Patrimonio immobiliare e prelievo fiscale: Italia ed Europa a confronto

Si parla spesso della pressione fiscale che grava sulle spalle degli italiani proprietari di immobili, ma molto meno di quello che accade al di fuori dei confini nazionali. Qual è la situazione negli altri Paesi europei? In Germania, in Spagna, in Grecia, per esempio.

Una risposta arriva dalla recente pubblicazione Gli immobili in Italia 2015 realizzata dagli esperti dell’Agenzia delle Entrate in collaborazione con Sogei, la società ITC del Ministero delle finanze.
Il primo dato che spicca emerge dal confronto tra l’andamento del prelievo sul patrimonio finanziario e immobiliare tra Germania, Italia, Spagna, Francia e Regno Unito negli anni 2000, 2010 e 2012.

 

Se è vero che l’Italia è stata quella che nel biennio 2010-2012 ha subito il maggiore incremento, passando dal 4,8% al 6,2%, occorre dire che, tranne in Germania, il prelievo fiscale era già molto alto nel 2010 in tutti i Paesi considerati: 6,4% in Spagna (ridotto a 6,2% nel 2012), 8,5% in Francia (praticamente immutato nel 2012 con l’8,6%) e nel Regno Unito 12% (ridotto all’11,8% nel 2012).
In tutti i Paesi esaminati l’abitazione principale è esente dall’imposta sui redditi delle persone fisiche e gode di un trattamento preferenziale per l’acquisto che include forme dirette di sussidio, deduzioni/detrazioni fiscali per gli interessi sui mutui e riduzioni di prelievo sui redditi della prima casa.
Questo trattamento fiscale di favore per la proprietà immobiliare (e per la abitazione principale in particolare) è spesso giustificato dalla natura specifica del bene «abitazione» e dalle esternalità positive che possono essere associate alla scelta di dimorare nella casa di residenza da parte del proprietario.

Discorso interessante anche per quanto riguarda la deducibilità fiscale dal valore imponibile degli interessi sui mutui ipotecari contratti per l’acquisto della casa.
Per esempio, Germania, Grecia, Francia e Regno Unito non prevedono, oggi, alcun sistema di agevolazione fiscale sui mutui contratti. In Belgio, interesse e spese possono essere dedotti fino a un tetto massimo di 2.770 euro per i primi 10 anni e di poco più di 2.000 euro in seguito. In Olanda gli interessi sui mutui ipotecari possono essere interamente deducibili in regime di tassazione personale del reddito, mentre l’Estonia, pur consentendo un limite generale per la deducibilità fissato a 1.920 euro, si è verificata una stretta considerando che fino al 2013 l’importo deducibile era molto superiore (circa 3.200 euro).


Fonte articolo: http://www.geometri.cc/il-prelievo-fiscale-sulla-casa-tra-italia-ed-europa-cosa-cambia.html



La situazione dei mutui nel primo trimestre del 2015

Nei primi tre mesi del 2015 è proseguito il boom dei mutui di surroga che arrivano al 58,8% delle erogazioni totali, seguiti con il 34,9% dei mutui per acquisto prima casa. La tendenza viene confermata dall'ultima edizione dell’Osservatorio di MutuiOnline.it.

Confermata al rialzo anche la quota del prezzo d’acquisto finanziato. Ammonta infatti al 26% la richiesta di mutui per le classi di loan-to-value tra il 71 e l'80% del valore dell'immobile, con il 19% dei mutui effettivamente erogati che conferma un tale Ltv.

Balzo del tasso fisso tra le forme di mutuo maggiormente erogate nel periodo con oltre il 50% delle sottoscrizioni, mentre il tasso fisso “semplice”, che negli anni scorsi rappresentava circa l’80% del mercato, si ferma al 43,9%.

Per quanto riguarda la durata, invece, la maggioranza dei mutui erogati in Italia (il 25,2%) ha una durata di 20 anni. L’importo medio dei mutui erogati è stato pari a 117.044 euro, in calo rispetto al secondo semestre del 2014 (121.363 euro).

A livello di localizzazione geografica i mutui erogati si sono distribuiti per il 42,1% nel Nord Italia, seguiti dal Centro con il 39,7%, dal Sud (12,9%) e dalle Isole (5,3%).

Fonte articolo: http://www.casa24.ilsole24ore.com/art/mutuo-casa/2015-04-07/2015-meta-mutui-concessi-160656.php?uuid=AbhsIEeL

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