Imu e Tasi: incognite e agevolazioni sui terreni

 

Un appello di metà anno per 63 milioni di immobili (senza contare i terreni), sui quali in alcuni casi scatta anche un doppio pagamento di Imu e Tasi. La scadenza del 16 giugno si presenta anche ricca di incognite


L’acconto, sia per l’Imu che per la Tasi, consiste semplicemente nel pagare la metà di quanto si è pagato complessivamente nel 2014. Ma le cose si complicano quando l’acquisto dell’immobile è avvenuto in questi primi mesi del 2015: qui bisogna calcolare tutta l’imposta dovuta per il 2015 e pagare la metà. 
Chi vuole provare a pagare meno, comunque, può farlo: basta che il suo Comune abbia già deliberato le aliquote Tasi e Imu per il 2015 e queste siano inferiori a quelle del 2014: l’elenco completo dei Comuni (per ora oltre 1.200) è stato raccolto da Confedilizia (www.confedilizia.it). 

Tra le incognite più forti quella sul pagamento dell’Imu sui terreni agricoli: la novità consiste nella esenzione per i terreni montani, con l’introduzione di una speciale detrazione di 200 euro a favore dei proprietari di terreni che hanno perduto l’esenzione.
Se un terreno agricolo non rientra nella esenzione, allora si calcola con le modalità ordinarie: si parte dalla tariffa di reddito dominicale vigente al catasto al 1° gennaio 2015, la si rivaluta del 25% e la si moltiplica per 75 (per i coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali - Iap iscritti nella gestione previdenziale agricola), o per 135 per tutti gli altri.


I contribuenti in possesso delle qualifiche professionali agricole, inoltre, hanno diritto ad un’ulteriore agevolazione. Il comma 8-bis del Dl 201/2011 prevede l’esenzione per i terreni agricoli di valore pari o inferiore a 6.000 euro posseduti e condotti da parte di coltivatori diretti o Iap e l’applicazione dell’imposta per scaglioni, oltre questo importo, fino a 32.000 euro. Sono agricoli i terreni adibiti all’esercizio delle attività previste dall’articolo 2135 del Codice civile.
Comunque l’esenzione Imu (articolo 7, lettera h, del Dlgs n. 504/1992), si applica a tre fattispecie di terreni agricoli, anche non coltivati:
- ubicati nei comuni classificati totalmente montani di cui all’elenco dei comuni italiani predisposto dall’Istat; 
- ubicati nei comuni delle isole minori di cui all’allegato A della legge 448/2001; 
- posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali (Iap) di cui all’articolo 1 del Dlgs 99/2004 iscritti nella gestione previdenziale, ubicati nei comuni classificati parzialmente montani di cui allo stesso elenco Istat. 


L’esenzione si estende anche al caso in cui un soggetto in possesso delle qualifiche professionali conceda in affitto il terreno ad un altro soggetto in possesso delle medesime qualifiche. Secondo il Dipartimento delle Finanze (risoluzione n. 2/DF del 2015) è necessario che il concedente possieda e conduca almeno un altro terreno per poter essere in possesso della qualifica di coltivatore diretto o Iap, ma non sembra che il beneficio possa essere escluso per i coltivatori diretti proprietari e coadiuvanti di familiari ai quali hanno affittato il terreno.


La legge 34/2015 ha poi introdotto una detrazione pari a 200 euro da applicare, fino a concorrenza del suo ammontare, all’imposta dovuta sui terreni ubicati nei Comuni di cui all’allegato A della legge, posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli Iap iscritti nella previdenza agricola. Sono i terreni montani che in base alle precedenti regole (circolare ministeriale n. 9/1993) erano esenti da Imu e che ora non lo sono più in base al nuovo elenco Istat.
Il Dipartimento, rispondendo alle Faq del 28 maggio 2015, ha precisato che l’importo di 200 euro è unitario e che in presenza di più comproprietari aventi titolo la detrazione deve essere ripartita proporzionalmente alle quote di proprietà; se uno solo dei comproprietari possiede le predette qualifiche la detrazione gli spetta interamente. Se il terreno è situato in più comuni la detrazione viene ripartita in rapporto al valore dei terreni situati in ciascun comune. 
Si ricorda, infine che i terreni agricoli non sono soggetti al pagamento della Tasi.


Fonte articolo: quotidiano.ilsole24ore.com/vetrina/edicola24web

IMU e Tasi, guida "Facile"

 

 

Il 16 giugno prossimo il fisco busserà due volte. In scadenza, il versamento degli acconti di Imu (Imposta municipale unica) e Tasi (Tassa sui servizi indivisibili), le imposte che gravano sulla casa e che, insieme alla Tarsu (Tassa sui rifiuti), danno vita alla Iuc (Imposta unica comunale).

Tanto per l’Imu quanto per la Tasi la base di calcolo è data dalla rendita catastale rivalutata del 5%. Il risultato va moltiplicato per il coefficiente corrispondente all’immobile (160 per le abitazioni) e su questo importo si applica l’aliquota decisa dal relativo Comune. Le aliquote sono reperibili sul sito del Ministero dell’economia e delle finanze e, in questa prima fase, sono le stesse del 2014, a meno che le amministrazioni non abbiano comunicato entro il 23 maggio allo stesso dicastero eventuali variazioni. La metà del risultato ottenuto è l’importo da versare a titolo di acconto Imu e di acconto Tasi. Eventuali detrazioni o agevolazioni previste sono indicate nelle delibere pubblicate dai Comuni.

Chi ha poca familiarità con i numeri può rivolgersi a un Caf  o accedere al sito amministrazionicomunali.it, che permette di effettuare il computo online inserendo nell’apposito format il codice catastale del Comune e il valore della rendita catastale.
L’Imu deve essere versata dai proprietari di seconde case e relative pertinenze, mentre dal 1° gennaio 2014 è stata abolita per le abitazioni principali (quelle dove si ha la residenza) ad eccezione di quelle classificate come immobili di lusso (ville, castelli e dimore di pregio), appartenenti alle categorie catastali A1, A8 e A9. La Tasi deve essere invece versata in parte dai proprietari degli immobili e in parte dagli inquilini (se la casa è data in affitto) per una quota decisa dai Comuni che oscilla tra il 10 e il 30% del totale. Imu e Tasi possono essere pagate servendosi del modello F24 o tramite bollettino postale sia online, sia agli sportelli di banche o uffici postali.

Ricordiamo che l’aliquota minima fissata dallo Stato nel 2014 era pari all’1 per mille, mentre la massima si determinata tenendo conto che la somma tra Imu e Tasi non deve essere superiore al 10,6 per mille. Le aliquote Imu, anche per il 2015, possono essere elevate dai sindaci di uno 0,8 per mille aggiuntivo se il Comune ha previsto agevolazioni fiscali sulla prima casa.
Il saldo, per entrambe le imposte, si dovrà versare il 16 dicembre 2015, quando verrà effettuato il conguaglio in base alle variazioni di aliquota decise nel frattempo dalle amministrazioni.

Fonte articolo: http://www.facile.it/mutui/news/imu-e-tasi-la-prima-scadenza-il-16-giugno.html

Le regole per il calcolo di IMU e Tasi

Entro il prossimo 16 giugno i cittadini italiani dovranno versare la prima rata di Tasi e Imu. Per calcolare l’importo dell’acconto si devono utilizzare le aliquote deliberate nel 2014. Per quanto riguarda l’anno in corso infatti, la proroga concessa ai Comuni per la presentazione dei bilanci preventivi, implica anche uno slittamento delle delibere sulle aliquote di Tasi e Imu.
Fanno eccezione i Comuni che presenteranno apposita delibera entro il 23 maggio e nei quali si dovranno dunque applicare le aliquote per l’anno in corso.

 

A questo punto, molti penseranno che l’importo da versare è lo stesso dell’anno scorso. In teoria sì, in pratica ogni contribuente dovrà tener conto di eventuali variazioni che potrebbero far aumentare o diminuire la somma da pagare. A titolo esemplificativo potrebbero essere cambiati:
- la rendita catastale dell’immobile (il riferimento è al 1° gennaio 2015); 
- la modalità di utilizzo del fabbricato;
- la tipologia dell’area, divenuta edificabile in base al PRG.

In ultimo potrebbero essere stati effettuati degli acquisti o delle vendite di immobile nel corso dell’anno che andrebbero ad incidere sul pagamento dell’Imu e della Tasi.


Imu e Tasi 2015: acquisti e vendite. 
Le due rate di Imu e Tasi 2015, in scadenza rispettivamente il 16 giugno e il 16 dicembre, dovranno essere di pari importo. Nel caso in cui il contribuente abbia acquistato un immobile il 16 aprile 2015, il calcolo del tributo dovrà essere effettuato per il periodo dal 16 aprile 2015 al 31 dicembre 2015. Una volta ottenuto il risultato, esso dovrà essere diviso per due.
In ogni caso, per calcolare il saldo, bisognerà liquidare nuovamente il tributo per l’intera annualità e applicare le aliquote deliberate, sottraendo quanto versato entro il 16 giugno a titolo di acconto.


Imu 2015: quando si paga e quanto. Se un immobile è adibito ad abitazione principale, l’Imu non è dovuta, così come le relative pertinenze. Ricordiamo che viene considerato abitazione principale l’immobile usato come dimora del possessore e del proprio nucleo familiare a condizione che vi risiedano anagraficamente. Le pertinenze dell’abitazione principale sono quelle inserite nelle nelle categorie catastali C/2, C/6 e C/7 (esempio: box auto). Bisogna tenere però in considerazione che l’esonero dal pagamento vale solo per una unità immobiliare, sulla seconda si dovranno versare sia l’Imu che la Tasi.

Sono soggette all’Imu le abitazioni principali di lusso inserite nelle categorie catastali A/1, A/8 e A/9. In questo caso però sono previste delle riduzioni e il contribuente dovrà applicare l’aliquota stabilita dal Comune di pertinenza nel 2014. La misura base è del 4 per mille, ma i Comuni possono aver apportato delle variazioni fino al 6 per mille o fino al 2 per mille. E’ prevista in questo caso una detrazione fissa di 200 euro rapportata al periodo durante il quale si protrae la destinazione ad abitazione principale.
Secondo la normativa vigente, l’Imu è dovuta per anni solari in proporzione alla quota posseduta e ai mesi dell’anno nei quali si è protratto il possesso. Deve essere considerato per intero il mese in cui il possesso si è protratto per almeno 15 giorni. La stessa regola si deve applicare per il pagamento della Tasi.


Imu e Tasi 2015: base imponibile. 
Per calcolare la base imponibile di Tasi e Imu occorrerà partire dalla rendita catastale rivalutata del 5% e poi moltiplicare il numero per il coefficiente di riferimento. Per gli immobili ad uso abitativo il coefficiente è 160.

Nel calcolo della base imponibile sono previsti alcuni casi particolari:
- fabbricati di interesse storico ed artistico: base imponibile ridotta del 50%;
- fabbricati dichiarati inagibili o inabitabili: base imponibile ridotta del 50%.

Per quanto riguarda i terreni agricoli poi, la base imponibile andrà calcolata sulla base del reddito dominicale rivalutato del 25%. Una volta fatto si dovrà applicare il coefficiente di riferimento: 135.
Per le aree edificabili, la base imponibile è data dal valore edificabile.

 

Tasi e Imu 2015: aliquote. L’aliquota di base ai fini Imu è pari al 7,6 per mille. I Comuni hanno la possibilità di ridurla fino al 4,6 per mille o aumentarla fino al 10,6 per mille. Anche nel 2015 si potrà poi applicare l’addizionale dello 0,8 per mille, in tutti i casi però non si potrà superare ll’11,4 per mille.
Come detto in precedenza, le aliquote da applicare sono quelle stabilite dal proprio Comune nel 2014. L’aliquota Tasi può variare dall1 al 2,5 per mille. L’addizionale dello 0,8 per mille si può aggiungere alla Tasi anziché all’Imu, arrivando fino al 3,3 per mille.

Infine bisogna tenere in considerazione che non sono soggetti a IMU:
- gli immobili delle cooperative edilizie a proprietà indivisa ed assegnati ai soci; 
- gli alloggi sociali; 
- la casa coniugale assegnata al coniuge nell’ipotesi di separazione legale o divorzio;
- l’unico immobile posseduto dalle Forze armate.

Fonte articolo: http://www.forexinfo.it/Imu-e-Tasi-2015-calcolo-dell-acconto-per-la-scadenza-del-16-giugno-La-guida

IMU e TASI, guida al pagamento

 

Scade il 16 giugno il termine di pagamento degli acconti Imu e Tasi 2015 e sono milioni i contribuenti che in queste settimane dovranno calcolare quanto versare di imposte sugli immobili. Per calcolare Imu e Tasi 2015, esattamente come l’anno scorso, si parte dalla rendita catastale, riportata sul rogito, si rivaluta del 5% e al risultato si moltiplica il coefficiente del proprio immobile. Alla cifra ottenuta si applicano le aliquote Tasi e Imu stabilite dai propri Comuni di residenza e, nel caso della Tasi, al risultato ottenuto bisognerà sottrarre eventuali esenzioni, se previste per le abitazioni principali e relative pertinenze.

 

Si attendono ancora nella maggior parte dei casi le delibere dei Comuni di nuove aliquote e detrazioni e nei Comuni che non riusciranno a deliberare entro fine mese le nuove aliquote i cittadini devono calcolare gli acconti sulle aliquote 2014, per poi fare il conguaglio con il saldo di dicembre effettuato sulle nuove aliquote 2015. E’ consigliabile, dunque, che contribuenti e i professionisti verifichino prima le aliquote di pagamento di ogni Comune per effettuare i giusti calcoli. Tra i Comuni che hanno deliberato già le nuove aliquote, le grandi Bologna e Firenze, ma anche Livorno, Arezzo, Padova, Vicenza, Potenza, Rimini, Modena, Pescara, Cagliari, e Treviso.


Precisiamo che nel caso in cui lo scorso anno il Comune avesse deliberato un’aliquota pari a zero, il contribuente non deve pagare la Tasi. Insieme alle aliquote, è bene consultare anche le detrazioni decise, giacchè non sono fisse ma ogni singolo Comune decide se applicarle o meno, e se modularle sulla rendita catastale o sul valore Isee.

Tutti pagano l’Imu e la Tasi tutti ma con alcune precisazioni: l’Imu deve essere versata esclusivamente dai proprietari degli immobili su tutti gli immobili ad eccezione di abitazioni principali e relative pertinenze e terreni agricoli ma solo se si trovano in Comuni classificati dall’Istat come montani. Per i terreni in collina, invece, sono esenti solo i proprietari hanno la qualifica di coltivatori diretti o imprenditori agricoli. Negli altri casi si applicano le regole previste in passato per cui i non coltivatori pagano sempre l'imposta, mentre i coltivatori pagano per scaglioni in riferimento al valore del terreno.


La Tasi, invece, deve essere versata sia da proprietari che da inquilini e su tutti gli immobili, abitazioni principali e pertinenze, seconde case pertinenze, terreni, negozi, uffici e tutti gli altri immobili commerciali. A differenza dell’Imu, la Tasi deve essere versata da proprietari e, in parte, anche dagli inquilini. A loro spetta, infatti, il pagamento di una percentuale compresa tra il 10 e il 30% della cifra totale da versare e anche in questo caso è il singolo Comune a decidere l’entità di questa percentuale che, però, precisiamo, non è obbligatoria. Calcolati gli acconti delle imposte da versare, si può pagare con bollettino postale o modello F24. Il bollettino postale si trova in qualsiasi ufficio postale, è in parte precompilato e dovrà essere completato solo inserendo i dati specifici del contribuente e dell’immobile per cui si deve pagare.


Per il modello F24, invece, bisogna riportare i codici tributo nella sezione intitolata Sezione Imu e altri Tributi locali in corrispondenza delle somme indicate nella colonna ‘importi a debito versati’; bisogna poi compilare lo spazio codice ente/codice comune in cui bisogna indicare il codice catastale del Comune nel cui territorio sono situati gli immobili, il campo Numero immobili, dove indicare numero degli immobili, la tipologia di pagamento nella casella ‘Acc’ (acconto) per il pagamento del 16 giugno, e lo spazio ‘Anno di riferimento’.


Fonte articolo: http://www.businessonline.it/news/34075/imu-e-tasi-calcolo-e-pagamenti-prima-rata-giugno-con-aliquote-detrazioni-esenzioni-e-casi-particolare-per-chi-come.html

 

Imu e Tasi: come reperire le aliquote

Guida al reperimento delle aliquote Imu e Tasi 2015 e delle detrazioni su prima casa, figli ed eventualmente altro: per ogni comune le delibere ufficiali contengono tutti i dati necessari a effettuare il calcolo per Imu e Tasi 2015, relativamente alla prima rata. Sapendo come muoversi reperire le informazioni necessarie diventa facilissimo, ma prima di illustrare i passaggi da compiere riportiamo una precisazione importante: se le delibere del comune su Imu e Tasi 2015 non sono presenti, si dovrà tener conto delle delibere del 2014 sulle due imposte.

 

Per conoscere l'aliquota Imu e Tasi del comune di residenza occorre innanzitutto collegarsi al sito del Ministero delle Finanze, Finanze.gov.it, quindi cliccare sulla dicitura "Fiscalità regionale e locale", presente sulla destra dello schermo appena sotto la scritta "Per conoscere il fisco". A questo punto si clicca, nel menu apparso sulla sinistra dello schermo, sulla scritta "IUC - Imposta Unica Comunale (Imu-Tari-Tasi)", e subito dopo su "Regolamenti e delibere aliquote/tariffe adottati dai singoli comuni". Infine si clicca su "Regolamenti e aliquote adottate dai singoli comuni".


Per conoscere le aliquote Imu e Tasi 2015 del proprio comune a questo punto basta ricercare il nome del comune nella casella in alto, selezionarlo dalla lista che apparirà e quindi scegliere l'anno delle delibere. A questo punto conviene sceglierel'anno 2015: se non esistono delibere del 2015 su Imu e Tasi si torna indietro e si sceglie l'anno 2014, perché in questo caso saranno quelle le delibere da considerare. Per conoscere non solo le aliquote di Imu e Tasi ma anche le detrazioni Tasi per prima casa, figli a carico, fasce di reddito o rendita catastale eventualmente decise dal proprio comune, non resta che leggere le delibere in questione, che conterranno tutti i dati utili per pagare le tasse per le varie tipologie di immobili che sono soggetti al versamento dei due tributi.


Aggiungiamo alcune news su Tasi e Imu: nel 2015 come abbiamo visto si terrà conto per la prima rata delle aliquote 2014 dove non deliberate di nuove. Esiste pertanto la possibilità che con le nuove delibere, che giungeranno dopo la scadenza per il primo pagamento, le variazioni negli importi da pagare determino la necessità di rimborsi e/o conguagli di cui si dovrà tenere conto per il pagamento della seconda rata delle tasse (la cui scadenza è peraltro fissata al prossimo 16 di dicembre). Il tutto in attesa della famosa Local Tax del Governo presieduto da Matteo Renzi, che dovrebbe semplificare il caotico sistema delle tasse sugli immobili rendendo il pagamento più semplice a partire dal 2016.


Fonte articolo: http://it.blastingnews.com/tasse/2015/05/aliquote-imu-e-tasi-2015-e-detrazioni-prima-casa-e-figli-per-ogni-comune-come-trovarle-00404903.html

Confedilizia: sugli immobili è necessaria una "operazione fiducia"

 

In Italia, rispetto all'anno 2011, le tasse locali sugli immobili sono quasi triplicate. Questo è quanto emerso, tra l'altro, da un Dossier della Confedilizia che ha messo in evidenza, Governo dopo Governo in questi ultimi anni, quello che è stato il pesante inasprimento della tassazione immobiliare. Nel 2011, e negli anni precedenti, c'era solo l'ICI che assicurava un gettito di 9,2 miliardi di euro. Poi, nel 2012 con il Governo del senatore a vita Mario Monti, chiamato a "salvare l'Italia" dalla speculazione internazionale sul debito, è arrivata l'Imu con un gettito pari a ben 23,8 miliardi di euro. Breve stop and go con il Governo Letta con un gettito annuo pari a 20,4 miliardi tra Imu e mini-Imu. Dopodiché, riporta altresì la Confedilizia, nel 2014 di nuovo l'ascesa con il Governo Renzi con Imu e Tasi per complessivi 25 miliardi di euro.

Ne consegue che la tassazione sulla casa con il Governo Renzi risulta essere più aspra rispetto al Governo Monti quando agli italiani veniva apertamente chiesto di fare dei sacrifici. Solo negli ultimi tre anni, quindi, la tassazione locale sulla casa è stata pari ad oltre 69 miliardi di euro e, comunque, rispetto all'ICI dal 2012 in poi i proprietari di immobili versano annualmente nelle casse dei Comuni dai 15 ai 16 miliardi di euro in più. Una cifra che, sottolinea altresì la Confedilizia, è superiore del 50% rispetto alle coperture per assicurare il bonus da 80 euro al mese riconosciuto ai lavoratori dipendenti.

Ecco perché, secondo la Confederazione Italiana Proprietà Edilizia, sugli immobili è necessaria una "operazione fiducia" che vada ad allentare la morsa della tassazione su un bene chiave come la casa. Questo anche in vista di scenari futuri di riordino della tassazione attraverso l'introduzione della cosiddetta "local tax". E questo anche perché nella maggioranza dei casi il contribuente nel pagare le tasse sugli immobili altro non deve fare, purtroppo, che attingere dai propri risparmi e, comunque, da altri redditi derivanti da lavoro oppure da pensione.

Fonte articolo: http://it.blastingnews.com/tasse/2015/04/mercato-immobiliare-italiano-le-tasse-locali-del-governo-da-monti-
a-renzi-00370891.html

Accordo Governo - Comuni: anticipo da 1,2 miliardi del gettito Imu

Dopo tanto trattare, dovrebbe vedere la luce lunedì prossimo il decreto enti locali, che è nato ormai tre mesi fa per tradurre in pratica l’intesa di febbraio sulla riforma del Patto di stabilità ma nel suo cantiere infinito si sta trasformando in un provvedimento omnibus per la finanza locale: omnibus ma non abbastanza, almeno nella sua versione iniziale, per risolvere tutti i nodi, a partire dalla replica del Fondo Tasi che l’anno scorso ha finanziato le detrazioni per l’abitazione principale in 1.800 Comuni, e che resterà ancora per un po’ al centro di calcoli e discussioni. In sospeso rimane anche l’ormai mitico addio di Equitalia alla riscossione locale, perché una nuova proroga manterrà il limbo attuale fino a fine anno.

L’incontro di ieri fra Governo e sindaci, l’ennesimo della serie, ha comunque sbloccato la situazione, con soddisfazione per gli amministratori locali. "Sono state trovate soluzioni positive a molti problemi - ha detto all’uscita il presidente dell’Anci Piero Fassino - e ora la redazione dei bilanci potrà essere più serena". In effetti le buone notizie non mancano. Entro una settimana dalla sua entrata in vigore, quindi (se tutto va come previsto) prima della fine del mese, ai Comuni arriverà un’anticipo da 1,2 miliardi del gettito Imu, per aiutare le casse in sofferenza. Gli obiettivi del Patto di stabilità saranno individuati secondo il meccanismo scritto nell’intesa di febbraio, quindi togliendo dalla base di calcolo quadriennale (con esclusione dell’anno di picco di spesa) le uscite per rifiuti e trasporto locale, e soprattutto saranno “intercambiabili” con il fondo crediti che ogni ente deve determinare sulla base delle proprie difficoltà di riscossione.
In pratica il meccanismo di base, affinato da “premi” per chi ha ridotto la spesa corrente e si è mostrato più efficiente nella riscossione, servirà a calcolare l’obiettivo lordo, da cui sarà detratto l’importo del fondo crediti: un sistema che dà a ogni ente più margini di autonomia per decidere se sopportare un obiettivo di Patto più alto (che incide sugli investimenti) oppure un fondo crediti più ricco (che frena la spesa corrente).


Sempre in termini di Patto, si alleggeriscono le sanzioni per chi non l’ha rispettato nel 2014. In generale, il taglio di risorse sarà pari al 20% dello sforamento (e non al 100% come prevedono le norme attuali), ma per Province e Città metropolitane ci saranno tutele aggiuntive: se più conveniente per l’ente, potrebbe essere applicato un tetto “alternativo” (2% delle entrate), e soprattutto saranno stoppate le sanzioni che impediscono i rinnovi dei contratti a termine, rendendo applicabile la clausola prevista nel Milleproroghe anche nelle tante Province che l’anno scorso non hanno rispettato i vincoli di finanza pubblica.
Sempre in fatto di sanzioni, in cantiere c’è anche una revisione di quella prevista per le amministrazioni troppo lente nei pagamenti: chi l’anno scorso ha fatto aspettare in media i propri fornitori per più di 90 giorni, infatti, si vede bloccata ogni possibilità di assunzione, e dal calcolo dovrebbero uscire i pagamenti liberati dai vari decreti sblocca-debiti, che per loro natura sono arretrati e quindi alzano l’indicatore sul tempo medio. Anche in questo caso, dovrebbe spuntare inoltre qualche clausola di favore in più, da dedicare agli enti di area vasta e a quelli in dissesto.


Nel fitto lavorio per sbrogliare un po’ la matassa dei conti locali, si prevede poi la possibilità di aderire ai piani di rinegoziazione dei mutui anche per chi è in esercizio provvisorio, dal momento che il termine per i bilanci preventivi è stato spostato al 30 luglio. I risparmi ottenuti aderendo ai programmi appena lanciati da Cassa depositi e prestiti, poi, sarebbero utilizzabili anche per la spesa corrente quando la mossa serve a «sopperire a gravissime situazioni di mancanza di liquidità non altrimenti fronteggiabili». Qualche chance in più dovrebbe inoltre aggiungersi per l’utilizzo dei proventi da alienazioni.

Riassumendo:

1. PATTO DI STABILITA'
Il decreto attua la riforma che modifica la base di calcolo e premia gli enti che hanno tagliato la spesa e sono efficienti nella riscossione. Dall’obiettivo lordo andrà detratta la somma congelata nel fondo crediti dubbi, proporzionale al tasso di mancata riscossione.


2. SANZIONI
Per chi non ha rispettato il Patto nel 2014, la sanzione sarà pari al 20% dello sforamento. Tetto “alternativo” (2% delle entrate) per Province e Città metropolitane, esentate anche dalla sanzione che blocca i rinnovi dei contratti flessibili.


3. PAGAMENTI
Le norme impediscono le assunzioni a qualsiasi titolo agli enti che hanno registrato nel 2014 un tempo medio per i pagamenti superiore a 90 giorni. Dal calcolo dovrebbero uscire le poste oggetto delle operazioni sblocca-debiti. Salvaguardie aggiuntive sono previste per enti di area vasta e amministrazioni in dissesto.


4. MUTUI
Apertura della possibilità di aderire alla rinegoziazione dei mutui anche per gli enti che non hanno ancora approvato il preventivo. Possibilità di utilizzo dei risparmi anche per finanziare la spesa corrente.


5. RISCOSSIONE
Nuova proroga (al 31 dicembre) della presenza di Equitalia, in attesa del decreto attuativo della delega fiscale.

Fonte articolo: http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2015-05-13/comuni-arriva-l-anticipo-salva-casse-12-miliardi-gettito-imu-214551.shtml?uuid=ABGSLwfD

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