3 milioni di famiglie vivono in case danneggiate e non sicure


Rendere progressivamente obbligatoria la redazione del fascicolo del fabbricato partendo dagli edifici pubblici e da quelli di nuova costruzione.


Questo l'impegno richiesto al Governo dall’On Samuele Segoni (Gruppo Misto) e altri Onorevoli in una risoluzione del 20 settembre 2016. 

Fascicolo del fabbricato: obbligatorio con gradualità
 

La risoluzione mira a promuovere l’obbligatorietà dello strumento secondo step successivi; nell'immediato si chiede di dare avvio ad un programma attuativo che garantistica a tutti gli edifici pubblici (scuole, ospedali, caserme, municipi e altri) l'adozione del fascicolo del fabbricato.
Si chiede, inoltre, di avviare contestualmente una politica di incentivazione e defiscalizzazione in modo che i privati, già proprietari di un immobile, non siano penalizzati economicamente nell'adozione del fascicolo del fabbricato, ma ne vengano incentivati.


Per permettere un avvio graduale si suggerisce di introdurre l’obbligo prima per le nuove costruzioni ( facendo in modo che sia una condizione necessaria per ottenere il certificato di agibilità), in un secondo momento agli atti di compravendita e in un terzo momento anche agli immobili esistenti.
Una volta messo a sistema il suo utilizzo si chiede di rendere obbligatoria la predisposizione del fascicolo del fabbricato in tutti gli atti di compravendita e di affitto di immobili, prevedendo l'obbligo di allegarlo tra la documentazione notarile e aggiornandolo ogni dieci anni.


Infine la risoluzione sottolinea l’importanza di dotarsi di un sistema standardizzato per determinare l'attribuzione di indici di efficienza (con metodi oggettivi e comparati, capaci di fornire un quadro immediato della situazione di ciascun immobile con particolare riferimento agli aspetti di sicurezza) e prevedere che il fascicolo del fabbricato venga redatto da tecnici abilitati.

LO STATO DEGLI EDIFICI IN ITALIA

Sull’importanza di rendere obbligatorio il fascicolo del fabbricato si sono espressi anche i Periti industriali nel convegno "Italia Casa Sicura’" tenutosi ieri al Politecnico di Milano, in cui hanno commentato i dati sulla sicurezza delle abitazioni italiane presenti in un dossier del Centro studi Opificium del Consiglio nazionale dei periti industriali (CNPI).
Secondo il rapporto del Centro studi Opificium circa 3 milioni di famiglie vivono in case danneggiate e non sicure, sia dal punto di vista strutturale che impiantistico. Infatti secondo quanto registrato non sono solo i danni strutturali (dovuti ad eventi sismici) la causa di vittime e infortuni, ma una molteplicità di fattori (fughe di gas, esplosioni elettriche, impianti non a norma, ecc), spesso poco considerati dall’opinioni pubblica. Un numero elevato, pari al 13,2% del totale delle famiglie.


Nel documento viene evidenziato che la vetustà degli immobili costituisce un elemento importante che, pur non implicando automaticamente un cattivo stato di conservazione delle strutture, ne denota una maggiore esposizione ad alcune tipologie di rischio – quelle sismiche su tutte – derivanti in primis dalla specificità delle tecniche costruttive adottate.
L’elevata anzianità si ripercuote anche sullo stato di conservazione complessivo del sistema edilizio. Stando ai risultati del censimento 2011, più di 2 milioni di edifici residenziali, vale a dire il 16,9% del totale, si trovano in uno stato di mediocre (15,2%) o pessima (1,7%) conservazione. Una condizione questa che caratterizza soprattutto le abitazioni più antiche, dove peraltro gli interventi manutentivi risultano più invasivi ed onerosi.
I problemi strutturali del nostro patrimonio abitativo emergono in tutta evidenza in presenza di gravi eventi ambientali – dai terremoti alle alluvioni –, ma ancora si trascura l’entità dei danni provocati quotidianamente dalle cattive condizioni degli immobili e dei loro impianti, sia di natura residenziale che pubblica.


Stando all’ultimo rapporto del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, nel corso del 2015 sono stati realizzati più di 150mila interventi di soccorso negli edifici, per problemi di statica (dissesto di elementi costruttivi, come crolli o cedimenti, per un totale di 48mila interventi circa), da fughe di gas (23mila) e da incendi ed esplosioni prodotti da cattive condizioni degli impianti o dei macchinari presenti nelle abitazioni (quasi 84 mila).
Rispetto al 2010, quando gli interventi di soccorso erano stati 129mila, si è registrato un incremento del 20% che ha riguardato soprattutto i problemi di statica (+26,8% tra 2010 e 2015) e, a seguire, incendi ed esplosioni (18,2%) e fughe di gas (13,2%).

SICUREZZA E FASCICOLO DEL FABBRICATO: LO STUDIO DEL CNPI

Il Politecnico di Milano, per valutare la situazione di sicurezza degli edifici, ha elaborato un indice di efficienza composto da due parametri, indice documentale e indice tecnico, che potrebbe essere integrato all'interno del fascicolo; l'indice di efficienza dell'edificio nel suo complesso, è la media dei due indici documentale e tecnico. Da questo coefficiente sarà possibile ricavare in tempi rapidi la presenza di situazioni critiche, con un risultato che sarà a disposizione del proprietario o dell'affittuario. 


Per il CNPI è possibile mettere in sicurezza il patrimonio immobiliare ed ottenere una mappatura ragionata dell’intero complesso edilizio grazie all’introduzione del Fascicolo del fabbricato che riporterebbe tutte le informazioni principali relative alla progettazione, alla struttura, alle componenti statiche, funzionali e impiantistiche di un immobile.  
Il Cnpi propone quindi, in armonia con quanto richiesto nella risoluzione, di:

- allegare il fascicolo obbligatoriamente in ogni atto di trasferimento della proprietà, di tipo oneroso o gratuito comprese le successioni;
- allegarlo agli atti di locazione al pari dell’attestato di prestazione energetica; 
- allegarlo alle attestazioni di agibilità o abitabilità alla conclusione dei lavori di costruzione, ristrutturazione, intervento conservativo ed altro intervento che richiede la produzione di questa attestazione finale; 
- depositare il Fascicolo in comune a corredo della dichiarazione di ultimazione dei lavori di manutenzione straordinaria e di edilizia libera. 

Il presidente del Cnpi Giampiero Giovannetti ha dichiarato: “Siamo in un paese dove ci sono troppe emergenze e poca prevenzione per questo il Fascicolo deve diventare la pietra miliare della sicurezza e della qualità del patrimonio edilizio. Certo, non si può negare si tratti di un’operazione complessa ma con effetti, che al massimo in un trentennio, porteranno indubbi vantaggi anche economici. Con il Fascicolo, infatti, si potrà avere la piena consapevolezza dei livelli di rischio e di conseguenza programmare nel tempo le necessarie attività di adeguamento e di messa in sicurezza”. 


Fonti articolo: Edilportale.com, Idealista.it, Il Sole24Ore vetrina web



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