutturazione dell’intero edificio devono essere effettuati entro i termini previsti dalla norma, può beneficiare della detrazione in relazione al proprio acquisto o assegnazione a prescindere dal fatto che siano o meno cedute le altre unità immobiliari che compongono il fabbricato.

La circolare n.7 stabilisce che "è possibile fruire della detrazione anche se il rogito è stato stipulato prima della fine dei lavori riguardanti l’intero fabbricato ma, in tal caso, la detrazione può essere fruita solo dall’anno di imposta in cui i lavori sull’intero fabbricato siano stati ultimati".


Quindi, devono essere finiti i lavori sull’intero fabbricato e deve essere stata presentata al Comune la Comunicazione di fine lavori.


Fonte articolo: Ediltecnico.it

 

Il sogno dei Millennials è la casa di proprietà

I giovani oggi affittano appartamenti in condivisione per non essere vincolati a un luogo fisso, ma quando pensano al futuro si immaginano di vivere in una casa di proprietà.


È quanto emerge dalle 2500 risposte degli studenti universitari intervistati da Uniplaces.

 

Per una generazione abituata a viaggiare e pronta a trasferirsi in un’altra città per cogliere potenziali opportunità lavorative, l’affitto risulta nell’immediato la soluzione più pratica. Il 35% evidenzia che vivere in affitto inoltre consente a un giovane di abitare in zone centrali della città che sarebbero altrimenti inavvicinabili.
Per gli studenti, un altro dei vantaggi dato dalla locazione è la possibilità di condividere l’esperienza con altre persone: il 78% dichiara infatti di essere felice di avere più coinquilini.


Per quanto riguarda i costi, il 46% afferma di essere disposto a spendere tra i 200 e i 300 euro per una stanza in appartamento condiviso, mentre il 29% si spinge fino a 400 euro; il 14% è pronto a spendere anche di più.


Se viene presa in considerazione la dimensione temporale, lo scenario cambia radicalmente. L’affitto in condivisione, visto come la scelta perfetta per studenti e giovani lavoratori, non è considerato una soluzione a lungo termine: il 79% degli intervistati prevede infatti di trovare una sistemazione diversa entro i 30 anni. Raggiunta quell’età, anche i Millennial ambiscono a trovare una maggiore stabilità che si traduce nel desiderio di comprare casa. Solo il 4% dichiara di non essere interessato ad avere una casa di proprietà.


Il 17% degli intervistati spera di riuscire a permettersi l’acquisto entro i 30 anni, mentre il 47% crede di poterlo fare tra i 31 e i 35 anni. Secondo il 31% il momento dell’acquisto non arriverà prima dei 36 anni.


I Millennial considerano il mattone un buon investimento per i propri risparmi (32%) e sono convinti che, nel lungo periodo, comprare casa si rivelerà più economico che affittare (32%). La maggioranza degli intervistati punta a finanziare l’acquisto con un mutuo (79%): il 16% si aspetta di poterlo estinguere in meno di 10 anni, il 25% pensa che ne serviranno fino a 15, mentre il 21% fissa il proprio orizzonte temporale a 20 anni. Il 32% crede invece che occorrerà ancora più tempo. Il canone mensile che i giovani si aspettano di dover pagare per il mutuo va dai 300 ai 400 euro secondo il 25% degli intervistati, mentre un altro 25% alza la stima a 500 euro. Il 31% prevede invece che la cifra sarà più alta.


Giampiero Marinò, country manager di Uniplaces per l’Italia: "Spesso si tende a credere che i ragazzi di oggi abbiano priorità totalmente diverse rispetto al passato, che siano concentrati sul presente e non si preoccupino a sufficienza di costruirsi un futuro stabile e solido. In realtà non è affatto così: come si può pensare che la generazione più istruita di sempre sia anche la più sprovveduta? Il fatto è che i Millennial non si fanno troppe illusioni: sanno che ci vorrà tempo per trovare un buon impiego e raggiungere la sicurezza economica. Però sono determinati a riuscirci, e l’intenzione pressoché universale a comprare casa è un forte segnale in questo senso. Certo è che un percorso tanto lungo deve per lo meno essere piacevole e stimolante: da qui la voglia di sfruttare al meglio gli anni dell’università e dell’ingresso del mondo nel lavoro, godendosi la libertà di spostarsi il più possibile e condividendo le proprie esperienze con coinquilini che, spesso e volentieri, diventano una seconda famiglia".


Fonte articolo: Monitorimmobiliare.it

Entrate: le compravendite di abitazioni +3,8%; vola il mercato delle pertinenze

Il mercato immobiliare italiano continua a dare segnali positivi.


I dati del secondo trimestre pubblicati con le Statistiche trimestrali elaborate dall'Osservatorio del Mercato Immobiliare delle Entrate mostrano infatti un incremento generalizzata. 

Le transazioni delle abitazioni sono aumentate del 3,8%, mentre le compravendite delle pertinenze (cantine e soffitte) crescono del 10,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il settore terziario commerciale, che comprende uffici e negozi, sale del 6,2%, mentre il settore produttivo mostra una crescita del 4,9%. I tassi di crescita del mercato immobiliare hanno tuttavia registrato un rallentamento rispetto al primo trimestre dell'anno.


Il mercato delle abitazioni prosegue nel sentiero di risalita che ha caratterizzato gli ultimi 3 anni. Nel periodo tra aprile e giugno 2017 sono state scambiate 145.529 abitazioni, circa 5 mila in più rispetto al 2016, registrando però una crescita rallentata rispetto al trimestre precedente. Le compravendite di depositi pertinenziali sono state più accentuate nei comuni minori (+11,9%) rispetto ai comuni capoluogo (+6,9%), mentre gli scambi che hanno riguardato i box e i posti auto hanno avuto un andamento positivo (+2,7%) ma abbastanza eterogeneo, con performance molto diverse tra i capoluoghi, che hanno chiuso con segno meno, e i centri minori, in cui il mercato è stato positivo.


Il mercato residenziale, spiega l'Agenzia, cresce un po' di più nelle grandi città (+4,4%). Il risultato migliore è stato registrato a Napoli, dove gli acquisti di abitazioni sono aumentati del 13,6%. Seguono Palermo (+8,3%) e Torino (+5,7%). Roma e Milano si sono allineate alla media complessiva delle metropoli, facendo segnare valori di poco superiori al 4% (rispettivamente +4,5% e +4,1%). Più statico il mercato nelle città di Genova (+1,3%) e Firenze (+0,9%), mentre Bologna è l'unica tra le grandi città a mostrare un dato negativo (-4,3%), con poco più di 1.500 compravendite.


Per quanto riguarda il settore terziario commerciale, aumentano del 6,2% gli scambi, grazie al traino del nord ovest e delle isole, aree che segnano il recupero più elevato (rispettivamente +10,9% e +7,6%). Nelle grandi città spiccano i risultati delle compravendite di uffici, in crescita del 18%, e dei negozi, con +10,7% rispetto allo stesso trimestre del 2016.


Nel settore produttivo le compravendite di capannoni e industrie crescono del 4,9%: nonostante il tasso tendenziale sia ridimensionato, i dati del secondo trimestre 2017 si riavvicinano ai livelli che hanno preceduto il crollo del 2012. Il rialzo del settore è sostenuto soprattutto dalla crescita degli scambi nelle aree del centro e del nord ovest, (rispettivamente +18,7% e +11,3%), mentre sono più timidi i recuperi al nord est (+3,5%) e al sud (+0,3%); in netta controtendenza le isole, dove si è invece rilevato un pesante calo delle compravendite (-37,3%).


Fonte articolo: Milanofinanza.it

 

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