Decreto mutui: più trasparenza ed efficienza per chi stipula

Più tutele per chi sottoscrive mutui. È quanto prevede il decreto del Cicr, Comitato interministeriale per il credito ed il risparmio del 29 settembre 2016 per dare attuazione alle norme del Testo unico bancario in tema di credito immobiliare ai consumatori.


Sui mutui immobiliari il cliente deve essere ragguagliato in tutti gli aspetti, compreso il tanto discusso “patto marciano” (ovvero la restituzione della casa quando non ce la si fa a pagare le rate). Insomma, il debitore deve sapere a che cosa va incontro.

 

 

 

E’ la prima attuazione del decreto 72/2016, che ha riscritto le regole per i mutui ipotecari per i consumatori, con l’idea di realizzare un mercato trasparente e efficiente per il credito immobiliare, una garanzia per i mutuatari di un elevato livello di protezione. Le informazioni e le spiegazioni devono essere rese in modo corretto, chiaro, comprensibile e non ingannevole, adeguato allo strumento di comunicazione utilizzato, alle caratteristiche del contratto di credito e, quando personalizzate, alle esigenze del consumatore, così da favorire il confronto tra  le diverse offerte di credito sul mercato e consentire al consumatore di valutarne le implicazioni e assumere una decisione informata e consapevole in merito alla conclusione del contratto di credito. 


Se le informazioni e le spiegazioni sono contenute in documenti, questi devono essere leggibili, curando la grafica, semplicità sintattica, chiarezza lessicale, logicità di struttura e sono presentati in modo coerente con lo strumento di comunicazione utilizzato. Gli annunci pubblicitari devono presentare un esempio chiaro, conciso e realistico. E se non c’è l’informazione su tassi e costi, l’annuncio deve precisare che è a disposizione della clientela la documentazione prevista per l’informativa precontrattuale.


Il decreto dedica particolare attenzione anche all'informativa precontrattuale: prima della conclusione del contratto di credito, la banca deve assicurarsi che il consumatore possa ottenere agevolmente e gratuitamente chiarimenti che gli consentano di valutare se il contratto proposto sia adatto alle proprie esigenze e alla propria situazione finanziaria. La banca deve poi rispondere alle domande formulate dal consumatore sulla documentazione precontrattuale fornitagli, sulle caratteristiche del contratto proposto e sugli effetti che possono derivargli a seguito della sua conclusione.


La trasparenza è informazione puntuale al cittadino. Più informati: rappresenta la chiave del futuro perché è il mezzo che consente di rendere i cittadini consapevoli.


Fonte articolo: Mutuisupermarket.it

Surroga e italiani, qualcosa è cambiato; perché?


Il 2016 potrebbe essere l’anno della verità per il mercato italiano e dei mutui per l’acquisto della casa.


Dopo un lunghissimo periodo, iniziato con l’ormai molto tristemente nota crisi economica del 2007, grazie anche ai ripetuti interventi della Banca Centrale Europea guidata da Mario Draghi, i tassi ai minimi storici legati ai costi in diminuzione degli immobili hanno, sia pur lentamente, invertito la tendenza e risollevato il mercato.

 

Viste queste premesse, centinaia di migliaia di mutuatari italiani sono tornati in banca e hanno chiesto di surrogare il proprio finanziamento, eppure adesso qualcosa è cambiato. A fare luce sulla situazione un bell’articolo apparso sul Sole24Ore a firma di Enrico Netti che analizza lo scenario attuale sulla base di alcune elaborazioni Crif e Facile.it

 
Volumi, richieste ed importi medi dei mutui in Italia

Il primo aspetto su cui si sofferma Netti nella sua analisi è quello prettamente numerico. Da gennaio a settembre del 2016 le richieste legate a nuovi mutui sono aumentate sia in termini di volumi sia di importi. Dal Barometro Crif emerge che, se si confrontano i numeri con quelli relativi al medesimo periodo del 2015, le domande sono aumentate dell’ 11.6% nei primi nove mesi dell’anno nonostante proprio lo scorso mese questa tendenza all’aumento abbia subito un leggero arresto arrivando quasi a dimezzarsi e, se si mettono in rapporto i dati di settembre 2016 con quelli di settembre 2015, la crescita è “solo” del 6%.

In ogni caso siamo a livelli infinitamente distanti dal +59% segnato nelle richieste del 2015 rispetto a quelle del 2014, ma in fondo era ovvio aspettarselo e, tutto sommato, una normalizzazione in questo senso non può certo essere considerata in modo negativo. Bene invece, soprattutto se si considera la situazione di deflazione in cui ci si inserisce, sottolinea Enrico Netti nel suo articolo, lo stato di salute degli importi richiesti, cresciuti del 2% nei primi tre trimestri dell’anno.

 
Le differenze lungo la Penisola

Non tutta l’Italia si muove alla stessa velocità e nella stessa direzione per il momento, e l’analisi Crif lo evidenzia in maniera precisa. In base ai numeri emersi, gli incrementi registrati in tante province settentrionali sono decisamente maggiori, quasi sempre a doppia cifra. Rispetto ad un dato nazionale medio di 123.00 euro come richiesta di muto, ad esempio, a Bolzano il valore diventa 168.000 euro con un incremento pari al 28%. Il capoluogo di Regione che fra tutti, però, registra il maggiore balzo in avanti è Asti dove si è arrivati ad una variazione che, nel periodo preso in esame, è stata pari addirittura al +48%.  

Fra le province meridionali si sono fatte notare per positività del dato Sassari e ben tre siciliane: Siracusa, Trapani ed Enna.
Come abbiamo detto prima il quadro nazionale è risultato essere nel complesso molto positivo, tuttavia ci sono alcuni capoluoghi che in assoluta controtendenza hanno chiuso i primi nove mesi del 2016 con un saldo negativo come Rieti che è arrivata ad un pesante -6,7%. Male anche i risultati ottenuti dal mercato dei mutui a Pesaro, Lecco, Avellino, Taranto.

La surroga e gli italiani; qualcosa si è rotto

Come abbiamo già anticipato, questa prima parte del 2016 sembra sancire la fine di un amore; quello fra gli italiani e la surroga del mutuo; come mai? Si tratta della fine di una moda? La surroga non ha più valore? Questa volta a dare una risposta è, sempre attraverso l’articolo di Netti, Mauro Giacobbe, Amministratore delegato di Facile.it

La surroga, ha spiegato Giacobbe, è stata molto utile negli scorsi anni o mesi, quando grazie alla discesa dei tassi di interesse applicati ai finanziamenti per l’acquisto della casa, moltissime persone che avevano sottoscritto un mutuo quando gli indici erano decisamente meno convenienti hanno rimesso mano alla loro pratica e trovato condizioni migliori; quel bacino di utenza, però, via via è andato assottigliandosi e se nei primi nove mesi del 2015 le surroghe rappresentavano il 56,3% del totale erogati, nello stesso periodo del 2016 rappresentano il 41% che diventa addirittura il 39% se si guarda al solo dato di settembre.

Oltre a questo, continua l’AD di Facile.it, va evidenziato come le banche siano diventate ancora più attente alla cura del cliente e se si accorgono di una sua insofferenza sono molto più propense a sostituire il mutuo piuttosto che a vederlo surrogato e portato in un altro istituto. Ecco spiegato, quindi, il declino forse ormai inarrestabile, della surroga.


Fonte articolo: Immobiliare.it

+1,8% i mutui nel 2016. Aumentano le erogazioni a tasso fisso

Crescono i tassi medi applicati sui nuovi mutui in Italia, dal 2,09% di luglio al 2,2% di agosto. E' quanto emerge dal rapporto mensile dell'Abi, che calcola un valore medio che sintetizza l'andamento dei tassi fissi e variabili ed è influenzato anche dalla variazione della composizione tra le erogazioni in base alla tipologia di mutuo.


Il 66,1% del totale dei finanziamenti dell'ultimo mese è stato a tasso fisso (dal 63,3% di luglio). 

 

Abi nota inoltre che, in base agli ultimi dati disponibili, in luglio l'ammontare complessivo dei mutui in essere alle famiglie è cresciuto dell'1,8% annuo, confermando la ripresa del mercato dei mutui.


Il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 2,98%, toccando il nuovo minimo storico (3% il mese precedente; 6,18%, prima della crisi, a fine 2007). 
ll tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è collocato all'1,65%, nuovo minimo storico, 1,71% il mese precedente, (5,48% a fine 2007). 


Peggiora la voce sofferenze. Quelle nette iscritte a bilancio dalle banche italiane sono salite a 84,9 miliardi in luglio dagli 83,7 di giugno. Rispetto a luglio 2015 l'incremento è stato di 1,2 miliardi (+0,1%), in rallentamento rispetto al +5,3% fatto segnare a fine 2015. Il rapporto sofferenze nette/impieghi totali è quindi salito al 4,76% dal 4,66% di giugno e dal 4,68% di luglio 2015.


I prestiti erogati. Sono diminuiti dello 0,2% annuo in agosto rispetto al -0,8% di luglio. La variazione annua dei prestiti a residenti in Italia al settore privato segnano un -0,1% dal -0,6% di luglio. I prestiti a famiglie e società non finanziarie sono scesi dello 0,3% annuo (-0,6% in luglio). A calare sono i finanziamenti a breve termine (-5,3% dopo il -6,3% di luglio), mentre quelli a medio e lungo termine hanno fatto segnare un +1,4% (da +1,3%).
Abi evidenzia che ad agosto l'ammontare dei prestiti alla clientela è pari a 1.807,6 miliardi, cifra superiore di 136 miliardi allo stock complessivo della raccolta (1.671,3 miliardi).


Fonte articolo: Monitorimmobiliare.it

La battaglia Fiaip contro l'oligopolio immobiliare delle banche

Concorrenza sleale, conflitto di interessi e trasparenza a rischio nel mercato delle compravendite. Ma sopratutto mancanza di terzietà da parte del soggetto che fa mediazione, a scapito della tutela dei consumatori.


Sono i "capi d’accusa" che gli agenti immobiliari muovono nei confronti dei colossi del credito che hanno fatto breccia nel mondo dell'intermediazione immobiliare.

COSA DICONO LE ASSOCIAZIONI DEGLI AGENTI IMMOBILIARI

A inasprire ancora di più i toni dello scontro, che vede in prima fila le maggiori associazioni di categoria dei professionisti del real estate, come Fiaip e Fimaa, è stato, a luglio, lo stop agli emendamenti al Ddl Concorrenza - in X Commissione al Senato - che avrebbero potuto porre un freno all'attività delle banche sul fronte della intermediazione di immobili (vietando o limitando la loro partecipazione in agenzie immobiliari). E invece, a meno di improbabili colpi di scena, la partita si chiuderà con il provvedimento che passerà blindato alla Camera, lasciando intatte le preoccupazioni degli agenti.


La situazione è divenuta "insostenibile", secondo le associazioni dei mediatori, con il varo da parte del Governo, negli scorsi mesi – prima – del Dl 59/2016 (convertito in legge il 3 luglio), che ha introdotto il cosiddetto "patto marciano", che consente, per i finanziamenti alle imprese garantiti da bene immobile, che questo passi nella proprietà del creditore in caso di inadempimento del mutuatario protratto nel tempo; e – poi – del Dlgs 72/2016, che stabilisce la possibilità per le banche di vendere direttamente la casa (e qualunque immobile soggetto a ipoteca) senza l’obbligo di passare dall'asta giudiziaria, sempre in caso di ritardo prolungato nel saldare le rate da parte di chi ha chiesto un mutuo.


"I recenti decreti approvati dal Governo – spiega Paolo Righi, numero uno di Fiaip – permettono alle banche, tra l’altro, di diventare proprietarie dei beni immobili di chi è in ritardo con le rate del mutuo". Considerando l’ingresso di alcuni istituti di credito nella mediazione immobiliare, continua, "a breve si creerà un oligopolio che permetterà ad alcune banche, che stanno spingendo per la disintermediazione, di concedere il mutuo, espropriare l'immobile di chi è in ritardo con i pagamenti, diventarne il proprietario e venderlo tramite la propria agenzia facendosi pagare la provvigione".
Una situazione che si configura "come un chiaro conflitto di interessi – conclude Righi – e che ha portato alla presentazione in Senato di emendamenti bipartisan al Ddl concorrenza, poi bloccati dal Governo, per arginare questa deriva, che avviene, peraltro, nel silenzio più assoluto delle istituzioni di garanzia e vigilanza, come Antitrust (che ha rigettato un primo ricorso) e Banca d'Italia, interpellate con vari esposti già da più di un anno".


Il fronte unito degli agenti immobiliari ha trovato conferma lo scorso 19 luglio, quando si è svolta a Roma la riunione della Consulta interassociativa nazionale dell’intermediazione, che riunisce Fiaip, Fimaa e Anama. Nell’occasione è stata confermata, da parte delle tre associazioni di categoria più rappresentative, "la terzietà dell'agente immobiliare che, come professionista – si legge in una nota congiunta – deve poter sempre svolgere un ruolo inter partes tra chi vende e chi compra nella trattativa immobiliare". Per questo, in merito all'attività di mediazione immobiliare intrapresa da alcuni istituti di credito, le tre sigle si propongono di avviare azioni congiunte a tutela dei consumatori e della categoria.


IL PROBLEMA: LA CONCORRENZA SLEALE

Facendo un passo indietro, la contrapposizione tra agenti immobiliari e banche è divenuta sempre più pesante nel corso dell'ultimo anno e mezzo. Durante il quale – dopo l’iniziativa pionieristica lanciata, nel 2012, da Sparkasse Immobilien (controllata da Cassa di Risparmio di Bolzano) nel campo della commercializzazione di immobili ad uso privato e commerciale – sono entrate a regime Unicredit Subito Casa e, a seguire, Intesa Sanpaolo Casa, le società di intermediazione immobiliare dei due big del credito.


Il loro approdo sul mercato ha fatto scattare, da subito, l’allarme delle associazioni più rappresentative degli agenti. Le motivazioni sono quelle ribadite, oggi, dal presidente nazionale di Fimaa, Santino Taverna: "Gli istituti di credito, avvantaggiati dalla loro posizione dominante e dalla conoscenza di abitudini e condizioni economico-patrimoniali della propria clientela (profilazione), possono utilizzare i dati in loro possesso per favorire le proprie società d’intermediazione immobiliare. In sfregio anche al principio di terzietà in capo agli agenti immobiliari e ai mediatori del credito. E generando ripercussioni negative e svantaggi anche per i clienti-consumatori".


È difficile non pensare, infatti "che le società di intermediazione delle banche non sfruttino le proprie posizioni dominanti – sottolinea Taverna – per compravendere immobili anche grazie al possesso di informazioni ‘sensibili' e personali della clientela". Elementi, questi, che ingerirebbero negativamente sul mercato "generando concorrenza sleale" verso gli altri player del comparto.


Fonte articolo: Ilsole24ore.com

Leasing: 6 rate mancate e la casa torna alla banca

Dopo la possibilità per le banche di rientrare in possesso dell'immobile nel caso di mancato pagamento di 18 rate del mutuo, un'ipotesi simile si profila anche nel caso del leasing immobiliare. 


Nel disegno di legge sulla Concorrenza, attualmente in commissione Industria del Senato, è stato inserito un nuovo emendamento che prevede, in caso di mancato pagamento di sei rate leasing, la restituzione dell'immobile alla banca o ad altro intermediario finanziaro, che potranno venderlo o riallocarlo.

 

"Costituisce grave inadempimento dell'utilizzatore - si legge nell'emendamento dei relatori al Ddl concorrenza - il mancato pagamento di almeno sei canoni mensili o due canoni trimestrali anche non consecutivi o un importo equivalente per i leasing immobiliari, ovvero quattro canoni mensili anche non consecutivi o un importo equivalente per gli altri contratti di locazione finanziaria".


"In caso di risoluzione del contratto per l'inadempimento dell'utilizzatore, il concedente procede alla vendita o ricollocazione del bene sulla base dei valori risultanti da pubbliche rilevazioni di mercato elaborate da soggetti specializzati" e "quando non è possibile far riferimento ai predetti valori, procede alla vendita sulla base di una stima effettuata da un perito scelto dalle parti di comune accordo nei venti giorni successivi alla risoluzione del contratto o, in caso di mancato accordo nel predetto termine, da un perito indipendente scelto dal concedente in una rosa di almeno tre operatori esperti, previamente comunicati all'utilizzatore, che può esprimere la sua preferenza vincolante ai fini della nomina entro dieci giorni dal ricevimento della predetta comunicazione".


Il perito, precisa il testo dell'emendamento, deve essere "indipendente quando non è legato al concedente da rapporti di natura personale o di lavoro tali da compromettere l'indipendenza di giudizio. Nella procedura di vendita o ricollocazione il concedente si attiene a criteri di celerità, trasparenza e pubblicità adottando modalità tali da consentire l'individuazione del migliore offerente possibile con obbligo di informazione dell'utilizzatore".


Fonte articolo: Idealista.it

Fiaip: le banche all'attacco dell'immobiliare




Il Presidente Nazionale Fiaip Paolo Righi 
intervenendo su LA7 a “L’Aria d’Estate” ha commentato i dati Istat che fotografano una crescita delle transazioni immobiliari nel primo trimestre 2016.


"Tassi bassi e alta volatilità oltre ai recenti scandali bancari e all’introduzione del bail in, portano gli italiani a scappare dai mercati finanziari e a ritornare al mattone. Se non riparte il mercato immobiliare sono guai per tutta l’economia - sottolinea il Presidente Fiaip Paolo Righi - e ora bisogna accelerare il passo  riducendo la pressione fiscale sull’immobiliare". 

BANCHE E MERCATO IMMOBILIARE

Righi ha sostenuto come “gli investimenti sugli immobili da parte dei privati siano in chiara ripresa rispetto al passato, ma l’errata politica introdotta dai governi Monti  e Letta, ha portato a una perdita del valore complessivo degli immobili di circa 2000 miliardi, questo ha causato svariati problemi sia alle banche sia ai proprietari. Finché il settore non verrà liberato dalla zavorra fiscale introdotta dal Governo Monti, attraverso la triplicazione dell’imposizione patrimoniale, difficilmente si potrà rimettere in moto il mercato. L’eliminazione della tassazione sulla prima casa è stata senz’altro un primo passo, ma ora  è necessario intervenire in maniera più incisiva su tutto il comparto”.


"Il sistema bancario ha sempre ravvisato negli immobili la garanzia patrimoniale più certa, non suscettibile di perdita di valore per inflazione. Oggi – sottolinea Paolo Righi -  le stesse banche, piene di liquidità, stanno cercando di collocare i loro investimenti negli immobili, che possono dare garanzie di redditività a medio-lungo termine, e le giovani coppie stanno ritornando al contempo ad approcciarsi nuovamente  agli acquisti, dopo 8 anni di crisi, visti gli spread così bassi, i mutui assai convenienti e i prezzi degli immobili ancora in calo. 


E’ evidente che in questa fase conviene comperare, non solo la prima abitazione, ma anche le seconde case, da destinare all’ affitto, beneficiando così di un regime fiscale agevolato. Consigliamo a tutti l’investimento immobiliare - sottolinea il Presidente Fiaip Righi -  in quanto con il bail in (a nostro parere incostituzionale), c’è incertezza  diffusa tra i risparmiatori, che potrebbero essere chiamati a coprire un domani anche le falle di alcune banche  già oggi in difficoltà. Bisogna però verificare attentamente dove si investe, nel caso di seconde  case, in quanto la tassazione immobiliare locale varia notevolmente da città a città".


DDL CONCORRENZA

Nel corso della trasmissione si è anche parlato del DDl Concorrenza, dell’ingresso di alcune banche nell’immobiliare oltre che del problema dei crediti deteriorati del sistema bancario.
"Questo Governo continua a fare nuovi  favori ad alcune banche. Noi agenti immobiliari - ribadisce Righi - contestiamo gli istituti di credito che oggi vendono di tutto da frigoriferi, a telefonini e spremi-agrumi, a immobili, cercando di disintermediare il mercato.  Ci sono banche che mettono tutto il loro impegno per aiutare le imprese e le famiglie, altre che cercano invece di mandare a casa i piccoli professionisti e le imprese commerciali".


E nel dibattito televisivo Fiaip ha mosso dure critiche all’esponente del Pd Alessia Rotta: “ Il DDL Concorrenza – sostiene Righi – è l’ennesimo favore del Governo alle banche. State consegnando il mercato immobiliare ad alcuni istituti credito, senza rendervi conto che rischiate di affossare così il settore immobiliare”.
Proprio nel 2009 negli Usa l’amministrazione Obama, dopo il tracollo finanziario del settembre 2008, ha vietato agli istituti di credito di essere proprietari di agenzie immobiliari, al fine di evitare il ripetersi di quanto accaduto a causa della finanziarizzazione del mercato immobiliare.


Fonti articolo: Monitorimmobiliare.it

Fondo prima casa: in 12 mesi moltiplicate le richieste

Cresce il ricorso al Fondo garanzia prima casa, lo strumento ricolto principalmente alle giovani coppie che opera a monte della concessione del mutuo offrendo alle banche una garanzia del 50% sul rimborso.


Tra febbraio 2015 e marzo 2016, secondo l’Abi, sono state infatti registrate richieste di accesso per 808 milioni di euro, di cui 531 milioni di nuovi mutui già erogati o in attesa di essere concessi.

 

 

Il numero delle domande è passato da 62 al mese (nel marzo del 2015) a circa 450 (nel marzo del 2016), in particolare con un maggior utilizzo registrato in Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte, Sicilia e Lazio. Lo strumento ha interessato gli under 35 per il 58% del totale erogato.


Il Fondo, sottolinea l'Abi, rappresenta un fondamentale esempio di collaborazione tra banche e Istituzioni, a disposizione delle famiglie che aspirano ad acquistare l'abitazione principale. L'obiettivo è, infatti, continuare a favorire l'accesso ai mutui attraverso una dotazione da 550 milioni di euro che potrebbe garantire finanziamenti potenziali per 12-15 miliardi di euro. Le banche che utilizzano il Fondo non possono richiedere ulteriori garanzie ai mutuatari, oltre a quella ipotecaria.


Il “Fondo di garanzia per la casa” controgarantito dallo Stato prevede il rilascio di garanzie a copertura del 50% della quota capitale dei mutui ipotecari (fino a 250mila euro) erogati per l'acquisto, o la ristrutturazione per l'accrescimento dell'efficienza energetica, degli immobili adibiti a prima casa, con priorità di accesso per le giovani coppie o ai nuclei famigliari monogenitoriali con figli minori, nonché di giovani con contratti di lavoro atipico con età inferiore a 35 anni. 


La garanzia può essere richiesta da coloro che, alla data di presentazione della domanda di mutuo, non risultino proprietari di altri immobili ad uso abitativo, salvo quelli di cui abbiano acquistato la proprietà per successione e che siano in uso a titolo gratuito a genitori o fratelli.
Ad ora, comunica l’Abi, hanno aderito al Fondo 142 banche (rappresentando più del 70% in termini di sportelli bancari) che sono impegnate anche a promuovere una informazione sempre più adeguata sull'iniziativa. La lista è consultabile presso il sito del Gestore Consap www.consap.it, dove è possibile scaricare anche l’apposito modulo di domanda.


Fonte articolo: Casa24.ilsole24ore.com

 

La nuova direttiva mutui è Decreto. Cosa prevede

Via libera del Cdm al Decreto attuativo della direttiva Ue sui mutui: la casa va alla banca senza passare dal tribunale dopo 18 rate non pagate; la clausola non si applica ai vecchi mutui.


In caso di vendita forzata l’eccedenza resta all’ex proprietario; il debito si estingue anche se l’incasso è inferiore. 

 

La "versione italiana" della “direttiva europea sui mutui” introduce delle importanti novità per i mutuatari che sono in difficoltà con il pagamento delle rate, ma non solo. Cerchiamo di capire come possono impattare queste misure sia sui mutui attualmente in essere (sottoscritti prima dell’introduzione in Italia della norma) sia per i mutui che verranno stipulati a partire da oggi. 


1. Sto pagando un mutuo a tasso variabile stipulato nel 2008. Quali sono le novità che mi riguardano?
In questo caso non cambia nulla, valgono infatti le regole vigenti, dato che il decreto che introduce in Italia la “direttiva mutui” non è retroattivo. Ne consegue che per tutti i mutui in essere ad oggi funziona così: prima che il creditore possa sferrare "l'ultimo attacco", il debitore può collezionare sei "cartellini gialli". L'articolo 40 del Testo unico bancario stabilisce infatti che quando il pagamento di una rata viene effettuato con un ritardo compreso fra 30 e 180 giorni il debitore può evitare azioni esecutive pagando solo gli interessi di mora. Solo dopo sette ritardati pagamenti scatta il "cartellino rosso" e il creditore può chiedere il rimborso immediato dell'intero debito. Ed eventualmente far scattare la procedura di pignoramento dell'immobile. La procedura prevede che nel caso non vengano pagate sette rate, la banca può attivare la procedura giudiziaria per ottenere il rimborso immediato del credito. La palla quindi passa al giudice che dovrà valutare caso per caso. In alcuni casi il mutuatario - per via dell’intermediazione del giudice - può provare a rimettersi in regola. In caso contrario il giudice finirà comunque per mettere l’immobile all’asta. 


2. Se la casa viene venduta all’asta a un prezzo inferiore al debito residuo del mutuatario insolvente cosa succede?
Per tutti i mutui in essere - dove quindi resta, in caso di insolvenza, l’intermediazione del giudice prima di un’eventuale messa all’asta dell’immobile - vale la regola che se il ricavato della vendita dell’immobile in asta è inferiore al debito residuo, la posizione debitoria del mutuatario insolvente con la banca resta aperta. La versione italiana della "direttiva mutui" - che è valida solo per i nuovi mutui - invece cambia questo principio. Se la banca ricava dalla vendita di un immobile un importo più basso rispetto al debito residuo non avrà comunque più nulla a pretendere dal debitore. Se invece ricaverà un importo superiore, dovrà accreditare al mutuatario la differenza.


3. Quali sono le novità più importanti introdotte con il nuovo "Decreto mutui" in Italia?
I punti più significativi sono due. Il primo riguarda il numero di rate non pagate che fa scattare "il cartellino rosso" per il debitore. Non più sette , ma 18 (per la verità il testo della direttiva europea ne prevede sempre sette, ma la "versione italiana" ha ampliato questo numero, portandolo a 18, per offrire un maggiore vantaggio ai mutuatari insolventi). Questo per mediare secondo aspetto, che invece punta (rispetto alla vecchia regola) a permettere alle banche di accelerare i tempi di rientro del credito. Con la nuova norma, infatti, scompare l’intermediazione del giudice in caso di insolvenza del mutuatario (dopo 18 rate non pagate). La banca non dovrà più attivare la procedura giudiziale ma potrà direttamente espropriare l’immobile e metterlo in vendita per recuperare il credito inesigito.


4. La regola delle “18 rate non pagate” sarà valida per tutti i nuovi mutui?
No, solo per i mutui che avranno questa clausola che la banca avrà la facoltà di inserire nel contratto. Difatti, quindi, la novità è un’opzione contrattuale che gli istituti di credito potranno presentare al mutuatario prima della firma del contratto. In linea teorica, quindi, il mutuatario (qualora non voglia accettare questo punto) potrebbe anche scegliere il nuovo mutuo in funzione degli istituti che manterranno aperta anche la "vecchia via", ovvero la dichiarazione dello stato di insolvenza dopo "sette rate non pagate", a fronte però del mantenimento dell’intermediazione del giudice prima di arrivare al caso estremo, ovvero l’esproprio dell’immobile.


5. Lo Stato mette a disposizione del mutuatario in difficoltà altri strumenti per evitare di arrivare alla rottura con la banca?
Il mutuatario in difficoltà con il pagamento delle rate non è oggi lasciato completamente alla deriva. Il Ministero delle Finanze e l’Associazione bancaria italiana hanno dato vita al "Fondo di solidarietà per l’acquisto della prima casa". Possono accedervi i mutuatari con un reddito Isee non superiore a 30mila euro, un mutuo non superiore a 250mila euro e relativo all’acquisto della prima casa, in caso di: perdita del posto di lavoro (sia a tempo determinato che indeterminato), morte o sopraggiunto handicap grave o condizione di non autosufficienza. In questi casi è possibile sospendere il pagamento dell’intera rata per 18 mesi. Inoltre da marzo 2015 l’Abi e le principali associazioni dei consumatori hanno concluso un accordo che estende la possibilità di sospendere il pagamento anche ai cassaintegrati. In questo caso però il mutuatario potrà sospendere il pagamento solo della quota capitale della rata mentre dovrà continuare a pagare gli interessi. 


6. Cosa succede se estinguo il mutuo in anticipo. Dovrò ripagare la penale che Bersani aveva abolito nel 2007?
La direttiva europea menziona la possibilità di applicare la penale in caso di rimborso parziale o estinzione anticipata del mutuo. La "versione italiana" non ha però recepito questo punto: quindi sia per i vecchi che per i nuovi mutui resta la possibilità - caso unico in Europa - di poter abbattere o estinguere il mutuo in anticipo senza costi aggiuntivi.


Fonti articolo: IlSole24Ore.com, vetrina web

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