Norma Airbnb, detrazione su pertinenze e giardini: gli emendamenti del Bilancio

Si chiude questo pomeriggio, alle 16, il tempo utile per presentare in commissione Bilancio alla Camera gli emendamenti al disegno di legge contenente la manovra.


Secondo il calendario indicato martedì 15 saranno decise le ammissibilità e il giorno successivo i ricorsi. Il voto delle correzioni proposte inizierà invece da giovedì pomeriggio con l'obiettivo di chiudere entro martedì 22. La manovra è calendarizzata in Aula a partire dal 24 novembre.

 

AIRBNB, CEDOLARE SECCA AL 21%

Spunta intanto una norma “Airbnb”, che si propone di regolare il mercato degli affitti brevi in strutture “extralberghiere” da parte di privati o di intermediari online. La commissione Finanze della Camera ha approvato un emendamento del Pd alla manovra, che andrà ora sottoposto alla Bilancio, che prevede la cedolare secca al 21% per questo tipo di attività, l'istituzione di un apposito registro all'Agenzia delle Entrate e una clausola antievasione, con la responsabilità “in solido” sul pagamento delle tasse da parte del privato e dell'intermediario.


TORNA DETRAZIONE PER LAVORI SU TAPPETI ERBOSI

Tornano, dopo essere stati bocciati nel corso dell'esame del decreto fiscale, le proposte per inserire anche le ristrutturazioni di pertinenze e giardini, anche di valore storico artistico, compresa la "riqualificazione di tappeti erbosi" tra quelle che possono godere di detrazione fiscale. La proposta di Ap è infatti stata approvata dalla commissione Finanze della Camera nel pacchetto di emendamenti da sottoporre ora alla commissione Bilancio.


TETTO ISEE PER BONUS MAMMA E NIDO 

Spunta un tetto Isee per il bonus mamma e per quello nido, previsti dalla manovra. Due emendamenti presentati dal Pd e approvati dalla commissione Affari sociali della Camera stabiliscono che i nuclei familiari che possono usufruire delle agevolazioni siano solo quelli con un Isee non superiore a 13mila euro annui per il bonus mamma e non superiore a 25mila euro per il bonus nido. Come prevede il regolamento però ora la proposta sarà ulteriormente valutata dalla Bilancio della Camera.


NORMA CONTRO EVASIONE BOLLO AUTO

Gli uffici del dipartimento dei Trasporti e le autofficine autorizzate a fare la revisione dovranno controllare che i proprietari dei veicoli abbiano sempre pagato tassa di proprietà e tassa di circolazione del proprio mezzo, e che non sia sottoposto a fermo amministrativo. Lo prevede un emendamento per contrastare l'evasione del bollo auto approvato dalla commissione Finanze della Camera. Se la verifica darà esito negativo non si potrà circolare finchè non si paga.


IPOTESI AUMENTO A 600 EURO SCONTO SPORT FIGLI

Portare da 210 a 600 euro le detrazioni per le attività sportive dei figli. Lo prevede un emendamento alla manovra, presentato da Ncd anche a firma del Presidente Maurizio Bernardo, che è stato approvato dalla commissione Finanze della Camera. Prevista anche la piena deducibilità delle spese per la manutenzione degli impianti sportivi dati in uso gratuito e l'Iva al 5% sull'iscrizione a piscine e palestre per chi non fa sport agonistico. Il pacchetto costa 250 milioni.


TAX CREDIT GIOVANI ARTISTI ANCHE NEL 2017

Tax credit per le opere musicali di giovani artisti anche nel 2017 (nonché nel 2018 e nel 2019). La novità è contenuta in un emendamento alla manovra approvato in commissione Cultura alla Camera, che come tutti gli altri, ora dovrà passare comunque il vaglio della commissione Bilancio. Nella proposta, oltre alla proroga per il prossimo anno, viene cancellato il tetto per il credito di imposta previsto (30% dei costi sostenuti) e che era fissato a quota 200mila euro. La misura originariamente stanziava risorse per un massimo di 4,5 milioni di euro all'anno per le imprese produttrici di fonogrammi e di videogrammi musicali e per le imprese organizzatrici e produttrici di spettacoli di musica dal vivo, esistenti almeno dal 1 gennaio 2012.


Fonte articolo: Ilsole24ore.com

Giovani e affitti: il mercato rovente di agosto

Cresce l’interesse per le stanze singole in affitto in Italia, dove le ricerche da parte degli utenti sono passate da 3.257.492 nei primi sei mesi del 2015 a 4.818.137 dello stesso periodo del 2016, con un incremento del 48%. A renderlo noto uno studio condotto da idealista.


Anche in virtù di una maggiore domanda, le richieste economiche dei proprietari registrano un aumento del 4,1% rispetto a un anno fa e si attestano su una media di 308 euro mensili

Affittare una camera singola costa di più in tutte le zone di maggiore interesse per studenti e giovani professionisti, come Roma (0,6%), Milano (1,5%) e Napoli (2,5%), anche se tale aumento dei prezzi risulta piuttosto contenuto. Secondo lo studio di idealista, è Milano la città con le stanze più care, ben 412 euro di media; seguono Roma con 387 euro e Firenze con 360 euro. Le soluzioni più economiche si trovano a Lecce e Benevento, dove la richiesta è di 188 euro al mese, seguite da Reggio Calabria con 176 euro e Teramo, fanalino di coda con 171 euro.


L'IDENTIKIT di chi condivide un appartamento

Complice il caro-affitti, in molte delle principali città italiane si continua a vivere con amici e colleghi anche dopo la fine degli studi.
Il profilo tipo ha in media 30 anni, un anno in più rispetto al 2015. A Roma, Firenze e Genova l’età media sale a 32 anni, a Milano si toccano i 30, a Bari i 29, a Napoli e Bologna si attesta sui 28 anni. La convivenza dura meno solo in alcune città a misura di studente come Pisa, Perugia (entrambe con una media di 27 anni), Pavia (26 anni) e Siena (25 anni) .


Si tratta di persone che vivono nelle aree semi centrali o centrali delle grandi città, non fumano, ma nella maggior parte dei casi tollerano coinquilini fumatori, non possiedono e non vogliono animali domestici (73% dei casi).
Nel 75% delle case in condivisione convivono uomini e donne, nel 19,5% si tratta di sole donne e nel 4,5% solo uomini.


Zone d’interesse

A livello cittadino i punti di maggiore offerta di stanze sono Roma e Milano, dove si concentra rispettivamente il 34,5% e il 12,9% dell’offerta. Seguono molto distanziate Bari (3,9%), Napoli (3,5%), Palermo e Catania, che si attestano sullo stessa percentuale del 3,2%.


I PREZZI

La richiesta di stanze singole così aumenta per un incremento delle richieste del 48% nell'ultimo anno, e la forte domanda porta il canone medio a crescere del 4,1% fino a 308 euro. Da un'indagine Immobiliare.it sulla locazione per gli universitari emerge rincaro analogo (+4% per le camere singole). Il prezzo medio toccherebbe in questo caso 400 euro, con una punta di 510 euro a Milano, e aumenti record dell'8% a Siena e Torino. Per le stanze doppie la spesa media, invece, sarebbe di 280 euro (+2%).


 

 

Fonti articolo: Idealista.itAnsa.it

Leasing batte mutuo per gli under 35

La Legge di Stabilità 2016 ha introdotto il "leasing abitativo", formula di acquisto per la prima casa. I costi e la durata sono simili a quelli del mutuo, con una rata mensile più piccola, compensata però dalla maxi rata finale.


Requisiti per ottenere i vantaggi fiscali previsti? Essere under 35, con un reddito al di sotto dei 55 mila euro. Grazie a questa riforma, circa 200 mila under 35 fruirebbero al 100% delle agevolazioni fiscali.


L’istruttoria sulla solvibilità del cliente è la medesima del mutuo, si valutano sia reddito che sostenibilità della rata. Il leasing costa circa lo 0,2%-0,3% in più rispetto al mutuo, ma è un costo ampiamente ripagato dal vantaggio fiscale e permette di avere una rata mensile più bassa, dal momento che circa il 15-20% del finanziamento non viene spezzettata in canoni mensili, ma si paga con l’opzione finale di riscatto.


Ad esempio, se il richiedente ha 33 anni, un reddito annuo di 40 mila euro e vuole acquistare una prima casa del valore di 180 mila euro, pagherà una rata mensile di 566 euro e una maxi rata finale pari a 27 mila euro. Quest’ultimo vincolo potrebbe spaventare ma è stato ipotizzato dal legislatore che, con il passare degli anni, la carriera del cliente evolva e che abbia più risorse disponibili; ad ogni modo la rata finale può essere finanziata come se fosse un prestito.



La formula del leasing abitativo è consentita solo per l’acquisto di immobili finiti e non è consentito l’acquisto diretto dal costruttore (a meno che l’immobile non possegga già i requisiti di abitabilità). Le imposte sull’abitazione acquistata sono tutte a carico dell’utilizzatore, comprese le spese condominiali e quelle di manutenzione ordinaria e straordinaria. Non sono previste formule di portabilità e di estinzione anticipata, operazioni che in caso di mutuo si possono fare gratuitamente. 
Fino al termine del contratto di leasing, sarà la società l’unica proprietaria dell’immobile, al contrario del mutuo che, rogito alla mano, conferisce la diretta proprietà all’acquirente. Il leasing abitativo potrebbe esser paragonato all’affitto con riscatto (rent to buy), forse con maggiori tutele tese a soddisfare l’esigenza di acquisto della prima casa da parte dei giovani lavoratori.


Fonte articolo: Ilsole24ore.com

 

 

Mercato immobiliare e capacità d'acquisto delle famiglie

Un tempo dicevano: con il "mattone" non si sbaglia mai. Eppure, ai tempi della crisi, alle famiglie italiane qualche dubbio inizia a sorgere.


Anche perché il mutuo da pagare è una spesa importante, che non tutti riescono ad affrontare. Soprattutto tra i giovani. 

Una famiglia su quattro fatica a pagare il mutuo per l’acquisto della casa 

Se l’anno scorso a dichiarare grosse difficoltà sulle spese era il 14,4% delle famiglie, oggi la percentuale è salita al 22,8% con il rischio che i casi di sofferenze bancarie possano aumentare ancora. È quanto emerge da uno studio realizzato dall’istituto di ricerca Nomisma sulla situazione delle famiglie italiane nel 2016. 


CreScono le seconde case ad uso familiare 

Perché, se i giovani non possono dare garanzie alla banche, a comprare loro casa – quando possibile – sono mamma e papà. Quella che appare è la "fotografia di un processo di polarizzazione in cui si rafforza in maniera preoccupante la dipendenza tra il background familiare e la capacità reddituale delle giovani generazioni”. Insomma, nel nostro paese sono sempre di più i ragazzi che, non guadagnando abbastanza, dipendono ancora - nei fatti - dalle entrate dei genitori.


Tra i paesi Ocse l’Italia è uno dei paesi in cui maggiormente i redditi dei figli sono correlati a quelli delle loro famiglie. Anche per questo è altissima la percentuale di studenti delle scuole secondarie che sognano di vivere all'estero: a voler migrare oltre confine è quasi la metà di loro, con percentuali che si aggirano intorno al 40 per cento


La ripresa c'è, ma non si vede 

Pur confermando "i modesti miglioramenti delle condizioni economiche delle famiglie osservati da Istat – spiega Nomisma - nella prima parte dell’anno sembra essere aumentata la consapevolezza delle fragilità del sistema Paese e della transitorietà di alcuni innegabili segnali positivi registrati nell'ultimo anno". E se l'anno scorso il clima di fiducia aveva fatto impennare le richieste di prestiti alla banche, ora le famiglie si trovano in difficoltà a restituire le somme agli istituti di credito.   


Se si guarda quindi all'intenzione delle famiglie di fare investimenti a lungo termine, come acquistare una casa, il clima che si rileva è di sostanziale congelamento: cresce il numero di famiglie che non riesce a risparmiare e, quel poco che ha, lo spende. Quel piccolo aumento dei redditi insomma finisce per alimentare i consumi a scapito di investimenti a lungo termine. A farne le coseguenze proprio il mercato immobiliare: l’anno scorso gli acquisti di abitazioni hanno riguardato l'1,8% delle famiglie (464.000) mentre quello di chi è interessato a comprare casa si è ridotto addiritura di 500 mila unità.


Fonte articolo: Rainews.it

 

Come i genitori possono aiutare i figli nell'acquisto della casa?

Aiutare i figli nell'acquisto di una casa è il desiderio di molti genitori. Senza il loro sostegno, anzi, in questi ultimi anni di crisi economica, elevato tasso di precarietà e disoccupazione giovanile, il livello del mercato immobiliare residenziale sarebbe stato con ogni probabilità ridotto ancora di più ai minimi termini.


Si tratta di un aiuto legittimo che, tuttavia, per non comportare problemi fiscali e civilistici – e per non pregiudicare una corretta gestione delle future questioni ereditarie – deve avvenire nel modo più trasparente possibile, con passaggi di denaro chiari e tracciabili.

Succede invece che – per poca conoscenza della materia e magari proprio per paura di contravvenire alla legge – spesso si agisca in modo da mettere a rischio un'operazione che invece è del tutto lecita.
Sostanzialmente ci sono due strade percorribili per sostenere i figli nell'acquisto della casa – tema che è stato al centro di uno degli appuntamenti di “comprar casa senza rischi”, incontri con la cittadinanza organizzati dal consiglio notarile di Milano:
- o si cede ai figli una somma di denaro che poi verrà utilizzata per acquistare l'immobile;
- o si dispone direttamente dal proprio conto corrente il pagamento alla parte venditrice davanti al notaio.

 
La donazione di denaro con atto notarile 

La prima ipotesi necessita di un doppio passaggio e di regola di due atti notarili. Il primo è la donazione del denaro, il secondo è la compravendita della casa, il cui prezzo sarà a questo punto pagato direttamente dai figli. Tra i vantaggi di questa soluzione – spiega un vademecum dei notai – c'è un elevato grado di chiarezza sui passaggi di denaro e la trasparenza nei rapporti familiari, specialmente se ci sono altri figli.


Inoltre, dato che il passaggio di denaro avviene attraverso un atto registrato, è noto all'amministrazione finanziaria e quindi non sorge nessun tipo di problema davanti a eventuali verifiche fiscali sulla provenienza del denaro. Non emerge poi nessuna donazione dall'atto di compravendita, il che facilita l'eventuale successiva alienazione dell'immobile (vedi articolo in basso). Tra gli svantaggi c’è principalmente l’aumento dei costi, perché il notaio redige due atti. Inoltre la donazione di denaro va a erodere la franchigia di un milione di euro (limite su cui non si pagano imposte) di cui gode la tassazione sulla successione ereditaria.


Il pagamento dei genitori al venditore 

La seconda ipotesi è invece più snella e meno costosa, perché si redige un solo atto e l’importo pagato non erode le franchigia per la successione. "Se l'atto è ben scritto – spiega il vademecum – è comunque garantita la chiarezza e la trasparenza dell'operazione", tuttavia "potrebbe accadere che la liberalità che emerga dall'atto di compravendita possa complicare la successiva rivendita della casa, sebbene tale rischio sarebbe privo di ragioni alla luce dei più recenti orientamenti dottrinali e giurisprudenziali".


Potrebbe anche accadere "Che l’atto di compravendita, ove ometta o comunque non sia chiaro nell'esplicitare che i genitori paghino in tutto o in parte il prezzo dovuto al venditore, non assicuri la necessaria chiarezza, sia nei rapporti famigliari, sia rispetto a eventuali controlli dell'Agenzia delle Entrate".

Il passaggio di denaro senza donazione 

Una “variante” della prima ipotesi non presa esplicitamente in considerazione dal vademecum dei notai potrebbe però consistere anche in un passaggio di denaro – sempre “tracciabile” – da un conto corrente all'altro, senza che ci sia un atto di donazione davanti al notaio. Si tratta in realtà di una pratica molto diffusa, soprattutto nel caso i genitori coprano solo una parte dell'importo necessario all'acquisto, tipicamente (almeno) quello che non si riesce a finanziare con il mutuo. È una prassi che non va contro la legge, soprattutto se si tratta di un “importo non rilevante”.


Un primo problema è però che in sostanza non esiste una soglia critica circa la somma donabile: la “rilevanza” dipende dal patrimonio di chi trasferisce i soldi, dal contesto, dall'area geografica e da altri criteri che solo il giudice potrà eventualmente stabilire in caso di contestazioni.


Il rischio redditometro

"La principale controindicazione di questi passaggi, oltre la mancata trasparenza per cui queste donazioni potrebbero essere sconosciute ad altri eredi – commentano dal notariato – è che può più facilmente scattare un accertamento delle Entrate, a cui si dovrà documentare la lecita provenienza del trasferimento, cosa che può essere poco auspicabile per chi non ha mai avuto a che fare con l'amministrazione finanziaria". O comunque per chi preferisce non essere sottoposto a controlli fiscali.


La spesa per una casa può infatti facilmente incappare nelle incongruenze vagliate dal meccanismo del cosiddetto “redditometro”: in sostanza quando si riscontrino differenze di più del 20% tra il reddito dichiarato dal contribuente e spese effettuate, cosa che accade facilmente nel caso dell'acquisto di una casa.


Mantenere il controllo sulla Casa

Capita spesso che i genitori desiderino mantenere un qualche tipo di controllo sulla casa dei figli, per evitare che possano ad esempio rivenderla per ottenere liquidità. In questo caso il consiglio potrebbe essere quello di intestarsi un particolare diritto (per esempio l'usufrutto) o una quota di comproprietà. In questo caso vanno messi sulla bilancia i relativi costi in termini fiscali.


Le complicazioni in caso di successione

Tipicamente si decide di intestare l’immobile direttamente ai figli, per evitare di pagare l’imu e le tasse d’acquisto sulla seconda casa e per prevenire il possibile inasprimento dell’imposta di successione (che oggi non si paga sotto il milione di euro). E magari per non dover ricorrere poi a un atto di donazione in futuro.


Le donazioni – si pensi anche al caso in cui l’immobile sia già in possesso dei genitori – possono infatti comportare due tipi di complicazioni:
- da un lato altri eredi potrebbero rivendicare la parte di eredità a loro riservata dalla legge (la cosiddetta legittima): non è infatti possibile usare la donazione per sottrarre beni al proprio patrimonio disponibile;

- dall’altro, per lo stesso motivo, il bene risulta difficilmente rivendibile. Questo perché al momento della preparazione dell’eventuale futuro rogito, il notaio, rilevando una donazione negli atti di provenienza, metterà in guardia il potenziale acquirente dai rischi di rivalsa. La circolazione di un bene donato incorre in questi problemi per 20 anni dalla donazione o per 10 dalla successione.


Fonte articolo: Casa24.ilsole24ore.com

Giovani Ance: necessità di investire in innovazione nell'edilizia

Un ripensamento dell’approccio al panorama urbano, un modello innovativo di città, in cui un nuovo afflato di politiche urbane porti a sinergie più efficienti tra cittadini, imprese e pubblica amministrazione.


Il tutto condito da un incremento degli investimenti in infrastrutture stimato in almeno l’1% nel 2016, un pil che sembra essere pronto a riprendere il proprio cammino e un generale clima di fiducia che rasserena le imprese. Sono i dati più significativi presentati dai Giovani Ance nei giorni scorsi a Roma.

 

INNOVAZIONE A SOSTEGNO DELL'EDILIZIA

“Dobbiamo ripensare il paesaggio urbano promuovendo la rigenerazione del costruito, la tutela dell’ambiente e l’economia circolare”. Lo ha dichiarato la Presidente dei Giovani Ance, Roberta Vitale (in foto), aprendo i lavori del XVII Convegno Giovani Imprenditori Edili. Temi chiave sui quali i vicepresidenti dei Giovani si sono confrontati, nel corso della giornata, con esperti e rappresentanti del mondo della cultura, della politica e delle istituzioni, sono stati un modello innovativo di città, di impresa e di pubblica amministrazione, attraverso un deciso cambio di rotta sia nelle politiche urbane, che nei processi produttivi.


E per raggiungere questo obiettivo, l’associazione di categoria ha le idee chiare. In primo luogo serve una profonda rigenerazione del costruito, attraverso edilizia sostenibile e tutela dell’ambiente, favorendo al contempo l’economia circolare e quindi il riutilizzo di ogni materiale. La riqualificazione, infatti, è stata l’unico comparto dell’edilizia – anche grazie a stimoli fiscali compresi tra il 50% e il 65% - che ha mantenuto un segno + (+19,4%) anche negli anni di crisi.


È l’innovazione il punto da cui partire per immaginare e gestire il mercato di domani: il bene casa non è più solo una necessità, ma è soprattutto fonte di benessere”, ha sottolineato il vicepresidente Nicola De Santis nel corso della prima tavola rotonda, dialogando con Pietro Adduci (Tecma solution) e Massimiliano Fadin (referente Protocolli sostenibilità). Sul tema delle città è intervenuta la vicepresidente Regina De Albertis che si è soffermata  sulla necessità di “riqualificare i luoghi in cui viviamo con un piano strategico di lungo periodo, rinnovando le aree degradate con interventi semplici e convenienti, come accade nel resto d’Europa”.


Ma per i giovani dell’Ance occorre inserire una forma di premialità che garantisca di offrire condizioni migliori a chi spreca meno energia. È necessario, insomma, consentire una detrazione fiscale più alta per chi effettua interventi volti a incrementare l’efficienza e il risparmio energetico. Inoltre, serve incentivare la sostituzione edilizia, prevedendo meno oneri per chi demolisce e ricostruisce, magari con un taglio degli oneri stimato in almeno il 20%. Infine, sempre dal punto fiscale, sarebbe utile secondo i Giovani dell’Ance estendere fino al 2019 la riduzione dell’Iva per l’acquisto di abitazioni ad alta efficienza energetica.


LE IMPRESE E IL BIM

Per quanto riguarda le imprese, devono riguadagnare il loro ruolo centrale del processo di costruzione, riportando il focus sulla qualità delle costruzioni. Possono venire in soccorso delle aziende del settore le nuove tecnologie digitali, attraverso il Bim (Building Information Modelling/Management), uno strumento che permette la gestione integrata e informatizzata di tutte le attività del processo edilizio. Uno strumento che consente di realizzare opere di ingegneria in tutto il mondo, ma che in Italia è ancora quasi sconosciuto, nonostante si tratti di uno strumento rivoluzionario.


La Commissione Ue, proprio lo scorso 19 aprile, ha lanciato un piano da oltre 50 miliardi – tra fondi pubblici e privati – per sostenere iniziative per la digitalizzazione dell’industria. La Gran Bretagna ha stanziato, da qui al 2019, investimenti per 20 milioni di sterline per la diffusione del Bim che, a regime, potranno generare risparmi per le casse pubbliche di 800 milioni di sterline. Serve che anche il nostro paese si doti degli strumenti più innovativi per dare nuovo vigore a un settore che ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella creazione di ricchezza.


GREEN E SHARING ECONOMY

Infine grande spazio anche al tema della green economy: “il futuro dell’edilizia deve passare per un utilizzo più efficiente dei materiali che devono essere a chilometri zero, recuperabili e trasformabili”, ha sottolineato il vicepresidente Andrea Bonifacio, che si è confrontato con l’europarlamentare Pd, Simona Bonafè, il presidente dei giovani di Confindustria, Marco Gay, e il coordinatore dell’osservatorio green economy IEFE, Università Bocconi, Edoardo Croci.
Un focus anche sui fenomeni economici che stanno emergendo con forza nell’economia mondiale. In particolare, la sharing economy: “Questo è un mercato dalle grandi potenzialità”, ha sottolineato il vicepresidente Angelo Turco, “che può creare opportunità per il nostro settore attraverso adeguate sinergie”.


Fonti articolo: Ilghirlandaio.com, Monitorimmobiliare.it

Bonus mobili accessibile con bonifico anche "non parlante"


Via libera alla raccolta dei bonifici effettuati nel 2015 per l’acquisto dei mobili e dei grandi elettrodomestici, anche se non parlanti.


È questa una delle conseguenze del recente chiarimento delle Entrate, contenuto nella circolare 7/E/2016, con la quale è stato detto che per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici (e dal 2016, anche per il bonus mobili per le giovani coppie), è possibile scegliere di pagare anche con un bonifico semplice, cioè senza l’indicazione nella causale della norma agevolativa e del codice fiscale del beneficiario, della detrazione e del numero di partita Iva, ovvero del codice fiscale del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato e per il quale è prevista anche la trattenuta della ritenuta del 4%, ai sensi dell’articolo 25 del Dl 78/2010.
Per queste spese, poi, continua ad essere possibile il pagamento con la carta di debito (bancomat), o la carta di credito.

 

È stata superata, quindi, la regola imposta dalla circolare 29/E/2013, secondo cui, se si sceglieva il pagamento mediante bonifico bancario o postale, era necessario utilizzare il bonifico appositamente predisposto da banche e Poste spa per le spese di ristrutturazione edilizia (bonifico parlante, soggetto a ritenuta). Non ammessi i pagamenti mediante assegni bancari, contanti o altri mezzi di pagamento.
Sono agevolati solo gli acquisti di mobili o grandi elettrodomestici nuovi. La ratio della norma, infatti, è diretta a stimolare il settore produttivo di riferimento.


MOBILI E ACQUISTO DALL'ESTERO

Anche gli acquisti effettuati all’estero possono essere agevolati, a patto che il pagamento avvenga con un ordinario bonifico internazionale (bancario o postale), riportante la causale del versamento (norma agevolativa), il codice fiscale del contribuente e il numero di partita Iva, il codice fiscale o l’analogo codice identificativo eventualmente attribuito dal Paese estero del beneficiario del pagamento. Le Entrate dovranno chiarire se queste indicazioni sono ancora obbligatorie per i bonifici dall’estero, dopo che la circolare 7/E/2016 ha dato la possibilità di effettuare in Italia anche pagamenti con bonifici non parlanti.


I LIMITI

Anche se la spesa di ristrutturazione dell’abitazione, detraibile al 50%, è stata pagata nel secondo semestre 2012, si può usufruire del bonus mobili e grandi elettrodomestici per i pagamenti del 2016. In particolare, per gli acquisti di mobili e grandi elettrodomestici, pagati nel 2016 e detraibili dall’Irpef al 50%, è necessario aver effettuato dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2016 almeno un pagamento, detraibile al 50% (articolo 16-bis del Tuir), per un intervento di recupero del patrimonio edilizio sulla casa da arredare, rilevante per il bonus mobili, non essendo necessario che siano trascorsi tanti anni tra quest’ultimo pagamento e quello per il bonus mobili (circolare 7/E/2016).


Per gli acquisti di mobili ed elettrodomestici, il limite di 10.000 euro deve essere calcolato considerando le spese sostenute nel corso dell’intero arco temporale agevolato (che va dal 6 giugno 2013 al 31 dicembre 2016), anche nel caso di successivi e distinti interventi edilizi che abbiano interessato un’unità immobiliare. Questa regola è stata confermata anche dalla circolare 7/E/2016. Inoltre, il limite di 10.000 euro deve essere riferito alla singola unità immobiliare, comprensiva delle pertinenze, o alla parte comune dell’edificio oggetto di ristrutturazione, a prescindere dal numero dei contribuenti che partecipano alla spesa (istruzioni del modello 730 o di Unico PF). Naturalmente, se un contribuente esegue i lavori di ristrutturazione su più unità immobiliari, può beneficiare del bonus mobili più volte e l’importo massimo di 10.000 euro è riferito a ciascuna unità abitativa oggetto di ristrutturazione.


I lavori edili, detraibili al 50% ai sensi dell’articolo 16-bis del Tuir, che costituiscono una condizione per poter beneficiare della detrazione del 50% per i mobili e i grandi elettrodomestici, sono le manutenzioni straordinarie (ordinarie, solo su parti comuni condominiali), i restauri e risanamenti conservativi, le ristrutturazioni edilizie, le ricostruzioni o ripristini di immobili danneggiati da eventi calamitosi e gli acquisti di abitazioni facenti parte di fabbricati completamente ristrutturati (od oggetto di restauro e risanamento conservativo) da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare.


Fonte articolo: IlSole24Ore.com, vetrina web

Bando per Comuni coinvolgerà i giovani nella riqualificazione urbana

L’Anci pubblica il bando ‘Giovani RiGenerAzioni Creative’ per la presentazione di proposte progettuali di sviluppo della creatività giovanile per la rigenerazione urbana.


L’avviso pubblico, attua l’Accordo stipulato il 10 settembre 2015 fra la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Gioventù e del Servizio civile nazionale e l’Anci per l’utilizzo del riparto destinato agli Enti Locali del “Fondo per le Politiche Giovanili”

Il bando, rivolto ai Comuni aderenti al “Tavolo Anci sulla rigenerazione creativa” e a quelli beneficiari degli interventi del programma "Giovani, legalità, cittadinanza e partecipazione" attivato nell’ambito del PON Sicurezza 2007-2013, destina circa 2,4 milioni di euro (precisamente € 2.393.680,00 da ripartire tra i diversi progetti beneficiari.


IN COSA CONSISTE IL BANDO ANCI E I BENEFICIARI

Al fine di stimolare la creazione di nuove soluzioni e paradigmi di intervento a livello locale, Anci intende selezionare proposte progettuali (presentate dai Comuni in qualità di capofila di partenariati pubblico-privati) che, puntando all’integrazione fra gli ambiti di intervento delle politiche giovanili, dell’innovazione sociale e della rigenerazione urbana, coinvolgano i giovani di uno specifico territorio quali beneficiari attivi di interventi.
L'obiettivo è quello di attivare iniziative territoriali di coinvolgimento dei giovani, nel co-design di percorsi e progetti di rigenerazione di edifici e/o aree pubbliche urbane, in dinamiche virtuose di integrazione e inclusione sociale, anche al fine di modellizzare interventi da replicare in futuro in altre realtà.


Pertanto verranno finanziate iniziative mirate a:
riqualificare, in una logica progettuale ed operativa pluriennale, edifici ed aree pubbliche dismesse dei vari Comuni attraverso la creatività giovanile, con la realizzazione di progetti, interventi, iniziative, con specifica declinazione rivolta alla fascia giovanile;
- assumere i principi della progettazione partecipata, con il coinvolgimento attivo delle comunità interessate e dei vari attori locali in ambito sociale, urbanistico, economico e culturale;
- costruire progetti che prevedano interventi di animazione e riutilizzo di spazi destinati a prolungarsi oltre i termini di scadenza dell’impiego dei fondi.


Le proposte progettuali, redatte utilizzando il format allegato all’avviso pubblico (allegato B), dovranno:
a) avere come beneficiari finali giovani di età compresa fra i 16 e 35 anni, sia considerati singolarmente che in forma associata;
b) prevedere un cofinanziamento del Comune capofila e/o dei propri partner in misura non inferiore al 20% (venti percento) del costo totale del progetto;
c) prevedere la conclusione delle attività entro il 28 febbraio 2018;
d) definire a attuare percorsi e progetti di rigenerazione urbana mediante l’attivazione di servizi, iniziative, interventi ed attività innovative rivolte ai giovani creativi e mirati ad una riqualificazione e ridefinizione dell’identità e della funzione di edifici e/o aree pubbliche che hanno visto esaurirsi in tempi recenti la loro originaria destinazione d’uso e funzione economica, sociale e culturale;
e) prevedere un piano di utilizzo dell’edificio e/o area pubblica oggetto dell’intervento, almeno triennale a partire dalla conclusione della attività. Il piano dovrà essere congruente e conseguente rispetto alla proposta progettuale presentata;
d) prevedere percorsi di progettazione partecipata con il coinvolgimento di giovani under 35 e delle comunità interessate e dei vari attori locali in ambito sociale, urbanistico, economico e culturale.


Le tipologie d’intervento che possono essere ammesse a finanziamento sono:
a) servizi, attività ed iniziative da realizzarsi nell’edificio e/o nell’area pubblica individuata in una o più delle aree di intervento sopra indicate, secondo le tipologie elencate;
b) interventi di messa a norma ed in sicurezza dell’edificio e/o dell’area rispetto alle normative vigenti in materia, ed interventi che possano garantire un pieno utilizzo e fruizione degli edifici e/o delle aree pubbliche per le quali si richiede il finanziamento da parte dei soggetti diversamente abili;
c) acquisto di beni e/o attrezzature strumentali finalizzati e circoscritti all’attivazione dei servizi, attività ed interventi.


BANDO ANCI: MODALITA' DI SELEZIONE

Il termine per la presentazione delle domande è stato fissato entro le ore 24:00 del 10 giugno 2016.
 
La documentazione trasmessa dai Comuni capofila sarà valutata da una Commissione Tecnica che procederà alla verifica della regolarità e completezza delle domande e della documentazione trasmessa.
 
La Commissione procederà poi alla valutazione delle domande ammesse sulla base dei seguenti criteri:
- Qualità del processo di progettazione partecipata (punteggio max 15);
- Efficacia ed estensione del partenariato (max 20);
- Qualità del progetto (max 25);
- Sostenibilità del progetto a medio/lungo termine (max 15);
- Efficacia del progetto in relazione all’esperienza progettuale del soggetto proponente (max 15);
- Incidenza del cofinanziamento locale (garantito dai Comuni capofila e dai partner) sul costo totale del progetto (max 10).
 
Indipendentemente dal costo complessivo di ogni singolo progetto il contributo richiesto dai Comuni proponenti non potrà essere superiore a 150 mila euro per i Comuni con popolazione fino ai 15.000 abitanti e 200 mila euro per quelli con popolazione uguale o superiore ai € 15.001 abitanti.


Fonte articolo: Edilportale.com

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