Crisi alle spalle, compravendite in aumento del 6%



"Il mercato immobiliare italiano si è lasciato alle spalle la pesante crisi degli ultimi sette anni ma la risalita sarà lenta e non priva di insidie". È lo scenario che traccia Nomisma nell'Osservatorio sul mercato immobiliare presentato oggi 25 novembre a Milano in collaborazione con Intesa Sanpaolo Private Banking.


In attesa dei dati ufficiali dell'Agenzia delle Entrate sul terzo trimestre che saranno diffusi la prossima settimana, l'istituto bolognese stima compravendite residenziali in crescita del 6% a fine anno. E prezzi delle case ancora in calo del 2,5% su base annua, ma che dovrebbero fermare la discesa dal 2016. Restano più marcati i cali delle quotazioni (e le prospettive di risalita) sul fronte uffici (-3,4%) e negozi (-2,6%).



Secondo Nomisma, "si rafforzano i segnali di miglioramento del mercato immobiliare, che si erano delineati a partire dalla seconda parte del 2014, anche grazie a un quadro macroeconomico sicuramente più favorevole, seppure non si tratti di dinamiche eclatanti". 


Viene sottolineato come le mutate condizioni congiunturali hanno fatto riemergere una domanda mai sopita ma che ha ancora bisogno di sostegno: circa il 75% delle famiglie italiane che cercano casa potrà infatti procedere all'acquisto solo grazie il sostegno economico da parte delle banche. Le condizioni macroeconomiche "indubbiamente favorevoli" non sono infatti "sufficienti per alimentare un percorso di risalita non assistita". Con la quota di transazioni senza ricorso al credito è scesa nel 2015 al di sotto del 45%.


La risposta del sistema bancario all'impennata delle richieste non è mancata. L'incremento delle erogazioni per l'istituto bolognese è risultato eclatante, "seppur di gran lunga inferiore rispetto ai dati diffusi anche da autorevoli istituzioni nel corso dell'anno".
Più nel dettaglio, "il capitale erogato alle famiglie per i mutui nei primi sei mesi del 2015, al lordo delle iniziative di portabilità, è stato di 17,3 miliardi con un incremento di 53 punti percentuali sul primo semestre del 2014 e di 34 sul semestre precedente. Per la seconda parte dell'anno le previsioni ammontano a 21 miliardi di euro". Con un progressivo consolidamento nei prossimi anni.


Nomisma sottolinea però anche che rimangono alcune incognite soprattutto legate a persistenti situazioni critiche legate al peso dei crediti deteriorati. Ma anche al rischio di "iniziative di dismissione massiva di asset immobiliari a garanzia di crediti pesantemente svalutati accentuino ancora una volta la pressione ribassista dei prezzi".


"Analizzando le 13 città monitorate – comunica Nomisma – la crescita dei livelli di attività è risultata uniforme e diffusa sia per le residenze che per gli immobili ad uso produttivo. La maggiore rigidità dei prezzi nel corso della crisi si riflette nell'andamento anticipatorio delle quantità rispetto ai valori, con un ritardo dei secondi che tende ad ampliarsi nel tempo". In ambito residenziale, "l'offerta continua a crescere nei semicentri e nelle periferie mentre si conferma stabile nelle zone di pregio e nei centri".


Anche il mercato degli affitti si conferma abbastanza uniforme in un confronto delle zone urbane ed è "interessante notare come nelle zone di pregio e nei centri la domanda di acquisto di case che non viene soddisfatta dagli immobili presenti sul mercato sembra orientarsi verso la locazione, in attesa di un miglioramento delle condizioni di accessibilità, oltre che di qualità".
Il rendimento
medio lordo annuo da locazione delle abitazioni si è attestato al 5,1% in linea con quello degli uffici (5%).
Si conferma elevato –7,3% annuo – il rendimento medio rilevato da Nomisma per i negozi.


Sul fronte "Corporate", "l'esposizione verso il sistema bancario induce a ritenere che la ripresa non possa dirsi pienamente consolidata, anche se dai numeri parrebbe robusta. Da parte degli operatori prevale un giudizio stabile rispetto alle quantità immesse nel corso dell'anno sul mercato, mentre la domanda è risultata ancora in calo, anche se non sono mancate indicazioni di assestamento. L'offerta si presenta stabile con l'eccezione dei centri città dove invece è in crescita".


In ultimo, Nomisma evidenzia come negli anni Duemila furono gli strumenti di investimento italiani ad alimentare e dare robustezza alla crescita del comparto; al momento l'Istituto bolognese non vede le condizioni per individuare "chi possa rilevare il testimone dagli operatori opportunistici esteri e dare continuità alla fase espansiva in atto".


Oggi più che mai va segnalata "una forte correlazione tra le dinamiche del settore immobiliare e le scelte allocative delle banche, per cui nel momento in cui ci dovesse essere una conferma della tendenza espansiva dal punto di vista del credito ci saranno segnali di irrobustimento della crescita per quanto riguarda il settore immobiliare". I segnali di miglioramento dati dall'aumento delle compravendite sono però da inquadrare in "una fase di incertezza che si innesta dopo una crisi molto lunga in cui le famiglie hanno pesantemente risentito della doppia ondata recessiva, e quindi la connotazione di questa nuova fase espansiva sarà la fragilità".


Fonti articolo: http://www.casa24.ilsole24ore.com/art/mercato-immobiliare/2015-11-25/nomisma-crisi-immobiliare-spalle-ma-risalita-sara-lenta-compravendite-rialzo-prezzi-ancora-giu-105942.php?uuid=AC3clzgB&refresh_ce=1

http://www.radio24.ilsole24ore.com/programma/cuoridenari/extra/mattone-italiano-nomisma-crisi-121701-gSLAYmbZRB

 

Al SAIE "una nuova idea dell’abitare"

Rigenerazione urbana, riqualificazione energetica, una nuova cultura dell’abitare agganciata alla sostenibilità. La 51esima edizione del Saie, il salone dell’edilizia italiana (nei padiglioni di BolognaFiere dal 14 ottobre fino al 17 ) archivia le vecchie formule e segna il debutto di Saie Smart House sulla scena delle tecnologie all’avanguardia, di una nuova idea di città e di casa, dell’evoluzione degli scenari normativi che fanno delle ristrutturazioni e delle riqualificazioni il trampolino di lancio di una stagione di ripresa.


La manifestazione, nella nuova versione, riconferma non solo la propria caratura internazionale (sono attesi oltre 80 buyers stranieri provenienti da 12 Paesi) ma anche il ruolo di piattaforma nazionale di confronto sulle politiche di settore, con 1.038 espositori e il coinvolgimento di 22 tra università e centri di ricerca, in un’area di 85mila metri quadrati. 

Con la molla degli incentivi fiscali gli interventi di riqualificazione e ristrutturazione del patrimonio residenziale (oltre il 55% delle abitazioni è stato costruito prima degli anni Settanta) stanno funzionando. Quest'anno rappresenteranno il 37% del valore degli investimenti in costruzioni, riaffermandosi come l’unico comparto che mantiene una tenuta dei livelli produttivi. Risultati che non saranno comunque sufficienti a risollevare un settore che dal 2008 ha perso 69 miliardi di investimenti (dati dell’Osservatorio Ance).


"È apprezzabile la posizione del Governo sull’Imu ma la tassazione sulla casa – dice Antonio Gennari, vice direttore generale dell’Associazione nazionale dei costruttori – tra il 2008 e il 2013 è cresciuta del 111%, a fronte di una media Ue del 23. E c’è uno squilibrio dell’imposizione fiscale tra l’acquisto di una casa vecchia e di una casa nuova, a svantaggio dei costruttori, per i quali sarebbe opportuno un credito di imposta. Mantenere gli ecobonus è un buon incentivo ma occorre modificare l’intensità dell’agevolazione in rapporto all’effetto in termini di efficienza energetica".


Proposte alle quali i costruttori aggiungono la richiesta di una revisione delle regole urbanistiche, con l’abbattimento degli oneri di urbanizzazione, in caso di opere di demolizione e ricostruzione. Interventi che, aggiunge Gennari, "potrebbero riqualificare ampie aree di periferia, soprattutto nelle grandi città, caratterizzate da edifici strutturalmente obsoleti, senza nuovo consumo di territorio". 


Il nuovo format “sdoppia” un salone che ha superato il mezzo secolo di vita. A Saie Smart House, dedicato alla costruzione e riqualificazione di edifici e città intelligenti (a partire da quest’anno si svolgerà in tutti gli anni dispari), si affianca Saie Building & Construction (che sarà realizzato negli anni pari e che apre anche alla costruzione e ingegneria del territorio e delle infrastrutture). Ed è soprattutto il primo a raccogliere la sfida della nuova idea di città, la smart city che cresce di pari passo con l’innovazione e la sostenibilità ambientale. 
L’impianto generale della manifestazione assegna rilievo agli incontri tra i professionisti e le imprese (tra seminari, workshop e convegni ne sono previsti oltre 400) e all’internazionalizzazione del sistema delle costruzioni, grazie alle delegazioni attese da Marocco, Turchia, Iran, Golfo Persico, Vietnam, Azerbaijan ed Egitto per gli appuntamenti b2b.


Tra i forum, quello di apertura - “Una nuova idea dell’abitare” – con Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere della Pontificia accademia delle Scienze Sociali, Norbert Lantschner, coordinatore scientifico di Saie Smart House, l’architetto Mario Cucinella e il meteorologo Luca Mercalli. "Gli obiettivi europei del 20-20-20 e quelli successivi già programmati per il 2030 e 2050 – spiega Cucinella – impongono una visione strategica della città e del territorio. Quella delle aree metropolitane è una grande opportunità per ripensare proprio al futuro delle città in funzione di questi obiettivi. Senza una grande visione non ci saranno politiche efficaci".


Il salone si innesta su un mercato immobiliare che da segnali di ripresa, come rileva uno studio di Nomisma: quest’anno la percentuale delle famiglie che manifesta l’intenzione di mettere in cantiere l’acquisto di una casa nel breve o medio periodo è salita al 74,6%, contro il 64,8% di due anni fa. E l’erogazione di mutui, dopo il crollo del biennio 2012-2013, ha ricominciato a crescere nel primo trimestre dell’anno (oltre 24.100, con la previsione di quasi 38mila mutui nel 2016). Quanto al numero di compravendite residenziali, dovrebbe ricominciare a crescere arrivando a sfiorare quota 500mila. 


Continua invece la stagnazione del mercato delle nuove costruzioni: l’anno scorso sono state rilasciate poco più di 47mila concessioni (due anni fa furono oltre 278mila). Viceversa sono in forte crescita le richieste di detrazioni fiscali per ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche.


Fonte articolo: http://www.casa24.ilsole24ore.com/art/mercato-immobiliare/2015-10-13/saie-bologna-via-rigenerazione-energetica-traina-l-edilizia-162939.php?uuid=ACCtm0AB

 

 

Gli incentivi ristrutturazione fanno bene all'immobiliare


Rigenerazione urbana, riqualificazione energetica, una nuova cultura dell’abitare agganciata alla sostenibilità. La 51esima edizione del Saie, il salone dell’edilizia italiana (nei padiglioni di BolognaFiere dal 14 al 17 ottobre) archivia le vecchie formule e segna il debutto di Saie Smart House sulla scena delle tecnologie all’avanguardia, di una nuova idea di città e di casa, dell’evoluzione degli scenari normativi che fanno delle ristrutturazioni e delle riqualificazioni il trampolino di lancio di una stagione di ripresa.

La manifestazione, nella nuova versione, riconferma non solo la propria caratura internazionale (sono attesi oltre 80 buyers stranieri provenienti da 12 Paesi) ma anche il ruolo di piattaforma nazionale di confronto sulle politiche di settore, con 1.038 espositori e il coinvolgimento di 22 tra università e centri di ricerca, in un’area di 85mila metri quadrati.


Con la molla degli incentivi fiscali gli interventi di riqualificazione e ristrutturazione del patrimonio residenziale (oltre il 55% delle abitazioni è stato costruito prima degli anni Settanta) stanno funzionando. Quest'anno rappresenteranno il 37% del valore degli investimenti in costruzioni, riaffermandosi come l’unico comparto che mantiene una tenuta dei livelli produttivi. Risultati che non saranno comunque sufficienti a risollevare un settore che dal 2008 ha perso 69 miliardi di investimenti (dati dell’Osservatorio Ance). 


"È apprezzabile la posizione del Governo sull’Imu ma la tassazione sulla casa – dice Antonio Gennari, vice direttore generale dell’Associazione nazionale dei costruttori – tra il 2008 e il 2013 è cresciuta del 111%, a fronte di una media Ue del 23. E c’è uno squilibrio dell’imposizione fiscale tra l’acquisto di una casa vecchia e di una casa nuova, a svantaggio dei costruttori, per i quali sarebbe opportuno un credito di imposta. Mantenere gli ecobonus è un buon incentivo ma occorre modificare l’intensità dell’agevolazione in rapporto all’effetto in termini di efficienza energetica". Proposte alle quali i costruttori aggiungono la richiesta di una revisione delle regole urbanistiche, con l’abbattimento degli oneri di urbanizzazione, in caso di opere di demolizione e ricostruzione. Interventi che, aggiunge Gennari, "potrebbero riqualificare ampie aree di periferia, soprattutto nelle grandi città, caratterizzate da edifici strutturalmente obsoleti, senza nuovo consumo di territorio".


Il nuovo format “sdoppia” un salone che ha superato il mezzo secolo di vita. A Saie Smart House, dedicato alla costruzione e riqualificazione di edifici e città intelligenti (a partire da quest’anno si svolgerà in tutti gli anni dispari), si affianca Saie Building & Construction (che sarà realizzato negli anni pari e che apre anche alla costruzione e ingegneria del territorio e delle infrastrutture). Ed è soprattutto il primo a raccogliere la sfida della nuova idea di città, la smart city che cresce di pari passo con l’innovazione e la sostenibilità ambientale.
L’impianto generale della manifestazione assegna rilievo agli incontri tra i professionisti e le imprese (tra seminari, workshop e convegni ne sono previsti oltre 400) e all’internazionalizzazione del sistema delle costruzioni, grazie alle delegazioni attese da Marocco, Turchia, Iran, Golfo Persico, Vietnam, Azerbaijan ed Egitto per gli appuntamenti b2b. 


Il salone si innesta su un mercato immobiliare che dà segnali di ripresa, come rileva uno studio di Nomisma: quest’anno la percentuale delle famiglie che manifesta l’intenzione di mettere in cantiere l’acquisto di una casa nel breve o medio periodo è salita al 74,6%, contro il 64,8% di due anni fa. E l’erogazione di mutui, dopo il crollo del biennio 2012-2013, ha ricominciato a crescere nel primo trimestre dell’anno (oltre 24.100, con la previsione di quasi 38mila mutui nel 2016). Quanto al numero di compravendite residenziali, dovrebbe ricominciare a crescere arrivando a sfiorare quota 500mila.
Continua invece la stagnazione del mercato delle nuove costruzioni: l’anno scorso sono state rilasciate poco più di 47mila concessioni (due anni fa furono oltre 278mila). Viceversa sono in forte crescita le richieste di detrazioni fiscali per ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche.


L'Unione europea nel suo piano per l’energia con scadenza al 2050 ha indicato una serie di priorità da seguire per ridurre i consumi (e quindi l’inquinamento, oltre che la dipendenza dalle forniture estere) e aumentare la sicurezza delle cose e delle persone. Per centrare l’obiettivo l’Italia dovrebbe ristrutturare 1.500 abitazioni al giorno, un numero che appare particolarmente ambizioso dopo anni di recessione e a fronte di uno scenario di ripresa economica piuttosto debole, anche se è reso meno utopico dalle condizioni di accesso ai finanziamenti, molto più convenienti rispetto al passato. 


Secondo un’indagine Nomisma, la riqualificazione energetica e il riuso urbano offrono uno spazio di investimenti pari a 13,6 miliardi di euro.Nel residenziale infatti, ipotizzando interventi di natura sia globale che parziale su diverse tipologie di edificio, si è stimato un risparmio potenziale complessivo al 2020 di circa 49.000 GWh/anno di energia finale, equivalenti a 3,71 Mtep/anno. 


La componente di domanda legata alle ristrutturazioni e all’efficientamento energetico ha fatto da cuscinetto al pesante ridimensionamento del settore immobiliare dopo il 2008
, tanto che, rispetto all’intero valore cumulato della produzione del settore delle costruzioni nel 2013, circa il 67% è riconducibile ad interventi di manutenzione sul patrimonio esistente. Anche per quanto riguarda gli investimenti in costruzioni, circa un terzo del totale degli investimenti nel corso del 2014 è riconducibile a interventi di manutenzione straordinaria, unici a crescere di volume tra 2008 e 2014.


Fonti articolo: Il Sole24Ore, vetrina, web;

http://www.idealista.it/news/finanza-personale/investimenti/2015/10/13/117927-edilizia-green-e-sostenibile-possibili-investimenti-per-13-6-miliardi-di

Andamento prezzi case e compravendite 2015



L'ISTAT: II trim. 2015 prezzi case in leggero calo e compravendite in aumento.
Nel secondo trimestre 2015, sulla base delle stime preliminari dell’Istat, l'indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie sia per fini abitativi sia per investimento diminuisce dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e del 3% nei confronti dello stesso periodo del 2014. Nel primo trimestre 2015 l’Istat registrava un calo dello 0,7% sul trimestre precedente e del 3,6% a livello annuale.


L’agenzia delle Entrate la settimana scorsa ha registrato per lo stesso periodo 2015 compravendite di case in aumento dell’8,2%.

 

 

Le flessioni congiunturali e tendenziali - spiega l'Istat in una nota - sono dovute alle diminuzioni dei prezzi sia delle abitazioni nuove (-0,3% rispetto al primo trimestre 2015, -2% rispetto allo stesso trimestre del 2014) sia di quelle esistenti (-0,1% su base congiunturale, -3,5% su base annua).
“Pur persistendo un quadro di generale flessione dei prezzi delle abitazioni, continua la progressiva, seppur lenta, riduzione dell'ampiezza delle diminuzioni tendenziali, grazie soprattutto alla minore flessione dei prezzi delle abitazioni esistenti” scrive l’Istituto di statistica.


I Semestre 2015: compravendite residenziale positivo.
Nel primo semestre il settore degli immobili residenziali ha continuato in Italia il trend positivo iniziato lo scorso anno chiudendo con un totale di 211.968 transazioni (+2,9% a/a). 


L’analisi nelle grandi città del mercato immobiliare residenziale nei primi sei mesi del 2015
mette in luce un incremento generalizzato con le sole Genova e Roma caratterizzate dal segno meno (rispettivamente -7,3% e -2,9% rispetto al semestre 2014).
Dalla parte opposta spicca l’andamento di Bari, dove le compravendite sono aumentate del 23,2% e di Palermo,  che segnala un incremento del 13,9%.
Milano conferma
il suo buon andamento, come ormai avviene ormai da otto trimestri a questa parte e fa segnare +5,9%.


Un panorama generale che sembra più sereno, anche se saranno i prossimi sei mesi a decretare l’uscita dalla crisi.
“I valori si portano verso la parità - commenta Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari -. Nei prossimi trimestri potremmo vedere un ritorno in terreno positivo delle quotazioni”.
Secondo l’Istat : “la persistenza delle riduzioni di prezzo si manifesta in un quadro di significativa ripresa del mercato immobiliare residenziale in termini di numero di compravendite. Con le stime preliminari del secondo trimestre 2015 la diminuzione dei prezzi delle abitazioni rispetto al 2010 raggiunge il 14%. Alla riduzione concorrono sia le abitazioni esistenti sia le nuove, i cui prezzi sono scesi rispettivamente del 19% e dell'1,9%”.


Fonti articolo: http://www.casa24.ilsole24ore.com/art/mercato-immobiliare/2015-10-02/istat-prezzi-case-calo-01percento-aprile-giugno-104258.php?uuid=ACFc1r8&refresh_ce=1

http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Economia/Immobiliare-continua-ripresa-residenziale-sem-Gabetti/01-10-2015/1-A_020134964.shtml?refresh_ce-cp

http://www.geometri.cc/mercato-immobiliare-residenziale-primo-semestre-2015-con-il-segno-piu.html

 

Ripresa del mercato immobiliare: +6,8% nel secondo trimestre

Riparte il mercato immobiliare nel secondo trimestre dell'anno, che rispetto allo stesso periodo del 2014 guadagna un +6,8%. È quanto emerge dall'Osservatorio dell'Agenzia delle Entrate. Il settore commerciale segna un +10,3%, il residenziale un +8,2% e le pertinenze un +6,1%. Restano col segno meno il comparto produttivo (-8%) e il terziario (-3,8%).


In particolare, nel periodo aprile-giugno 2015 il settore residenziale ha registrato 116.514 transazioni, segnando un +8,2% rispetto alle 107.647 transazioni rilevate nello stesso trimestre dello scorso anno. La migliore performance si osserva al Nord (+10,3%), mentre al Centro e al Sud il rialzo si attesta intorno al 6%. 


Crescita al top a Torino e Palermo.
Le grandi città mostrano tutte significativi risultati di crescita: Torino e Palermo registrano rispettivamente un +16,3% e +16,1%, seguite da Firenze (+11,8%), Milano (+9,2%), Roma (+5%) e Genova (+4,4%); ripresa più modesta, invece, per Bologna (+3,2%) e Napoli (+0,5%).
Nel territorio provinciale, il primato del mercato residenziale spetta a Milano, con un rialzo di oltre il 16%, seguita da Bologna e Genova, che superano abbondantemente quota 13%, e Firenze (+10,3%). 


Ancora statico il mercato non residenziale.
Sul fronte del mercato non residenziale, rispetto allo stesso trimestre del 2014, risulta in positivo solo il settore commerciale, che con 6.719 transazioni registra un incremento del 10,3%.
Ancora in ribasso, invece, le compravendite di immobili nel settore produttivo (-8%) e in quello del terziario (- 3,8%). In particolare, il comparto produttivo risulta sostanzialmente stabile al centro, mentre registra valori negativi al nord (-8,2%) e soprattutto al sud (-16%); sul settore terziario invece pesa la performance negativa del Nord (-7,7%), che da solo muove oltre la metà del mercato, a differenza del Centro che, in controtendenza, fa segnare un deciso rialzo del 16,3%. 


Fonte articolo: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2015-09-24/entrate-riparte-mercato-immobiliare-68percento-vendite-secondo-trimestre-110925.shtml?uuid=ACFoTm3&refresh_ce=1

Cosa manca al decollo dell'immobiliare?

La ripresa del settore immobiliare stenta a decollare. L’evidente miglioramento del clima di fiducia fatica, infatti, a tradursi in una dinamica inequivocabilmente espansiva delle compravendite.


L’arretramento tendenziale, in parte imputabile agli effetti delle modifiche della normativa fiscale introdotte a partire dall’1/1/2014, che hanno portato a concentrare all’inizio dello scorso anno transazioni che altrimenti si sarebbero concluse sul finire del 2013, dimostra una volta di più che il percorso di uscita dalla crisi sarà lungo e non privo di ostacoli.

A frenare la risalita sono fattori sia di domanda che di offerta. Se non vi sono dubbi che la prospettiva di crescita economica abbia favorito l’impennata delle intenzioni di acquisto delle famiglie, pare altrettanto evidente la fragilità di una parte rilevante di esse e il conseguente bisogno di supporto, tanto da parte della propria rete familiare quanto del sistema bancario. Si tratta perlopiù di domanda finalizzata al soddisfacimento di un fabbisogno primario, a lungo compresso a causa della crisi, che si manifesta in maniera diretta o, in misura tendenzialmente decrescente, “mediata” da parenti prossimi, in virtù di una migliore dotazione finanziaria.


Al contempo, risulta significativo l’incremento dell’incidenza della componente di investimento, a riprova del diffondersi delle aspettative di ormai prossimo rilancio del settore.
Si va affacciando sul mercato una domanda composita, in parte minoritaria solvibile e nelle condizioni di cogliere le opportunità scaturite dalla crisi senza il bisogno di ricorrere a sostegni esterni e, in parte ampiamente prevalente, indebolita dalla recessione e talmente precaria dal punto di vista delle prospettive da non poter prescindere dal ricorso a forme di sostegno.


È, dunque, dalla disponibilità del sistema bancario ad accettare la scommessa sulle capacità di rimborso dei richiedenti o, in caso di default, di copertura del debito da parte delle garanzie immobiliari, che dipendono le possibilità di rilancio del settore. A tal proposito i segnali paiono meno netti ed univoci di quanto sarebbe lecito attendersi sulla base delle condizioni praticate e, più in generale, delle intenzioni dichiarate dalla maggior parte degli istituti.


Il sistema bancario preferisce privilegiare iniziative di portabilità, il cui livello di rischiosità risulta più contenuto, sia in ragione della minore esposizione residua che della disponibilità di informazioni sulle abitudini di pagamento del richiedente, piuttosto che sostenere nuove operazioni. L’effetto complessivo dell’incremento delle erogazioni registrato nell’ultimo anno risulta, pertanto, modesto e in alcun modo paragonabile all’impennata della domanda rilevata nello stesso periodo.


Ad ostacolare la capacità di realizzo e, più in generale, le possibilità di ripresa del comparto immobiliare, ha senz’altro contribuito la rigidità dei valori rispetto al cambiamento delle condizioni di contesto. Lo sfasamento temporale con cui i prezzi hanno inaugurato la parabola discendente rispetto all’esordio della fase negativa sul versante delle compravendite ha finito per ampliare l’orizzonte recessivo. L’ulteriore flessione registrata nel primo semestre di quest’anno s’inserisce, dunque, in un processo di graduale avvicinamento a posizioni di equilibrio, il cui raggiungimento, alla luce delle tendenze rilevate, parrebbe ormai prossimo.


L’importante stimolo garantito dal progressivo miglioramento della prospettiva macroeconomica necessita di due imprescindibili elementi per potersi trasformare in dinamica pienamente espansiva del settore immobiliare: da un lato un allentamento della selettività del sistema bancario, dall’altro un’ulteriore correzione dei prezzi.
Su entrambi i fronti i segnali continuano ad essere incoraggianti seppure il processo necessiti ancora di tempo per arrivare a compimento.


Fonte articolo: http://www.edilio.it/overview-del-mercato-immobiliare-italiano/p_22520.html

Qual è l'entità della ripresa immobiliare?

Dopo 7 anni di crisi economica il mercato immobiliare ha iniziato a far registrare i primi valori a segno più. Le compravendite incrementano. Il fatturato del settore cresce. Mentre i prezzi restano stabili. Cosa accadrà da qui alla fine dell’anno? E, soprattutto, cosa aspettarsi dal 2016? Of-Osservatorio finanziario lo ha chiesto a 4 esperti del settore, i numeri uno di due società di agenzie immobiliari in franchising e di due uffici di studi e ricerche indipendenti.


Che il peggio sia ormai alle spalle ne sono convinti tutti. Addetti ai lavori, esperti del settore, responsabili degli uffici di studi e ricerche condividono lo stesso pensiero: il mercato immobiliare si sta riprendendo. Soprattutto rispetto agli anni più cupi della crisi. Lo confermano i dati. I numeri in crescita delle compravendite concluse. E il fatturato dell’intero settore che sembra finalmente orientato a chiudere l’anno con segno positivo. 

Quello che resta da capire, semmai, è quale sia l’entità di questa ripresa. Sempre che di ripartenza in effetti si tratti. Perché se c’è una cosa che la crisi ha insegnato è che ormai il mercato, così come tutto il settore, è cambiato. Ed è stata una trasformazione talmente radicale che gli interrogativi circa il futuro andamento del comparto sorgono più che spontanei. Cosa accadrà dunque da qui alla fine dell’anno? E cosa aspettarsi per il 2016? Il mercato immobiliare tornerà a crescere? E, ancora, come cambieranno i prezzi delle case? E che influenze avranno tutte queste trasformazioni più in generale sul settore dell’edilizia? 


Of-Osservatorio finanziario ha fatto il punto della situazione. E ha intervistato in esclusiva i numeri uno delle due principali agenzie immobiliariin franchising in Italia, Gabetti e Tecnocasa, e i vertici delle due più note società indipendenti italiane di ricerca nel settore immobiliare, Scenari Immobiliari e Nomisma. Ecco le loro previsioni a medio termine per i prossimi 18 mesi. 


È soprattutto tra gli addetti ai lavori che si respira un clima di maggiore ottimismo. Secondo Marco Speretta, AD di Tree Real Estate e COO di Gabetti Property Solutions (leggi qui l’intervista) , il 2015 rappresenta un anno di miglioramento. E anche se il primo semestre ha fatto registrare valori positivi, seppur contenuti, relativi all’incremento del numero delle compravendite portate a termine, la previsione è quella di un miglioramento molto più significativo da qui alla fine dell’anno. Il 2015, fanno sapere da Gabetti, si chiuderà con un aumento delle transazioni d’acquisto di circa il 5%. Mentre per il 2016 si prevedono incrementi nell’ordine del 7, 8%. 


Ipotizza, invece, un aumento più sostanzioso nell’ordine dell’8-10% annuo Mario Breglia, fondatore e presidente di Scenari Immobiliari (leggi qui l’intervista), istituto indipendente di studi e ricerche con sede a Milano e Roma. Che prevede, per fine 2016, il raggiungimento della soglia di circa 500.000 compravendite, contro le 417.000 del 2014. 


Anche per Luigi Sada, Amministratore Delegato Tecnocasa Franchising Spa (leggi qui l’intervista) il secondo semestre del 2015 sarà caratterizzato da un trend rialzista che si dovrebbe protrarre fino al 2017. Mentre i prezzi, dal canto loro, hanno già iniziato a rallentare la loro corsa al ribasso, e per il medio periodo si prevede che resteranno sostanzialmente stabili. Con buona pace di chi ha una casa da vendere. 


Eppure, è decisamente troppo presto per parlare di ripartenza. Il boom del 2007 appare ancora molto lontano. E anche se presumibilmente il mercato continuerà ad irrobustirsi, tuttavia si tratterà di un processo lento e graduale. Lo conferma anche Luca Dondi, Consigliere Delegato di Nomisma (leggi qui l’intervista). Che chiarisce: il mercato ormai è cambiato dalle fondamenta, e con esso anche tutto il comparto edilizio in generale.
In altre parole serve una trasformazione radicale: non bisogna più costruire, ma ristrutturare l’esistente. 


Fonte articolo: http://www.osservatoriofinanziario.com/of/newslarge.asp?id=2241

 

 

"Mercato più sano": l'obiettivo ora è valorizzare gli immobili

"È inutile aspettarsi la ripresa, non si può dire quando arriverà. Questo è il mercato dell'immobiliare a cui dobbiamo fare riferimento": parola di Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari. L'istituto di studi e ricerche ha presentato a Milano il suo Outlook per il 2016 valutando un settore che per il prossimo anno dovrebbe presentare circa 500mila compravendite di case nel nostro Paese e che non si può confrontare con quanto succedeva nei primi anni 2000 al cui cospetto "tutti i Paesi vanno maluccio. Mentre in realtà tutti i mercati si muovono in modo omogeneo e non è che l'Italia va peggio". 


La crisi è finita? La crisi immobiliare pare definitivamente terminata e il mercato immobiliare italiano dovrebbe aver smesso di contrarsi ancora. "Si apre adesso – ha spiegato Breglia – un mercato con quotazioni stabili, una forte domanda di innovazione, una richiesta di qualità dei prodotti". 

La variazione dei prezzi tra questo anno e il prossimo dovrebbe essere sotto un punto percentuale mostrando una sostanzialmente stabilità secondo Scenari dopo che tra il 2010 e il 2015 ha perso il 9% quasi. In generale i prezzi delle abitazioni sono più o meno stagnanti, con l'eccezione di Londra, per tutta l'Europa. In Italia come nel resto del continente si assiste ad un mercato differenziato tra grandi città che fanno corsa a sé e le top location che dettano il prezzo. Il fatturato italiano del settore è in fase di ripresa, con una crescita prevista intorno al 3,7% nel 2015, mentre il 2016 dovrebbe segnare un altro incremento sino al 5,4%, non lontano dalla media (6,2%) dei paesi europei più importanti. Più faticosa la ripresa dei prezzi e dell'attività edilizia, per i quali non ci sarà un'inversione di tendenza prima del secondo semestre 2016. 


Un mercato più sano "Al netto delle turbolenze che sono arrivate prima dalla Grecia e ora dalla Cina – commenta il presidente di Scenari – il mercato immobiliare cresce nel numero di scambi, è un mercato attivo e i mercati vanno meglio dove si costruisce di più. Soprattutto ci sono indicatori più sani rispetto al passato perché si cresce dove ci sono più scambi e calcoliamo che ci sarà un miglioramento dal 2016. C'è poca finanza e siamo tornati ai fondamentali perché si costruisce non come investimento ma per l'uso diretto". 


Inoltre il settore si sta evolvendo con servizi sempre più ampi: l'obiettivo oramai è diventato la valorizzazione degli immobili, tanto che Scenari riporta un dato che mostra l'evoluzione del settore. Mentre il comparto ha fatto registrare il crollo degli impieghi nelle costruzioni, invece negli ultimi dieci anni sono aumentati del 50% in Europa e del 70% in Italia gli addetti ai servizi. Segno che si lavora in maniera più professionale. Soprattutto è tornata l'attrattività del settore immobiliare, in aumento anche perché in un'ottica di lungo periodo i rendimenti immobiliari, nonostante la tendenza verso il basso registrata negli ultimi anni, sono competitivi rispetto ai mercati finanziari. 


Una recente analisi realizzata da Oxford Economics per il periodo 2000-2015, indica che lo spread dei rendimenti immobiliari nelle zone di pregio delle principali città europee rispetto ai titoli di Stato è di circa duecento punti base a Londra, mentre oscilla da trecento a quattrocento punti base nelle altre città. "Gli investitori internazionali – spiega Breglia – stanno guardando all'Italia visto che il quadro internazionale è più complicato. E penso che continueranno a farlo per i prossimi anni. Ci sono segmenti di questo settore che stanno migliorando più del Pil ma certo dobbiamo guardare a un mercato ridimensionato, dove gli scambi sono per circa 450mila abitazioni".
Nel dettaglio il comparto residenziale ha mostrato segnali di ripresa nella maggior parte dei mercati europei. Le previsioni per il 2015-2016 sono di una crescita graduale e costante delle compravendite. In Italia il mercato residenziale sta avendo un leggero miglioramento in termini di compravendite. Per la fine del 2015 si potrebbe arrivare a circa 448mila e l'obiettivo di mezzo milione nel 2016 è considerato realistico, dato il progressivo incremento dei mutui concessi dalle banche. 


"Il mercato europeo si è ridimensionato, i prezzi non salgono e non saliranno – conclude Breglia – in realtà in Italia abbiamo bisogno di ristrutturare più che costruire. E la fiscalità di cui si parla tanto non è un vero problema perché anche negli altri Paesi europei è molto alta, ma dove si costruisce bene si vende bene. Le previsioni sono di un cambiamento disegno verso il positivo con la fine di questo anno, ma non possiamo aspettarci un intervento a sostegno della politica visto che si è concentrati su altri fronti e per le costruzioni sono più urgenti le infrastrutture o le scuole".


Dal turismo al commerciale il mercato si evolve. Per quando riguarda gli altri settori oltre al residenziale, il commerciale ha in corso una profonda rivoluzione con i negozi che stanno trovando nuove e rinnovate soluzioni. Mentre la grande distribuzione, dopo un paio di anni di grande crescita e molte nuove aperture, si sta riposizionando nelle grandi città. Sul fronte degli uffici il mercato è sempre più polarizzato nelle due principali città, Roma e Milano, dove si concentrano anche gli investimenti esteri.
Uno sguardo invece del settore turistico arriva dalla presentazione sempre a Milano del Tourism Investment di Bergamo (25 settembre) l'evento dedicato agli investimenti immobiliari nel comparto. Dove non mancheranno le buone notizie tanto che il periodo 2014-2016 può essere definito l'anno degli alberghi visto che si stima verranno realizzati nel complesso 2500 nuove stanze. Una situazione ampiamente sostenuta dagli istituti di credito. Paola Garibotti Head of Country Development Plans di UniCredit spiega "Ci siamo concentrati nel turismo. Abbiamo deciso di focalizzarci su quello di qualità cercando di finanziare operatori con un modello di business sostenibile e di qualità stanziando da qui al 2018 due miliardi di euro per il settore".


Fonte articolo: ilSole24Ore Edilizia e Territorio, vetrina web.

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